Portogallo

Altra ricetta che utilizza le mele, si tratta di un dolce molto gustoso che lo si può trovare facilmente nelle sagre paesane o nei ristoranti di cucina tradizionale. La sua preparazione è comunque abbastanza facile anche se cucinati in casa i canederli alle meele non riescono ad assumere il superbo sapore che hanno quando vengono gustati nelle valli del Trentino.

Ingredienti

150 gr di mele pelate e tagliate a dadini
1 cucchiaio di burro
50 gr di mandorle tritate
50 gr di pangrattato
1/2 bustina di zucchero vanigliato
1/2 cucchiaino di cannella
1 cucchiaio di rum
scorza di 1/2 limone grattugiato
1 cucchiaio di succo di limone
1 tuorlo d'uovo
1 albume
1 cucchiaio di zucchero

Preparazione

Mettere il burro in un pentolino e stufare per alcuni minuti le mele fino a quando non avranno assunto un colore dorato, versare il liquido di cottura e porre le mele in una ciotola piuttosto capiente. Unire le mandorle tritate, il pangrattato, lo zucchero vanigliato, la cannella, la scorza di limone, il rum e il tuorlo d'uovo poi mescolare bene il composto. Montare a neve la chiara d'uovo ed incorporarvi lo zucchero poi unire lentamente al composto di mele. Far riposare in frigorifero per almeno 15 minuti poi fare tante palline e rimetterle in frigorifero per altri 20 minuti. Friggere in olio di semi oppure strutto fino a quando i canederli non avranno assunto una leggera doratura, assorbire l'olio in eccesso e servire, magari accompagnati da crema di fragole o da una pallina di gelato alla crema.

Gustosissimo dolce del Trentino preparato generalmente durante le feste natalizie in quanto in questo periodo dell'anno è più facile reperire la frutta secca. L'origine del nome del dolce è sicuramente tedesca "selten" che tradotto significa talvolta ad indicare l'eccezionalità con la quale veniva preparato questo dolce. La ricetta era già conosciuta agli inizi del '700 anche se con il passare del tempo si è leggermente modificata come diversa è la ricetta nelle varie valli del Trentino. Anticamente rappresentava il dolce di Natale per eccellenza consumato generalmente al rientro dalla messa di mezzanotte, ora lo si può trovare nelle pasticcerie quasi tutto l'anno. Come già detto varie sono le ricette dello Zelten, noi ve ne proponiamo una ma, per saperne di più andate al sito dello Zelten

Ingredienti

150 gr di farina di frumento
150 gr di farina di segale
400 gr di fichi secchi 
200 gr di uva sultanina
60 gr di arancia candita
60 gr di cedro candito
120 gr di noci sgusciate
120 gr di pinoli
120 gr di mandorle spellate
scorza grattugiata di 1 limone
scorza grattugiata di 1 arancia
50 ml di vino bianco
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
2 cucchiai ben colmi di zucchero
30 gr di lievito di birra
70 gr di Miele
150 ml di acqua tiepida
1 cucchiaino di anice in polvere
30 gr di burro
1 cucchiaino di cannella
2 bicchierini di Rum
1 bicchiere di vino rosso
sale

Preparazione

Per prima cosa è necessario preparare tutta la frutta quindi grattugiate la scorza di un limone e di un arancio, tagliate a dadini l'arancia candita ed il cedro, poi tagliate a listerelle i fichi secchi e poneteli in una ciotola con il rum e l'uva sultanina. Tagliate grossolanamente la frutta secca ed unitela ai fichi secchi e al rum. A parte fate sciogliere in un pentolino il miele nel vino bianco poi versatelo nella ciotola con i fichi e la frutta secca unendovi i canditi, la scorza di arancia, di limone e i chiodi di garofano, mescolate bene, coprite con la pellicola e lasciate riposare per almeno 2 ore.

In una ciotola capiente unire le farine con l'anice, la cannella, il lievito, l'acqua, il burro fuso e mescolate bene il tutto fino ad ottenere un impasto compatto e morbido. Coprite l'impasto e lasciatelo riposare per almeno 1 ora (dovrebbe raddoppiare di volume).

Poi unite alla farina la frutta secca mescolando bene in modo che il composto risulti ben omogeneo. Ungete una tortiera e stendetevi l'impasto. Infornatelo a 180° per almeno 40 minuti, quando lo zelten è quasi cotto spennellatelo con il vino rosso nel quale avrete fatto bollire lo zucchero. Decorare a piacimento.

Antica ricetta della tradizione romana, tipica della cucina povera ove nulla si spreca e tutto va riutilizzato, che con gli anni si è trasformato in uno dei più noti street food della capitale. Non c'è rosticceria, gastronomia, panetteria o pizzeria che non proponga ai suoi clienti i filanti supplì, da non confondere con gli altrettanto noti arancini che si preparano in Sicilia molto più grossi e con più ingredienti. I suplì hanno la forma di una crocchetta di patate, forse un po' più grossa, e in genere si preparano con il riso del giorno prima.  Il segreto per un buon supplì sta nel riso che deve essere bello compatto e formare una specie di polpetta allungata che non si sfaldi durante la friggitura. La friggitura deve avvenire in olio bollente e per pochi minuti. La ricetta originale prevedeva la cottura del riso con pomodoro e frattaglie di pollo, noi vi proponiamo una versione più mderna che utilizza la carne macinata.

Ingredienti

200 gr di riso superfino
150 gr di passata di pomodoro
80 gr di carne macinata fine
1/2 bicchiere di vino bianco
1 mozzarella fiordilatte
sale
pepe nero
Pangrattato
Olio per frittura
Brodo vegetale
2 uova
2-3 foglie di basilico

Preparazione

Preparate il ragù di carne con la passata, la carne e il basilico poi versate il riso nello stesso, dopo aver tolto le foglie di basilico,  fate rosolare per qualche minuto poi sfumate il vino bianco, aggiungete il brodo vegetale e fate cuocere il riso aggiustandolo di sale e pepe. Lasciate riposare il riso per qualche ora o una giornata. In un piatto fondo sbattete le uova, tagliate a dadini non troppo piccoli la mozzarella e ponete del pangrattato in un piatto piano. Formate delle polpette allungate di riso, all'interno di ognuna mettete un pezzo di mozzarella, pressate bene la polpetta ottenuta in modo che sia molto compatta, passatela nell'uovo e poi nel pangrattato, all'occorrenza ripetete l'operazione. In un pentolino scaldate l'olio a 180° ed immergetevi i supplì, pochi per volta in modo che non si attacchino l'un l'altro. Fateli cuocere per 3-4 minuti fino a che non si creerà una crosticina dorata, poi toglieteli dalla pentola con una schiumarola e assorbite l'olio in eccesso. Servite i supplì ben caldi.

Piatto tipico della cucina Valtellinese, secondo alcuni studiosi nato a Teglio ma diffuso in tutto il Nord Italia. I pizzocceri sono un tipo di pasta secca ormai commercializzata quasi ovunque da alcune aziende del territorio, composta di una miscela di grano saraceno e di farina di frumento, che si presenta con la classica forma di fettuccine. Si tratta di un piatto piuttosto calorico da consumare preferibilmente in inverno.

Ingredienti

400 gr di pizzoccheri
180 gr di vormaggio Casera DOP
180 gr di patate
180 gr di verza
30 gr di burro
5 foglie di salvia
Sale e Pepe

Preparazione

Lavare e tagliare a striscioline le verze, pelare e tagliare a dadini le patate poi lessare entrambe, a cottura quasi ultimata aggiungere i pizzoccheri. Tagliare il formaggio a striscioline sottili, far imbrunire il burro in un pentolino con la salvia. Scolare i pizzoccheri con le verdure, porli in una zuppiera e condire con il burro e il formaggio. Mescolare bene e servire accompagnandoli con un vino rosso fermo di medio corpo.

Ottima come antipasto, va servita spalmata su crostini di pane o crescentine calde.

Ingredienti (per 6 persone)
Mortadella di Bologna IGP gr 300
Ricotta fresca gr 100
Parmigiano 1 cucchiaio
Panna fresca liquida 1 cucchiaio

Preparazione
Tritare la mortadella, aggiungere parmigiano e ricotta e mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Unire la panna liquida fino ad ottenere una spuma spalmabile.

Conosciuta anche come "Crema al Mascarpone" è originaria dei territori agricoli intorno a Lodi, dove si produce appunto il Mascarpone. La ricetta risale agli inizi dell'ottocento, quando veniva servita assieme al Panettane o alla Mostarda di Cremona. Oggi si preferisce servirla in coppette accompagnata da biscotti secchi come le lingue di gatto oppure a dolci non farciti come la torta margherita. Visto il suo alto contenuto calorico e la presenza di liquore è preferibile gustarlo in inverno.

Ingredienti

200 gr di mascarpone
200 gr di zucchero
3 tuorli d'uovo
2 albumi
1 bicchierino di Rum o Brandy

Preparazione

In un contenitore sbattere con una frusta elettrica i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso di colore biancastro, aggiungere il mascarpone continuando a mescolare ed infine il liquore, l'operazione va fatta molto lentamente in modo che il composto non si smonti. Separatamente montare a neve gli albumi e incorporarli al composto. Trasferire la crema in coppette e servirla accompagnata da un vino preferibilmente dolce come il Moscato liquoroso o il Passito.

Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 15-20 minuti

Quasi sicuramente il sugo italiano più conosciuto all'estero, dove viene utilizzato per condire gli spaghetti, il ragù tipico della cucina emiliana è il complemento a molti dei piatti più apprezzati della cucina italiana. Ricordiamo che il ragù alla bolognese è uno degli ingredienti principali per la preparazione delle Lasagne al Forno, della Pasta al Forno, al pasticcio di patate, posto su semplici crostini di pane oppure  come condimento alle tagliatelle fatte in casa. La formula ufficiale del ragù è stata depositata all'Accademmia Italiana della Cucina presso la camera di commercio di Bologna. L'accademia stessa  prevede la possibilità di utilizzare tagli di manzo alternativi a quelli previsti dalla ricetta originale (cartella) e l'utilizzo di triplo concentrato di pomodoro o pomodori pelati al posto della salsa di pomodoro.

Ingredienti:

300 gr di polpa di manzo tritata (cartella oppure pancia o fesone di spalla)
150 gr di pancetta
100 gr di passata di pomodoro
50 gr di carota
50 gr di sedano
30 gr di cipolla
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1/2 bicchiere di latte
brodo di carne
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Preparazione:

Tritare il sedano, la carota, la cipolla e la pancetta. Fate sciogliere la pancetta in 3 cucchiai di olio utilizzando possibilmente un tegame in terracotta piuttosto capiente, poi aggiungere il trito di verdure e fate appassire dolcemente. A questo punto aggiungete la carne trita e fate rosolare per circa 5 minuti poi aggiungere il vino bianco e lasciatelo evaporare completamente. Aggiungere il pomodoro e mescolate bene per circa due minuti poi coprire la carne con il brodo e con il latte, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per almeno due ore. Di tanto in tanto mescolate e all'occorrenza aggiungete altro brodo, aggiustate con sale e pepe.

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 15 minuti
Tempo di cottura: 2-3 ore

Gustosissimo piatto della tradizione emiliana, molto conosciuto anche all'estero dove viene imitato in mille modi.

Ingredienti (per 8 persone)
3 uova
Spinaci lessati, strizzati bene e tritati finemente 350 gr

Per la besciamella:
Latte fresco intero 1 litro
Burro 200 grFarina 100 gr
Noce moscata
Ragù alla bolognese 1 kg
Parmigiano grattugiato 400 gr
Sale, pepe
Teglia rettangolare di cm 25x35 alta almeno 6 cm

Preparazione

Preparare una pasta liscia e soda con farina, uova, spinaci e un pizzico di sale e lasciarla riposare avvolta nella pellicola per ½ ora. Spianare la pasta e ricavare sfoglie rettangolari di circa 10 cm x 15, o poco più piccoli della teglia. Fondere 100 gr di burro in un tegame e tostare la farina. Aggiungere il latte caldo, sale, pepe e cuocere a fuoco basso per addensare la salsa. Aggiungere poi noce moscata. Lessare la pasta in acqua salata, pochi rettangoli alla volta, aggiungendo 1 cucchiaio di olio all’acqua di cottura. Scolare e distendere la pasta su un canovaccio. Imburrare una pirofila e distribuire sul fondo un mestolo di ragù. Disporvi uno strato di pasta. Condire lo strato di pasta con un po’ di besciamella, ragù, fiocchetti di burro e parmigiano. Alternare gli strati di pasta (che devono essere almeno 6) e il condimento fino ad esaurire gli ingredienti e terminare con uno strato di ragù, cosparso di besciamella e parmigiano. Cuocere a 180° in forno preriscaldato per circa 25-30 minuti.

Lasciar riposare 5 minuti prima di servire.

Tipico dolce piemontese, di antichissima tradizione, il cui nome in piemontese significa cappello in riferimento alla forma dello stampo in cui anticamente veniva cotto. E' un dolce della migliore tradizione delle langhe che si prepara in qualsiasi stagione dell'anno degno di chiudere anche il pranzo più sontuoso.

Ingredienti:

1 lt di latte
8 uova intere
250 gr di zucchero
80 gr di cacao amaro
250 gr di amaretti
1/2 tazzina di caffè
1/2 bicchiere di liquore all'amaretto

Preparazione:

Rompere le uova in una ciotola abbastanza capiente, unirvi lo zucchero e mescolare fino ad ottenere un composto schiumoso, aggiungere il cacao, gli amaretti precedentemente sminuzzati, il caffè e il liquore. Mettere il latte in un pentolino e portarlo ad ebollizione poi aggiungerlo lentamente al composto continuando a mescolare. Versare il composto in un unico stampo da budino oppure in tanti piccoli stampi e cuocerlo in forno a bagnomaria ad una temperatura di 150°. Servire il dolce accompagnato da uno spumante rosato Alta Langa.

Difficoltà: Facile
Tempo di Preparazione: 10 minuti
Permpo di cottura: 1 ora se in uno stampo unico, 15-20 minuti se in piccoli stampi

Tipica ricetta della val d'Isarco, di facile preparazione unico accorgimento non farla bollire altrimenti l'uovo si rapprende. Si tratta di una ricetta di origine contadina, che utilizza prodotti semplici e di facile reperimento come il vino, le uova e la panna. E' un piatto che viene consumato soprattutto in autunno durante le vendemmia per celebrare appunto il vino.

Ingredienti

Brodo
1/4 di lt di brodo ristretto o brodo di carne
1/8 di lt di vino bianco Alto Adige Pinot bianco
3 tuorli d'uovo
100 ml di panna
1 pizzico di noce moscata
1 pizzico di cannella in polvere
Sale
Crostini
2 fette di pane in cassetta privato dei bordi
40 g di burro
1/2 cucchiaino di cannella in polvere

Preparazione

Crema: in una pentola dai bordi alti versare il brodo e il vino bianco e metterli sul fuoco a fiamma molto bassa, nel mentre mescolare la panna con i tuorli ed unirli al brodo. Mescolare bene con una frusta in modo che il composto, senza mai rapprendersi, formi una crema. Appena la zuppa avrà raggiunto una consistenza cremosa insaporire con la cannella, la noce moscata ed il sale. 

Crostini: in una padella intiaderente fare sciogliere il burro e versatevi i dadini di pane in cassetta precedentemente preparati, cospargere di cannella ed appena inizieranno a dorarsi spegnere la fiamma.

Quando la zuppa è pronta metterla in piatti fondi e servirla  accompagnata dai crostini.

Ricetta principe della cucina trentina, impossibile recarsi in questa regione e non assaggiare i canederli preparati in moltissime varianti. Si tratta di una ricetta della cucina povera contadina, nella quale tutto va riutilizzato, piuttosto facile da preparare, gustosa e molto sostanziosa. In genere vengono serviti 2 massimo 3 canederli che possono tranquillamente costituire un pasto. In passato i canederli venivano serviti come accompagnamento agli arrosti, alle costolette di maiale oppure all'insalata. Oggi la ricetta dei canederli si è piuttosto evoluta ed in molti casi vengono proposti con gli spinaci, il formaggio oppure dolci. Il segreto per una buona riuscita della ricetta è quello di preparare delle palline molto compatte in modo che non si sfaldino durante la cottura.

Ingredienti

150 gr di pane raffermo
40 gr di cipolle
1 cucchiaio di burro
80 gr di speck tagliato a dadini piuttosto piccoli
2 uova
2 cucchiai di farina bianca
100 ml di latte
una manciata di prezzemolo o d'erba cipollina tagliata finemente
Sale

Preparazione

Tritare finemente la cipolla ed imbiondirla nel burro assieme ai dadini di speck. In una ciotola capiente mettere il pane precedentemente ridotto a tocchetti e mescolare con le uova, il latte, il prezzemolo, la farina e il sale. Mescolare bene ed incorporare la cipolla e lo speck ormai freddati. Lasciare riposare in frigo per almeno 2 ore, ricordandosi di mescolare di tanto in tanto, il composto deve assorbire il liquido ma, il pane non deve sgretolarsi. Trascorse le due ore create delle palline, molto molto compatte dal diametro di circa 5-8 cm, poi lessatele nel brodo di carne bollente fino a quando non verranno a galla. Serviteli con un po di brodo e una spolverata di parmigiano.

Consiglio: per essere sicuri della tenuta dei canederli bollitene uno di prova, se si sfalda aggiungete farina

Difficoltà: medio/facile

Antica ricetta, molto diffusa in tutto il nord Italia ma, soprattutto nel Trentino ove viene preparata in diverse varianti. Il nome, piuttosto beffardo, è un richiamo alla tradizionale golosità ed ingordigia dei preti. Nei corso dei secoli la ricetta originale ha subito diverse varianti, prima fra tutte l'introduzione del latte che rende l'impasto più morbido e soffice.

Ingredienti

1 kg di pane raffermo
2 tuorli d'uovo
1 lt di latte
500 gr di erbette oppure spinaci
70 gr di farina bianca
150 gr di burro
3-5 foglie di salvia
50 gr di formaggio grana grattugiato
una spruzzata di noce moscata
sale e pepe

Preparazione

Sminuzzare il pane e farlo ammorbidire in una ciotola con il latte per almeno 1 ora. Sbollentare le erbette, strizzarle e tritarle finemente poi unirle al pane e al latte. Unire al composto i tuorli d'uovo e passare il tutto nel tritacarne. Mettere il composto in una spianatoia, aggiungervi la farina, il sale, il pepe e la noce moscata ed impastare bene. Se l'impasto risulta troppo liquido aggiungere del pangrattato. Create dei piccoli gnocchetti e cuoceteli in acqua bollente fino a quando non verranno a galla. Adagiateli in una pirofila e conditeli con il burro fuso precedentemente aromatizzato con la salvia e cospargeteli di formaggio grana. Servite gli strangolapreti ben caldi accompagnati da un vino leggero come il Casteller.

Si tratta di un'antica ricetta lombarda la cui paternità è contesa tra i bergamaschi e i bresciani, tanto che nelle due provincie assume forme e caratteristiche differenti. Nella ricetta bergamasca si nota la presenza di uvetta e amaretti assenti in quella bresciana. La ricetta di origini medioevali, nel XIX secolo ha subito notevoli variazioni imputabili in particolar modo ai mutati gusti della popolazione, è quindi andato in disuso l'utilizzo dei canditi, del marsala, delle mandorle e delle pere. I Casonsei si possono presentare in svariate forme, le principali sono quattro: a disco, a mezzaluna, a caramella, a quadrato. Il Casonsei devono essere considerati un piatto unico e vanno accompagnati, soprattutto nella versione moderna, da uno spumante rosè come ad esempio quello dei Colli Morenici Mantovani.

Ingredienti (per 6 persone)

Per il ripieno:
500 gr di patatePATATE : 500 g
500 gr di spinaci oppure erbette
150 gr di prezzemolo
150 gr di pangrattato
100 gr di salsiccia
100 gr di grana padano grattugiato
50 gr di mortadella
50 gr di burro
200 gr di porro
1 uovo
sale e pepe
Per la pasta:
300 gr di farina bianca 00
3 uova intere
sale
Per il condimento:
40 gr di burro fuso
20 gr di parmigiano

Preparazione

Dopo aver pulito le patate lessatele con gli spinaci, poi prendere gli spinaci strizzarli dall'acqua e saltarli in padella con il burro il porro e il prezzemolo tagliati finemente. Passate le patate in uno schiacciapatate. Mettete in una ciotola piuttosto capiente gli spinaci il pangrattato, il formaggio, le patate, la salsiccia sminuzzata, la mortadella tritata, l'uovo, il sale e il pepe. Impastare molto bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto omogeneo, poi metterlo in frigo per almeno 10 ore. 

Preparate la sfoglia impastando la farina con le uova e il sale fino ad ottenere un composto omogeneo,  staccate dall'impasto piccole quantità e stendetele con il mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile. A questo punto potete dare ai vostri Casonsei la forma che desiderate, se scegliete quella tonda create tanti piccoli dischi utilizzando un bicchiere, dividete i dischi in parti uguali e su di una metà mettete un cucchiaino di ripieno, adagiatevi sopra un'altro disco e sigillateli bene con il pollice della mano. Lessate i Casonsei ottenuti in abbondante acqua bollente fino a quando non vengono a galla, toglieteli dall'acqua utilizzando un mestolo forato, sistemateli in un piatto da portata con il burro fuso e il parmigiano.

Variante: volendo al ripieno potete aggiungere una manciata di  uvetta passa e amaretti finemente tritati.

Considerata una delle bandiere gastronomiche della Liguria, la Focaccia di Recco è una specialità così conosciuta da aver contribuito allo sviluppo turistico della città. La ricetta della Focaccia al formaggio è talmente imitata e diffusa da aver fatto sorgere l'esigenza di un Consorzio per la tutela della sua autenticità, consorzio di cui fanno parte i comuni di Recco, Avegno, Camogli e Sori. Secondo la leggenda la focaccia al formaggio veniva preparata già ai tempi della terza crociata ed era presente sulle tavole di contadini, nobili e monaci. Sempre secondo la tradizione la focaccia veniva offerta ai pellegrini ed ai soldati che facevano tappa all'Abbazia di San Fruttuoso durante il loro viaggio verso la Terra Santa. Si tratta comunque di un prodotto molto sano e semplice per il quale necessitano pochi ingredienti, la cui preparazione però richiede molta maestria. La focaccia è talmente conosciuta e radicata nel territorio da essersi meritata persino una sagra che in genere si svolge tra la fine maggio e i primi di giugno. 

Ingredienti e dosi per una teglia

500 gr di farina di grano tenero tipo “00” di forza o in alternativa farina tipo “Manitoba”.
0,5 dl di olio extra vergine d’oliva ligure
2,5 dl di acqua naturale
10 gr di sale fino
1 kg di formaggio fresco stracchino o crescenza

Preparazione

In una ciotola piuttosto capiente versate la farina, aggiungetevi l'acqua, l'olio e il sale precedentemente miscelati in una caraffa. Impastate bene fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Lasciate riposare l'impasto, ricoperto da un panno pulito, per almeno due ore. Trascorso il periodo dividete l'impasto in due parti uguali e stendetelo fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 2 mm. Mettete la prima sfoglia in una teglia e distribuitevi sopra mucchietti di formaggio leggermente distanziati tra di loro, ricoprite con la seconda sfoglia facendo attenzione che i bordi siano ben sigillati, pizzicate l'impasto con due dita in modo da creare piccoli fori dai quali potrà uscire l'aria in eccesso, spennellate con olio e infine potete la teglia in forno caldo. Cuocete possibilmente tra i 270 e i 320° per 7-8 minuti, altrimenti a 250° per circa 15 minuti o comunque fino a quando si sarà creata una crosticina dorata e croccante.

Vai al sito del Consorzio

 

Si tratta di una ricetta tipica della Van di Non ma, che è diffusa in tutto il Nord Italia con diverse varianti. Anche nel Sud Italia la torta di patate è molto diffusa dove pare venne importata addirittura dalla regina Maria Carolina d'Asburgo. E' una ricetta molto facile da preparare, che utilizza ingredienti poveri ed economici ma, dal gusto veramente eccezionale, molto adatta soprattutto ai bambini.

Ingredienti

1 kg di patate bianche lavate e sbucciate
120 gr di farina
1 uovo
2 dl circa d’acqua
200 gr di formaggio Spressa grattugiato oppure Asiago
burro
olio
sale
pepe

Preparazione

Prendete le patate e grattugiatele, ponetele in una ciotola piuttosto capiente ed aggiungetevi l'uovo, l'acqua, la farina il sale ed il pepe ed una parte del formaggio grattugiato. Quando il composto sarà ben amalgamato trasferitelo in una tortiera precedentemente imburrata, livellate l'impasto poi spolverate con il restante formaggio e fiocchetti di burro. Cuocete in forno statico ventilato a 190° per circa 30 minuti. Servite il tortino caldo oppure tiepido accompagnato da un'insalata oppure da affettati del Trentino.

Tipica ricetta della tradizione ligure, in particolare genovese che può essere consumata sia calda che fredda. Si tratta di una ricetta molto antica appartenente alla tradizione contadina, molto gradita dalle centiania di marinai che tutti i giorni sbarcavano al porto e consumavano questo piatto nelle Spezzine, una specie di osterie ambulanti. Le verdure possono essere variate utilizzando ogni volta quelle di stagione.

Ingredienti:

200 gr di fagioli rossi sgranati
100 gr di fagiolini verdi
2 zucchine
2 patate
1 melanzana
15 gr di funghi secchi prima ammollati in acqua fredda e poi tritati
300 gr di pasta corta preferibilmente "bricchetti"
1 tazzina da caffè di pesto

Preparazione

In una pentola far bollire dell'acqua e portarla ad ebollizione, lavare le verdure e tagliarle a dadini, quando l'acqua bolle salarla e versarvi le verdure con 2-3 cucchiai d'olio. Quando la verdura è cotta versarvi la parsta, quando anche la pasta sarà cotta versarvi la tazzina di pesto, spegnere il fuoco e mescolare bene. Servire il minestrone con una bella spolverata di parmigiano e volendo una fetta di pane tostato.

Difficoltà: facile

Ricetta tipica dell'alta brianza, dall'alto contenuto calorico adatta quindi alle stagioni fredde. Si tratta anche in questo caso di un piatto della tradizione contadina che utilizza un tipico prodotto locale la Luganega, tipica salciccia di maiale un tempo molto diffusa nelle famiglie brianzole.

Ingredienti

350 g di riso
300 g di salciccia luganega
1 scalogno
1 lt di brodo caldo
4 cucchiai di olio di oliva 
1 bicchiere di vino bianco secco 
1 bustina di zafferano

Preparazione

Affettare finemente lo scalogno, tagliare a piccoli pezzetti la salsiccia e far rosolare il tutto in una pentola dai bordi alti. Quando la salciccia avrà assunto un colore rossastro versarvi il riso, farlo tostare qualche secondo poi sfumare il vino bianco, infine aggiungere il brodo caldo. A metà cottura aggiungere la bustina di zafferano. Terminare la cottura e servire ben caldo.

Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 30 minuti

Ricetta molto semplice da preparare, adatta ad essere consumata soprattutto in estate, che utilizza una delle bandiere dei prodotti tipici dell'Alto Adige: lo Speck. Un prosciutto crudo leggermente affumicato e lasciato stagionare all'aria fresca di montagna, trattamento che gli permette di acquisire un sapore inconfondibile. Si tratta di una ricetta piuttosto moderna che si adatta a moltissime varianti.

Ingredienti

200 gr di speck tagliato fine e ripulito dalla cotenna
80 gr di funghi porcini freschi
2 ravanelli
60 gr di valeriana
2 fette di pane in cassetta 
4 cucchiai di olio di oliva
1 cucchiaio di succo di limone
una spruzzata di pepe bianco
sale
1 cucchiaino di rafano tagliato a scagliette (facoltativo)

Preparazione

In una tazza mettere il succo di limone, l'olio, il sale e il pepe e mescolare velocemente, fino ad ottenere un dressing. Sistemare lo speck su di un piatto di portata, disporvi sopra i funghi e i ravanelli lavati, puliti e tagliati finemente, la valeriana e volendo il rafano. Irrorare il tutto con il dressing. Tagliare il pane in cassetta a dadini e abbrustolirlo in una padella antiaderente con un filo d'olio, poi distribuire i crostini ottenuti sullo speck. Servire il piatto accompagnato da vino Alto Adige Terlano.

Variante: i funghi porcini freschi possono essere sostituiti da porcini sott'olio.

Cucinati fin dall'antichità, i Ravioli alla Genovese rappresentano un must dei pranzi di Natale, di Pasqua o di altre feste importanti. In passato le massaie davano prova delle proprie abilità culinarie preparando in casa i ravioli, tradizione che si perpetua anche ai giorni nostri, proprio in occasione di eventi importanti. I ravioli sono un primo molto gustoso e saporito, al punto che anche il Boccaccio li cita in uno dei suoi scritti ambientandoli nel paese del bengodi. La preparazione dei ravioli è piuttosto lunga e laboriosa ma, il risultato vi premierà delle fatiche!

Ingredienti 

Per la pasta
600 gr di farina bianca
3 uova
1 pizzico di sale
Per il ripieno
300 gr di scarola
200 grammi di brragine
50 grammi di animella lessata e tritata
30 gr di filoni lessati oppure cervella
100 gr di polpa di vitello tritata
100 gr di polpa di maiale tritata
50 gr di salsiccia sminuzzata
40 gr di burro
4 uova
mollica di 1 panino
3 cucchii di parmigiano grattugiato
1 tazza di brodo di carne
sale, pepe e 1 rametto di maggiorana

Preparazione

Ripieno: lavate e lessate la scarola e la borragine, dopo aver tolto loro le foglie più dure. Successivamente strizzate dall'acqua e tritate finemente. In una padella rosolare il burro con la carne di maiale, quella di manzo, le animelle, la salsiccia e il filone al quale avrete precedentemente tolto la pellicina e lo avrete ammollato per almeno 1 ora in acqua. Aggiungere le erbe, la maggiorana e continuare a rosolare in modo che il composto si insaporisca bene. Lasciare raffreddare poi aggiungere la mollica del panino precedentemente ammollata nel brodo, le uova, il parmigiano. Mescolare fino a quando l'impasto sarà ben amalgamato.

Pasta: lavorare la farina con le uova, l'acqua e un pizzico di sale fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Avvolgere l'impasto nella pellicola e lasciar riposare per almeno 1/2 ora. Dividere la pasta e tirarla con il mattarello fino ad ottenere delle sfoglie sottili. A questo punto mettere dei mucchietti di ripieno (un cucchiaino) su di una sfoglia distanziandoli di almeno 3 cm, ricoprire con l'altra sfoglia di pasta, sigillare bene i bordi con le dita e tagliare i ravioli con una rondella dentellata facendo tanti quadrati. Per facilitare l'unione delle due sfoglie spennellatele con un po' d'acqua. Lasciare i ravioli all'aria per un paio d'ore poi lessarli in acqua bollente per circa 5 minuti. Condire con burro fuso e parmigiano oppure ragù di carne.

Difficoltà: medio-alta

Annoverata tra le zuppe di pesce la Buridda è molto diffusa in tutta la Liguria fino in Provenza, ovviamente in ogni zona assume caratteristiche differenti e spesso anche il modo di preparazione varia. In dialetto ligure buridda vuol dire appunto tocchetto in quanto il pesce viene tagliato in piccoli tocchetti e cucinato in umido con olio, pinoli e capperi. Si pensa che il piatto venne importato dal lontano oriente già nel medioevo.

Ingredienti

345 gr di calamari e seppioline
1500 gr di pesce assortito tra. coda di rospo, rana pescatrice, rombo, triglia, scorfano
3 grossi pomodori maturi (circa 500 gr)
120 gr di cipolla
1/2 bicchiere di olio di oliva
15 gr di prezzemolo tritato
1 cucchiaino di capperi
50 gr di pinoli
1 bicchiere di vino bianco
sale e pepe
fette di pane abbrustolito

Preparazione

Pulire bene tutto il pesce e tagliarlo a tocchetti. Tritare finemente la cipolla e spellare i pomodori. Mettere in un tegame di terracotta piuttosto capiente l'olio e rosolare leggermente la cipolla, unire i pomodori, i capperi, i pinoli, il pesce ed irrorate con il vino bianco. Lasciate cuocere a fuoco molto lento per circa 20-30 minuti, qualche minuto prima della fine della cottura aggiungere il prezzemolo. Portare in tavola il tegame di cottura accompagnato da fette di pane abbrustolito.

Difficoltà: Facile

Secondo la tradizione, questi semplici biscotti preparati nel periodo precedente la Pasqua, vennero inventati nel 1550 dalle monache agostiniane per poter rispettare l'astinenza nel periodo quaresimale. I quaresimali essendo privi di grassi animali non contravvenivano infatti alle regole di astinenza, così anche le monache genovesi potevano consumarli senza peccare. Essendo però la ricetta molto gustosa e facile da preparre si diffusero ben presto in tutto il territorio ligure. 

Ingredi (circa 30 biscotti) 

250 gr di mandorle dolci sbucciate
150 gr zucchero
2 albumi
4 cucchiai di farina bianca
3 cucchiaini di acqua di fiori d’arancio
per la glassa
125 gr zucchero a velo
acqua di fiori d’arancio
coloranti alimentari
confettini colorati (finocchietti, o zuccherini molto piccoli).

Preparazione

Frullare nel mortaio o nel mixer le mandorle e lo zucchero fino ad ottenere un composto finissimo. Spostare le mandorle in una ciotola unendovi i 4 albumi e lavorare a lungo poi aggiungere la farina e l'acqua di fiori d'arancio. Continuare a lavorare fino a quando il composto non si attaccherà più alle mani. Stendere con il mattarello l'impasto fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di circa 1 cm. A questo punto con un bicchiere del diametro di 4-5 cm formare tanti dischetti. Disporli su di una delia da forno, preriscaldare il forno a 180°C e infornare. Cuorere per circa 12 minuti. A fine cottura decorare i biscotti con la glassa colorata.

Glassa: mescolare lo zucchero a velo con l'acqua di fiori d'arancio in modo da ottenere un composto piuttosto denso, devidere il composto in tante parti quanti sono i colori alimentari di cui disponete e poi aggiungere ad ognuno 2-3 gocce di colore.

Difficoltà: Facile
Temperatura: 180° a forno statico
Tempo di cottura: circa 12 minuti

Come è facile intuire si tratta di una ricetta tipica del periodo pasquale, soprattutto del Lunedì dell'Angelo quando viene preparate per essere consumata fredda nelle gite fuori porta. Secondo la tradizione le origini di questa ricetta sono molto antiche, pare risalgano addirittura al 1400 e, già al tempo veniva peparata nel periodo pasquale utilizzando ben 33 dischetti di impasto, uno per ogni anno di vita di Gesù. Ai giorni nostri i dischetti si sono notevolmente ridotti alcuni la preparano con 10, la nostra ne richiede solamente 4.

Ingredienti

Per l'impasto
600 gr di farina bianca tipo 00
35 ml di olio
350 ml di acqua
sale q.b.
per il ripieno
1 kg di erbette o spinaci
50 gr di ricotta morbida
1/2 cipolla
3 rametti di maggiorana
11 uova 130 gr di parmigiano reggiano
3 rametti di maggiorana
sale pere e noce moscata

Preparazione

Impasto: mescolare la farina con l'acqua, l'olio e il sale fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, dividerlo in 4 parti due più grandi e due leggermente più piccole e coprirle con un panno umido. Lasciare riposare l'impasto per almeno 1 ora.
Ripieno: lavate accuratamente le erbette, tritate la cipolla e ponente il tutto in una padella dove avrete fatto scaldare l'olio. Fatele cuocere per un po' di minuti fino a quando non saranno completamente appassite e lasciatele raffreddare. Successivamente trasferite la verdura in una ciotola sminuzzatela ed unitevi la maggiorana, 50 gr di parmigiano, 2 uova e mescolate bene. In un'altra ciotola mettete la ricotta alla quale unirete 3 uova, 30 gr di parmigiano e una spolverata di noce moscata, mescolate bene in modo che si formi un composto omogeneo. Stendete i 4 panetti con il mattarello in modo da creare 4 sfoglie, disponete le due più grandi sul fondo della teglia. Mettere il primo disco, pennellarlo d'olio e poggiarvi sopra il secondo disco. Versare sul secondo disco la verdura, cospargere la ricotta e creare 6 fossette dove inserire i 6 tuorli d'uovo. Spolverate con il parmigiano rimasto e ricoprite con i restanti due dischi spennellando entrambi con l'olio. Chiudete bene i bordi della torta formando un cordoncino e trasferite la teglia nel forno precedentemente scaldato. Servite la torta fredda o tiepida.

Difficolta: media
Temperatura forno: 160° in forno ventilato
Tempo di cottura: 35 minuti

L'agnello è stato sin dall'antichità una carne molto apprezzata in molte cucine europee da quella balcanica a quella irlandese fino quella del vicino oriente, fatto dovuto anche all'enorme diffusione dell'allevamento degli ovini. Gli ovini sono infatti animali che si adattano molto bene alle differenti situazioni ambientali ed il loro allevamento consente di utilizzare, oltre alle loro carni, la lana e il latte. In Italia la carne d'agnello è apprezzata in tutte le regioni italiane ed ognuna ha la sua ricetta tipica in Lazio si cucina l'agnello allo scottadito, in Toscana l'agnello all'aretina e così via. Questo tipo di piatto e molto semplice da preparare anche se necessita di lunghi tempi di preparazione.

Ingredienti

1,2 Kg di Agnello
20 gr di olio di oliva
2 spicchi d'aglio
1 rametto di rosmarino
AGNELLO:  1,2 kg
Timo
Sale e pepe

Preparazione

Tagliare la carne a pezzetti e metterla a marinare in una scodella con l'olio, il rosmarino tritato, gli spicchi d'aglio il sale e il pepe per almeno 10 ore, rigirare la carne di tanto in tanto. Scaldare la pietra, quando sarà ben calda disporvi sopra la carne. Cuocerla per circa 40 minuti  girandola sovente e spennellarla di tanto in tanto con l'intingolo della marinata, servire caldissima accompagnata da vini corposi, caldi e asciutti come per esempio il Grumello della Valtellina.

Difficoltà: Facile
Tempo di Marinatura: 10 ore minimo
Tempo di cottura: 40 minuti

Si tratta di una salsa molto usata nella Riviera Ligure per accompagnare bolliti e pesci oppure per condire la pasta. Come molte altre salse liguri è molto delicata e facile da preparare.

Ingredienti

50 gr di pinoli
50 gr di mollica di pane
1/2 bicchiere di olio ligure
aceto
sale
qualche fogliolina di maggiorana (a piacimento)

Preparazione

Fare ammollare la mollica di pane nell'aceto poi strizzarla e metterla in un mortaio assieme ai pinoli ben puliti. Pestare il pane ed i pinoli fino ad aver amalgamato molto bene gli ingredianti. Lentamente aggiungere l'olio continuando a pestare, all'occorrenza aggiungere 1 cucchiaino di aceto e sale. Se non disponete di un mortaio potete utilizzare un mixer elettrico.

La frittata con ortiche è una antica ricetta della tradizione contadina, ovviamente un piatto povero ma, molto nutritivo e gustoso. Le ortiche, al di là di quello che si possa pensare, contengono sostanze depurative, ricostituenti e disintossicanti, grazie alle loro virtù vengono spesso utilizzate come rimedio per diversi disturbi. Per trattare le ortiche dovrete munirvi di un paio di guanti di lattice eviterete così il contatto con le loro sostanze urticanti, una volta bollite il problema non sussisterà più.

Ingredienti

5 uova
400 gr di foglie di ortica
40 gr di parmigiano
40 gr di burro
sale e pepe

Preparazione

Lavare bene le foglie di ortica e farle bollire per una decina di minuti, a fine cottura ponetele in un colapasta e levategli tutta l'acqua assorbita. In una ciotola sbattete bene le uova, unitevi il parmigiano grattugiato, il sale e il pepe. In una padella antiaderente sciogliete il burro, fatevi saltare le ortiche per qualche minuto poi versatevi le uova. Per favorire la cottura coprite la padella e, dopo circa otto minuti girate la frittata, a questo punto lasciatela cuocere altri quattro minuti senza coperchio. Volendo potete versare sulla frittata qualche goccia di aceto balsamico.

Difficoltà: facile

 

Piatto tipicamente invernale originario delle zone di Varese e Monza, ma molto conosciuto in tutta la Lombardia anche se con diverse varianti. Si tratta di un piatto tipico della cucina contadina, dove nulla va sprecato, la cui presenza si riscontra anche in molti stati Europei seppur con alcune varianti. Secondo la leggenda anche Arturo Toscanini era molto ghiotto di questo piatto, piuttosto laborioso da preparare le cui origini sono piuttosto oscure. 

Ingredienti

800 gr di costine di maiale
500 gr di piedini di maiale
400 gr di testina
1550 gr di cotenna
250 gr di salsiccia di Monza
50 gr di burro
1/2 bicchiere di vino bianco
100 gr di cipolle
200 gr di carote
150 gr gamba di sedano
1500 gr di verza che abbia preso le prime gelate
Brodo di carne q.b.
Sale

Preparazione

Tagliare a pezzi tutte le parti del maiale e sbollentarle per qualche minuto, contemporaneamente tritare la cipolla, il sedano e la carota. Sfogliare la verza, lavarla e sbollentarla per circa 5 minuti. In una casseruola imbiondire il burro e rosolarvi per qualche minuto il trito di cipolla, carota e sedano, aggiungere le parti di maiale tranne la salciccia, bagnare con il vino bianco fino alla sua evaporazione. Disporre il maiale in una teglia e passarlo in forno a 130° per circa mezz'ora, bagnandolo di tanto in tanto con il brodo, poi aggiungere la salsiccia e la verza. Completare la cottura irrorando di tanto in tanto con il brodo.

Difficoltà: Media
Tempo di preparazione: 1 ora circa

Uno dei piatti che maggiormente rappresenta Milano, al punto che con delibera della giunta comunale il 14-12-2007 gli è stato concesso il riconoscimento De.Co (Denominazione Comunale), ad indicare il legame tra il piatto ed il suo territorio. La ricetta madre, di origini molto antiche, come molte altre ricette lombarde prevede l'utilizzo di carne di vitello anzichè di manzo e non prevede l'utilizzo del pomodoro, il cui uso si diffuse in Lombardia solamente nell'ottocento.

Ingredienti per 4 persone

4 tranci di stinco di vitello spessi circa 4 cm
Farina bianca
50 g. di burro
1/4 di cipolla tritata
Un mestolo di brodo
Sale q.b

per la gremolada

Buccia di un limone grattugiata
Mezzo spicchio di aglio (non indispensabile)
Un'acciuga diliscata
Una manciata di foglie di prezzemolo tritate

Preparazione

In un tegame piuttosto largo sciogliere il burro ed imbiondirvi la cipolla finemente tritata, infarinare gli ossobuchi e rosolarli da entrambi i lati. Versare il brodo, coprire la pentola, mettere il gas al minimo e far cuocere per circa mezz'ora o comunque fino a quando gli ossobuchi non avranno un aspetto glassato. Qualche minuto prima si spegnere aggiungere la gremolada cioè un trito con la buccia di limone, il prezzemolo, l'acciuga e volendo l'aglio. Generalmente l'ssobuco viene sevito con il risotto alla milanese e un vino rosso corposo.

Tipico piatto della cucina mantovana il cui nome sta ad indicare colui che lavora alla "pila del riso", in dialetto mantovano gli impianti in cui il riso viene raffinato. Proprio questi operai, avendo poco tempo a disposizione per accudire alla cottura del riso, utilizzarono una particolare tecnica di cottura, molto diversa da quelle utilizzate nella pianura padana. La sua particolarità sta nella giusta proporzione tra acqua, riso e tempi di cottura, sull'uso del coperchio e sui tempi di riposo a fuoco spento. Il risultato finale è un risotto che non si presenta cremoso ma asciutto e soprattutto "sgranato".

Ingredienti:

350 gr di rivo Vialone Nano
300 gr di salamelle mantovane
80 gr di burro
100 gr di grana padano grattugiato.

Preparazione

Portare ad ebollizione in una pentola 600 ml di acqua, versarvi il riso, con un imbuto in modo che si crei una montagnola, la cui punta emerga a pelo d'acqua. Lasciate bollire il riso per circa 12 minuti, livellandolo di tanto in tanto, poi spegnete il fuoco e ricoprite il riso con un canovaccio (il canovaccio deve essere a contatto con il riso), coprite con un coperchio e lasciatelo riposare per circa 10 minuti. In una padella antiaderente fate sciogliere il burro, unitevi la salciccia precedentemente spellata e sminuzzata, fate cuocere per qualche minuto. A questo punto scoperchiate il riso, sgranatelo, unitevi la salciccia e il grana grattugiato.

Dolce simbolo della pasticceria mantovana deve il suo nome alle briciole, in dialetto locale brìsa, grandi e piccole, che si formano quando viene spezzata, mai tagliata! La sua ricetta ha origini molto antiche, si ritiene infatti venisse già cucinata prima del '600 e venisse servita anche alla corte dei Gonzaga. Rimane comunque un piatto della tradizione contadina, con ingredienti umili e di facile reperimento, anche se nel corso degli anni la ricetta si è modificata seguendo i gusti e le esigenze dei consumatori. Come avviene per tutte le ricette molto diffuse, anche in questo caso ognuno ha la sua, ed ognuno afferma sia quella originale. Noi ve ne proponiamo una variante che abbiamo provato e ci è piaciuta molto.

Ingredienti

200 gr di farina bianca
200 gr di farina gialla setacciata fine (fumetto)
200 gr di mandorle tritate
200 gr di zucchero
100 gr di strutto
100 gr di burro (in alternativa 200 gr di solo burro)
2 tuorli d'uovo
scorza grattugiata di un di limone

Preparazione

Ammorbidire il burro e lo strutto, mesccolare le farine, le mandorle, lo zucchero e la scorza di limone con le uova. Incorporare il burro e lo strutto e lavorare il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo con piccoli grumi. Versare il composto in uno stampo precedentemente imburrato, livellare il tutto senza rompere i grumi e cospargere di mandorle intere. Infornare a forno caldo e cuocere per circa 1 ora. A cottura ultimata cospargere la torta di zucchero.

Difficoltà: facile
Tempo di cottura: 1 ora
Temperatura forno: 180°

Si tratta di una ricetta molto molto semplice, che utilizza pochissimi ingredienti ma, dal sapore molto intenso e gustoso. E' un piatto che veniva tradizionalmente preparato in inverno quando in tutti gli orti si potevano trovare i broccoli. Anche in questo caso si tratta di un piatto della cucina povera contadina preparato per i frugali pasti quotidiani, oggi a si può gustare in moltissimi ristoranti di cucina tipica.

Ingredienti (per 4 persone)

400 gr di rigatoni
300 gr di cimette di broccoli già pulite e lavate
1 spicchio di aglio
prezzemolo
olio
1 peperoncino
pecorino grattugiato
sale

Preparazione

Far bollire per circa 8-10 minuti i broccoli in acqua poi colarli conservando il liquido di cottura e passarli un una padella piuttosto capiente dove avrete scaldato l'olio con uno spicchio d'aglio. Aggiungere il trito di prezzemolo, il peperoncino ed insaporite i broccoli. Cuocete i rigatoni in modo che rimangano al dente, scolateli conservando 1-2 cucchiai d'acqua di cottura e ripassateli per qualche minuto nella padella con i broccoli. Aggiungete abbondante pecorino e servite.

Ricetta molto antica della cucina popolare tradizionale che alcuni fanno risalire alla cucina ebraico-romanesca, tant'è che ancora oggi i pomodori al riso compaiono sulle tavole nel periodo della Pasqua Ebraica. E' sicuramente una ricetta poco costosa, molto facile da preparare e di sicuro successo, per la quale bastano pomodori belli grossi e sodi che alcuni verdurieri della capitale chiamano appunto "pomodori da riso", riso e patate da cuocere rigorosamente nella stessa teglia. Il piatto, molto estivo, nasce per essere consumato freddo oppure tiepido.

 Ingredienti 

4 pomodori grossi e sodi
120 gr di riso Arborio
1 ciuffo di prezzemolo
4-5 foglioline di basilico
3 patate
3 cucchiai di olio
sale 
pepe

Preparazione

Lavare bene i pomodori, tagliare la calotta e conservarla. Svuotare i pomodori dalla polpa, salarli e capovolgeteli in modo che perdano l'acqua in eccesso. Passate la polpa di pomodoro in un passaverdura modo da togliere i semi e mettetela in una ciotola con l'olio, il riso, prezzemolo tritato e basilico, mescolate bene il tutto in modo che si crei un composto n po' liquido poi riempite i pomodori fino ad un centimetro dal bordo, copriteli con la loro calotta. Oleate una teglia da forno e disponetevi i pomodori poi pelate le patate, tagliatele a fette e mettetele nella teglia assieme ai pomodori, aggiungete un filo di olio, sale e mescolatele bene. Mettere la teglia in forno a 250° per circa 1 ora controllate di tanto in tanto che i pomodori non secchino nel caso abbassate la temperatura del forno.

Difficoltà: facile
Tempo di cottura: 1 ora circa

Ricetta tipica della Valtellina, il cui nome in dialetto significa "Rospo" per via della loro forma rigonfia e del loro colore. Gli sciatt rappresentano, assieme ai pizzoccheri, una delle bandiere della cucina valtellinese, si tratta di frittelle di grano saraceno, ripiene di formaggio e fritte nell'olio. Secondo i cultori la ricetta originale prevede l'utilizzo dell'acqua frizzante che facilita la lievitazione, e della grappa che ne rende inconfondibile il sapore.

Ingredienti (per 4 persone) 

300 gr. di farina di grano saraceno
200 gr. di farina bianca
300 gr. di formaggio "Casera"
2 cucchiai di pane grattugiato
1 bicchierino di grappa
600-700 ml di acqua gasata
olio per friggere
un pizzico di lievito

Preparazione

Impastare le farine utilizzando l'acqua gasata fino ad ottenere un composto abbastanza consistente, unire il formaggio tagliato a dadini, il pane grattugiato, la grappa ed un pizzico di lievito. In una padella dai bordi alti mettete a scaldare l'olio, quando è ben caldo fatevi scivolare un po' del del composto, assicurandovi che contenga il formaggio. Appena sono ben gonfi e coloriti toglieteli, asciugateli dall'olio in eccesso e serviteli su di un letto di cicoria. 

Consiglio: cuocete gli sciatt pochi per volta, facendo attenzione che non si attacchino l'un l'altro. 

Altro dolce che utilizza la mela, tipico prodotto del Trentino, unita al'uva sultanina e ai pinoli altri ingredienti molto presenti nei dolci trentini.  E' una ricetta di facile preparazione e molto gustosa, adatta in qualsiasi occasione.

Ingredienti

1 kg di mele golden
1 limone
30 gr di pinoli
50 gr di uva sultanina
70 gr di zucchero
50 gr di burro fuso
Impasto:
120 grammi di zucchero
100 grammi di burro
2 uova
1 bustina di lievito in polvere
sale
latte

Preparazione

Sbucciare le mele, togliere il torsolo e tagliarle a fettine sottili, poi cospargerle di succo di limone in modo che non anneriscano. In una terrina piuttosto capiente sbattere 120 gr di zucchero con le uova poi aggiungere la farina, un pizzico di sale, i 100 gr di burro sciolto ed infine lo lievito. La pasta deve risultare piuttosto molle quindi aggiungere del latte. Ungete con del burro una tortiera, versatevi l'impasto poi disponetevi sopra le mele tagliate a fettine, i pinoli e l'uva sultanina infine versatevi sopra il burro fuso con lo zucchero. Infornare in forno preriscaldato a 180° per almeno 45 minuti. Servire la torta fredda o ancora tiepida.

Difficoltà: facile
Tempo di cottura: 45 minuti
Temperatura forno: 180° in forno statico

Tipica ricetta del Trentino che, al contrario di quanto si possa pensare non utilizza le patate lesse ma, come per molte altre ricette il pane raffermo. Si tratta di un piatto piuttosto sostanzioso facente parte della tradizione contadina da considerare come piatto unico. 

Ingredienti

30 g di cipolle
20 g di burro
100 g di formaggio di ricotta stagionata oppure formaggio di montagna
150 g di pane bianco raffermo tagliato a dadini
2 uova
100 ml di latte
1 cucchiaio di farina bianca

Preparazione

Tritare finemente la cipolla e rosolarla nel burro, poi unirla al pane e al formaggio precedentemente tagliato a dadini. Sbattere le uova ed incorporarvi il latte poi versare il liquido sul pane e il formaggio. Amalgamare bene il tutto fino ad ottenere un composto piuttosto consistente, unire sale e pepe e lasciare riposare per almeno 15 minuti. A questo punto creare degli gnocchi della forma che preferite. In una pentola piuttosto capiente mettete a bollire dell'acqua e poi versarvi i gnocchi e lasciarli cuocere per circa 15 minuti. A cottura ultimata togliere i gnocchi dalla pentola con un mestolo bucato e condire con burro fuso, parmigiano ed erba cipollina. Accompagnate con vino dell'Alto Adige Chardonnay

Si tratta di una rivisitazione in versione Halloween del molto più classico cheesecake, tipico dolce Newyorkese. La torta si adatta ad essere decorata nella maniera più horror e paurosa che desiderate.

Ingredienti:Cheesecache alla zucca

200 gr di zucchero di canna
1/2 bicchierino di Marsala o altro liquore
3 uova intere
1 cucchiaino di cannella in polvere
250 gr di polpa di zucca 
500 gr di formaggio fresco spalmabile possibilmente Philadelphia
1 pizzico di sale

Ingredienti per la Base

250 gr di biscotti digestive
30 gr di acqua
200 gr di burro

Preparazione

Base: ridurre in polvere i biscotti con un mixer oppure con un mortaio, in un pentolino sciogliere il burro e poi incorporarlo alla polvere di biscotti. Versare il composto in uno stampo e pressare bene in modo che si formi una base omogenea e compatta. Per appiattire i biscotti aiutatevi con i 30 gr di acqua, dove immergerete il cucchiaio.

Crema: lavare e privare la zucca della crosta poi metterla in una casseruola con l'acqua e farla bollire per almeno 20 minuti. Quando sarà cotta sgocciolarla e lasciarla raffreddare. Mettere nel mixer la zucca, le uova, lo zucche, il formaggio e la panna. Azionate il mixer fino ad aver ottenuto un composto cremoso, incorporatevi il limone e la cannella poi versate la crema sulla base di biscotti. Invornate a forno già preriscaldato a 190° per circa 50 minuti. Consiglio: per evitare che il dolce si sgonfi fatelo raffreddare in forno. Decorate la tora a piacimento.

Difficoltà: Facile

Pubblicato in Ricette dal Mondo

La Paella è un piatto tradizionale della cucina Valenciana, talmente buono da essersi diffuso in tutti i paesi del Mediterraneo ma, anche d'oltre oceano. Il suo nome deriva dal nome del recipiente in cui viene preparata proveniente dal latino patella, si tratta di una padella in ferro piuttosto larga, dai bordi bassi e con due impugnature ai lati. Anticamente questo tipo di padella veniva utilizzata dai valenciani per cucinare piatti a base di pesce, pasta o riso. L'enorme successo e diffusione del piatto ha fatto si che con il passare del tempo la ricetta si sia modificata assumendo modi di preparazioni e ingredienti differenti da zona a zona. Anche le mutate abitudini alimentari hanno contribuito a modificare la ricetta originale che prevedeva ad esempio tra gli ingredienti l'utilizzo delle lumache. Originariamente era un tipico piatto della tradizione contadina ma, a partire dal XIX secolo il piatto iniziò ad essere proposto da ristoranti ed osterie di Valencia e delle zone limitrofe fino a diffondersi in tutto il mondo. Al contrario di quanto viene proposto in alcune ricette la vera paella valenciana non prevedere l'utilizzo di pesci o crostacei ma, solamente di carne, verdure e riso.

Ingredienti

450 gr di polpa di pollo tagliata a tocchetti
450 gr di polpa di coniglio tagliata a tocchetti
200 gr di taccole oppure fagiolini
200 gr di fagioli bianchi
150 gr di peperone, possibilmente rosso
200 ml di passata di pomodoro
2 bustine di zafferano
400 gr di riso
1 pizzico di peperoncino
1 pizzico di paprica (a piacimento)
mezzo bicchiere di vino bianco
1,3 lt di brodo vegetale q.b.
sale q.b.
olio

Preparazione

In una padella larga e capiente mettere un filo d'olio, quando avrà raggiunto la giusta temperatura mettervi a rosolare la carne di pollo e coniglio, sfumare la carne con il vino bianco. Aggiungere un po di brodo e successivamente il peperone precedentemente lavato, pulito e tagliato in falde, aggiungete le taccole tagliate a tocchi, i fagioli e lasciate cuocere mescolando di tanto in tanto e aggiungendo il brodo. Dopo una decina di minuti aggiungete la salsa di pomodoro, la paprica e il peperoncino, fate cuoce per un altro po' di minuti poi aggiungete il riso, lo zafferano e il brodo restante. Lasciate cuocere cercando di mescolare il meno possibile fino a quando il riso sarà al dente.

Pubblicato in Ricette dal Mondo

Ricetta di facile preparazione e di sicuro successo, i saltimbocca alla romana assieme agli spaghetti alla carbonara sono uno dei piatti più noti della cucina laziale, anche se secondo alcuni studiosi la paternità di questa ricetta si deve ai bresciani. Di certo si sa che già verso la fine dell'800 alcune trattorie romane proponevano questa gustosa pietanza ai loro clienti.

Ingredienti

4 fettine di vitello
4 fette di prosciutto crudo (circa 12 gr ognuna)
8 foglie di salvia
1/2 bicchiere di vino bianco
50 gr di burro
sale e pepe

Preparazione

Disporre su di un piatto le fettine di vitello disporre su ognuna il prosciutto crudo e due foglie di salvia, fermate il prosciutto e la salvia con degli stuzzicadenti. Fate sciogliere il burro in una pentola antiaderente e disponetevi la carne, fate rosolare per qualche minuto poi aggiungete il fino, il sale ed il pepe. Fate quaoce per qualche minuto e poi servite la carne con un po del fondo di cottura. Secondo alcune versioni, piuttosto moderne, i saltimpobba vengono passati nella farina bianca prima di essere messi in padella.

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