Questa importante area risale al II secolo ed è contemporanea al Foro di Traiano. Sorse per sostenere le pendici del Colle Quirinale ed era destinata ad ospitare tutte le principali attività commerciali ed amministrative. Il bellissimo complesso si articola su sei diversi livelli ed offre una spettacolare vista su Via dei Fori Imperiali. Dal 2007 ospita il Museo dei Fori Imperiali con mostre temporanee e laboratori didattici.
Piazza Venezia è una delle piazze più famose di Roma. Si trova ai piedi del Campidoglio e vi si incrociano tre importanti vie: Via dei Fori Imperiali con sullo sfondo il Colosseo, via del Corso che conduce a Piazza del Popolo e Via del Plebiscito. Fu realizzata, tra molte polemiche, negli anni a cavallo tra ‘800 e ‘900, abbattendo antiche costruzioni tra cui tre chiostri del complesso dell’Aracoeli. È dominata dal Vittoriano, monumento neoclassico a re Vittorio Emanuele II, opera di Giuseppe Sacconi, che ospita le spoglie del Milite Ignoto, il Sacrario delle bandiere ed un complesso museale. Il 2 giugno 2007, in occasione della celebrazione della festa della Repubblica è stata aperta al pubblico la terrazza delle Quadrighe, alla sommità del Monumento. Vale la pena salire i 100 gradini (in alternativa ci sono comunque una serie di ascensori) perchè il panorama a 360° di Roma e del Foro Romano che si offre a 81 metri di altezza è davvero emozionante, soprattutto al tramonto.
Su Piazza Venezia si affacciano alcuni splendidi palazzi:
Palazzo Venezia, costruito a metà del 1400 per volere del cardinale veneziano Pietro Barbo (che diventerà papa Paolo II) con marmo proveniente dal Colosseo e dal Teatro di Marcello. Oltre che residenza papale, fu anche ambasciata della Repubblica di Venezia, da cui prese il nome. Attualmente è sede museale.
Il palazzo delle Assicurazioni Generali, costruito proprio di fronte a palazzo Venezia nei primi del ‘900 da Giuseppe Sacconi. Il suo Leone di San Marco proviene dalle mura di Padova.
Palazzo Bonaparte, costruito a metà del ‘600, fu la residenza tra il 1818 ed 1836 di Letizia Ramolino, madre di Napoleone che amava sedersi dietro il balcone coperto (il mignano) sull’angolo con Via del Corso, per osservare non vista il passeggio sottostante e assistere ai festeggiamenti del carnevale e, in particolare, alle corse dei Barberi, cavalli senza fantino che partivano da Piazza del popolo per arrivare a Piazza venezia.
Da non perdere la Basilica di Santa Maria in Trastevere, voluta da papa Callisto I nel III secolo e poi rinnovata tra il 1130 e il 1143 da papa Innocenzo II con i suoi splendidi mosaici sia sulla facciata esterna sia nell’abside, le opere (tra cui il soffitto di legno) di Domenichino, la tomba di Innocenzo II ad opera di Virginio Vespignani. Preziosissima è l’icona della madonna Theotókos del VI secolo.
Èuno dei quartieri romani (il tredicesimo, per l’easttezza). Si trova trans Tiberim, cioè al di là del Tevere, sulla riva destra, rispetto a quella dove sorgeva Roma, in territorio Etrusco. In seguito quelle zona venne abitata da marinai, pescatori e commercianti immigrati, le cui attività erano legate al fiume e che venivano a formare una popolazione multiculturale praticamente a se stante. Solo tra il 270 e il 275 d.C. quella zona entrò a far parte di Roma, quando l’imperatore aureliano fece estendere le mura della città per includervi Trastevere e il monte Vaticano. Da quel momento molti tra i personaggi più in vista della città vi costruirono le proprie ville. L’aspetto del quartiere che è arrivato fino a noi, con le sue strette vie, che quasi formano un labirinto, è un retaggio dell’epoca medievale. Dopo il 1870 per bloccare le periodiche inondazioni del Tevere furono costruiti gli argini e i muraglioni, che comportarono la distruzione di tutti gli edifici preesistenti. È uno dei quartieri più vivaci e turistici di Roma.
Due ponti molti antichi collegano la piccola isola Tiberina alle sponde del Tevere. Il primo, verso trastevere, è Ponte Cestio e risale al 46 a.C., mentre nella direzione del Ghetto c’è ponte Fabricio, che fu costruito nel 62 a.C.. Quest’ultimo è decorato con 4 erme romane che gli hanno attribuito il soprannome di Ponte Quattro Capi.
Sono tante le leggende riguardanti l’origine dell’isola e la sua particolare forma, simile ad una nave. Quella più accreditata è legata alla terribile pestilenza che colpì Roma nel 291 a.C. e al culto di Esculapio, dio della Medicina che fu invocato in soccorso della città. Probabilmente è per questo motivo che l’isola è tradizionalmente legata alla pratica della medicina. Oltre all’Ospedale Fatebenefratelli costruito nel 1584, sull’Isola trova posto anche la Chiesa di San Bartolomeo col suo campanile romanico del XII secolo
È un antico mascherone di marmo pavonazzetto del peso di circa 1300 kg.. ha forma circolare, con un diametro di m. 1,80. Si pensa fosse un tombino raffigurante il volto di un dio fluviale. Ha occhi, naso e bocca forati per favorire probabilmente il deflusso dell’acqua. Dal 1632 si trova nel pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin, che fu eretta nel VI secolo sull’ara massima di Ercole. Secondo la leggenda morderebbe la mano dei bugiardi. Il film del 1953 Vacanze Romane di William Wyler con Audrey Hepburn e Gregory Peck ne ha fatto una delle mete preferite dai turisti.
Non mancate di visitare anche la chiesa di rito cattolico greco-melchita e, possibilmente, la sua sagrestia dove si trova il frammento dell’Epifania, prezioso mosaico proveniente da San Pietro. Particolarmente interessanti sono anche l’altare di granito rosso che risale al 1123, i pavimenti a smalti e mosaici e il campanile romanico del XII secolo, con belle maioliche colorate, bifore trifore
Con i suoi 600 metri di lunghezza, 140 di larghezza e con la sua capienza di oltre 250.000 persone, è il più grande edificio per spettacoli mai costruito. Risale, secondo la tradizione, al regno di Tarquinio Prisco, che lo avrebbe fatto edificare dopo la bonifica delle paludi della Valle Murcia. Vi si svolgevano competizioni di ogni genere. Particolarmente seguite erano le corse dei carri. Proprio al centro del Circo Massimo era posto un altare sotterraneo dedicato al dio Consus, protettore dei raccolti. Le ultime gare che vi si svolsero furono quelle promosse da Totila, re dei Goti nel 549.
La valle occupata dai Fori imperiali era anticamente una palude. A partire dal VII secolo a.C. divenne gradualmente, e per oltre un millennio, il centro della vita pubblica di Roma. Al nucleo originale seguirono nel tempo gli ampliamenti voluti da giulio Cesare (54 a.C.), Augusto, Domiziano e Traiano. L’ultimo grande intervento fu realizzato dall’imperatore Massenzio nel IV secolo d.C.. Tutta la zona fu molto danneggiata a seguito delle invasioni barbariche. Gli scavi per riportarlo alla luce iniziarono nel 1700. L’attuale aspetto dell’area è dovuto alla demolizione degli edifici preesistenti per la realizzazione dei Via dei Fori Imperiali (1924-1932).
La sua costruzione risale al 123 d.C. come mausoleo per l’Imperatore Adriano e la sua famiglia. Deve il suo nome attuale ad una leggenda che risale al Pontificato di Gregorio I. È il 590 e Roma è afflitta dalla carestia, dagli effetti disastrosi di una piena del Tevere e da una terribile pestilenza. Il papa organizza una processione di tre giorni per invocare la provvidenza divina. Giunti all’altezza del Mausoleo di Adriano i fedeli vedono stagliarsi nel cielo la figura luminosa di un Angelo che rinfodera una spada avvolta dalle fiamme. Quella stessa sera la peste cessò e da allora Il mausoleo di Adriano cambiò il suo nome in Castel S. Angelo. A differenza di tanti altri monumenti di epoca romana che sono stati nel tempo distrutti, deteriorati o ridotti a cava di materiali, Castel S. Angelo con modifiche e trasformazioni successive è riuscito ad integrarsi pienamente alla storia della città. È stato infatti nel tempo mausoleo, roccaforte, carcere, dimora rinascimentale. Dal 1925 è una interessante sede museale.
Un passaggio protetto consentiva ai Pontefici di trovare riparo in Castel S. Angelo in caso di attacco nemico. È un tratto delle mura Vaticane di circa 800 metri chiamato Passetto. Fu fatto costruire intorno al 1277 da Niccolò III. Fu frequentemente utilizzato durante i secoli successivi. Se ne servì anche papa Clemente VII nel 1527 per sfuggire ai Lanzinecchi. La sua funzione difensiva venne meno a partire dalla fine del 1500. Chiuso ormai da molto tempo, il Passetto è stato riaperto al pubblico in occasione dell’anno Santo del 2000 ed è possibile visitarlo in occasione di alcune manifestazioni. Per informazioni si può telefionare al call center turistico 060608.
È una delle chiese più grandi al mondo. Fu edificata dall’Imperatore Costantino nel 320 sul luogo di sepoltura dell’Apostolo Pietro. Più di mille anni dopo, papa Nicola V ne iniziò il restauro affidandolo a Leon Battista Alberti e a Bernardo Rossellino: l’idea, poi ripresa a metà del 1400 dal Bramante, su incarico di papa Giulio II, era quella di fondere insieme, in una costruzione grandiosa, gli elementi architettonici del Pantheon e della Basilica di Massenzio. Durante i pontificati successivi i lavori di quella che fu chiamata la fabbrica di San Pietro furono appannaggio degli artisti più importanti dell’epoca, quali: Raffaello, Giuliano e Antonio da Sangallo, Maderno che ne realizzò la facciata su disegno di Michelangelo. Fu Michelangelo a progettarne anche la cupola, ultimata poi da Giacomo Della Porta. Proprio sotto la cupola, nella Confessione, si trova la tomba di San Pietro, in prossimità dell’Altare Papale. Quest’ultimo è rivolto ad est, ad incontrare i raggi del sole nascente, come nelle Basiliche Paleocristiane. La Basilica di San Pietro, con i suoi 130 metri di altezza per 190 di lunghezza può ospitare fino a 20.000 fedeli. Ha al suo interno un incredibile numero di opere di inestimabile valore, tra le quali spiccano:
la statua di San Pietro, posta al termine della navata centrale, da sempre meta del pellegrinaggio dei fedeli: gli esperti di storia e di arte non hanno ancora trovato un accordo nè sull’autore nè sulla sua datazione.
la Pietà scolpitada Michelangelo, allora ventitreenne, nel 1499 che volle celebrare la vita eterna donando alla Madonna un’immagine di estrema giovinezza. La cintura di Maria riporta la scritta: MICHAEL ANGELVS BONAROTVS FLORENT(inus) FACIEBAT.: è l’unica opera firmata dallo scultore.
il baldacchino dell’Altare Papale, opera del Bernini, considerato il capolavoro della scultura barocca romana in bronzo, alto più di 28 metri.
la Cappella Battesimale, opera di Carlo Fontana, con al centro il Fonte Battesimale per il quale fu riutilizzata un’antica e preziosa conca di porfido rosso.
Il Museo del Tesoro di San Pietro, situato nelle Sagrestie Principali della Basilica, ospita alcuni reperti dell’antica Basilica Costantiniana e preziose opere scampate ai saccheggi saraceni del 1527 e napoleonici del 1797.
le Grotte Vaticane consentono di accedere agli strati sottostanti la Basilica, a circa 3 metri sotto l’attuale pavimentazione: si dividono in Grotte Vecchie e Grotte Nuove e sorgono su un’antica area cimiteriale utilizzata dal I al IV secolo. Ospitano le tombe di numerosi Pontefici. Al centro delle Grotte Nuove si trova la Cappella di San Pietro, costruita sul suo sepolcro.
La sua costruzione iniziò nel 1936 per dare un ingresso sontuoso a San Pietro. Il progetto fu affidato agli architetti Piacentini e Spaccarelli e fu portata a termine per l’Anno Santo del 1950. La sua realizzazione comportò la distruzione degli edifici di Via Borgo Vecchio e Via Borgo Nuovo e della bella piazza Scossacavalli, una delle parti medioevali e rinascimentali più antiche di Roma. Il nome della nuova strada è un richiamo alla pacificazione tra Stato e Chiesa, sancita dai Patti lateranensi. Per creare l’illusione di un allineamento simmetrico, nella via furono opportunamente posizionati 28 lampioni a forma di obelisco. Vi si affaccia la Chiesa di Santa Maria in Traspontina, ricostruita tra il 1566 e il 1637, alla cui costruzione collaborò anche il Mascherino. La cupola della chiesa fu costruita volutamente molto bassa per consentire di bombardare il borgo da Castel S’Angelo in caso di attacco nemico. Al suo interno sono conservate due colonne di breccia rosa che, secondo la tradizione, sarebbero quelle a cui furono legati S. Pietro e s. Paolo prima del martirio.
Se anche decideste di non avventurarvi nei Musei Capitolini, concedetevi una sosta nel Caffè Capitolino: ne vale davvero la pena! Si trova sulla terrazza di Palazzo Caffarelli ed offre un panorama mozzafiato di Roma. Se non l’avessero rovinata collocandovi un brutto gazebo che, oltretutto, ne limita la vista, sarebbe uno dei posti più belli di Roma. Ci si può anche solo affacciare, ma se decidete di consumare qualcosa, informatevi: i prezzi sono molto diversi se consumate al banco o se vi sedete in terrazza.
Il primo nucleo di opere dei Musei Capitolini risalgono al 1471: si trattava di un gruppo di antiche statue di bronzo, tra cui la Lupa Capitolina, che il papa Sisto VI donò al popolo romano. Furono aperti al pubblico nel 1734, durante il papato di Clemente XII e sono considerati il primo esempio di museo pubblico. Sono costituiti da una raccolta di statue antiche, da una serie di importanti collezioni e da una pinacoteca, che ne giustificano la definizione di musei, al plurale. Ha una particolarità: la maggior parte delle opere proviene dalla città di Roma.
Da non perdere l’Esedra di Marco Aurelio, realizzata nel 2005 dall’architetto Carlo Aymonino nel cosiddetto Giardino Romano del Palazzo dei Conservatori per accogliere la statua equestre di Marco Aurelio ed altri grandi bronzi capitolini.
La statua di Marco Aurelio, realizzata probabilmente nel 176 d.C. in occasione del trionfo dell’imperatore sulle popolazioni germaniche, o nel 180 d.C., subito dopo la sua morte, era collocata originariamente all’esterno, al centro della Piazza del Campidoglio, su un basamento disegnato da Michelangelo. Nel 1979 si riscontrarono danni dovuti agli agenti atmosferici. Dopo un lungo ed attento restauro, la statua fu collocata all’interno dei Musei Capitolini, sostituita da una copia particolarmente fedele, realizzata con l’utilizzo di tecnologia laser.