Il palazzo , che si affaccia su piazza Colonna, è dal 1961 sede del governo italiano e residenza del presidente del Consiglio dei Ministri. Il palazzo venne edificato nel 1578 dalla famiglia Aldobrandini ma deve il suo nome alla ricca e potente famiglia senese dei Chigi che lo acquistò nel 1659. L'edificio ha una pianta a forma rettangolare con ingresso principale da via del Corso anche se nel corso degli anni l'ingresso più noto è divenuto quello su Piazza Colonna dal quale si accede al cortile d'onore e allo scalone d'onore costruito dall'architetto Felice della Greca su volere della famiglia Chigi. Lo scalone d'onore conduce al piano nobile dove si trovano le famose sale dei Mappamondi, lo studio del presidente del consiglio dei ministri, la sala del consiglio dei ministri, la galleria Deti e il salone d'oro.
Il palazzo dal 1871 è sede della Camera dei Deputati che assieme alla Camera del Senato costituisce il Parlamento Italiano. L'edifico venne commissionato da Innocenzo X a Gian Lorenzo Bernini nel 1653 come residenza della famiglia Ludovisi. Rimasto incompleto a causa di incomprensioni tra il papa e Nicolò Ludovisi nel 1694 fu adattato a sede dei tribunali pontifici da Innocenzo XII. Nel 1696 sulla facciata del palazzo venne inserito, dall'architetto Carlo Fontana, il campanile a vela la cui campana suona in occasione dell'elezione del Presidente della Repubblica. Dal cortile d'onore del palazzo si accede al piano nobile dove tra le numerose sale si trova il lussuoso corridoio detto Transatlantico per via del suo arredamento.
La sua storia ha inizio tra il III e IV secolo all’interno di un imponente complesso imperiale che comprendeva un Palazzo, un anfiteatro, un impianto termale e un circo per le gare dei cavalli. Lì l’imperatrice Elena, madre di Costantino fece costruire una prima chiesa per custodire le sacre reliquie che lei stessa aveva rinvenuto a Gerusalemme, sul Monte Calvario, luogo della crocifissione. Restaurata nell’VIII secolo, la Basilica acquistò l’aspetto attuale a tre navate scandite da imponenti colonne di granito nel XII secolo, per volontà di papa Lucio II. In quell’occasione furono costruiti anche un campanile e un portico.
L’attuale facciata della Basilica risale invece all’intervento voluto da papa Benedetto XIV nel ‘700, in piena epoca tardo-barocca, opera degli architetti Pietro Passalacqua e Domenico Gregorini, che si ispirarono al Borromini.
La tradizione vuole che sotto la pavimentazione della Cappella di Sant’Elena sia conservata la terra del Monte Calvario portata a Roma dalla Santa insieme alle Reliquie (in particolare i frammenti della Croce che danno il nome alla Basilica) che sono conservate nella Cappella delle Reliquie. Tra le tante importanti opere presenti nella Basilica, da non perdere lo splendido mosaico della Cappella dedicata a Sant’Elena, opera di Melozzo da Forlì o di Baldassarre Peruzzi (nel quale compaiono per la prima volta uccelli provenienti dall’America), l’affresco con il Cristo benedicente dell’abside attribuito ad Antoniazzo Romano e il pavimento cosmatesco perfettamente conservato. L’annesso monastero risale al X secolo: in esso si sono avvicendati nei secoli religiosi di diversi ordini monastici.
Si erge a ridosso del Cimitero monumentale del Verano. Fino alla metà del 1800 era considerata Basilica Patriarcale o Maggiore.
La Basilica originale risale al IV secolo, quando l’imperatore Costantino fece costruire la tomba per il martire Lorenzo. Verso la fine del VI secolo, papa Pelagio II fece costruire una seconda Basilica, a tre navate, che inglobava il sepolcro. Fino al IX secolo le due Basiliche coesistettero. Nei secoli successivi la Basilica Costantiniana venne con tutta probabilità abbandonata. Nel XIII secolo Papa Onorio III ampliò la Basilica, trasformando nell’attuale Presbiterio la costruzione di Pelagio. La nuova Basilica fu anche affrescatacon episodi della vita dei Santi Lorenzo e Stefano, entrambi sepolti sotto l’altare maggiore. In piena epoca Barocca la Chiesa subì tutta una serie di trasformazioni che però furono eliminate dall’attento restauro dell’architetto Virginio Vespignani, terminato nel 1864. Il 19 luglio del 1943 San Lorenzo subì un pesante bombardamento da parte degli alleati. La chiesa fu ricostruita e restaurata, ma andarono perduti gli affreschi della parte superiore della facciata. Nel 1957 fu iniziato uno scavo archeologico in corrispondenza del muro del Cimitero del Verano grazie al quale si è risaliti all’antica Basilica Costantiniana.
La Basilica attuale è, quindi, il risultato della fusione di due distinti edifici: il corpo principale corrisponde alla Basilica Onoriana (XIII secolo), mentre il Presbiterio è la Basilica Pelagiana (VI secolo)
Oltre alle tombe di San Lorenzo e di Santo Stefano, la Basilica ospita anche quelle di cinque Papi e di Alcide De Gasperi.
Sono costituite dalla necropoli sorta a partire dalla seconda metà del III secolo a.C. sul luogo di sepoltura di San Sebastiano, al III miglio della Via Appia, al di fuori della mura Aureliane.
Furono scavate presso una cava di tufo e pozzolana e per questo furono chiamate Catacombe (dal greco katà kymbas (presso le cavità), nome che poi fu esteso anche alle altre necropoli sotterranee. Le gallerie sotterranee si snodano per circa 12 km. Dei quattro piani originari, il primo è andato quasi completamente perduto. Sono ancora visibili pitture della fine del IV secolo e graffiti di preghiera a San Pietro e Paolo, anche loro sepolti nell’antico cimitero, prima della costruzione delle Basiliche a loro dedicate.
L’attuale Basilica sorge sulla Via Appia Antica, al di fuori delle Mura Aureliane, nel luogo dove nella seconda metà del III secolo fu sepolto San Sebastiano e dove poco dopo si sviluppò una grande necropoli. Su queste catacombe l’imperatore Costantino fece erigere nel IV secolo la basilica originaria, distrutta nel IX secolo dai saraceni e fatta riedificare da Papa Nicola I.
Nel XVII secolo il Cardinale Scipione Borghese fece sostituire la Basilica con una nuova costruzione, realizzata da Flaminio Ponzio e Giovanni Vasanzio, autore dell’attuale facciata. Al suo interno, nella cappella della Reliquie, è conservata una delle frecce che colpì San Sebastiano e la colonna alla quale fu legato. Preziose le molte opere presenti nella Basilica, così come il soffitto ligneo del ‘600.
Anche se oggi l’espressione “fare il giro delle sette Chiese” ha acquistato una valenza negativa, sinonimo di perdere tempo, di non trovare nessuno disposto ad ascoltare o a dare una mano, un tempo il Giro delle Sette Chiese era un obbligo morale molto sentito per i pellegrini che giungevano a Roma.
Il numero sette era probabilmente collegato alle sette tappe della Passione di Gesù, ma anche ai sette sacramenti, alle sette opere di misericordia e così via ed era anche il numero di chiese ragionevolmente visitabili nell’arco di una giornata.
Nel XVI secolo questa antica tradizione fu recuperata da San Filippo Neri che ne fissò regole più precise.
Doveva essere un percorso da fare a piedi, non una processione, ma piuttosto una sorta di gita che alternasse momenti di preghiera a momenti di svago e ristoro.
Il percorso era organizzato ad anello; era lungo circa 20 Km e si poteva percorrere in uno o due giorni, toccando le quattro Basiliche Maggiori e tre tra le Basiliche Minori più importanti di Roma:
San Pietro in Vaticano
San Paolo fuori le mura
San Sebastiano
San Giovanni in Laterano
Santa Croce in Gerusalemme
San Lorenzo fuori le mura
Santa Maria Maggiore
In tempi più recenti, la tradizione romana del Giro delle Sette Chiese era più semplicemente una preghiera da recitarsi nei pressi del Cristo morto in sette diverse Basiliche nei giorni del Venerdì Santo o del Sabato Santo: un atto di devozione legato, quindi, alla Quaresima.
Attualmente questa tradizione viene mantenuta dalla Congregazione dell’Oratorio San Filippo Neri che la ripropone in forma collettiva, con partenza serale da Santa Maria in Vallicella e arrivo la mattina del giorno dopo alla Basilica di Santa Maria Maggiore.
L'arco venne edificato nel 315 su volere del Senato e del popolo romano in onore di Costantino vincitore della battaglia su Massenzio a Ponte Milvio. L'arco dispone di tre aperture e ornamenti in bassorilievo alcuni di epoca costantiniana altri traianea, adrianea e aureliana. Tra gli ornamenti si possono distinguere 8 medaglioni con scene di caccia e 8 statue di barbari
Lo sapevate che le Basiliche si dividono in Basiliche Papali o Maggiori e Basiliche Pontificie o Minori?
Le Basiliche Maggiori, che a Roma sono quattro, si distinguono dalle altre per avere un Altare Papale e una porta santa. Questa viene aperta, come si sa, solo durante l’Anno Santo per la concessione della speciale indulgenza plenaria.
Il titolo di Basilica Pontificia o Minore, invece, viene concesso dal papa a chiese di particolare importanza storico-artistica.
La via venne edificata in seguito ad una sistemazione urbanistica voluta da Benito Mussolini. Inaugurata dal Duce a cavallo il 28 ottobre del 1932 per la sua edificazione venne completamente raso al suolo il quartiere Alessandrino e il colle che collegava il Palatino con l'Esquilino. Secondo le intenzioni di Mussolini la via doveva rappresentare il collegamento simbolico tra l'antico impero e il neonato impero fascista per questo motivo prese inizialmente il nome di Via dell'Impero. Solo successivamente la via venne rinominata in"Via dei Fori Imperiali". Grazie ad un ambizioso progetto del Comune di Roma per la valorizzazione dell'intera area e la creazione di un ampio parco archeologico la via è stata chiusa al traffico dei mezzi privati.
La graziosa città sorge su di un poggio tra la valle del Nera e quella del Tevere. Fondata nel 1134° a.C. divenne uno dei più importanti Municipi Romani dell’Umbria tanto da essergli concessa la possibilità di coniare moneta. Con la caduta dell’impero venne devastata dai goti, mentre nel 1307 venne annessa ai territori della chiesa. Da vedere:
Costruite nel III secolo a.C., hanno forma poligonale e si estendono per circa settecento metri con un’altezza che in alcuni punti raggiunge gli otto metri. Viste le dimensioni la leggenda vuole siano state create dai ciclopi in realtà sono state costruite in due epoche diverse quella romana e quella medioevale. Le mura, che sono state edificate senza l’ausilio di malta cementizia, disponevano di ben sei porte, quattro delle quali sono tutt’oggi utilizzate. La principale, Porta Romana, venne rimaneggiata nel 600 e costituisce l’accesso principale alla città
Il primo edificio religioso venne distrutto da un incendio nel 1629 e ricostruito nel 1640, la facciata del nuovo edificio venne però distrutta da un terremoto quindi rifatta nel 1887. L’interno, piuttosto solenne, a unica navata conserva una colonnina romanica dove Santa Firmina, protettrice della città, avrebbe subito il martirio. avrebbe sub
La chiesa edificata nel 1287 venne rimaneggiata nel 1664. L’interno conserva frammenti di affreschi del XV secolo e alcuni sepolcri della famiglia Geraldini.
Il palazzo adiacente la chiesa di San Francesco venne edificato tra il XIII e il XIV secolo. Attualmente ospita il Museo Archeologico cittadino con reperti di epoca romana tra i quali la famosa statua bronzea di Germanico unica nel suo genere. Al piano superiore è ospitata la pinacoteca.
La piazza sorge ove anticamente sorgeva l’anfiteatro romano. Da notare la loggia del Banditore, Palazzo Petrignani e Palazzo Nacci
Di origini trecentesche venne progettato dall’architetto Stefano Cansacchi. Gli interni del teatro sono in legno e dispongono di meccanismi originali ancora perfettamente funzionanti. All’interno del Teatro oltre al “Marchese del Grillo” è stato girato il film “Le avventure di Pinocchio”
Posta nel cuore del Tavoliere delle Puglie la città ha un passato molto ricco di storia. In quest’area in epoca Neolitica sorse uno dei più grandi villaggi d’Europa, i primi documenti scritti risalgono però al periodo di dominazione normanna. Nel 1223 Federico II, conscio del ruolo centrale che occupava la città rispetto al resto del territorio fece erigere a Foggia il Palazzo Imperiale e successivamente due palazzine di caccia ai margini della città. Durante il periodo di dominazione Angioina la città continuò a crescere mantenendo il suo ruolo centralitario rispetto al resto del territorio, Carlo I d’Angiò stabilì qui la sua dimora principale facendovi erigere un nuovo palazzo. Sfortunatamente la città venne devastata da due tremendi terremoti il primo nel 1456 sotto il dominio Aragonese e il secondo il 20 marzo del 1731, entrambi i terremoti distrussero gran parte del patrimonio artistico di Foggia. Durante la seconda guerra mondiale le forze alleate infierirono sulla città con pesanti bombardamenti che causarono la morte a più di 20.000 persone oltre a radere praticamente al solo il centro abitato. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la città venne ricostruita sui resti dei preesistenti edifici.
Costruita nel 1172 venne pesantemente danneggiata sia dal terremoto del 1731 che dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale tanto che del suo originario aspetto romanico rimane molto poco. Le varie ricostruzioni hanno conferito alla basilica, dedicata alla Vergine Assunta, un aspetto barocco. Da notare il cornicione opera di Bartolomeo da Foggia ricco di sculture e il bel portale di San Martino. All’interno della basilica sono custodite opere di notevole valore tra le quali sicuramente la più nota è una tavola rappresentante la Vergine Kiriotissa che secondo la leggenda venne ritrovata da alcuni pastori immersa nelle acque della palude e avvolta dalle fiamme.
L’antica via rappresenta il nucleo storico della città sulla via si affaccia il Rinascimentale Palazzo De Rosa. Palazzo Arpi è stato ricostruito sui resti dell’antico palazzo imperiale di Federico II del quale rimangono solamente un portale e due aquile. Il palazzo ospita il Museo Civico composto da una sezione archeologica, una pinacoteca, una sezione relativa alle tradizioni popolari della zona e un lapidario.
Il palazzo che attualmente ospita la sede della provincia di Foggia venne costruito nel XV secolo come sede della Regia Dogana della Mena delle Pecore, seriamente danneggiato dal terremoto del 1731 venne completamente ricostruito. Nel 2013 il palazzo è stato nominato dall’UNESCO come Monumento Messaggero della Cultura di Pace. Attualmente il piano terra del palazzo ospita la Galleria d’Arte Moderna
La chiesa venne edificata nel 1693 in seguito ad un’evento miracoloso che salvò Foggia da una terribile siccità. Il nome della chiesa deriva da un percorso di penitenza segnato da sette croci piantate da un padre cappuccino. Dal portale della chiesa si accede ad un prato ove vi sono le cinque cappelle che custodiscono le croci (due sono andate distrutte) e successivamente si accede alla modesta chiesa.
La piazza più volte rinominata deve il suo attuale nome allo spostamento del monumento in onore dei Caduti in Guerra avvenuto il 22 ottobre 1959.
Villa Comunale: la villa è preceduta da un imponente atrio composto da una doppia fila di 28 colonne e abbellito da fontane e statue. La villa venne edificata nel 1824 su progetto degli architetti Oberty e De Tommaso, sfortunatamente durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale il pronao venne distrutto, successivamente ricostruito seguendo gli originali progetti.
Nel vicino bosco si trova il Santuario dell’Incoronata dove viene venerata la Madonna Nera che secondo la tradizione apparve tra i rami del bosco. L’edifico è di fattezze moderne e tutti gli anni a maggio ospita riti mariani.
A otto chilometri dalla città è possibile visitare il sito archeologico della vecchi città di Arpi
In questo articolo non vi proporremo le location di qualche famoso film bensì una visita al museo del cinema di Torino, unico in Italia nel suo genere, dove potrete vivere un’esperienza indimenticabile divenendo voi stessi i protagonisti di un film. Per la location del museo non poteva essere fatta scelta migliore della Mole Antonelliana, monumento simbolo di Torino.
L'itinerario proposto parte dalla rinascimentale città di Firenze, capoluogo della Toscana per raggiungere, la storicamente rivale, città di Pisa facendo tappa nelle città di Pistoia, Montecatini e Lucca. Se avete un po di tempo a disposizione vi consigliamo di percorrere l'itinerario sulle strade statali e provinciali così da poter assaporare al meglio lo splendido paesaggio che vi offrono i suggestivi luoghi. Se viaggiate con i bambini vi consigliamo una tappa a Collodi nel parco di Pinocchio. Per svolgere l'itinerario completo abbiamo calcolato da un minimo di 5 giorni ad un massimo di 7 giorni così ripartiti: almeno 3 giorni a Firenze, 1 giorno a Pistoia e Montecatini, 1 giorno a Lucca dove vi consigliamo di soggiornare durante il trasferimento e un giorno a Pisa. L'itinerario può essere arricchito con ulteriori tappe magari presso borghi o ville vi suggeriamo pertanto di leggere anche le sezioni:
Ville Medicee
Ville Lucchesi
Lucca e i suoi dintorni
Pistoia e i suoi dintorni