Portogallo

VigolenoLa piccola frazione del comune di Venasca ha origini molto antiche, gli studiosi le fanno risalire all’epoca romana. Annoverato tra i Borghi più beli d’Italia, Vigoleno è posto sul crinale di una collina a 350 mt di altitudine, dalla quale si gode di una splendida vista sulle vallate circostanti. Il piccolo borgo interamente circondato da mura fortificate si sviluppa intorno ad una suggestiva piazzetta ornata da un’antica fontana ed ovviamente al castello. Non perdete una passeggiata tra le sue incantevoli viuzze acciottolate e tra le sue botteghe. Da Vedere:

Il Castello

Il castello, edificato intorno al X secolo, venne più volte distrutto nel corso dei secoli e più volte ricostruito. Caratteristica fondamentale, anzi quasi una rarità nel panorama italiano,  è che il castello è rimasto di proprietà della stessa famiglia dal 1300 al 1900. La famiglia Scotti durante il periodo di sua proprietà ne fece un centro di riferimento letterale e culturale per tutto il ducato. Di notevole interesse sono il rivellino e la poderosa torre di accesso.Vigoleno

La Pieve di San Giorgio

Edificata nel XII secolo, la chiesa in stile romanico dispone di una facciata ornata da un portale scolpito con capitelli fogliati e colonnine, al centro una lunetta con scolpita un’immagine di San Giorgio. L’interno è a tre navate divise da possenti pilastri. Ancora visibili alcuni affreschi databili tra il 1400 e il 1500 come l’immagine di San Benedetto e San Giorgio,

L’Oratorio di Santa Maria

Piccolo edificio del  ‘700 che si affaccia sulla piazza principale oggi utilizzato per mostre ed eventi.

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Castello di MontaltoAntica fortezza il Castello di Montalto Dora, oggi di proprietà privata, è arroccato sul Monte Crovero, con vista sui Cinque Laghi di Ivrea, in un ambiente di notevole interesse geologico e naturalistico. 

 il castello ha pianta quadrata irregolare con una doppia cinta. Un'alta torre domina la parte interna intorno al mastio, l'annessa cappella e il camminamento di guardia. Nell'antichità funzionava da fortezza a guardia della strada che da Ivrea conduce in Valle d'Aosta.

Storia del Castello

Le origini del castello risalgono alla prima metà del XII secolo, come testimonia un documento del 1140, nel quale viene menzionato come “Castrum Montisalti”, appartenente alla giurisdizione del Vescovo D’Ivrea.

Il Castello di Montalto Dora è stato testimone di secoli di storia, dai Savoia agli spagnoli, dai francesi ai tedeschi, subendo numerosi attacchi, ivi compreso il periodo napoleonico.

Molteplici casate ne presero possesso: nel XIV secolo entrò a far parte dei possedimenti dei Savoia, che nel 1403 lo cedettero alla casata dei De Jordanis di Bard, che proseguì con i lavori di edificazione.

Tra i vari attacchi che si sono susseguiti nel tempo, va ricordato quello avvenuto durante l’assedio di Ivrea del 1641 da parte dei francesi del marchese d’Harcourt, in guerra contro il ducato di Savoia: in quella occasione infatti venne smantellato l’interno dell’edificio, mentre rimasero in larga parte intatte le strutture esterne.

All’inizio del XVIII secolo il Castello passò alla famiglia Vallesa che lo mantenne sino ai primi anni dell’Ottocento, quando la casata si estinse. Il conte Severino dei Baroni di Casana che subentrò ai Vallesa ,iniziò a restaurarlo ed a valorizzarlo. Risalgono all’inizio del 1900 i primi studi e le indicazioni di restauro a cura dell’ingegnere Carlo Nigra e dell’architetto portoghese Alfredo d’Andadre, ideatore del Borgo medievale di Torino.

Nel 1963 divenne di proprietà della famiglia Allioni di Brondello che iniziò il recupero degli edifici all'interno della cinta muraria e la valorizzazione del parco.

Negli ultimi anni, l’attuale proprietà ha ripreso e portato a termine sostanziosi interventi.

Il castello è visitabile solo in alcune occasioni o su prenotazione

 
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Ufficio del turismo: Piazza Municipale, 1 – all’interno del Palazzo del Podestà

Castell'ArquatoIl borgo, annoverato tra i più belli d’Italia, sorge in posizione dominante sulla cima di un piccolo colle, dominando così la piana sottostante. Sicuramente di origini romane, il borgo di rara bellezza, si sviluppa intorno alla rocca edificata nell’VIII secolo, assieme alla chiesa, su volere di un nobile e potente signore nominato Magno. Il borgo conserva un centro storico di epoca medioevale praticamente intatto con splendidi gli scorci che si aprono sulle antiche viuzze acciottolate ed affiancate da basse case in pietra, tanto da essere stato scelto come location del film “Lady Hawake”. Cuore del borgo e l’antica Piazza Municipale sulla quale si affacciano:

Il Palazzo del Podestà

Castell'ArquatoIl primo nucleo del palazzo risale alla fine del 1200 ad esso, verso la metà del 1400, si aggiunsero la Loggia dei Notari e l’ala prospiciente la piazza. La facciata, in cotto, è ornata da finestre a sesto acuto ornate da merlettature e fregi, un grande stemma della COMMUNITAS CASTRI ARQUATI con due leoni controrampanti e un castello merlato sormonta le finestre, al di sopra il bel loggiato. L’ultimo dei tre piani è sormontato da una merlatura a coda di rondine e da una torre con orologio. All’interno la grande sala consiliare con soffitti a cassettoni è attualmente utilizzata dal Comune in occasione di eventi particolari.

Castell'ArquatoLa Rocca

Edificata intorno alla metà del 1300, sotto il dominio di Luchino Visconti, la Rocca sorge sui resti dell’antico Castrum Romano. Della grande struttura difensiva oggi restano solamente le mura perimetrali, le quattro torri angolari, la grande torre che domina su tutta la piana sottostante e il dongione, all’interno del quale ha sede il museo di vita medioevale. Si accede alla rocca tramite l’antico ponte levatoio.

La Collegiata

Castell'ArquatoDedicata a santa Maria, secondo alcuni studiosi è stata edificata intorno al 750 ma, distrutta dal terribile terremoto del 1117, venne ricostruita e consacrata nel 1122. La sua facciata, in pietra arenaria, è posta ove anticamente sorgeva la piazza principale, mentre la parte absidale si affaccia sulla piazza monumentale della città. La facciata, piuttosto semplice, è tripartita da due paraste. Nella Parte centrale si trovano il portale, una piccola bifora, un’apertura a croce e dei piccoli archetti che seguono l’andamento del tetto. Sul lato sinistro troviamo il “Portico del Paradiso”,  edificato intorno alla metà del XIV secolo, mentre di particolare interesse sono le quattro absidi.Castell'Arquato L’interno è suddiviso in tre navate da possenti pilastri con capitelli decorati, di particolare pregio sono gli affreschi tra i quali un ciclo dedicato a Santa Caterina. Appena prima dell’ingresso al Duomo troviamo l’ingresso al piccolo ma suggestivo chiosco e al museo della collegiata.

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Rivalta Trebbia - Piacenza

Il borgo di Rivalta e il suo castello costituiscono un imponente complesso fortificato dotato di mura di cinta, un dongione di ingresso altro 36 metri, edifici destinati a botteghe, abitazioni, una chieda e il castello. Il borgo, tra i pochi in Europa, è rimasto completamente intatto mantenendo la sua struttura medioevale nel tempo però molte botteghe ed abitazioni si sono trasformate in bar, taverne e B&B.

Castello: le prime informazioni sul castello risalgono all’anno 1048, quando Enrico II ne fece parzialmente dono al vicino monastero benedettino di San Savino di Piacenza.  Nel corso dei successivi 200 anni il castello passò di mano in mano, subendo distruzioni e saccheggi , fino a divenire proprietà della famiglia dei conti Landi, i cui eredi ancora lo vivono. Di forma quadrangolare, il castello nel 1400 subì parecchi interventi di ristrutturazione ed ampliamento, ad opera dell’architetto Solari famoso per aver ristrutturato anche il Cremlino.Rivalta Trebbia Tali opere lo trasformarono in una sontuosa residenza nobiliare che si sviluppa attorno ad un elegante cortile, molto bello il parco di impianto settecentesco. Oggi gran parte delle 50 stanze sono visitabili, mentre la parte restante è adibita a residenza privata. Anche in questo castello non potevano mancare leggende di morti, tradimenti e ovviamente fantasmi. Pare infatti siano ben due i fantasmi che vivono nel castello quello di Pietro Zanardi Landi, che ingiustamente privato della sua eredità al fine di vendicarsi tortura tutti i discendenti del ramo illegittimo e il fantasma del cuoco Giuseppe ucciso dal maggiordomo in quanto ne avrebbe insidiato la moglie.

Visite e tariffe: il castello è visitabile nei week-end con visite guidate senza prenotazione, mentre durante la settimana è d’obbligo la prenotazione.
Camper: esiste un parcheggio gratuito per camperisti, mentre le aree sosta attrezzate più vicine sono a Grazzano Visconti e a Bobbio.
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Lazio - provincia di Viterbo     

Arroccata in cima ad uno sperone di roccia tufacea ad un'altezza di circa 500 metri, dal quale domina sulla piana circostante, l'antica città laziale è annoverata tra i borghi più belli d’Italia. Fu proprio in questo suggestivo paesaggio tra boschi, profonde vallate e il vicino lago di Vico che la famiglia Farnese scelse di costruire l'omonimo palazzo divenuto simbolo della città. CaprarolaLa particolare struttura urbanistica del borgo, che si sviluppa attorno alla chiesa parrocchiale, la fontana delle tre cannelle e l'antico castello nel 1995 è stata oggetto di studio della scuola di architettura del Principe Carlo d’Inghilterra.
Per edificare la sontuosa villa vennero abbattuti alcuni edifici cittadini e costruita una via rettilinea per consentire un accesso trionfale al palazzo: Via Nicolai. La via oggi costituisce la principale arteria cittadina sulla quale si affacciano edifici e palazzi edificati con il favore del cardinale Alessandro per sopperire ai numerosi disagi cui venne sottoposta la popolazione. Molti di questi palazzi vennero abitati dai nobili che facevano parte della corte dei Farnese tra questi: palazzo Sebastiani, Mariani, Restituti, Moscheni.Caprarola Oggi il borgo è famoso anche per la produzione delle nocciole con le quali si preparano i tozzetti, gli amaretti e i panpepati. Noi abbiamo inserito Caprarola in un itinerario attraverso la Tuscia ma può essere oggetto di una domenica o un week end fuori porta associandovi passeggiate tra la quiete dei secolari boschi di faggi e querce, anticamente covo di briganti, una visita al Lago di Vico con la sua riserva naturale oppure all'antica città di Sutri con la sua necropoli etrusca, l'anfiteatro etrusco-romano e il misterioso mitreo.

 

Coordinate GPS: 42.3272312, 12.23874939999996
Ufficio del Turismo: Via Cassia Cimina km 16

Da vedere

Palazzo Farnese:

Caprarola - Palazzo FarneseVoluto da Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III, il Palazzo vuole essere la celebrazione del potere e della ricchezza dell'antica e nobile famiglia che per secoli dominò questi territori. Costruito intorno al 1500 il palazzo con la sua caratteristica forma di pentagono domina dall'alto di una bella scalinata sull'intero borgo. Il progetto del palazzo venne inizialmente affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane ma, dopo morte dell'architetto i lavori subirono un breve periodo d'arresto. Fu Alessandro II che riprese la costruzione del palazzo affidandone il progeto al Vignola. La villa, costruita anche con criteri difensivi, è divisa in due zone a nord la parte estiva, a sud la parte invernale e tra le spesse mura scale per la servitù. Partendo dal basso la villa è composta:Caprarola - Palazzo Farnese
- Dagli interrati che contenevano i magazzini, le cucine e i servizi necessaria alla servitù
- Il piano rialzato o dei Prelati al quale si accede o dalla scala interna a doppia rampa o dall'esterno attraverso un ponte levatoio che conduce al portone principale. Al piano dei Prelati si trovano il salone d’ingresso, la sala di Giove, e il cortile a forma circolare con tutt'intorno due portici sovrapposti con soffitti affrescati da Antonio TempestaCaprarola - Palazzo Farnese
- La scala Regia a pianta elicoidale ornata da 30 colonne in marmo peperino e affrescata da Antonio Tempesta da questa scala il cardinale poteva raggiungere la camera da letto anche a cavallo
Il piano nobile diviso negli appartamenti estivi affrescati dal Taddeo e in quelli invernali affrescati da Bertoja, Raffaellino da Reggio e Giovanni de Vecchi comprendono invece:
- Le sale di rappresentanza composte dalla sala Ercole, dalla cappella, dalla sala dei fasti Farnesiani, dalla sala del Concilio di Trento
- Gli appartamenti privati estivi ove incontriamo la camera dell’Aurora, la camera dei Lanifici, la camera della Solitudine, e la stanza del Torrione.
- Gli appartamenti privati d’inverno con la camera della Penitenza, la camera dei Giudizi e la camera dei SogniCaprarola - Palazzo Farnese
- Seguono altre sale di rappresentanza tra le quali la sala degli Angeli e la sala del Mappamondo sul cui soffitto è rappresentato lo zodiaco.

Al di sopra troviamo il piano dei Cavalieri e quello degli Staffieri utilizzato dal personale della corte. Di notevole bellezza i giardini all'italiana della Villa. I giardini si dividono in Giardini Alti e Giardini Bassi. I Giardini Alti sono abbelliti da fontane, nicchie, statue oltre che dalla Palazzina del Piacere affrescata da Jacopo del Duca.

Caprarola - Palazzo FarneseOrari: Il Palazzo è visitabile tutti i giorni tranne il lunedì 8,30-19,30 – il Giardino è visitabile solo nei
giorni feriale ai seguenti orari 10-11-12-15 in estate 16-17
Ingresso: intero 5€, ridotti 2,5€
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CaprarolaChiesa di Santa Teresa

Voluta dalla famiglia Farnese, la chiesa che sorge al di fuori dl centro abitato e dal piazzale antistante la facciata si gode di una bellissma vista sul borgo e su palazzo Farnese. Attualmente considerata una delle più belle dell'alto Lazio la chiesa dispone di un'imponente facciata di ispirazione veneta al cui interno sono custodite opere d'arte di notevole pregio tra i quali un ritratto di Odoardo Farnese, una tela raffigurante Santa Teresa di Guido Reni e un'altra raffigurante Sant Silvestro mentre è attribuita ad Alessandro Turchi la tela raffigurante una predica di San Francesco ai pesci.



Chiesa di CaprarolaSanta Maria della Consolazione

Eretta nel XVI secolo su volere della famiglia Farnese, la chiesa rappresenta un bell'esempio di architettura tardo-rinascimentale. La facciata, piuttosto semplice, dispone di un bel portale che custodisce una pregevole porta in legno intagliato. All'interno sono custodite importanti opere tra le quali una Madonna con bambino del XII secolo. L'altare maggiore in legno intaliato venne disegnato dal Vgnola.

 

 

 

CaprarolaFontana delle Tre Cannelle 

Costruita intorno al XV secolo su volere di Riario della Rovere la fontana è ornata da uno stemma cardinalizio nella parte superiore e nella parte centrale dall'emblema di Caprarola costituito da una pianta con due capre salenti. La fontana, incassata in un arco, è composta da due abbeveratoi uno interno ed uno esterno alimentato dalle acque del primo. Per alimentare la fontana venne realizzato un apposito acquedotto.

Arroccato in cima alla rupe, il forte domina l’ingresso alla Valle, costituendo con la sua imponente struttura, un’inespugnabile sbarramento. Le origini del Forte risalgono sicuramente al periodo preromano, quando sull'altura esisteva un presidio fortificato, utilizzato anche in epoca Romana. Intorno all'anno 1000 il Forte appartenne al visconte di Boso (capostipite degli Challant), ma nel 1234 venne espugnato da Amedeo IV, rimanendo di proprietà dei Savoia fino alla resa a Napoleone, avvenuta il 1 giugno del 1800.Forte di Bard
Durante il periodo di appartenenza alla casa Savoia il forte venne utilizzato come presidio di artiglieria del Ducato. L'edificio venne fatto radere al suolo da Napoleone ma, su volere di Carlo Felice, venne ricostruito tra il 1827 e il 1837. La nuova fortezza poteva ospitare più di 400 soldati, mentre i magazzini potevano contenere munizioni per reggere assalti anche di tre mesi. Dalla fine dell’800 il forte cadde in declino divenendo carcere e deposito di munizioni. Dopo lunghi e imponenti lavori di recupero nel 2006 la struttura è stata aperta al pubblico, ora i suoi tre corpi di fabbrica, posti su vari livelli, ospitano il museo delle Alpi, il museo del Forte, il museo delle Frontiere e i laboratori didattici. 

I musei sono organizzati in percorsi interattivi con giochi multimediali, suoni, video e proiezioni di particolare suggestione molto adatti anche ai bambini. Nei sotterranei è possibile visitare le prigioni, inoltre vengono spesso organizzate mostre temporanee di altissimo livello. Per una visita al forte si consiglia di salire tramite i cinque ascensori panoramici di fianco al parcheggio multi-piano, e ridiscendere a piedi attraverso il pittoresco borgo medioevale.

Di recente il Forte è stata la location del film "The Avengers - Age of Ultron".

Orari: Martedì/Venerdì 10-18, Sabato/Domenica/ Festivi 10-19, chiuso il lunedì
Ingresso: il Forte offre diverse tipologie di biglietti, visita il sito per trovare quella pià adatta a te
Posizione GPS: 45.6090174, 7.744588799999974
Ubicazione: Bard - Valle D'Aosta
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Il Castello "Benso" di Mercenasco sorge su un'altura ad est del paese,non lontano dal lago di Candia, sopra ad antiche fortificazioni del XV secolo.  Per la sua collocazione sulla via di accesso ad Ivrea (l’antica Eporedia) si ritiene che il luogo fosse già sede di un insediamento romano. Il maniero è passato nei secoli di proprietà dai conti di Valperga di Masino ai Compans di Brichantea Chllanti, marchesi imparentati con i Savoia che diedero al castello le attuali sembianze. Ben conservato e circondato da un grande parco, oggi appartiene ai conti Benso di Villamirana. il castello si presenta come una dimora signorile: agli inizi del Novecento infatti venne alzata la Torre creando uno spettacolare ambiente a loggiato, un grande salone d’ingresso, le serre esterne ed una magnifica decorazione araldica delle facciate.

I proprietari mettono a disposizione sia l’interno dell’edificio che la terrazza e l’ampio parco per eventi e cerimonie.

Visitabilesu appuntamento fa parte del circuito delle 21 dimore e castelli della Provincia di Torino ed aderisce all'iniziativa

Contatti:

sergiobenso@castellobenso.it

 

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Considerato uno dei castelli più belli d’Italia, il maniero di proprietà della famiglia Gutris, è posto in cima ad un’altura, in posizione panoramica, dalla quale domina sulla pianura circostante con la sua imponente mole e le sue torri merlate. Costruito intorno all’anno 1000 dagli Aleramici, nel 1200 passò di proprietà dei Vescovi d’Asti, per divenire proprietà dai banchieri Tommaso e Francesco Scarampi nel 1323. Più volte assediato da parte degli eserciti più disparati, subì nel corso dei secoli diverse modifiche e rimaneggiamenti. Grazie alla sua bellezza, il castello, è stata la locatin di alcuni cortometraggi ambientati in Piemonte tra questi:

Munfrà, la leggenda di Aleramo tratto dal libro di Giosuè Carducci "Gli Aleramici: storie e leggende", regia di Mattia Forchiero

Margheria e il sortilegio delle masche, regia di Piercarlo Sala

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Situato sulla riva destra della Dora Baltea, nel centro dell’omonimo villaggio, il castello dispone di un esterno piuttosto anonimo che non lascia immaginare la bellezza e la ricchezza dei suoi interni. Edificato probabilmente sui resti di una antica villa romana, la dimora fu inizialmente proprietà del vescovo di Aosta per passare successivamente alla famiglia degli Challant. Castello di IssogneNel corso degli anni il castello subì diversi rimaneggiamenti, i più significativi avvennero intorno al 1480 ad opera di Giorgio di Challant che trasformò il maniero in una splendida dimora rinascimentale arricchita da affreschi ed opere d’arte. Con l’estinzione della famiglia Challantt il castello cadde in declino, venne acquistato all'asta nel 1872 da Vittorio Avondo, pittore piemontese, che assieme ai suoi amici lo riportò agli antichi splendori per donarlo nel 1907 allo Stato. Attualmente di proprietà della Regione, la dimora si presenta in forma quadrangolare con tre lati chiusi e un terzo formato da un giardino all'italiana.
Castello di IssogneAl centro del cortile è posta l’ottagonale fontana del Melograno, simbolo di prosperità, mentre il porticato al pian terreno è ornato da affreschi rappresentanti scene di vita quotidiana.  I muri che si affacciano sul cortile riportano affreschi con gli stemmi dei vari casati imparentati agli Challant; sempre al pian terreno sono le cucine arredate con mobili d’epoca, la sala da pranzo e la sala baronale, ai piani superiori sono: la cappella, le stanze del Conte e della Contessa, gli oratori e la stanza del “Re di Francia” ove il Re usava risiedere durante le sue visite in Valle, la stanza è ornata con gigli, un soffitto a cassettoni e conserva un letto a baldacchino originale dell’epoca. 

Orari: Marzo/Giugno e Settembre 9-19, Luglio/Agosto 9-20, Ottobre/Febbraio 10-12,30 e 13,30-17
Posizione GPS: 45.654833, 7.686737999999991
Ubicazione: Piazza Castello - Issogne - Valle d'Aosta
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Sette secoli di storia attraverso i quali sono passati duchi, principi e re: il Castello di Agliè, già proprietà dei marchesi San Martino, vanta un antico e nobile passato, testimoniato dalla varietà e dalla ricchezza degli arredi che caratterizzano appartamenti e giardini.
Circondato da un parco con alberi secolari e grandi serre, il castello conta oltre 300 stanze con arredi e collezioni ricche ed eterogenee: convivono ad Agliè quadri importanti, reperti archeologici e addirittura inconsuete raccolte ornitologiche e orientali.
Il Salone da Ballo affrescato e la successione di ambienti d’epoca perfettamente conservati rendono il castello un trionfo di eleganza.

Piazza Castello, 1 - 10011 Aglié (TO) - Tel. 0124-330102

Visitare il Castello

Apertura castello: da gennaio a dicembre; parco: da maggio a ottobre
Orari: da martedì a domenica ore 8.30-19.30; ultimo ingresso: 18.30

La visita si articola in diversi percorsi: Il Piano Nobile, sempre visitabile e, a rotazione, uno o più percorsi negli altri ambienti del Castello.
Piano Nobile del Castello: ingresso € 4,00
Altri ambienti del Castello, visitabili a rotazione: ingresso € 2,00
Cucine del Castello, visitabili in settimana: ingresso € 4,00
Giardino: ingresso € 2,00 - Parco + Giardino: ingresso € 3,00 (durante la settimana potrebbe essere chiuso: telefonare)

Ingresso gratuito la prima domenica del mese e per i minori di anni 18. 
Ingresso ridotto del 50% per i giovani di età compresa tra i 18 e 25 anni.

Il castello e la sua storia

Il nucleo originario del Castello è medioevale, quando la famiglia dei San Martino si affermò nella zona: oggi solo pochi resti in muratura testimoniano l'esistenza di quella prima fortificazione. Un'importante trasformazione avvenne nel 1646 ad opera, sembra, di Amedeo di Castellamonte e prevedeva un doppio affaccio verso il parco-giardino e verso il borgo. A questa fase risale la splendida facciata verso il giardino e i due grandi cortili interni, intorno ai quali si estesero gli appartamenti, collegati da lunghe gallerie. Sugli angoli della struttura erano poste delle alte torri secondo lo schema “a padiglione”. Della fase seicentesca si conserva lo splendido Giardino all'italiana sulla sinistra della facciata d’ingresso al Castello, con il gioco di intersezioni delle siepi di bosso.
Seguendo la moda settecentesca della villeggiatura la corte piemontese trascorre lunghi periodi in accoglienti residenze di campagna immerse nel verde.
Per questo scopo, nel 1763,  il Castello venne acquistato dai, dando l’avvio ad un grandioso progetto di riqualificazione e di ampliamento del complesso, che prevedeva la ridistribuzione degli appartamenti ducali nella zona nord verso il Borgo, coinvolto nel vasto programma di rinnovamento attraverso l'edificazione della attuale Chiesa parrocchiale collegata al Castello mediante una galleria coperta a due piani tuttora esistente. Anche i giardini, le cascine e i mulini vennero risistemati.
A questa fase risale anche la costruzione della Fontana dei Quattro Fiumi.
Durante l’occupazione napoleonica (1802-1814) il Castello fu seriamente spogliato dei suoi arredi più preziosi, che presero la via della Francia mentre il parco venne lottizzato e venduto a privati.
Dal 1823 rientrò per eredità nei possedimenti dei Savoia: Maria Cristina, vedova del re di Sardegna Carlo Felice, inaugurò una nuova stagione di riallestimento delle sale secondo il nuovo gusto impero italiano.
Le pareti di molti saloni, la Galleria Verde e gli appartamenti del secondo piano vennero rivestiti in papiers-peints, carte da parati dipinte a mano.
Venne allestita la Sala Tuscolana, all’interno della quale è conservata la ricca raccolta archeologica della colta e raffinata coppia reale.
Nel 1839, infine, si avviarono gli imponenti lavori di trasformazione del parco-giardino all’italiana in chiave paesaggistica: le rigorose simmetrie del Sei e Settecento vennero sostituite da boschi, radure, percorsi tortuosi; il grande bacino circolare in fondo al parco fu trasformato nel lago attuale, con isolotto e reposoir.
Con la morte di Maria Cristina avvenuta nel 1849, il Castello passò in eredità a Carlo Alberto e al figlio cadetto Ferdinando, primo Duca di Genova.
Nel 1939 lo Stato acquista dai duchi di Genova le proprietà di Agliè e di Torino.
Nel dopoguerra prende avvio una lunga serie di interventi di restauro e di riallestimento per trasformare il Castello nel museo di se stesso, così come oggi si presenta, e per aprirlo al pubblico.
Nel 1986, dopo un complesso intervento di restauro botanico e di bonifiche idrauliche, anche il parco e il giardino sono stati aperti alle visite.

Nel 1997 le Residenze Reali sono state dichiarate dall'UNESCO "Patrimonio dell'Umanità".

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Castello di AvioIl castello, posto in cima alla collina, sovrasta maestoso la città di Sabbionara. Impressionante è il panorama che si gode dalla torre del mastio su tutta la valle e sul percorso del fiume Adige. Il castello è stato per secoli un'invincibile macchina da guerra, grazie alla sua posizione, ma sopratutto all'intelligente disposizione della cinta muraria, delle torri e del mastio, che sfruttano appieno la salita del terreno. Una datazione ufficiale della sua edificazione al momento non esiste, si sa però che venne nominato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1053. La famiglia Castelbarco, antica proprietaria del castello, riuscì grazie ad abilità strategiche e diplomatiche a far vivere al castello un lungo periodo di splendore tanto da essere ancora oggi considerato uno dei massimi esempi di dimora signorile e al tempo stesso militare. Di notevole interesse artistico sono gli affreschi che ornano le varie aree del castello, tra queste il mastio, dipinto con allegorie d’amore nel 1333, in occasione della visita del principe Carlo di Boemia, di questi magnifici dipinti attualmente sono visibili solamente alcuni scorci. Nella casa delle guardie, posta al di fuori del corpo centrale, sono invece visibili affreschi rappresentanti scene di battaglia intorno al castello e prove di combattimento contro un drago. Dal 23 gennaio 1977 il castello è di proprietà del FAI. Prima di aprirlo al pubblico, l’ente ha intrapreso lunghi e impegnativi lavori di restauro, a causa  dell'avanzato stato di degrado in cui era caduta la struttura, dovuto alla mancanza di una parte del tetto, smantellato dagli antichi proprietari per diminuirne la superficie abitabile, oggetto di tassazione.Castello di Avio Il castello è raggiungibile con una passeggiata in salita di circa 10 minuti, non è possibile effettuare la visita con passeggini o sedie a ruote, si consigliano scarpe comode.

Orari: Marzo/Settembre 10-18  Ottobre/Novembre 10-17, da Dicembre a marzo il castello rimarrà chiuso
Prezzi: Intero 6€, Ridotto 3€ (4-14 anni)
Ubicazione: Località Sabbionara - Avio - Trento
Coordinate GPS: 45.74664, 10.951779999999985
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gradara

Marche -  provincia Pesaro Urbino

Il borgo è famoso oltre che per la sua cinta muraria e per la sua rocca anche per essere il luogo dove avvenne l’omicidio di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta ad opera di Giovanni Malatesta detto lo “sciancato”, l’episodio viene raccontato anche da Dante Alighieri nella divina commedia. Salendo dalla costa godiamo di una bellissima vista sulla la cinta muraria, di origini medioevali è ornata da merli e intervallata da torrioni e torrioncini di forma quadrata. Si entra nel Borgo attraverso la porta dell’orologio e dopo una breve salita si incontra una seconda cinta muraria anch’essa dotata di porte d’accesso la quale separa il Borgo dalla Rocca. La Rocca venne costruita su volere della famiglia Griffo ma subì dei rimaneggiamenti da parte delle famiglie Malatesta e Sforza. All’interno della Rocca da vedere il cortile con portico e loggia e le sale arredate con mobili del 400-500 e ornate da affreschi. Di particolare pregio la cappella, la sala della passione, il camerino di Lucrezia Borgia, la sala dei Putti e quella del Consiglio. Nella camera di Francesca da notare la botola attraverso la quale secondo la leggenda i due amanti tentarono inutilmente di fuggire.

Orari: tutti i giorni dalle 8,30 alle 18,30 il lunedì dalle 8,30 alle 13
Ingresso: Intero 4 E ridotto 2 E
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Coordinate GPS: 43.9395805, 12.771032800000057
Ufficio del Turismo: Piazza 5 Novembre, 1

San Leo

Emilia Romagna - provincia di Rimini

Il borgo e la fortezza sorgono su di uno sperone di roccia calcarea  ad un’altezza 589 metri. Le origini della fortezza risalgono al III secolo quando i romani costruirono sul monte una fortificazione priva di mura di protezione, essendo il luogo praticamente inaccessibile. Il nome San Leo è da attribuirsi a Leone, primo vescovo del Montefeltro, giunto in questi luoghi dalla Dalmazia e al quale si deve la diffusione del cristianesimo nelle terre circostanti. I luoghi furono terreno di numerose guerre dapprima fra i Bizantini e i Longobardi, successivamente tra i Guelfi e i Ghibellini. Il borgo e la fortezza furono inizialmente feudo della famiglia Carpegna, successivamente dei Montefeltro, poi della famiglia Della Rovere, infine, intorno alla metà del 1600, diventarono di proprietà dello Stato Pontificio.

Coordinate GPS: 43.8966191, 12.343225599999982
Ufficio del Turismo: Piazza Dante Alighieri, 14

Da vedere:

San LeoIl Forte

Visibile da tutta la valle grazie alla sua posizione, deve la sua forma attuale a Francesco Martini al quale venne affidato, intorno alla metà del 1400, l’incarico di adeguare la struttura della fortezza alle nuove tecniche di guerra da Federico da Montefeltro. La fortezza originariamente a pianta quadrata ha assunto l’attuale forma triangolare a causa di frane che si sono verificate nel corso dei secoli. Dal 1631 grazie alla sua fama di inespugnabilità la fortezza venne trasformata in prigione. Tra i prigionieri più illustri ricordiamo Felice Orsini e il Cagliostro. All’interno della fortezza sono ospitati una galleria d’arte contemporanea, una pinacoteca e un museo.

Orari: Tutti i giorni dalle 9,30 alle 19

Piazza Dante:

E’ il centro della città alla quale si accede attraverso la porta sud. Sulla piazza si affacciano: il Palazzo del Municipio, il palazzo Nardini, che conserva al suo interno la stanza dove dormì San Francesco, e il palazzo Mediceo  sede del museo di arte sacra.

San LeoLa Pieve:

Alcuni fanno risalire la costruzione del primo nucleo della chiesa al VIII secolo. Durante il periodo medioevale l’edificio venne utilizzato oltre che per la celebrazione di messe e riti sacri anche per le riunioni dei capi famiglia, ove venivano discussi i problemi della comunità. Per la sua costruzione sono stati utilizzati blocchi di pietra in arenaria e pietre di altra natura. L’interno, al quale si accede da una porta laterale, è a tre navate divise da colonne e pilastri in alternanza di due, di notevole pregio il ciborio. Attraverso una scaletta posta nella navata destra si accede al Sacello di San Leo dove è conservato il fronte di un sarcofago nel quale sono rappresentati due pavoni che si abbeverano ad un cantaro

Il Duomo:

Sorge sui resti di un antico edificio religioso e rappresenta uno splendido esempio di architettura medioevale. La sua costruzione fu iniziata nel 1173 e terminò nel 1200 per edificarlo vennero utilizzate pietre in arenaria. L’interno piuttosto austero è a tre navate divise da pilastri a fascio e si sviluppa su di una pianta a croce latina, una scalinata presumibilmente del 500 porta al presbiterio. Due scalette portano alla cripta anch’essa a tre navate dove era collocato il sarcofago che custodiva le spoglie di San Leo ancora visibile il coperchio.

La Torre Civica:

A pianta quadrangolare venne edificata sui resti di un’antica torre a forma circolare. La torre è stata edificata intorno al 1173 presumibilmente assieme alla vicina cattedrale. Non è visitabile tranne in occasione di alcuni eventi.

Palazzo della Rovere:

Oggi sede del municipio è stato edificato su volere di Francesco della Rovere. Si tratta di un edificio del tardo 500 posto appena dopo la porta di ingresso alla città. Il palazzo è visitabile durante gli orari di apertura degli uffici.

Castel FumoneGrazioso borgo medioevale, posto in cima all'omonimo monte, le cui origini si perdono nel tempo. Secondo alcuni storici i primi edifici sorsero all’epoca dell’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo che, cacciato dalla città eterna, si fece costruire qui una Rocca fortificata da 14 bastioni, dei quali si conservano ancora i resti. Successivamente, a causa della posizione strategica, il luogo fu conteso e dominato da varie famiglie; un detto riferito al borgo dice infatti “quando Fumone fuma la valle trema”.  La visita al borgo inizia dopo aver superato la Porta Romana, e si snoda attraverso un percorso fatto di viuzze lastricate di ciottoli affiancate da case in pietra, torri, orti, stalle e magazzini, il tutto perfettamente conservato.

 

 

Castel FumoneIl castello:

di proprietà della famiglia Longhi De Paolis, è ultimamente sorto agli onori della cronaca per via dei fantasmi che si dice lo popolino. L’attuale proprietario, il Marchese Longhi De Paolis, ne ha contati ben 18, tra i quali i più noti sono il fantasma del piccolo Francesco, la cui leggenda narra sia stato avvelenato dalle 7 sorelle, e il fantasma della madre, divenuta pazza in seguito alla morte del figlio, avvenuta in tenera età. In epoche precedenti il castello fu sede delle prigioni Pontificie, quì vennero tenuti prigionieri l’antipapa Gregorio VIII e papa Celestino V. All’interno del castello sorge uno dei giardini pensili più grandi d’Europa con siepi e piante ad alto fusto.

Ubicazione: Via Umberto I, 27 - Fumone - Frosinone
Coordinate GPS: 41.7271288, 13.28967549999993 Orari: aperto tutti i giorni con visite guidate a pagamento in inverno 10-13 e 15-18 in estate 10-13 e 15-20
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Marche - provincia di Pesaro e Urbino

Il borgo che si erge su di una collina di circa 300 mt è racchiuso da una bella una cinta muraria al suo interno uno splendido centro storico con viuzze, piazzette, due palazzi Gentilizi e la famosa Rocca.

Ufficio del Turismo: Corso Roma, 1

Da Vedere

Rocca Roveresca:

Considerata uno dei capolavori di architettura militare è stata costruita nel 1482 per volere di Giovanni Della Rovere su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio Martini. Dal 1966 al suo interno è ospitato il Museo di Rievocazione Storica e Armeria con manichini in costume che rievocano scene di vita nella rocca.

Orari: estate dalle 9-12 e dalle 15-19; inverno dalle 9-12 e dalle 15-18
Ingresso: Intero 5€  – ridotto 3€ il biglietto comprende Rocca e Pinacoteca

Collegiata di San Pietro e Chiostro dei Cappuccini:

l’edificio costruito nel XIV secolo è stato ristrutturato dal Genca nel 1563. Nel 1741 viene elevata a collegiata vista l’importanza assunta nella zona, al suo interno è conservato l’Angelo Custode del Bottani e altre opere. Uscendo dalla chiesa a destra si entra nel Chiostro dei Cappuccini dove è allestito il museo civico.

Chiesa di San Francesco

Genga e le Grotte di Frasassi

Coordinate GPS Grotte di Frasassi: 43.4027069, 12.975921200000016
Ufficio del Turismo: Via Corridoni

Il paese posto in cima ad un colle a circa 400 mt di altezza e  contornato da boschi è noto oltre che per il suo castello per aver dato i natali a papa Leone XII. Da Vedere:

Castello dei Pierosara:

La leggenda vuole che il nome del castello derivi da un triste evento verificatosi al suo interno. Si narra infatti che il Conte di Ravellone innamoratosi di una giovane fanciulla abitante nel feudo, ma promessa sposa al giovane Pietro, si introdusse nella notte per rapirla. Gli abitanti del luogo accortisi del fatto chiusero le porte del castello ed iniziarono una violenta battaglia contro il conte ed i suoi seguaci. Durante la battaglia il conte costretto ad arrendersi uccise la bella Sara, il suo promesso sposo Piero presente alla scena si avventò sul conte ma ferito mortalmente morì tra le braccia della sua amata da allora il castello si chiama Pierosara. Attualmente rimane la cinta muraria con le porte e la torre di difesa.

Eremo di Santa Maria:

Anticamente utilizzato come convento delle monache di clausura ora è parte dell’accesso alle grotte

Chiesa di San Vittore delle Chiuse:

Posta vicino al complesso termale di San Vittore delle Chiuse (Vai al sito delle terme) rappresenta uno dei meglio conservati monumenti romanici della zona. La chiesa che risale all’XI secolo è costruita in blocchi di travertino e altri materiali. L’interno con pianta a croce greca è a tre navate divise da pilastri cilindrici.

Grotte di Frasassi:

La scoperta delle grotte risale al 28 giugno del 1948 quando un gruppo di speleologi anconetani scoprì l’ingresso della Grotta del Fiume, negli anni furono scoperte altre grotte, cunicoli, sale e androni, le ustime scoperte risalgono al 2001 quando due speleologi scoprirono la Grotta chiamata New Mexico. Le grotte di Frasassi sono considerate uno dei complessi carsici più interessanti d’Italia e dal 1974 sono aperte al pubblico. Le grotte si visitano attraverso un percorso di circa 1,5 km comodamente percorribile su dei camminamenti, l’accesso è consentito anche ai disabili fino alla seconda sala; all’interno delle grotte vi è una temperatura di 14 gradi quindi è consigliato un abbigliamento adeguato. La visita comincia dall’Abisso Ancona per proseguire alla sala dei Duecento, delle Candeline, dell’Orsa e alla sala Dell’infinito ammirando il Laghetto cristallizzato, la Castata del Niagara, il castello delle Fatine ecc. Per le persone un pò più esperte è possibile percorrere due percorsi avventura quello Azzurro che dura un pò più di due ore e quello Rosso della durata di circa quattro ore ovviamente dopo essere stati affidti a piccoli gruppi ad una guida e adeguatamente equipaggiati.

All’esterno delle Grotte si può usufruire di un’ampia area di sosta per i Camper.

Orari: nel mese di agosto tutti i giorni con frequenza ogni 10 minuti – da marzo ad ottobre visite alle 10-11-12-14,30-16-17 e a luglio 18; da novembre a febbraio lunedì/venerdì 11,30 e 15,30 domenica e festivi 10-11-12-14,30-16-17
Ingresso: Intero 15,50€ bambini 12€ (da 6 a 14 anni); il biglietto comprende anche il parcheggio, la navetta e l’ingresso al museo speleo-paleontologico
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Il Castello, situato sulle colline del Cuneese, venne costruito come casa-forte intorno al 1300, ma, trasformato da Verano di Saluzzo, figlio di Tommaso III, in dimora signorile nel XV secolo. Dal 1984 è di proprietà del FAI che, dopo aver effettuato parecchi interventi conservativi, lo ha aperto al pubblico. Il salone baronale del castello custodisce una delle più importanti testimonianze della pittura del tardo gotico piemontese, si tratta di un ciclo di affreschi ordinati da Valerano in onore del padre raffiguranti “Prodi ed Eroine” appartenenti all'opera "Le Chavalier Errant" scritta da Tommaso III, oltre che la misteriosa rappresentazione della “Fontana della Giovinezza”. Molto significativa la sala delle Grottesche, con una volta interamente decorata da stucchi e dipinti. La chiesa parrocchiale che sorge a sud del castello conserva preziosi affreschi quattrocenteschi.

Orari: Marzo/Settembre Martedì/Domenica 10-18, Ottobre/Novembre 10-17, Dicembre/Febbraio chiuso
Ingresso: Intero 6€,  Ridotto 3€ (4-14 anni)
Ubicazione: Via de Rege Thesauro, 5 - Manta - Cuneo
Posizione GPS: 44.6169307, 7.48532160000002
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Castello della Manta

Marche - provincia di Ancona

Il borgo arroccato sul colle Sentino sorge intorno alla Rocca costruita tra il 1454 e il 1456 a difesa dei territori anconetani. La Rocca dispone di una forma quadrangolare ed è posta su di una rupe in tufo che ne aumenta la sua capacità difensiva. Nonostante la sua architettura in stile medioevale, dispone di strutture difensive all’avanguardia (rapportate all'epoca) infatti è in grado di resistere al lancio di macigni e alle nuove armi da fuoco (le bombarde). All’interno della Rocca è attualmente ospitata una mostra di armi antiche. Da vedere anche il museo di Scienze Naturali che ospita esemplari di flora e fauna della zona del Conero. Molto belle le feste medioevali che si svolgono in genere nel mese di Luglio annoverando sbandieratori, gruppi di tamburi, acrobati, giullari, mangiafuoco, giocolieri e personaggi in abiti d'epoca che sfilano per le vie del borgo. Nell'occasione vengono organizzati giochi ai quali può partecipare tutta la popolazione, spettacoli equestri e per i più piccini spettacoli di burattini.

Orari: Luglio/Agosto 10-12 e 16,30-19,30 – Giugno/Settembre 16,30-19,30 – Ottobre/Maggio gio,ven, sab 9-12 Festivi 10-12 e 16-19

Coordinate GPS: 43.5282858, 13.443522499999972
Ufficio del turismo: Piazza del Maniero, 17

Il Castello di Masino e le Meridiane
Sorto in cima a una collina per ragioni di difesa, il Castello di Masino domina la piana dell'Anfiteatro Morenico della Serra d'Ivrea con le sue torri circolari e l'ampio parco in stile romantico.

Sul finire del XVII secolo il Conte Carlo Francesco I decide di trasformarlo in luogo di villeggiatura impreziosendo le sale di affreschi, tendaggi e arredi che gareggiavano in sontuosità con le ricche residenze sabaude.

Masino diviene un luogo di piacere: vasi di agrumi, fontane, fiori, labirinti di siepi, arredi dorati, preziose stoffe si trovano nei giardini e all'interno della residenza.

Il Castello, dimora millenaria della nobile famiglia dei Conti Valperga, custodisce al suo interno un prezioso patrimonio di ricordi e collezioni unico nel suo genere; le fastose sale riccamente decorate testimoniano l'eleganza e il piacere riservato all'accoglienza di questa antichissima casata piemontese che vanta come capostipite Arduino, primo Re d'Italia nel 1002: memorie che il FAI - Fondo ambiente italiano prende in consegna acquisendo la proprietà nel 1988 dal Conte Luigi Valperga, ultimo erede della dinastia.

Masino-cortile internoIl castello è in buona parte aperto al pubblico e tra gli ambienti più significativi del percorso di visita vanno segnalati il grande torrione circolare, che ospita la sala da ballo, la Galleria dei poeti, affrescata per volere dell'abate Tommaso Valperga Caluso con i ritratti dei principali letterati antichi, la grande biblioteca costituita da più di dodicimila volumi, che testimoniano aspetti della vita delle famiglie comitali ma anche delle condizioni della comunità contadina di quest'area per un periodo compreso fra X e XX secolo, e la sala dei Gobelins, decorata nel Seicento con figure mitologiche.

All'interno dell'edificio è anche possibile ammirare la famosa cappella di San Carlo Borromeo in cui è il sacello contenente le ceneri di Arduino di Ivrea.

Il parco


Castello di MasinoAnche il parco come il castello subì nel corso dei secoli numerosi interventi; nel Settecento, infatti, i giardini erano concepiti secondo uno schema geometrico che univa il modello all'italiana e quello francese; successivamente fu allestita una nuova sistemazione detta all'inglese, che portò alla realizzazione della "strada dei 22 giri" che scende, in mezzo ai boschi, in direzione di Strambino.

Museo delle Carrozze e le Scuderie

Il Museo delle Carrozze e le Scuderie sono visitabili al pubblico nelle domeniche di apertura, per i gruppi, su appuntamento, dal martedì alla domenica.

Per ulteriori informazioni e per prenotazioni: 

Castello di Masino
Caravino (Torino)
Tel. 0125 778100
E-mail: faimasino@fondoambiente.it

Da marzo settembre orario continuato dalle ore 10 alle 18.

Ottobre e novembre: orario continuato dalle ore 10 alle 17. 

Aperto tutti i giorni tranne i lunedì non festivi.
Martedì aperto solo su prenotazione.

Ultimo ingresso: un'ora prima della chiusura.

Biglietti

Ingresso Parco e percorsi correlati:
Adulti: € 5
Ragazzi (4-14 anni): € 2
Famiglia (due adulti e bambini fino a 12 anni): € 10

Visita breve:
Intero: € 9,00 
Ridotto: € 4,00
Studenti universitari fino ai 26 anni: € 6,00
Iscritti FAI, residenti comune di Caravino e Soci National Trust: ingresso gratuito

Pacchetto famiglia: € 20,00

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Pubblicato in Castelli del Canavese

Se la Valle d’Aosta ci ha abituati a vedere i suoi castelli posti in cima a colli o rupi, Fenis rappresenta l’eccezione, infatti è posto su di un lieve promontorio in mezzo ad una piana, circondato da prati e boschi. Costruito intorno al 1242, la sua posizione richiese un’imponente struttura difensiva, che venne ampliata e fortificata nel corso dei secoli. Attualmente la struttura si presenta con una pianta a forma pentagonale circondato da una doppia cinta muraria ornata da merli, gli angoli hanno torrette circolari e torri quadrate. Le torri sono tra loro collegate da un camminamento di ronda ancora percorribile. Castello di FenisIl mastio è racchiuso all'interno delle mura. Il castello, che durante la sua esistenza non ha mai subito veri e propri attacchi o assedi, doveva rappresentare la potenza e la ricchezza della famiglia Challant del ramo Fenis. Nel 1716 la famiglia Challant cedette il castello al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo, da questo momento iniziò un lungo periodo di degrado. Il castello arrivò ad essere adibito a fattoria, le bellissime sale vennero utilizzate come stalle, fienili e alloggio dei fattori. Solo nel 1895, quando il castello versava ormai in un avanzato stato di degrado, venne acquistato da Alfredo d’Aldrade, storico e ricercatore, che restaurò le parti più danneggiate per poi farne dono allo Stato. Attualmente di proprietà della Regione Valle d’Aosta, dopo lunghi restauri, che lo hanno riportato agli antichi splendori, ospita il Museo del Mobile Valdostano.  Sulle facciate del cortile interno sono ancora visibili affreschi e decorazioni gotiche, mentre sui  balconi sono visibili affreschi del 1425-1430 opera Giacomo Jaquerio raffiguranti saggi e profeti che leggono motti e massime morali. Al piano terreno sono visitabili: la sala d’armi, il refettorio dei soldati e della servitù, la cucina e le dispense. Tramite uno scalone semicircolare, sopra il quale è dipinto San Giorgio che uccide il drago, si accede al piano superiore dove si trovano: la cappella, la camera domini, la cucina nobile, la sala da pranzo e la sala della giustizia tutte arredate con mobili originali dell’epoca.

Orari: Marzo/Settembre 9-19, Ottobre/Febbraio 10-12,30 e 13,30-17
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 3,5€
Posizione GPS: 45.73656, 7.48915599999998
Ubizazione: Frazione Chez Sapin, 11020 Fenis (AO)
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Il borgo, con circa 1000 anni di storia, è conosciuto soprattutto grazie al castello che domina dall'alto di una collinetta, tutto il paese ha una struttura a chiocciola che ruota attorno al maniero.

Castello

Costruito tra il 1340 e il 1357 su volere della nobile famiglia Falletti si distingue per le sue belle forme gotiche protese verso l’alto. Il maniero oltre a rappresentare la ricchezza e il prestigio dei suoi proprietari svolse per anni una funzione di controllo sulle attività produttive della zona. Nonostante durante la sua esistenza non abbia subito danni o rimaneggiamenti, nel 1950 è stato oggetto di interventi conservativi voluti dall'ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi.Serralunga d'Alba Nella sala centrale denominata “il salone dei Valvassori” si possono ammirare gli splendidi soffitti a cassettoni e i resti di alcuni affreschi. Considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliarre del trecento piemontese, rappresenta un unicum in Italia. Dal 1949 il castello è di proprietà dello Stato Italiano ed è tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte.

Orari: Consultare il sito del castello
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 2€  (2-14 anni)
Coordinate GPS: 44.6051767, 7.999360499999966
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A pochi chilometri dal borgo si incontrano i Tenimenti di Fontana Fredda con il casino di caccia della Bela Rusin, i locali ospitano il Ristorante da Guido, un raffinato hotel e la bottega del vino. Vai al Sito

Il castello venne edificato su di una collinetta intorno al 1830 su volere del conte Roberto Tapparelli d’Azeglio, il suo nome deriva da uno strumento usato per la caccia agli uccelli. La famiglia d’Azeglio ne fece una dimora particolarmente gradevole e rilassante al punto che la regina Margherita e altri personaggi, tra cui Silvio Pellico, lo usarono nel corso degli anni per i loro soggiorni. All’interno sono presenti dipinti a “tromp d’oeil” e affreschi con vedute paesaggistiche, mentre all'esterno del castello è posto un delizioso giardino con nicchie, fontane, laghetti, grotte e cascate alimentate da acque sorgive.

Orari: da aprile a ottobre sabato e festività infrasettimanali 14,30/19 domenica 10/19 ottobre 14,30/19 chiuso in inverno e Agosto
Ingresso: adulti 5 euro fino a 6 anni gratis ridotto 3
Ubicazione: Busca, Frazione San Quintino, 17 (CN)
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BaroloIl paese, ha dato il nome al celebre vino prodotto dai vitigni di nebbiolo che vengono coltivati solamente in 11 comuni di questo suggestivo territorio.

Da Vedere

Castello Faletti Barolo 

Si ritiene che la prima edificazione del castello di Barono avvenne nel X secolo quando  Berengario I acconsentì che il feudatario del luogo costruisse una struttura difensiva contro le invasioni degli Ungari e dei Saraceni. Di quella prima struttura rimane oggi solamente il mastio. Da alcuni documenti del 200 si ha testimonianza della cessione del castello da parte dei signori di Mercenasco al comune di Alba il quale lo cedette successivamente ai conti Faletti. Furono i faletti a farne una dimora permanente, dopo lunghi ed impegnativi restauri. Nel 1524 il castello venne parzialmente distrutto e saccheggiato dal governatore di Cherasco, furono giacomo e Manfredi a porre rimedio ai danni e ad apportare nuove migliorie. Il castello rimase praticamente immutato fino al 1864 quando morì la Marchesa Juliette Colbert, ultimma erede dei Faletti. Il castello passò all'Opera Pia Barolo che dopo pesanti modifiche ne fece un collegio. Nel 1970, grazie ad una pubblica sottoscrizione, il castello venne acquistato dal comune di Barolo. Dopo attenti restauri ora il castello ospita l'enoteca regionale del Barolo e il museo del vino. La visita al museo del vino è anche l’occasione per ammirare le bellissime sale del castello tra le quali “Il salone delle 4 Stagioni” la “Sala degli stemmi” e “La stanza della Marchesa”. 

BaroloWiMu

Il Wine Museum è considerato il più innovativo museo italiano del vino, grazie anche all'idea del suo creatore e curatore François Confino che ha immaginato un percorso che intreccia una dimensione scientifica ad una poetica con caratteristiche lontane dalla classica configurazione di un museo. Il WiMu permette al visitatore di ripercorrere la storia di questo antico nettare, le sue qualità e i suoi utilizzi attraverso un suggestivo percorso, che con l'ausilio di strumenti multimediali, video e scenografiche ambientazioni non manca di stupire i visitatori. Grazie alle splendide ambientazioni ed al modo in cui vengono trattati gli argomenti la visita al museo è molto adatta anche ai bambini.

Orari: tutti i giorni dalle 10,30 alle 19
Ingresso: Intero 7€,  Ridotto 3€ (da 6 a 14 anni)
Vai al Sito del museo 

BaroloMuseo dei Cavatappi

Questo particolare museo, che si trova di fronte al castello, espone oltre 500 esemplari di cavatappi provenienti da varie nazioni ed appartenenti a varie epoche.

Coordinate GPS: 44.6088032, 7.9403041000000485
Ufficio del turismo: Castello Comunale Faletti anche biglietteria del museo del vino

Castel RoncoloIl castello è posto su di uno sperone di roccia porfirica a picco sul torrente Talvera. Costruito nel 1237, appartenne per un lungo periodo ai fratelli Beraldo e Federico di Vanga, fino a quando venne attaccato ed espugnato dal Conte Mainardo II, che voleva il controllo del transito sulla strada che da Bolzano conduce verso nord. Successivamente venne acquistato dai fratelli Vintler, ricchi mercanti, che grazie alle loro fortune, e per non essere da meno dei nobili casati, arricchirono le sale interne e gli esterni con affreschi raffiguranti scene di vita quotidiana e allegorie. Tra i molti affreschi si possono ammirare scene di caccia, danze cortesi, il gioco della palla, scene di tornei con la lancia e con la mazza. I fratelli costruirono inoltre la casa d’estate, facendola completamente affrescare con scene dedicate a romanzi e poemi epici come la storia d'amore tra Tristano ed Isotta e il leggendario re Artù con i suoi cavalieri. Il castello passò successivamente di proprietà del Duca Sigismondo, per divenire in seguito proprietà dell’imperatore Massimiliano. Da questo momento per il castello comincia un lungo periodo di declino segnato da esplosioni, incendi e crolli. Nel 1893 l’imperatore Francesco Giuseppe cedette il castello alla città di Bolzano.Castel Roncolo Dopo lunghi lavori di restauro il castello venne aperto al pubblico nel 2000. Attualmente al suo interno si svolgono mostre ed eventi culturali. Per una visita vi consigliamo scarpe comode e con suola in gomma in quanto la salita al castello è piuttosto ripida e scivolosa.

Orari: tutti i giorni 10-18, chiuso il lunedì
Ingresso: Intero 8€, Ridotto 5,5€
Ubicazione: Via Sant'Antonio, 15 - Bolzano
Posizione GPS: 46.5012391, 11.344181299999946
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Il castello, in passato di proprietà dei conti Tapparelli d’Azeglio, è in realtà un complesso di costruzioni iniziate intorno all'anno 1100 per opera dei Marchesi di Busca. Nella prima metà del XIV secolo il primo nucleo dei Castelli venne ampliato  da Manfredo IV di Saluzzo. A partire dal 1300 divenne la dimora ufficiale della famiglia Tapparelli, nel XVI secolo su volere di Benedetto I, giudice di Saluzzo, i castelli subirono notevoli rinnovamenti architettonici. Nel 1890 alla morte di Emanuele d’Azeglio Tapparelli i castelli e le loro terre vennero messi a disposizione della comunità subendo un lento degrado. Nel 1998 ebbero inizio i lavori di riqualificazione dell'intera area che durarono fio al 2008.

Orari: tutte le domeniche da marzo a novembre dalle 9,30/12,30 e 14,30/18,30
Ingresso: adulti 5€ bambini 3€ (6-12 anni)
Ubicazione: Via Castelli, 4 - Lagnasco
Posizione GPS: 44.62601799999999, 7.556147399999986
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Castello di IntrodLe origini del castello risalgono molto probabilmente al XII secolo, ma le attuali fattezze si devono ad ampliamenti e modifiche apportate nel 1260 da Pierre Sarriod d’Introd e ad altre avvenute nel XV secolo. Il castello, che si presenta con forma quasi circolare con al centro una torre quadrata, durante il XVIII secolo subì due rovinosi incendi i cui danni vennero riparati solo nel ‘900 ad opera del cavalier Gonella. Di fronte al castello da notare il granaio, dove venivano stipati sementi e grano, una delle poche strutture del 400 completamente in legno pervenute fino a noi, le porte conservano serrature in ferro battuto di notevole pregio. Il Castello è stato la location del film Richard the Lionheart – Rebellion diretto da Stefano Milla. A poca distanza dal castello si trova il Parc Animalier d'Introd

Orari: Luglio/Settembre 13,30-17,30 Agosto fino alle 19
Ingresso: Intero 4€, Ridotto 2€
Ubicazione: Introd (AO)
Posizione GPS: 45.6920648, 7.184826599999951

Il castello, posto in una conca in mezzo ad un bellissimo meleto,  contrasta notevolmente con il dirimpettaio castello di Saint Pierre dalle romantiche fattezze. In origine era un semplice podere fortificato con la fattoria, la torre castellana e la cappella, solo in tempi successivi con la divisione della famiglia Sarriod in Introd e La Tour la dimora venne trasformata in un vero e proprio castello con funzioni di rappresentanza. Castello di Sarriod de la TourTra il XIV e il XV secolo al donjon vennero aggiunti diversi corpi di fabbrica mentre lungo le mura di cinta vennero costruite delle torri che diedero al castello l’attuale aspetto. Durante i lavori di ampliamento venne costruita una scala a chiocciola nella torre e inserite delle finestre a crociera tipiche del quattrocento valdostano,  la cappella venne abbellita con dipinti esterni. Di notevole pregio è il soffitto a cassettoni del “salone d’onore” o “sala delle Teste” ove sono scolpite 180 figure in atteggiamenti maliziosi. Il castello, che è stato fino al 1923 di proprietà della famiglia Sarriod de la Tour, è ora di proprietà della Regione.

Orari: Ottobre/Febbraio 10-12,30 e 13,30-17, Marzo/Settembre 10-12,30 e 13,30-17
Ingresso: Intero 3€, Ridotto 2€
Ubicazione: Rue du Petit Saint Bernard, 20-24, 11010 Saint-Pierre (AO)
Posizione GPS: 5.7057607, 7.2248667999999725

Posto in cima ad un picco roccioso, all'ingresso della Valle d’Ayas, è raggiungibile, grazie ad una mulattiera, con una passeggiata in salita di circa 10 minuti. Il castello, che rappresenta uno stupendo esempio di architettura difensiva, ha la forma di un poderoso cubo con 30 metri di lato che poggia direttamente sulla roccia. L’attuale aspetto è da attribuirsi ai lavori intrapresi da Ibleto di Challant nel 1390 e da Renato di Challant nel 1536. Questi ultimi servirono ad adeguare il castello alle nuove esigenze militari, grazie alla costruzione di una cinta muraria provvista di cannoniere, speroni a contrafforte e torrette difensive adatte all'uso di cannoni. Castello di VerresAll'ingresso venne realizzata un’antiporta con ponte levatoio e vennero aperte feritoie. A testimonianza dei lavori, sul portale di accesso venne posta una scritta gotica, tuttora leggibile. Superato il portale si incontra l’antico corpo di guardia, il portone di ingresso del castello immette in un androne difensivo dal quale, attraverso una porta, fortificata da una saracinesca, si accede al cortile quadrato. 
Attorno al cortile si ergono i tre piani del castello, al centro è posto un pozzo per la raccolta delle acque piovane, mentre intorno si sviluppa uno scalone in pietra poggiato su archi rampanti di notevole effetto, forse unico nel suo genere. Molto belle le eleganti bifore e trifore che si aprono sia sul cortile che sull'esterno del castello.

Orari: Ottobre/Marzo 10-12,30 e 13,30-17, Aprile/Settembre 9-19, chiuso il giovedì
Ingresso: Intero 3€, Ridotto 2€
Posizione GPS: 45.6701219, 7.69564390000005
Ubicazione: Localita' La Tour, 11029 Verrès AO
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Il castello, di origini piuttosto recenti, è stato edificato agli inizi del ‘900 su progetto dell’Ingegnere Carlo Saroldi per Charles Maurice Gamba. Il barone con l'edificazione di questa dimora voleva dare all'amata moglie Angélique Passerin d’Entrèves la possibilità di trascorrere lunghi periodi vicino alla sua famiglia, che risiedeva nel castello di Chatillon. Nonostante il suo aspetto austero, che riprende lo stile dei palazzi dell'inizio del '600, il castello venne dotato di ogni confort, venne addirittura istallata un'ascensore che portava dal primo al secondo piano. Castello GambaSfortunatamente i destini della coppia furono piuttosto sfortunati, dopo la morte dell'amata figlioletta Irene, all'età di soli 37 anni mori anche Angélique, mentre il marito morì improvvisamente nel 1928. In mancanza di eredi diretti il castello passò prima di proprietà della famiglia Passerin d'Entreves per poi essere venduto alla Regione. Tuttora di proprietà della Regione Valle d’Aosta, dopo lunghi ed attenti restauri, ora ospita una importante galleria di arte moderna con opere di artisti come Guttuso, Manzù, Casorati , Arnaldo, Giò Pomodoro ed una sezione dedicata ad artisti locali. Attualmente il percorso espositivo si snoda tra 13 sale disposte sui tre piani del castello, con una selezione di 150 opere esposte tra le 1200 di proprietà della fondazione. Il castello è circondato da un parco con una superficie di oltre 50.000 mq dove tra le varie specie trovano dimora una monumentale Sequoia Gigante della California, il Cipresso Calvo e lo Spino di Giuda. 

Orari: Ottobre/Marzo 9,30-13 e 14-17,30, Aprile/Settembre 10-18
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 3€
Posizione GPS: 45.7453296, 7.601307099999985
Ubicazione: Strada Italo Mus, 14, Châtillon (AO)
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Il borgo, prende il nome dallo statista piemontese Conte Camillo Benso di Cavour che soggiornò nell'omonimo castello per ben 17 anni. Il borgo di origini medioevali, sorge intorno al castello costruito verso l’XI secolo. Le forme attuali del castello si devono a restauri avvenuti nel XVI secolo quando l’allora proprietario Pietrino Belli si unì in matrimonio con Giulia Damiani di Asti. Nel 1880 il castello venne acquistato dalla famiglia Benso di Cavour, fu successivamente Adele di Cavour a donarlo al Comune. Attualmente ospita al suo interno: l’Enoteca Regionale Piemontese, il museo etnografico, i cimeli Cavouriani e il ristorante.Grinzane CavourDal 2012 ogni due anni il Castello ospita l'asta internazionale del tartufo bianco. L'asta che si tiene nella Sala delle Maschere avviene in collegamento diretto con altre due destinazioni mondiali che cambiano tutti gli anni, nelle precedenti edizioni le città in collegamento satellitare sono state Parigi, Hong Kong, Mosca, Las Vegas, Mosca, Tokio, New York, il ricavato dell'asta viene donato in beneficenza.

Orari: da aprile ad ottobre 9/19 – da novembre a marzo 9,30/18
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 3€ (6-12 anni)
Coordinate GPS: 44.65936749999999, 7.997437399999967
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Castel CoiraIl castello, posto sopra il paese di Sluderno, gode di una posizione panoramica sulla valle, e grazie alle sue forme, attrae l’attenzione del visitatore già da lunga distanza. Costruito dai Vescovi di Coira, dopo la metà del 1259, dalla fine del 1200 fino al  1500 appartenne alla famiglia Matsch, per passare successivamente di proprietà della famiglia Trapp, che diede al castello l’attuale aspetto rinascimentale. Della costruzione originaria rimangono solamente il Maschio e le mura di cinta che racchiudono il cortile interno, mentre il cortile esterno, i bastioni, le terrazze, i giardini e alcuni edifici abitativi, vennero costruiti agli inizi del sedicesimo secolo.Castel Coira Sempre del sedicesimo secolo sono i raffinati affreschi che ornano il loggiato interno, vanto del castello. All’interno è visitabile la stanza di Giacomo VII, dove è conservato un organo del 1559, la sala degli Antenati, l’armeria, dove è custodita una preziosa collezione di armature, tra le quali l’armatura appartenuta a Ulrico IX, alta circa 2 metri. L'armeria conserva la collezione d'armature più vasta d'Europa. All’interno del castello si trovano anche due cappelle “la Vecchia Cappella” e la cappella di “San Giacomo”.
Castel Coira è uno dei pochi castelli del Trentino ancora abitati, in estate e in autunno vi soggiornano infatti i conti Trapp, (in tali occasioni sventola la bandiera con lo stemma di famiglia), mentre durante tutto l'anno il castello è affidato al castellano ed alla sua famiglia.

Orari: da Marzo a Ottobre 10-12 e 14-16,30 - visite guidate ogni 15 minuti
Ingresso: Intero 10€, Famiglia 19€
Ubicazione: Via Castel Coira, 1 - Sluderno - Bolzano
Coordinate GPS: 46.6635442, 10.58858639999994
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Posto in posizione dominante, a picco sull'omonimo villaggio, il castello ha un aspetto fiabesco, che si discosta notevolmente dagli altri castelli della Valle d'Aosta, tale aspetto è dovuto a vari rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, tra i più evidenti l’aggiunta delle torrette sporgenti e del camminamento sorretto da archetti, che ne fanno quasi un set cinematografico. Il castello veniva nominato in documenti ufficiali già nel 1191 quando era formato da due corpi di fabbrica distinti La Casa-Torre e la Torre, successivamente unificati con l'aggiunta di edifici  militari e civili. Il maniero, passò di proprietà di varie famiglie tra le quali i Quart, i Sarriod, gli Challant, i Morgex e i Roncas che terminarono i lavori di ampliamento arredandolo con gusto e magnificenza al punto da essere definito “una casa di delizie”. Purtroppo i successivi proprietari lo lasciarono decadere fino a perdere gran parte degli arredi e del patrimonio artistico, fu il barone Bollati a ridare nuovo lustro al castello grazie a imponenti opere di restauro. Attualmente di proprietà del comune, ospita il Museo di scienze naturali; all’interno è visibile la sala del trono con arredi e ornamenti d’epoca.

Orari: Attualmente chiuso per restauri
Posizione GPS: 45.7101357, 7.23197730000004
Ubicazione: Sant-Pierre (AO)


Castel PresuleGrazioso paesino posto ai piedi del omonimo monte, ottimo punto di partenza per escursione sulle vette dolomitiche oppure per passeggiate tra le fitte pinete che lo circondano. Il borgo, di origini molto antiche, fu al centro di un territorio ricco di forze magiche, sabba e stregonerie, numerose sono infatti le leggende ambientate in questi luoghi e nel suo castello, al centro di processi per stregoneria. Merita una visita la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, la quale, tra dipinti di notevole interesse artistico, conserva un crocifisso ligneo del 1200.La maggior attrattiva di Fiè è costituita dal:

Castel PresuleCastello di Presule

Il castello, edificato molto probabilmente nel 1200 dai signori di Fiè, amministratori del vescovo di Bressanone, si trova su di una collina a 880 metri di altitudine. Il proprietario più illustre fu Leonardo di Volos, uomo d’armi di grande valore, che si distinse durante la guerra d’Engadina. Uomo molto ambizioso e amico dell’imperatore Maximillian, Leonardo trasformò il castello in  una residenza signorile in stile rinascimentale, senza nulla togliere però alle funzioni militari del posto. Nel castello su volere di Leonardo vennero organizzati  per un lungo periodo balli e banchetti a beneficio della nobiltà locale. Intorno al 1500 fu però teatro di eventi meno lieti, venne infatti utilizzato come sede di svariati processi contro presunte streghe, la maggior parte dei quali si conclusero con condanne al rogo. Di notevole pregio gli affreschi che ornano il castello sia nelle parti interne che esterne, deliziosa la loggia con archi a sesto acuto e dipinti raffiguranti stemmi e cavalieri, nella cappella in stile tardo-gotico da notare tra i vari dipinti l’Incoronazione di Maria. Molto belle sono la sala dei Cavalieri, la sala delle armi e la splendida terrazza panoramica dalla quale si gode una splendida vista sull'altopiano del Renon e dello Sciliar. Nel 1981, dopo la morte dell'ultimo proprietario Alois Mathà, avvenuta nel 1978, venne fondato il "Kuratorium Schloss Prosels S.r.L" il cui scopo è quello di mantenere e preservare il castello. Dopo lunghi lavori di restauro per il castello iniziò una nuova vita, venne infatti aperto al pubblico, in estate vi vengono organizzati eventi e manifestazioni culturali mentre al sabato è possibile affittarlo per feste private. Fuori dal castello si trova una bella area picnic e comodi parcheggi.

Orari: da Novembre a Maggio visite  solo su prenotazione,  maggio e ottobre visite alle 11-14-15, giugno e settembre 11-14-15-16, luglio e agosto 11-14-15-16-17
Ingresso: Intero 8€, Ridotto 4€ (6-14 anni). Gratis con la Bolzano card
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Laghetto di Fiè

Se volete godere di qualche momento di tranquillità tra il silenzio delle montagne e il verde dei boschi vi consigliamo di raggiungere il vicino lago di Fiè. Il lago è uno degli 8 balneabili del trentino, le sue acque raggiungono una temperatura massima di 23 gradi. Il lago è raggiungibile dal paese di Fiè con una passeggiata in salita di circa 30 minuti seguendo il sentiero n^ 1. E' altrimenti possibile raggiungere il lago tramite comodi bus che partono dal paese oppure tramite una strada asfaltata che parte dal vicino borgo di Sant'Antonio.  Un cartello posto all'imboccatura della strada segnala se il parcheggio del lago è libero oppure completo, qualora fosse completo vi sconsigliamo di proseguire in quanto l'intero tratto di strada è a rimozione forzata.

Sermoneta

Lazio - provincia di Latina

Le origini della città sono tutt'oggi ignote e poca è la documentazione storica a cui affidarsi. La città, che sorge su di un colle a circa 250 metri di altitudine, oltre ad essere stata nominata destinazione Europea d’eccellenza, nel 2013 si è meritata il titolo di  “Gioiello d’Italia”. Passeggiando per il le vie medioevali del borgo si incontrano negozi di souvenirs, ristoranti e bar, mentre nella parte più esterna si aprono begli scorci sulla pianura circostante.

Coordinate GPS: 41.54997059999999, 12.983686799999987
Ufficio del Turismo: Corso Garibaldi 1

Da vedere:

La Cattedrale:

dedicata a Maria Assunta, venne probabilmente edificata nel XII secolo sui resti di un antico tempio dedicato a Cibele, grazie all'aiuto dei monaci cistercensi della vicina abbazia di Fossanova;  nel corso della sua storia la chiesa ha subito notevoli rimaneggiamenti, fino ad assumere le attuali forme gotico-romane. L’interno a tre navate divise da colonne, dispone di un abside di forma quadrata e conserva un’affresco del “Giudizio Universale”, un dipinto di Benozzo Gazzoli raffigurante la “Madonna con gli angeli” e  dipinti con episodi della vita di Maria

sermoneta

Castello Caetani

Attualmente di proprietà della fondazione Roffredo Caetani, il castello venne costruito dalla famiglia Annibaldi, della struttura originaria rimangono solamente la torre Maschio alta 42 metri, il Maschietto e la sala dei Baroni. Il castello venne acquistato intorno al 1300 dalla famiglia Caetani, che compì importanti lavori di ristrutturazione, stravolgendo la struttura originaria. Durante la seconda guerra mondiale venne parzialmente distrutto dai bombardamenti e restaurato dopo la fine del conflitto. Attualmente si accede al castello tramite un ponte levatoio che immette nella Piazza delle Armi, superato il maschio si visitano le prigioni e la casa del Cardinale, dove sono ancora visibili affreschi dell’XI secolo.

Orari: da novembre a marzo 10-12 e 14-16, da aprile a ottobre 10-12 e 15-18 (settembre 15-17)
Ingresso: adulti 7€, fino a 11 anni gratis
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Le mura di cinta:

tipica dell’epoca medioevale la prima cinta venne eretta intorno al XIII secolo dalla famiglia Annibaldi, successivamente, intorno alla metà del 1400, venne estesa e fortificata dalla famiglia Caetani. Nel 1550 l’architetto militare Castriotto la dotò della “Tenaglia” per permettere alle mura di reggere agli assalti delle nuove armi.

Il Belvedere:

dal quale si può ammirare il panorama della pianura sottostante, a fianco la chiesa di San Michele Arcangelo.


Castel del MontePosto nel comune di Andria a pochi chilometri da Ruvo il castello è uno dei massimi esempi di arte e di ingegno del periodo federiciano. Considerato un capolavoro di architettura medioevale per la perfezione delle sue forme ma anche per la perfetta fusione di vari elementi culturali, il castello è stato inserito nel 1996 tra il patrimonio dell’UNESCO. Costruito su volere di Federico II nel 1240 su di un’altura dal quale domina le murge il castello si contraddistingue per la costante del numero otto simbolo dell’unione tra Dio e l’Uomo ottagonale è la forma del castello, otto sono le torri di forma ottagonale che lo circondano, ottagonale il cortile interno sul quale si aprono otto stanze per piano, e ottagonale era la vasca di marmo bianco posta al centro del cortile che secondo la leggenda rappresentava il Sacro Graal. Le stanze anticamente erano affrescate e ornate di marmi dei quali non rimane quasi nulla in quanto asportati intorno al ‘600. Non è tuttora chiaro l’utilizzo che Federico II volle fare del castello sicuramente visti i criteri con i quali è stato edificato non doveva avere scopi difensivi quindi maniero di caccia?Castel del Montedimora per esaltare il suo potere politico? oppure tempio dedicato al sapere vista l’enorme quantità di simboli esoterici di cui è intriso il castello? Si sa per certo che per un lungo periodo venne utilizzato a carcere e successivamente come ricovero di pastori, briganti e profughi politici.

Orari: Aprile/Settembre 10,15-19,45 Ottobre/Marzo 9-18,30
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 2,50€
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Il castello è posto su di un terrazzamento che poggia su dei sostegni ad arco, visibili in lontananza.In seguito ai numerosi rimaneggiamenti subiti durante la sua storia non ha più l’aspetto del tipico castello medioevale, ma assomiglia quasi ad una villa signorile. La primaria costruzione venne iniziata nel 1242 ad opera di Giacomo di Quart. Castello di SarreDopo vari passaggi la dimora divenne di proprietà di Francesco Ferrod il quale nel 1710 iniziò imponenti lavori di modifica, della costruzione originale rimasero solo le fondamenta e l’attuale torre. Successivamente il castello subì vari passaggi di proprietà fino ad essere acquistato, nel 1869, da Vittorio Emanuele II di Savoia. Il Re trasformò il castello nella sua residenza di caccia facendo costruire delle scuderie, trasformando la torre in un osservatorio e riempiendo pian piano le sale di trofei. Maria Josè e il marito Umberto I utilizzarono il castello per i loro soggiorni in Valle d’Aosta apportandovi ammodernamenti e abbellimenti. Nel 1989 la residenza venne acquistata dalla Regione che dopo alcuni interventi la aprì al pubblico. Attualmente le stanze al primo piano ospitano il museo del castello, mentre al piano nobile sono visitabili alcune stanze abitate un tempo dai reali come la galleria, la sala dei trofei, la sala del gioco.

Orari: Ottobre/Febbraio 10-12,30 e 13,30-17,30, Marzo/Settembre 9-19
Ingresso: Intero 5€, Ridotto 3,5€
Posizione GPS: 45.7128, 7.252610000000004
Ubicazione: Loc. Lalex, 11010 Sarre AO
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Costruita verso la fine del 1200 su volere del re Manfredi di Svevia, dal quale prende il nome, la città venne edificata per ospitare i sopravvissuti della vicina Siponto rasa al suolo da un terremoto e successivo maremoto nel 1255. Manfredonia ebbe un notevole sviluppo fino al ‘400, quando a causa della sua posizione isolata rispetto all’ entroterra, vide bloccarsi l’afflusso di popolazione, la bonifica delle paludi circostanti e la costruzione della ferrovia diedero però nuovo impulso allo sviluppo della città.

Coordinate GPS: 41.6307347, 15.916510499999958
Ufficio del Turismo: Piazza del Popolo, 10

Da vedere:

Il Castello:

la costruzione del castello iniziò nel 1256, assieme al resto della città, su volere di re Manfredi il quale cadendo ucciso durante la battaglia di Benevento nel 1266 non riuscì a portare a termine l’opera. Fu Carlo I d’Angiò successore di Manfredi a terminare sia il castello che la costruzione della città. Durante la sua esistenza il castello è stato oggetto di numerosi ampliamenti e opere di fortificazione come la costruzione dei quattro torrioni cilindrici. Durante il periodo Borbonico fu utilizzato come caserma militare e come carcere mentre attualmente ospita il Museo Archeologico del Gargano che racchiude parecchi reperti di varie epoche tra i quali le Stele Daunie (lastre funebri scolpite).

Orari: 8,30-13,30 e 15,30-19,30 – Chiuso il lunedì
Ingresso: Intero 4€

La cattedrale:

Riedificata nel 1680 sui resti della precedente, distrutta dall’ esercito ottomano, la basilica è un bell’ esempio di architettura barocca locale. Dedicata a Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto durante la fine del V secolo, la basilica conserva al suo interno numerose opere di notevole valore come la statua della Madonna di Siponto.

Il "castello dalle rosse torri", costruito nel 1358 da Amedeo VI di Savoia detto il Conte Verde, fu sede di avvenimenti politici e di sontuose feste medioevali, mantenendo sino ai nostri giorni il caratteristico aspetto di fortezza difensiva.

L'edificio venne inserito accanto alla Cattedrale nella parte alta della città, luogo di comando sin dall'alto Medioevo con il complesso capitolare vescovile e il Municipio.

E' una costruzione a base quadrangolare, con le quattro torri cilindriche sorgenti direttamente dal terreno; si sviluppa su tre maniche, alte quattro piani, che si affacciano sul grande cortile interno; lungo il perimetro delle mura corre il camminamento di ronda.

Il castello eporediese fu costruito soprattutto con funzione difensive, ma molto spesso fu teatro di feste,balli e tornei ospitando addirittura i Savoia. Nel dicembre 1522 fu luogo dei festeggiamenti in occasione del battesimo di Adriano, figlio del duca Carlo II e di Beatrice del Portogallo (futura madre di Emanuele Filiberto). Si svolsero grandi festeggiamenti anche il 13 giugno 1648, quando Cristina, Madama Reale, fece proclamare Duca Regnante il figlio quattordicenne Carlo Emanuele II.

Nel XVII secolo il castello fu quasi esclusivamente fortezza militare. Nel 1676 un fulmine caduto sulla torre nord-ovest, la torre mastra adibita a polveriera, provocò un'esplosione che causò molti morti, la distruzione di case e danni irreparabili alla torre stessa, che da allora è mozza.

Dal 1700 l'edificio venne adibito a carcere, mantenendo tale funzione fino al 1970. In questo lungo periodo subì diverse modificazioni. Nel 1970, con la chiusura del carcere il castello rimase inutilizzato per nove anni al termine dei quali si avviarono i primi lavori di recupero: furono demoliti i corpi di fabbrica aggiunti nel cortile, vennero revisionate tutte le coperture e restaurati le torri e i merli. Il castello eporediese, proprietà dello Stato e in concessione al Comune dal 1994, offre oggi una suggestiva atmosfera che, da un lato riporta al tempo del Conte Verde e del Conte Rosso, dall'altra per le celle buie e scomode e fa pensare alla dura vita dei prigionieri di un tempo.

Pubblicato in Ivrea, l'antica Eporedia

Il castello venne edificato nel 1163 sulla cima del colle dal quale domina sulla valle delle Giudicarie. Fu per un lungo periodo il simbolo del potere dei Principi-Vescovi di Trento che qui vi stabilirono la loro residenza estiva e la sede del Capitano. Grazie a Bernardo di Cles, uomo di grande cultura e raffinato gusto, il castello subì numerosi ampliamenti e opere di abbellimento anche se l’aspetto esterno è quello di una severa fortezza gli interni sono ingentiliti da affreschi e eleganti arredi. Di proprietà della provincia dal 1973, le stanze affrescate e magnificamente arredate del castello ospitano una collezione di armi bianche e da fuoco, utensili di uso quotidiano in rame, ferro e legno. Di notevole prego la cappella di San Martino dove sono ancora visibili un ciclo di affreschi del ‘200

Orari: Novembre/Marzo sabato e domenica 9,30-17, Marzo/Ottobre 10-18
Prezzi: Intero 5€, Ridotto 3€
Ubicazione. Via Giudicaria - Stenico - Trento
Posizione GPS: 46.055953, 10.884061999999972
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Puglia - provincia di Foggia

La città è posta su di un’altura dalla quale domina la sottostante piana di Foggia. Grazie alla sua posizione la città ebbe fin dall'antichità una notevole importanza strategica tanto che già nel 312 a.C. fu una colonia Romana tenuta in grande considerazione sia dai Consoli che dal Senato Romano. Con la caduta dell’impero romano la città passò sotto il dominio dei Longobardi e dei Bizantini per essere successivamente annessa ai domini di Federico II. Sotto il domini degli Angioini la città continuò ad accrescere la sua importanza sui territori circostanti. Grazie alla sua storia millenaria e ai monumenti appartenenti a varie epoche storiche la Lucera si è meritata l’appellativo di “Città d’Arte” meritando sicuramente un sosta di almeno un giorno.

Coordinate GPS: 41.5054806, 15.338528200000042
Ufficio del Turismo: Via Cairoli, 9

Da vedere:

La Fortezza Angioina:

Costruita su volere di Federico II di Svevia nel luogo in cui anticamente sorgeva un’acropoli romana della quale sono stati utilizzati i resti la fortezza domina dall'alto di un’altura la piana del Tavoliere.  Le imponenti mura che si sviluppano su di una superficie di 900 metri vennero fatte costruire da Carlo I d’Angiò nel ventennio tra il 1263 e il 1283 e dispongono di ben 13 torri, 2 bastioni, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche. Sfortunatamente il castello venne in parte distrutto nel ‘400 da un terremoto e i suoi resti vennero utilizzati per la costruzione del tribunale. Attualmente sono visibili le mura e alcune torri l’ingresso al castello è consentito da un ponte che attraversa un largo fossato.

Orari: Martedì/Domenica 9,30-13,30 e 15,15-18,45 – chiuso il lunedì
Ingresso: Intero 3€, Ridotto 1€ (da 10 a 18 anni)

Il Duomo

Dedicato a Santa Maria Assunta il duomo venne eretto su volere di Carlo II d’Angiò nel XIV secolo sui resti del precedente duomo distrutto dai Saraceni durante il periodo di loro dominazione. Sulla facciata in mattoni del Duomo si aprono tre portali sormontati da un bel rosone. La basilica dichiarata nel 1874 “Monumento Nazionale” conserva al suo interno un crocifisso ligneo del 300, un dipinto di santa Maria.

L’Anfiteatro:

Situato nella periferia est della città l’anfiteatro venne costruito in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto tra il 27 a.C. e il 14 d.C. e poteva ospitare tra i 16.000 e i 18.000 spettatori. Nell’anfiteatro, che venne eretto all’interno di una depressione naturale, si poteva assistere a spettacoli ginnici, lotte tra gladiatori e belve ma anche a battaglie navali.

Orari: Martedì/Domenica 9,30-13,30 e 15,15-18,45 – chiuso il lunedì
Ingresso: Intero 3€, Ridotto 1€ (da 10 a 18 anni)

Santuario di San Francesco d’Assisi:

Costruito su volere di Carlo II d’Angiò in onore di San Francesco d’Assisi tra il 1300 e il 1304, la chiesa è stata più volte restaurata in seguito ai danni provocati da terremoti. All’interno della basilica sono conservate le spoglie di San Francesco Antonio Fasani oltre che una statua di San Francesco del 1713 e una dell’Immacolata del 1718.

Teatro Garibaldi:

più volte restaurato, il teatro che si trova all’interno del cortile dell’edificio del Comune , venne edificato nel 1837. Inizialmente il teatro venne intitolato a Isabella di Borbone e solo successivamente rinominato in onore di Garibaldi. L’interno, di dimensioni piuttosto ridotte, è stato finemente decorato da diversi artisti oggi è considerato un vero gioiello.

 

In breve con l’autobus dal porto si arriva nel borgo medievale di Giglio Castello. Arroccato sulla sommità dell'isola il comune di Giglio Castello è cinto da imponenti mura intervallate da tre torri a pianta circolare e sette a base rettangolare. Eretto dai Pisani nel XII sec., con funzioni difensive visti i continui pericoli provenienti dal mare,  venne più volte ampliato e restaurato dai Granduchi di Toscana. Le strette vie sormontate da archi, le scale esterne per accedere alle abitazioni, l’imponente Rocca Aldobrandesca del XII sec. (oggi chiusa per restauri e visibile solo dall'esterno) donano all’abitato un fascino del tutto particolare, al punto da essere stato inserito tra i borghi più belli d'Italia. Le case sono protette da una possente cinta muraria con tre porte d’ingresso. Costeggiando le mura si arriva alla deliziosa Piazza dei Lombi e, proseguendo si giunge alla Casamatta, in passato importante postazione difensiva. PAl centro del Borgo è situata la quattrocentesca Chiesa di San Pietro Apostolo, anche se il suo attuale aspetto è dovuto a rifacimenti avvenuti intorno al '700. Non perdete una visita alle numerose cantine in cui viene prodotto e conservato il tipico vino Ansonaco, dal caratteristico color ambrato e dal carattere robusto.

La città ha sicuramente origini molto antiche nella zona sono infatti stati rinvenuti reperti  derivanti dall’età del bronzo;  si ritiene che il primo nucleo abitato, di origini etrusche, si stato edificato da fuggitivi della città di Tiro. Del periodo romano si hanno poche notizie anche se sono stati ritrovati parecchi reperti. Grande influenza ebbe sulla città la famiglia Farnese tanto che intorno al 1500 fecero costruire i Famoso Palazzo. Oggi la città è nota anche per la produzione “dell’Aleatico di Gradoli” vino DOC di colore rosso.

Coordinate GPS: 42.6452219, 11.857296799999972

Da vedere:

Palazzo Farnese:

Imponente Palazzo-Fortezza costruito da Antonio Sangallo il Giovane sulle rovine di un preesistente palazzo. Il palazzo venne edificato su volere di Alessandro Farnese che lo utilizzò assieme ad altri membri della famiglia come residenza estiva. Nel 1649 il Palazzo passò di proprietà della Santa Sede che lo tenne fino al 1911 quando venne acquistato dal Comune. Attualmente i bei saloni affrescati ospitano il museo del costume farnesiano

Orari: aperto Venerdì, Sabato 10-13 e 16-19, Martedì e Domenica 10-13
Ingresso: intero 2,5€ - bambini 1,5€ (da 6 a 14 anni)

Collegiata di Santa Maria Maddalena:

La chiesa edificata intorno al 1300 ma parzialmente distrutta da un incendio e riedificata alla fine del 600 dispone di una bella facciata in stile barocco con annesso un campanile del 700. L’interno a tre navate divise da sei colonne conserva nell’altare maggiore un affresco del 500. Dalla sacrestia si accede al museo di arte sacra.

Il Centro Storico:

Si accede al centro storico attraverso l’arco dei Ciuchini, all’interno del borgo si possono ammirare antichi palazzi signorili tra i quali Palazzo Galeotti, il palazzo di Orazio Romano (contabile della famiglia Farnese); in Piazza Palombini da notare l’antico pozzo.

Le forme cinquecentesche del castello si rispecchiano nelle limpide acque del lago nel quale si protende il lembo di terra su cui venne edificato. Per secoli fu al centro di storie e leggende, si dice infatti che nell'antichità fosse abitato dalle fate, mentre in epoche più recenti è stato legato a leggende truci come quella di Claudia amante del principe vescovo Carlo Emanuele Mandruzzo, dal quale ebbe diversi figli, che morì affogata assieme al fratello nelle acque del lago in seguito al capovolgimento della sua barca. Si narra che nelle notti limpide i loro spiriti aleggino ancora sulle acque del lago. Grazie alla sua posizione strategica, il castello, venne utilizzato per lunghi decenni come fortezza militare sulla quale i vari signorotti della zona si contesero il dominio. Attualmente è sede di un ristorante quindi internamente non è visitabile, nel suo parco si possono però contare undici esemplari secolari di cipresso calvo delle paludi.

Ubicazione: Via Caffaro, 1 - Sarche - Trento

Posto su di un’altura dalla quale domina tutta la valle di Non il castello è uno dei massimi esempi di architettura civile-militare meglio conservati di tutto il Trentino. Costruito intorno al 1200 dalla famiglia Thun rappresenta degnamente il potere che la potente famiglia esercitò per secoli su tutta la valle. L’accesso al castello, circondato da splendidi giardini, avviene tramite un ponte levatoio, dopo che si è superata la Porta Spagnola. Il Ponte levatoio immette in un cortile interno tramite il quale si accede al Castello che conserva splendide stanze arredate con mobili originali dell’epoca tra queste la Stanza del Vescovo. All’esterno un imponente sistema di fortificazioni lo proteggeva da attacchi nemici.

Orari: dal 14 Maggio al 3 Novembre 10-18 altro periodo solo Sabato e Domenica 9,30-17
Ingresso: Intero 6€, Ragazzi da 15 a 26 anni 3€, è possibile acquistare un biglietto cumulativo con Castello del Buonconsiglio, Castel Beseno e Castel Stenico  a12€
Ubicazione: Via Castel Thun - Vigo di Ton - Trento
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Pubblicato in Week end a Trento

Castel PresuleIl castello, edificato molto probabilmente nel 1200 dai signori di Fiè, amministratori del vescovo di Bressanone, si trova su di una collina a 880 metri di altitudine. Il proprietario più illustre fu Leonardo di Volos, uomo d’armi di grande valore, che si distinse durante la guerra d’Engadina. Uomo molto ambizioso e amico dell’imperatore Maximillian, Leonardo trasformò il castello in  una residenza signorile in stile rinascimentale, senza nulla togliere però alle funzioni militari del posto. Nel castello su volere di Leonardo vennero organizzati  per un lungo periodo balli e banchetti a beneficio della nobiltà locale. Intorno al 1500 fu però teatro di eventi meno lieti, venne infatti utilizzato come sede di svariati processi contro presunte streghe, la maggior parte dei quali si conclusero con condanne al rogo. Di notevole pregio gli affreschi che ornano il castello sia nelle parti interne che esterne, deliziosa la loggia con archi a sesto acuto e dipinti raffiguranti stemmi e cavalieri, nella cappella in stile tardo-gotico da notare tra i vari dipinti l’Incoronazione di Maria. Molto belle sono la sala dei Cavalieri, la sala delle armi e la splendida terrazza panoramica dalla quale si gode una splendida vista sull'altopiano del Renon e dello Scillar. Castel PresuleNel 1981, dopo la morte dell'ultimo proprietario Alois Mathà, avvenuta nel 1978, venne fondato il "Kuratorium Schloss Prosels S.r.L" il cui scopo è quello di mantenere e preservare il castello. Dopo lunghi lavori di restauro per il castello iniziò una nuova vita, venne infatti aperto al pubblico, in estate vi vengono organizzati eventi e manifestazioni culturali mentre al sabato è possibile affittarlo per feste private. Fuori dal castello si trova una bella area picnic e comodi parcheggi.

Orari: da Novembre a Maggio visite  solo su prenotazione,  maggio e ottobre visite alle 11-14-15, giugno e settembre 11-14-15-16, luglio e agosto 11-14-15-16-17
Ingresso: Intero 8€, Ridotto 4€ (6-14 anni). Gratis con la Bolzano card
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Il primo edificio che incontriamo ed unico accesso alla cittadina, è la Rocca Scaligera, fatta costruire da Mastino I della Scala nel 1277, probabilmente sui resti di una fortificazione di origine romana. Il castello rappresenta tutt'oggi uno fra i più completi e meglio conservati castelli d'Italia, la sua posizione lo rende anche uno dei pochi esempi di castelli lacustri della penisola. L'unico accesso al castello, e quindi al borgo, è costituito dal ponte levatoio, in quanto il castello su tre lati è bagnato dal lago, l'altra parte è circondata da un fossato. Di particolare interesse è la darsena, costruita durante la dominazione veneziana, che fungeva da rifugio per la flotta scaligera.

SirmioneLa rocca fu usata per fini militari e controllo portuale dalla sua edificazione fino all'epoca di Napoleone. Pregevole macchina da difesa dispone di due ponti levatoi, merlature ghibelline e torri di avvistamento, la sua struttura è simile ad altre fortificazioni di epoca scaligera del territorio veronese. L'ingresso avviene attraverso un corridoio coperto, che immette al mastio.

Come tutti i castelli anche quello di Sirmione ha la sua leggenda, si narra infatti che molti secoli fa nel castello vivessero due giovani innamorati Ebengarbo ed Arice. Durante una notte tempestosa giunse al castello un cavaliere di nome Elalberto. Elalberto, colpito dalla bellezza di Arice, durante la notte si recò nella sua camera, ma la fanciulla iniziò a urlare con quanto fiato aveva in corpo. Il cavaliere così la pugnalò. Ebengardo, spaventato dalle grida, raggiunse la camera della sua amata e, vedendola senza vita, pugnalò a sua volta il cavaliere. Secondo la leggenda nelle notte tempestose e ancora possibile udire le urla dei giovani innamorati.

All'interno del castello è stato allestito un museo lapidario di epoca romana e medioevale, mentre pannelli illustrativi con la pianta del maniero guidano il visitatore lungo le mura ed il mastio dando informazioni sulla sua struttura e sulle sue funzioni.

Ingresso: Intero 4€, Ridotto 2€
Orari: aperto da martedi a sabato dalle h. 8,30 alle h. 19,30 (ultimo ingresso h. 19,00) - domenica dalle h. 8,30 alle h. 14,00 (ultimo ingresso h. 13,30)
 
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Posto ai piedi del Colle Ranzola, in località Belvedere proprio per la splendida vista che vi si gode, il castello venne edificato tra il 1899 e il 1904 su volere della regina Margherita di Savoia. La sovrana, amante della montagna, si recava spesso in villeggiatura a Gressoney ospite del barone Beck Peccoz, di qui nacque il desiderio di costruire una residenza per le sue frequenti villeggiature. Il marito re Umberto I morì assassinato un anno dopo la posa della prima pietra quindi non riuscì a vedere la villa ultimata. Progettato dall'architetto Emilio Stramucci, l'edificio si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato dalla presenza di cinque guglie una differente dall'altra. Lo stille medioevale del castello è evidente non solo nelle sue facciate esterne, rivestite di pietra grigia proveniente dalle cave di Chiappey, ma anche negli arredi interni, nei soffitti a cassettoni e nelle boiseries. Di particolare pregio i pavimenti in legno, il grande scalone e le tappezzerie in lino e seta tutti originali. Al pianterreno sono visitabili la sala da pranzo, la sala da gioco e la grande veranda con una splendida veduta sulla valle. Attraverso il maestoso scalone si raggiunge il piano nobile ove si trovano gli appartamenti reali di Margherita, Umberto I e la stanza del principe ereditario Umberto II. Al secondo piano, non visitabile, vi erano le stanze dei gentiluomini di corte. Su volere della Regina, che non gradiva gli odori dei cibi in fase di preparazione, le cucine si trovano in un locale attiguo al castello e, ad esso collegato tramite un binario sotterraneo per il trasporto dei piatti pronti.

Degno di nota è il giardino botanico posto intono alla residenza creato nel 1990. Nel giardino si trovano moltissime specie botaniche tipiche del paesaggio alpino.

Circondata da un suggestivo borgo medioevale la Venaria Reale assieme alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, al Castello di Rivoli e di Moncalieri fa parte di una serie di residenze fatte costruire dai membri della famiglia Savoia per essere utilizzate come luogo di svago e di piacere. Tra queste la Venaria Reale è sicuramente la più sontuosa e meritevole di una visita. Il nome Venaria Reale venne attribuito alla residenza dal duca Carlo Emanuele II in quanto convinto che l'area in cui sorgeva fosse idonea alla pratica della caccia secondo "lo stile dei re". La residenza sorge infatti in mezzo ad una piana circondata da fitti boschi e zone umide, habitat ideali per lepri, fagiani ma soprattutto per i cervi reali, che i Savoia tanto amavano esibire come trofei di caccia. 

Utilizzata per fastosi ricevimenti, scenografici balli e grandiose battute di caccia la Reggia di Venaria, conosciuta anche con l'appellativo di Versailles Sabauda, nacque da un desiderio di Carlo Emanuele II di Savoia che ne affidò la progettazione all'architetto Amedeo di Castellamonte. Dall'originario progetto la Venaria Reale subì varie trasformazioni, le più radicali ad opera di Benedetto Alfieri. Sfortunatamente dopo decenni di fasti la Reggia venne occupata dalle truppe Napoleoniche che trasformarono e degradarono la residenza. Degrado che continuò anche nei periodi successivi in quanto l'intero complesso venne destinato a caserma militare. La svolta avvenne nel 1978 con la cessione dello stabile alla  Soprintendenza per i lavori di restauro, restauri che cominciarono nel 1988 con un investimento di 280 milioni di euro in parte finanziati dalla Comunità Europea ed in Parte dallo Stato Italiano. L'imponente restauro, considerato un modello a livello europeo per il recupero non solamente di un complesso architettonico ma di un intero territorio coinvolse un'area di 250.000 metri quadrati di fabbricati e di 800.000 metri quadrati di aree incolte ritrasformate in giardini. L'inaugurazione del complesso completamente rinnovato avvenne nel 2007, da allora la reggia ha attratto un numero sempre maggiore di visitatori grazie alla bellezza dei suoi spazi, dei suoi giardini e delle interessanti mostre che si tengono nei vari periodi dell'anno, nel 2015  è stata visitata da oltre 550.000 visitatori.

L'imponente costruzione dispone di oltre 50 sale per una estensione di oltre due chilometri, ad accogliere il visitatore è la Corte d'Onore, un'ellissi di 120 metri che faceva da corona alla Fontana del Cervo. Andata completamente distrutta negli anni dell'oblio è ora sostituita da un teatro d'acqua composto da 288 augelli capaci di getti alti fino a 10 metri.

All'interno troviamo un percorso di visita sapientemente studiato da Peter Greenaway che grazie all'utilizzo di supporti multimediali rende la visita particolarmente suggestiva e piacevole, portando il visitatore a vivere i fragori e le emozioni delle battaglie oltre che a spiare nella vita quotidiana degli abitanti del castello. Di particolare bellezza è il Salone di Diana, dea della Caccia con la quale amava identificarsi la "madama reale" Giovanna Battista, impreziosito da affreschi allegorici, stucchi e trofei di caccia. La Galleria Grande, conosciuta anche Come Galleria di Diana, capolavoro di Filippo Juvarra, estasia il visitatore per la sua bellezza e per la sua grandiosità, è infatti lunga 80 metri per un'altezza di 12 metri completamente ornati di stucchi. La Galleria conduce alla cappella ottagonale dedicata a Sant'Umberto protettore dei cacciatori, anch'essa opera di Filippo Juvarra. Di particolare effetto sono anche il complesso della Citroniera dove in inverno trovavano riparo oltre alle piante di agrumi anche altre piante delicate e la Grande Scuderia che poteva ospitare fino a 160 cavalli.

Gli splendidi giardini all'italiana, ornati la laghetti, fontane, teatri all'aperto e scalinate, che circondavano la reggia vennero praticamente distrutti dalle truppe imperiali di Napoleone che ne fecero una piazza d'armi. Fu solamente grazie al ritrovamento delle tavole dei progetti originali e ad un lungo ed intenso lavoro che i giardini sono stati di recente portati al loro antico splendore. Di straordinaria bellezza sono gli appartamenti verdi progettati da Filippo Juvarra con lunghe file di alberi modellati come vere e proprie stanze con pareti e volte e il giardino delle rose.

Come arrivare:

la Venaria reale è facilmente raggiungibile da torino attraverso:

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Pubblicato in Residenze Sabaude

Antico borgo posto sulle rive dell'omonimo lago, dominato dall'imponente Castello Orsini - Odescalchi. Divenuto negli ultimi anni un importante centro turistico, conserva intatto il suo caratteristico centro storico con stradine lastricate, piazzette e case variopinte. Bellissimo il panorama sul lago che si gode dal Belvedere della Sentinella o dalla Chiesa di Santa Maria del Riposo.

Sito turistico della Città

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Bracciano

Castello Orsini - Odescalchi

Divenuto famoso negli ultimi anni per i fastosi ricevimenti e matrimoni che vi si organizzano al suo interno, il castello venne costruito dalla famiglia Orsini nel 1470 sui resti di un'antica rocca. Considerato uno dei più bei castelli feudali d'europa, grazie alle sue sale perfettamente conservate e alla fondazione che lo gestisce, ogni anno viene visitato da migliaia di turisti, che possono così ammirare la bellezza delle sue sale e dei suoi arredi. Aperto al pubblico per volere del principe Livio IV Odescalchi nel 1952 il castello conserva una splendida collezione di armi antiche, ceramiche, dipinti, libri, manoscritti e antichi arredi. Alcune sale del castello sono state di recente destinate ad aree espositive nella quale si tengono mostre, spettacoli e convegni.

Visite: il castello è visitabile tutti i giorni tranne il lunedì per maggiori dettagli consultare il sito

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Museo Storico dell'Aeronautica militare

Qualche centinaia di metri prima di Bracciano si trova il Museo Storico dell'Aeronautica Militare considerato uno dei migliori nel genere in Italia. Nei 4 hangar del museo sono esposti diversi modelli di velivoli militare utilizzati fino alla II guerra mondiale e diversi prototipi. Il museo sorge nel luogo in cui agli inizi del '900 si trovava un aeroporto poi trasformato i centro sperimentale per idrovolanti.

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Abbazia di Monte MariaPosto ai piedi dell’abbazia, a completarne lo splendido scenario, il castello venne edificato su volere del vescovo di Coira tra il 1272 e il 1282. Il castello venne utilizzato sia come sede amministrativa del Capitano e del Giudice sia come rifugio dai vescovi, per ripararsi dalle incursioni dei Tirolesi, fino a quando furono costretti a riconoscere la comproprietà ai Principi del Tirolo. Nonostante tra il 1500 e il 1700 subì notevoli lavori di risistemazione il castello ha mantenuto pressochè intatta la sua struttura originale. Attualmente conserva un’esposizione di opere d’arte che vanno dal romano all’arte contemporanea oltre ad una scuola agricola.

Visite: il castello è visitabile con visite libere, per informazioni rivolgersi all’ufficio del turismo
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Posta sulla collina torinese, questa splendida villa seicentesca venne edificata su volere di Maurizio di Savoia e di sua moglie Ludovica. La residenza rappresentò per secoli un luogo di delizie delle principesse di casa Savoia, grazie anche alla sua posizione tra splendidi giardini all'italiana, fontane con giochi d'acqua, padiglioni e aree di produzione agricola. Caratteristico e di effetto il doppio scalone che sormontando una gigantesca fontana raggiunge la villa. Il progetto originale è da attribuirsi ad Ascanio Vitozzi ma nel corso dei secoli venne più volte rimaneggiata, il più significativo dei quali è da attribuirsi ad Agliaudo di Tavignano su volere di Anna Maria di Orleans. A partire dal 1869 la villa cessò di essere parte dei possedimenti della famiglia Savoia per divenire  sede dell'Istituto Nazionale delle Figlie degli Ufficiali che combatterono durante le Guerre di Indipendenza. Appartenne agli arredi della villa la celebre libreria, ora al Quirinale, eseguita dall'ebanista Pietro Piffetti. Distrutta durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale la Villa è stata riportata agli antichi splendori grazie a pesanti lavori di restauro che ne hanno permesso l'apertura al pubblico.

Orari: Marzo-Novembre da martedì a Domenica dalle 10 alle 17; altri periodi 10-16

              

Pubblicato in Residenze Sabaude
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