L'itinerario proposto parte dalla rinomata città di Riva del Garda, visitata ogni anno da migliaia di turisti tedeschi e austriaci, per terminare al castello di Stenico, passando per le storiche città di Rovereto e Trento. Il luoghi toccati dall'itinerario sono ricchi di storia, ma sopratutto di cultura tanto che a Rovereto si trova il MART (Museo di arte moderna) e la casa di Depedro mentre a Trento è visitabile il Castello del Buonconsiglio, mirabile opera voluta dal vescovo di Cles e il palazzo delle Albere sede distaccata del MART.
L'itinerario inizia con la visita alla città di Riva del Garda
Riva del Garda - Castello di Avio /Visita al castello /Distanza 34 km / Tempo di percorrenza stimato 33 minuti
Castello di Avio - Rovereto / visita alla città e al MART /Distanza 28 km / Tempo di percorrenza stimato 22 minuti
Rovereto - Trento /Visita alla città e al Castello del Buonconsiglio /Distanza 27 km/ Tempo di percorrenza stimato 25 minuti
Trento - Castel Toblino / Visita al castello / Distanza 17 KM / Tempo di percorrenza stimato 21 minuti
Castel Toblino - Castello di Stenico / Visita al castello / Distanza 17 KM / Tempo di percorrenza stimato 20 minuti
Percorrenza Totale: 123 KM
Le montagne intorno a Bolzano, Trento e Bressanone furono abitate fin dalla preistoria, come testimoniano alcuni ritrovamenti effettuati in zona, tra questi il più importante è rappresentato da Otzi, l’uomo che visse oltre 5000 anni fa, attualmente conservato al museo di Bolzano. Nella parte bassa delle vallate inizialmente paludose l’insediamento da parte dell’uomo iniziò solo in un secondo momento. L’area venne occupata sin dal II secolo a.C. dai romani che inizialmente crearono degli accampamenti per gli eserciti e successivamente iniziarono l’edificazione di vere e proprie città sfruttando la posizione strategica sulle direttrici che conducono al nord Europa. Dopo la prima metà del 500 con la caduta dell’impero romano l’area subì l’incursione dei Longobardi e dei Franchi per essere definitivamente assoggettata ai domini dell’impero Carolingio. Durante questo periodo i vari feudatari vennero sottomessi all'autorità ecclesiastica, con il conferimento ai Vescovi, da parte di Corrado II il Salico di ampi poteri e del titolo di Principi. Nel 1254 avvenne la costituzione della Signoria del Tirolo ad opera di Mainardo III e del figlio, il cui florido territorio sarà oggetto delle mire degli Asburgo che riusciranno a conquistarlo nel 1363. Con la rivoluzione del 1789 e le campagne Napoleoniche il Tirolo venne dato in dono da Napoleone ai Bavaresi, iniziò così un lungo periodo di declino e sofferenza per tutto il territorio che terminò solamente con il congresso di Vienna, quando il Tirolo venne riportato sotto il dominio degli Asburgo. In tutta l’area regnava ormai un clima di liberalismo e l’aspirazione di una maggiore autonomia dal governo centrale che sfociò nel 1918 con la scissione del Tirolo e l’annessione di una parte di esso al Regno d’Italia.
Una vacanza in Trentino può essere l'occasione per alloggiare un un "maso" tipica abitazione rurali tirolesi ristrutturati nel rispetto della tradizione e dell'ambiente e utilizzate per ospitare i turisti. Se decidete di prenotare una struttura e di lì visitare i vari punti dell'itinerario vi consigliamo di scegliere Riva del Garda, sicuramente più mondana, altrimenti Trento
Se si arriva in Trentino con l’automobile la via più comoda è costituita dall’autostrada A22 del Brennero che attraversa tutta la regione e dalla quale partono strade di collegamento con le valli circostanti. L’autostrada è collegata sia con l’A4 Torino-Mestre che con l’A1 Milano-Napoli. In estate e in occasione delle varie festività l’autostrada è piuttosto trafficata e possono crearsi code in prossimità delle uscite che portano alle località turistiche più rinomate. In genere tutte le strade della regione sono molto ben tenute ed in inverno funziona un ottimo servizio di pulitura strade. L’aeroporto Francesco Baracca di Bolzano è collegato con voli di linea alla capitale e con voli charter a Catania, Olbia, Lamezia Terme e Cagliari per altre destinazioni è necessario recarsi agli aeroporti di Bergamo (distanza circa 230 KM) oppure di Verona (distanza circa 150 KM). La regione è dotata di una rete ferroviaria principale che attraversa tuttala regione e arriva fino in Austria servita da Trenitalia e da piccole tratte locali servite da società regionali come la Trento-Malè Marileva, la ferrovia del Renon e la ferrovia della Val Venosta che collega Merano a Malles.
La cucina trentina si basa su antiche ricette della cucina contadina secondo la quale “nulla va sprecato” di qui l’origine di alcune delle più gustose ricette come i Canederli. La cucina tradizionale fatta di sapori forti e piatti semplici che risentono dell’influenza di ricette d’oltralpe soprattutto austriache come lo stinco di maiale e i probusti, specie di Wurstel. Il piatto forte è sicuramente la polenta accompagnata da stufati di carne di manzo oppure da salmì di selvaggina come il capriolo, il cervo o il camoscio. Notevole è l’uso della carne di maiale utilizzata per la preparazione del famoso speck e insaccati. Nell'area dell'alto Garda è molto diffuso l'utilizzo dell carne Salada a base di coscia di vitellone lasciata macerare per circa venti giorni e aromatizzata con salvia, bacche di ginepro e alloro, viene servita in carpaccio oppure leggermente cotta. A Trento si prepara invece la lepre tridentina con lardo, cipolle, pinoli, uvetta, scorza di limone e cannella. Non molto diffusa è la preparazione di piatti a base di pasta fresca o ripiena sostituiti dai Canederli, gnocchi a base di pane raffermo bagnato nel latte, speck e salciccia serviti nel brodo oppure gli strangolapreti sempre a base di pane raffermo spinaci e uvetta, assolutamente da assaggiare sono gli gnocchetti altoatesini a base di ricotta affumicata. Molto nutrienti sono le minestre e le zuppe preparate con ortaggi tra i quali i famosi asparagi, i funghi, le patate, la pancetta e farina bianca o gialla. Molto buoni sono i piatti preparati con la Trota del Trentino servita rosolata con salsa di limone e menta oppure affumicata. Di notevole qualità sono i formaggi preparati con il latte prodotto nei numerosi allevamenti tra questi citiamo il Puzzone di Moena, il grana della val di Non, lo Spressa e il Vezzena. La regione è molto famosa per la produzione delle mele con le quali si prepara il famoso strudel e le frittelle. Molti dolci tradizionali utilizzano spezie quali la cannella e la frutta secca ingredienti tipici della cucina d’oltralpe tra questi lo zelten dolce tipicamente natalizio. Nella regione vengono prodotti eccellenti spumanti e birre artigianali a base di frumento tipiche della tradizione bavarese. Molto diffusa è la produzione di grappe e acquaviti aromatizzate al ginepro, alla genziana e ad altre erbe o radici.
In vendita presso gli uffici del turismo, valida tre giorni dal primo utilizzo, la card permette l’ingresso gratuito a 9 musei a Bolzano, 80 in tutto l’alto Adige + la possibilità di noleggiare gratuitamente biciclette + di utilizzare gratuitamente la navetta BoBus + utilizzo gratuito dei mezzi pubblici dell’Alto Adige comprese le funivie + un’escursione ai parchi naturali dell’Alto Adige + una visita guidata tra quelle proposte dall’Ente del Turismo. Vai al Sito
In vendita presso gli uffici turistici della regione permetti l'accesso gratuito a tutti i mezzi pubblici provinciali, l'ingresso a più di 70 punti di attrazione turistica come castelli, musei, parchi naturali e la degustazione di prodotti tipici nei migliori store oltre ad uno sconto del 10% e lo sconto del 10% su prodotti termali acquistati presso gli stabilimenti.
Splendida località di villeggiatura, apprezzata soprattutto da turisti stranieri come tedeschi, svizzeri e austriaci che la scelgono come meta di vacanza grazie al clima, al lago, alla presenza di strutture turistiche all'avanguardia e alla ricchezza artistica del territorio circostante. La città in epoca romana fu aggregata al comune di Brescia, con la caduta dell’Impero Romano venne dominata dai Goti, dai Longobardi e dai Franchi per entrare a far parte dei territori dei Vescovi di Trento. Il dominio della città venne per un lungo periodo conteso tra trentini, i veneziani, viscontei e scaligeri a causa della sua posizione strategica per i commerci d'Oltralpe, con la Lombardia e con il Veneto e all'importanza del suo porto. Durante l’ottocento la città divenne un’importante stazione climatica meta di numerosi artisti come Stendhal, Goethe e Kafka. Da vedere:
Si accede alla vecchia città percorrendo via Fiume dalla quale si snodano una serie di deliziose stradine con curate facciate in stile baroccheggiante.
La chiesa venne costruita nel 1603 su volere di Madruzzo per conservare un dipinto che si credeva miracoloso. L’interno della chiesa è decorato e affrescato in stile baroccheggiante.
Edificata nel 1124, grazie al suo fossato, alle sue mura e ai suoi torrioni rimase per un lungo periodo di tempo una fortezza inespugnabile. Dopo lunghi restauri, all'interno della rocca sono ora ospitati il museo civico e la pinacoteca con dipinti che vanno dal ‘400 al ‘900.
Volendo da Riva del Garda è possibile raggiungere in macchina l’incantevole lago di Tenno e il suo borgo medioevale, annoverato tra i più belli d’Italia grazie alle sue vie e alle sue case perfettamente conservate. Le acque blu turchesi del lago sono balneabili e se sapete nuotare, senza troppa fatica, potrete raggiungere l’isoletta posta al centro. Per raggiungere il lago è necessario superare la cascata di Varone e i bivi per Ceole e per Il santuario di Santa Maria delle Grazie.
Il castello, posto in cima alla collina, sovrasta maestoso la città di Sabbionara. Impressionante è il panorama che si gode dalla torre del mastio su tutta la valle e sul percorso del fiume Adige. Il castello è stato per secoli un'invincibile macchina da guerra, grazie alla sua posizione, ma sopratutto all'intelligente disposizione della cinta muraria, delle torri e del mastio, che sfruttano appieno la salita del terreno. Una datazione ufficiale della sua edificazione al momento non esiste, si sa però che venne nominato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1053. La famiglia Castelbarco, antica proprietaria del castello, riuscì grazie ad abilità strategiche e diplomatiche a far vivere al castello un lungo periodo di splendore tanto da essere ancora oggi considerato uno dei massimi esempi di dimora signorile e al tempo stesso militare. Di notevole interesse artistico sono gli affreschi che ornano le varie aree del castello, tra queste il mastio, dipinto con allegorie d’amore nel 1333, in occasione della visita del principe Carlo di Boemia, di questi magnifici dipinti attualmente sono visibili solamente alcuni scorci. Nella casa delle guardie, posta al di fuori del corpo centrale, sono invece visibili affreschi rappresentanti scene di battaglia intorno al castello e prove di combattimento contro un drago. Dal 23 gennaio 1977 il castello è di proprietà del FAI. Prima di aprirlo al pubblico, l’ente ha intrapreso lunghi e impegnativi lavori di restauro, a causa dell'avanzato stato di degrado in cui era caduta la struttura, dovuto alla mancanza di una parte del tetto, smantellato dagli antichi proprietari per diminuirne la superficie abitabile, oggetto di tassazione. Il castello è raggiungibile con una passeggiata in salita di circa 10 minuti, non è possibile effettuare la visita con passeggini o sedie a ruote, si consigliano scarpe comode.
Centro culturale di primissimo piano nel panorama Altoatesino, è per numero di abitanti la seconda città del Trentino. Posta in posizione strategica sulla via Augustea, che conduceva in Germania, la città fu dapprima un possedimento Romano per poi entrare a far parte dei domini della Serenissima. Dal 1509 entrò a far parte dei domini dell’imperatore Massimiliano I che la eleverà da borgo a città. Rovereto, come tutte le città della Contea di Titolo, subì prima la dominazione dell’impero Germanico e poi la Dominazione Austro-Ungarica, solo nel 1918 entrò a far parte del Regno d’Italia. Grazie alla sua posizione strategica e allo sviluppo della produzione della seta, godette di un lungo periodo di floridezza economica, accompagnata da un notevole sviluppo delle arti e della cultura, al punto da meritarsi l’appellativo di “Atene del Titolo”. Fu proprio a Rovereto che nel 1769 Mozart tenne i suoi primi due concerti. Da vedere:
Edificato nel XIV secolo sui resti di una precedente fortificazione, il castello, grazie alla sua posizione sopraelevata, domina su tutta la valle. L’attuale forma pentagonale è dovuta a rifacimenti avvenuti durante la dominazione veneziana. Il questo periodo infatti il castello venne trasformato in una fortezza pressoché inespugnabile dagli architetti militari Giacomo Coltrino e Bartolomeo d’Alviano, che lo dotarono di una robusta cinta muraria, un camminamento per l’artiglieria, dei torrioni e decine di cannoniere. Durante il periodo di dominazione Austriaca il castello continuò a mantenere il suo ruolo difensivo, che perse solo con la caduta degli Asburgo, quando ebbe inizio una lunga fase di decadimento. Attualmente, quasi a ricordo delle sue antiche funzioni, è stato adibito a Museo della Guerra. Il museo è suddiviso in tre sezioni la prima dedicata all’epoca Napoleonica, la seconda dedicata al risorgimento Italiano mentre la terza, ubicata all’interno di un rifugio anti-aereo scavato durante la seconda Guerra Mondiale, è dedicata alle artiglierie della Grande Guerra.
Sorto nel 2002, su progetto dell’architetto Mario Botta, occupa una superficie di circa 6.000 metri quadrati con circa 12.000 opere esposte. L’avveniristica struttura è disposta intorno ad una piazza circolare con un diametro di 40 metri, sovrastata da una cupola in vetro e acciaio alta 25 metri. Tutto intorno alla piazza si aprono le varie aree espositive del Museo, una caffetteria, un book-shop, una sala convegni e un ristorante.
La casa, dopo lunghi lavori di restauro, è stata aperta al pubblico nel 2009 e attualmente è parte di una delle sedi espositive del MART. All’interno è possibile ammirare dipinti, mosaici, arazzi del pittore, che rendono bene l’idea della sua genialità e del suo estro ponendolo come un pioniere del futurismo. La casa d’arte, che si trova nella parte medioevale della città, venne fondata nel 1957 da Depero che ne curò personalmente i vari dettagli.
Cuore storico della città, anticamente conosciuta come piazza delle oche. Le origini della piazza risalgono al '700, tutto intorno si affacciano bei palazzi rinascimentali mentre al centro è posta la fontana di Nettuno.
Il museo sorse nel 1851 per evitare che le ricche collezioni di vario genere di cui disponeva la città venissero trasferite a Innsbruck. Attualmente il museo si articola in ben sette sezioni diverse tra di loro che vanno dall’archeologia all’astronomia dalla numismatica alle scienze della terra.
Rovereto può essere la base di partenza per alcune escursioni sia sulla circostanti montagne che sulla via della seta.
Capoluogo della regione, Trento viene ricordata a livello internazionale per il “Concilio” che si svolse in città tra il 1545 e il 1563. Durante il concilio venne scritta la famosa controriforma alle dottrine calviniste e luterane che si stavano diffondendo nel territorio. Posta nella valle del fiume Adige la città ha sicuramente origini molto antiche, si sa per certo che nel I secolo a.C. fu sede di un accampamento romano mentre nel 40 d.C. divenne municipio. Durante il periodo Augusteo la città venne protetta da mura difensive con porte e torri, venne edificato un foro, un anfiteatro e anche un porto fluviale a dimostrazione della notevole importanza di cui godeva. Con la caduta dell’impero romano Trento venne dominata dai Goti, dai Longobardi, dai Franchi e dai Baiuvari fino a quando, nel 1027, Corrado II il Salico vi istituì il Principato Vescovile. A partire da questa data i religiosi divennero parte attiva nella vita amministrativa e culturale della città fecero erigere il Duomo, rafforzare le mura di cinta e intrapresero la costruzione del castello del Buonconsiglio. Durante il governo ecclesiastico Trento godette di un lungo periodo di sviluppo economico e culturale durante il quale vennero edificati palazzi signorili e monumenti che la resero un vero gioiello architettonico. L'espansione economica e culturale della città venne interrotta dall’arrivo di Napoleone e dalla successiva annessione al regno di Baviera e all’impero Asburgico. Solo agli inizi del ‘900 Trento e il trentino entrarono a far parte del Regno d’Italia. Da vedere:
La piazza costituisce da sempre il cuore religioso e amministrativo della città al punto da far nascere contese per il controllo della stessa. Al centro della piazza è posta la Fontana di Nettuno, edificata seguito ad una delibera cittadina del 1766 nella quale emergeva l’esigenza di dotarsi di acqua salubre. La fontana progettata con un sistema di scorrimento continuo dell’acqua è ornata da tritoni e cavalli marini sormontati da una statua bronzea raffigurante il Dio Nettuno. Ai lati della piazza sorge il Duomo dedicato a San Vigilio protettore della città. Il Duomo venne edificato nel XIII secolo nell'area in cui sorgeva l’antica basilica di San Vigilio. La parte laterale del Duomo, che si affaccia sulla piazza, è ornata da una galleria ad arcate, sotto ad essa si trova il rosone detto “Ruota della Fortuna” tramite piccolo portico del ‘500 chiamato “Porta del Vescovo” si accede all'interno della basilica. L’interno, a tre navate, conserva oltre a numerose opere d’arte le spoglie dei vescovi di Trento. In occasione del Concilio all'interno della basilica venne allestita un’apposita sala ornata da arazzi rappresentanti la passione di Cristo.
Le case che si affacciano su piazza del Duomo, vennero costruite nel XV secolo e ridecorate tra il 1531 e 1533 con temi riguardanti la fortuna, la giustizia, i vizi e le virtù.
La via, anticamente affiancata da case in stile gotico e da portici, venne abbattuta su volere di Bernardo Cles che volle una via larga e diritta che collegasse il Duomo a Palazzo del Buonconsiglio. Sulla nuova strada vennero costruiti i principali palazzi nobiliari come Palazzo Alberti Colico e Palazzo Thun
Il nucleo più antico del castello è Castelvecchio costruito nella prima metà del 1200 a ridosso della Torre d’Augusto sull'altura che controlla la via di comunicazione per la Germania. Nel 1400 accanto al primo nucleo venne creato un giardino interno e la Torre dell’Aquila mentre nella prima metà del 1500 su volere del vescovo Bernardo Cles venne costruito il Magno Palazzo. Di notevole pregio è il cortile interno del Castelvecchio sul quale si affacciano tre ordini di loggiati ornati da splendidi affreschi. Dal primo loggiato del cortile attraverso un passaggio si giunge alla cappella di Cles per poi passare davanti alla sala del tribunale ed entrare successivamente nella Giunta Albertina costruita su volere di Francesco Alberto Poia per collegare agevolmente la parte medioevale a quella più moderna del castello. Nel Magno Palazzo di notevole pregio sono la Sala Grande, la Sala degli Specchi, la Camera degli Scarlatti, l’appartamento privato del principe e la Biblioteca. Dalla Loggia del palazzo si accede alla Fossa dei Martiri dove vennero uccisi Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa. Dal 1924 il castello è sede del museo Nazionale che ospita collezioni di arte antica, medioevale moderna e contemporanea.
Il palazzo in stile rinascimentale venne eretto intorno alla metà del 1500 su volere della famiglia Madruzzo. Sebbene dovesse svolgere funzioni puramente rappresentative il palazzo dispone di vari elementi difensivi come il fossato che lo circonda, i quattro torrioni agli angoli e, nella parte centrale del tetto un torrino quadrato andato distrutto. Il palazzo deve il suo nome ad una doppia fila di alberi posti sulla strada che da Trento conduceva alla villa. L’interno del palazzo abbellito da affreschi è ora sede del MART (Museo Arte modera e contemporanea di Trento e Rovereto) ma per un lungo periodo prima dell’acquisto da parte della Regione Autonoma di Trento fu sede di una caserma militare e successivamente di un cascinale.
Il palazzo, che ospita il museo Diocesano Tridentino, fu la prima sede dei vescovi di Trento. Situato su piazza del Duomo, tra la Torre Civica e il Castelletto, venne fatto erigere da Federico Vanga nel 1220 da come dimora personale, successivamente venne utilizzato come sede del Municipio del Podestà ed infine come sede del Tribunale. La facciata del palazzo è ornata al primo piano da una serie di trifore mentre al secondo da una serie di bifore sormontate da una merlatura.
Ora sede del Municipio, venne edificato nel XVI secolo dal Conte Sigismondo di Thun rimanendo di proprietà della famiglia per ben quattro secoli. Il Palazzo è costituito da una serie di edifici, oltre che da una cappella, da una torre e da varie corti interne. E' visitabile solo in occasione di mostre che si tengono all'interno della Torre Mirana.
Sorto verso la fine del 1400 in stile rinascimentale, venne decorato nella parte superiore esterna da affreschi che ritraggono personaggi come Marco Curzio, Muzio Scevola e Curio Dentato, mentre nella parte inferiore venne decorato con un’immagine della Ruota della Fortuna e di un Alabardiere. Il palazzo costruito su volere di Giovanni Antoni Pona detto appunto Geremia è oggi sede dell’ufficio del Sindaco e ospita numerose manifestazioni culturali. E' visitabile solamente in occasione di mostre ed eventi si consiglia quindi di informarsi presso l’Ufficio del Turismo.
E' il nuovo museo delle scienze di Trento inaugurato il 27 Luglio 2013. L'avveniristica struttura progettata da Renzo Piano richiama il profilo delle montagne sviluppandosi su 6 piani con 12.000 metri quadri di superficie totale e 5.000 metri quadri di superficie espositiva. Ben 450 sono gli animali imbalsamati ospitati all'interno della struttura, dove si potrà intraprendere un viaggio tra i vari habitat della terra incontrando uomini preistorici e scheletri di dinosauri. L'intero percorso museale si sviluppa in sale interattive, con suoni e immagini dove attraverso gioco e sperimentazione è possibile imparare divertendosi. Nella FabLab è possibile progettare e realizzare oggetti utilizzando una stampante £D e il Maxi Ooh apposito spazio per bambini. L'edificio è dotato di una caffetteria, un bookshop, toilette con fasciatoi e tutti i punti sono raggiungibili con carrozzine o passeggini.
Le forme cinquecentesche del castello si rispecchiano nelle limpide acque del lago nel quale si protende il lembo di terra su cui venne edificato. Per secoli fu al centro di storie e leggende, si dice infatti che nell'antichità fosse abitato dalle fate, mentre in epoche più recenti è stato legato a leggende truci come quella di Claudia amante del principe vescovo Carlo Emanuele Mandruzzo, dal quale ebbe diversi figli, che morì affogata assieme al fratello nelle acque del lago in seguito al capovolgimento della sua barca. Si narra che nelle notti limpide i loro spiriti aleggino ancora sulle acque del lago. Grazie alla sua posizione strategica, il castello, venne utilizzato per lunghi decenni come fortezza militare sulla quale i vari signorotti della zona si contesero il dominio. Attualmente è sede di un ristorante quindi internamente non è visitabile, nel suo parco si possono però contare undici esemplari secolari di cipresso calvo delle paludi.
Il castello venne edificato nel 1163 sulla cima del colle dal quale domina sulla valle delle Giudicarie. Fu per un lungo periodo il simbolo del potere dei Principi-Vescovi di Trento che qui vi stabilirono la loro residenza estiva e la sede del Capitano. Grazie a Bernardo di Cles, uomo di grande cultura e raffinato gusto, il castello subì numerosi ampliamenti e opere di abbellimento anche se l’aspetto esterno è quello di una severa fortezza gli interni sono ingentiliti da affreschi e eleganti arredi. Di proprietà della provincia dal 1973, le stanze affrescate e magnificamente arredate del castello ospitano una collezione di armi bianche e da fuoco, utensili di uso quotidiano in rame, ferro e legno. Di notevole prego la cappella di San Martino dove sono ancora visibili un ciclo di affreschi del ‘200