L'itinerario proposto in questa sezione si snoda sulla costa orientale della Puglia in quello che viene definito "tacco". Si tratta di un viaggio da intraprendere preferibilmente in estate oppure, se non amate il caldo torrido, alla fine della primavera. L'itinerario attraversa lo splendido territorio delle Murge tra i borghi di Alberobello con i suoi spettacolari trulli, Altamura con il famoso pane dal 2003 marchio DOP e Ruvo di Puglia dove sorge il maestoso Castel del Monte annoverato dal 2006 tra il patrimonio dell'UNESCO. L'itinerario tocca anche gli splendidi villaggi costieri di Margherita di Savoia, famosa per le Saline, Polignano a Mare e Ostuni con le loro incantevoli spiagge. Ovviamente il percorso suggerito può essere modificato a vostro piacimento togliendo o aggiungendo delle tappe. Vi consigliamo pertanto di consultare anche le sezioni:
L’itinerario proposto si snoda nella regione più piccola d’Italia, attraverso una selezione tra gli oltre 200 castelli feudali presenti nell'area. Incuneata tra i ghiacciai delle Alpi Graie, la valle è un rincorrersi di castelli difensivi come il Forte di Bard e castelli-residenza, ove vivevano le nobili famiglie degli Challant, dei Sarriod, degli Entreves e dei Savoia, a rendere il paesaggio ancora più suggestivo una imponente rete fortificata formata da ruderi di castelli, di torri difensive, di case-forti disseminate sulle cime dei colli. Vi consigliamo di intraprendere il viaggio in primavera o in estate quando i castelli sono aperti tutti i giorni della settimana e le temperature sono più gradevoli. Se comunque decidete di effettuare il viaggio in inverno, per approfittare di qualche giornata sulle splendide piste di Courmayeur o di Pila (raggiungibile da Aosta tramite la funivia), vi suggeriamo di recarvi presso gli uffici del turismo prima di qualsiasi visita. Sia che effettuiate l’itinerario in estate o in inverno non perdetevi una sosta alle antiche terme di Pre-Saint-Didier, luogo magico, ricco di atmosfere, dove potrete rilassarvi nelle piscine termali o farvi coccolare con qualche trattamento speciale (l’ingresso è vietato sotto i 14 anni). La valle d’Aosta dispone di parecchie strutture ricettive come Hotel, Wellness, Bed & Breakfast e campeggi, molti dei quali affittano anche bungalow o caravan, negli ultimi anni, in prossimità dei punti di interesse turistico sono state attrezzate numerose aree di sosta per camper. Se non viaggiate in camper vi suggeriamo di prenotare il vostro soggiorno in una località intorno a Courmayeur o Pre-Saint-Didier che offrono negozi, ristoranti e locali notturni.
Per capire ed assaporare meglio il viaggio è necessario avere alcuni rudimenti storici sulla zona. Dopo la caduta dell’impero romano, e dopo le grandi invasioni barbariche, intorno al IX secolo, la regione fu posta sotto il dominio del Regno di Borgogna, a sua volta suddiviso in diversi feudi con altrettanti feudatari. Tra i feudatari che maggiormente si distinsero nella difesa del regno, conquistandosi i favori dell’ultimo re Rodolfo III, vi fu Umberto Biancamano, il quale, grazie ad una serie di favori ed imparentamenti divenne proprietario della maggior parte delle terre della Valle. Biancamano unì i possedimenti in Valle d’Aosta con quelli d' oltralpe, formando la regione della Savoia che diede poi origine all'omonima casata. Il primo conte di Savoia, risiedendo a Chambery, e non potendo quindi occuparsi personalmente di tutti i suoi possedimenti, delegò dei Vassalli rappresentati da nobili della sua cerchia, di qui ebbero origini le varie signorie, che dominarono per ben sette secoli la Valle d’Aosta, la famiglia degli Challant fu quella che nel corso dei secoli acquisì maggior potere e prestigio.
Posta nella piana tra il monte Pizzarro e il monte Serra la città di probabili origini etrusche vide il suo sviluppo in epoca romana. Dell’epoca romana Lucca conserva ancora oltre alla struttura del centro storico le mura, più volte ampliate nel corso dei secoli, l’anfiteatro e il foro. Con la caduta dell’impero Romano la città fu dominata dagli Ostrogoti, dai Bizantini e dai Longobardi. Lucca divenne un importante centro sotto il dominio di Carlo Magno che fece della città la sede del Marchese di Toscana. Adalberto I e il suo successore Adalberto II dominarono su Fiesole, Firenze, la Corsica e Pisa dal cui porto partivano navi cariche di merci destinate ai paesi del mediterraneo ma anche spedizioni contro i musulmani. Fu in questo periodo che a Lucca si stabilirono potenti famiglie di mercanti ma anche laboratori manifatturieri per la tessitura di stoffe in particolare della seta che grazie alla sua qualità venne apprezzata in tutta Europa. Grazie alla via Francigena la città cpotè intrattenere rapporti commerciali con l’europa e grazie alla presenza del Volto di Cristo fu meta di continui pellegrinaggi. Con lo spostamento del centro amministrativo a Firenze voluto da UGO il Grande la posizione di Lucca mutò considerevolmente fu grazie alla costituzione del Comune di Lucca avvenuta nel 1119 e all’attività di consolidamento del territorio avvenuta tra XI e il XIII secolo che Lucca vide un notevole sviluppo urbanistico, con l’ampliamento delle mura, l’edificazione di chiese, palazzi, e torri. Grazie ai commerci si stabilì in città una potente classe di banchieri e mercanti che favorì anche un notevole sviluppo culturale ed artistico del territorio. La città rimase indipendete fino agli inizi del ‘800 quando venne costituito il principato di Lucca e Piombino assegnato alla sorella di Napoleone Bonaparte, Elisa.
E’ il cuore pulsante della città il luogo di incontro dei Lucchesi. Sorta in epoca romana, ove trovava collocazione l’antico Forum, la piazza è circondata da edifici di origine medioevale e da imponenti palazzi come palazzo Gigli e palazzo Pretorio che ospita sotto le sue logge la statua in bronzo di Matteo Civitali. Al centro della piazza è posta la statua in marmo bianco di Francesco Burlamacchi opera dello scultore Ulisse cambi. Sulla piazza si affaccia l’omonima chiesa di San Michele edificata su di un preesistente edificio nel 1070 su volere di papa Alessandro II la facciata venne però edificata in epoca successiva. La chiesa rappresenta un notevole esempio di architettura in stile gotico con motivi romanici dovuti anche al notevole lasso di tempo in cui è stata costruita. La facciata, che si erge maestosa, è ornata da quattro ordini di logge finemente lavorate e decorate sormontate dalla statua dell’arcangelo San Michele che uccide il drago. Secondo la leggenda in particolari condizioni di luce statua emette riflessi verdi a causa di uno smeraldo posto al suo interno. (In realtà non ne è mai stata dimostrata la presenza). A lato della facciata sorge il campanile mozzato dal doge di Pisa nel XIV secolo. L’interno a tre navate divise da colonne con capitelli romanici conserva importanti opere e arredi del ‘400 e del ‘500.
costruito tra il XVI e il XVII secolo il palazzo costituisce uno dei più ricchi e meglio conservati palazzi della città. La gran parte delle sale conservano i preziosi arredi originali e le tappezzerie ricamate come la sala dell’Alcova. Di notevole pregio la sala della Musica completamente affrescata. Il palazzo attualmente ospita la Pinacoteca Nazionale di Lucca con importanti opere che occupano quasi per intero l’appartamento monumentale.
Il palazzo venne iniziato nel 1660 su volere dei Moriconi, ricca famiglia di mercanti, i quali travolti dl fallimento nel 1680 furono costretti a cedere la proprietà ad un’altra famiglia di mercanti di seta i Controni. Furono proprio i Controni ad ampliare ed abbellire il palazzo, rispetto al progetto originale, fecero costruire lo scalone monumentale opera di Domenico Martinelli, fecero affrescare le sale interne e le volte dello scalone da pittori quadristi mentre affidarono a Filippo Juvarra la riqualificazione del giardino esterno. Fu un bando del duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone a cambiare le sorti del Palazzo, infatti secondo il decreto del Duca in città poteva essere prodotta birra solo sotto la direzione e supervisione di un esperto birraio tedesco. Fu così che Felix Pfanner nel 1846 arrivò a Lucca per fabbricare la birra scegliendo proprio le cantine e il giardino dell’allora palazzo Controni come sede della sua attività. La birreria ebbe da subito grande successo permettendo ai Pfanner di acquistare nel tempo tutta la proprietà di cui gli eredi sono ancora titolari. La storica birreria chiuse nel 1929 e solo nel 1995 dopo lunghi restauri la famiglia decise di aprire il palazzo al pubblico. Attualmente sono visitabili solo una parte dei ricchi saloni in alcuni dei quali è posta una collezione di strumenti chirurgici appartenuti a Pietro Pfanner chirurgo e sindaco di Lucca intorno agli anni venti.
Di notevole pregio è il giardino del palazzo collegato alle mura della città grazie alla limonaria sormontata da due leoni con al centro un basilisco simbolo dei Controni. Il giardino è suddiviso da vialetti in sette spazi rettangolari, le quattro aree vicino al palazzo sono delimitate da siepi di bosso e alloro, al centro una vasca ottagonale con i quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco) rappresentati da Dionisio, Mercurio, Oceano, Vilcano posti a decorazione. Tutto il giardino è abbellito da aiuole dalle fioriture stagionali ma anche da piante ad alto fusto come pini, tassi, magnolie e alberi da frutto.
Grazie alla ricchezza delle sale interne e all’impianto architettonico il palazzo nel passato è stato scelto come location di numerosi film tra i quali Il Marchese del Grillo e Ritratto di Signora con Nicole Kidman
La chiesa dedicata al santo protettore della città venne edificata tra il 1112 e il 1147 sui resti di un preesistente edificio. La particolarità della chiesa è la facciata ornata da un duecentesco mosaico rappresentante l’Ascensione di Crsto Redentore. L’interno della basilica a tre navate divise da due colonnati ad archi custodisce le spoglie di San Frediano e un fonte battesimale del XII secolo.
La forma ellittica della piazza è dovuta al fatto che sorge sui resti dell’antico anfiteatro romano. L’accesso alla piazza è consentito da quattro porte a volta. La pizza che fino all’ottocento venne usata per i più svariati usi polveriera, carcere, orto grazie ad un progetto di Nottolini venne recuperata ed adibita a mercato. Oggi la piazza è luogo di incontro e di manifestazioni su di essa si affacciano vivaci locali e negozi.
Considerata la via del passeggio e dello shopping della città, con eleganti negozi che conservano insegne e arredi i d’epoca. Sulla via si affacciano anche eleganti palazzi come palazzo Brancoli Busdraghi, Buonvisi, Sani e trenta oltre alla torre delle ore. E’ possibile salire sulla torre dalla quale si gode di un bellissimo panorama da marzo ad ottobre dalle 9,30 alle 17,30, ingresso cumulativo con il museo MUST.
Il primo nucleo delle mura venne edificato in epoca romana, ma quello che vediamo oggi e sul quale grazie all’intervento di Maria Luisa di Borbone è possibile passeggiare venne edificato tra il 1504 e il 1645. Le mura hanno una lunghezza di circa 4 chilometri e sono tra le meglio conservate d’Europa rappresentando uno dei massimi esempi di fortificazione moderna. In realtà le mura non vennero mai usate a scopo difensivo ma svolsero un ottimo ruolo di protezione della città durante l’alluvione del Serchio nel 1812. Il miglior punto di partenza per una passeggiata sulle mura è costituito dall’Antico Caffè delle Mura, edificio in stile neoclassico riaperto dopo lunghi anni di restauri che lo hanno riportato agli antichi splendori.
Riedificato nel 1060 da Anselmo da Baggio venne edificato una prima volta su volere di San Frediano protettore della città. Il duomo dedicato a San Martino strappò il titolo di cattedrale a Santa Reparata nel VII secolo. Il complesso venne ampliamente rimaneggiato tra il XII e il XIII secolo compresa la facciata con portico decorato da bassorilievi raffiguranti il martirio di san Regolo, un ciclo dei mesi e storie di san Martino, sormontato da tre ordini di loggette di diverse cromature e finemente lavorate. L’interno a tre navate conserva nella navata destra il monumento funebre a Ilaria del Carretto opera di Jacopo della Quercia mentre nel Tempietto del Volto Santo eseguito da Matteo Civitale nel 1482 è conservato il Crocifisso Ligneo che secondo la tradizione venne scolpito in Terrasanta dal fariseo Nicodemo che assieme a Giuseppe d’Arimatea depose Gesù nel sepolcro. Sempre secondo la leggenda Nicodemo trovò il volto di Gesù miracolosamente scolpito sul crocifisso e per paura che venisse distrutto lo pose su di una nave senza equipaggio libera di navigare nel Tirreno, la nave arrivò fino a Luni ma gli abitanti del luogo non riuscirono a tirarla a riva vi riuscì solamente il vescovo di Lucca Giovanni I semplicemente esortando la barca ad attraccare. Tutti gli anni da circa un millennio il 13 Settembre viene organizzata la Luminara di Santa Croce durante la quale il crocifisso del Volto Santo, che misura metri 2,24 x 2,65, viene portato in processione seguendo il vecchio tragitto dalla chiesa di San Frediano alla cattedrale di San Martino. In occasione della festa dopo la celebrazione religiosa viene offerto alla popolazione uno spettacolo pirotecnico di grande effetto.
Si tratta della prima cattedrale della città costruita nel XII secolo venne rimaneggiata tra il XVII e il XVIII secolo. La cattedrale perse parte della sua importanza quando la diocesi venne trasferita in San Martino anche se gli rimase il diritto al Fonte Battesimale. Agli inizi dell’ottocento Napoleone la privò dei suoi arredi sacri per trasformarla in archivio solo nel 1828 venne riaperta al culto. Molto interessante il percorso archeologico che si apre all’interno e sotto la basilica.
Si tratta di una delle 250 torri che ornavano la città in epoca medioevale. Edificata nel XIV secolo su volere della ricca famiglia Guinigi è alta 44 metri e sulla sua sommità si trova un giardino pensile. Il giardino è raggiungibile da una scalinata di 230 gradini ma il panorama che si gode da lassù vale la fatica.
La piazza venne edificata nel 1806 da Elisa Bonaparte per dare maggiore risalto a Palazzo Ducale. Vennero quindi abbattute le costruzioni poste sul luogo in funzione del nuovo progetto elaborato da Giovanni Lazzerini. Originariamente al centro della piazza venne posta una statua di Napoleone sostituita dopo il congresso di Vienna da quella di Maria Luisa di Borbone. Sulla Piazza si affaccia imponente l’antico Palazzo Ducale storica sede dell’amministrazione della città. Il palazzo venne edificato in due distinti momenti nel 1578 venne infatti edificata la parte sinistra su progetto dell’Ammannati mentre nel 1728 venne edificata la parte destra su progetto di Francesco Pini.
Museo Nazionale Villa Guinigi: il museo ospitato nella splendida cornice di villa Guinigi sontuosa residenza della ricca famiglia Lucchese, ospita un’importante raccolta d’arte sulla storia della città, reperti etruschi, romani e liguri oltre che arredi sacri e oreficerie.
Il grazioso borgo medioevale, deve la sua fama allo pseudonimo utilizzato dallo scrittore Carlo Lorenzini per firmare “Le Avventure di Pinocchio”, visitabile solamente a piedi, si sviluppa in senso perpendicolare attraverso scalinate e strette viuzze che giungono sino alla sommità della collina dove è postala chiesa di San Bartolomeo. L’elemento di maggior interesse è costituito dal Parco di Pinocchio e da Villa Garzoni con il suo storico giardino.
Edificati su volere della famiglia Garzoni che si rifugiò nel borgo dopo essere stata scacciata dalla vicina città di Pescia, sia il giardino che la villa si integrano perfettamente nel panorama del suggestivo luogo. La villa venne edificata nel 1633 in forme barocche mentre la costruzione dell’elaborato giardino, iniziò una quindicina di anni dopo e ci volle il lavoro di ben tre generazioni per portarlo alle forme attuali. Vista la posizione scoscesa dell’insediamento si rese necessaria la costruzione di terrazzamenti e scalinate di collegamento rese scenografiche e maestose dalla progettazione di artisti come lo Juvarra e Diodati al quale si deve la creazione dell’ingegnoso sistema idraulico che alimenta fontane e giochi d’acqua. Suggestive le vasche di varie forme e dimensioni ornate da mosaici, statue, ninfee e cascatelle, particolare il labirinto sormontato da una galleria di vegetazione e il teatro della verzura creato da siepi di bosso sapientemente potate, mentre le aiuole che ornano le terrazze sono abbellite da fiori di stagione. Grazie alle minuziose descrizioni di numerosi artisti, il giardino assunse una tale fama da essere paragonato ai più belli d’Europa, ospitando nel corso del tempo personalità come Ferdinando d’Austria, Anna de Medici e Napoleone Bonaparte. Ai margini dei giardini nel 2007 è stata creata un’enorme struttura in cristallo e pietra che ospita la Butterfly House con all’interno oltre 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo.
Nel giardino trova sede il Parco di Pinocchio,07-03-2014 voluto nel 1956 dall’allora sindaco di Pescia Anzillotti. Più volte ampliato, il parco si articola in percorsi letterari, giostre d’epoca, giochi per bambini, animazioni e apparati multimediali. Alla realizzazione del parco hanno partecipati i migliori artisti italiani come Emilio Greco, Venturino Venturi e Giovanni Michelucci.
La villa edificata intorno al XVI secolo rappresenta una tra le più belle e sontuose residenze Lucchesi. I primi proprietari di cui si ha menzione furono i Buonvisi i quali la cedettero al marchese Santini che verso la fine del ‘600 apportò notevoli e sostanziali. Influenzato dallo stile di Versailles dove era ambasciatore presso la corte di Luigi XIV per conto della Repubblica di Lucca, il marchese riedificò la facciata in stile barocco, costruendo una scala a ventaglio sormontata da due balconi decorati da statue. Per la costruzione della facciata è stata utilizzata pietra grigia e tufo giallo oltre che intonaco ocra e bianco che rendono la villa molto più colorata rispetto alle altre residenze della zona. Gli interni perfettamente conservati sono ricchi di arredi e affreschi di Pietro Scorzini. Di notevole bellezza è il giardino alla francese dotato di aiuole fiorite, una peschiera ottagonale, una voliera, vasche e fontane con giochi d’acqua. Cuore del giardino è il Ninfeo dei Venti caratterizzato dalla convergenza di due percorsi del giardino che attraversano un tunnel e due grotte ornate da statue raffiguranti draghi, donne-serpente e altri animali. Nel XIX secolo il parco è stato arricchito da piante provenienti da tutto il mondo
La villa, situata a 7 chilometri da Lucca sulle pendici del monte Pizzorne , venne costruita su di un preesistente edificio verso la fine del ‘400 dalla famiglia Diodati dei quali è ancora presente lo stemma in pietra grigia sull’ingresso nord della villa. Successivamente la potente famiglia di mercanti cedette la residenza ai conti Orsetti dai quali la ereditò Enrico Cittadella nel 1854. Furono i Cittadella verso la fine dell’ottocento ad eseguire i lavori di restauro e abbellimento che la trasformarono in residenza di stile neoclassico. Nell’occasione venne chiuso il loggiato con vetri, alle pareti vennero dipinti affreschi mentre i soffitti a cassettoni del piano nobile vennero intonacati e dipinti con affreschi inoltre venne posta una fila di busti in marmo sul parapetto della gronda. Nel 1868 la residenza venne acquistata dalla famiglia tedesca Grabau attuale proprietaria. Di notevole pregio il parco di nove ettari che annovera una limonaria dove in inverno trovano riparo più di cento piante di limoni, il lungo viale di accesso affiancato da siepi di alloro, il giardino all’inglese e il giardino botanico con alberi giganti e piante esotiche provenienti da tutto il mondo, il bosco di bambù gigante e lo splendido giardino all’italiana oltre a laghetti e fontane.
La villa edificata sulle pendici del Pizzorne venne edificata intono al 1500 su progetto di Matteo Civitali, artista formatosi alla scuola di Lorenzo de Medici che operò molto nel Lucchese. Fu la ricca e potente famiglia i commercianti e banchieri dei Buonvisi a volere l’edificazione della villa della quale si hanno prime notizie scritte dal testamento del 1593 di Alessandro. La villa fu dimore prediletta di due vescovi appartenenti alla famiglia Buonvisi Girolamo e Francesco, fu grazie a loro che la villa ospitò ben due Sinodi uno nel 1661 al quale partecipò anche papa Alessandro VIII e uno nel 1700. Con l’estinzione della casata la villa divenne proprietà prima dei Montecatini poi dei Pangiluppi ed infine la contessa Raimondi decise di farne un ospizio. Successivamente la dimora venne acquista dalla famiglia Oliva dalla quale ora prende il nome. Di pianta regolare la villa si distingue per lo splendido loggiato della facciata principale composto da cinque arcate che poggiano su quattro colonne in pietra che si elevano fino al secondo piano della villa. Molto belle sono le scuderie legate alla leggenda di una scommessa tra Buonvisi e il re di Francia Luigi XIV nella quale Buonvisi sosteneva che sue scuderie erano più belle delle sale di Versailles. Mandato dal re un servo a verificare le trovò tutte tappezzate di banconote con l’effige del Re quindi di fronte a tanta maglificenza il servo confermò ciò che sosteneva il ricco mercante e il re perse la scommessa. Di notevole pregio e bellezza il giardino della residenza che si estende per circa 5 ettari in un susseguirsi di tipologie diverse di arredo, statue, fontane, cascate, giochi d’acqua permessi dalla ricchezza d’acqua del luogo.
Quella che vi proponiamo è solo una selezione di ville poste nei dintorni di Lucca, unica eccezione è Palazzo Pfanner situato in città ma che può costituire un’ottima base di partenza per la visita elle altre dimore.
Le Ville Lucchesi, al contrario delle altre dimore storiche di cui ci siamo occupati, non appartenevano ad un’unica ed importante famiglia, non avevano scopi difensivi come potevano essere i castelli di Federico II di Svevia e dei Montefeltro e non volevano celebrare la ricchezza o il potere di un casato come avvenne per le residenze dei Medici o dei Farnese. Costituivano semplicemente le residenze estive delle ricche famiglie Lucchesi, che durante i mesi caldi preferivano spostarsi dalla piana in cui è posta la città alle colline circostanti anche per questo venne dedicata molta attenzione alla progettazione degli ampi ed elaborati giardini. Le ville vennero costruite tra il XV e il XIX secolo da famiglie di mercanti e banchieri come i Buonvisi, i Diodati, i Mansi e tutt’ora costituiscono delle vere e proprie opere d’arte disseminate per il territorio con elaborate architetture, interni riccamente arredati e affrescati, giardini curati con vasche, fontane e statue alla cui creazione hanno partecipato i migliori artisti della zona. La maggior parte delle residenze sono ancora oggi di proprietà dei discendenti dei vecchi proprietari se decidete quindi di visitarle è necessario documentarsi bene sugli orari di apertura.
Situata sulla confluenza dei fiumi Serra e Vezza, sulle pendici delle Alpi Apuane, la villa venne edificata su richiesta di Cosimo I tra il 1560 e il 1564. La dimora doveva servire come base di appoggio durante i suoi trasferimenti nella zona per sovrintendere ai lavori di estrazione di marmi e metalli preziosi nelle miniere limitrofe. La costruzione aveva anche una funzione difensiva, rappresentava infatti un avamposto di confine dei domini medicei verso la Versilia, a questo deve la sua forma possente e solida, con feritoie al pian terreno. Grazie all’aria fresca che vi si respirava in estate, dovuta alla presenza dei fiumi, venne spesso abitata da Cristina di Lorena amante della pesca e da Bianca Cappello. Dopo essere stata utilizzata a carcere attualmente ospita il museo delle tradizioni e del lavoro popolare della Versilia e la biblioteca comunale.
La villa, situata al centro del villaggio dal quale prende il nome, venne edificata tra il 1555 e il 1564. Sebbene non esista documentazione certa al riguardo, si pensa che la progettazione e la costruzione vennero affidate al Buontalenti da Cosimo I. La villa venne edificata al centro di un territorio agricolo molto importante per la famiglia che la utilizzò in tutte le stagioni dell’anno sia per la pesca, le battute di caccia ma anche come residenza di transito nei frequenti viaggi tra Firenze, Pisa e Livorno. Anche questa residenza, al pari di altre, fu testimone di un brutale atto di sangue infatti, a causa delle sue numerose infedeltà, venne strangolata dal marito Paolo Giordano I, Isabella de Medici. Tutti gli anni a Luglio il paese dedica alla nobildonna una festa chiamata “La notte di Isabella”. La villa che apparteneva al fratello di Isabella passò a Don Lorenzo de Medici, poi a Cosimo II, il quale nel 1671 la donò al figlio cardinale Leopoldo de Medici. Fu proprio Leopoldo a conferire alla villa un aspetto più residenziale arricchendola di arredi e opere d’arte. Con l’estinzione della famiglia Medici la dimora passò ai Lorena. Attualmente la villa ospita il museo della caccia e del territorio con una bella collezione di armi da fuoco e da tiro oltre a dipinti ed arredi alcuni di epoca medicea, altri ricostruiti in base a documentazione e descrizioni della villa.
La villa venne acquistata all’asta, in seguito al fallimento della famiglia dei Panciatichi, da Francesco I de Medici il quale affidò sin da subito il progetto di ristrutturazione della dimora al Buontalenti. Posta in cima ad una sommità tra Prato, Pistoia e Firenze, in prossimità di importanti vie di comunicazione la proprietà rivestiva un ruolo strategico molto importante. Utilizzata per battute di caccia e per la pesca nel lago artificiale di cui disponeva, nel 1645 venne ceduta da Ferdinando II alla famiglia Attavanti. I nuovi proprietari abbellirono gli interni della villa con affreschi e stucchi, mentre nel giardino aggiunsero aiuole con piante profumate, giardini all’italiana e una fontana centrale. Nel 2000 la villa venne acquistata dal Comune e oggi ospita il Parco museo Genius Loci.
La villa venne edificata tra il 1596 e il 1600 dal Buontalenti su volere di Ferdinando I il quale desiderava una residenza di caccia posta al centro del Barco Reale di Montalbano. Il Buontalenti durante i lavori venne coadiuvato da due collaboratori Maiani e Mechini che fecero la spola tra Firenze, dove risiedeva il maestro malato di gotta, e la Villa tutt'ora considerata uno dei massimi esempi di architettura medicea ma anche l’opera conclusiva. Su volere di Ferdinando, che amava molto il luogo, vennero commissionate al maestro fiammingo Giusto Utens le famose diciassette lunette raffiguranti i posedimenti medicei per ornare il salone “le ville”. Attualmente le lunette sono conservate nel Museo Firenze Come Era. Per la decorazione del piano nobile vennero chiamati Domenico Passignano e Bernardino Pocetti che dipinsero figure mitologiche e scene rappresentanti le virtù del proprietario, per il guardaroba venne dipinto da Caravaggio il Bacco mentre da Tiziano il ritratto di Pietro Aretino ora conservati rispettivamente agli Uffizi e alla Galleria Palatina. Durante il periodo invernale la residenza veniva utilizzata per la caccia e la pesca mentre in estate la villa si trasformava in una residenza di villeggiatura per l’intera corte. Nel 1930 venne costruita la scala esterna della villa su di un vecchio progetto del Buontalenti. Nel 1969 l’imprenditore Emilio Riva spogliò la villa degli arredi e delle opere d'arte vendendole all'asta. Attualmente la residenza ospita un centro congressi con complesso alberghiero ed è visitabile solo su richiesta (Vai al Sito)
Situata nel comune di Poggio Caiano, rappresenta una delle ville più famose e conosciute del territorio. La dimora venne acquistata nel 1474 da Lorenzo Il Magnifico il quale affidò fin da subito a Giuliano Sangallo il progetto di trasformazione della tenuta agricola in villa signorile di campagna. I lavori di trasformazione vennero terminati dopo la morte di Lorenzo avvenuta nel 1492 dal figlio papa Leone X. La villa, che sorge un cima al colle, venne fin dall’origine utilizzata come dimora estiva e come punto di ricevimento di personalità importanti, ma rivestì anche un importante ruolo in occasione dei matrimoni di membri della casata infatti qui vennero celebrati i matrimoni tra Alessandro de Medici e Margherita d’Austria e tra Cosimo I ed Eleonora da Toledo sempre in questa villa venivano ricevute le spose straniere prima del matrimonio per essere presentate alla nobiltà fiorentina tra queste Giovanna d’Austria e Cristina di Lorena. La residenza fu anche testimone di un triste fatto di sangue infatti vi morirono per avvelenamento Bianca Cappello e Francesco I de Medici. Su volere di Lorenzo e del suo architetto la dimora venne edificata con innovativi criteri umanistici che richiesero la modifica del territorio circostante in favore dell’uomo e dell’armonia, in base a questi criteri venne edificato il porticato al pianterreno e un loggiato con frontone al piano nobile . All’interno tra i vari ambienti superbamente arredati e decorati spicca il salone Leone X con volte a botte e cassettoni decorati, da notare il ciclo di affreschi delle Glorie dei Medici e la sala del teatro con tanto di palcoscenico e scenari del 1772. Su volere di Cosimo de Medici per abbellire le numerose stanze vennero tessuti preziosi arazzi con scene di caccia. Attualmente al secondo piano la residenza ospita il Museo della Natura Morta con opere che vanno dal ‘600 al ‘700 provenienti dalle collezioni medicee.
La villa, al centro di una grande produzione agricola fin dal 1300, venne trasformata su volere Cosimo il vecchio da antica dimora medioevale in moderna dimora signorile. L’artefice della trasformazione fu Michelozzo il quale riuscì nell’opera pur mantenendo intatti alcuni elementi tipicamente medioevali come il fossato, il ponte, le due torrette i muri e gli antimuri. Lorenzo il Magnifico fece della residenza la sua dimora estiva mentre Cosimo I la trasformò in una residenza di caccia facendovi costruire un Barco recintato all’interno del quale gli animali potevano vivere liberamente. Durante l’unificazione del Regno d’Italia la villa passò di proprietà dei Savoia i quali la vendettero alla famiglia Borghese. Furono i principi Borghese ad abbattere la seconda torretta, a chiudere il fossato e ad aprire un arco d’ingresso alla villa. La villa attualmente non è visitabile.