Sono la specialità di una tra le gelaterie più antiche d’Italia: una golosa glassa di cioccolato con al suo interno crema, cioccolato, zabaione, cocco, caffè e nocciolato, che ricorda le pietre squadrate tipiche del Centro storico di Roma. Eccezionale la quantità dei gusti disponibili. La passione per il gelato nasce da un’antica tradizione della famiglia Fassi: la loro prima bottega risale al 1880 e sono stati anche i gelatieri di Casa Reale, prima dell’avvento della Repubblica. Il Palazzo del Freddo fu costruito nel 1928, con 700 mq di superficie e 200 mq di laboratorio. Da qui furono spediti i primi gelati in Europa già a partire dagli anni ’30, grazie all’utilizzo del ghiaccio secco. Durante la II guerra mondiale il Palazzo fu requisito per circa un paio di anni dalla Croce Rossa americana per produrre gelato per le loro truppe. In quel periodo fu introdotta una macchina impastatrice per aumentare la produzione. Uno degli ex dipendenti accettò la proposta dell’ingegnere Alfred Wisner, rifiutata dalla famiglia Fassi, per uno sfruttamento industriale del gelato, società che diede il via alla produzione dei gelati Algida. La gelateria Fassi ha attualmente 82 punti vendita in Corea del Sud.
Sia nella versione tradizionale sia in varianti inedite. Tiramisù alla fragola, al pistacchio, alla nocciola, alla piña colada, alla banana e cioccolato affiancano, infatti, quello classico al caffè. Disponibile anche una versione senza glutine. Questa specialità della famiglia Pompi nasce nel 1960 in una piccola bottega artigiana ancora esistente che diventa presto Il Regno del Tiramisù. Il successo non è casuale: nasce da una selezione delle migliori materie prim e da una grande attenzione per tutto il processo di lavorazione, fino alla scelta del packaging. Per fare qualche esempio, il caffè utilizzato è Illy, i biscotti sono quelli di Novara senza grassi, la vaschetta del tiramisù è in cellulosa di canna da zucchero e così via: niente è lasciato al caso. Da qualche anno a questa parte, inoltre, il tiramisù più famoso di Roma devolve una quota parte di ogni confezione venduta al sostegno di associazioni onlus e utilizza la confezione per sostenere campagne sociali di interesse nazionale, come quella contro l’abbandono dei cani del 2011.
Sono incredibilmente buoni, serviti sempre caldi al punto giusto, anche fino a notte inoltrata e vi sorprenderanno per il loro sapore inimitabile. E se i Danesi sono il pezzo forte, non mancano altre specialità come i cornetti ripieni di crema, mele e pistacchi, il fagottino al cocco, pera e cioccolato e il meraviglioso Mont Blanc. Il Bar Pasticceria Romoli è una delle botteghe storiche del II Municipio di Roma. Aprì i battenti nel 1952, quando la zona circostante, che ora è tra le più commerciali di Roma, era ancora terreno di pascolo per le pecore. Sono stati tra i primi a vendere cornetti appena sfornati anche di notte.
Sembrano davvero gemme preziose uscite dai forzieri dei pirati gli enormi canditi colorati e le splendide mandorle tostate dei biscotti della pasticceria Boccione. Si tratta della Pizza Ebraica alla frutta secca dal gusto davvero inimitabile, così come inimitabili sono i tozzetti con mandorle e cannella, la meravigliosa torta di ricotta e visciole o ricotta e cioccolato, la crostata di visciole e mandorle o i “ginetti”, biscottoni aromatizzati al limone, ottimi nel latte. Sono dolci di antica tradizione Kosher, il risultato di antiche ricette tramandate gelosamente all’interno di una sola famiglia. Anche il negozio merita un discorso a sé: è lì da circa 250 anni, non ha insegna, le sue vetrine sono vuote, è piccolissimo e assolutamente disadorno, ma, nonostante tutto questo, ha costantemente la fila dei clienti in attesa davanti alla porta. Una volta entrati poi, l’impressione è quella di trovarsi su un set cinematografico: un certo numero di signore dai modi decisamente spicci, troppe per lo spazio disponibile, sfornano, tagliano, pesano, incartano dolci in un clima surreale, in modo un po’ distratto e intralciandosi l’una con l’altra. A volte sembra che ci sia stata distrazione anche nel piccolo laboratorio a vista e i dolci hanno un aspetto molto prossimo al bruciaticcio. Eppure basta assaggiare qualcosa, qualsiasi cosa di quello che si è riusciti faticosamente a comprare, per dimenticare qualsiasi inconveniente e decidere anche di ricominciare a fare la fila. Inutile dire che a metà mattinata le torte sono già finite o, se ancora se ne vede qualcuna, potrebbero essere tutte ordinate. Una cosa che è bene sapere è che i dolci hanno un peso specifico molto elevato: tenetene conto per non restare sorpresi dal prezzo del vostro pacchetto.
Sapete che esiste una gelateria dotata di FastPass?
Un Pass per non fare file né al banco né alla cassa?
Una corsia preferenziale per uno dei gelati più famosi di Roma, insomma.
È un’applicazione di cui si è dotata Giolitti, nella sede storica di Via Uffici del Vicario, forse la gelateria più conosciuta di Roma, sicuramente quella più vicina al Pantheon e alla Camera dei Deputati. Cosa gustare da Giolitti? La Coppa Olimpica creata in occasioni delle Olimpiadi del 1960, un semifreddo di zabaione, torroncino e cioccolato a cui la panna dà una forma simile alla fiaccola olimpica, la coppa Giolitti, il prodotto più antico, creato nel 1920, al gusto di cioccolato, crema e zabaione, la Coppa Mondiale con codetta tricolore nata nel 1990, i Tartufi bianco e nero o, più semplicemente, i coni da assortire con tutti i gusti possibili e immaginabili. La storia di questo locale ha inizio nel 1890 con una piccola latteria che vendeva latte di produzione propria sulla salita del Grillo. Il latte era di così alta qualità da diventare presto la latteria di Casa Reale. Questa fu la fortuna dei Giolitti e presto portò all’apertura di altri locali, fra cui quello in stile Liberty di Via Uffici del Vicario, dove fu avviata l’attività di gelateria. Il locale si affermò gradualmente, fino a diventare, dopo la guerra, una delle gelaterie più note di Roma, famosa per le sue ricette originali e per l’utilizzo di prodotti freschi e naturali. Nel 1960 è stata aperta una sede anche a Roma EUR con un attrezzato parco giochi per bambini e avviata l’attività di franchising in tutto il mondo.
Piacerà a grandi e piccoli: si chiama Mizzica ed offre il meglio della pasticceria e gastronomia siciliana in formati di facile asporto. Se aggiungiamo che Villa Torlonia da lì è raggiungibile a piedi, va da sé che nelle belle giornate romane avete a disposizione tutto il necessario per il pic nic più gustoso e ameno che possiate immaginare. Mizzica si vanta di avere solo Chef di origini catanesi e ingredienti che arrivano settimanalmente direttamente dalla Sicilia. Il risultato? Un tripudio di cose buonissime che non vi stancherete di gustare…… e un locale sempre affollato.
Per quanto riguarda i salati, l’offerta dei primi più tradizionali della cucina siciliana è ottima; gli arancini al ragù, alle melanzane e al pistacchio indimenticabili e l’incredibile gamma dei panini farciti (anche mignon su ordinazione) è tale da soddisfare chiunque.
Per quanto riguarda la pasticceria, i cannolini e i cannoli alla ricotta e alla ricotta e pistacchio sono eccezionali, così come i pasticcini di pasta di mandorle, anch’essi disponibili in più gusti. L’assortimento dei dolci è molto ampio: va dalle cassatine alle buonissima torta con crema al pistacchio, ai ravioli fritti. Buoni anche i gelati, le granite e la caffetteria in generale.
Vale la pena arrivare in questa zona non certo centrale anche se ben collegata con i mezzi pubblici, in una strada anonima e dimessa che ha il solo vantaggio di essere meno rumorosa e trafficata della vicina via Tiburtina per assaggiare un gelato incredibilmente buono. Per molti addirittura il più buono di Roma. Che questo gelato spesso e cremoso (può tranquillamente sostituire un pasto) sia soprattutto genuino lo testimoniano le pile di cassette di frutta fresca lasciate ogni mattina davanti alla sua serranda ancora chiusa. La varietà dei gusti è eccellente e alcuni sapori, come ad esempio il pistacchio, la nocciola, la nutella e il cioccolato fondente sono al di là di ogni immaginazione. Molto buone anche le granite preparate con frutta di stagione e le stesse cialde sempre fragranti. Si chiama Lubrano ed ha dalla sua la lunga tradizione siciliana in fatto di gelati e dolci in genere.
È davvero eccezionale la cremosissima torta al pistacchio, così come, nel pieno rispetto della tradizione siciliana, sono eccezionali tutte le proposte dolci che propone la piccola, ma molto nota nel quartiere, pasticceria Pennisi di Via Tiburtina.
Se ve la sentite di inoltrarvi fino a questo negozio non certo centrale, sarete piacevolmente sorpresi anche dalla sua torta al mandarino, dalle sue cassate e da tutto il meglio della pasticceria siciliana che qui trovate insieme ai dolci tipici delle varie ricorrenze e a specialità che vengono direttamente dalla Sicilia.
Una pasticceria boutique! È uno spettacolo irresistibile quello che offre questo piccolo caffè in una delle zone più centrali di Roma, in prossimità del Circo Massimo: un susseguirsi di ottimi macarons e di piccole torte monoporzione una più bella e fantasiosa dell’altra. Avrete difficoltà a scegliere: la voglia è quella di provare tutto!
Anche i loro nomi sono fantasiosi e accattivanti, così come le confezioni da asporto: piccoli scrigni trasparenti che manterranno intatti e valorizzeranno quei piccoli e incredibili dolci fino destinazione. Se invece preferite gustarli nel locale, è molto curata anche la caffetteria e ottima l’offerta dei the, servito con miele d’eccezione. Dietro tanta bellezza e sapore, inutile dirlo, c’è un’attenta ricerca di ingredienti genuini, oltre alla messa al bando di conservanti, lieviti o estratti chimici.
È quello prodotto dalla pasticceria Cavalletti, che, dal 1951 ad oggi ha ricevuto un numero incredibile di premi e segnalazioni ed è considerata tra le prime 5 pasticcerie d’Italia. I suoi dolci sono interamente lavorati a mano, con prodotti naturali. Il suo millefoglie, di cui esiste anche la splendida versione nuziale, è semplicemente fantastico, qualcuno l’ha definito il migliore di tutto il sistema solare. Ne esistono varie versioni, anche se quella alla crema chantilly va per la maggiore: pare che anche la regina Elisabetta lo ordini e lo riceva in giornata!
Ottimi anche il gianduiotto, la torta Mimosa, le crostate, la pasticceria mignon: non c’è che l’imbarazzo della scelta!
La pasticceria svolge anche attività di catering. Nel suo sito trovate anche alcune delle sue famose ricette.
Sono davvero di cristallo trasparente gli ascensori che permettono di raggiungere la Terrazza delle Quadrighe posta sulla sommità del Vittoriano a Piazza Venezia, ad una altezza di 81 metri. Ed è davvero il panorama più bello di Roma quello che si gode di lassù: una vista a 360° sui Fori, sul Centro storico e le sue Chiese Barocche, sull’EUR, sulla collina con l’Osservatorio di Monte Mario fino ai Castelli Romani. Per quasi cento anni la terrazza è rimasta chiusa al pubblico. Il 2 giugno del 2007, in occasione della Festa della Repubblica Italiana è stata inaugurata questa nuova struttura, smontabile ed autoportante, progettata dall’architetto Paolo Rocchi che ha reso possibile uno dei desideri dell’architetto Giuseppe Sacconi nel realizzare il Vittoriano: che la gente potesse raggiungere e frequentare abitualmente il suo Belvedere, il più alto di Roma. Agli ascensori, che si trovano al livello del Colonnato, sulla terrazza Mediana, si arriva attraverso una serie di scalinate. Per persone con difficoltà motorie, dall’ingresso di Piazza d’Aracoeli, è disponibile un ascensore che raggiunge la Terrazza Mediana. Per chi vuole evitare gli ascensori, la terrazza delle Quadrighe è comunque raggiungibile proseguendo la salita con altre scalinate.
Piacerà molto ai bambini e affascinerà gli adulti questo splendido museo che unisce archeologia classica e industriale. Anche se molti lo considerano il più bel museo di Roma è anche uno dei meno frequentati dai turisti e questo vi consentirà di trovare facilmente parcheggio, di avere la massima attenzione degli addetti e di poter godere in tutta tranquillità di tanta bellezza: praticamente avete la possibilità di effettuare una visita perfetta. La sede del Museo è una sede speciale: la Centrale termoelettrica Montemartini costruita tra il 1911 e il 1913 in prossimità del fiume Tevere per illuminare Roma. Fu il primo impianto pubblico per la produzione di elettricità; all’inizio sviluppava una potenza di 7.000 Kw. Nel 1924 la Centrale si arricchì di 2 gigantesche turbine a vapore della ditta Tosi e si arrivò a produrre 16.000 KW. La potenza aumentò ancora nel 1933 con l’arrivo di due grandi motori diesel. La Centrale restò a pieno regime fino al 1963, poi fu chiusa nel giro di qualche anno e restò in stato di abbandono per oltre un ventennio. Nel 1997, in occasione della ristrutturazione dei Musei Capitolini, si cercavano spazi per ospitare temporaneamente una serie di opere mai esposte per problemi di spazio. Si pensò di accostare archeologia classica ed industriale in un unico spazio espositivo. L’iniziativa si tradusse in una mostra intitolata “Le Macchine e gli Dei”: il successo fu tale che si decise di mantenere l’allestimento della Centrale Montemartini come polo museale permanente della città. Al suo interno è così possibile ammirare statue, mosaici, fregi ed arredi di epoca romana rinvenuti negli scavi del periodo fine ottocento / 1930 accanto ai macchinari più grandi e potenti che potete immaginare e ad una caldaia davvero eccezionale: un mondo arcaico dove incontrare la splendida Musa Polimnia e dove le chiavi inglesi sono davvero più alte dei bambini. Un luogo suggestivo dove nei grandi e luminosi ambienti è ancora tangibile l’odore delle macchine e si respira l’impegno delle tante persone che vi hanno lavorato.
È davvero piccolissimo, tutto in legno, ed è davvero nel Guinness dei Primati: vi è stato inserito nel 2005 come cinema più piccolo del mondo! Il Cinema dei Piccoli fu realizzato nel 1934 da Alfredo Annibali all’interno di Villa Borghese. Nacque come Casa di Topolino, ma la Disney non apprezzò ‘iniziativa e chiese la modifica del nome. Restaurato nel 1991, dispone di 63 posti ed ha una programmazione di film per bambini di giorno e d’essai per adulti la sera.
Una vacanza in Trentino può essere l'occasione per alloggiare un un "maso" tipica abitazione rurali tirolesi ristrutturati nel rispetto della tradizione e dell'ambiente e utilizzate per ospitare i turisti. Se decidete di prenotare una struttura e di lì visitare i vari punti dell'itinerario vi consigliamo di scegliere Riva del Garda, sicuramente più mondana, altrimenti Trento
Se si arriva in Trentino con l’automobile la via più comoda è costituita dall’autostrada A22 del Brennero che attraversa tutta la regione e dalla quale partono strade di collegamento con le valli circostanti. L’autostrada è collegata sia con l’A4 Torino-Mestre che con l’A1 Milano-Napoli. In estate e in occasione delle varie festività l’autostrada è piuttosto trafficata e possono crearsi code in prossimità delle uscite che portano alle località turistiche più rinomate. In genere tutte le strade della regione sono molto ben tenute ed in inverno funziona un ottimo servizio di pulitura strade. L’aeroporto Francesco Baracca di Bolzano è collegato con voli di linea alla capitale e con voli charter a Catania, Olbia, Lamezia Terme e Cagliari per altre destinazioni è necessario recarsi agli aeroporti di Bergamo (distanza circa 230 KM) oppure di Verona (distanza circa 150 KM). La regione è dotata di una rete ferroviaria principale che attraversa tuttala regione e arriva fino in Austria servita da Trenitalia e da piccole tratte locali servite da società regionali come la Trento-Malè Marileva, la ferrovia del Renon e la ferrovia della Val Venosta che collega Merano a Malles.
La cucina trentina si basa su antiche ricette della cucina contadina secondo la quale “nulla va sprecato” di qui l’origine di alcune delle più gustose ricette come i Canederli. La cucina tradizionale fatta di sapori forti e piatti semplici che risentono dell’influenza di ricette d’oltralpe soprattutto austriache come lo stinco di maiale e i probusti, specie di Wurstel. Il piatto forte è sicuramente la polenta accompagnata da stufati di carne di manzo oppure da salmì di selvaggina come il capriolo, il cervo o il camoscio. Notevole è l’uso della carne di maiale utilizzata per la preparazione del famoso speck e insaccati. Nell'area dell'alto Garda è molto diffuso l'utilizzo dell carne Salada a base di coscia di vitellone lasciata macerare per circa venti giorni e aromatizzata con salvia, bacche di ginepro e alloro, viene servita in carpaccio oppure leggermente cotta. A Trento si prepara invece la lepre tridentina con lardo, cipolle, pinoli, uvetta, scorza di limone e cannella. Non molto diffusa è la preparazione di piatti a base di pasta fresca o ripiena sostituiti dai Canederli, gnocchi a base di pane raffermo bagnato nel latte, speck e salciccia serviti nel brodo oppure gli strangolapreti sempre a base di pane raffermo spinaci e uvetta, assolutamente da assaggiare sono gli gnocchetti altoatesini a base di ricotta affumicata. Molto nutrienti sono le minestre e le zuppe preparate con ortaggi tra i quali i famosi asparagi, i funghi, le patate, la pancetta e farina bianca o gialla. Molto buoni sono i piatti preparati con la Trota del Trentino servita rosolata con salsa di limone e menta oppure affumicata. Di notevole qualità sono i formaggi preparati con il latte prodotto nei numerosi allevamenti tra questi citiamo il Puzzone di Moena, il grana della val di Non, lo Spressa e il Vezzena. La regione è molto famosa per la produzione delle mele con le quali si prepara il famoso strudel e le frittelle. Molti dolci tradizionali utilizzano spezie quali la cannella e la frutta secca ingredienti tipici della cucina d’oltralpe tra questi lo zelten dolce tipicamente natalizio. Nella regione vengono prodotti eccellenti spumanti e birre artigianali a base di frumento tipiche della tradizione bavarese. Molto diffusa è la produzione di grappe e acquaviti aromatizzate al ginepro, alla genziana e ad altre erbe o radici.
In vendita presso gli uffici del turismo, valida tre giorni dal primo utilizzo, la card permette l’ingresso gratuito a 9 musei a Bolzano, 80 in tutto l’alto Adige + la possibilità di noleggiare gratuitamente biciclette + di utilizzare gratuitamente la navetta BoBus + utilizzo gratuito dei mezzi pubblici dell’Alto Adige comprese le funivie + un’escursione ai parchi naturali dell’Alto Adige + una visita guidata tra quelle proposte dall’Ente del Turismo. Vai al Sito
In vendita presso gli uffici turistici della regione permetti l'accesso gratuito a tutti i mezzi pubblici provinciali, l'ingresso a più di 70 punti di attrazione turistica come castelli, musei, parchi naturali e la degustazione di prodotti tipici nei migliori store oltre ad uno sconto del 10% e lo sconto del 10% su prodotti termali acquistati presso gli stabilimenti.
Se per l' UNESCO Verona "rappresenta in modo eccezionale il concetto della città fortificata in più tappe caratteristico della storia europea" (30 novembre 2000 la XXIV Assemblea Plenaria del World Heritage Committee), le sue chiese storiche rappresentano mille anni di storia ai massimi livelli di purezza espressiva e un raro esempio in Italia di continuità artistica. Il tracciato che vi proponiamo ripercorre idealmente mille anni in cui a Verona l'arte e la fede si incontrano e si alimentano a vicenda.
Per la visita delle Chiese è previsto un contributo di 2.5 euro a persona per ogni singolo ingresso. E' previsto un prezzo forfettario di 4 euro per l'ingresso alle 4 chiese del percorso e sconti per famiglie, scolaresche e comitive superiori a 20 partecipanti.
L'accesso è gratuito per i possessori della VERONA CARD.
Una vacanza in Trentino può essere l'occasione per alloggiare in un "maso" tipica abitazione rurale tirolese, ristrutturati nel rispetto della tradizione e dell'ambiente e attualmente utilizzate per lo più per ospitare i turisti. Se durante il vostro il vostro soggiorno intendete effettuare qualche escursione in montagna vi suggeriamo di soggiornare a intorno a Vipiteno e raggiungere di volta in volta i luoghi indicati nell'itinerario
Se si arriva in Trentino con l’automobile la via più comoda è costituita dall’autostrada A22 del Brennero che attraversa tutta la regione e dalla quale partono strade di collegamento con le valli circostanti. L’autostrada è collegata sia con l’A4 Torino-Mestre che con l’A1 Milano-Napoli. In estate e in occasione delle varie festività l’autostrada è piuttosto trafficata e possono crearsi code in prossimità delle uscite che portano alle località turistiche più rinomate. In genere tutte le strade della regione sono molto ben tenute ed in inverno funziona un ottimo servizio di pulitura strade. L’aeroporto Francesco Baracca di Bolzano è collegato con voli di linea alla capitale e con voli charter a Catania, Olbia, Lamezia Terme e Cagliari per altre destinazioni è necessario recarsi agli aeroporti di Bergamo (distanza circa 230 KM) oppure di Verona (distanza circa 150 KM). La regione è dotata di una rete ferroviaria principale che attraversa tuttala regione e arriva fino in Austria servita da Trenitalia e da piccole tratte locali servite da società regionali come la Trento-Malè Marileva, la ferrovia del Renon e la ferrovia della Val Venosta che collega Merano a Malles.
La cucina trentina si basa su antiche ricette della cucina contadina secondo la quale “nulla va sprecato” di qui l’origine di alcune delle più gustose ricette come i Canederli. La cucina tradizionale fatta di sapori forti e piatti semplici che risentono dell’influenza di ricette d’oltralpe soprattutto austriache come lo stinco di maiale e i probusti, specie di Wurstel. Il piatto forte è sicuramente la polenta accompagnata da stufati di carne di manzo oppure da salmì di selvaggina come il capriolo, il cervo o il camoscio. Notevole è l’uso della carne di maiale utilizzata per la preparazione del famoso speck e di vari insaccati come la salciccia Lucanica oppure le Ciughe preparati mischiando le rape alla carne di maiale. Non molto diffusa è la preparazione di piatti a base di pasta fresca o ripiena sostituiti dai Canederli, gnocchi a base di pane raffermo bagnato nel latte, speck e salciccia serviti nel brodo oppure gli strangolapreti sempre a base di pane raffermo spinaci e uvetta, assolutamente da assaggiare sono gli gnocchetti altoatesini a base di ricotta affumicata. Molto nutrienti sono le minestre e le zuppe preparate con ortaggi tra i quali i famosi asparagi, i funghi, le patate, la pancetta e farina bianca o gialla. Molto buoni sono i piatti preparati con la Trota del Trentino servita rosolata con salsa di limone e menta oppure affumicata. Di notevole qualità sono i formaggi preparati con il latte prodotto nei numerosi allevamenti tra questi citiamo il Puzzone di Moena, il grana della val di Non, lo Sopressa e il Vezzena. La regione è molto famosa per la produzione delle mele con le quali si prepara il famoso strudel e le frittelle. Molti dolci tradizionali utilizzano spezie quali la cannella e la frutta secca ingredienti tipici della cucina d’oltralpe tra questi lo zelten dolce tipicamente natalizio. Nella regione vengono prodotti eccellenti spumanti e birre artigianali a base di frumento tipiche della tradizione bavarese. Molto diffusa è la produzione di grappe e acquaviti aromatizzate al ginepro, alla genziana e ad altre erbe o radici.
In vendita presso gli uffici del turismo, valida tre giorni dal primo utilizzo, la card permette l’ingresso gratuito a 9 musei a Bolzano, 80 in tutto l’alto Adige + la possibilità di noleggiare gratuitamente biciclette + di utilizzare gratuitamente la navetta BoBus + utilizzo gratuito dei mezzi pubblici dell’Alto Adige comprese le funivie + un’escursione ai parchi naturali dell’Alto Adige + una visita guidata tra quelle proposte dall’Ente del Turismo. Vai al Sito
In vendita presso gli uffici turistici della regione permetti l'accesso gratuito a tutti i mezzi pubblici provinciali, l'ingresso a più di 70 punti di attrazione turistica come castelli, musei, parchi naturali e la degustazione di prodotti tipici nei migliori store oltre ad uno sconto del 10% e lo sconto del 10% su prodotti termali acquistati presso gli stabilimenti.
Una vacanza in Trentino può essere l'occasione per alloggiare in un "maso", tipica abitazione rurale tirolese. Oggi la maggior parte dei masi, dopo essere stati ristrutturati nel rispetto della tradizione e dell'ambiente, vengono utilizzati per l'accoglienza turistica. In genere la qualità degli hotel e dei residence della regione è piuttosto elevata, moltissimi dispongono di piscine coperte e scoperte, area fitness e SPA, di conseguenza anche i prezzi sono spesso piuttosto elevati. Molti proprietari di case hanno trasformato le loro abitazioni in B&B, offrendo la possibilità di pernottamento con prima colazione, è molto facile distinguerle in quanto hanno appeso all'esterno il cartello "zimmer". Di notevole qualità sono anche i campeggi, spesso dotati di bungalow, appartamenti, area giochi e piscina. Se optate di fermarvi stabilmente in una struttura vi consigliamo la zona di Merano, equi-distante da tutte le tappe dell'itinerario e ricca di strutture ricettive. Noi abbiamo provato l'Alia Apart-Hotel, a Lagundo, moderna struttura dotata di ogni confort, personale gentile e ottimi servizi. Per venire incontro alle esigenze dei suoi clienti la struttura prevede una formula residence oppure una formula hotel.
Se desiderate effettuare l'itinerario in Camper ma non disponete di un mezzo vostro di seguito un link utile
Se si arriva in Trentino con l’automobile o con il Camper la via più comoda è costituita dall’autostrada A22 del Brennero, che attraversa tutta la regione, e dalla quale partono strade di collegamento con le valli circostanti. L’autostrada è collegata sia con l’A4 Torino-Mestre che con l’A1 Milano-Napoli. In estate e in occasione delle festività natalizie l’autostrada è piuttosto trafficata, possono quindi crearsi code in prossimità delle uscite verso le località turistiche più rinomate. In genere tutte le strade della regione sono molto ben tenute ed in inverno funziona un ottimo servizio di pulitura strade. L’aeroporto Francesco Baracca di Bolzano è collegato con voli di linea alla capitale, con voli charter a Catania, Olbia, Lamezia Terme e Cagliari, per gli arrivi da altre destinazioni è necessario recarsi agli aeroporti di Bergamo (distanza circa 230 KM) oppure di Verona (distanza circa 150 KM). La regione è dotata di una rete ferroviaria principale che attraversa tutta la regione e arriva fino in Austria, servita da Trenitalia, e da piccole tratte locali servite da società regionali come la Trento-Malè Marileva, la ferrovia del Renon, e la ferrovia della Val Venosta, che collega Merano a Malles. Molto efficiente è il servizio autobus di linea, molti dei quali gratis per i possessori della Trentino Card
La cucina trentina si basa su antiche ricette della cucina contadina, secondo la quale “nulla va sprecato”, di qui l’origine di alcune delle più gustose ricette come i Canederli. La cucina tradizionale è fatta di sapori forti e piatti semplici, che risentono dell’influenza di ricette d’oltralpe, soprattutto austriache come lo stinco di maiale e i Probusti (specie di Wurstel). Il piatto forte è sicuramente la polenta, accompagnata da stufati di carne di manzo oppure da salmì di selvaggina, come il capriolo, il cervo o il camoscio. Notevole è l’uso della carne di maiale utilizzata per la preparazione del famoso speck e di vari insaccati, come la salciccia Luganica oppure le Ciughe, preparate mischiando le rape alla carne di maiale. Non molto diffusa è la preparazione di piatti a base di pasta fresca o ripiena, sostituiti dai Canederli, grossi gnocchi a base di pane raffermo bagnato nel latte, speck e salciccia serviti in brodo oppure con burro fuso e parmigiano. Molto diffusi sono anche gli strangolapreti sempre a base di pane raffermo spinaci e uvetta e gli gnocchetti altoatesini a base di ricotta affumicata. Molto nutrienti sono le minestre e le zuppe, preparate con pancetta, farina bianca o gialla accompagnata da ortaggi, tra i quali i famosi asparagi, i funghi, le patate. Molto usata per la preparazione di secondi e antipasti è la Trota del Trentino, servita rosolata con salsa di limone e menta oppure affumicata. Di notevole qualità sono i formaggi preparati con il latte prodotto nei numerosi allevamenti, tra questi citiamo il Puzzone di Moena, il grana della val di Non, lo Spressa e il Vezzena. La regione è molto famosa per la produzione di mele, ovunque si è circondati da distese di meleti, con le quali si prepara il famoso strudel e le frittelle. Molti dolci tradizionali utilizzano spezie, quali la cannella ingrediente tipico della cucina d’oltralpe. Nel periodo natalizio è tradizionale la preparazione dello zelten, dolce a base di frutta secca, il cui nome deriva dal tedesco. Nella regione vengono prodotti eccellenti spumanti e birre artigianali a base di frumento, tipiche della tradizione bavarese. Molto diffusa è la produzione di grappe e acquaviti aromatizzate al ginepro, alla genziana e ad altre erbe o radici. Se vi trovate nella zona di Merano è d'obbligo una tappa al Giardino Forst, posto a fianco al famoso birrificio, dove, accompagnati da boccali di birra, vengono serviti piatti della tradizione locale. L'ambiente è molto gradevole, il personale (tutto maschile) è vestito i abiti tradizionali, il servizio è piuttosto veloce e i prezzi accessibili a tutti. A Bolzano potrete invece recarvi nel ristorante Forst, anche qui piatti della tradizione locale vengono accompagnati da boccali di birra; se invece cercate un locale più raffinato, in tipico stile tirolese vi suggeriamo Ruster (Rosengartenstrasse 1- Lagundo), che propone piatti della tradizione locale molto ben cucinati, oppure pizze cotte in forno a legna; i prezzi non sono eccessivamente elevati in rapporto alla qualità e all'ambiente.
In vendita presso gli uffici del turismo, valida tre giorni dal primo utilizzo, la card permette l’ingresso gratuito a 9 musei di Bolzano, 80 in tutto l’alto Adige + la possibilità di noleggiare gratuitamente biciclette, di utilizzare gratuitamente la navetta BoBus, utilizzo gratuito dei mezzi pubblici dell’Alto Adige (comprese le funivie), un’escursione ai parchi naturali dell’Alto Adige, una visita guidata tra quelle proposte dall’Ente del Turismo. Vai al Sito
In vendita presso gli uffici turistici della regione, permette l'accesso gratuito a tutti i mezzi pubblici provinciali, l'ingresso a più di 70 punti di attrazione turistica come castelli, musei, parchi naturali e la degustazione di prodotti tipici nei migliori store, oltre ad uno sconto del 10% su prodotti termali acquistati presso gli stabilimenti.
Molte strutture turistiche offrono gratuitamente ai loro ospiti la Bolzano Card oppure altre carte come la Merano Card, la Guest Card, ecc. informatevi bene al momento di prenotare in quanto possono costituire una buona fonte di risparmio.
Posta quasi al confine con la Francia, Bordighera è raggiungibile dal Piemonte tramite l'autostrada A6 fino a Savona e poi tramite l'autostrada A10, mentre dalla Lombardia, dalla Toscana e dall'Emilia è raggiungibile tramite l'autostrada A12 fino a Genova e poi tramite l'A10. Sopratutto nei ponti di primavera ed in estate l'A10 è molto trafficata e spesso si formano lunghe code in prossimità dei caselli di uscita verso le località turistiche della costa. L'aeroporto più vicino alla città è il "Cristoforo Colombo" di Genova dal quale decollano e atterrano voli nazionali e internazionali delle principali compagnie aeree. Bordighera è collegata dalla linea ferroviaria che attraversa tutta la costa ligure e arriva fino in Francia.
La zona di Bordighera come tutta la costa ligure è molto sfruttata a livello turistico, numerose sono le strutture ricettive a partire dalle pensioni a gestione familiare per arrivare agli Hotel di lusso come il famoso Grand Hotel di Bordighera. In genere sia gli hotel che le pensioni sono piuttosto care e non sempre all'altezza, mentre campeggi sono in genere di piccole dimensioni e non molto numerosi. Di seguito alcuni link:
La cucina tradizionale del territorio di Bordighera, come gran parte del territorio ligure, fa molto uso di erbe aromatiche per insaporire zuppe e minestre o per condimento a piatti di pasta fresca. La cucina di quest'area risente dell'influenza francese dalla quale ha preso le salse, ma anche di quella Piemontese, sapientemente innestata ai prodotti tipici della zona, quali verdure e pesce. Nella riviera di ponente viene prodotto un olio leggero di ottima qualità utilizzato per la preparazione di molti piatti così come avviene per le olive taggiasche. Tra i primi vi consigliamo di assaggiare le lasagne di borragine al forno, gli gnocchetti ai gamberetti, la minestra di bianchetti o le trofie al pesto, mentre tra i secondi molto saporiti sono i piatti a base di carne di agnello come l'agnello ai carciofi, di capretto come il capretto al mirto e aceto balsamico o di coniglio come il coniglio alla ligure. Diversi sono i piatti di pesce proposti molti dei quali utilizzano le anguille, lo sgombro, il nasello o lo stoccafisso. Tra i dolci i più tradizionali ma anche i più antichi sono è il latte dolce fritto, il pandolce antico e le frittelle di mele da assaporare assieme d un buon bicchiere di schiacchetrà oppure di moscato.
L'itinerario suggerito può essere fatto in un fine settimana oppure come escursione nell'arco di una vacanza più lunga nella nota località ligure. Se si opta per un fine settimana, può essere fatto in qualsiasi periodo dell'anno grazie al clima mite dovuto alla splendida posizione. Come punto di partenza dell'itinerario abbiamo scelto Bordighera, nella quale non vi sarà difficile trovare un buon posto dove soggiornare. Il resto dell'itinerario si snoda nell'entroterra Ligure attraverso borghi ricchi di storia e di tradizioni.
Bordighera - Seborga / borgo medioevale, museo degli strumenti musicali / Distanza 12 KM / Tempo di viaggio stimato circa 20 minuti
Seborga - Dolceacqua / borgo medioevale con le sue botteghe, castello, parrocchiale / Distanza 24 KM / Tempo di viaggio stimato circa 40 minuti
Dolceacqua - Apricale /Borgo, Castello / Distanza 5 KM / Tempo di viaggio stimato 10 minuti
Apricale - Pigna / Borgo, Parrocchiale / Distanza 10 KM / Tempo di viaggio stimato 15 minuti
Il palazzo, tuttora abitato dai discendenti della nobile famiglia che lo acquistò dagli Aldobrandini, venne edificato tra il XV e il XVIII secolo. Il progetto per la realizzazione del palazzo venne affidato ad Antonio del Grande anche se la facciata di via del Corso è opera di Gabriele Valvassori. Di notevole bellezza il cortile interno, di forma quadrata, circondato da un porticato con archi a tutto sesto sorretti da colonne. Il palazzo conserva, nelle sue splendide sale interne, la collezione Doria-Pamphilj composta da oltre 400 dipinti tra cui opere di Caravaggio, Tiziano, Raffaello, Guercino, Correggio, Guido Reni, Giovanni Bellini.
Si può davvero passeggiare tra i pavoni nel Bioparco di Roma e non sarà difficile neppure partecipare alle iniziative di conoscenza ravvicinata con diverse specie di animali, dagli insetti ai rettili o scoprire dove “nasce” il latte nella fattoria. D’estate è possibile frequentarne il Centro Estivo, così come è possibile prenotarsi per una festa di compleanno indimenticabile o adottare un animale a distanza. Per essere aggiornati sulle tante iniziative vi consigliamo di consultare il sito: è accattivante e aggiornato. Per quanto riguarda la storia del Bioparco, nacque come Giardino Zoologico per iniziativa della Società Anonima per il Giardino Zoologico, fondata nel 1908: l’obiettivo era quello di realizzare un parco per ospitare una importante collezione faunistica. Il progetto fu realizzato nella parte Nord di Villa Borghese da Carl Hagenbeck, commerciante di animali, che aveva progettato in quegli anni anche l’innovativo Zoo di Amburgo, che prevedeva la sostituzione delle tradizionali gabbie con fossati e spazi verdi. La stessa tecnica fu utilizzata anche a Roma: lo Zoo fu inaugurato nel gennaio del 1911 e divenne in breve tempo famoso in Europa. Problemi logistici (era mal collegato con il resto della città), finanziamenti sempre al di sotto delle reali necessità e soprattutto le vicende belliche lo condannarono ad un lento declino, nonostante alcuni ampliamenti realizzati nel 1935 e la costruzione di due gioielli: la Grande Voliera e il Rettilario. Nel 1970 il Rettilario stesso, fiore all’occhiello del Giardino Zoologico, fu chiuso e ci vollero ben tredici anni per la sua riapertura al pubblico. Malgrado tutte queste difficoltà, lo Zoo ha nel tempo acquistato fama di ambiente specializzato nella riproduzione di specie rare o in via di estinzione. Nel 1994 fu avanzata l’idea di trasformarlo in Bioparco, finalizzato alla conservazione, alla ricerca e alla formazione in tema di sostenibilità ambientale. Dopo una esperienza di gestione societaria, dal 2004 è stata creata una Fondazione a partecipazione pubblica e privata che gestisce il Bioparco inteso come servizio pubblico, con particolare attenzione alle tematiche sociali. Al momento vivono nel Bioparco di Roma quasi 1300 animali appartenenti a 200 differenti specie, provenienti da tutto il mondo. I pavoni sono liberi di passeggiare tra i visitatori
Ha sede confinante con il perimetro del Bioparco. Fu fondato nel 1932 per ospitare le collezioni naturalistiche della Regia Università di Roma (l’attuale Università La Sapienza) e dell’Università Pontificia. Ospita più di quattro milioni di esemplari conservati che vanno da molluschi di piccole dimensioni ad una balenottera di 16 metri. Molti degli esemplari sono visionabili solo per obiettivi di ricerca. Le sale a tema e gli strumenti multimediali e multisensoriali consentono un approccio alla biodiversità e all’adattamento ai diversi tipi di ambiente.
È l’unico museo nazionale di arte moderna. Dedicato alle opere d’arte dell’ottocento e del novecento, precedentemente ospitate nel Palazzo delle Esposizioni di Via Nazionale, fu costruito in occasione dell’Esposizione Internazionale di Roma del 1911 da Cesare Bazzani, architetto e ingegnere romano. Nel 1933 fu ampliato per raddoppiarne lo spazio espositivo ormai insufficiente. Durante la seconda guerra mondiale molte delle opere furono nascoste a Palazzo Farnese di Caprarola (VT) e a Castel Sant’Angelo. Dopo la guerra la Galleria organizzò grandi mostre per far conoscere artisti invisi al regime come Picasso, Mondrian e Pollock Tra il 1973 ed il 1988 la galleria ebbe un ulteriore ampliamento per ospitare tutta una serie di nuove acquisizioni, mentre, in occasione del Giubileo del 2000, fu intrapresa un’importante opera di riordino delle collezioni e di restauro delle opere esposte. Oggi la galleria offre ai visitatori la più importante collezione di opere di artisti italiani del XIX e XX secolo, oltre ad interessanti mostre temporanee.