La città è posta su di un’altura dalla quale domina la sottostante piana di Foggia. Grazie alla sua posizione la città ebbe fin dall'antichità una notevole importanza strategica tanto che già nel 312 a.C. fu una colonia Romana tenuta in grande considerazione sia dai Consoli che dal Senato Romano. Con la caduta dell’impero romano la città passò sotto il dominio dei Longobardi e dei Bizantini per essere successivamente annessa ai domini di Federico II. Sotto il domini degli Angioini la città continuò ad accrescere la sua importanza sui territori circostanti. Grazie alla sua storia millenaria e ai monumenti appartenenti a varie epoche storiche la Lucera si è meritata l’appellativo di “Città d’Arte” meritando sicuramente un sosta di almeno un giorno.
Costruita su volere di Federico II di Svevia nel luogo in cui anticamente sorgeva un’acropoli romana della quale sono stati utilizzati i resti la fortezza domina dall'alto di un’altura la piana del Tavoliere. Le imponenti mura che si sviluppano su di una superficie di 900 metri vennero fatte costruire da Carlo I d’Angiò nel ventennio tra il 1263 e il 1283 e dispongono di ben 13 torri, 2 bastioni, 7 contrafforti e 2 torri cilindriche. Sfortunatamente il castello venne in parte distrutto nel ‘400 da un terremoto e i suoi resti vennero utilizzati per la costruzione del tribunale. Attualmente sono visibili le mura e alcune torri l’ingresso al castello è consentito da un ponte che attraversa un largo fossato.
Dedicato a Santa Maria Assunta il duomo venne eretto su volere di Carlo II d’Angiò nel XIV secolo sui resti del precedente duomo distrutto dai Saraceni durante il periodo di loro dominazione. Sulla facciata in mattoni del Duomo si aprono tre portali sormontati da un bel rosone. La basilica dichiarata nel 1874 “Monumento Nazionale” conserva al suo interno un crocifisso ligneo del 300, un dipinto di santa Maria.
Situato nella periferia est della città l’anfiteatro venne costruito in onore dell’imperatore Ottaviano Augusto tra il 27 a.C. e il 14 d.C. e poteva ospitare tra i 16.000 e i 18.000 spettatori. Nell’anfiteatro, che venne eretto all’interno di una depressione naturale, si poteva assistere a spettacoli ginnici, lotte tra gladiatori e belve ma anche a battaglie navali.
Costruito su volere di Carlo II d’Angiò in onore di San Francesco d’Assisi tra il 1300 e il 1304, la chiesa è stata più volte restaurata in seguito ai danni provocati da terremoti. All’interno della basilica sono conservate le spoglie di San Francesco Antonio Fasani oltre che una statua di San Francesco del 1713 e una dell’Immacolata del 1718.
più volte restaurato, il teatro che si trova all’interno del cortile dell’edificio del Comune , venne edificato nel 1837. Inizialmente il teatro venne intitolato a Isabella di Borbone e solo successivamente rinominato in onore di Garibaldi. L’interno, di dimensioni piuttosto ridotte, è stato finemente decorato da diversi artisti oggi è considerato un vero gioiello.
Posta nel cuore del Tavoliere delle Puglie la città ha un passato molto ricco di storia. In quest’area in epoca Neolitica sorse uno dei più grandi villaggi d’Europa, i primi documenti scritti risalgono però al periodo di dominazione normanna. Nel 1223 Federico II, conscio del ruolo centrale che occupava la città rispetto al resto del territorio fece erigere a Foggia il Palazzo Imperiale e successivamente due palazzine di caccia ai margini della città. Durante il periodo di dominazione Angioina la città continuò a crescere mantenendo il suo ruolo centralitario rispetto al resto del territorio, Carlo I d’Angiò stabilì qui la sua dimora principale facendovi erigere un nuovo palazzo. Sfortunatamente la città venne devastata da due tremendi terremoti il primo nel 1456 sotto il dominio Aragonese e il secondo il 20 marzo del 1731, entrambi i terremoti distrussero gran parte del patrimonio artistico di Foggia. Durante la seconda guerra mondiale le forze alleate infierirono sulla città con pesanti bombardamenti che causarono la morte a più di 20.000 persone oltre a radere praticamente al solo il centro abitato. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la città venne ricostruita sui resti dei preesistenti edifici.
Costruita nel 1172 venne pesantemente danneggiata sia dal terremoto del 1731 che dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale tanto che del suo originario aspetto romanico rimane molto poco. Le varie ricostruzioni hanno conferito alla basilica, dedicata alla Vergine Assunta, un aspetto barocco. Da notare il cornicione opera di Bartolomeo da Foggia ricco di sculture e il bel portale di San Martino. All’interno della basilica sono custodite opere di notevole valore tra le quali sicuramente la più nota è una tavola rappresentante la Vergine Kiriotissa che secondo la leggenda venne ritrovata da alcuni pastori immersa nelle acque della palude e avvolta dalle fiamme.
L’antica via rappresenta il nucleo storico della città sulla via si affaccia il Rinascimentale Palazzo De Rosa. Palazzo Arpi è stato ricostruito sui resti dell’antico palazzo imperiale di Federico II del quale rimangono solamente un portale e due aquile. Il palazzo ospita il Museo Civico composto da una sezione archeologica, una pinacoteca, una sezione relativa alle tradizioni popolari della zona e un lapidario.
Il palazzo che attualmente ospita la sede della provincia di Foggia venne costruito nel XV secolo come sede della Regia Dogana della Mena delle Pecore, seriamente danneggiato dal terremoto del 1731 venne completamente ricostruito. Nel 2013 il palazzo è stato nominato dall’UNESCO come Monumento Messaggero della Cultura di Pace. Attualmente il piano terra del palazzo ospita la Galleria d’Arte Moderna
La chiesa venne edificata nel 1693 in seguito ad un’evento miracoloso che salvò Foggia da una terribile siccità. Il nome della chiesa deriva da un percorso di penitenza segnato da sette croci piantate da un padre cappuccino. Dal portale della chiesa si accede ad un prato ove vi sono le cinque cappelle che custodiscono le croci (due sono andate distrutte) e successivamente si accede alla modesta chiesa.
La piazza più volte rinominata deve il suo attuale nome allo spostamento del monumento in onore dei Caduti in Guerra avvenuto il 22 ottobre 1959.
La villa è preceduta da un imponente atrio composto da una doppia fila di 28 colonne e abbellito da fontane e statue. La villa venne edificata nel 1824 su progetto degli architetti Oberty e De Tommaso, sfortunatamente durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale il pronao venne distrutto, successivamente ricostruito seguendo gli originali progetti.
Nel vicino bosco si trova il Santuario dell’Incoronata dove viene venerata la Madonna Nera che secondo la tradizione apparve tra i rami del bosco. L’edifico è di fattezze moderne e tutti gli anni a maggio ospita riti mariani.
A otto chilometri dalla città è possibile visitare il sito archeologico della vecchia città di Arpi
Costruita verso la fine del 1200 su volere del re Manfredi di Svevia, dal quale prende il nome, la città venne edificata per ospitare i sopravvissuti della vicina Siponto rasa al suolo da un terremoto e successivo maremoto nel 1255. Manfredonia ebbe un notevole sviluppo fino al ‘400, quando a causa della sua posizione isolata rispetto all’ entroterra, vide bloccarsi l’afflusso di popolazione, la bonifica delle paludi circostanti e la costruzione della ferrovia diedero però nuovo impulso allo sviluppo della città.
la costruzione del castello iniziò nel 1256, assieme al resto della città, su volere di re Manfredi il quale cadendo ucciso durante la battaglia di Benevento nel 1266 non riuscì a portare a termine l’opera. Fu Carlo I d’Angiò successore di Manfredi a terminare sia il castello che la costruzione della città. Durante la sua esistenza il castello è stato oggetto di numerosi ampliamenti e opere di fortificazione come la costruzione dei quattro torrioni cilindrici. Durante il periodo Borbonico fu utilizzato come caserma militare e come carcere mentre attualmente ospita il Museo Archeologico del Gargano che racchiude parecchi reperti di varie epoche tra i quali le Stele Daunie (lastre funebri scolpite).
Riedificata nel 1680 sui resti della precedente, distrutta dall’ esercito ottomano, la basilica è un bell’ esempio di architettura barocca locale. Dedicata a Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto durante la fine del V secolo, la basilica conserva al suo interno numerose opere di notevole valore come la statua della Madonna di Siponto.
Se avete un po di tempo a disposizione vi consigliamo di raggiungere Mattinata percorrendo la litoranea che offre panorami di incredibile bellezza. Lungo il percorso si incontra Pugnochiuso noto centro balneare, passato Pugnochiuso un susseguirsi di splendide spiagge vi offriranno la possibilità di una sosta per un bagno rinfrescante, tra queste citiamo Cala della Pergola appena fuori città, Baia di Vignanotica, Baia delle Zagare (il cui accesso è reso difficoltoso dai due alberghi costruiti e da opinabili divieti), Mattinatella, Tor di Lupo e Piana di Mattinata. La città grazie alla sua posizione geografica protetta sia dai venti di maestrale che dai venti di tramontana è nota anche per la coltivazione di ulivi, mandorli e per la produzione di un olio particolarmente pregiato. La città di origini molto antiche venne completamente rasa al suolo dai Saraceni, ricostruita per un lungo periodo di tempo fece parte dei territori di Monte Sant’Angelo.
La litoranea che da Peschici porta a Vieste è un susseguirsi di spiagge e calette che emergono dalla retrostante macchia mediterranea ricca di colori e di profumi che vi rimarranno impressi nella mente accompagnandovi durante le lunghe e tristi giornate invernali. Tutta la costa è dotata di strutture ricettive di buon livello in grado di soddisfare anche i turisti più esigenti. Tra le spiagge che meritano sicuramente una sosta citiamo la spiaggia di San Nicola, spiaggia Zaina, la Baia del Turco con le sue acque color verde smeraldo, Calalunga e la splendida baia di Manacore. Giunti a Vieste, principale centro turistico del Gargano, rimarrete incantati dalla bellezza delle sue coste di pietra bianca che gettandosi a picco sul mare contrastano con il blu delle acque. Vieste è una città di origini molto antiche, grazie al suo habitat ideale la zona fu infatti abitata già in epoca paleolitica, le prime testimonianze scritte dell’esistenza di un insediamento urbano risalgono però all’epoca romana. Durante il medioevo la città godette dei favori del governo di Costantinopoli, mentre grazie alla sua posizione protesa verso l’oriente fu luogo di transito di molti personaggi illustri come papa Alessandro III e Federico II di Svevia. Molto pittoresche sono le viuzze intercalate da scalinate che si snodano nel centro storico della città spesso affiancate da caratteristici negozietti, gelaterie e negozi di souvenir.
Preceduta da una scalinata la chiesa costruita nell’XI secolo rappresenta un gioiello dell’arte pugliese. Da notale sull’esterno della fiancata il bel portale, mentre nell’interno il colonnato con capitelli in pietra decorati da motivi di gusto bizantino.
Raccoglie una collezione di conchiglie provenienti da tutto il mondo
La cosa che maggiormente attrae i turisti a Vieste è il litorale con i suoi 30 chilometri di splendide spiagge di sabbia finissima. La spiaggia più nota e sicuramente la più fotografata è la Baia di San Felice dove scavato nella roccia c’ è il famoso Architiello. Tra le altre spiagge vale la pena nominare la spiaggia del Castello con il famoso scoglio di Pizzomunno e un po spostata la spiaggia di Portogreco e Cala della Sanguinara.
Da Rodi Garganico a Peschici è un susseguirsi di rinomate spiagge di sabbia fine che degradano dolcemente nel blu del mar Adriatico tra queste ricordiamo Calenelle, Cento Scalini, San Menaio mentre incuneata tra le pareti rocciose è la spiaggia del Sospetto. Se si giunge a Peschici di sera si ha quasi l’impressione di trovarsi all’interno di un presepio illuminato dal chiarore della luna e dalle luci delle case costruite sulla rupe a strapiombo sul mare. Di giorno le viuzze fiancheggiate da bianche case con i tetti a cupola si animano si suoni e di colori donando ai visitatori splendidi scorci sulla sottostante baia. La città, più volte insignita della Bandiera Blu d’Europa, è di sicure origine Slave e grazie alla sua fortezza, alle sue torri di avvistamento e alla sua posizione strategica rimase per un lungo periodo un luogo inespugnabile.
Costruito intorno al XIII secolo e per un lungo periodo di proprietà dell’abbazia sulle Tremiti
Disseminate lungo la costa e costruite per difendersi dagli attacchi via mare dei Saraceni; grazie alla loro perfetta armonizzazione con l’ambiente e al buono stato di conservazione offrono ai turisti magnifiche immagini.
Si tratta di costruzioni in legno poste lungo la costa che servono per la pesca del pesce di passaggio. L’architettura dei trabucchi seppur all’apparenza piuttosto semplice in quanto costituita da pali di legno è in realtà resa complessa dalla presenza di carrucole, fili, antenne che sorreggono reti a sacco e da torrette di avvistamento che permettono di intercettare l’arrivo di branchi di pesce migratori. Attualmente molti trabucchi sono stati trasformati in pittoreschi ristoranti di pesce
Non perdete un’escursione giornaliera alla scoperta delle innumerevoli grotte che si aprono lungo le bianche scogliere della costa Adriatica regalando la possibilità di immergersi nelle splendide e incontaminate acque delle numerose calette. Tutti i giorni dal porto di Peschici partono delle motonavi per tour organizzati lungo il litorale oppure potete scegliere di noleggiare barche o gommoni e avventurarvi da soli alla scoperta delle bellezze che offre la costa.
Rinomato centro balneare apprezzato per le sue lunghe spiagge di sabbia fine, per le scogliere bianche a strapiombo sul mare ma soprattutto per l’intensità dei colori del mare. Grazie al suo porticciolo la cittadina è il punto di partenza per escursioni verso le Isole Tremiti. Il borgo di origini cretesi è caratterizzato da bianche case abbarbicate sullo sperone di roccia che si protende sul mare, dalle torri di avvistamento e dalle strette viuzze che attraversano il caratteristico quartiere del Vuccolo. Nella campagna retrostante, bellissime piantagioni di limoni e arance hanno fatto meritare alla città l’appellativo di “Capitale degli agrumi” mentre ai lati splendide spiagge di sabbia fine abbracciano la città degradando dolcemente nel mare. A poca distanza dal borgo sorge Lido del Sole moderno complesso residenziale dotato di strutture ricettive, aree sportive e ricreative. Da vedere la chiesa della Madonna della Libera e il convento dei Cappuccini. A sinistra della città si apre il lago di Varano, riserva naturale divisa dal mare da un lungo lembo di spiaggia fine e alimentato da sorgenti sottomarine.
La città posta sul mar Adriatico è divisa in un borgo antico ed in una parte moderna. Il borgo antico è posto su di un promontorio ad un’altezza di 178 metri sul livello del mare dal quale è separato da un strapiombo formato da un muro di contenimento. La parte antica è contraddistinta da piccole e tortuose vie medioevali ricche di caratteristici locali, mentre la parte moderna, che si è sviluppata solo dopo il 1847 in seguito all' autorizzazione di Ferdinando II di Borbone a costruire fuori le mura, si estende verso l’entroterra qui si trovano palazzi residenziali, hotel, ristoranti e negozi. Sebbene non si abbiano notizie certe sulla fondazione della città si sa per certo che i primi insediamenti avvennero in età preistorica, sono però stati ritrovati anche resti di antiche ville romane. Sicuramente la città nell’ antichità fu abitata dai Frentani, successivamente fece parte del Ducato di Benevento e di quello di Spoleto fino alle distruzioni dei Veneziani e del terribile terremoto del 1456. La città che ha conquistato più volte la Bandiera Blu d’Europa dispone di bellissime spiagge di sabbia fine che si gettano nel blu del mare Adriatico è anche punto di partenza per i traghetti che dal porto si dirigono verso le isole tremiti.
il castello di pietra calcarea e arenaria, venne ricostruito su volere di Federico II di Svevia nel 1240 in seguito alle distruzioni apportate al precedente edifico dalla flotta veneziana. Il castello di forma quadrata si presenta con foggia semplice e austera tipico degli edifici aventi funzioni difensive. Esso si pone infatti al centro di un sistema di fortificazioni composto dalle mura difensive che cingevano il borgo e torri di avvistamento
posta su di un’ampia piazza la cattedrale venne edificata probabilmente intorno al IX-X secolo in stile romanico pugliese, preceduta da una scalinata in cima alla quale si apre un bel portale sormontato da capitelli e bifore cieche finemente decorate sulle quali è posto un rosone. L’interno a tre navate conserva le spoglie dei due protettori della città Basso e Timoteo
Splendida località di villeggiatura, apprezzata soprattutto da turisti stranieri come tedeschi, svizzeri e austriaci che la scelgono come meta di vacanza grazie al clima, al lago, alla presenza di strutture turistiche all'avanguardia e alla ricchezza artistica del territorio circostante. La città in epoca romana fu aggregata al comune di Brescia, con la caduta dell’Impero Romano venne dominata dai Goti, dai Longobardi e dai Franchi per entrare a far parte dei territori dei Vescovi di Trento. Il dominio della città venne per un lungo periodo conteso tra trentini, i veneziani, viscontei e scaligeri a causa della sua posizione strategica per i commerci d'Oltralpe, con la Lombardia e con il Veneto e all'importanza del suo porto. Durante l’ottocento la città divenne un’importante stazione climatica meta di numerosi artisti come Stendhal, Goethe e Kafka. Da vedere:
Si accede alla vecchia città percorrendo via Fiume dalla quale si snodano una serie di deliziose stradine con curate facciate in stile baroccheggiante.
La chiesa venne costruita nel 1603 su volere di Madruzzo per conservare un dipinto che si credeva miracoloso. L’interno della chiesa è decorato e affrescato in stile baroccheggiante.
Edificata nel 1124, grazie al suo fossato, alle sue mura e ai suoi torrioni rimase per un lungo periodo di tempo una fortezza inespugnabile. Dopo lunghi restauri, all'interno della rocca sono ora ospitati il museo civico e la pinacoteca con dipinti che vanno dal ‘400 al ‘900.
Volendo da Riva del Garda è possibile raggiungere in macchina l’incantevole lago di Tenno e il suo borgo medioevale, annoverato tra i più belli d’Italia grazie alle sue vie e alle sue case perfettamente conservate. Le acque blu turchesi del lago sono balneabili e se sapete nuotare, senza troppa fatica, potrete raggiungere l’isoletta posta al centro. Per raggiungere il lago è necessario superare la cascata di Varone e i bivi per Ceole e per Il santuario di Santa Maria delle Grazie.
Centro culturale di primissimo piano nel panorama Altoatesino, è per numero di abitanti la seconda città del Trentino. Posta in posizione strategica sulla via Augustea, che conduceva in Germania, la città fu dapprima un possedimento Romano per poi entrare a far parte dei domini della Serenissima. Dal 1509 entrò a far parte dei domini dell’imperatore Massimiliano I che la eleverà da borgo a città. Rovereto, come tutte le città della Contea di Titolo, subì prima la dominazione dell’impero Germanico e poi la Dominazione Austro-Ungarica, solo nel 1918 entrò a far parte del Regno d’Italia. Grazie alla sua posizione strategica e allo sviluppo della produzione della seta, godette di un lungo periodo di floridezza economica, accompagnata da un notevole sviluppo delle arti e della cultura, al punto da meritarsi l’appellativo di “Atene del Titolo”. Fu proprio a Rovereto che nel 1769 Mozart tenne i suoi primi due concerti. Da vedere:
Edificato nel XIV secolo sui resti di una precedente fortificazione, il castello, grazie alla sua posizione sopraelevata, domina su tutta la valle. L’attuale forma pentagonale è dovuta a rifacimenti avvenuti durante la dominazione veneziana. Il questo periodo infatti il castello venne trasformato in una fortezza pressoché inespugnabile dagli architetti militari Giacomo Coltrino e Bartolomeo d’Alviano, che lo dotarono di una robusta cinta muraria, un camminamento per l’artiglieria, dei torrioni e decine di cannoniere. Durante il periodo di dominazione Austriaca il castello continuò a mantenere il suo ruolo difensivo, che perse solo con la caduta degli Asburgo, quando ebbe inizio una lunga fase di decadimento. Attualmente, quasi a ricordo delle sue antiche funzioni, è stato adibito a Museo della Guerra. Il museo è suddiviso in tre sezioni la prima dedicata all’epoca Napoleonica, la seconda dedicata al risorgimento Italiano mentre la terza, ubicata all’interno di un rifugio anti-aereo scavato durante la seconda Guerra Mondiale, è dedicata alle artiglierie della Grande Guerra.
Sorto nel 2002, su progetto dell’architetto Mario Botta, occupa una superficie di circa 6.000 metri quadrati con circa 12.000 opere esposte. L’avveniristica struttura è disposta intorno ad una piazza circolare con un diametro di 40 metri, sovrastata da una cupola in vetro e acciaio alta 25 metri. Tutto intorno alla piazza si aprono le varie aree espositive del Museo, una caffetteria, un book-shop, una sala convegni e un ristorante.
La casa, dopo lunghi lavori di restauro, è stata aperta al pubblico nel 2009 e attualmente è parte di una delle sedi espositive del MART. All’interno è possibile ammirare dipinti, mosaici, arazzi del pittore, che rendono bene l’idea della sua genialità e del suo estro ponendolo come un pioniere del futurismo. La casa d’arte, che si trova nella parte medioevale della città, venne fondata nel 1957 da Depero che ne curò personalmente i vari dettagli.
Cuore storico della città, anticamente conosciuta come piazza delle oche. Le origini della piazza risalgono al '700, tutto intorno si affacciano bei palazzi rinascimentali mentre al centro è posta la fontana di Nettuno.
Il museo sorse nel 1851 per evitare che le ricche collezioni di vario genere di cui disponeva la città venissero trasferite a Innsbruck. Attualmente il museo si articola in ben sette sezioni diverse tra di loro che vanno dall’archeologia all’astronomia dalla numismatica alle scienze della terra.
Rovereto può essere la base di partenza per alcune escursioni sia sulla circostanti montagne che sulla via della seta.
Annoverata tra i borghi più belli d’Italia, Vipiteno deve la sua fortuna ai cospicui giacimenti di zinco, piombo e argento delle valli circostanti, dai quali vennero per un lungo periodo di tempo estratti i preziosi materiali creando ricchezza e dando lavoro a migliaia di persone, alcune provenienti dalla Germania. Oggi la città offre, oltre la magnifico spettacolo dalle montagne circostanti, la possibilità di passeggiare fra le pittoresche stradine che si snodano dalla principale Reichstrasse affiancate da signorili palazzi e incantevoli case ornate da balconi fioriti, merlature ed Erker. Lungo la via principale hanno sede numerosi negozi di artigianato locale, bar ed eleganti negozi di marca. Da notare la torre dell’orologio e l’adiacente Jochlsturn antica dimora signorile oggi sede del museo delle miniere. Di notevole interesse artistico sono la chiesa gotica di Santo Spirito che conserva al suo interno degli affreschi di Giovanni da Brunico e la chiesa di Santa Maria della Palude con all’interno cinque statue lignee di Hans Multscher.
Posto a 3,5 chilometri dal centro di Vipiteno, raggiungibile anche a piedi, è considerato uno dei castelli meglio conservati del Tirolo. Posto su di un’altura a 980 metri d’altitudine, la parte sud del castello è protetta da un semplice muro di cinta mentre la parte nord decisamente più esposta è protetta da un complesso sistema difensivo con un fossato, mura con cammini di ronda, saracinesche, feritoie. La parte più antica del castello è il mastio costruito nel XII secolo, nel palazzo residenziale diversi sono i locali visitabili tra le quali la sala del consiglio, la sala verde e la cappella
Posto all'ingresso della valle di Racines, l’orrido offre la possibilità attraverso un percorso costruito con passerelle e adatto a tutti, di ammirare come l’acqua e le intemperie abbiano scavato il marmo bianco di cui è composta la montagna. Il percorso in salita dura all’incirca un ora con un dislivello di 175 metri mentre il ritorno è fattibile in 45 minuti. La partenza del percorso è Stanghe.
Non perdetevi una giornata di relax all’interno di questo moderno centro di benessere adatto a tutta la famiglia
In inverno Vipiteno è anche la base ideale per una vacanza sulla neve grazie alle numerose piste sia da discesa che da fondo poste sulle montagne circostanti mentre in estate è il punto di partenza per numerose escursioni.
Posta nella piana della Valle Isarco è sicuramente il centro culturale più importante del Tirolo. Fondata nel 901 dal Vescovo di Sabiona che decise di stabilire qui la sua sede conferendo alla città un’importante ruolo amministrativo. Grazie alla sua posizione geografica strategica in quanto crocevia di passaggio per le comunicazioni in tutta la regione Bressanone si sviluppò molto rapidamente. Da vedere:
Antica via cittadina affiancata da eleganti case con portici ornate da balcone fioriti tra le quali spicca casa Pfaundler-Goreth. I locali sotto i portici ospitano negozi di abbigliamento, di prodotti tipici, pasticcerie e locande ove è possibile consumare pasti veloci.
Ubicato sulla piazza principale della città il duomo ha subito parecchi rifacimenti nel corso della sua lunga esistenza. Già nel X secolo nel luogo ove sorge l’attuale chiesa esisteva un importante edificio sacro che andò però distrutto durante un incendio del 1174, ricostruito andò nuovamente distrutto da un altro incendio, nel XVIII venne per la terza volta ricostruito su progetto di Giuseppe Delai. Se il precedente Duomo venne pensato e realizzato in stile romanico la nuova costruzione venne realizzata in stile barocco. Attraverso l’atrio, costruito in epoca successiva, si entra nella chiesa ad unica navata con cappelle laterali, nella quale possiamo ammirare una serie di affreschi e tele di notevole pregio, da notare la bella cupola completamente affrescata e ornata di stucchi. Adiacente al duomo è il chiostro costruito nel XII secolo, fortunatamente l’edificio non subì danni durante le varie distruzioni del duomo, gli vennero però apportate alcune modifiche nel 1370 con la costruzione di volte a crociera affrescate in epoche successive.
Costruito come fortezza venne trasformato in palazzo vescovile nel 1265 e demolito nel 1595 dal cardinale Andrea d’Austria per fare spazio ad un nuovo e più moderno edificio. Particolarmente suggestivo il cortile interno del nuovo palazzo chiuso per due lati da un portico sormontato da due ordini di loggiati ornati da statue in terracotta. Splendidi, all’interno del palazzo, gli appartamenti riservati agli imperatori tedeschi durante i loro passaggi a Bressanone costituiti da una sala da ricevimento, un’anticamera, una sala da pranzo, un soggiorno ed un salottino cinese tutti ornati da affreschi, stucchi e tappezzerie veneziane in seta. All’interno del palazzo trova attualmente sede il museo diocesano che conserva importanti pezzi di arte sacra come crocifissi, dipinti, pezzi di oreficeria, paramenti e reliquiari oltre ad una collezione di statue per presepi.
Particolare museo nel quale attraverso un percorso storico sono visibili strumenti ed oggetti utilizzati quotidianamente per la preparazione di medicinali come le comprimitrici per compresse o gli stampi per supposte.
Complesso di piscine poste sia all’interno che all’esterno di un modernissimo impianto che occupa una superficie di circa 12.000 mq. All’interno della struttura è presente una piscina per il divertimento dotata di scivoloni, una piscina con idromassaggio e una piscina dedicata all’attività sportiva. Nel vasto giardino esterno vi è una piscina per bambini, una piscina con scivoli e trampolini, una piscina relax oltre che ampie aree attrezzate con giochi.
Posta in una conca , circondata da prati e vigneti, l’abbazia venne eretta nel 1422 su volere del vescovo di Bressanone Artmanno. Gestita dai Canonici Agostiniani l‘abbazia rivestì per secoli un importante ruolo religioso divenendo un importante centro spirituale, culturale grazie alla scuola conventuale dove si studiavano le scienze e l’arte ed economico per l’intera valle. All’interno dell’abbazia è possibile visitare la chiesa dell’Assunta, la biblioteca, il chiostro, il cortile interno co il pozzo delle meraviglie e la cantina. Di recente all’esterno dell’Abbazia è stato restaurato e aperto al pubblico il magnifico giardino
La città è il punto di partenza ideale per numerose escursioni sulle montagne circostanti tra queste vi segnaliamo la Plose e il Sass de Putia; recandovi all’ ufficio informazioni turistiche vi forniranno mappe con i possibili percorsi e il relativo grado di difficoltà.
Il castello, posto in cima alla collina, sovrasta maestoso la città di Sabbionara. Impressionante è il panorama che si gode dalla torre del mastio su tutta la valle e sul percorso del fiume Adige. Il castello è stato per secoli un'invincibile macchina da guerra, grazie alla sua posizione, ma sopratutto all'intelligente disposizione della cinta muraria, delle torri e del mastio, che sfruttano appieno la salita del terreno. Una datazione ufficiale della sua edificazione al momento non esiste, si sa però che venne nominato per la prima volta in documenti ufficiali nel 1053. La famiglia Castelbarco, antica proprietaria del castello, riuscì grazie ad abilità strategiche e diplomatiche a far vivere al castello un lungo periodo di splendore tanto da essere ancora oggi considerato uno dei massimi esempi di dimora signorile e al tempo stesso militare. Di notevole interesse artistico sono gli affreschi che ornano le varie aree del castello, tra queste il mastio, dipinto con allegorie d’amore nel 1333, in occasione della visita del principe Carlo di Boemia, di questi magnifici dipinti attualmente sono visibili solamente alcuni scorci. Nella casa delle guardie, posta al di fuori del corpo centrale, sono invece visibili affreschi rappresentanti scene di battaglia intorno al castello e prove di combattimento contro un drago. Dal 23 gennaio 1977 il castello è di proprietà del FAI. Prima di aprirlo al pubblico, l’ente ha intrapreso lunghi e impegnativi lavori di restauro, a causa dell'avanzato stato di degrado in cui era caduta la struttura, dovuto alla mancanza di una parte del tetto, smantellato dagli antichi proprietari per diminuirne la superficie abitabile, oggetto di tassazione. Il castello è raggiungibile con una passeggiata in salita di circa 10 minuti, non è possibile effettuare la visita con passeggini o sedie a ruote, si consigliano scarpe comode.
Il castello venne edificato nel 1163 sulla cima del colle dal quale domina sulla valle delle Giudicarie. Fu per un lungo periodo il simbolo del potere dei Principi-Vescovi di Trento che qui vi stabilirono la loro residenza estiva e la sede del Capitano. Grazie a Bernardo di Cles, uomo di grande cultura e raffinato gusto, il castello subì numerosi ampliamenti e opere di abbellimento anche se l’aspetto esterno è quello di una severa fortezza gli interni sono ingentiliti da affreschi e eleganti arredi. Di proprietà della provincia dal 1973, le stanze affrescate e magnificamente arredate del castello ospitano una collezione di armi bianche e da fuoco, utensili di uso quotidiano in rame, ferro e legno. Di notevole prego la cappella di San Martino dove sono ancora visibili un ciclo di affreschi del ‘200