L’itinerario che vi proponiamo in questa guida, è un salto nel passato alla scoperta di splendidi borghi fortificati ma, è anche un viaggio mistico alla ricerca delle nostre radici spirituali. Sono i luoghi in cui nacque e predicò il Santo Poverello, dal quale ha tratto ispirazione l’attuale papa Francesco. In queste terre è nato l’ordine dei Francescani e l’ordine delle Clarisse, suore di clausura che seguono i principi di Santa Chiara. Passeggiando tra i lussureggianti boschi di larici del Monte Subasio non è difficile commuoversi per la bellezza della natura o immaginare il Santo che parla con gli animali. E’ un viaggio ricco di suggestioni dove e possibile fare camminate su strade bianche incontrando borghi, chiesette, torrenti, animali e luoghi di ristoro. L'itinerario parte da Perugia, principale città dell'Umbria, ricca di arte e di storia, per raggiungere la religiosa città di Assisi, e poi un susseguirsi di borghi medioevali tra i più belli d'Italia fino a raggiungere Spoleto, location assieme a Gubbio della fiction televisiva Don Matteo, e terminare a Todi.
Arroccata in cima ad uno sperone di roccia tufacea ad un'altezza di circa 500 metri, dal quale domina sulla piana circostante, l'antica città laziale è annoverata tra i borghi più belli d’Italia. Fu proprio in questo suggestivo paesaggio tra boschi, profonde vallate e il vicino lago di Vico che la famiglia Farnese scelse di costruire l'omonimo palazzo divenuto simbolo della città. La particolare struttura urbanistica del borgo, che si sviluppa attorno alla chiesa parrocchiale, la fontana delle tre cannelle e l'antico castello nel 1995 è stata oggetto di studio della scuola di architettura del Principe Carlo d’Inghilterra.
Per edificare la sontuosa villa vennero abbattuti alcuni edifici cittadini e costruita una via rettilinea per consentire un accesso trionfale al palazzo: Via Nicolai. La via oggi costituisce la principale arteria cittadina sulla quale si affacciano edifici e palazzi edificati con il favore del cardinale Alessandro per sopperire ai numerosi disagi cui venne sottoposta la popolazione. Molti di questi palazzi vennero abitati dai nobili che facevano parte della corte dei Farnese tra questi: palazzo Sebastiani, Mariani, Restituti, Moscheni. Oggi il borgo è famoso anche per la produzione delle nocciole con le quali si preparano i tozzetti, gli amaretti e i panpepati. Noi abbiamo inserito Caprarola in un itinerario attraverso la Tuscia ma può essere oggetto di una domenica o un week end fuori porta associandovi passeggiate tra la quiete dei secolari boschi di faggi e querce, anticamente covo di briganti, una visita al Lago di Vico con la sua riserva naturale oppure all'antica città di Sutri con la sua necropoli etrusca, l'anfiteatro etrusco-romano e il misterioso mitreo.
Voluto da Alessandro Farnese, nipote di papa Paolo III, il Palazzo vuole essere la celebrazione del potere e della ricchezza dell'antica e nobile famiglia che per secoli dominò questi territori. Costruito intorno al 1500 il palazzo con la sua caratteristica forma di pentagono domina dall'alto di una bella scalinata sull'intero borgo. Il progetto del palazzo venne inizialmente affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane ma, dopo morte dell'architetto i lavori subirono un breve periodo d'arresto. Fu Alessandro II che riprese la costruzione del palazzo affidandone il progeto al Vignola. La villa, costruita anche con criteri difensivi, è divisa in due zone a nord la parte estiva, a sud la parte invernale e tra le spesse mura scale per la servitù. Partendo dal basso la villa è composta:
- Dagli interrati che contenevano i magazzini, le cucine e i servizi necessaria alla servitù
- Il piano rialzato o dei Prelati al quale si accede o dalla scala interna a doppia rampa o dall'esterno attraverso un ponte levatoio che conduce al portone principale. Al piano dei Prelati si trovano il salone d’ingresso, la sala di Giove, e il cortile a forma circolare con tutt'intorno due portici sovrapposti con soffitti affrescati da Antonio Tempesta
- La scala Regia a pianta elicoidale ornata da 30 colonne in marmo peperino e affrescata da Antonio Tempesta da questa scala il cardinale poteva raggiungere la camera da letto anche a cavallo
Il piano nobile diviso negli appartamenti estivi affrescati dal Taddeo e in quelli invernali affrescati da Bertoja, Raffaellino da Reggio e Giovanni de Vecchi comprendono invece:
- Le sale di rappresentanza composte dalla sala Ercole, dalla cappella, dalla sala dei fasti Farnesiani, dalla sala del Concilio di Trento
- Gli appartamenti privati estivi ove incontriamo la camera dell’Aurora, la camera dei Lanifici, la camera della Solitudine, e la stanza del Torrione.
- Gli appartamenti privati d’inverno con la camera della Penitenza, la camera dei Giudizi e la camera dei Sogni
- Seguono altre sale di rappresentanza tra le quali la sala degli Angeli e la sala del Mappamondo sul cui soffitto è rappresentato lo zodiaco.
Al di sopra troviamo il piano dei Cavalieri e quello degli Staffieri utilizzato dal personale della corte. Di notevole bellezza i giardini all'italiana della Villa. I giardini si dividono in Giardini Alti e Giardini Bassi. I Giardini Alti sono abbelliti da fontane, nicchie, statue oltre che dalla Palazzina del Piacere affrescata da Jacopo del Duca.
Voluta dalla famiglia Farnese, la chiesa che sorge al di fuori dl centro abitato e dal piazzale antistante la facciata si gode di una bellissma vista sul borgo e su palazzo Farnese. Attualmente considerata una delle più belle dell'alto Lazio la chiesa dispone di un'imponente facciata di ispirazione veneta al cui interno sono custodite opere d'arte di notevole pregio tra i quali un ritratto di Odoardo Farnese, una tela raffigurante Santa Teresa di Guido Reni e un'altra raffigurante Sant Silvestro mentre è attribuita ad Alessandro Turchi la tela raffigurante una predica di San Francesco ai pesci.
Eretta nel XVI secolo su volere della famiglia Farnese, la chiesa rappresenta un bell'esempio di architettura tardo-rinascimentale. La facciata, piuttosto semplice, dispone di un bel portale che custodisce una pregevole porta in legno intagliato. All'interno sono custodite importanti opere tra le quali una Madonna con bambino del XII secolo. L'altare maggiore in legno intaliato venne disegnato dal Vgnola.
Costruita intorno al XV secolo su volere di Riario della Rovere la fontana è ornata da uno stemma cardinalizio nella parte superiore e nella parte centrale dall'emblema di Caprarola costituito da una pianta con due capre salenti. La fontana, incassata in un arco, è composta da due abbeveratoi uno interno ed uno esterno alimentato dalle acque del primo. Per alimentare la fontana venne realizzato un apposito acquedotto.
La città, anticamente utilizzata come luogo di villeggiatura di vescovi e cardinali, dispone di un borgo medioevale e di una parte rinascimentale. Dopo un giro della graziosa città è d’obbligo la visita a:
Nel 1498 il cardinale Riario decise di unificare tutti i terreni al di fuori delle mura del Borgo per crearne un “Barco” da utilizzare per le battute di caccia. Il Barco nel 1568 passò al cardinale Gambara che decise di abbellirlo con una Villa, boschetti e ampliare e abbellire i giardini con giochi d'acqua; iniziò inoltre la costruzione della Gambara. La palazzina venne successivamente affrescata da Raffaellino da Regio e Antonio Tempesta. Fu il cardinale Alessandro Damasceni Peretti che costruì la seconda palazzina detta Montalto e terminò gli imponenti lavori di terrazzamento dei giardini. Da notare la Fontana del Pegaso, fuori dal recinto dei giardini, di forma ovale con al centro un cavallo alato, il giardino all’italiana con al centro la fontana del Quadrato con tre vasche sormontate da Mori. Lungo le pendici della collina dietro le palazzine la Fontana dei lumini con 70 getti d’acqua, le grotte di Venere e di Nettuno, la Fontana della Tavola o Mensa del Cardinale, la Fontana dei Giganti le cui acque provengono dalla fontana della Catena, seguono la fontana dei Delfini e la fontana del Diluvio da notare le logge delle muse
La città posta in una piana a ridosso dei monti Cimini è conosciuta anche con il nome di “Città dei Papi” in seguito al lungo periodo in cui i papi la scelsero come loro dimora. Di sicure origini Etrusche la città già nel VII secolo A.C. fu sotto il dominio di Roma alla quale per un lungo periodo contese il primato in numero di abitanti. La sua posizione strategica sulla Cassia fece sì che con la caduta dell’impero romano i longobardi la scegliessero come centro difensivo fu infatti intorno all'anno 1000 che la cinta muraria della città venne ampliata e fortificata. Nel XII secolo la città divenne sede papale rimanendovi per un lungo periodo durante il quale godette di notevole splendore.
La città dispone di ampi parcheggio a pagamento posti appena fuori le mura dai quali in pochi minuti è raggiungibile il centro cittadino
La città è tranquillamente visitabile da soli a piedi ma, se volete avere una conoscenza più approfondita della storia della città e scoprire i suoi segreti attraverso i suoi angoli più nascosti potete partecipare ad uno dei numerosi tour guidati proposti dalle guide del luogo. Si può scegliere tra tour adatti ai bambini, tour sulla città medioevale e tour sulla Viterbo sotterranea, alcuni tour comprendono anche degustazioni di prodotti tipici locali. Per maggiori informazioni visitate il sito Tesori d'Etruria oppure telefonate al numero 0761 220851. I tour partono da Piazza della Morte.
il Palazzo costruito nel 1257 su volere di papa Alessandro IV sorge sul vecchio palazzo vescovile. Il vecchio palazzo venne modificato e abbellito per ospitare i pontefici, attualmente si presenta con una facciata in forme gotiche abbellita da una merlatura e da bifore. Si accede al palazzo tramite una scalinata, alla destra della quale troviamo la loggia ormai simbolo della città. Dalla loggia, ornata da arcate gotiche finemente decorate e da una fontana del quattrocento, si gode di un magnifico panorama sulla pianura sottostante. L’interno del Palazzo dal 2000 ospita il “Museo del Colle del Duomo”
la cattedrale dedicata a San Lorenzo è posta sull’omonima piazza, nel cuore medioevale della città. Costruita nel XII secolo ha subito notevoli rimaneggiamenti nel corso dei secoli tra i più pesanti quelli del 500 e notevoli restauri dovuti alle distruzioni avvenute durante la II guerra mondiale. Di origini trecentesche è il campanile ornato da doppie bifore. L’interno è a tre navate divise da colonne con dieci cappelle laterali, da notare le decorazioni dei pavimenti, il sarcofago di Giovanni XXI, la vasca battesimale del XV secolo, il busto di Letizia Cristina Bonaparte e l’affresco della madonna con bambino.
costruita intorno all'anno 1000 si tratta sicuramente della chiesa più antica della zona. Realizzata in stile romanico, dispone di un interno a tre navate diviso da colonne di notevole fattura. Da notare i soffitti con dipinti del XV secolo, il pulpito in pietra dove predicò anche Tommaso d’Aquino, un trittico dipinto su cuoio nel XIII secolo e gli affreschi che ornano le nicchie.
caratteristica piazzetta, contornata da abitazioni di epoca medioevale, punto di transito per giungere al Quartiere San Pellegrino
cuore del quartiere sono l’omonima via e la piazzetta sulla quale si affaccia Palazzo degli Alessandri. Tutt'intorno un susseguirsi di viuzze, piazzette, torri, archi e case medioevali perfettamente conservate ornate dai tipici profferli (scalette esterne), da vedere la Casa a ponte. Caratteristica delle case di questo quartiere è di essere costruite con blocchi di pietra senza fondamenta ma direttamente sul tufo.
la chiesa è stata costruita intorno al IX secolo su di un preesistente edificio sacro probabilmente di epoca romana. La chiesa durante i bombardamenti avvenuti durante la II guerra mondiale subì gravi danni che richiesero notevoli lavori di restauro. L’interno a pianta basilicale è diviso in tre navate da colonne dalle originali fattezze. Da notare: l’ara di epoca romana utilizzata per i battesimi, l’altare maggiore costruito con frammenti di sculture di epoca romana, il dipinto della Madonna con Bambino e Santi di Neri di Bicci e la cripta. Due campanili di epoche differenti ornano l’esterno della chiesa
Posta all'inizio della centralissima Via Cavour, la fontana è alimentata dalle acque di un antichissimo acquedotto etrusco. Costruita nel XIII secolo venne pesantemente restaurata nel 1424. La sua forma, assai diffusa nel viterbese, è costituita da una vasca a croce greca sovrastata da due tazze sovrapposte sorrette da uno stelo.
il museo ha sede all'interno della Rocca Albornoz , palazzo costruito verso la fine del 1300 su volere dello stesso cardinale. All'ingresso del palazzo da notare la fontana con stemma della famiglia Della Rovere. Il museo che ha sede al primo piano della Rocca ospita i ritrovamenti effettuati nell'area del Viterbese in particolare ad a San Giovenale, Acquarossa e Musarna. Visitando il museo si avrà un’idea della vita quotidiana della civiltà etrusca grazie ad una sezione dedicata alla vita domestica con esposizione di vasellame e suppellettili, una sezione è invece dedicata alla struttura delle case con la ricostruzione d un portico e l’evoluzione delle tecniche murarie.
il museo ha sede presso il chiostro gotico della chiesa di Santa Maria della Verità. Riaperto nel 1994 dopo radicali lavori di restauro attualmente custodisce tra i vari reperti il sarcofago della “Bella Galiana”, una collezione di ceramiche da farmacia e una raccolta numismatica. Di notevole pregio molte delle opere esposte nella Pinacoteca
il palazzo attualmente sede del comune è situato in piazza del Plebiscito. La struttura si compone in due corpi di fabbrica: il Palazzo del Podestà e il Palazzo dei Priori. Bella la vista che si gode affacciandosi dalla terrazza del piccolo cortile interno ornato da una fontana.
la fontana posta nell'omonima piazza è uno dei monumenti più noti della città. Di origini medioevali la fontana è stata restaurata nel XV secolo in tale occasione è stata aggiunta una vasca, nel XVI l’originale fontana è stata sostituita da una più nuova progettata dal Vignola. La fontana è costituita da vasche sovrapposte e da un basamento a scale.
si tratta di una zona termale posta a circa 3 KM dal centro della città. Di origine vulcanica, dalle sue sorgenti sgorga acqua sulfurea alla temperatura di oltre 40 gradi. Alla zona termale si può accedere e usufruirne gratuitamente.
La città ha origini molto antiche i primi insediamenti risalgono infatti all’età del bronzo. In epoca etrusca nell’area vi erano ben 7 villaggi che con il tempo si unificarono dando origine alla città. Tra il II e il I secolo A.C. la città entrò a far parte dei domini di Roma divenendo Municipio. Con la caduta dell’impero la città venne invasa dai longobardi e successivamente da Federico II di Svevia. Nell XIII secolo diviene dominio della chiesa e vi resterà fino al 1300 quando viene occupata dalle forze del Campidoglio. Nel 1400 torna ad essere parte dello stato Pontificio anche se notevolmente ridotta in numero di abitanti a causa delle carestie e della pese nera; nel 1870 entra a far parte del Regno d’Italia dopo un periodo di prosperità il 6 Febbraio del 1971 viene parzialmente distrutta da un violento terremoto. Parte degli edifici verranno ricostruiti negli anni a seguire.
La chiesa venne edificata sui resti di una precedente nel già nel VI secolo ma rifatta nel XII secolo, il 6 ottobre del 1206 venne consacrata. Staccata dalla chiesa è la Torre Campanaria della quale rimangono il basamento e due ordini di finestre. La facciata della chiesa è ornata da tre portali finemente decorati quello centrale in marmo bianco con ai lati le statue di Pietro e Paolo. Sopra il portale centrale si sviluppa un loggiato cieco, sui lati un Leone e un Grifo. Il loggiato è a sua volta sovrastato da un ricco rosone e agli angoli la raffigurazione dei quattro evangelisti. L’interno a tre navate divise da sei campate conserva un fonte battesimale di forma ottagonale ad immersione del XIII secolo, un ambone riccamente decorato e affreschi di notevole pregio come Il Giudizio Finale e L’annunciazione, mentre figure di apostoli ornano l’altare maggiore.
Posta in cima al colle dove probabilmente sorgeva un’acropoli etrusca la chiesa si affaccia sul palazzo dei Canonici e su tre torri di difesa. La chiesa venne probabilmente edificata intorno all’VIII secolo ma riedificata in epoche successive. La facciata dispone di un portale centrale decorato da marmi e mosaici. Il portale è sovrastato da un loggiato in marmo ornato da grifoni e a sua volta sormontato da un rosone in marmo chiaro e mosaici. Ai lati del rosone le figure degli Evangelisti. L’interno a tre navate diviso da colonne sulle quali poggiano delle arcate. Di notevole pregio il pavimento della navata centrale ornato da mosaici. La cripta presenta 28 colonne provenienti da altri edifici che sorreggono volte a crociera.
il museo trova dimora nell’ex chiesa di Santa Maria del Riposo e dell’annesso convento francescano. Nelle sale al piano inferiore sono esposti ritrovamenti avvenuti nelle tombe etrusche delle necropoli di Madonna dell’Olivo e di Carcarello riguardanti sarcofagi e suppellettili appartenute a famiglie etrusche, nelle sale al piano superiore sono invece esposti ritrovamenti avvenuti nella necropoli di Pian di Mola, Scalette e Ara del Tufo.
Delle antiche Mura difensive ne rimangono attualmente 3 KM sugli originari 5, visibili sono anche alcune delle torri difensive che costituivano la fortificazione.
La città ha sicuramente origini molto antiche nella zona sono infatti stati rinvenuti reperti derivanti dall’età del bronzo; si ritiene che il primo nucleo abitato, di origini etrusche, si stato edificato da fuggitivi della città di Tiro. Del periodo romano si hanno poche notizie anche se sono stati ritrovati parecchi reperti. Grande influenza ebbe sulla città la famiglia Farnese tanto che intorno al 1500 fecero costruire i Famoso Palazzo. Oggi la città è nota anche per la produzione “dell’Aleatico di Gradoli” vino DOC di colore rosso.
Imponente Palazzo-Fortezza costruito da Antonio Sangallo il Giovane sulle rovine di un preesistente palazzo. Il palazzo venne edificato su volere di Alessandro Farnese che lo utilizzò assieme ad altri membri della famiglia come residenza estiva. Nel 1649 il Palazzo passò di proprietà della Santa Sede che lo tenne fino al 1911 quando venne acquistato dal Comune. Attualmente i bei saloni affrescati ospitano il museo del costume farnesiano
La chiesa edificata intorno al 1300 ma parzialmente distrutta da un incendio e riedificata alla fine del 600 dispone di una bella facciata in stile barocco con annesso un campanile del 700. L’interno a tre navate divise da sei colonne conserva nell’altare maggiore un affresco del 500. Dalla sacrestia si accede al museo di arte sacra.
Si accede al centro storico attraverso l’arco dei Ciuchini, all’interno del borgo si possono ammirare antichi palazzi signorili tra i quali Palazzo Galeotti, il palazzo di Orazio Romano (contabile della famiglia Farnese); in Piazza Palombini da notare l’antico pozzo.
La città, posta sulle pendici di un colle, si specchia sulle limpide acque dell’omonimo Lago. Di origini etrusche, dalle quali ne deriva il nome, divenne un fiorente municipio romano grazie alla sua posizione strategica sulla via Cassia. Con la caduta dell’impero la città subì le invasioni dei Goti e dei Longobardi, nel 1398 Bonifacio IX donò alla famiglia Monescalchi della Cervara il vicariato della città ma, nel 1451 la città tornò sotto il dominio della chiesa. Grazie al suo clima particolarmente mite durante il periodo rinascimentale vi soggiornarono parecchi personaggi illustri. Nel 1264 la città conquistò fama grazie al miracolo del Corpus Domini che avvenne nella collegiata di Santa Cristina.
Il miracolo è tutt’oggi ricordato nella festa del Corpus Domini e dell’Infiorata dove gli infioratori effettuano elaborati disegni con i fiori esponendoli per le vie della città.
il castello preceduto dal borgo medioevale venne costruito intorno al XIII-XIV secolo, ha una pianta quadrata con torrioni agli angoli. Attualmente all’interno della Rocca trova sede il Museo Territoriale del Lago nel quale è possibile ammirare reperti di origine etrusca e romana.
Custodisce all’interno begli affreschi, di notevole pregio la sala dei Giudizi
La basilica che si affaccia sull’omonima piazza, venne costruita nell’XI secolo, subì notevoli rimaneggiamenti nel corso del XV secolo e in epoche successive. La facciata in stile rinascimentale è affiancata dalla cappella di San Leonardo ornata di ceramiche. L’interno della collegiata è a tre navate, dalla navata destra si accede alla cappella del Rosario ornata da affreschi del 400, da questa si entra alla Cappella di San Leonardo dove sono custoditi reperti ritrovati nella catacomba di Santa Cristina. Dalla navata sinistra si accede invece alla cappella del Miracolo dove sono conservati i marmi macchiati dal sangue del miracolo dell’eucarestia. Oltre la cappella l’ingresso alla famosa grotta di Santa Cristina ove venne ritrovato il corpo della santa.
Soprattutto nella bella stagione vi consigliamo una gita in battello sulle cristalline acque del lago alla scoperta delle isole di Martana e Bisentina. In estate è possibile anche una sosta con bagno Vai al Sito
Volendo da Bolsena con una deviazione di circa 20 km è possibile raggiungere Acquapendente con il Monastero di Santo Sepolcro.
La città è posta in cima ad un colle a circa 600 mt di altezza, gode di una bella vista sul lago di Bolsena e nelle giornate limpide la vista arriva fino al mar Tirreno e ai monti dell’Umbria. Tutt’intorno ad essa ferve la coltura di ortaggi, ulivi ma soprattutto dell’uva dalla quale si ricava il famoso Moscatello denominato “Est!Est!!Est!!!". Di sicure origini etrusche, si pensa fosse sede del santuario di Voltumnia, per questo considerata territorio sacro. Durante la sua appartenenza all’impero Romano acquisì importanza grazie alla posizione strategica sulla Cassia e sulla Via Francigena che congiungeva Roma alla Pianura Padana e alla Francia. In epoca romana per proteggere la città dalle invasioni barbariche vennero costruite le mura di cinta e la Rocca. All’inizio dell’VIII secolo la città entrò a far parte dei territori della Chiesa e per un lungo periodo vi soggiornarono diversi papi che continuarono la fortificazione della città; mentre nel XII diventò Libero comune.
costruita intorno al XII secolo è in realtà formata da due ambienti sovrapposti, sulla facciata, sebbene sia rimasta incompiuta, possiamo notare tre alte arcate gotiche e una loggetta del 500. Dalla loggia centrale, tramite un portale gotico si entra nella chiesa Inferiore a tre navate divise da pilastri e colonne, all’ingresso è posta la pietra tombale di Giovanni Fugger , prelato che la tradizione vuole essere lo scopritore del famoso vino ed essere morto per averne bevuto troppo. La lapide riporta la scritta EST EST EST PER IL TROPPO EST QUI GIACE MORTO IL MIO SIGNORE GIOVANNI DEUC, si pensa che la scritta sia stata apposta dal suo fedele servitore il quale aveva il compito di precederlo nei viaggi e indicargli con la scritta EST le locande che disponevano di vino e EST EST se il vino era di buona qualità. Le tre absidi sono ornate da affreschi del 500 tra i quali distinguiamo “La Madonna in trono con il Bambino”, “ La Deposizione”, l”Annunciazione”. Attraverso una scala posta nella navata laterale destra si accede alla chiesa Superiore a tre navate divise da colonne sulle quali poggiano degli archi, nella navata centrale si apre uno spazio centrale delimitato da una cancellata del 700 dal quale si intravede la chiesa inferiore.
dedicato a Santa Margherita venne edificato intorno alla fine del 1500. La facciata racchiusa tra due campanili dispone di un solenne portale. Nelle nicchie laterali sono poste le statue dei due protettori della città di San Flaviano e di Santa Margherita. Imponente la cupola interna terminata nel corso del XIX secolo. Di notevole pregio il tesoro accumulato dalla chiesa in seguito ai lasciti testamentali e alle donazioni
Posta in posizione strategica sulla sommità del colle venne inizialmente usata come sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro e successivamente come residenza estiva di numerosi Papi. Il complesso a forma trapezoidale in passato disponeva agli angoli di quattro torri andate distrutte, attualmente è rimasta solo quella di nord-ovest. All’interno della rocca ha sede il “Museo di Architettura di Antonio Sangallo”, i giardini meritano una visita.
Annoverata tra i borghi più belli d’Italia, Civita è una frazione del comune di Bagnoregio, raggiungibile solamente a piedi, con una passeggiata di circa 1 KM che parte dal convento dei Minori e attraversa un alto viadotto posto sopra la campagna.
L’affascinante frazione, unica nel suo genere, attualmente è abitata da pochissime persone ed è conosciuta con l’appellativo di “città che muore” a causa delle continue piccole frane che erodono la rupe in tufo sulla quale sorge. Negli ultimi anni, grazie all'impegno di istituzioni pubbliche, enti privati e all'introduzione di un biglietto di ingresso (1,5€), case e palazzi sono stati salvati dall'incuria del tempo e si è posto un freno al continuo sgretolamento della collina, donando nuova vita alla città. Si entra nel suggestivo borgo, dove il tempo sembra essersi fermato, attraverso la “Porta di Santa Maria”, all’interno un susseguirsi di tipiche case in pietra con scalette e balconi fioriti, eleganti portali, viuzze, colonne romane e tutt’intorno una splendida vista sulla valle e sui calanchi.
La città di origini etrusche è posta su una delle vie più antiche d'Italia, che collegava il Lago di Bolsena al Tevere un tempo navigabile. L'accesso alla città avveniva tramite 5 porte oggi è rimasta solamente la "Porta della Cava" o di "Santa Maria".
Posta sulla piazza principale della città dispone di un bel campanile del XII secolo. L'interno, piuttosto spoglio, custodisce un crocifisso ligneo della scuola di Donatello e un affresco della scuola del Perugino.
Ospita al suo interno il “museo Geologico e delle Frane” (Giugno, Luglio, Agosto e Settembre aperto 9,30-13 e 14-18,30 chiuso il lunedì).
I calanchi sono un particolare fenomeno geomorfologico provocato dal'erosione del terreno da parte dell'acqua e di vari agenti atmosferici sui terreni argillosi. L'effetto prodotto è la formazione di profondi valloni scarsamente ricoperti di vegetazione e quindi poco protetti dal fenomeno del ruscellamento.
Nel borgo potrete ristorarvi in uno dei numerosi locali che propongono piatti tipici della zona a prezzi piuttosto contenuti. Caratteristica la corsa degli asini con fantino che si svolge 2 volte all’anno e il presepe vivente durante il periodo natalizio.
La città posta su di una rupe di tufo a circa 300 mt sul livello del mare ha origini molto antiche si hanno infatti sue notizie già nel IX secolo A.C. quando era conosciuta con il nome di Velzna. Di origini etrusche, nel VI secolo fu una delle 12 città che si opposero all’espansione dell’impero romano, nel 260 A.C. venne però conquistata dalle legioni romane che la rasero al suolo e ne dispersero gli abitanti. Vai alla città
L’itinerario che vi suggeriamo parte da Orvieto attraversa la Tuscia, terra ricca di storia e di misteri, passando per gli splendidi borghi posti intorno al lago di Bolsena, per Tuscania, Viterbo fino a giungere a Bagnaia con la bella Villa Lante. Si tratta di un itinerario molto facile adatto a qualsiasi età che si può intraprendere in qualsiasi stagione. La Tuscia è una terra straordinariamente ricca di arte e cultura nonostante ciò è rimasta fino ad ora lontana dal turismo di massa per questo motivo si tratta di un viaggio che vi porterà indietro nel tempo in luoghi ancora relativamente intatti e lontani dal caos quotidiano. Notevoli sono i reperti storici epoca Etrusca e Romana visibili nei vari musei, primo tra tutti il museo Nazionale di Viterbo, di notevole bellezza e ricche di fasti sono invece le residenze Farnesiane dislocate sul territorio della Tuscia. Nella zona molto fiorente è l’agricoltura, soprattutto la produzione olio che potrete acquistare direttamente dai produttori e di vini da gustare in tipici ristoranti accompagnati dai gustosi piatti della tradizione locale.
L’abbazia sorge in cima al monte Cairo a circa 520 metri di altezza (impossibile non vederla dalla pianura sottostante!). Venne edificata nel 529 da San Benedetto, che qui scrisse le regole dell’ordine, da cui deriva il motto “ora et labora et lege”. L’abbazia, tra le più famose al mondo, viene visitata ogni anno da migliaia di pellegrini, all’interno è d’obbligo un abbigliamento adeguato. A Montecassino si svolse una delle più sanguinose battaglie della seconda guerra, che si protrasse da gennaio del 1944 fino a maggio dello stesso anno; durante questo periodo le truppe tedesche e quelle alleate si scontrarono ripetutamente, le prime per difendere la famosa linea Gustav, le seconde per effettuare uno sfondamento verso Roma. Durante la battaglia morirono migliaia di militari e di civili, mentre l'abbazia venne rasa al suolo dalle bombe delle truppe alleate. In base a vecchi disegni l'intera struttura venne nuovamente ricostruita, mentre tutti'intorno sorsero cimiteri per la sepoltura delle vittime di guerra. L’abbazia si sviluppa attorno a tre chiostri tra loro comunicanti, nel chiostro mediano detto del Bramante, troviamo una statua marmorea di San Benedetto e Santa Scolastica, mentre dal chiostro dei Benefattori, costruito intorno al 1512, si entra nella basilica, il cui interno è stato ricostruito su disegni del 700. L’interno, a tre navate, è ornato da stucchi dorati, nella cripta sottostante l’altare maggiore sono conservate le spoglie di San Benedetto e di Santa Scolastica. Nella Biblioteca dell’abbazia, nominata monumento nazionale, sono conservate preziosissime opere tra le quali 40.000 pergamene, codici, manoscritti e incunaboli del 400. Per Maggiori dettagli
Incastonata nell’omonimo golfo, la città è attualmente una nota località balneare con belle spiagge, un bel lungo mare e un attrezzato porto, dal quale partono imbarcazioni per mini crociere sul golfo. Le belle scogliere che abbracciano Gaeta sono ogni anno meta di migliaia di arrampicatori, sia italiani che stranieri. La vicina Oasi Blu, attualmente gestita dal WWF, si estende per circa 30 ettari tutelando la ricca flora e fauna dell'area. La leggenda fa risalire il nome di Gaeta alla nutrice di Ercole Cajeta, che sarebbe stata sepolta nel litorale. La città, molto fiorente in epoca romana, con la disfatta dell’impero passò sotto il dominio dei Bizantini, che vi iniziarono un florido commercio verso l’oriente. Fortificata in più riprese, fu la base di partenza della flotta Cristiana verso la battaglia di Lepanto, avvenuta nel 1571, ma fu anche l’ultima città del sud a cadere nelle mani delle truppe Garibaldine.
Dedicato a Sant’Erasmo venne edificato nel 917 sui resti di una chiesa del 600. Ampiamente rimaneggiato nel corso dei secoli, conserva caratteri gotici e romanici. Da notare il campanile diviso in tre fasce: quella inferiore, quella mediana e quella superiore. L’interno conserva un candelabro pasquale del 200 diviso in 48 riquadri con bassorilievi sulla vita di Gesù e di Sant'Erasmo.
Posizionato in cima al monte, vi si accede salendo attraverso il suggestivo quartiere medioevale. Il castello si compone di due corpi edificati in epoche differenti: il corpo inferiore “Castello Angioino” e il corpo superiore "Castello Aragonese". Il Castello Angioino, ora di proprietà del comune, venne edificato nel VII secolo con pianta a forma quadrata e tre torrioni, fu per molto tempo sede delle prigioni. Il “Castello Aragonese” venne fortificato da possenti mura e torri, qui vi fu imprigionato Giuseppe Mazzini. Attualmente non è visitabile in quanto ospita la scuola nautica della Guardia di Finanza.
Il mausoleo sorge in cima al monte Orlando ad un’altezza di circa 200 metri, raggiunto il quale si può godere di una vista mozzafiato su Formia, il Circeo e le isole Pontine. Costruito su volere del console romano, a fianco alla sua abitazione, venne edificato in blocchi di pietra, di forma cilindrica, raggiunge un'altezza di 11 metri. All’interno del mausoleo si trova la monumentale tomba del console, nel corridoio circolare si aprono invece quattro celle dove sono custoditi reperti vari.
Il santuario venne costruito nell’XI secolo dai monaci benedettini nella fenditura di due rocce, che secondo la leggenda, sono separate in seguito al terremoto avvenuto alla morte di Gesù; in passato il santuario è stato meta di preghiera di Papi e Re . Per raggiungere la chiesa si scende lungo una scalinata nella roccia nella quale si nota l’impronta della “Mano del Turco”, secondo la tradizione religiosa l'impronta apparterrebbe ad un miscredente marinaio turco. Dal santuario attraverso una scalinata si può scendere alla Grotta del Turco dove è possibile fare un suggestivo bagno nelle acque della grotta che si apre sul mare.
Splendido borgo di origini medioevali, di recente ha conquistato il titolo di “Borgo più bello d’Italia”, oltre ad essere da 16 anni bandiera blu d’Europa. Caratteristiche sono le sue case bianche ornate da fiori, le sue viuzze e le sue scalinate dalle quali si aprono splendidi scorci sul mare. Secondo la tradizione il nome deriva da “Spelunca” o grotta, in riferimento alla grotta che Tiberio possedeva assieme all'imponente villa. Nella grotta sono state rinvenute parecchie opere in marmo, di particolare pregio, commissionate dall’imperatore a tre scultori greci Atenodoro, Agesandro e Polidero, autori anche del Laoconte attualmente custodito in Vaticano. I ritrovamenti avvenuti nella grotta e nella villa sono ora custoditi all’interno del Museo Archeologico Nazionale. Il museo è aperto tutti i giorni dalle 8,30 alle 19,30 vi consigliamo anche una visita alla Villa e alla grotta di Tiberio dove è ancora visibile la piscina circolare.