Si trova sul più piccolo dei sette colli romani, quello che ospitò il primo nucleo della città, racchiuso da un primitivo sistema di mura per difendere i suoi abitanti dalle tribù ostili che abitavano nei dintorni. Il colle divenne nel tempo il luogo più sacro di Roma antica. Nel medioevo, finiti i fasti romani e crollati i templi, tutta la zona diventò un pascolo per le greggi, conosciuto col nome di Monte Caprino. L’aspetto attuale della piazza, che subì nel tempo numerosi interventi, fu realizzato da Michelangelo a partire dal 1537. La piazza è rivolta a San Pietro e presenta una splendida pavimentazione, con al centro la copia della statua di Marco Aurelio a cavallo. Ai lati: il Palazzo Nuovo e il Palazzo dei Conservatori, sedi dei Musei Capitolini, e il Palazzo Senatorio, sede del Consiglio Comunale di Roma.
È il monumento simbolo di Roma e probabilmente il più famoso al mondo. Deve il nome di Colosseo all’enorme statua bronzea, conosciuta come il Colosso di Nerone, che era posta nelle vicinanze. La sua costruzione venne avviata dall’imperatore Vespasiano, esponente della famiglia Flavia, e completata dall’imperatore Tito, suo figlio, nell’80 d.C.. Accoglieva fino a 50.000 spettatori. Vi venivano organizzate lotte tra gladiatori o contro animali feroci. L’arena, coperta di solito di sabbia, a volte veniva riempita di acqua per le naumachie (combattimenti navali). Ogni arco esterno accoglieva la statua di una divinità. In origine il Colosseo era riparato dal sole e dalla pioggia grazie al velarium, un immenso telone mobile realizzato con la canapa. Le gradinate erano ricoperte di marmi e nei sotterranei, collegati con ascensori a carrucole azionati da schiavi, vi erano le gabbie degli animali e le attrezzature per i diversi spettacoli. Dopo il 523 d.C. iniziò una fase di degrado dell’anfiteatro, che divenne una vera cava di materiali (marmo in particolare) per le nuove costruzioni della città. È uno dei luoghi più visitati della città; per evitare file di solito interminabili è possibile acquistare il biglietto on line (vai al sito) o contattando il call center turistico 060608. C’è, comunque, una fila riservata per chi ha acquistato la Roma Pass, card che consente di viaggiare per tre giorni sui mezzi pubblici della città e di avere accessi gratuiti o scontati nei Musei (vai al sito).
Piazza del Popolo era originariamente il luogo dove si svolgevano giochi, fiere ed esecuzioni capitali. Anche la tradizionale corsa del carnevale partiva di qui. Era anche la prima piazza di Roma in cui transitavano i viaggiatori provenienti da Nord che entravano attraverso la Porta del Popolo (antica Porta Flaminia, sulla cui facciata interna intervenne il Bernini), accolti dall’iscrizione Felici Faustoque Ingressui (Per un ingresso felice e fausto), realizzata in occasione della visita della regina Cristina di Svezia nel 1655. L’aspetto ellittico della piazza lo si deve a Giuseppe Valadier, che tra il 1816 e il 1824, durante l’occupazione napoleonica vi aggiunse due esedre con fontane. Valadier costruì anche le rampe che collegano la piazza al Pincio, colmandone il dislivello. Il nome della piazza è probabilmente dovuto alla cappella che Papa Pasquale II fece costruire nel XII secolo a spese del popolo romano. L’attuale Basilica di Santa Maria del Popolo vanta architetture di Raffaello e Bramante e ospita al suo interno sculture del Bernini e dipinti del Caravaggio e del Pinturicchio. Sulla piazza si affacciano anche le due chiese di gemelle di Santa Maria in Montesanto (1675), detta anche Chiesa degli artisti, e Santa Maria dei Miracoli (1678), che costituiscono due lati del cosiddetto tridente, l’insieme di Via del Babuino, Via del Corso e Via di Ripetta che si dipartono da Piazza del Popolo. Al centro della piazza, quasi a bilanciarne tanta manifestazione di fede, si erge l’Obelisco Flaminio, che risale all’epoca dei faraoni Ramesse II e Merenptah (1232-1220 a.C.). L’obelisco, alto 24 metri, fu portato a Roma nel 10 a.C. per volere dell’imperatore Ottaviano Augusto e collocato, inizialmente, al Circo Massimo.
Fino alla metà del ‘600 nell’attuale piazza di Spagna si fronteggiavano le Ambasciate di Spagna e di Francia, sulla scarpata si stagliava la Chiesa della Trinità, ben visibile da Via dei Condotti e, ai suoi piedi, sorgeva da poco tempo la fontana della Barcaccia, opera dei Bernini. Nel 1660 il cardinale Mazzarino pensò di realizzare una scalinata per unire i due diversi piani della città. Dopo più di un secolo e di alterne vicende, fu il progetto di Francesco de Sanctis ad essere realizzato in stile barocco. L’opera che propone interessanti soluzioni prospettiche è formata da 135 gradini e fu inaugurata in occasione dell’anno santo del 1725 da papa Benedetto XIII. Del progetto originale mancano, purtroppo, gli alberi che avrebbero dato vitalità e ombra alla scalinata che ospita un presepe nel periodo natalizio ed una meravigliosa esposizione di azalee fiorite in occasione della Pasqua.
È una delle piazze più belle di Roma. All’inizio del ‘500 questa zona era un vigneto con qualche reperto romano e un paio di palazzi, tra cui quello dei baroni Monaldeschi venduto per farne l’ambasciata di Spagna, oggi Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, da cui prende nome la piazza. Per molto tempo fu il punto di arrivo degli stranieri che arrivavano a Roma da Nord, attraverso la Porta del Popolo. La splendida fontana al centro della Piazza, detta Barcaccia, è opera di Pietro e di suo figlio Gian Lorenzo Bernini, costruita tra il 1627 e il 1629 quando ancora non esisteva la scalinata. L’idea di una barca posta in una vasca leggermente al di sotto del piano stradale permise agli scultori di risolvere il problema tecnico dovuto alla bassa pressione dell’acquedotto dell’Acqua Vergine che la alimenta. La tradizione vuole che la fontana sorga dove si era arenata una barca trascinata dalla piena del Tevere del 1598. Ai piedi della scalinata, sulla destra, c’è un Museo dedicato al poeta inglese John Keats che vi soggiornò e morì, mentre a sinistra si trova una sala da tè, la Babington’s, fondata nel 1893, alla quale si deve la diffusione del tè a Roma. Dirigendosi verso Via Frattina, si incontra il secondo palazzo più antico della piazza, quello di Propaganda Fide, le cui facciate frontale e laterale furono disegnate rispettivamente dal Bernini e dal Borromini. Di fronte al palazzo si erge un’antica colonna in marmo cipollino rosso rinvenuta nel 1777 in Campo Marzio, sormontata dalla statua della Vergine Immacolata. Ogni anno nella mattinata dell’8 dicembre, festa dell’Immacolata, i Vigili del Fuoco di Roma depongono fiori freschi tra le braccia della statua, alla presenza del Papa.
È la lunga via (1 km e 600 metri) che collega Piazza Venezia con Piazza del Popolo, ricalcando l’antico tratto della Via Flaminia, chiamato Via Lata. Nel 1467 papa Paolo II vi trasferì le corse del Carnevale, molto popolari a Roma, che si erano svolte fino ad allora al Monte Testaccio, le corse (dalle quali prese il nome la strada) vi si svolsero fino al 1883. Vi si affacciano alcune chiese come San Marcello, Santa Maria in Via e San Carlo e molti edifici gentilizi, tra i quali: Palazzo Bonaparte, Odescalchi, Doria, Ruspoli, Colonna...
Michelangelo lo considerava opera di angeli e non di uomini. È uno dei luoghi più suggestivi di Roma: è un’opera antica tra le più studiate per le sue spettacolari soluzioni tecniche. È infatti realizzata in calcestruzzo, tufo e pietra pomice in proporzioni variabili per alleggerirne progressivamente il peso in relazione all’altezza; la cupola è la più grande che la storia dell’Architettura ricordi; presenta un’unica finestra, l’oculus, apertura circolare di 9 metri di diametro al centro della cupola, dalla quale si irradia la luce solare. Fu edificato come tempio per tutte le divinità tra il 27 e il 25 a. C. dal console Agrippa, prefetto dell’Imperatore Augusto. L’imperatore Adriano lo fece ricostruire tra il 118 e il 125 d. C.. Nel 609 divenne tempio cristiano con il nome di Santa Maria ad Martyres. Oltre alla tomba di alcuni re d’Italia, vi è sepolto Raffaello.
È la più famosa ed elegante piazza di Roma. Sorge sull’antico Stadio di Domiziano, costruito intorno all’86 d.C., in grado di ospitare più di trentamila persone e nel quale si svolgevano anche battaglie navali. Molto belle ed importanti sono le sue fontane le due laterali sono rispettivamente di Giacomo della Porta la fontana del Nettuno e di Bernini la fontana del Moro, mentre quella centrale, la celebre Fontana dei Fiumi, è anch'essa opera del Bernini, che la realizzò tra il 1648 e il 1651 rappresentando i quattro fiumi dei continenti allora noti cioè il Gange, il Danubbio, il Rio de la Plata e il Nilo. Interessante anche la Chiesa di Sant’Agnese in Agone, chiesa a croce greca progettata dal Rinaldi e completata nel 1652 dal Borromini. Secondo la leggenda la chiesa sorge nel luogo in cui la Santa venne esposta nuda alla pubblica gogna ma, i suoi capelli cresciuti miracolosamente le ricoprirono il corpo. Oggi la piazza è animata da pittori, ritrattisti e artisti di strada. Nel periodo natalizio ospita bancarelle di statuette per il presepe e dolciumi per la calza della Befana.
È una piazza singolare: è l’unica piazza di Roma a non avere una chiesa. La si deve a Papa Callisto III che, nel 1456, fece lastricare un campo di fiori per farne un luogo di mercato, ma anche di esecuzioni capitali. La grande statua di bronzo di Ettore Ferrari che si erge proprio al centro della piazza è in ricordo di Giordano Bruno, frate domenicano e filosofo accusato di eresia, arso vivo in quel punto nel 1600. La piazza è ancora oggi sede di un mercato di frutta, verdura e spezie, famoso anche per il film Campo de’ Fiori del 1943 con Anna Magnani e Aldo fabrizi. Di sera, soprattutto nei fine settimana, è una delle piazze più frequentate e animate di Roma, anche grazie ai numerosi locali della zona. Nelle immediate vicinanze di Campo de’ Fiori si trovano le vie di Roma originariamente sede di botteghe artigianali di antica tradizione, da cui prendono il nome, come via dei Giubbonari, Via dei Cappellari, Via dei Baullari....
Nel XVI secolo il cardinale Alessandro Farnese fece demolire case e costruzioni preesistenti per far posto al palazzo che, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, fu poi realizzato da Michelangelo. La pavimentazione della piazza è del 1545: fu realizzata in ammattonato, come se fosse pertinenza privata del palazzo. In Piazza Farnese confluiscono otto strade e vi si affacciano la Chiesa di Santa Brigida, il Palazzo del Gallo di Roccagiovane e Palazzo Mandosi Mignanelli. Le vasche delle due fontane che ornano la Piazza provengono probabilmente dalle Terme di Caracalla.
Leggere un romanzo ambientato in una città che si sta per visitare (o meglio ancora che si sta visitando) è il modo migliore per calarsi nell’atmosfera del luogo, per saperne di più, per scoprire angoli caratteristici ma trascurati dalle guide turistiche.
Per gli amanti dei libri ecco allora le nostre proposte per una vacanza sulle orme di autori o libri famosi.
Ci sono luoghi che appartengono al nostro vissuto, che abbiamo nel cuore e nella mente ma che in realtà, non abbiamo mai visitato: le location utilizzate nel girare un film o una fiction.
Trascorrere le proprie vacanze visitando i luoghi visti sul grande schermo attraverso un reale viaggio è il concretizzarsi delle emozioni che hanno colpito il nostro immaginario.
In questa sezione vogliamo mostrarvi itinerari italiani che giocano arimpiattino con le più belle immagini di film per offrirvi l'opportunità non solo di trovare i set cinematografici per riprovare l'emozione filmica, ma anche di scoprire le realtà locali dai prodotti tipici alle bellezze artistiche uniche.
La visita a questo meraviglioso tratto di costa non può essere fatta in macchina (o quantomeno è sconsigliato) ma solamente a piedi, in bicicletta o sul comodo trenino che collega Riomaggiore, Manarola, Comiglia, Vernazza e Monterosso a La Spezia e a Levanto. Una vacanza in questo celebrato angolo di Liguria mette l’individuo in stretto contatto con la natura, l’incontaminato mare dalle mille tonalità e la montagna, con le sue falesie e i suoi speroni di roccia che si gettano a strapiombo nel mare. Classificata nel 1998 come patrimonio mondiale dell’Umanità dall'Unesco, la costa delle cinque terre è posta nella Riviera di Levante in provincia di La Spezia. Grazie alle coste estremamente frastagliate, alle ripide scogliere, al terreno aspro e accidentato, che rende difficile la costruzione di strade o complessi abitativi, il territorio si è mantenuto intatto e incontaminato nel corso dei secoli, unica eccezione è stata la costruzione di terrazzamenti con muri a secco utilizzati per la coltivazione dell'ulivo e della vite, dalle cui uve si producono vini di eccezionale qualità. Anche i borghi che sorgono nelle piccole insenature sono riusciti a mantenere intatto il loro aspetto, le loro tradizioni e la loro vocazione marinara oltre che agricola. Nel 1999 proprio per conservare gli equilibri ecologici, per tutelare il paesaggio e salvaguardare i valori antropologici del luogo è stato creato il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Sebbene questi luoghi fossero abitati sin dalla preistoria, l’edificazione dei cinque borghi è databile intorno al XI secolo, quando le genti della Val di Mara scesero lungo le coste ormai liberate dal rischio di incursioni Saracene. All'inizio l'attività principale fu l’agricoltura, con la bonifica dei terreni e la costruzione dei cian (terrazzamenti) solo in seguito le popolazioni si dedicarono ad attività marittime.
Tutti i paesi delle Cinque Terre sono collegati da sentieri, molti dei quali a strapiombo sul mare, tra questi il più famoso è quello Azzurro conosciuto anche come Via dell’Amore. Per percorrere i sentieri è necessario indossare calzature adeguate e stare molto attenti al terreno, che in alcuni tratti può essere sdrucciolevole, si consiglia la massima prudenza e la loro percorrenza con condizioni meteo buone. Per transitare su alcuni sentieri è necessario munirsi di un biglietto giornaliero a pagamento, vi consigliamo quindi di recarvi agli uffici del turismo o consultare il sito del parco per avere informazioni dettagliate e mappe dei tracciati. Vai al Sito
La stagione migliore per visitare le Cinque Terre è la fine dell’inverno inizio primavera quando grazie al clima mite si può godere della ricchezza di colori e odori delle splendide fioriture della macchia mediterranea. Da evitare i ponti di primavera se amate la pace e la tranquillità, e l'estate se volete effettuare escursioni a piedi. Può essere buono anche il periodo che va da inizio autunno ad inizio inverno.
Durante la vostra visita potrete scegliere di soggiornare in un paese delle Cinque Terre oppure in qualche paese limitrofo dove l’offerta è decisamente più ampia e meno onerosa, sebbene meno romantica. Se scegliete di soggiornare nelle Cinque Terre tenete presente che Monterosso dispone di una notevole quantità di strutture ricettive, ristoranti e locali notturni, mentre negli altri borghi le strutture ricettive sono piuttosto ridotte; se scegliete invece di soggiornare nei paesi limitrofi una buona scelta possono essere Levanto o Bonassola. Di seguito alcuni link:
Aree sosta Camper
Campeggi e Agriturismi
Hotel
La zona è nota soprattutto per i vini di ottima qualità sia bianchi che rossi come il Cinque Terre Bianco e lo Sciacchetrà da assaporare assieme a gustosi piatti di pesce, alle tipiche focacce o alla farinata, fatta con farina di ceci. Molto usate nella cucina delle Cinque Terre, come in tutta la Liguria, sono le erbe aromatiche, coltivate in piccoli fazzoletti di terra, tra esse la maggiorana, il basilico, l’origano e la salvia utilizzate come condimento per piatti di pasta fresca come le trofie i pansotti, le trenette oppure per insaporire minestre e zuppe. Ottimi i piatti a base di pesce e molluschi portati freschi tutte le mattine dai pescatori del luogo, tra questi: saraghi, dentici, branzini, orate e le famose acciughe di Monterosso servite marinate con il finocchietto oppure cucinate nel tipico piatto chiamato “tian de anciue”
Il pittoresco borgo si sviluppa attorno al piccolo porto, utilizzato soprattutto dai pescherecci locali e dalle compagnie di navigazione che conducono i turisti in mini crociere nel golfo del Tigullio oppure alla Tonnarella, oggi presidio Slow Food, ma anticamente utilizzato per la pesca del tonno e altri pesci di passo. Visto il poco spazio a disposizione, le abitazioni si sono sviluppate in altezza creando con le loro facciate dai colori vivaci un bell'esempio di architettura costiera. Passeggiando sul lungomare l’attenzione del visitatore viene attratta dal grande scoglio detto isola (una volta era separato dalla terraferma) sul quale sorgono la Basilica di Santa Maria Assunta e Castel Dragone.
La basilica, preceduta da un sagrato acciottolato, venne edificata nel XII secolo ma subì nel corso degli anni notevoli rimaneggiamenti assumendo l’attuale stile neoclassico. L’interno a tre navate è ornato da marmi, stucchi dorati e affreschi.
Eretto nel XII secolo, come la vicina basilica, il castello si trova in posizione elevata protetto da possenti mura che racchiudono una torre centrale dominante sul mare. Il castello, nel quale trovavano riparo i cittadini durante le incursioni nemiche, venne distrutto una prima volta nel 1366, ricostruito venne distrutto una seconda volta nel 1438, ricostruito venne adibito a prigione, attualmente ospita eventi culturali.
Non perdetevi una passeggiata nella centrale via Garibaldi dove si susseguono negozi, bar e pasticcerie che producono i famosi Camogliesi al Rhum. Al numero 41 di Via Ferrari ha sede il Museo Marinaro che espone modellini, bandiere e strumenti di bordo. Camogli è il punto di partenza per numerose escursioni sul Monte Portofino, verso la frazione San Rocco di Camogli, verso punta Chiappa e porto Pidocchio. Tutti i sentieri necessitano di calzature adeguate.
Camogli è nota anche per la tradizionale Sagra del Pesce che si svolge tutti gli anni la seconda domenica di maggio. La manifestazione è nata nel 1952 come gesto spontaneo della popolazione vogliosa di offrire ai turisti una buona frittura di pesce. Simbolo della Sagra è l'enorme pentola che viene posta nella piazza del porto e utilizzata per la cottura della frittura da distribuire. La sera della vigilia è allietata dalla processione con l'Arca di San Fortunato e dall'incendio di falò con sculture in legno prodotte dai Camogliesi.