Poste a 1,5 chilometri dal centro del borgo medioevale di Toirano, in mezzo ad un paesaggio di bianche rocce calcaree, le grotte sono aperte al pubblico dal 1953 e rivestono una particolare importanza dal punto di vista storico grazie al ritrovamento resti risalenti al Paleolitico inferiore. La prima grotta che si incontra durante il percorso di visita è quella della Strega scoperta nel 1950, dove per millenni trovò rifugio l'orso delle caverne. La sua presenza nella grotta è documentata dalla presenza di ossa, di impronte sedimentate delle zampe e unghiate alle pareti. Nella Sala dei Misteri sono invece riconoscibili impronte di piedi, mani e ginocchia di uomini-cacciatori che utilizzarono la grotta come abitazione circa 12.000 anni fa. Il percorso di visita prosegue nella Grotta della Basura, nella Grotta del Colombo e di Santa Lucia dove sono presenti sottili formazioni di cristalli di aragonite disposte in curiose formazioni a fiori presenti anche sulle stalattiti. La visita è particolarmente adatta alle gite scolastiche e ai centri estivi.
Nel 1863 la comunità israelitica commissionò ad Alessandro Antonelli la costruzione di una nuova sinagoga, terminati i fondi i lavori si bloccarono per circa un decennio, fino a quando il comune di Torino decise di acquistare l’intero lotto per farne un monumento simbolo dell’unità nazionale. I lavori vennero però portati a termine da Costanzo figlio di Alessandro, che nel frattempo morì. Definita un “sogno verticale”, la Mole, con i suoi 167 metri stabilì in Europa un nuovo record di altezza, reso possibile dall'ingegnosa tecnica a tiranti in acciaio ideata dall'Antonelli. In cima alla torre venne posto un genio alato abbattuto da un uragano nel 1904 e sostituito con una stella. Nel 1953 una parte della cuspide venne abbattuta da un temporale, successivamente sostituita da una struttura metallica. La struttura inferiore della mole, notevolmente più grande delle parti superiori, è a pianta quadrata ed ornata da pilastri e semi-colonne con ampie superfici vetrate. Sopra la cupola in muratura, a 85 metri di altezza, è posto un tempietto anche’esso ornato da un colonnato dal quale parte la guglia. Grazie ad un ascensore in cristallo, agganciato a cavi di acciaio, è possibile raggiungere il tempietto dal quale si gode di un magnifico panorama sulla città e sulla catena delle Alpi. Vista l’enorme affluenza di visitatori si consiglia di effettuare la prenotazione on-line
Il museo nacque nel 1941 grazie ad un progetto di Anna Maria Prolo che dopo aver ottenuto autorizzazioni e finanziamenti lo inaugurò nel 1956. La prima sede del museo fu palazzo Chiablese, solo nel 2000 venne trasferito presso la Mole Antonelliana. L’allestimento del nuovo museo, curato da Francois Confino, si compone di numerosi percorsi di visita tutti altamente scenografici che coinvolgono i visitatori con stimoli visivi e uditivi come se si stesse assistendo alla proiezione di un film. Il museo comprende una collezione della storia della fotografia con apparecchi, accessori e documenti fotografici, una raccolta dedicata all'archeologia del cinema che comprende apparecchi, accessori, manifesti cinematografici, materiali di scena, registrazioni sonore, incisioni, materiale pubblicitario e costumi tra i quali un famoso bustino appartenuto a Marilyn Monroe, oltre a film e bozzetti.
Posto all'interno del quattrocentesco Castello di Rovereto, il museo venne ideato, nel 1919, da un gruppo di roveretani, a ricordo del terribile conflitto appena concluso. Inaugurato il 12 Ottobre del 1921, da Vittorio Emanuele II, il museo divenne in breve tempo il luogo della memoria, al quale affluirono una notevole quantità di documenti e cimeli, offerti da cittadini comuni, ex combattenti e dalle istituzioni. Con il passare del tempo, il museo si arricchì di nuove sale e cimeli, a ricordo delle guerre coloniali e della seconda guerra mondiale. Nelle otto sale del museo sono esposti, oltre a documenti e cimeli, anche uniformi di vari eserciti, fucili, l'aereo Nieuport 10, tra i pochi ad essere utilizzato durante la prima guerra mondiale, immagini, video d'epoca e trappole anti uomo. La sezione dedicata alla seconda guerra mondiale, si sviluppa nel rifugio anti aereo antistante il castello, scavato durante la seconda guerra mondiale, qui sono esposte bombarde, mortai, obici e cannoni.
Fondato intorno agli anni '20, dal pioniere dell'aviazione Gianni Caproni, il museo, dal 1999 fa parte della rete di musei scientifici del Trentino. Nelle sue sale espone una collezione di aeromobili storici originali di rilevanza mondiale, oltre ad una raccolta di testimonianze sulla conquista dei cieli da parte dell'uomo. Le testimonianze raccolte fono formate da: fotografie, video, motori, strumentazione di bordo ed equipaggiamenti. All'interno del museo sono raccontate storie di pionieri dell'aviazione, ma anche di piloti di aerei utilizzati nella Seconda Guerra Mondiale. La visita è molto adatta ai ragazzi che potranno cimentarsi, grazie ai moderni simulatori di volo, in voli con aerei, elicotteri e alianti. La visita è molto indicata anche a gruppi scuola per i quali è necessaria la prenotazione.
Questo particolarissimo museo si sviluppa su di un'area di 35 ettari, con ben 42 botteghe artigiane nelle quali sono esposti gli oltre 15.000 reperti. Secondo gli ideatori e attuali proprietari, per far capire e apprezzare meglio al pubblico i reperti esposti, era necessario non decontestualizzarli dal loro ambiente, per questo motivo è stato fedelmente ricreato un villaggio del tempo con la stessa atmosfera e la stessa vita, grazie anche all'utilizzo di materiali autoctoni ed eco-sostenibili come la pietra. Lungo i viali e le piazze del villaggio statue e fontane scolpite nella pietra, dal prof. Mariano Pietrini, accompagnano i visitatori in un viaggio alla scoperta della propria identità a partire dal viale della Confusione per passare al viale della Riflessione, dell'Amore, del Dolore, dell'Amore e della Creatività. All'interno delle 42 botteghe in pietra, poste lungo i viali, è possibile ammirare oltre 15.000 reperti unici ed originali appartenuti a sarti, fabbri, calzolai, tessitrici, vasai, maniscalchi ecc. All'interno del parco è presente un BioAgriturismo dove è possibile soggiornare oppure, grazie ai piatti cucinati dal ristorante, riscoprire antichi sapori, provenienti da tipiche ricette Siciliane.
La visita al museo è molto adatta a gite scolastiche o campi estivi ai quali il parco mette a disposizione accompagnatori che aiuteranno i ragazzi ad accostarsi a temi mitologici, artistici, storici e scientifici in un ambiente protetto ed in stretto contatto con la natura.
Passeggiare tra i ciottoli della Riserva della Bessa, una delle più grandi miniere d'oro a cielo aperto dell'antichità
La Riserva Naturale Speciale della Bessa, una delle più grandi miniere d'oro a cielo aperto dell'antichità, si presenta ai visitatori come un paesaggio fuori dal comune, quasi "lunare", risultato di numerose modificazioni del terreno dovute all'antica pratica dell'estrazione dell'oro, ancora oggi mantenuta, a livello "amatoriale", come tradizione locale. Istituita nel 1985, la riserva è situata nel Piemonte settentrionale allo sbocco della Valle d’ Aosta e alla base delle pendici meridionali delle Alpi Biellesi. Si estende per circa 7 chilometri quadrati tra Biella e Ivrea e fa parte della Morena della Serra (la più grande d'Europa). Tra il II e il I secolo a. C. la Bessa era una delle più grandi miniere d'oro a cielo aperto di cui usufruivano sia gli antichi romani sia, ancor prima, alcune popolazioni locali celto-liguri chiamate Victimuli.
Il giacimento aurifero della Bessa si è formato per erosione e ri-sedimentazione, da parte di corsi d'acqua, dei depositi morenici ricchi d’oro trasportati dall'espansione dei ghiacciai valdostani avvenuta a partire da un milione di anni fa;
Quello che rimane oggi sono cumuli di ciottoli derivati dalle pietre di scarto, vere e proprie costruzioni che possono arrivare ai 10 metri d’altezza per un'ampiezza che varia dalle poche decine alle centinaia di metri. Infossature ricoperte di vegetazione chiamate "bonde", si alternano a queste distese rocciose ed è proprio grazie all'accumulo di materiale organico alla base delle pietre che in questa riserva è possibile trovare una flora molto rara: licheni, muschi e felci alternate alle querce che predominano tra le specie arboree e accompagnano ciliegi selvatici, betulle, frassini, robinie, castagni e noccioli. Nella macchia si trovano cinghiali, lepri, volpi e tassi, più raramente cervi e caprioli; i volatili, tipici di quest'area sono la poiana, l'allocco, il barbagianni e il succiacapre. Nella Riserva Naturale Speciale della Bessa è possibile fare visite guidate o usufruire delle 3 piste ciclabili che attraversano l'area protetta fino a Cerrione, Borriana e Mongrando; si può partecipare alla ricerca dell'oro sul torrente Elvo e fare trekking, escursioni a cavallo o in mountain bike lungo 5 sentieri.
Il Centro Visite della Riserva della Bessa, a Zubiena, frazione Vermogno, costituisce il principale accesso all'area protetta: da qui partono, infatti, i principali itinerari pedonali e ciclistici ed è inoltre possibile reperire informazioni e materiale illustrativo.
Noi vi suggeriamo di seguire il sentiero del Ciapei Parfundà, itinerario attrezzato che guida attraverso gli aspetti geologici, storici e archeologici della Bessa.
Zona di ritrovamenti preistorici, la riserva offre anche un itinerario alla scoperta di incisioni rupestri ritrovate su alcune rocce.
Il Centro Visite è affiancato da un'area pic-nic con parcheggio, tavoli, panche e griglia.
Tutto comincia dalla visita al Museo dell'Oro e della Bessa, poco distante dal centro di visite: il museo presenta le testimonianze di duemila anni d'ininterrotta ricerca dell’oro nel Biellese e nell’Italia del Nord.
Alla visita fate seguire la passeggiata attraverso le aurifodine romane (ovvero la visita al parco della Bessa) a cui può seguire la prova pratica di ricerca sul torrente; il tutto in compagnia degli esperti del museo (contattate il museo prima della visita per accordarvi, se volete essere certi dell’esperienza di ricerca dell’oro)
Programmi didattici con scuole di ogni ordine e grado che possono prevedere anche l'incontro a scuola con igli esperti si possono coordinare in base alle esigenze di ogni singolo istituto contattando via e-mail o telefonicamente il museo (info@ecomuseo.it - tel. 015-666338)
Safari Park è uno zoo di nuova concezione, dove gli animali vivono in stato di semi-libertà in ambienti che riproducono al meglio il loro habitat. Il parco svolge un importante ruolo nella conservazione, nell'educazione, e nella ricerca nel campo delle specie animali, in particolare nelle specie a rischio di estinzione. Safari Park ospita al suo interno, molte specie a rischio di estinzione, come: i rinoceronti bianchi, le tigri siberiane e leoni bianchi. Grazie alle particolari attenzioni e cure, riservate agli animali da parte del personale del parco, molte specie a rischio si sono riprodotte con successo. La visita allo zoo si snoda nei vari habitat, attraverso un percorso in macchina, dalla quale è possibile osservare da molto vicino giraffe, leoni, struzzi, scimmie, zebre, rinoceronti e ippopotami. Il parco dispone di un’area dotata di giostre e attrazioni per grandi e piccini, tra di esse: il brucomela, la nave pirata, i tronchi sull'acqua, scivoli zambesi boat, e molte altre. All’interno del parco sono presenti: un rettilario, una fattoria, dove è possibile entrare in contatto con capre, cavalli e animali da cortile, oltre ad una speciale area dedicata al mondo del giurassico.
Il parco è dotato di area pic-nic e di locali dove consumare pasti veloci o snack. Per i Camperisti è possibile una sosta notturna gratuita nel parcheggio antistante.
Per la sicurezza degli ospiti, la direzione raccomanda a tutti si seguire scrupolosamente le norme indicate.
Il Museo Provinciale delle Miniere è in realtà costituito da ben 5 strutture museali differenti, dislocate in diverse zone del territorio provinciale di Bolzano, ognuna delle quali offre ai visitatori differenti esperienze. Fanno parte della struttura museale:
- Mondo delle Miniere Ridanna Monteneve: dove, grazie all'intera catena produttiva della miniera rimasta praticamente intatta, vi sarà possibile immergervi nel mondo sotterraneo dei minatori e capire come si svolgeva il loro duro lavoro.
- Museo delle Miniere Granaio Cadipietra
- Avventura in Miniere Monteneve Passiria: posto nel vecchio granaio della miniera, utilizzato come magazzino per tutto ciò che serviva all'attività della miniera, ospita nei suoi tre piani, completamente ristrutturati, oggetti provenienti dalla collezione mineraria appartenuta ai conti Enzenberg.
- Io respiro...Centro Climatico Predoi: nelle gallerie in disuso delle miniere, in particolari condizioni, si crea un particolare microclima privo di pollini e allergeni, particolarmente benefico alle persone che presentano problemi alle vie respiratorie.
- Museo delle Miniere Predoi: Posto all'interno della vecchia miniera per la coltivazione del rame di St. Igraz, il museo permette di entrare nella galleria maestra della miniera grazie a due vagoncini. Attraverso due escursioni che partono dal vecchio verricello si può raggiungere la galleria di sesto livello, dove avveniva la coltivazione del rame. Alcune scenografie e lavagne luminose permettono di capire come si svolgeva la vita all'interno della miniera, e come si compone la struttura della miniera.
Le cascate sono il frutto di un lungo lavoro iniziato addirittura ai tempi degli antichi romani e proseguito fino ai nostri giorni per facilitare il confluire delle acque del fiume Velino nel sottostante fiume Nera, copre in tre salti un dislivello di 165 metri, il più alto d’Europa creando un panorama estremamente suggestivo, caratterizzato da arcobaleni che si formano per l’enorme quantità di vapore acqueo che si sprigiona dalla cascata. Oggi il Parco delle Marmore è un’attrezzata e suggestiva area turistica della Valnerina, aperta tutto l’anno, fruibile sia liberamente sia con visite guidate che ne esaltano gli aspetti botanici e geologici. Previste anche visite notturne (a prezzo ridotto) e visite animate per i bambini. Il complesso consta di 2 Belvedere, un’area escursionista con 5 diversi sentieri e un Centro Didattico e Direzionale.
A partire dalla fine del XIX sec. le acque della cascata vengono sfruttate a fini industriali: soltanto in alcune fasce orarie è possibile, quindi, vedere la caduta dell’acqua alla sua massima portata. Sul sito internet è disponibile la tabella oraria, in base alle stagioni. Per una visita completa dell’intera area sarà bene calcolare dalle 3 alle 5 ore anche se nelle fasce orarie di completo rilascio dell’acqua anche una visita molto più breve può essere appagante e suggestiva.
Chiamato così perché, secondo una legenda, San Valentino, vescovo della città di Terni nel III secolo d.C. e protettore degli innamorati, avrebbe fatto scaturire un getto d’acqua capace di formare una nuvola di vapore (simile ad un velo di sposa), percuotendo la roccia con il bastone pastorale. Percorrendo il sentiero n.1 per circa 20 minuti si arriva fino a toccare le acque del Velino, dentro questa incredibile nuvola (portatevi un impermeabile!).
La Specola è una torretta che il Papa Pio VI fece costruire nel 1781 all’estremità del Belvedere Superiore. È un punto di osservazione spettacolare del primo salto e dell’arcobaleno delle Marmore, fenomeno che si crea per l’enorme quantità di vapore acqueo che si sprigiona dalla cascata
Il sito ufficiale delle Cascate delle marmore segnala: nel Belvedere Inferiore il percorso per i visitatori diversamente abili non deambulanti permette di arrivare agevolmente al punto di osservazione principale, sito a Piazzale Byron. Proseguendo, si può raggiungere facilmente l’area pic-nic del parco e il Centro direzionale didattico del Giardino botanico sentieri n^ 1, 2, 3, 4 essendo dotati di gradini, non sono accessibili.Nel Belvedere Superiore per i visitatori diversamente abili non deambulanti è accessibile il sentiero n^ 5 dal quale si gode di un panorama mozzafiato sulla Valnerina e sul territorio circostante. Questo sentiero è interamente percorribile con passeggini.
Il sito ufficiale delle Cascate delle Marmore segnala: E' possibile visitare la cascata delle Marmore con can al seguito; nessun problema per gli amici a quattro zampe, purché condotti al guinzaglio (lunghezza massima 2 metri). E’ obbligatorio anche l’utilizzo della museruola ad eccezione dei cuccioli fino a 6 mesi d’età. Obbligatorio portare con sé - e utilizzare - paletta e sacchetto per raccogliere eventuali “rifiuti organici”. Il regolamento vale per tutte le razze.
Luogo molto amato dall’Imperatrice Sissi, che trascorse qui due dei suoi quattro soggiorni Meranesi. La prima volta, l’imperatrice vi giunse al fianco della convalescente figlioletta Marie, mentre la seconda volta vi giunse sola, per ritrovare la serenità perduta in seguito alla prematura morte del figlio Rudolf. Durante i suoi soggiorni, la principessa occupò solo alcune delle numerose stanze del castello, che vennero appositamente rinnovate e arredate. All'interno del castello è ospitato il Touriseum, che occupa 20 delle numerose sale, nel quale è possibile intraprendere un viaggio nei 200 anni di storia del turismo locale. Grazie alla sua particolare progettazione il museo è molto adatto ai bambini. Altre sale del castello sono dedicate alla mostra permanente degli inquilini di castel Trauttmansdorff.
Posti in un anfiteatro naturale, immersi nella splendida cornice dei monti circostanti, i giardini del castello, si estendono su di una superficie di circa 12 ettari, nei quali sono ricostruiti paesaggi esotici e mediterranei. Il parco, che nel 2005 è stato annoverato tra i giardini più belli d'Italia, è articolato in circa 80 ambienti botanici, nei quali vivono piante provenienti da tutto il mondo. All'interno dei vari percorsi si trovano diverse stazioni multisensoriali come la Grotta con show multimediale (percorso rosso), nella quale viene illustrata la genesi della vita sulla terra con tanto di tuoni e fulmini; la Roccia Sonora che restituisce suoni e voci, il Giardino Proibito popolato da inquietanti sculture e piante velenosissime e il ponte sospeso sul Bosco Ripariale. All'interno del parco è possibile incontrare: conigli, pavoni, pecore ungheresi, caprette nane, anatre cinesi. Nella nuovissima serra è possibile ammirare piante molto particolari e curiosi abitanti del Terrario come: ragni giganti, insetti stecco e cavallette egiziane. Per una visita completa ai giardini e al castello considerare almeno 6 ore di permanenza.
Secondo al mondo dopo quello del Cairo, per quantità e importanza dei reperti, il museo rappresenta una delle principali attrazioni turistiche della città di Torino. Fu il piemontese Bernardino Drovetti ad iniziare, a Torino, una raccolta sistematica di reperti egizi, arrivando a collezionarne più di 8000 tra statue, sarcofaghi, mummie e papiri.
Nel 1824, re Carlo Felice acquistò la collezione Drovetti, unendola ai reperti della sua raccolta personale, e fondando il primo museo al mondo dedicato alla civiltà egizia. Grazie all'impegno di Ernesto Schiapparelli, il museo si arricchì di numerosi altri oggetti, provenienti da scavi condotti dallo Schiapparelli stesso, e da numerosi acquisti, tanto che, agli inizi del ‘900, arrivò a contare più di 30.000 reperti.
Oggi il museo dopo essere stato al centro di grande opera di trasformazione, che ha ampliato la superficie espositiva fino a raggiungere i 10.000 metri quadri, organizzati su quattro piani, collegati tra loro da moderne scale mobili. Il faraonico progetto terminato il 1 Aprile del 2015 ha arricchito la struttura di nuovi spazi come la biblioteca, il roof garden, la caffetteria, aule didattiche e laboratori.
Tra i 6.000 reperti esposti, oltre alle numerose mummie, troviamo il Papiro dei Re, la tomba di Iteti, la tomba di Ini, la tomba di Kha, lo statuario con statue di Sethi II, Ramses II, Ramses II in maestà, corredi funerari, statue rappresentanti varie divinità egizie, oggetti di vita quotidiana, un lino dipinto del periodo predinastico, lenzuola e asciugamani che evidenziano l’alto grado di abilità raggiunto dagli egizi nella tessitura. Il museo organizza numerose attività per avvicinare bambini e ragazzi alla conoscenza di questa misteriosa civiltà. Le attività prevedono percorsi generici o tematici, materiale didattico e laboratori, che utilizzano l’aspetto ludico dell’apprendimento. I gruppi scolastici, durante le loro visite al museo, vengono accompagnati da egittologi e archeologi esperti nella didattica museale. L’ingresso alle scolaresche e agli insegnanti è gratuito, previa prenotazione della visita.
La Mandria, è un’immensa tenuta, dove la famiglia Savoia allevava cavalli di razza e selvaggina, destinata alle frequenti battute di caccia dei suoi membri. Per un lungo periodo, rappresentò il luogo il favorito di svago di Vittorio Enanuele II, il quale vi fece costruire diversi edifici: Villa dei Laghi, villa La Bizzarria e le cascine Vittoria ed Emanuella. Dal 21 Agosto 1978 la Regione Piemonte ha fatto della tenuta un Parco Regionale. L'obiettivo del parco è quello di difendere e conservare la flora e la fauna in esso presenti; di recente il parco è stato dichiarato “Patrimonio dell’Umanità” dall’UNESCO. Vista l’enorme estensione e le numerose attività proposte, è impossibile visitare il parco in un solo giorno; si può però scegliere tra le varie proposte sia naturalistiche che culturali offerte tra queste il museo degli Appartamenti Reali di Vittorio Emanuele II, trekking, laboratori, capanni di osservazione faunistica, trenino turistico e molto altro ancora. Nel Parco vi sono inoltre:
- il Centro visite Cascina Brero, dedicato alle attività di educazione ambientale per scuole e famiglie, attrezzato con il laboratorio interattivo e multimediale "al.bo - conoscere e giocare con l'albero e il bosco", gestito dalle Guide naturalistiche accreditate della cooperativa Arnica e aperto tutte le domeniche pomeriggio fino ad ottobre. Presso cascina Brero hanno sede anche una scuola di MTB e un attrezzato Centro micologico.
- il Centro visite Ciabòt degli animali, presso il Borgo Castello, con una esposizione di reperti naturalistici e animali tassidermizzati, aperto sabato, domenica e festivi a cura dei volontari dell'associazione Croce Gialloazzurra.
La visita al Parco La Mandria è consigliata a scuole o centri estivi ai quali l’Ente Parco riserva laboratori didattici e percorsi a tema.
All'interno del parco è possibile il noleggio di biciclette.
Nella poesia viene riassunto il comportamento che ogni bambino, ma anche ogni adulto, devono tenere all'interno di questo angolo di paradiso, dove flora e fauna vivono indisturbati sotto gli occhi dei visitatori. Percorrendo il facile sentiero, della durata di circa un'ora, è possibile osservare da molto vicino: camosci, stambecchi, marmotte, caprioli, cervi, cinghiali e ricci. Nel parco vivono anche diverse specie di rapaci come la civetta delle nevi, l'allocco e il barbagianni. Durante il percorso si incontrano due splendidi laghetti che ospitano trote fairo, salmerini alpini e gamberi di fiume.
All'interno del parco è stata creata un'area picnic con tavoli e panche, ogni visitatore è pregato di lasciare pulito e di non tentare gli animali con avanzi di cibo. Due volte a settimana, il Lunedì e il Giovedì, la direzione del parco organizza laboratori didattici per un massimo di 25 ragazzi, per tutti coloro interessati a partecipare è obbligatoria la prenotazione. Visto l'ambiente privo di pericoli ed in stretto contatto con la natura, visita è molto consigliata alle scuole ed ai centri estivi.
All'interno del parco esiste un negozio di souvenirs che vende anche bibite e snacks, una toilettes e un'area giochi attrezzata. A poca distanza dal parco è possibile visita re la casa di vacanza e il museo dedicato a Papa Wojtyla.
La struttura è articolata in due aree un Parco Faunistico dove si possono osservare animali di diverse specie e un Parco di Divertimenti attrezzato con giostre per i più piccini, ma anche per gli amanti delle forti emozioni.
L'area adibita a Zoo safari, che si estende per diversi chilometri, è percorribile con mezzo proprio oppure con un comodo trenino. L'itinerario prevede la visita a diversi habitat dove vivono in stato di semi-libertà leoni, tigri, elefanti, giraffe, zebre e antilopi. Di particolare interesse la visita al lago dei Grandi Mammiferi da effettuare sul trenino a rotaie dove è possibile incontrare orsi polari, orsi bruni, rinoceronti, ippopotami e foche. Grazie ad un trenino corazzato è possibile addentrarsi nel villaggio delle scimmie ove trovano dimora oltre 300 babbuini. Lo zoo safari dispone anche di una Sala Tropicale con acquario e rettilario dove è possibile osservare il famoso ragno gigante con zampe di oltre 25 centimetri, ma anche boa, pitoni, tartarughe giganti e di un acquario di Leoni Marini che saranno lieti di presentarvi le loro abilità
Nel parco divertimenti trovano sede attrazioni definite "estreme" come Mirage Rosso, Sputnik, Euro Figther, l'Ottovolante, il Super Jumper e lo Street Figther, altre adatte a tutta la famiglia come un Simulatore virtuale che vi farà vivere diverse avventure a bordo di una navicella, il cinema 4D, l'African River, da percorrere a bordo di tronchi, e il Castello Fantasma dove verrete accolti da mago Merlino e dal suo possente Drago. Altre attrazioni sono riservate ai "bambini" come Excalibur, Acquabumber, Venezia e Brucomela.
La visita al parco, grazie alle numerose attività didattiche organizzate dalla direzione è consigliata alle gite scolastiche, ai centri estivi e alle famiglie con bambini
Il museo nacque nel 1941, grazie ad un progetto di Anna Maria Prolo, che dopo aver ottenuto autorizzazioni e finanziamenti lo inaugurò nel 1956. La prima sede del museo fu palazzo Chiablese, solo nel 2000 venne trasferito presso la Mole Antonelliana. L’allestimento del nuovo museo è stato curato da Francois Confino, il quale, aiutato dalla peculiarità dell’edificio, dalla fantasia, e dall’ingegno è riuscito a creare numerosi percorsi di visita, tutti altamente scenografici. I percorsi coinvolgono i visitatori con stimoli visivi e uditivi, come se stessero assistendo alla proiezione di un film. Il museo, che dal 1992 è una fondazione, comprende una collezione sulla storia della fotografia con apparecchi, accessori e documenti fotografici, una raccolta dedicata all’archeologia del cinema con apparecchi, accessori, manifesti cinematografici, materiali di scena, registrazioni sonore, incisioni, materiale pubblicitario e costumi, tra i quali un bustino appartenuto a Marilyn Monroe. La visita al museo è particolarmente adatta ai ragazzi che potranno capire, anche attraverso prove pratiche, come si costruisce un cartone animato. Nei diversi spazi espositivi del museo, potranno vedere i costumi dei loro eroi e di altri personaggi che hanno fatto la storia del cinema. La direzione del museo è molto attenta alla diffusione e alla valorizzazione della didattica del cinema, propone percorsi guidati, laboratori e lezioni, che attraverso una partecipazione attiva dei ragazzi, consentono un apprendimento delle varie tecniche e tematiche ad esso collegate.
Si può davvero passeggiare tra i pavoni nel Bioparco di Roma e non sarà difficile neppure partecipare alle iniziative di conoscenza ravvicinata con diverse specie di animali, dagli insetti ai rettili o scoprire dove “nasce” il latte nella fattoria. D’estate è possibile frequentarne il Centro Estivo, così come è possibile prenotarsi per una festa di compleanno indimenticabile o adottare un animale a distanza. Per essere aggiornati sulle tante iniziative vi consigliamo di consultare il sito: è accattivante e aggiornato. Per quanto riguarda la storia del Bioparco, nacque come Giardino Zoologico per iniziativa della Società Anonima per il Giardino Zoologico, fondata nel 1908: l’obiettivo era quello di realizzare un parco per ospitare una importante collezione faunistica. Il progetto fu realizzato nella parte Nord di Villa Borghese da Carl Hagenbeck, commerciante di animali, che aveva progettato in quegli anni anche l’innovativo Zoo di Amburgo, che prevedeva la sostituzione delle tradizionali gabbie con fossati e spazi verdi. La stessa tecnica fu utilizzata anche a Roma: lo Zoo fu inaugurato nel gennaio del 1911 e divenne in breve tempo famoso in Europa. Problemi logistici (era mal collegato con il resto della città), finanziamenti sempre al di sotto delle reali necessità e soprattutto le vicende belliche lo condannarono ad un lento declino, nonostante alcuni ampliamenti realizzati nel 1935 e la costruzione di due gioielli: la Grande Voliera e il Rettilario. Nel 1970 il Rettilario stesso, fiore all’occhiello del Giardino Zoologico, fu chiuso e ci vollero ben tredici anni per la sua riapertura al pubblico. Malgrado tutte queste difficoltà, lo Zoo ha nel tempo acquistato fama di ambiente specializzato nella riproduzione di specie rare o in via di estinzione. Nel 1994 fu avanzata l’idea di trasformarlo in Bioparco, finalizzato alla conservazione, alla ricerca e alla formazione in tema di sostenibilità ambientale. Dopo una esperienza di gestione societaria, dal 2004 è stata creata una Fondazione a partecipazione pubblica e privata che gestisce il Bioparco inteso come servizio pubblico, con particolare attenzione alle tematiche sociali. Al momento vivono nel Bioparco di Roma quasi 1300 animali appartenenti a 200 differenti specie, provenienti da tutto il mondo. I pavoni sono liberi di passeggiare tra i visitatori
Il parco ha origine nel 1999 con un esposizione di circa venti esemplari di dinosauri a grandezza naturale, l'anno successivo i gestori hanno aggiunto una serra con piante tropicali e terrario, nel 2001 il parco è stato ampliato con l'aggiunta un'acquario con pesci d'acqua dolce e salata. La vera e propria trasformazione del parco è cominciata nel 2002 la costruzione del Bioparco, nel pieno rispetto delle attuali normative sulla conservazione e sulla protezione degli animali a rischio di estinzione. Negli anni il Bioparco è costantemente cresciuto fino ad occupare un'area di 60.000 metri quadrati nei quali, oltre allo zoo con le sue 55 specie di animali provenienti da tutto il mondo, è possibile seguire un percorso lungo un viaggio ideale sull'evoluzione della vita sulla terra, sostare nelle tre aree divertimento e nell'area picnic. Il Bioparco ospita inoltre animali sequestrati alla frontiera o a privati in quanto importati o detenuti in violazione alla Convenzione di Washington (CITES), organizza inoltre speciali visite per le scuole con diversi laboratori esperienziali nei quali i ragazzi vengono sensibilizzati su temi botanici, faunistici e storici.
L'Antro del Corchia è rappresentato da una serie di gallerie e pozzi di origine carsica che si sviluppano su di una lunghezza di 53 chilometri, con un dislivello tra l'apertura e l'ultima grotta di ben 1.187 metri. Il complesso carsico del Corchia è il più vasto a livello italiano e tra i più vasti a livello mondiale, la sua estrema complessità morfologica ed evolutiva, durata circa 5 milioni di anni, lo rendono molto interessante dal punto di vista scientifico. Il percorso di visita, aperto solamente nel 2001 nonostante l'esplorazione alle grotte sia cominciata già '800, si sviluppa su di un tracciato di circa 2 chilometri. Passerelle e scalinate consentono al visitatore di addentrarsi in un magico mondo sotterraneo tra laghi sotterranei, canaloni, maestose stalattiti e stalagmiti che formano "la foresta Pietrificata". La visita ha una durata di circa due ore, all'interno della grotta la temperatura si mantiene costante tutto l'anno intorno agli 8 gradi si rendono quindi indispensabili abbigliamento e calzature adeguate.
All'interno del complesso carsico è possibile visitare una suggestiva vecchia miniera utilizzata per l'estrazione dell'argento. Muniti di caschetti (messi a disposizione del centro) ci si addentra nella miniera su di un percorso di circa 600 metri nel quale la temperatura rimane costante a 14 gradi. Grazie a particolari ambientazioni nelle quali sono state riprodotte scene di lavoro, si potrà capire la durezza e la difficoltà del lavoro in miniera e vedere quali erano gli strumenti a disposizione dei minatori. L'illuminazione attentamente studiata, grazie a giochi di luci e all'utilizzo di led rende l'atmosfera molto simile a quella di un tempo. La visita comincia dall'antica "cava romana", e prosegue nella "Cavetta" dove si trova, come negli agli canali, mercurio liquido allo stato nativo.
La visita è particolarmente indicata a gite scolastiche e centri estivi ai quali il parco offre visite giornaliere su prenotazione.
Il Bioparco, membro dell’EAZA, associazione che riunisce le migliori strutture zoologiche d’Europa, è un parco di nuova concezione i cui scopi sono:
- far conoscere e difendere le varie specie animali
- proteggere le specie a rischio di estinzione
- promuovere la ricerca e la difesa dell’ambiente.
Il ZOOM si sviluppa in un’immensa area verde, interamente pedonale, dove è possibile visitare i vari habitat asiatici e africani. Il proposito del bioparco è quello di sensibilizzare l’uomo al rispetto della natura e degli animali attraverso la loro conoscenza. Per questo motivo gli ambienti dei vari habitat sono stati fedelmente riprodotti rispetto agli originali, e gli animali vivono in stato di semi-libertà. Nell’habitat del Madagascar è possibile vedere lemuri, fenicotteri rosa, pellicani e tartarughe giganti, mentre nell’habitat di Sumatra si incontrano gru, antilopi, istrici, cervi axis, varie specie di anatre e la maestosa tigre.Dal 2013 il parco si è arricchito di una nuova sezione dedicata all’habitat del Serengeti dove vivono in perfetta armonia e tranquillità giraffe, zebre e rinoceronti. A maggio 2015 sono giunti a ZOOM due nuovi ospiti: due Panda Rossi o Panda Minori. Questi animali sono stati catalogati tra le specie a forte rischio di estinzione, in Europa ne esistono infatti solamente 350 esemplari, mentre in Italia 10. Per i nuovi ospiti è stata creata una speciale area con 4 grandi aceri americani, dei bamboo, di cui i panda vanno ghiotti, e una zona coperta per quando le temperature scendono. Curiosità: appartiene alla specie Panda Rosso il maestro Shifu del film Kung Fu Panda.
In estate, gli ospiti, possono rilassarsi nella Bolder Beach, splendida spiaggia di sabbia fine dotata di piscina. Nella bella piscina è possibile fare il bagno assieme ad una colonia di pinguini africani (separati da una vetrata).
Il parco prevede particolari offerte e laboratori per scolaresche e centri estivi.
Il parco geologico, unico nel suo genere, è posto nella splendida cornice del versante sud-occidentale delle Dolomiti. Si estende in un canyon naturale per una lunghezza di 8 chilometri, con una profondità di circa 400 metri. La gola, creatasi in maniera naturale, nel corso degli anni, in seguito all'opera di erosione delle acque del Bletterbach, è un vero e proprio museo a cielo aperto, al punto da essere stato inserito il 26 Luglio 2009 tra il Patrimonio dell'UNESCO. Nella gola, attraverso i vari strati di roccia, è possibile capire il clima e le condizioni ambientali esistenti circa 250 milioni di anni fa, ma è anche possibile vedere impronte di sauri, tracce di piante, resti di pasti animali e fossili marini. Il parco è visitabile attraverso percorsi guidati, per gruppi e scuole, di diversa lunghezza e grado di difficoltà. E' possibile visitare gli splendidi luoghi posti nei dintorni della gola attraverso E-Bike, da noleggiare all'interno del parco, o con passeggiate attraverso i vari sentieri.
La visita al Geopark è molto adatta alle gite scolastiche ed ai centri estivi per i quali le guide del parco hanno tracciato interessanti percorsi.
Posto all’interno del parco acquatico Atlantis, Lost Word è un parco tematico educativo. All'interno del parco, i visitatori potranno entrare in contatto con gli uomini della preistoria, attraverso la ricostruzione di capanne, villaggi primitivi, ed enormi statue di dinosauri realizzate dallo scultore Tim Handford.
Il Rafting Adventur, offre la possibilità, a grandi e piccini, di provare l'emozione di una discesa in rafting sulle turbolente acque della Dora Baltea. Si tratta di percorsi appositamente studiati dagli istruttori per far scendere in tutta tranquillità e sicurezza bambini e adulti alla loro prima esperienza, ma anche persone esperte che potranno cimentarsi in rapide e avventurosi passaggi. Durante le discese i bambini, accompagnati dagli istruttori del parco, potranno prendere confidenza con il fiume e ammirarne le rive ricche di flora e fauna.Il parco propone inoltre gite per tutta la famiglia alle Gole di Leverogne e la possibilità di percorrere un tratto di Dora in Hydrospeed muniti di un bob e di un paio di pinne. L'esperienza è consigliata a tutti coloro che hanno un buon rapporto con l'acqua.
La discesa di rafting è adatta anche a scolaresche e centri estivi.
Posto sulle rive del fiume Noce, classificato tra i migliori livello Europeo per le discese rafting, il centro. offre la possibilità a grandi e piccini di effettuare discese di rafting, canoa Kayak, hydrospeed, escursioni in canoa sul vicino lago di Santa Giustina o nel canyon di Rio Novella. Il parco offre inoltre la possibilità di effettuare gite in mountain bike, partite di tennis, pallavolo, calcetto. Il centro dispone di un parco giochi attrezzato, di un area picnic con zona barbeque, di un bar e di una palestra.
Il centro organizza weekend o settimane multisport adatte anche a scolaresche o centri estivi.
Il parco, aperto nel 1982, si è di anno in anno arricchito di nuove attività e proposte per i suoi ospiti, grazie alla passione per gli sport fluviali e per l'ambiente alpino del suo "magic team". Il centro rafting offre tutto che può rendere indimenticabile una giornata o un soggiorno al suo interno a partire dalle numerosissime attività offerte come il rafting, l'hydrospeed, il canyoning, il tarzaning, discese in canoa o in cayak oppure se sentite la necessità di rilassarvi il moderno centro benessere mette a vostra disposizione una piscina interna riscaldata con idromassaggio, cascate cervicali, giochi d'acqua, sauna finlandese, biosauna, bagno turco, docce aromatizzate e molto altro ancora. Il centro, situato all'interno del Dolomiti camping Village, offre la possibilità di soggiorni in bungalow, chalet e appartamenti con utilizzo della piscina scoperta, di un campo da calcetto, pallavolo, parco giochi attrezzato, pizzeria e mini-market. Il centro organizza inoltre settimane o weekend multisport.
Il centro offre la possibilità a scuole e centri estivi di passare una o più giornate all'insegna dello sport e del divertimento
Situato presso il Rafting Adventure, è stato il primo parco in Italia con percorsi "sugli alberi", organizzati in maniera ludico-sportiva adatti sia ai piccoli che ai grandi. I percorsi si snodano tra varie piattaforme poste a diverse altezze e organizzate in base a diversi gradi di difficoltà. Le varie piattaforme sono raggiungibili attraverso ponti tibetani, passerelle in legno e corda, liane e carrucole. La sicurezza è garantita da apposite imbragature con doppia longe e carrucola collegate ad un cavo di sicurezza che segue l'intero tracciato.
All'interno del parco è inoltre possibile acquistare pacchetti multi-sport che comprendono: rafting, hydrospeed, Mountain bike, canyoning, parapendio e salita in mongolfiera.
La storia di questo magnifico giardino iniziò nel 1956, quando il Marchese Gallarati Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale situata nei pressi di Ardea, poco distante da Roma. In omaggio ad uno dei nomi della famiglia Taverna la proprietà venne chiamata Landriana. Il giardino nacque quasi per caso con l'intenzione dei proprietari di piantare degli alberi, per fare un po' di ombra al casale, in seguito, grazie all'opera di Lavinia in giardino si ampliò notevolmente senza però avere un disegno ed una struttura così per mettere ordine alle piante presenti venne chiamato il noto paesaggista inglese Russell Page. Page diede al giardino una struttura molto forte e ben disegnata in grado di accogliere le centinaia di varietà di piante presenti, imponendo ordine e rigore. Nacquero spazi circoscritti da siepi e vialetti, una pergola, un giardino con vasca, una bordura con piante grigie, un rock garden e un roseto. Successivamente su consiglio di Page il giardino venne ampliato con una scalinata rettilinea, oggi viale bianco, un lago artificiale, il Giardino degli Ulivi e la Valle delle Rose Antiche. I giardini dell Landriana, grazie all'incessante opera della Marchesa Lavinia (scomparsa nel 1997) rappresentano oggi un esempio di giardino moderno unico nel suo genere in Italia. Negli ultimi anni il giardino ha aperto le porte al pubblico e a fiere di giardinaggio che avvengono generalmente in primavera ed autunno.
I giardini organizzato speciali visite e itinerari per scolaresche con percorsi studiati per fasce di età dai 3 agli 8 anni oppure dai 9 ai 14 anni. Le classi vengono accompagnate all'interno del parco da una guida che coinvolge i ragazzi in laboratori didattici. Dopo la visita è a disposizione un'area picnic.
Anche se gli appassionati del cielo e delle stelle dovranno avere pazienza (il Planetario e il Museo astronomico sono temporaneamente chiusi per opere di adeguamento dell’edificio che li ospita), questo è davvero un indirizzo da non perdere. Pensate che il Planetario occupa una sala di quasi 300 mq, ed ha una cupola di 14 metri di diametro, costruita appositamente in Francia. La sala è dotata di un potente proiettore ottico, e di un impianto di tecnologia ottica e digitale che consente l’utilizzo del Planetario con le 4500 stelle, 5 proiettori per i pianeti, 12 proiettori capaci di proiettare sull’intera cupola e così via: il massimo, davvero! e proiezioni sono ad orario ed alcune di esse sono appositamente studiate per bambini e ragazzi. Molte anche le proposte di spettacoli a tema.
Speriamo di poter comunicare presto la data della sua riapertura al pubblico!
Siete disposti ad effettuare un salto indietro nel tempo, fino all'era jurassica, alla scoperta della storia del nostro pianeta? Ebbene all'interno del Parco dei Dinosauri si snoda, tra una splendida e folta vegetazione, un percorso dove potrete ammirare animali a grandezza naturale come il velociraptor, lo stegosauro, il triceratopo e il tirannosauro, riprodotti fedelmente da ritrovamenti di fossili avvenuti dal 1820 ad oggi.
La visita al parco è particolarmente adatta a gite scolastiche e centri estivi.
Technotown è la ludoteca dedicata alle nuove tecnologie e, in particolare al rapporto natura-tecnologia, per i ragazzi tra gli 8 e i 17 anni. Si trova nel Villino Medioevale, all’interno di Villa Torlonia. Ci sono ben 9 sale con 9 differenti proposte ad alto contenuto educativo per utilizzare tecnologie molto sofisticate: Cyberplant, attrezzata con microscopio stereoscopico e termo camera ad infrarossi; Technoradio, vero e proprio studio radiofonico; Flipball, installazione interattiva per un entusiasmante gioco di squadra; Vedere la musica per imparare il concetto di frequenza e creare insieme un’armonia, a partire dai suoni di una vera “sonoteca”; Virtual Set, uno studio televisivo con tutti suoi trucchi e segreti; Scultor Robot, un sofisticato robot capace di riprodurre in una scultura in polistirolo una foto scattata in 3D con tecnologia laser; Digital Floor, un pavimento che, grazie a telecamere ad infrarossi che rilevano il movimento e ad un sistema di proiettori, si trasforma in una installazione interattiva per giochi di squadra; Avventure in 3D, per la scoperta della visione stereoscopica e la possibilità attraverso joystick di diventare protagonisti delle più incredibili avventure; Lego Education Innovation Studio una meravigliosa possibilità di coniugare lego e tecnologia per creare strutture in movimento. Technotown, che organizza anche laboratori ed attività per le scuole, è stata aperta al pubblico nel 2006 dopo un attento restauro del Villino Medioevale, costruito all’inizio del ‘800 a ridosso della Limonaia di Villa Torlonia che ospita attualmente un punto di ristoro.
Gestito dall'associazione Vivere i Parchi, il parco del Lago di Candia rappresenta un'oasi di pace e tranquillità di alto valore naturalistico, al punto da essere stato inserito dall'Unione Europea tra i Siti di Interesse Comunitario. Il parco, nato 1995, è situato nella pianura del basso Canavese occupando un area di ben 335 ettari. Il lago, di origini glaciali, ha una profondità massima di 7,5 metri, non è alimentato da un immissario ma da sorgenti naturali, intorno ad esso preziosi ambienti umidi di palude e paludetta ospitano un incredibile varietà di mammiferi, rettili, anfibi ed invertebrati. Scopo dell'associazione, composta da volontari, professionisti e ricercatori accademici, è la divulgazione scientifica, la ricerca didattica, l'educazione ambientale e la promozione turistica del territorio e delle aree protette del Piemonte.
Una visita a questo suggestivo angolo di Canavese vi permetterà di immergervi nella natura percorrendo i sentieri del bosco umido ripario o quelli della palude, ammirando le oltre 230 specie di uccelli di passo o stanziali e gli oltre 450 tipi di piante custodite nell'area protetta. Per i più pigri è possibile effettuare passeggiate in calesse o in groppa a simpatici asinelli, mentre un battello elettrico vi offrirà la possibilità di navigare sulle placide acque del lago. Le visite in battello vengono effettuate in compagnia di biologi che vi faranno scoprire gli abitanti del lago e del suo canneto (il battello è in funzione tutti i week end).
L'associazione Vivere i Parchi propone laboratori e accompagnamenti naturalistici a piedi, in battello o in canoa a scuole e centri estivi, formulati in stretta collaborazione con esperti del settore e dell'Università degli Studi di Torino. Ogni visita è calibrata in base al tipo di utenza, dai bambini della scuola materna agli studenti universitari, variando il livello di approfondimento degli argomenti trattati. Il programma di visita viene generalmente stilato, sotto ogni aspetto, in accordo con gli insegnanti referenti. Tra le varie proposte didattiche offerte troviamo:
- Vite invisibili: il viaggio microscopico in una goccia d'acqua
- Sani per Natura: i licheni interrogano l'ambiente sulla qualità dell'aria
- Sotto la Lente: laboratorio comparato di microscopia
- Verdi Piante: la vita segreta del mondo vegetale
- I Signori degli Anelli: il lavoro degli ornitologi del parco
- Chi mangia Chi: la rete alimentare per capire la biodiversità
Il caso di maltempo la direzione del parco garantisce la disponibilità di ambienti coperti e riscaldati
Le grotte, di origine carsica, sono considerate tra le più belle e importanti d’Italia, per la varietà delle concrezioni, per la grandiosità degli ambienti e per la ricchezza d’acqua. Le Grotte di Bossea, costituiscono la parte terminale di un grande sistema carsico che si sviluppa fra la Conca di Prato Nevoso e il torrente Corsaglia ad 836 metri di altitudine. Grazie all’attenta illuminazione, alla grandiosità delle sale, alle pareti a strapiombo, alle enormi stalagmiti e stalattiti la visita offre ai tutisti suggestioni ed emozioni uniche. Il percorso si snoda su di un sentiero di oltre due chilometri, con un dislivello di circa duecento metri, all’interno del quale si incontrano cascatelle, stagni, laghetti, un laboratorio carsologico e lo schelettro di un Ursus Speleo, che abitò le grotte 15 mila anni fa.
La visita alla grotta è molto adatta alle scolaresche ed ai centri estivi, ai quali sono riservati diversi percorsi a tema e laboratori. L’ingresso agli insegnati è gratuito, la prenotazione è obbligatoria.
Presso l’ingresso delle grotte si trova un ampio parcheggio adibito ad area sosta camper, mentre all’interno vi sono un’area pic nic e un salone coperto, da utilizzare in caso di condizioni meteo avverse.
La visita al planetario è articolata in due momenti:
- visita al Museo Interattivo dell’Astronomia e dello Spazio - visita al Planetario Digitale.
Museo Interattivo: Tramite esperimenti, dislocati sui quattro piani in cui si sviluppa il museo, il visitatore può ripercorrere la storia dell’astronomia, rivivere attraverso proiezioni le grandi imprese spaziali, fare esperimenti sulla forza di gravità e altre forze che governano l’universo, ripercorrere la storia dal big-bag fino a scoprire i possibili futuri scenari dell’universo.
Planetario Digitale: si tratta di una sala con 98 posti a sedere, sulla cui volta sferica vengono proiettati differenti spettacoli a tema. Gli spettacoli variano in funzione del periodo e dell’orario. Le proiezioni, create in collaborazione con i maggiori planetari internazionali, hanno vinto vari premi internazionali. Tra gli spettacoli disponibili: Meraviglie dell’Universo, Visioni del Cielo, Alla Scoperta del Cielo, Il Circo dei Pianeti, Stelle di Atlantide e il nuovo Robot Explorers.
La visita al planetario è consigliata alle scolaresche alle quali sono dedicati percorsi didattici e attività a tema.
Progettato e realizzato nel 2003 dall’artista Carmelo Giammello, scenografo rivolese di fama internazionale, il Villaggio di Babbo Natale di Rivoli riproduce un tipico villaggio nordico con casette in legno all'interno delle quali, oltre al Mercatino di Babbo Natale, si svolgono attività e servizi di animazione. Oggi il Villaggio é molto più grande rispetto al progetto originale e coinvolge tutte le piazze del centro storico.
Seguendo l'itinerario della mappa ogni bambino potrà farsi mettere il timbro dai folletti che incontra e potrà così poi ritirare presso la Casa del Conte Verde o il Punto Info un omaggio offerto dagli sponsor dell'evento. Inoltre si potrà acquistare il biglietto della Lotteria di Babbo Natale e attendere l'estrazione del 30 Dicembre con tanti premi in palio.
http://www.ilvillaggiodibabbonatale.it/
Ha sede confinante con il perimetro del Bioparco. Fu fondato nel 1932 per ospitare le collezioni naturalistiche della Regia Università di Roma (l’attuale Università La Sapienza) e dell’Università Pontificia. Ospita più di quattro milioni di esemplari conservati che vanno da molluschi di piccole dimensioni ad una balenottera di 16 metri. Molti degli esemplari sono visionabili solo per obiettivi di ricerca. Le sale a tema e gli strumenti multimediali e multisensoriali consentono un approccio alla biodiversità e all’adattamento ai diversi tipi di ambiente.
Gestito da un anno da Gardaland, Lido di Jesolo SEA LIFE Aquarium offre l’incredibile opportunità di “immergersi” tra le bellezze dell’ecosistema marino grazie alle 35 vasche con oltre 3.000 esemplari appartenenti a più di 150 specie acquatiche di tutti i mari del pianeta: dai cavallucci alle stelle marine e alle meduse, dalle razze ai misteriosi squali. Un percorso particolare di oltre 2.000 mq. che conduce alla scoperta dei mari, in un lungo viaggio attraverso 16 ambientazioni: dalla Laguna di Venezia sino all’Oceano passando per i mari tropicali. Un’occasione straordinaria per approfondire la conoscenza di alcune tra le specie e gli ambienti marini più suggestivi del pianeta.
La novità 2015 è rappresentata da “Murene alla riscossa”. La nuova stanza tematizzata - sarà presente per tutto il 2015 a Jesolo - è stata pensata per ospitare una grande varietà di Murene, strani ma affascinanti pesci dal corpo privo di squame e coperto di muco che le protegge dai parassiti e permette loro di infilarsi in incredibili pertugi. Si tratta di pesci anche se assomigliano a dei serpenti e sono presenti nelle scogliere e nei profondi fondali rocciosi di tutto il mondo. L’area, composta da 6 vasche di medie dimensioni, accoglie e ospita le più sorprendenti e affascinanti specie di Murene, scelte per mostrare la biodiversità di questa famiglia di animali. Come in un’esaltante immersione, piccoli e grandi avranno l’impressione di entrare in un misterioso relitto subacqueo attraverso il quale potranno ammirare e conoscere tutto ciò che contraddistingue le diverse varietà di Murene che popolano i nostri mari. Al centro dell’area, la Murena Zebra che vive nelle barriere rocciose e coralline dell’Indo-Pacifico e - diversamente dalle altre Murene che si nutrono anche di pesci - caccia esclusivamente invertebrati quali crostacei, ricci e molluschi. Nella vasca opposta, un ospite speciale: la Murena Verde, animale solitario e aggressivo proveniente dall’Oceano Atlantico. Il suo morso può essere molto pericoloso anche perché le sue dimensioni possono arrivare fino a 2,5m. Questo tipo di murena viene anche pescata e mangiata, nonostante sia molto rischioso perché portatrice di tossine. Attenzione! Un altro ospite dell’Acquario è la Murena a macchie bianche che si nasconde negli anfratti rocciosi dell’Oceano Atlantico durante il giorno ed esce solo di notte per cacciare. Sembra che questa specie sia ermafrodita: l'individuo si sviluppa prima in femmina e poi diventa maschio. E’ una murena vorace e si ciba di tutto, dai pesci ai crostacei. Curiosissima è la Murena Nastro Blu, ermafrodita che si sviluppa prima con le caratteristiche maschili e, successivamente, si trasforma in femmina. La livrea riflette i vari stati sessuali assunti: da giovane, asessuata, sfoggia una livrea completamente nera con la pinna dorsale di color giallo intenso come l'interno della sua bocca; da adulta, di sesso maschile, la livrea diventa blu o turchese con sottili venature longitudinali più scure mentre la pinna dorsale, il muso e la bocca sono gialli. Più tardi, divenuta femmina; la livrea è completamente gialla con qualche piccolo riflesso turchese. La testa è appuntita, la bocca ampia, il mento presenta tre barbigli e le narici tubulari terminano con un’escrescenza a forma fogliare che utilizza come organi olfattivi. L’esemplare può raggiungere la lunghezza di 130 cm.!
Nella vasca successiva ecco, insieme, due specie di misure simili tra loro: sono la Murena Stellata e la Murena Nastro Bianco che, grazie alla sua chiara livrea, si mimetizza perfettamente nella sabbia. All’estremità del muso presenta due narici anteriori a forma di tubicino che puntano verso il basso e due narici posizionate proprio sotto l’occhio: si tratta di una sorta di radar a tutto campo per la caccia notturna. La Murena Stellata invece, grazie alla sua livrea mimetica, può cacciare anche di giorno! Questo curioso esemplare non teme di uscire dall'acqua per muoversi tra le pozze di marea.
In una particolare vasca a forma di oblò è ospitato il Grongo Maculato che scava la sua tana nella sabbia vicino alle barriere coralline. Si nutre di plancton che cattura tenendo il corpo parzialmente nascosto nella sabbia e vive in gruppi numerosi che possono arrivare fino a qualche migliaia di individui.
Questi esemplari inquietano a causa della loro espressione aggressiva ed anche per il movimento involontario delle mandibole che le porta ad aprire e a chiudere la bocca in maniera ritmica scoprendo così, in continuazione, i denti ben appuntiti. In realtà il movimento serve solo a coordinare la respirazione, quindi niente paura! Come per ogni specie marina e terrestre è importante, però, non basarsi mai sulla prima impressione; ogni esemplare va trattato con rispetto e, in questo modo, nessuno sarà aggredito!
“Ci fa piacere accogliere queste particolarissime e affascinanti creature a Lido di Jesolo Sea Life Aquarium per avvicinare sempre più i nostri Ospiti al mondo marino - ha dichiarato Danilo Santi, Amministratore Delegato dell’Acquario - Cerchiamo di coniugare così divertimento, entusiasmo e conoscenza attraverso la tecnica di “edutainment” ovvero imparare divertendosi!”
Un’esperienza davvero sorprendente che consente di vivere una magnifica avventura negli abissi marini!
L'acquario, situato sul lungomare livornese, dispone di una location di forte interesse storico, artistico ed architettonico nella quale si susseguono vasche, acquari ma anche sale dedicate a mostre come quella "Kosmos: il cielo e le stelle dall'antichità a Galileo". Nell'acquario è possibile osservare, attraverso le 32 vasche, i vari habitat marini del pianeta da quello mediterraneo a quelli tropicali e caraibici dove vivono più di 2000 animali di oltre 300 specie diverse. Il percorso di visita inizia dalla Sala Diacinto Cestoni con 12 vasche dedicate alle bellezze del Mediterraneo nelle quali è possibile ammirare cavallucci marini, polpi, il pesce trombetta e i granchi melograno, proseguendo nella visita si potrà provare l'emozione di accarezzare una razza nella alla vasca tattile, mentre nella vasca Indo-Pacifico con i suoi 300.000 litri d'acqua è possibile vedere da vicino la tartaruga verde che nuota assieme a squali pinna nera.
Il viaggio prosegue nei coloratissimi habitat caraibici, in quelli liguri e in quelli tropicali con la splendida barriera corallina, i pesci pagliaccio, fino a giungere nell'area marino-archeologica greco-romana dove in una grande vasca è stata posta una riproduzione di un relitto di nave romana. La visita all'acquario è molto adatta a gite scolastiche e centri estivi ai quali la direzione dell'acquario propone visite con esperti e laboratori didattici con l'utilizzo di strumenti particolari
La scoperta della prima grotta quella "Del Fiume" avvenne il 28 Giugno del 1948 ad opera di un gruppo di speleologi del Gruppo Speleologico di Ancona, nel 1966 uno speleologo del Gruppo di Fabriano scoprì una diramazione della suddetta grotta, mentre nel Luglio del 1971 avvenne una delle scoperte più importanti, un gruppo di speleologi dopo un mese di lavoro riuscì ad aprire un passaggio attraverso la Strettoia del Drago trovandosi di fronte a 5 chilometri di cavità, cunicoli pozzi e gallerie fino a quel momento inesplorate e ricche di resti di animali di epoche preistoriche. A settembre dello stesso anno avvenne la scoperta della Grotta Grande del Vento. Nel 1972 venne creato un consorzio per la salvaguardia e la valorizzazione delle grotte che portò alla messa in sicurezza dei percorsi e nel 1974 all'apertura al pubblico delle stesse. Difficile è stabilire una data sulla formazione delle grotte sicuramente i primi cunicoli e i primi pozzi si formarono un milione e quattrocentocinquantamila anni fa grazie all'erosione delle acque di torrenti sotterranei e al sollevamento degli Appennini. La Grotta offre vari percorsi di visita da quello turistico a quello speleologico a quello speciale per scolaresche. Il percorso turistico parte dall'Abisso Ancona, una delle cavità più grosse d'Europa con una lunghezza di 180 metri e 120 metri di larghezza per proseguire con il Laghetto Cristallizzato, la Cascata del Niagara, il Castello delle Fatine, i Giganti fino a raggiungere la Sala dei 200 ultima tappa per i visitatori con mobilità limitata mentre gli altri possono proseguire attraverso scale e raggiungere il Gran Canyon dove si attraversano crepacci in fondo ai quali si trovano cavità completamente allagate, la Sala dell'Orsa attraverso la quale risalivano le acque sulfuree e la Sala dell'Infinito. La visita dura all'incirca un ora e quindici minuti, accessibile a tutti, con una temperatura costante di 14 gradi, per la visita si consigliano scarpe comode e una maglia.
E' il nuovo museo delle scienze di Trento, inaugurato il 27 Luglio 2013. L'avveniristica struttura, progettata da Renzo Piano, richiama il profilo delle montagne, sviluppandosi su 6 piani con 12.000 metri quadri di superficie totale e 5.000 metri quadri di superficie espositiva. Ben 450 sono gli animali imbalsamati ospitati all'interno della struttura, dove si potrà intraprendere un viaggio tra i vari habitat della terra, incontrando uomini preistorici e scheletri di dinosauri. L'intero percorso museale si sviluppa in sale interattive, con suoni e immagini, nelle quali attraverso gioco e sperimentazione è possibile imparare divertendosi. Nella FabLab è possibile progettare e realizzare oggetti utilizzando una stampante 3D, mentre nel Maxi Ooh i bambini troveranno uno spazio interamente dedicato a loro. L'edificio è dotato di una caffetteria, un bookshop, toilette con fasciatoio. Tutti i punti sono raggiungibili con carrozzine, passeggini o sedie a ruote. La visita al museo è molto adatta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie, ai quali gli esperti del museo hanno dedicato 5 percorsi guidati. I percorsi sono stati studiati per stimolare e motivare i ragazzi alla scoperta e alla comprensione dei temi scientifici trattati.
Scoperta da un cacciatore nel 1797, la grotta di origine carsica, si sviluppa su di un percorso di 910 metri, con un dislivello di 21 metri. Molto visitata nell’ottocento, al punto da attrarre turisti e giornalisti da tutta Italia, venne chiusa al pubblico per oltre un secolo. Di recente è stata riaperta ai turisti, dopo un’attenta risistemazione dell’impianto di illuminazione e dei percorsi di visita. La grotta, considerata la più colorata d’Italia, si presenta con un susseguirsi di corridoi e sale, che evocano suggestive immagini e magiche atmosfere. Di notevole bellezza sono alcune delle sue sale tra queste: la Barca di Caronte, il salone del Lago con le sue acque azzurre, i Bagni di Venere dalla bianchezza marmorea, la Gran sala del Cigno e l’Anticamera dell’Inferno. La temperatura all’interno della grotta è costante a 9° si consigliano pertanto abbigliamento e scarpe adeguate.
Piacerà molto ai bambini e affascinerà gli adulti questo splendido museo che unisce archeologia classica e industriale. Anche se molti lo considerano il più bel museo di Roma è anche uno dei meno frequentati dai turisti e questo vi consentirà di trovare facilmente parcheggio, di avere la massima attenzione degli addetti e di poter godere in tutta tranquillità di tanta bellezza: praticamente avete la possibilità di effettuare una visita perfetta. La sede del Museo è una sede speciale: la Centrale termoelettrica Montemartini costruita tra il 1911 e il 1913 in prossimità del fiume Tevere per illuminare Roma. Fu il primo impianto pubblico per la produzione di elettricità; all’inizio sviluppava una potenza di 7.000 Kw. Nel 1924 la Centrale si arricchì di 2 gigantesche turbine a vapore della ditta Tosi e si arrivò a produrre 16.000 KW. La potenza aumentò ancora nel 1933 con l’arrivo di due grandi motori diesel. La Centrale restò a pieno regime fino al 1963, poi fu chiusa nel giro di qualche anno e restò in stato di abbandono per oltre un ventennio. Nel 1997, in occasione della ristrutturazione dei Musei Capitolini, si cercavano spazi per ospitare temporaneamente una serie di opere mai esposte per problemi di spazio. Si pensò di accostare archeologia classica ed industriale in un unico spazio espositivo. L’iniziativa si tradusse in una mostra intitolata “Le Macchine e gli Dei”: il successo fu tale che si decise di mantenere l’allestimento della Centrale Montemartini come polo museale permanente della città. Al suo interno è così possibile ammirare statue, mosaici, fregi ed arredi di epoca romana rinvenuti negli scavi del periodo fine ottocento / 1930 accanto ai macchinari più grandi e potenti che potete immaginare e ad una caldaia davvero eccezionale: un mondo arcaico dove incontrare la splendida Musa Polimnia e dove le chiavi inglesi sono davvero più alte dei bambini. Un luogo suggestivo dove nei grandi e luminosi ambienti è ancora tangibile l’odore delle macchine e si respira l’impegno delle tante persone che vi hanno lavorato.
Explora è un Museo fantastico che dal 2001 (anno della sua apertura) ad oggi è stato visitato da 1.430.000 visitatori, pari a 150.000 visitatori all’anno. Attraverso attività di gioco e di laboratorio, i bambini possono esplorare il funzionamento di alcuni servizi, come le Poste o le Banche; c’è lo spazio dedicato al riciclo, quello per i giochi d’acqua. Ci si può vestire da pompiere e guidare un vero camion dei pompieri; c’è un percorso tattile e uno spazio per i giochi di squadra e così via. Le attività sono studiate per bambini dai 3 ai 12 anni di età con uno spazio dedicato all’esplorazione sensoriali per i bambini di età inferiore ai 3 anni. Il Museo ha consentito di recuperare un’area di circa 8.000 mq , ex deposito tranviario in stato di abbandono, che è stata data in concessione dal Comune di Roma al primo Museo per Bambini privato no profit italiano. Oltre al Museo vero e proprio, Explora dispone di un’area verde con giochi, un parcheggio a pagamento, punti di ristoro, un bookshop, e una cucina dedicata ai laboratori di educazione alimentare.
Annoverata tra le fattorie didattiche della Regione Piemonte, l'Azienda offre ai suoi ospiti diversi percorsi educativi di facile esecuzione e adatti a varie fasce d'età: dai bimbi dell'asilo nido fino ai ragazzi delle scuole medie. I percorsi permettono di scoprire a fondo la natura che ci circonda, gli animali che la abitano e i complicati processi di trasformazione naturale con la loro storia. I percorsi proposti dalla fattoria sono:
- dalle api al miele: i contenuti fondamentali di questo percorso sono la conoscenza biologica e morfologica dell'ape, la conoscenza della vita dell'apicoltore e gli attrezzi utilizzati. Vai al dettaglio del percorso
- gli amici animali: i contenuti fondamentali di questo percorso sono la conoscenza, la salvaguardia degli animali e i comportamenti da tenere in loro presenza. Vai al dettaglio del percorso
- dal seme al piatto: i contenuti fondamentali che verranno approfonditi sono il ruolo fondamentale della natura con i suoi cicli di vita ed il processo che va dalla semina al consumo di un prodotto ortofrutticolo. Vai al dettaglio del percorso
Ogni percorso, permette ai ragazzi di approcciarsi all'argomento trattato in maniera sia teorica che pratica. In ogni momento, il responsabile qualificato è a completa disposizione dei ragazzi per rispondere a domande e illustrare ciò che si sta facendo.
L'osservatorio astronomico "Terrazza delle Stelle", posto nella conca delle Viote del Monte Bondone, è il luogo ideale per trascorrere una serata o una giornata, lontano dalle luci cittadine e dallo smog, ad osservare il cielo stellato. Grazie ai potenti telescopi di cui è dotato il centro, e sotto la guida di esperti operatori, di sera è possibile osservare le varie costellazioni, mentre di giorno, grazie a particolari filtri, è possibile l'osservazione del sole. Alle osservazioni sono spesso affiancati concerti di musica classica o leggera, animazioni di teatro scientifico, spettacoli e racconti per ragazzi. La visita è molto adatta a gite scolastiche e centri estivi.
Posta all’interno di uno scenario di rara bellezza, la miniera aperta nel 1710 per l’estrazione dell’oro, permette ai suoi visitatori di rivivere le esperienze e le sensazioni degli antichi minatori. La Guia, prima miniera d’oro aperta in Italia alle visite turistico-culturali, attraverso un percorso della durata di 40 minuti, permette al visitatore di godere dello spettacolo naturalistico delle grotte, dei cunicoli e delle gallerie scavate dall’uomo nella sua ricerca ed estrazione del prezioso metallo. Il percorso di visita si snoda su di un facile tracciato della lunghezza di 800 metri adatto anche a passeggini e sedie a ruote. La temperatura all'interno della grotta è costante tutto l'anno intorno ai 9 gradi si consiglia quindi un abbigliamento adeguato.
La visita alla grotta è molto adatta a gite scolastiche e centri estivi
Posto sulla collina di Falconara Marittima in provincia di Ancona, il parco opera dal 1968, all'inizio semplicemente come parco divertimenti per bambini con scivoli, altalene, casette delle fiabe ecc. e con pochissimi animali per lo più domestici. Solo intorno agli anni '80 fece un vero e proprio balzo di qualità divenendo membro dell U.I.Z.A., adeguando le sue strutture ai moderni standard Europei e aumentando la presenza di specie animali.
Oggi il parco si estende su di una superficie di 60.000 ed è considerato un importante centro per la conservazione degli animali e delle specie a rischio di estinzione, partecipa a progetti internazionali per la salvaguardia delle specie ed è membro dell'E.A.Z.A. (Unione Europea Zoo e Acquari). All'interno del parco vivono in stato di semi-libertà mammiferi come i leoni, le zebre, il bue dei Watussi, il daino, il ghepardo, la giraffa, l'ippopotamo, i lemuri, la scimmia ragno e molti altri ancora, mentre nel moderno rettilario è possibile ammirare il pitone, l'iguana, la testuggine sulcata, dalle orecchie gialle e dalle orecchie rosse.
Se la Valle d’Aosta ci ha abituati a vedere i suoi castelli posti in cima a colli o rupi, Fenis rappresenta l’eccezione, infatti è posto su di un lieve promontorio in mezzo ad una piana, circondato da prati e boschi. Costruito intorno al 1242, la sua posizione richiese un’imponente struttura difensiva, che venne ampliata e fortificata nel corso dei secoli. Attualmente la struttura si presenta con una pianta a forma pentagonale circondato da una doppia cinta muraria ornata da merli, gli angoli hanno torrette circolari e torri quadrate. Le torri sono tra loro collegate da un camminamento di ronda ancora percorribile. Il mastio è racchiuso all'interno delle mura. Il castello, che durante la sua esistenza non ha mai subito veri e propri attacchi o assedi, doveva rappresentare la potenza e la ricchezza della famiglia Challant del ramo Fenis. Nel 1716 la famiglia Challant cedette il castello al conte Baldassarre Castellar di Saluzzo, da questo momento iniziò un lungo periodo di degrado. Il castello arrivò ad essere adibito a fattoria, le bellissime sale vennero utilizzate come stalle, fienili e alloggio dei fattori. Solo nel 1895, quando il castello versava ormai in un avanzato stato di degrado, venne acquistato da Alfredo d’Aldrade, storico e ricercatore, che restaurò le parti più danneggiate per poi farne dono allo Stato. Attualmente di proprietà della Regione Valle d’Aosta, dopo lunghi restauri, che lo hanno riportato agli antichi splendori, ospita il Museo del Mobile Valdostano. Sulle facciate del cortile interno sono ancora visibili affreschi e decorazioni gotiche, mentre sui balconi sono visibili affreschi del 1425-1430 opera Giacomo Jaquerio raffiguranti saggi e profeti che leggono motti e massime morali. Al piano terreno sono visitabili: la sala d’armi, il refettorio dei soldati e della servitù, la cucina e le dispense. Tramite uno scalone semicircolare, sopra il quale è dipinto San Giorgio che uccide il drago, si accede al piano superiore dove si trovano: la cappella, la camera domini, la cucina nobile, la sala da pranzo e la sala della giustizia tutte arredate con mobili originali dell’epoca.
Si tratta di un parco avventura immerso nel verde della Murgia Barese, in un area ad alto valore naturalistico. Il Parco dei Briganti è stato creato per riconciliare l'individuo con la natura, ma anche per sviluppare doti di abilità, equilibrio, migliorare il tono muscolare e raggiungere il benessere del corpo e della mente. Il parco offre una serie di attività che vanno dai percorsi sugli alberi, a gite in mountain bike, soft air, percorsi a cavallo, trekking, percorsi a piedi nudi e orienteering. Tutte le attività proposte permettono all'individuo di entrare in contatto con la natura divertendosi. Il parco è dotato di un percorso privo di barriere architettoniche adatto anche a ipovedenti.
La visita al parco è adatta a gite scolastiche e centri estivi
Nel parco, che si sviluppa su di una superficie di 10.000 metri quadrati, trovano collocazione 16 statue di dinosauri a grandezza naturale ambientate nel loro habitat. All'interno del parco vi è un'area pic-nic, un negozio di souvenir, pietre dure e fossili.
A poca distanza dal parco è visitabile il Museo dei Fossili posto all'interno del Palazzo del Governo di Matelica, borgo annoverato tra i più belli d'Italia. La visita al parco è molto adatta alle gite scolastiche ed ai centri estivi ai quali il parco riserva anche la visita alle grotte di Frasassi, per le famiglie può essere l'occasione per visitare la Città.
L'Oasi nasce nel 1993, quando il Professor Dario Garabello decise di trasferirsi nella sua proprietà di campagna e realizzare il suo sogno: dedicarsi agli animali! Ben presto nella tenuta vennero ospitati un gran numero di animali e, vista la crescente richiesta di poterla visitare, nel 1997 il Professore decise di aprire le porte al pubblico. Grazie all'impegno e alla professionalità del personale, nel 2001, il parco riceve il riconoscimento da parte del C.I.T.S (Comitato scientifico Italiano). Attualmente l'Oasi ospita numerose specie di animali, alcune in via di estinzione, oltre ad esemplari confiscati ed affidati alle cure del personale del parco dal Corpo Forestale dello Stato. Il parco, circondato da uno splendido bosco, si estende su di una superficie di 160.000 metri quadrati, dove gli animali vivono in ampi recinti, nei quali è stato ricreat,o nella maniera più fedele possibile, il loro habitat. Tra i numerosi esemplari ospitati citiamo l'Orsetto Lavatore, il Boa Costrittore, l'Emù, il Cammello, il Muflone, il Lama e il Furetto.
Il parco è lieto di ospitare Gite Scolastiche e Centri Estivi ai quali vengono offerti spunti di riflessione, idee per ricerche e lavori di gruppo. (E' necessaria la prenotazione)
L'Oasi degli Animali mette a disposizione dei suoi ospiti un'ampia area picnic coperta, un bar e servizi igienici
ll parco che si sviluppa su di una superficie di 450 ettari include 2 parchi archeologici, 4 parchi naturali, 3 musei e un centro di documentazione e l'antico borgo di minatori costruito circa 1000 anni fa. La visita, effettuata in compagnia di una guida, comincia dalla Miniera del Temperino (40 minuti) in un percorso lungo 360 metri alla scoperta dell'affascinante bellezza del mondo sotterraneo e dell'evoluzione delle tecniche di ricerca ed estrazione dei minerali dagli etruschi fino ai giorni nostri, per proseguire al Pozzo Earle dove si trovano i Musei delle Macchine Minerarie e dei Minatori (30 minuti). Grazie ad un comodo trenino, la visita prosegue all'interno della Galleria Lanzi-Temperino (50 minuti) dove è possibile ripercorre il tragitto dei minerali dalla miniera fino agli impianti di frantumazione e flottazione. Giunti al cuore del parco si visita la Rocca di San Silvestro (40 minuti) villaggio di minatori e fonditori di metalli come rame, piombo e argento sorto tra il X e XI secolo su volere dei conti della Gherardesca. Il villaggio venne abbandonato intorno al 1300 per svariati motivi primi fra tutti quello economico. La visita alla Rocca comprende un percorso attraverso antiche viuzze tra abitazioni di muratori, il cimitero, la chiesa e la zona signorile.