San Fruttuoso è raggiungibile solamente a piedi tramite sentieri che partono da Camogli o da Portofino oppure in battello da Santa Margherita Ligure (45 minuti), da Portofino o da Camogli (30 minuti). I trasporti via mare sono gestiti principalmente da due compagnie Golfo-Paradiso e Traghetti-Portofino, il prezzo si aggira sui 10€ andata/ritorno. L’abbazia è di proprietà del FAI dal 1983, data in cui venne donata dalla famiglia Doria Pamphilj che la possedeva dal 1862. Secondo la leggenda, l’abbazia venne fondata da cinque monaci a cui apparve in sogno il Vescovo Fruttuoso, morto al rogo assieme a due diaconi, il quale indicò ai monaci tre segni del luogo in cui avrebbero dovuto seppellire i suoi resti. I segni indicati dal Vescovo furono: un drago feroce, una caverna e una fonte d’acqua. I monaci guidati da un angelo arrivarono sugli scogli di Capodimonte e trovarono i tre segni, ucciso il feroce drago seppellirono le spoglie del vescovo. Secondo le ricostruzioni ufficiali, invece, il primo nucleo dell’abbazia venne costruito intorno al VII secolo dal Vescovo di Terragona, il quale costruì una cappella per seppellirvi i resti di San Fruttuoso. Fu tra il X e l’XI secolo che su volere di Adelaide, vedova di Ottone I, l’abbazia assunse le forme attuali. Nel XIII secolo la famiglia Doria, che la utilizzò per la sepoltura dei membri della famiglia, fece edificare il loggiato inferiore mentre il loggiato superiore venne edificato nel XVI secolo da Andrea Doria. Nel 1562 venne costruito il torrione per poter avvistare in tempo eventuali pericoli provenienti dal mare. L’abbazia fu in seguito abbandonata divenendo rifugio di pirati e abitazione di pescatori. Nel 1862 la famiglia Doria acquistò l’intero complesso sebbene versasse in avanzato stato di degrado, che accrebbe con l’alluvione del 1950. Nel 1954 nei fondali della Baia è stata posta la celebre statua del “Cristo degli Abissi” opera dello scultore Guido Galletti.
Custodito come una perla rara in un insenatura dell’omonimo promontorio, Portofino con la sua costa di intatta bellezza, le sue case dai colori pastello, il suo pittoresco porticciolo è celebre meta del Jet Set internazionale. Intorno al borgo, fanno capolino, da un'incontaminata macchia mediterranea, piccoli borghi marinai raggiungibili a piedi attraverso percorsi naturalistici che regalano suggestivi panorami. Il borgo, di origini romane, si sviluppa attorno a Piazza Martiri dell’Olivetta, meglio conosciuta come “Piazzetta”, sulla quale si affacciano le boutique delle firme più prestigiose, gioiellerie, case d’asta bar e gelaterie, non perdetevi una sosta per un caffè o un aperitivo in uno dei vari locali quali potrete osservare il passeggio di nobildonne, divi del cinema o l’attracco di qualche magnifico Yact. Intorno al borgo, nascoste dalla folta vegetazione di lecci e pini d’Aleppo, sorgono ville dai nomi suggestivi tra queste Villa Altachiara edificata dallo scopritore della tomba di Tutankhamon, per questo maledetta. Sulla sinistra alle spalle della piazzetta sorge la chiesa di San Martino edificata nel XII secolo in stile romanico lombardo, in posizione dominante, sul promontorio del Capo, sorge invece la chiesa di San Giorgio che custodisce le spoglie del Santo. Dalla chiesa con una passeggiata di circa 10 minuti è possibile raggiungere Castel Brown dal 1961 di proprietà del comune di Portofino. Nel parco del castello ha sede il centro internazionale di scultura all’aperto con opere di Pomodoro, Messina, Marrai e altri artisti contemporanei. Sia il castello che il parco sono visitabili:
Da Portofino partono diversi percorsi naturalistici tracciati all'interno del comprensorio del parco protetto, attraverso 13 km di costa vi permetteranno di godere degli odori e dei colori della folta vegetazione che si getta nel blu delle acque. Tutti i percorsi richiedono calzature adeguate e alcuni un certo allenamento come il percorso che collega Portofino, San Fruttuoso, San Rocco e Camogli per il quale sono richieste 5 ore di cammino. Per maggiori dettagli vi consigliamo di visitare il Sito del Parco
Portofino grazie alla creazione dell’area marina protetta è diventata meta di numerosi sub che possono immergersi nelle limpide acque di Punta Chiappa, dove furono rinvenuti resti romani, oppure a Punta Torretta per ammirare le colonie di corallo rosso e le gorgonie. Per i sub meno esperti è possibile immergersi a punta dell’indiano. Numerosi e molto qualificati sono i diving center della zona che potranno accompagnarvi in immersioni anche a San Fruttuoso, San Rocco o Camogli.
Soggiornare a Portofino è sicuramente un'esperienza molto piacevole, viste le dimensioni del borgo l'offerta non è volto vasta ed inoltre i prezzi sono piuttosto elevati. Molto più facile è trovare strutture nei centri limitrofi come Santa Margherita Ligure o Camogli. Di seguito alcuni link:
Aree sosta Camper
Campeggi e Agriturismi
Hotel
Uno dei punti deboli di Portofino sono i parcheggi, è possibile parcheggiare all'area di parcheggio gratuita lungo la strada che da Santa Margherita porta a Portofino e poi raggiungere il borgo a piedi oppure se siete disposti a spendere 5€ all'ora parcheggiare al parcheggio coperto di Piazza Martiri della Libertà. Altrimenti è possibile parcheggiare la macchina alla stazione di Santa Margherita e da lì prendere uno degli autobus per Portofino che partono ogni 20 minuti.
Durante il soggiorno vi consigliamo di prendervi un attimo di pausa e assaggiare una deliziosa focaccia ligure oppure un buon piatto di trofie al pesto. Essendo in località di mare potrete assaporare qualche gustoso piatto di pesce come le acciughe fresche al finocchio o la buridda di pesce con il riso. Non dimenticatevi che nella zona del Tigullio vengono prodotti vini bianchi e rossi di eccellente qualità, tra questi citiamo: il Tigullio bianco frizzante oppure fermo, il Vermentino del Tigullio, il Moscato del Tigullio o il Moscato Passito del Tigullio.
L’area in cui sorge la città venne abitata fin dall’epoca del bronzo, come testimoniano alcuni ritrovamenti effettuati nella zona. La città assunse importanza strategica al tempo dell’impero romano grazie al suo porto punto di transito degli eserciti verso l’oriente ma anche crocevia di traffici commerciali. La città è posta in un’insenatura naturale sulla costa, all’interno della quale si aprono più bracci di mare, fu grazie alla protezione naturale dalle mareggiate e dalle incursioni nemiche che la città potette svilupparsi non solo economicamente ma anche culturalmente. Durante il periodo romano venne collegata via terra da due importanti vie di comunicazione come la Appia e la Traiana mentre nell’83 a.C. venne elevata a Municipio, successivamente ai suoi abitanti venne riconosciuta la cittadinanza romana. Con la caduta dell’impero venne dominata dai Longobardi, dai Bizantini e dai Normanni, sotto il dominio di Federico II di Svevia venne scelta come sede per il matrimonio con Jolanda regina di Gerusalemme e venne costruito il castello difensivo. Durante il periodo delle crociate la città e il suo porto riacquistarono l’importanza persa durante il periodo delle dominazioni Longobarde e Bizantine, fu in questo periodo venne costruita la nuova cattedrale. Sfortunatamente nella metà del 1300 la città venne colpita dalla peste che causò una grave crisi demografica ed economica dalla quale cercarono di risollevarla gli Angioini. Il porto a causa del progressivo impaludamento subì un periodo di profondo declino che durò fino al risanamento delle paludi e all’apertura, avvenuta nel 1775 sotto la dominazione Borbonica, del canale di uscita. Durante l’800 il porto riacquistò la sua importanza divenendo durante la I guerra mondiale un punto strategico per le operazioni navali nell’Adriatico mentre durante la II guerra mondiale vi si rifugiarono Vittorio Emanuele III e il maresciallo Badoglio.
Costruito nel 1227 su volere di Federico II di Svevia con funzioni puramente difensive ospitò le guarnigioni poste a difesa del territorio. Per la sua costruzione vennero utilizzati materiali provenienti da vecchie mura e monumenti in rovina. Il complesso originale aveva forma trapezoidale con un torrione centrale, torri angolari e tutt’intorno un fossato di protezione, sotto la dominazione Angioina prima e Aragonese poi il castello subì numerose modifiche e ampliamenti tra le quali una nuova cinta muraria, dei torrioni circolari e un nuovo fossato che diedero al castello le forme attuali. Dagli inizi del 1900 il castello è parte di un’area militare e durante la I guerra mondiale venne utilizzato come base dalla Marina Militare. Il castello è visitabile solo su prenotazione.
La fortezza posta sull’isola di Sant’Andrea è collegata alla terra ferma da un ponte costruito nel 1869 con una lunghezza di circa 450 metri. La costruzione della fortezza venne iniziata nel 1481 su volere di Ferdinando I di Aragona per rafforzare le difese della città e del porto sempre a rischio di attacchi provenienti dall’oriente ma terminata successivamente dal figlio Alfonso al quale deve il nome. Il complesso è costituito da due distinte parti il Castello Rosso il cui nome si deve al colore dei mattoni con i quali è costruito e il Forte edificato in epoca successiva come alloggio delle guarnigioni. Per una visita al castello si consiglia di recarsi all’ufficio informazioni turistiche.
Delle colonne romane ne rimane oggi solamente una posta in cima alla scalinata che conduce al comune l’altra di cui se ne vede il basamento cadde nel 1528. La colonna in Cipollino d’Africa è alta 19 metri e secondo la tradizione assieme alla gemella segnavano il termine dell’antica via Appia, in realtà si pensa fossero parte di un monumento dedicato alla vittoria. Sulla desta della colonna è posta un’epigrafe ad indicare il luogo dove sorgeva la casa in cui morì Virgilio.
Dedicata a San Giovanni Battista la cattedrale venne edificata tra il 1089 e il 1143 in stile romanico, sfortunatamente venne quasi completamente distrutta dal terremoto del 1743, in seguito ricostruita subì nel corso del tempo notevoli rimaneggiamenti. La facciata tripartita da lesene è ornata da nicchie con statue in pietra dei santi Leucio, Teodoro, Lorenzo da Brindisi e Giustino de Jacobis. L’interno a tre navate conserva i resti di un pavimento a mosaico del XII secolo mentre nella cappella dedicata a San Teodoro sono conservate le spoglie del Martire, di notevole interesse il coro ligneo del 1500.
Costruita nell’XI secolo su volere di Boemondo d’Altavilla la chiesa è considerata un gioiello di architettura normanna. La chiesa a forma di ferro di cavallo fu prima sede dei Templari e successivamente dei Cavalieri del Santo Sepolcro. La facciata è ornata da un bel portale decorato preceduto da un piccolo portico sorretto da due colonne. All’interno sono visibili tracce di affreschi del ‘200-‘300.
Si accede al museo tramite il Portico dei Cavalieri Gerosolimitani unico resto di un antico complesso costruito nell’XIV secolo. Il museo conserva al suo interno bronzi e ceramiche appartenenti al VI e III secolo a.C. oltre che vetri e monete. Di notevole interesse la sezione dedicata all’archeologia subacquea dove sono custoditi bronzi di età imperiale raffiguranti Lucio Emilio e di uno sconosciuto cittadino togato.
Conosciuta come la Città Bianca per il colore delle sue case poste su tre colli a circa 200 metri sul livello del mare è circondata da magnifiche coltivazioni di ulivi. La città dispone di un bel borgo medioevale con strette viuzze, piazzette e corti colme di odori e suggestioni che ricordano le casbah arabe. Le case del centro storico sono spesso scavate nella roccia e unite tra di loro a archi o semiarchi con funzioni di sostegno, molte scale collegano le varie zone del centro. La città che dal 2008 ha ricevuto ininterrottamente la bandiera blu d’Europa per le belle spiagge di cui dispone, per la limpidezza delle sue acque e per la qualità dei suoi servizi offerti in inverno è praticamente deserta mentre in estate si anima di turisti che passeggiano per le vie o sorseggiano aperitivi nei dehors dei molti locali. Di origini romane venne conquistata dai Longobardi e dai Saraceni per essere successivamente al centro di un territorio popolato da monaci basiliani, sotto il dominio degli Angioini venne dotata di una cinta muraria rafforzata con torrioni sotto il dominio degli Aragonesi. Il cuore pulsante della città è rappresentato da Piazza della Libertà sulla quale si affaccia il Palazzo del Municipio che trova sede nell’ex convento Francescano. Sulla piazza è ubicato l’obelisco di Sant’Oronzo. Da vedere:
Terminata nel 1495 la cattedrale dedicata a Maria Assunta ha una facciata in stile gotico ornata da lesene, da tre portali abbelliti da bassorilievi e sormontati da tre rosoni di cui il centrale di notevoli dimensioni. L’interno ha subito notevoli rimaneggiamenti che ne hanno stravolto le fatture originali, il soffitto è ornato da tele del ‘700.
Dedicato al Santo Protettore della città che secondo la tradizione l’ha liberata dal contagio di una terribile pestilenza il santuario posto a tre chilometri dal centro della venne costruito nel XVII secolo. Si dice che la cripta posta sotto al presbiterio abbia ospitato il Santo al tempo delle persecuzioni contro i cristiani praticate dall’imperatore Nerone. Una scala posta a sinistra della chiesa conduce i visitatori ad una fontana che secondo la tradizione venne fatta zampillare dal Santo.
Il museo ospitato nell’ex monastero di Santa Maria Maddalena è stato aperto nel 1989 e conserva reperti archeologici ritrovati duranti gli scavi nella zona di Ostumi. Sicuramente il reperto che attira maggiormente l’attenzione è costituito dai resti di una donna gravida ritrovati nella grotta di Santa Maria di Agnano. Il reperto risalente al pleistocene venne ritrovato nel 1991 assieme al corredo funebre costituito bracciali di conchiglie un copricapo e strumenti in pietra.
Le Spiagge: di notevole interesse turistico sono i 17 chilometri di spiagge di cui dispone la città che ne fanno uno dei luoghi di villeggiatura più apprezzati della Puglia. Lunghe spiagge sabbiose si alternano a calette poste in mezzo agli scogli tra giochi di luci e colori che affascinano i bagnanti. Il mare incontaminato e la bellezza dei fondali offre la possibilità di fare snorkeling e immersioni ed entrare in contatto con innumerevoli varietà di pesci. Tra le spiagge vi segnaliamo Pilone spiaggia di sabbia fine con dune, divenuta riserva regionale – Rosa Marina costituita da un insieme di spiagge di sabbia fine – Costa Merlata costituita da un insieme di calettette che spuntano tra gli scogli – Torre Pozzella che deve il suo nome alla torre di avvistamento del XVI secolo, anche questa parte di costa riserva una serie di calette protette da alti scogli.
Grazioso villaggio caratterizzato dalla disposizione circolare delle sue case e delle sue vie. Il borgo posto su di un cucuzzolo, domina la valle dell’Itria, sulla quale si hanno splendidi panorami passeggiando per via Nardelli.
Edificata tra il 1790 e il 1825 sui resti di preesistenti edifici su progetto dell’architetto Giuseppe Gimma dispone di una facciata in stile neoclassico. L’interno è ornato da marmi policromi e bassorilievi.
Le origini della chiesa non sono certe anche se si ritiene fosse ricchissima di apparati sacri. Originariamente costruita al di fuori del tessuto urbano è stata nel corso del tempo riassorbita in esso.
Annoverato fin dal 1996 tra il patrimonio mondiale dell’umanità dall'UNESCO Alberobello sembra una città uscita dalle fiabe grazie ai suoi oltre mille trulli disseminati tra i rioni Monti e Aia Piccola. La città che deve il nome da Sylva Arboris Belli dall'enorme bosco che ricopriva il territorio del quale ne rimangono solo alcune macchie e venne fondata nel XV secolo dai conti Acquaviva di Conversano che lo ebbero come feudo fino al 1797 quando il re Ferdinando IV di Borbone nominò Alberobello città regia liberandola dallo stato di feudo come richiesto dalla popolazione. Le origini delle abitazioni che hanno reso famosa a livello mondiale la città si devono ad una normativa degli Aragonesi che imponevano la regia autorizzazione per la costruzione di case in calce pena la distruzione e l’allontanamento del colono dalle terre. Fu quindi Girolamo II di Acquaviva che desideroso di costituirsi un feudo incitò il popolo all'edificazione di case con muri fatti di sole pietre provenienti dalla bonifica dei campi che in caso di controlli governativi potevano essere abbattute in breve tempo. La visita della città si snoda attraverso i due rioni Monti e Aia Piccola:
Articolato in sette strade parallele tra le quali via Monte Nero e Via Monte Pasubio è il rione dove sorgono i trulli più antichi della città tra questi i trulli siamesi. Nel rione sorge la chiesa di Sant’Antonio aperta al pubblico nel 1927 che con la tipica forma di trullo dispone di una bella facciata preceduta da una scalinata e sovrastata da un rosone. Con la valorizzazione del turismo molti dei trulli del rione sono stati adibiti a strutture ricettive grazie anche alla caratteristica di essere freschi in estate e caldi in inverno. Se volete provare l’esperienza di un soggiorno in un trullo vi suggeriamo di consultare il seguente sito di Trullidea
Il rione con i suoi 400 trulli e i suoi stretti vicoli è rimasto a tutt’oggi incontaminato qui si respira un’atmosfera primitiva e ricca di suggestione.
Rappresenta l’unico esempio di trullo sopraelevato, con una scala di accesso al piano superiore incastonata tra le spesse pareti.
Il museo che trova sede in un complesso di trulli tra loro comunicanti di particolare interesse tratta la storia del territorio, la lavorazione della pietra e la genesi della costruzione delle tipiche abitazioni.
Si può affermare che la città sia di sicure origini peucete grazie ai ritrovamenti di monete, armi e vasi rinvenuti in sepolture nella campagna circostante. Oggi Putignano è un centro agricolo e industriale noto soprattutto per il suo carnevale tra i più lunghi ed antichi d’Europa. Grazioso è il centro storico, testimonianza del florido passato, ricco di architetture di notevole interesse storico e artistico tra queste l’ex convento dei Carmelitani con annessa chiesa della Madonna del Carmine ora sede del Municpio, Palazzo Romanazzi Carducci, la Chiesa Madre e la Chiesa di Santa Maria la Greca. Al di fuori del centro abitato si trova il convento di San Domenico.
A pochi chilometri da Putignano si trova Castellana famosa soprattutto per le sue grotte.
Le grotte rappresentano un insieme di cavità carsiche formatesi nel corso di milioni di anni in seguito all’erosione provocata delle acque del fiume sotterraneo che le attraversava, al crollo di strati di calcare che formarono ampie cavità, la successiva infiltrazione di acqua, provocarono l’inizio della formazione di stalattiti e stalagmiti. La visita, di notevole suggestione grazie alla quantità di formazioni calcaree e ai loro colori che lasciano sempre stupefatti i turisti, si snoda attraverso due percorsi ad una profondità di 60-70 metri. Il percorso completo ha una lunghezza di circa tre chilometri e una durata di circa 2 ore, mentre il percorso ridotto è lungo circa un chilometro con una durata di circa 1 ora. L’itinerario completo, dopo aver attraversato sale e grotte dai suggestivi nomi come grotta Nera, grotta della Civetta, corridoio del Serpente, caverna del Precipizio arriva alla Grotta Bianca detta anche "la più splendente del mondo" grazie alle sue formazioni di alabastro. Entrambi i percorsi partono dal fondo della Grave, raggiungibile a piedi tramite una scalinata (la risalita avviene tramite un ascensore), si sviluppano su percorsi piuttosto agevoli, la temperatura si aggira costantemente intorno ai 16-18 gradi e il fondo può essere scivoloso, vi consigliamo quindi un abbigliamento e scarpe adeguate.
Nota città balneare grazie alle sue belle spiagge alle calette poste tra le scogliere e alle limpide acque che da anni conquistano la bandiera blu d’Europa. Il borgo antico con le sue case bianche è arroccato sulla scogliera a picco sul mare caratteristici sono i suoi stretti vicoli che terminano in terrazze sulla scogliera a picco sul mare regalando magnifici panorami ai turisti. Al pittoresco borgo antico si accede tramite un arco chiamato Arco Marchesale, mentre il cuore del borgo è costituito da piazza Vittorio Emanuele II o piazza dell’Orologio sulla quale si affacciano il Palazzo del Governatore e la chiesa Matrice. Tutt’intorno alla piazza un dedalo di viuzze sulle quali si aprono tipici negozietti, bar e gelaterie. Caratteristico è il porto antico posto fuori dal centro storico in Cala Paura in estate molto frequentato dai turisti. Nella chiesa della Matrice è conservato un presepe in pietra opera di Stefano da Putignano. Poco lontano dal centro di Polignano, raggiungibile con una piacevole passeggiata, è lo Scoglio dell’Eremita staccato di pochi metri dalla terraferma. Grazie alla sua morfologia il tratto di costa di Polignano a Mare è interessato da fenomeni erosivi che hanno permesso la formazione di parecchie cavità e grotte utilizzate anche in epoca preistorica. Tra le numerose grotte merita sicuramente la più scenografica è Grotta Palazzese, anche le altre grotte meritano però una visita tra queste citiamo Grotta del Commisso, Grotta San Lorenzo, grotta della Foca, grotta delle Rondinelle e grotta dei Colombi. Le grotte sono raggiungibili via mare con tour organizzati o noleggiando barche o gommoni.
A circa tre chilometri dal centro abitato sorge l’abbazia di San Vito edificata nel X secolo dai monaci basiliani e successivamente condotta dai monaci benedettini. Per secoli l’abbazia custodì le spoglie di San Vito che secondo la leggenda vennero trasportate sin qui dalla principessa Florentia. Le eleganti forme attuali in stile barocco dell’abbazia sono il frutto di opere di abbellimento compiute nel corso dei secoli. All’esterno dell’abbazia sono ancora visibili antiche strutture difensive come le mura la torre Masseria e la torre Costiera
Terza città del sud Italia dopo Napoli e Palermo per numero di abitanti, la città deve la sua importanza al porto attualmente primo dell’Italia mediterranea e porta verso l’Oriente e l’Africa. Le origini della città sono tuttora ignote sicuramente risalgono all’età del bronzo in come dimostrano alcuni reperti ritrovati sotto la basilica di San Pietro. In epoca romana fu un Municipio e sviluppò i suoi commerci grazie alla costruzione della via Traiana. Con la caduta dell’impero Romano la città subì a fasi alterne il dominio dei Longobardi e dai Saraceni fino al 1018 quando riuscì ad ottenere la propria autonomia. Nel 1078 vennero portate nella città le spoglie di San Nicola che contribuirono a rendere la città meta di pellegrinaggi e luogo di partenza per le Crociate. Nel XIII secolo con la dominazione Sveva la città vide un periodo di grande floridezza si diede impulso agli scambi commerciali e alla costruzione di edifici tra i quali il castello. Sotto la dominazioni degli Angiò, degli Spagnoli e degli Aragonesi la città vide un continuo aumento delle sue attività commerciali, vennero rinforzate le strutture difensive, e per un periodo fu sede della corte Aragonese che influenzò positivamente le attività culturali della città. Il XVII secolo rappresentò un periodo di decadenza per la città che vide rifiorire le sue attività e la crescita urbana a partire dal ‘700. Anche l’800 fu un periodo di grande crescita al punto che la città uscì dalle mura per estendersi verso l’entroterra, in questo periodo vennero costruite arterie che la collegarono a Napoli.
grazie ad un’attenta politica di recupero ora il centro storico è sede di pub, bar, ristoranti e negozi, passeggiare per gli stretti vicoli ricchi di storia dove si respira aria dal sapore orientale è sicuramente molto suggestivo. Passeggiando per le vie del centro di notevole interesse sono le edicole dedicate ai Santi.
si tratta dei resti delle antiche opere di fortificazioni fatte nel XII secolo e abbracciano tutta la città vecchia fino al mare, ancora visibile il fortino di Sant’Antonio Abate.
La cattedrale che sorge sulla piazza nel centro storico della città rappresenta uno dei massimi esempi di architettura romanica-pugliese. Edificata tra il 1087 e il 1197 per ospitare le spoglie di San Nicola trafugate da Myra e da alcuni marinai, la basilica sorge ove era il palazzo del catapano distrutto da una rivolta popolare. La facciata di linee semplici è ornata da tre portali di cui quello centrale a baldacchino riccamente decorato e da monofore e bifore sormontate da una finestra circolare. Di notevole interesse i fianchi della basilica ornati da arcate abbellite da portali riccamente decorati. L’interno a tre navate conserva la cattedra marmorea del vescovo Elia, il sepolcro della regina Bona Sforza e un altare argenteo di San Nicola, oltre ad affreschi del ‘300, nella cripta sono invece conservate le spoglie di San Nicola.
Costruita tra il 1170 e il 1178 su volere di Guglielmo I di Sicilia rappresenta un bell’esempio di architettura Romanico-Pugliese. La facciata molto semplice è ornata da lesene, da un rosone centrale decorato da figure fantastiche bifore e monofore oltre che da tre portali di accesso alla basilica di cui il centrale sormontato da tre figure. L’interno a tre navate divise da colonne sormontate da trifore conserva nella cripta le spoglie di San Sabino e
La fortezza edificato su volere di Federico II di Svevia per proteggere la zona da incursioni nemiche venne edificata tra il 1233 e il 1240 su una preesistente costruzione di origine bizantina successivamente venne adeguata alle esigenze della corte Aragonese. Circondato su tre lati da un ampio fossato mentre il quarto anticamente si affacciava direttamente sul mare, dispone di bastioni difensivi e di quattro torri quella dei Minorenni, quella del Monaco, quella del Vento e quella del Semaforo. Si accede al castello oggi sede della Gipsoteca provinciale della Soprintendenza dei beni Ambientali Architettonici e Storici tramite un bel ponte in pietra.
Altri palazzi degni di nota in città sono il palazzo dell’Acquedotto Pugliese, palazzo Mincuzzi, palazzo Fizzarotti
Conosciuta a livello internazionale per il suo pane la città è di origini molto antiche la zona fu infatti abitata già nel II millennio a.C. ne sono testimonianza alcuni ritrovamenti, solo con i Peuceti però si delineò un primo centro abitato. L’attuale città venne probabilmente fondata dai Saraceni ma assunse una certa importanza sotto Federico II che oltre a cercare di ripopolarla vi fece erigere delle mura difensive, un castello e la famosa cattedrale. L’abitato della città restò entro le mura fin verso la fine del ‘700 quando grazie al periodo di floridezza economica si estese oltre. Nel medioevo la città fu feudo di nobili famiglie come gli Orsini e i Farnese, successivamente aderì alla Repubblica di Napoli autogovernandosi.
La cattedrale venne edificata nel 1232 per volere di Federico II di Svevia che la dedicò a Maria Assunta di Gravina. In seguito ad un terremoto del 1316 venne parzialmente distrutta e ricostruita altri furono gli interventi di rimaneggiamento della chiesa che però non stravolsero l’impianto originario. Preceduta da una scalinata la facciata dispone di un bel portale ornato da bassorilievi sovrastato da un rosone anch’esso ornato da bassorilievi, due bei campanili ornati da bifore e trifore racchiudono la statua del Cristo Benedicente. L’interno della chiesa a tre navate divise da colonne sovrastate da archi è rivestito di marmi.
Conserva al suo interno interessanti reperti che vanno dall’età del bronzo all’poca ellenistica tra questi gioielli in oro del II secolo a.C. e un sarcofago con lo scheletro di una bambina corredato di statuette.
documentano la convivenza in città di diverse comunità religiose e sono composti da stretti vicoli che sfociano in cortili ove si svolgeva la vita sociale della comunità, si lavorava e si custodivano gli animali tra questi segnaliamo.: claustro Tricarico, claustro Giudecca e claustro Patella.
si tratta di tipiche abitazioni poste nella campagna circostante che dispongono di fortificazioni come mura di cinta, fossati, torrette di avvistamento per garantire la difesa del territorio e degli abitanti. Alcune di queste Masserie sono cadute in rovina altre sono state trasformate in Agriturismi o in aziende agricole dove è possibile accedere a laboratori didattici. Tra le Masserie più note segnaliamo la Masseria Calderoni ora sede di un resort, la Masseria De Angelis (Vai al sito), Masseria Jesce
Si tratta di un immenso spazio a cielo aperto appartenente probabilmente al periodo Cretacico Superiore dove sono state rilevate più di 30.000 impronte di dinosauri articolate su vari sentieri. Al momento la cava non è visitabile
Nella grotta nel 1993 è stato scoperto da un gruppo di speleologi lo scheletro di un Homo che si pone tra l’Herectus e il Neanderthal di circa 250 milioni di anni fa. Lo scheletro è stato ribattezzato l’uomo di Altamura, lo scheletro posto tra stalattiti e stalagmiti è ricoperto da formazioni coralliformi, all’interno della grotta in cui è stato rinvenuto lo scheletro sono visibili resti di animali scomparsi dalla valle milioni di anni fa tra questi un bovide arcaico, il daino e il cervo. Presso la Masseria Langone è stato istituito un centro visite nel quale è possibile vedere immagini tridimensionali dell’uomo.
Posta su di una piccola altura la città è conosciuta per il suo olio è per le varie opere d’arte di cui dispone. Il borgo antico con piccole e tortuose vie sulle quali si affacciano edifici in pietra è separato dalla parte più moderna da quattro vie alberate chiamato “lo stradone”. La città di origini molto antiche come tutte le città della zona subì le invasioni e le distruzioni dei Goti dei Longobardi e dei Saraceni per poi divenire domino di Federico II di Svevia e passare poi sotto la dominazione Angioina. Interessante il centro storico cittadino dove spiccano la Torre dell’orologio, cinquecenteschi palazzi in pietra e diverse chiese barocche.
costruita nel XII secolo la cattedrale ha subito diverse modifiche nel corso dei secoli. Considerata un bell’esempio di architettura romanica pugliese dispone di una facciata a capanna con tre portali di cui quello centrale lavorato con bassorilievi raffiguranti leoni, grifi alati, i simboli degli evangelisti gli apostoli. Il portale centrale è sovrastato da una bifora e da un bel rosone. L’interno a tre navate divise da colonne è a croce latina con volte a crociera. Sotto la cattedrale vi è un percorso che evidenzia le origini romane della città. Poco distante dalla chiesa vi è la grotta di San Cleto databile intorno al I-II secolo d.C.
Il museo ospitato nell'omonimo palazzo racchiude in quattro sale un’importante raccolta di reperti provenienti da centri della Magna Grecia tra questi spiccano le ceramiche e i bicchieri dal corpo a forma umana o di animale.
Conosciuta soprattutto per la sua splendida cattedrale la città sorge a 7 metri sul livello del mare in un’insenatura che la protegge dalle mareggiate. La sua posizione geografica favorì fin dall’antichità lo sviluppo di un porto commerciale dal quale partivano navi cariche d’olio e frumento per tutto il mediterraneo. Durante le crociate fu punto di partenza di Cavalieri e Pellegrini verso la Terra Santa. Di sicure origini romane la città venne dominata dai Longobardi, dai Bizantini, dai Normanni per passare sotto il regno di Federico II di Svevia e Angioino durante il quale la città godette del periodo di maggiore splendore durante il quale vennero costruite chiese e palazzi signorili. Durante la dominazione Aragonese la città iniziò un lungo e inesorabile periodo di declino segnato anche da carestie e pestilenze dal quale si risollevò grazie all’istituzione della Sacra Regia Udienza (specie di Prefettura) che favorì l’arrivo in città di numerose personalità come avvocati, giudici e magistrati. La città visse quindi di un periodo di sviluppo culturale molto importante nel quale vennero costruite biblioteche e palazzi ricchi di tesori artistici. Grazie ai numerosi palazzi e chiese ricchi di opere d’arte la città è considerata uno dei gioielli del sud Italia. Affascinante è il centro storico ricco di stradine che regalano splendidi scorci.
considerata una dei massimi esempi di stile romanico pugliese la cattedrale sorge su di un promontorio che si protende sul mare regalando ai turisti splendide immagini. Costruita alla fine del XI secolo su di una preesistente basilica venne dedicata a San Nicola Pellegrino. La cattedrale è preceduta da un ampio piazzale utilizzato spesso per manifestazioni e concerti ed è affiancata da un campanile con basamento ad arconi ornato da bifore e trifore. Si entra alla cattedrale attraverso un doppio scalone che conduce al portale ornato da figure simboliche, fiancheggiato da archi ciechi sormontati da tre finestre a tutto sesto. La finestra centrale ornata da due leoni e due elefanti è a sua volta sormontata da un rosone centrale che all’imbrunire illumina l’interno della cattedrale con giochi di luci. L’interno a tre navate divise da colonne binate ispira un senso di maestosità accentuato dai matronei che si affacciano sulla navata centrale. Al fondo delle navate si trova la cappella di Santa Maria che custodisce affreschi del ‘300 e del ‘400 da essa si accede alla cripta di San Nicola.
costruito nel 1233 da Federico II per scopi difensivi si affaccia direttamente sul mare controllandone l’accesso alla città. I bassi fondali che lo circondano fanno da protezione sia da mareggiate che in passato da sbarchi nemici. Costruito a forma quadrangolare con quatto torri quadrate agli angoli ornate da merli è protetto da un muro fortificato e da un fossato collegato direttamente con il mare. Anticamente l’accesso al castello avveniva tramite un ponte levatoio ora sostituito da un ponte in pietra, con l’avvento delle armi da fuoco il castello subì notevoli opere di rafforzamento fino alla sua destinazione come sede della Sacra Regia Udienza. Dopo lunghi lavori di restauro il castello è stato aperto al pubblico nel 1998.
Sin dall’antichità la città ha rivestito un’importante ruolo commerciale e agricolo grazie alla sua posizione strategica e al suo porto commerciale godendo della vicinanza della vicina Canosa. In seguito alla distruzione di Canosa prima e della vicina Bari poi la città raccolse un sempre maggior numero di popolazione divenendo prima sotto il dominio normanno e poi quello di Federico II di Svevia un importane centro commerciale. Fu terra di passaggio per le crociate in Terra Santa ma anche importante porto per i commerci verso l’oriente e il resto del Mediterraneo. Durante la dominazione Angioina grazie anche alla sua flotta la città riuscì a mantenere la sua floridezza economia e i favori del Re. Nel febbraio del 1503 la città fu teatro della famosa disfida di Barletta durante la quale i cavalieri Italiani si scontrarono contro quelli Francesi avendone il sopravvento. Sfortunatamente sotto il dominio Borbonico a causa del malgoverno e di alcuni eventi naturali come la pestilenza e una serie di terremoti per la città cominciò un periodo di declino che si protrasse fino agli inizi dell’ottocento.
Il nucleo originario del castello venne costruito nel XI secolo dai normanni in epoche successive l’edificio subì però una serie di modifiche e ampliamenti. Le modifiche principali vennero apportate da Federico II e da Carlo I d’Angiò. A Federico II si deve la costruzione dell’ala Federiciana, La chiesa di San Giacomo, il forno altra testimonianza sono le finestre ogivali con lunette nelle quali è scolpito il simbolo dell’aquila mentre a Carlo I si deve la forma attuale della fortezza il cui progetto di ampliamento e fortificazione venne affidato a Pierre d’Angicourt. Alla dinastia Aragonese si deve invece la fortificazione delle mura di cinta, l’ampliamento del fossato tutt'intono al castello e la costruzione dei bastioni angolari. Durante le Crociate il castello servì da ricovero per i Cavalieri, mentre attualmente, dopo lunghi lavori di restauro visto il lo stato di degrado in cui versava dopo anni di abbandono, il castello è sede del Museo Civico che conserva importanti reperti tra i quali un busto in pietra di Federico II.
La costruzione del Duomo venne iniziata nel XII secolo ma terminò solo nel XIV secolo dopo vari ampliamenti e periodi di ferma. La cattedrale dedicata a Santa Maria Maggiore è posta nel nucleo antico della città nelle vicinanze del castello, durante le crociate ospitò i pellegrini in transito. La basilica si articola in una parte sotterranea ed in una parte fuori terra dove i diversi stili evidenziano i diversi periodi di costruzione. La facciata di forme romaniche è abbellita da un portale in stile rinascimentale sovrastato da una monofora e da un rosone mentre la parte posteriore è in stile gotico. L’interno a tre navate custodisce pregiati elementi scultorei e un tesoro con oreficerie, avori e dipinti.
Ospitata nello splendido palazzo Della Marra la pinacoteca contiene le opere dell’artista donate al comune dalla vedova Leontine Gruvelle tra queste Colazione in Giardino, Il Salotto della Principessa Matilde Bonaparte e altre.
Si tratta di un’imponente statua in bonzo del IV secolo d.C. proveniente da Costantinopoli. Sulla figura rappresentata dalla statua ci son pareri discordanti secondo alcuni appartiene a Valentiano I per altri Onorio.
Edificato nel XII secolo in forme romaniche risente di influenze del Gotico Francese e rinascimentali come il bel portale. L’interno a tre navate divise da pilastri cruciformi che sorreggono belle volte a crociera custodisce affreschi del XIII secolo, un fonte battesimale del ‘200 e una tavola raffigurante la Madonna con Bambino in stile bizantino. Di notevole valore il tesoro custodito nella cappella.
La città, di antichissime origini, deve la sua fortuna al sale, alle saline e al suo centro termale i cui benefici effetti derivano dai fanghi e dalle acque madri del prezioso composto chimico. La città, di forma allungata, con un litorale sul quale si estendono belle spiagge che degradano dolcemente nei fondali poco profondi del mar Adriatico era già molto conosciuta fin dal III secolo a.C. Grazie alle saline fu infatti al centro delle principali vie commerciali sia verso l’oriente che verso il nord Europa (Via Salaria). Originariamente conosciuta con il nome di Salinis o Sancta Maria de Salinis in epoche successive, la città cambiò definitivamente nome nel 1879 quando in onore della Regina venne chiamata Margherita di Savoia. Il borgo sotto il regno di Federico II di Svevia conobbe un periodo di notevole sviluppo che cessò con la dominazione degli Angiò a causa del grave dissesto finanziario della casata e del diffondersi della malaria che provocò un notevole numero di vittime e il trasferimento dei superstiti nella vicina città di Barletta. Solo intorno alla fine del ‘600 e inizi del ‘700 durante la dominazione dei Borbone il borgo ricominciò a crescere grazie al ritorno delle vecchie famiglie e alla decisione del re di far rimodernare l’impianto di estrazione e lavorazione del sale affidandone il progetto al Vanvitelli. Al borgo venne però riconosciuta l’autorità di municipio solo nel 1813 dal re Gioacchino Murat.
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conosciuta anche con il nome di Torrione l’edificio ha un’altezza di circa 13 e sebbene non sia chiara la data della sua edificazione si pensa avvenne dopo la ristrutturazione del castello di Barletta sicuramente per scopi doganali ma anche di avvistamento. Altre sono le torri di avvistamento costruite lungo la costa tra queste ricordiamo Torre Pietra. Attualmente la torre è sede della Pinacoteca “Francesco Galante Civera”.
divenute riserva naturale nel 1977 le saline si estendono nell’area che va da Margherita di Savoia a Zapponeta costituendo un’area umida di notevole interesse per le molteplici specie di uccelli che vi nidificano o vi transitano durante i vari periodi dell’anno. Disposte in una serie di bacini con vari gradi di salinità le saline hanno l’aspetto di una laguna di singolare bellezza grazie alle varie tonalità di colori, dei riflessi dell’acqua e del sale spesso ammonticchiato in cumuli. Il momento migliore per visitare le saline è il tramonto o l’aurora quando gli incredibili colori del cielo si riflettono nelle acque salmastre ricche di numerose varietà di colorati uccelli come i fenicotteri rosa, le folaghe, le avocette, i cavalieri d’Italia, i Gabbiani Rosei.
il museo unico nel suo genere in Italia è situato sia all’interno dei vecchi magazzini del sale posti vicino al Torrione sia all’esterno lungo i bacini salati ancora attivi. Nella parte interna è possibile ammirare una collezione di vecchi strumenti industriali usati nella salina mentre all’esterno è possibile vedere macchine di grandi dimensioni usate nella salina come carri ferroviari, locomotori e generatori di corrente.
Lo stabilimento termale si estende su di una vasta area lungo il litorale e comprende una parte coperta con una superficie di circa 15.000 metri quadrati e di una parte scoperta costituita da bella spiaggia attrezzata. Le terme utilizzano i fanghi prodotti dalle vicine saline e le acque madri di colore rossastro anch’esse provenienti dalle saline della zona. Le acque ricche di bromo e di iodio vengono usate per la cura di problemi respiratori, dermatologici, dell’orecchio e dell’apparato osteoarticolare.