Situato dal 1986 nella ex residenza dei canonici del Duomo, il museo espone opere provenienti dall'attigua piazza dei Miracoli e dal Museo del Duomo oltre che reperti etruschi, egizi e romani tra i quali un grifo bronzeo del XII secolo, il sepolcro dell’imperatore Arrigo VII e l’altare di San Ranieri in marmo dipinto.
Il museo espone le Sinopie (disegni preparatori) recuperate durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, che danneggiarono seriamente gli affreschi del Camposanto Monumentale. Le sinopie sono opera di importanti artisti come Buffalmacco, Andrea Bonaiuti, Antonio Veneziano, Benozzo Gozzoli.
La costruzione dell’edificio, dedicato a San Giovanni, iniziò nel 1152 dopo un concorso bandito della cittadinanza, sostituendo così uno più piccolo posto dove ora ha sede il Camposanto. Terminato nel 1365, sotto la direzione di Nicola e Giovanni Pisano, il battistero si presenta con una fusione di stili che vanno dal romanico al gotico. Completamente rivestita di marmo bianco, la struttura di forma circolare, ha una circonferenza di 107 metri sulla quale si apre un bel portale affiancato da due colonne. La grande cupola che sovrasta l’edificio è ricoperta dal lato verso il mare da tegole rosse mentre dall’altro lato da lastre di piombo. L’interno è privo di arredi, lo spazio centrale è delimitato da colonne e pilastri che fanno da cornice al fonte battesimale ad immersione, dove nel 1564 venne battezzato Galileo. Il fonte battesimale è opera di Guido Bigarelli da Como, mentre la statua bronzea rappresentante San Giovanni Battista è opera di Italo Griselli.
L’edificazione del duomo iniziò nel 1064 su progetto del Buscheto utilizzando i fondi del bottino di guerra ottenuto con la vittoria sui Saraceni avvenuta Palermo. Dedicata a Santa Maria Assunta, la basilica risente di influenze bizantine, normanne, arabe e lombarde e rappresenta un capolavoro del romanico pisano. Completamente rivestita in marmo bianco e grigio con inserti multicolori e mosaici vitrei, deve il suo attuale aspetto a rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, il più significativo avvenne nel 1595 in seguito ad un incendio che provocò ingenti danni. La facciata è un tripudio di colonne, lesene, cornici, loggette e archi. L’interno a tre navate divise da colonne marmoree è rivestito in marmi bianchi e neri, splendido il soffitto a cassettoni della navata centrale in legno dorato e dipinto, riportante lo stemma dei Medici. Sempre nella navata centrale da notare il pulpito, opera di Giovanni Pisano, e il lampadario per incenso che secondo la leggenda fu alla base dell’intuizione di Galileo sull’isocronismo del pendolo.
Posta in posizione decentrata rispetto al centro storico la piazza dal 1987 è annoverata tra il Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, grazie alla bellezza e all'originalità dei monumenti che la compongono. Conosciuta anche con il nome di Piazza dei Miracoli è delimitata e protetta da mura risalenti al 1155 ed offre una splendida visione del Duomo, del Battistero, della Torre e del Camposanto. Questi monumenti seppur costruiti in epoche differenti, conservano una omogeneità cromatica e stilistica rendendo la visione d’insieme molto armonica.
Posta in cima al colle, in splendida posizione panoramica, la basilica venne edificata tra il 1018 e il 1207 dai benedettini in stile romanico fiorentino. La facciata rivestita in marmi policromi dispone di cinque arcate cieche a tutto sesto sormontate da una finestra incorniciata da due colonne sorrette da teste di leoni e da uno splendido mosaico rappresentante Cristo tra San Miniato e Maria, mentre sul frontone sono posti nove finti archetti. L’interno piuttosto austero è a tre navate divise da un alternanza di colonne e pilastri che sorreggono archi a tutto sesto. Di notevole pregio il pavimento intarsiato del 1200, la cappella del Crocifisso opera di Michelozzo, la cappella del cardinale del Portogallo e la Cripta con sette navate con volte a crociera sostenute da trentasei colonnine.
Se la giornata è bella può essere molto gradevole tornare a piedi a Firenze prendendo una delle stradine che dalla Basilica oppure da Piazzale Michelangelo portano in Piazza Giuseppe Poggi. (tempo di percorrenza circa 10 minuti)
Conosciuto anche con il nome di Forte San Giorgio l’edificio venne costruito verso la fine del ‘500 su volere di Ferdinando I per difendere i territori d’Oltrarno e celebrare la potenza della famiglia Medici. Il progetto venne affidato a Bernardo Buontalenti che realizzò una fortificazione moderna dotata di possenti mura con camminamenti e all’interno un antro in fondo ad un pozzo protetto da trappole mortali che doveva presumibilmente custodire il tesoro dei Medici. L’antro è raggiungibile da strette scale di legno protette da porte collegate ad archibugi. Splendida la vista che si gode dalla Palazzina del Belvedere, posta al centro della fortificazione, opera dell’Ammannati. Attualmente il forte, raggiungibile a piedi dai giardini Boboli ospita mostre ed eventi
Il forte è aperto solo in particolari occasioni per informazioni rivolgersi all’ente del Turismo
Dall'aspetto piuttosto semplice, il palazzo, che si sviluppa su tre piani, venne edificato da Michelangelo il Giovane, nel 1612, sul luogo dove sorgevano tre case acquistate dal prozio. Per affrescare ed ornare le sale del palazzo, che costituiscono una celebrazione a Michelangelo e alla sua famiglia, ci vollero 25 anni durante i quali vennero coinvolti i migliori artisti dell’epoca come Giovanni Bilivert, Cristofano Allori, Pietro da Cortona, Giovanni da San Giovanni, Artemisia Gentileschi, Jacopo Vignali. Cosimo, ultimo discendente della famiglia Buonarroti, donò il palazzo alla città di Firenze che un anno dopo la sua morte, aprì un museo. Diverse sono le opere di Michelangelo esposte nelle varie sale, tra queste disegni come la Madonna con bambino, opere in marmo come la Madonna della Scala e la Battaglia dei Centauri, un bozzetto per un crocifisso ligneo e bozzetti per sculture in terracotta come un Nudo Femminile, Torso Virile I e II e un bozzetto ligneo per il Dio Fluviale.
Dalla Basilica si accede all'adiacente museo dell’opera, che si sviluppa nei locali del complesso francescano. Dal chiostro si accede alla Cappella Pazzi del Brunelleschi, per passare al trecentesco refettorio dove, nei locali attigui, sono esposte opere di vari artisti tra le quali un crocifisso di Cimabue, gravemente danneggiato durante l'alluvione del 1966, la statua bronzea di Ludovico di Tolosa opera di Donatello, la discesa di Cristo al Limbo opera del Bronzino e la Deposizione della Croce di Francesco Salviati.
Quasi tutte le aree della Basilica sono accessibili alle persone con sedia a ruote tranne il Transetto, la Sacrestia e la Cappella del Noviziato. Per raggiungere l'adiacente museo è necessario recarsi alla rampa posta alla posta d'uscita del museo stesso.
Come avvenne per Piazza Santa Maria Novella anche Piazza Santa Croce venne edificata per contenere i fedeli attratti della prediche dei Francescani. Successivamente divenne il luogo dove si svolgevano giostre equestri e partite di calcio in costume. Sulla piazza si affacciano palazzo Cocchi-Serristori opera di Giuliano da Sangallo, palazzo dell’Antella ornato da affreschi e l’imponente facciata della Basilica di Santa Croce
La costruzione della basilica iniziò nel 1295 su progetto di Arnolfo di Cambio, ma venne portata a termine solamente nel 1385. Massimo esempio di architettura gotica fiorentina, la basilica viene definita nei Sepolcri di Ugo Foscolo come “Tempio dell’Itale Glorie” in quanto vi hanno trovato sepoltura molti grandi artisti italiani come: Michelangelo, Dante Alighieri, Vittorio Alfieri, Nicolò Macchiavelli, Gioacchino Rossini, Ugo Foscolo. La facciata della basilica, che poggia su una scalinata di otto gradini, rimase incompiuta fino al 1853 quando grazie ad un finanziamento dell’inglese Sloane venne affidato il progetto a Nicolò Matas che si ispirò alle grandi cattedrali di Siena e Orvieto. L’interno è a tre navate divise da pilastri di forma ottagonale che sostengono archi a sesto acuto, molto bello il soffitto a capriate che visto l’enorme peso richiese un particolare congegno strutturale, per evitare che cadesse. Di particolare pregio sono le cappelle laterali che ospitano cicli di affreschi e opere d’arte dei maggiori artisti del tempo tra queste la cappella Medici opera di Michelozzo con Pala in terracotta smaltata di Andrea della Robbia, la cappella Peruzzi, la cappella Bardi con storie di San Francesco, la cappella Maggiore, la cappella Bardi di Vernio con un crocifisso ligneo opera di Donatello
Edificata su volere di Alessandro de Medici che affidò il progetto ad Antonio da Sangallo il Giovane la fortezza doveva assicurare ai Medici il pieno controllo della città per questo non si risparmiarono mezzi. Costruita tra luglio e dicembre del 1534 la Fortezza di San Giovanni ribattezzata in anni successivi in “da basso” rimase per lungo tempo inutilizzata, di forma pentagonale, dispone di un mastio e di ampi padiglioni interni attualmente utilizzati per mostre ed eventi.
La piazza venne edificata tra il 1287 e il 1325 ad opera del comune, per ospitare l’enorme massa di fedeli che venivano ad assistere alle prediche dei padri Domenicani, successivamente venne utilizzata in occasione di feste come il Palio dei Cocci, voluto nel 1563 da Cosimo I, per la circostanza vennero eretti i due obelischi marmorei sostenuti da tartarughe opera del Giambologna. La piazza è dominata dalla splendida facciata della Basilica di Santa Maria Novella e dal loggiato dell’ospedale di San Paolo. La sistemazione delle aiuole è piuttosto recente come chiusura al traffico.
La basilica venne iniziata nel 1278 ma consacrata solamente nel 1420 da papa Martino V. Edificata su volere dei frati Domenicani, che ottennero le indulgenze per chi avesse contribuito economicamente all’opera, rappresenta uno dei principali luoghi di culto della città; la facciata venne portata a termine solamente nella seconda metà del 1400 da Leon Battista Alberti e rappresenta una delle più importanti opere del rinascimento fiorentino. Completamente rivestita in marmi bianchi e verdi innesta elementi gotici a elementi rinascimentali creando un’armonia di forme e proporzioni geometriche. Il maestoso interno, a tre navate divise da pilastri con volte a crociera a costoloni, ha una lunghezza di 99,20 metri e una larghezza di 28,20 metri dalla navata centrale, sull'altare da 45 metri di altezza pende il crocifisso di Giotto, di notevole bellezza le vetrate disegnate da Filippino Lippi. La basilica custodisce nelle cappelle opere di eccezionale valore dei principali artisti dell’epoca tra i quali un Crocifisso di Brunelleschi e un ciclo di affreschi del Ghirlandaio.
Il museo si sviluppa nell’area conventuale appartenuta ai monaci Domenicani, comprende il chiostro dei Morti sul quale si apre la cappella funeraria della famiglia Strozzi, il Cappellone degli Spagnoli affrescata da Andrea di Buonaiuto, il chiostro Verde che deve il nome alla predominanza del colore negli affreschi di Paolo Uccelli, la cappella degli Ubriachi e il refettorio che conservano oreficerie e antichi paramenti liturgici tra i quali l’abito di San Tommaso di Canterbury, il chiostro Grande.
Il museo è ospitato all’interno del Palazzo della Crocetta, edificio costruito nel 1620 da Giulio Parigi per la principessa Maria Maddalena de Medici. L’idea della costituzione di un museo archeologico venne nel 1870 alle monache di Foligno per esporre i preziosi reperti che avevano provveduto a raccogliere nel corso del tempo. Di notevole rilievo la collezione della sezione Etrusca considerata la più importante a livello nazionale, la collezione della sezione Egizia raccoglie reperti di notevole bellezza ed è considerata la seconda a livello nazionale dopo quella del Museo di Torino, il museo dispone inoltre di una sezione dedicata ai bronzi di età romana e greca tra i quali il famoso l’Idolino di Pesaro, nella sezione ceramiche è esposto il famoso Vaso Francois attribuito a Clizia.
L’edificazione dello Spedale iniziò nel 1419 su progetto del Brunelleschi per ospitare numerosi bambini abbandonati. L’opera venne portata a termine nel 1429 da Francesco della Luna divenendo il primo orfanatrofio d’Europa. La razionalizzazione degli spazi e la suddivisione delle aree maschili e femminili vennero progettate in maniera tale da costituire un punto di riferimento per le costruzioni civili avvenute in epoche successive. La facciata, rialzata rispetto all’antistante piazza, è lunga 71 metri e dispone di uno splendido loggiato composto da nove arcate con volte a vela finemente affrescate, all’interno si sviluppa un chiostro femminile e un chiostro maschile. Per la costruzione dell’edificio il Brunelleschi utilizzò materiali poco pregiati come la pietra serena e l’intonaco bianco. Visto lo splendido risultato ottenuto, tali materiali vennero successivamente utilizzati per numerosi altri edifici divenendo un tratto distintivo dell’architettura fiorentina. Attualmente lo spedale ospita la Galleria dello Spedale degli Innocenti con opere del Ghirlandaio e di Luca della Robbia