L’edificio sorse nel 1250 ad opera Servi di Santa Maria, nobili fiorentini che in seguito ad un apparizione della madonna si ritirarono sul Monte Senario per ottenere poi il permesso dal Vescovo di siena Bonfiglio l’autorizzazione a costruire una chiesa con annesso convento. Solo in seguito ad opere di ampliamento e restauro attuate tra il 1400 e il 1450 su progetto del Michelazzo la basilica assunse le attuali forme e dimensioni, in questo periodo venne edificato anche il chiostrino dei Voti decorato con un magnifico ciclo di affreschi. L’interno della basilica, decorato intorno al ‘600-‘700 in stile barocco, è ornato da stucchi dorati, marmi e grandi quadri tra i finestroni opera di vari artisti, di notevole pregio il soffitto opera del Volterrano. All’interno della basilica si trova la Cappella della Santissima Annunziata con un immagine dell’Annunciazione molto venerata dai fiorentini.
L’armonia stilistica che regna nell’elegante piazza è il frutto dell’intervento di artisti come Brunelleschi, Antonio da Sangallo il Vecchio e Baggio d’Agnolo. Agli inizi del ‘600 la piazza venne ornata dalla statua in onore di Ferdinando I opera del Giambologna e dalle due fontane laterali opera del Tacca. Sulla piazza si affaccia lo Spedale degli Innocenti la Basilica della SS. Annunziata e palazzo Grifoni Budini Gattai opera di Bartolomeo .Ammannati
La galleria venne istituita dal granduca Leopoldo nel 1784 con lo scopo di fornire agli studenti della vicina Accademia delle Belle Arti esempi di opere su cui basare la loro conoscenza, il loro studio e la loro pratica. La Galleria è conosciuta anche con l’appellativo di Museo di Michelangelo per le numerose opere dell’artista in essa conservate tra le quali il famoso David, i Prigioni, il San Matteo, il calco della Pietà e del Cristo della Minerva. Nella Galleria sono esposte numerose opere altri artisti tra i quali spiccano Botticelli, Giambologna, Ghirlandaio, Giotto e Cimabue.
Posto negli ambienti dell’ex convento domenicano di San Marco, famoso per alcune vicende che coinvolsero il Savonarola, il museo ospita numerose opere del Beato Angelico come la “Deposizione di Cristo” o la “Crocifissione”, di fra Bartolomeo, seguace del Savonarola e del Ghirnandaio. Nel chiostro di Sant’Antonio progettato da Michelozzo, nella sala dell’Ospizio dei Pellegrini, nella sala del Capitolo,nella sala del Lavabo, nel Refettorio Grande e nel Refettorio Piccolo sono esposti dipinti, affreschi, opere lignee e altre opere di notevole interesse artistico come il Tabernacolo dei Linaiuoli, l’armadio degli argenti, il crocifisso di San Domenico.
La chiesa di origini trecentesche venne ampliata e ristrutturata intorno al ‘400 su progetto di Michelozzo, successivamente subì altri rimaneggiamenti tra i più vistosi il rifacimento della facciata avvenuto nella seconda metà del ‘700 ad opera di Giovan Battista Paladini. L’interno ad unica navata è circondato da cappelle disegnate da Giambologna e conserva dipinti e opere del ‘500.
L’ampio spazio rappresentato dalla piazza è ornato al centro dalla statua bronzea del generale Manfredo Fanti mentre ai lati si affacciano il palazzo dell’Università, l’Accademia delle Belle Arti, la palazzina della Livia e la chiesa di San Marco.
Costruito in forme semplici e austere su volere di Cosimo il Vecchio, che scartò un progetto del Brunelleschi in quanto troppo sfarzoso, il palazzo rappresenta uno splendido esempio di dimora signorile rinascimentale. Edificato nel quartiere mediceo tra il 1445 e il 1455 su progetto di Michelozzo il palazzo dispone di un esterno in bugnato rustico al piano inferiore e liscio ai piani nobili. La visita al palazzo parte dal cortile interno ornato da un loggiato nel quale sono poste statue di epoca romana per proseguire con l’appartamento estivo della marchesa Cassandra Capponi e alla Cappella dei Magi ornata da marmi antichi e da un soffitto ligneo dorato opera di Benozzo Gozzoli. Di particolare pregio sono la sala Sonnino, la Galleria e la sala delle Quattro Stagioni
Le attuali forme del palazzo si devono a lavori intrapresi dai coniugi Martelli nel 1738 che affidarono il progetto all’architetto Bernardino Ciurini. La casa-museo oltre agli sfarzosi arredi degli splendidi ambienti raccoglie importanti opere di Piero di Cosimo, Beccafumi, Luca Giordano
Famose per ospitare le tombe di Giuliano e di Lorenzo de Medici le cappelle occupano gli spazi della Sagrestia Nuova e della Cappella dei Principi della Basilica di San Lorenzo, alle quali si accede da piazza Madonna degli Aldobrandini. Il primo spazio che si incontra entrando è la sfarzosa “Cappella dei Principi” che ospita le tombe dei granduchi di Toscana, dall’aspetto un pò cupo, l’ambiente è interamente ricoperto da porfidi e graniti pregiati intarsiati da pietre semi-preziose come la madreperla i lapislazzuli e il corallo. La cappella venne edificata su volere di Ferdinando I che ne affidò la progettazione a Matteo Nigetti il quale la realizzò in forma ottagonale con un’ariosa cupola alta 59 metri e nicchie alle pareti laterali che avrebbero dovuto ospitare le statue dei granduchi ma vennero realizzate solamente le statue di Cosimo I e Ferdinando II. Attraverso un corridoio si giunge alla Sagrestia Nuova capolavoro di Michelangelo che vi lavorò dal 1520 al 1534. La Sagrestia rappresenta in realtà la tomba della famiglia di Lorenzo il Magnifico, nelle pareti vennero infatti create delle specie absidi per ospitare i monumenti degli illustri scomparsi. Per il sepolcro di Giuliano duca di Nemours Michelangelo scolpì delle figure rappresentanti il giorno e la notte mentre per quello di Lorenzo duca d’Urbino scelse il crepuscolo e l’aurora, al centro della sala è posta una statua della Madonna con bambino in grembo alla quale guardano i monumenti funebri di Giuliano e Lorenzo, sotto l’altare si trovano invece le sepolture di Lorenzo il Magnifico e di Giuliano de Medici.
I lavori di costruzione della biblioteca vennero iniziati, su volere di Giulio de Medici che affidò il progetto a Michelangelo, nel 1524 ma vennero portati a termine solamente nel 1571 da Cosimo de Medici. Di particolare bellezza è lo scalone progettato da Michelangelo in legno ma realizzato in pietra serena su volontà di Cosimo I. Il vestibolo, di forma quadrata, è occupato quasi interamente dallo scalone e si sviluppa in altezza per dare luce alla sala di lettura della biblioteca. Di notevole bellezza gli arredi della sala di lettura e le fvetrate disegnate dal Vasari. La biblioteca rappresenta una delle più vaste collezioni al mondo di manoscritti e conserva circa 68.000 volumi a stampa, 11.000 manoscritti, 406 incunaboli oltre che papiri egizi.
La basilica, consacrata nel 393 da Sant’Ambrogio, è sicuramente l’edificio di culto più vecchio della città; situata vicino all’omonimo mercato, venne completamente ricostruita su progetto di Filippo Brunelleschi il quale morì prima di aver portato a termine i lavori che vennero ultimati nel 1461 da Antonio Manetti. L’interno è a tre navate divise da colonne su archi in pietra serena e intonaco bianco conserva dipinti di importanti artisti del ’400, di particolare nota è la Sagrestia Vecchia progettata da Brunelleschi con affreschi di Donatello.
Posta nel cuore della città vecchia, la piazza, è ornata sul lato destro dalla statua opera di Baccio Bandinelli, dedicata a Giovanni dalle Bande Nere padre di Cosimo I de Medici e ospita quotidianamente le bancherelle del mercato. Affiancata da palazzi in stile rinascimentale è dominata dalla facciata del complesso della basilica di San Lorenzo ai lati della quale si trovano gli ingressi ai chiostri e alla biblioteca medicea.
La Galleria degli Uffizi grazie alla quantità e qualità delle opere d’arte raccolte nel corso dei secoli rappresenta uno dei più importanti musei al mondo. Alle iniziali raccolte d’opere d’arte appartenenti alla famiglia de Medici si aggiunsero dipinti di Piero della Francesca, Raffaello e Tiziano provenienti dalle collezioni dei duchi di Urbino, collezioni di quadri di pittori veneti e miniature appartenenti alle collezioni del cardinale Leopoldo, Cosimo III de Medici ampliò le collezioni acquistando quadri fiamminghi e statue dell’antica Roma. Con l’estinzione della famiglia dei Medici furono i Lorena ad ampliare e riordinare l’immenso patrimonio artistico accumulato spostando a Firenze opere esposte nelle varie dimore Medicee sparse sul territorio italiano. Dal 2006 è in corso una gigantesca opera di ampliamento e riorganizzazione dei vari spazi espositivi che al momento sono organizzati in base ai vari periodi artistici. All’ingresso si trova la Sala Archeologica, per passare alle sale del medioevo (2-6) e successivamente a quelle primo rinascimento (7-9), degna di particolare nota la sala del Botticelli che accorpa le stanze 10/14 dove sono esposte la “Primavera” e la “Nascita di Venere”. Tra le altre numerose sale citiamo la sala di Leonardo dove sono esposte opere del maestro ai suoi esordi ma anche opere del Perugino di Luca Signorelli e Piero di Cosimo, nelle sale del ‘500 sono esposte opere di Michelangelo, Raffaello, Tiziano e Tintoretto mentre, sale blu si trovano opere del Goya di El Greco di Velazquez di Rubens e di Van Dick mentre nelle sale rosse troviamo uno spazio dedicato a Raffaello. Le ultime sale del museo ospitano opere del Caravaggio e di Guido reni
L’edificazione del Palazzo iniziò nel 1560 su volere di Cosimo I del Medici che ne affidò la progettazione al Vasari. Negli intenti del Duca l’edificio doveva ospitare in un unico luogo gli uffici delle tredici magistrature che governavano la città in modo da rendere più agevole il suo controllo. L’edificio venne progettato a forma di “U” con un lungo braccio che doveva incorporare la chiesa di romanica di San Pier Schieraggio, un lato corto con affaccio sull’Arno e un altro braccio più corto che doveva inglobare la Zecca Vecchia. I tre lati dell’edificio dispongono al pian terreno di un loggiato con volte a botte sorretto da pilastri con nicchie intervallati da due colonne, tale modulo è ripreso anche al piano superiore. Nel 1574 con la morte di Cosimo I e del Vasari i lavori furono proseguiti da Francesco I che affidò la direzione del cantiere al Buontalenti. Nel 1581 con gli affreschi delle volte della galleria i lavori si poterono considerare terminati. Fu appunto Francesco I a determinare quello che sarebbe stato il futuro del palazzo chiudendo nel 1581 la loggia all’ultimo piano per farne una galleria espositiva delle opere d’arte di famiglia. La prima esposizione comprendeva dipinti del quattrocento, camei, medaglie, statue antiche e moderne, opere di oreficeria, bronzi, armature e ritratti di famiglia. Successivamente per ampliare l’area espositiva il Buontalenti edificò la Tribuna del braccio degli Uffizi considerato il primo di numerosi altri interventi effettuati per migliorare le aree espositive del palazzo che con il passare degli anni abbandonò la sua iniziale funzione per divenire una delle più importanti aree museali al mondo.