Firenze città rinascimentale, scrigno d’arte e cultura, con le sue strette viuzze e le sue piazze, non è adatta al traffico urbano, il modo migliore per ammirare gli immensi tesori di cui dispone è passeggiare. Per questo motivo abbiamo preparato per voi una serie di passeggiate che saranno in grado di soddisfare tutti i sensi a partire dalla vista grazie alla magnificenza dei monumenti, il gusto assaggiando un panino al Lampredotto o sorseggiando una bevanda in qualche locale, l’olfatto passeggiando per i giardini Boboli e l’udito che non verrà disturbato dai forti rumori del traffico urbano
Da Santa Anastasia prendere Via Massalongo e Via Duomo fino a Piazza Duomo
da piazza duomo, Piazza Vescovado, vicolo Broilo, Piazza Broilo, vicoletto fontanelle e ponte della Pietra
Attraversato il Ponte prendere a destra Rigastre Redentore fino al Teatro Romano e Castel San Pietro
La città è raggiungibile in aereo, in treno o in automobile.
Aereo: Amerigo Vespucci è il nome dell’aeroporto cittadino dal quale partono e arrivano voli nazionali e internazionali. L’aeroporto è collegato alla città tramite un servizio di Autobus che arrivano fino alla stazione centrale. Il servizio è attivo dalle 6 di mattina (dalle stazione 5,30) fino alle 23,30 con autobus che partono ogni 30 minuti. Il prezzo del biglietto è di 6€ per la corsa singola e di 10€ per andata/ritorno
Treno: Santa Maria Novella è la stazione centrale della città dalla quale transitano ogni anno circa 59 milioni di passeggeri. Dal piazzale antistante la stazione partono autobus urbani ed extraurbani oltre che taxi del servizio pubblico e privati.
Automobile: Firenze è ben collegata dal servizio autostradale nazionale, ma è molto sconsigliato girare in macchina per la città a causa dell’ampia zona ZTL, controllata da porte telematiche in entrata, ben segnalate da cartelli scritti in italiano ed in inglese. Se dovete raggiungere un hotel o un residence posti all’interno della zona a traffico limitato dovete aver cura che la struttura ospitante faccia la segnalazione al comune oppure potrete farlo voi collegandovi al sito del comune. All’interno della città esistono diversi parcheggi a pagamento dove è possibile lasciare la macchina per l’intera giornata, se dovete fermarvi più giorni molte strutture alberghiere hanno accordi con garage che verranno a prelevare la vostra auto direttamente in hotel per riconsegnarvela il giorno della partenza il servizio costa dai 25 ai 30€ al giorno.
Di seguito un elenco di parcheggi posti nel centro cittadino:
Pieraccini Meyer: Viale Gaetano Pieraccini, 22
Fortezza Fiera: Fortezza da Basso, Piazzale Caduti nei Lager
Santa Maria Novella: Piazza della Stazione
Parterre: Via Madonna della Tosse, 9
Sant’Ambrogio: Piazza Lorenzo Ghiberti
Beccaria: Piazza Cesare Beccaria
Alberti: Via Campofiore angolo Piazza Leon Battista Alberti
Porta al Prato: Piazzale della Porta al Prato
Stazione Binario 16: Piazzale Montelungo
San Lorenzo: Piazza del mercato Centrale – Ingresso Via Sant’Antonio
Careggi: Viale Gaetano Pieraccini
Oltrarmo: Piazza della Calza
Palazzo di Giustizia: Via Virgilio, 8
Per ulteriori informazioni consultate il sito della società parcheggi
Situata a Santomato di Pistoia la fattoria nasce nel 1970 da un progetto di Giuliano Gori il quale trasferitosi nel luogo iniziò ad utilizzare gli spazi circostanti la settecentesca villa per creare nell’ambiente le proprie opere d’arte, secondo le sue idee ogni artista invitato doveva scegliere uno spazio all’aperto o all’interno di un edificio ed installarvi la propria opera. Nel 1982 l’artista decide di aprire la villa al pubblico, attualmente la visita è consentita solo su prenotazione e solo agli adulti, è inoltre vietato introdurre animali. Il percorso si sviluppa su di un’impegnativa passeggiata di circa 5 ore di marcia, non si effettuano soste e non è possibile interrompere il percorso.
La città di origini romane venne fondata su di un probabile insediamento etrusco, con la caduta dell’impero venne dominata dai Goti, dai Bizantini, dai Longobardi e dai Franchi fino al 1105 quando venne dichiarata libero comune. Di parte Ghibellina fu per lungo tempo alleata di Pisa e Siena fino al 1306 quando venne conquistati da Firenze e Lucca perdendo la sua autonomia. Alla fine del ‘700 sotto il dominio dei Lorena la città ebbe un notevole sviluppo economico, sociale e culturale grazie anche alla sua posizione strategica sulle principali vie di comunicazione che ha da sempre favorito lo sviluppo dei commerci.
già sede nel 998 del mercato cittadino, oggi la piazza rappresenta il cuore civile e religioso della città, su di essa si affacciano le principali strutture dell’abitato come il duomo, il battistero, il comune, il palazzo del Podestà e il palazzo Vescovile, da notare la Torre di Catilina che con i suoi 33 metri di altezza era parte dell’antica cerchia muraria. Il duomo, principale edificio di culto, venne edificato intorno all’XI secolo su di un preesistente edificio, inizialmente dedicato a San Martino sotto la dominazione longobarda venne intitolato a San Zeno. La facciata, affiancata da un campanile del XII secolo alto 67 metri, è in stile romanico e risente di alcuni interventi avvenuti nel corso dei secoli come la costruzione del portico realizzata alla fine del 1300. Ai lati della facciata sono poste le statue di San Zeno e San Jacopo mentre il portale e la volta sono ornate da lavorazioni in terracotta invetriata. L’interno, a tre navate divise da colonne con capitelli riccamente decorati, conserva nella cappella del crocifisso un l’altare in lamina d’argento di San Jacopo costruito tra il 1287 e il 1456; alla costruzione dell’altare parteciparono diversi artisti tra i quali Filippo Brunelleschi, nella navata centrale è invece custodito un prezioso crocifisso su tavola.
Progettato nel 1361 da Cellino di Nese, il battistero è considerato una delle massime espressioni del gotico tostano, la struttura alta 40 metri dispone di pianta ottagonale ed è ornata da pietre a fasce bianche e nere. Tre portali in marmo bianco finemente decorati permettono l’accesso al battistero dove è conservato un fonte battesimale del 1200.
Edificato nell’XI secolo sullo spazio occupato dall’antico mercato, il palazzo fu per ben 9 secoli la residenza dei vescovi della diocesi. Più volte rimaneggiato il palazzo è stato riportato alle sue antiche forme gotiche grazie ad un complesso restauro avvenuto nella seconda metà del ‘900. Nei sotterranei del palazzo è presente un’interessante percorso archeologico con reperti di epoca etrusca e romana mentre al primo piano è ospitato il museo Capitolare che conserva il prezioso tesoro di San Jacopo
Iniziato nel 1295, nel corso della sua lunga vita fu più volte rimaneggiato, pur rimanendo sempre sede del Comune. Il bel porticato che si affaccia sulla piazza permette l’accesso all’imponente scalone d’onore attraverso il quale si sale agli uffici comunali e al Museo Civico che conserva opere provenienti da lasciti della collezione Gelli e Nicolò Puccini.
Secondo la tradizione l’ospedale venne edificato nel 1277 da una coppia di coniugi ai quali apparve in sogno la Madonna ordinandogli di edificare un ospedale per i bisognosi. Tra il 1451 e il 1456 su disegno di Michelozzo l’ospedale venne ampliato e rimodernato mentre nel 1514 venne ornato con un elegante portico impreziosito da disegni in terracotta invetriata opera di Leonardo Bonafede. All’interno si trova il museo dei Ferri Chirurgici.
Considerata un gioiello del romanico pistoiese la chiesa venne edificata nel ‘300 al di fuori delle mura cittadine come ricorda il nome. L’interno conserva opere di eccezionale valore come un crocifisso ligneo del XII secolo, il pulpito di Guglielmo da Pisa e numerosi affreschi attribuiti ad artisti come Taddeo Gaddi e Giovanni di Bartolomeo
La chiesa edificata nell’VIII secolo e dedicata a Sant’Andrea Apostolo dispone di una incompiuta facciata in marmo bianco ornata cinque arcate sorrette da colonne. L’interno della chiesa custodisce il famoso pulpito di Giovanni Pisano considerato un capolavoro della scultura trecentesca raffigurante scene della vita di Cristo e del Giudizio Universale
La chiesa, in origine piuttosto modesta, venne riedificata su progetto di Giuliano da Sangallo in seguito al miracolo della Vergine dell’Umiltà che secondo la tradizione il 14 luglio del 1490 pianse. Di notevole pregio la cupola alta 59 metri progettata dal Vasari. L’interno a 6 cappelle custodisce nell’altare maggiore il dipinto oggetto del miracolo e il prezioso tesoro della Madonna dell’Umiltà frutto di donazioni avvenute nel corso dei secoli.
La piazza rappresentò il cuore cittadino al tempo della dominazione longobarda e ospita tuttora il mercato cittadino. Al centro della piazza è il pozzo del Leoncino opera di cecchino di Giaggio del 1453.
La città conosciuta anche con l’appellativo di città delle acque si è sviluppata intorno alla fine del 700 grazie al granduca Pietro Leopoldo che decise di bonificare l’intera area e sfruttare le proprietà delle acque termali costruendo ben tre degli attuali nove stabilimenti Tettuccio, Bagno Regio e Terme Leopoldine. La città si divide in Montecatini Alto e Montecatini Terme tra di loro collegate da una particolare funicolare attiva dal 1850 e ancora perfettamente funzionante (corse da maggio ad ottobre altrimenti in macchina percorrendo la statale 663). Montecatini alto posto sulla cima di un’altura dal quale si gode di una bella vista sulla piana circostante ha sicuramente origini molto antiche come testimoniano i resti del castello, la chiesa di San Pietro attualmente adibita a museo e la massiccia torre.
Montecatini Terme, posta nella piana della Valdinièvole, si è sviluppata intorno alla sua ricchezza principale, le acque, note già nel XV secolo per le loro proprietà curative, grazie al soggiorno di soggetti illustri come Verdi, Rossini e Puccini nell’ottocento assunse fama a livello internazionale. Attualmente sono ben nove gli stabilimenti termali perfettamente integrati nella natura e nella piacevole città ricca di parchi e viali alberati il più famoso viale Verdi cuore e simbolo dell’espansione leopoldina sul quale si affacciano la Palazzina della Regina, il Municipio e il padiglione dei Sali Termali struttura degli inizi del 900 attualmente sede di esercizi commerciali. Il parco termale si estende a sud-est della città su di una superficie di ben 420.000 metri quadrati. Gli stabilimenti:
La struttura edificata agli inizi del ‘900 dispone di una splendida sala Liberty e della famosa fontana dei cigni, al suo interno moderne strutture per terapie inalatorie, crenoterapia e fangoterapia, oltre ad un centro benessere.
Posta al centro di un parco di cedri del Libano, palme, sequoie, tigli e glicini, la struttura, edificata tra il 1779 e il 1781, è caratterizzata da una fontana a forma di conchiglia sorretta da figure marine le cui acque si gettano in una piscina ornata da cavallucci marini. Le acque dello stabilimento aiutano a normalizzare la secrezione gastrica, le infiammazioni della mucosa gastrica e intestinale, l’azione metabolica degli zuccheri favorendo la formazione del colesterolo buono.
La struttura venne edificata nel 1909 su progetto di Giulio Bernardini di particolare prego le decorazioni in gres e ceramica che ornano il salone delle mescite. Le acque di questo stabilimento come quello della Torretta vengono definite acque forti a causa dell’alta concentrazione di Sali minerali favoriscono la peristalsi intestinale e combattono la stitichezza cronica.
Le terme vennero edificate nel 1775 su volere del granduca Leopoldo ma completamente rinnovate tra il 1922 e il 1926. Nello splendido cortile si trova la sorgente delle acque che alimentano lo stabilimento.
Il borgo che sorge su di una altura dalla quale domina la pianura sottostante, venne fondato nel 1331 da Carlo IV di Boemia per ospitare gli abitanti del vicino paese di Vivinaia, distrutto dai fiorentini. Il borgo venne edificato nei pressi della vicina fortezza del Cerruglio. Da vedere:
Della fortezza rimangono a tutt’oggi ampi resti circondati dalla cinta muraria e da un baluardo del ‘500
Il teatro costruito alla fine del ‘700 dispone di 200 posti in platea e ben 22 palchetti.
Ubicato nell’ex istituto delle clarisse l’istituto ospita la biblioteca comunale e l’archivio storico, nell’edificio si trova la chiesetta di sant’Anna aperta al pubblico.
Di sicure origini Longobarde la città durante gli scontri tra Guelfi e Ghibellini si schierò dalla parte Ghibellina subendo dapprima il dominio di Lucca e poi di Firenze. Molto florida ai tempi della dominazione dei Medici grazie alla produzione della seta, dovette convertirsi alla produzione della barbabietola da zucchero durante la dominazione di Napoleone Bonaparte il quale necessitava di zucchero per nutrire le truppe. Dagli inizi del novecento in città è molto sviluppata l’attività florovivaistica che ha permesso la costruzione del Mercato dei fiori Vecchio e di quello Nuovo. La città è articolata in due quartieri uno religioso che si sviluppa attorno al Duomo e alla Porta Fiorentina e l’altro dedicato alla vita pubblica che si sviluppa attorno a Piazza Mazzini, i due quartieri separati dal fiume Pescia sono collegati dal ponte del Duomo. Da vedere:
La chiesa venne consacrata nel 1062 da papa Alessandro II, più volte riedificata deve le sue attuali forme ad un rifacimento del 1684 resosi necessario in seguito al crollo della cupola. L’interno conserva un prezioso dipinto del settecento di Giuseppe Bottani, la volta è ornata da marmi e affreschi.
La chiesa venne costruita alla fine del 1200 sui resti di un antico oratorio e conserva al suo interno una pala del 1235 raffigurante San Francesco e le storie della sua vita.
la piazza rappresenta il cuore della vita politica e commerciale della città, di forma allungata, su di essa si affacciano il palazzo del Vicario ora sede degli uffici comunali, il palazzo del Comune e l’oratorio della Madonna di Piè di Piazza.
Il museo ospitato nel settecentesco palazzo Galeotti conserva una raccolta di dipinti di scuola toscana che vanno dal ‘300 al ‘500 oltre a sculture ed arazzi.
Il grazioso borgo medioevale, deve la sua fama allo pseudonimo utilizzato dallo scrittore Carlo Lorenzini per firmare “Le Avventure di Pinocchio”, visitabile solamente a piedi, si sviluppa in senso perpendicolare attraverso scalinate e strette viuzze che giungono sino alla sommità della collina dove è postala chiesa di San Bartolomeo. L’elemento di maggior interesse è costituito dal Parco di Pinocchio e da Villa Garzoni con il suo storico giardino.
Edificati su volere della famiglia Garzoni che si rifugiò nel borgo dopo essere stata scacciata dalla vicina città di Pescia, sia il giardino che la villa si integrano perfettamente nel panorama del suggestivo luogo. La villa venne edificata nel 1633 in forme barocche mentre la costruzione dell’elaborato giardino, iniziò una quindicina di anni dopo e ci volle il lavoro di ben tre generazioni per portarlo alle forme attuali. Vista la posizione scoscesa dell’insediamento si rese necessaria la costruzione di terrazzamenti e scalinate di collegamento rese scenografiche e maestose dalla progettazione di artisti come lo Juvarra e Diodati al quale si deve anche la creazione dell’ingegnoso sistema idraulico che alimenta fontane e giochi d’acqua. Suggestive le vasche di varie forme e dimensioni ornate da mosaici, statue, ninfee e cascatelle, particolare il labirinto sormontato da una galleria di vegetazione e il teatro della verzura creato da siepi di bosso sapientemente potate, mentre le aiuole che ornano le terrazze sono abbellite da fiori di stagione. Grazie alle minuziose descrizioni di numerosi artisti, il giardino assunse una tale fama da essere paragonato ai più belli d’Europa, ospitando nel corso del tempo personalità come Ferdinando d’Austria, Anna de Medici e Napoleone Bonaparte. Ai margini dei giardini nel 2007 è stata creata un’enorme struttura in cristallo e pietra che ospita la Butterfly House con all’interno oltre 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo.
Vicino al giardino giardino trova sede il Parco di Pinocchio, voluto nel 1956 dall'allora sindaco di Pescia Anzillotti. Più volte ampliato, il parco si articola in percorsi letterari, giostre d’epoca, giochi per bambini, animazioni e apparati multimediali. Alla realizzazione del parco hanno partecipati i migliori artisti italiani come Emilio Greco, Venturino Venturi e Giovanni Michelucci.
Posta sulla confluenza dei fiumi Lima e Serchio, in una conca circondata da boschi, la città gode di calma, di tranquillità e di un ottimo clima, elementi che assieme alle acque termali l’hanno resa famosa in tutta Europa. Conosciuta fin dall’epoca romana proprio per le proprietà benefiche delle sue acque la città raggiunse il massimo splendore agli inizi dell’800 sotto il regno di Elisa Bonaparte, tuttavia già intorno alla fine del 1300 durante il regno di Matilde di Canossa era molto apprezzata e frequentata al punto che all’interno delle terme venne aperto il primo Casinò d’Europa. Altri sono i primati di cui dispone la città ad esempio nel 1840 venne edificata la prima chiesa anglicana, nel 1886 fu la prima città in italiana ad avere l’illuminazione elettrica pubblica, nel 1910 fu fondato il primo movimento Scout d’Italia. Da vedere:
Edificato tra il 1837 e il 1839 in stile neoclassico ospita un museo con tavoli e oggetti da gioco utilizzati tra il ‘700 e i primi del ‘900 eda l 2009 ospita il primo casinò automatizzato d’Italia.
Le terme bagni di Lucca si trovano nell’incantevole cornice dell’Appennino Toscano a 25 chilometri dal centro della città di Lucca. Note già in epoca medievale per le proprietà benefiche delle loro acque, grazie alla loro ubicazione vicino alla via Francigena furono trafficata meta di pellegrini, viandanti e mercanti al punto che tutt’intorno sorsero alberghi, osterie e case in affitto. Fu Matilde di Canossa che per rendere più agevole il trasferimento alle terme ordinò la costruzione del Ponte della Maddalena o ponte del Diavolo a causa della sua particolare forma e fu sempre la contessa a volere che ai viandanti venisse offerto a spese delle terme un bagno curativo ed un pasto caldo. La località acquisì fama a livello internazionale grazie Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, che ne fece un punto di riferimento della vita mondana internazionale, ruolo che mantenne anche durante il periodo Belle Epoque e agli inizi del novecento ospitando personaggi come Pascoli, Puccini, Byron, Henry James. Le acque delle terme sgorgano dalla sorgente “Doccione” ad una temperatura di 54 gradi e contengono solfato di bicarbonato e calciche con proprietà terapeutiche e benefiche. Le terme dispongono di magici ambienti dove le suggestive atmosfere sono rimaste intatte nel corso del tempo, dopo gli attenti restauri di molti ambienti e all’impianto di illuminazione oggi le terme offrono agli ospiti il luogo ideale per rilassarsi e rigenerarsi attraverso bagni, saune, fanghi e massaggi, mentre sotto l’attenta supervisione di personale altamente qualificato è possibile curate malattie dermatologiche, patologie respiratorie, artroreumatiche, vascolari e ginecologiche. Il centro si sviluppa in due impianti le Terme di Jean Varraud e Casa Bocella.
A soli 7 chilometri da Bagni di Lucca sorge questo antico Borgo famoso per il suo trecentesco ponte e per la grande festa di Halloween che si svolge ogni anno da oltre un ventennio. Da vedere:
Costruito per facilitare l’accesso alle terme su volere della contessa Matilde di Canossa il ponte rappresenta una mirabile opera di ingegneria ed è conosciuto anche con l’appellativo di Ponte del Diavolo. Secondo la leggenda infatti il capo muratore preoccupato per il ritardo con cui venivano eseguiti i lavori fece un patto con il diavolo: in cambio dell’anima del primo passante il ponte venne ultimato in una sola notte. Al termine dell’opera però il muratore pentito corse dal parroco a raccontare l’accaduto il quale gli consigliò di far percorrere il ponte da un cane così il diavolo venne beffato.
Costruito agli inizi del 1500 da alcuni frati minori osservanti la regola di San Francesco, il convento domina sul borgo dall'alto di una collinetta. All'ingresso l'antico chiostro con belle arcate e dipinti di Domenico Manfredi raffiguranti la vita di San Francesco mentre al centro una cisterna per la raccolta delle acque. All'interno della chiesa del convento sono presenti due altare in legno di noce. Dal 1993 il convento è gestito dalla Fraternita di Misericordia che vi ha realizzato un centro per l'accoglienza degli anziani.
Sulla strada per Bagni di Lucca è possibile effettuare una deviazione verso Pieve di Brancoli. Grazie ad una strada panoramica, affiancata da ulivi e pini, si raggiunge la Pieve considerata uno dei migliori esempi architettonici del XI e XII secolo. I primi documenti relativi alla Pieve risalgono al 1062 anche se si pensa esistesse già intorno al 772, l’interno a tre navate conserva un fonte battesimale e un pulpito risalenti al XII secolo, di notevole interesse è l’altare disposto su colonnini.
Considerata una tra le più belle ville Lucchesi, la dimora venne edificata intorno al 1500 per la famiglia Benedetti i quali nel 1599 la vendettero ai Cenami. Fu Paolo Cenami che nel 1634 affidò all’architetto Muzio Oddi il compito di ampliare e abbellire la villa: L’architetto ricostruì interamente la facciata dotandola di due rampe di scale dalle quali si accede ad un portico ed ornandola di statue, stemmi e cornici, delicato l’effetto bicromatico creato dall’intonaco bianco-ocra con il grigio della pietra utilizzata nelle parti strutturali. Nel 1782 la villa venne acquistata da Ottavio Mansi il quale affidò a Filippo Juvarra la riqualificazione del giardino. Molte delle opere effettuate dallo Juvarra come il sistema idraulico che permetteva giochi d’acqua e svariati effetti scenografici sono andati perduti o modificati nel corso del tempo. Rimangono però il giardino all’italiana, il bagno di Diana, la grande peschiera e i viali a stella rimangono anche parecchie specie di piante come le querce i tassi, l’albero del tulipano e il cedro dell’atlante.
Secondo la leggenda tra le mura della villa si aggira disperato il fantasma della bella Lucia Mansi che per mantenere intatta la sua giovinezza per trent’anni vendette l’anima al Diavolo. Passati i trent’anni il diavolo la caricò su di una carrozza infuocata e la gettò nelle gelide acque di un lago.
Il palazzo venne iniziato nel 1660 su volere dei Moriconi, ricca famiglia di mercanti, i quali travolti dl fallimento nel 1680 furono costretti a cedere la proprietà ad un’altra famiglia di mercanti di seta i Controni. Furono proprio i Controni ad ampliare ed abbellire il palazzo, rispetto al progetto originale, fecero costruire lo scalone monumentale opera di Domenico Martinelli, fecero affrescare le sale interne e le volte dello scalone da pittori quadristi mentre affidarono a Filippo Juvarra la riqualificazione del giardino esterno. Fu un bando del duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone a cambiare le sorti del Palazzo, infatti secondo il decreto del Duca in città poteva essere prodotta birra solo sotto la direzione e supervisione di un esperto birraio tedesco. Fu così che Felix Pfanner nel 1846 arrivò a Lucca per fabbricare la birra scegliendo proprio le cantine e il giardino dell’allora palazzo Controni come sede della sua attività. La birreria ebbe da subito grande successo permettendo ai Pfanner di acquistare nel tempo tutta la proprietà di cui gli eredi sono ancora titolari. La storica birreria chiuse nel 1929 e solo nel 1995 dopo lunghi restauri la famiglia decise di aprire il palazzo al pubblico. Attualmente sono visitabili solo una parte dei ricchi saloni in alcuni dei quali è posta una collezione di strumenti chirurgici appartenuti a Pietro Pfanner chirurgo e sindaco di Lucca intorno agli anni venti.
Di notevole pregio è il giardino del palazzo collegato alle mura della città grazie alla limonaria sormontata da due leoni con al centro un basilisco simbolo dei Controni. Il giardino è suddiviso da vialetti in sette spazi rettangolari, le quattro aree vicino al palazzo sono delimitate da siepi di bosso e alloro, al centro una vasca ottagonale con i quattro elementi (terra, aria, acqua, fuoco) rappresentati da Dionisio, Mercurio, Oceano, Vulcano posti a decorazione. Tutto il giardino è abbellito da aiuole dalle fioriture stagionali ma anche da piante ad alto fusto come pini, tassi, magnolie e alberi da frutto.
Grazie alla ricchezza delle sale interne e all’impianto architettonico il palazzo nel passato è stato scelto come location di numerosi film tra i quali Il Marchese del Grillo e Ritratto di Signora con Nicole Kidman.
Un'altra delle passeggiate veronesi che vi suggeriamo parte dalla Basilica di San Zeno Maggiore per raggiungere Castelvecchio, il Ponte Scaligero e il Museo Maffeiano
Dalla Piazza di San Zeno Maggiore prendere via Tommaso da Vico, raggiungere Piazza Corrubbio e svoltare a sinistra su Via Barbani Berto, superare piazza Portichetti e prendere a destra Rigaste San Zeno fino alla chiesa di San Zeno in Oratorio poi proseguire in Corso Castelvecchio fino a raggiungere Castelvecchio, il Ponte Scaligero Piazzetta Pasque Veronesi e Piazzetta Castelvecchio.
Distanza circa 900 metri
Da Piazzetta Pasque Veronesi prendere corso Cavour fino a Palazzo Canossa e alla chiesa di San Lorenzo
Distanza circa 250 metri
Dalla chiesa di San Lorenzo raggiungere il Museo Maffeiano tornando indietro su corso Cavour, pendere Vicolo Disciplina, poi Via Cattaneo, Vicoletto Listone e infine Via Dietro Anfiteatro fino a Piazza Bra di lì superati i giardini Vittorio Emanuele II si giunge al Museo Maffeiano
Distanza circa 400 metri
L'itinerario proposto si sviluppa su strade cittadine per una lunghezza di 1550 metri