Con gli eventi del sisma che ha colpito la zona il 30 Ottobre 2016 le informazioni contenute nell'articolo non sono più valide
Norcia, con il suo tripudio di prosciutti, salumi, olii, tartufi e legumi si trova in Umbria, a circa 100 km da Perugia. È una cittadina di 5.000 persone, a 600 metri di altitudine tra la Valnerina e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, di cui fa parte. Paesaggi, questi, molto diversi tra loro ma entrambi ricchi di flora e fauna, tra cui anche specie endemiche. La città vanta una storia millenaria e per secoli è stata crocevia di etnie diverse, sabini, etruschi, romani, goti, longobardi, saraceni e franchi: tutti sono passati per le sue strade, ridisegnandone usi e tradizioni. É anche una località che ha conosciuto periodi molto bui, durante i quali alla sua gente non è restata altra scelta se non quella di emigrare. Oggi la principale attività economica di Norcia è il turismo, attirato dalla tradizionale e sapiente lavorazione della carne di maiale, dalla presenza del tartufo nero e dalla eccellente gastronomia, legata ai sapori contadini più genuini. Non dimentichiamo che è proprio dalla vocazione alimentare della città che deriva il terrmine norcineria usato per indicare la salumeria. Quello che oggi vediamo è il risultato di numerose ricostruzioni: Norcia ha, infatti, subito nei secoli i danni di numerosi terremoti, alcuni dei quali disastrosi, come quello del 1324 che segnò di fatto la resa della città allo Stato Pontificio. Fin dalla metà del 1800 si cercò di porre rimedio con una normativa speciale che fissava le caratteristiche delle costruzioni e dei materiali edilizi. Ciononostante il patrimonio artistico ha risentito enormemente di queste periodiche distruzioni. La visita è comunque interessante.
Dotate di porte e torri del XIII secolo che racchiudono le piccole e basse case del centro storico, espressione della normativa antisismica papale.
La parte più interessante della città ruota attorno alla piazza centrale, dedicata a San Benedetto, che è il cittadino più illustre di Norcia. La piazza ha una struttura tipicamente rinascimentale e vi si affacciano: la Basilica di San Benedetto del XII secolo: con una bella facciata gotica. La leggenda vuole che sia stata costruita sulla casa natale del Santo. In realtà il luogo sembra essere quello di una preesistente basilica romana, il Portico delle Misure, antico mercato coperto dei cereali, costruito nel 1570 a ridosso della basilica, di cui sono visibili le misure originali in pietra.La Castellina, residenza fortificatacostruita nel 1554 come sede della prefettura e dei governatori pontifici, disegnata dal Vignola.La Cattedrale di Santa maria Argentea, di cui rimane il portale, opera di autori fiamminghi e un trittico murario del XVI secolo di Francesco Sparapane. Il Palazzo Comunale, che risale al XIV secolo e che ha subito nel tempo numerosi interventi per i danneggiamenti sismici subiti. Il monumento a San Benedetto, opera di Francesco Prinzi, eretto nel 1880, in occasione del XIV centenario della nascita del santo.
Il complesso di edifici che risalgono al XIV secolo oggi sono sede dell'archivio comunale e della biblioteca civica
Si tratta della costruzione antica meglio conservata ella città, che risale al 1354. E' costituita da una edicola in pietra decorata con bei motivi zoomorfi, antropomorfici, esoterici e numerici.
Alcuni reperti archeologici sabini, esposti nel Criptoportico, nelle vicinanze della Porta Ascolana.
Le cascate sono il frutto di un lungo lavoro iniziato addirittura ai tempi degli antichi romani e proseguito fino ai nostri giorni per facilitare il confluire delle acque del fiume Velino nel sottostante fiume Nera, copre in tre salti un dislivello di 165 metri, il più alto d’Europa creando un panorama estremamente suggestivo, caratterizzato da arcobaleni che si formano per l’enorme quantità di vapore acqueo che si sprigiona dalla cascata. Oggi il Parco delle Marmore è un’attrezzata e suggestiva area turistica della Valnerina, aperta tutto l’anno, fruibile sia liberamente sia con visite guidate che ne esaltano gli aspetti botanici e geologici. Previste anche visite notturne (a prezzo ridotto) e visite animate per i bambini. Il complesso consta di 2 Belvedere, un’area escursionista con 5 diversi sentieri e un Centro Didattico e Direzionale.
A partire dalla fine del XIX sec. le acque della cascata vengono sfruttate a fini industriali: soltanto in alcune fasce orarie è possibile, quindi, vedere la caduta dell’acqua alla sua massima portata. Sul sito internet è disponibile la tabella oraria, in base alle stagioni. Per una visita completa dell’intera area sarà bene calcolare dalle 3 alle 5 ore anche se nelle fasce orarie di completo rilascio dell’acqua anche una visita molto più breve può essere appagante e suggestiva.
Chiamato così perché, secondo una legenda, San Valentino, vescovo della città di Terni nel III secolo d.C. e protettore degli innamorati, avrebbe fatto scaturire un getto d’acqua capace di formare una nuvola di vapore (simile ad un velo di sposa), percuotendo la roccia con il bastone pastorale. Percorrendo il sentiero n.1 per circa 20 minuti si arriva fino a toccare le acque del Velino, dentro questa incredibile nuvola (portatevi un impermeabile!).
La Specola è una torretta che il Papa Pio VI fece costruire nel 1781 all’estremità del Belvedere Superiore. È un punto di osservazione spettacolare del primo salto e dell’arcobaleno delle Marmore, fenomeno che si crea per l’enorme quantità di vapore acqueo che si sprigiona dalla cascata
Il sito ufficiale delle Cascate delle marmore segnala: nel Belvedere Inferiore il percorso per i visitatori diversamente abili non deambulanti permette di arrivare agevolmente al punto di osservazione principale, sito a Piazzale Byron. Proseguendo, si può raggiungere facilmente l’area pic-nic del parco e il Centro direzionale didattico del Giardino botanico sentieri n^ 1, 2, 3, 4 essendo dotati di gradini, non sono accessibili.Nel Belvedere Superiore per i visitatori diversamente abili non deambulanti è accessibile il sentiero n^ 5 dal quale si gode di un panorama mozzafiato sulla Valnerina e sul territorio circostante. Questo sentiero è interamente percorribile con passeggini.
Il sito ufficiale delle Cascate delle Marmore segnala: E' possibile visitare la cascata delle Marmore con can al seguito; nessun problema per gli amici a quattro zampe, purché condotti al guinzaglio (lunghezza massima 2 metri). E’ obbligatorio anche l’utilizzo della museruola ad eccezione dei cuccioli fino a 6 mesi d’età. Obbligatorio portare con sé - e utilizzare - paletta e sacchetto per raccogliere eventuali “rifiuti organici”. Il regolamento vale per tutte le razze.
Una esperienza nel verde, alla scoperta di borghi antichi e paesaggi spettacolari , di una cucina dai genuini sapori contadini, di culture tradizionali e, se siamo fortunati, della più incredibile fioritura che si possa immaginare. Consigliamo di intraprendere l'itinerario all’inizio dell’autunno o in primavera quando sarà possibile godere fino in fondo i colori del paesaggio e fare le passeggiate e le escursioni che questa zona offre. Sconsigliato mettersi in viaggio d’inverno per le basse temperature e le frequenti nevicate. In estate il caldo può essere opprimente, anche se le notti si mantengono fresche. Scegliendo il periodo fine di maggio- primi di luglio c’è la possibilità di vedere la meravigliosa fioritura dell’altopiano di Castelluccio. L’itinerario suggerito può essere fatto in 3 giorni considerando qualche ora di shopping goloso nei bei negozi di Norcia o, se preferite, direttamente dai produttori lungo la strada per Savelli (vari salumifici e una cioccolateria che valgono la visita).
Edificata in cima al colle dal quale domina la piana sottostante, secondo la leggenda fu un’aquila ad indicare dove doveva sorgere la città rubando una tovaglia e deponendola esattamente dove sorge attualmente Todi. Simbolo della città è ancora oggi un’aquila con un drappo. Fondata quasi sicuramente dagli Umbri divenne colonia romana con il nome di Julia Fida Tuder. Con la caduta dell’impero romano, passate le invasioni barbariche, entrò a far parte del Corridoio Bizantino per poi divenire libero comune ed essere successivamente annessa ai territori della chiesa.
Si tratta della storica piazza della città tra le più importanti di epoca medioevale. La piazza sorge su di una serie di cisterne sotterranee a più vani di periodo Romano. Sulla piazza si affaccia: la Cattedrale, il palazzo del Popolo, il palazzo del Capitano e il palazzo dei Priori.
Il palazzo del Capitano costruito nel 1293 in stile gotico è preceduto da una scalinata che lo congiunge con il palazzo dei Priori. All’interno del palazzo trovano attualmente sede gli uffici del comune e al primo piano il Museo Pinacoteca di Todi, di notevole pregio la sala del Capitano del Popolo. Il palazzo del Popolo di origine più antica rispetto al Palazzo del Capitano ornato da merli, ha subito parecchi rimaneggiamenti tra 800 e il 900. Attualmente ospita la sede del Comune.
Palazzo dei Priori: il palazzo costruito nel XIV secolo ha subito nel corso dei secoli notevoli rimaneggiamenti tra i quali l’aggiunta di due ordini di finestre volute da papa Leone X. Da notare la torre a forma trapezoidale costruita nella seconda metà del 1300. Attualmente sede degli uffici della prefettura, il palazzo dispone di sale riccamente affrescate come la Sala delle Udienze e la Sala della Torre.
Preceduto da una scalinata in travertino, sorge nel luogo in cui anticamente era posto un palazzo di origini romane. Costruito tra il XII e il XIV secolo il duomo ha subito notevoli rimaneggiamenti, sulla facciata spicca il rosone che sovrasta un portone in legno scolpito. Il semplice interno a tre navate custodisce nell’altare maggiore un crocifisso dipinto di scuola umbra mentre nella cappella Cesi vi sono affreschi del 1600 opera del Faenzone.
La chiesa di origine paleocristiane, venne riedificata nel 1292 su volere del Comune come testimonianza dell’importanza assunta dell’ordine francescano nella città. Sebbene incompiuta, la facciata dispone di tre portali, di notevole pregio quello centrale affiancato da due Leoni utilizzati come acquasantiera. L’interno a tre navate dispone di tredici cappelle laterali interamente affrescate. Nella cripta sottostante l’altare maggiore sono custodite le spoglie di Jacopone da Todi.
Posizionata al di fuori delle mura di cinta della città la chiesa è visibile da molto lontano. Considerato uno degli edifici simbolo del rinascimento, la sua costruzione venne iniziata nel 1508 su progetto del Bramante. L’edificio dispone di quattro absidi posizionate su di una pianta a croce greca.
Fondato intorno al 1400 da Lucrezia della Genga per ospitare le suore Francescane è oggi sede del Museo Lapidario. Il museo conserva al suo interno reperti di epoca Romana e Rinascimentale.
Di probabili origini romane e presumibilmente utilizzata come luogo di ristoro lungo la via Flaminia, venne data in feudo dall’Imperatore Ottone I di Sassonia al Conte Arnolfo, successivamente passò sotto il dominio della città di Todi per poi entrare a far parte dei possedimenti della famiglia Farnese.
Eretto nel 1565 su progetto di Domenico Bianchi su volere della famiglia Cesi che ottenne dalla famiglia Farnese il dominio sulle terre di Acquasparta. Gli interni splendidamente decorati sono opera di Giovan Battista Lombardelli e di altri artisti che vi hanno lavorato successivamente, i soffitti sono ornati da cassettoni lignei. Il palazzo è di proprietà dell’università di Perugia e viene utilizzato per mostre ed eventi.
A circa 8km da Acquasparta, posto in una piana a ridosso dei Monti Martani, si trova il sito archeologico dell’antica città romana; ancora ben visibili sono il tratto di via Flaminia che attraversa la città, l’anfiteatro, il teatro, i templi gemelli, l’arco di San Damiano e le tombe monumentali.
Sorto al tempo dei romani come luogo di sosta sulla via Flaminia è attualmente considerato tra i Borghi più belli d’Italia. Parzialmente distrutto durante il terremoto del 1997 è stato quasi interamente recuperato grazie all’impegno dei suoi abitanti e delle amministrazioni che si sono susseguite.
Si accede al borgo direttamente su Piazza Umberto I, tramite una grande porta aperta sulla cinta muraria, di qui un susseguirsi di chiese, palazzetti e case in pietra come la chiesa di San Felice, Il palazzo che ospitò Anita e Giuseppe Garibaldi, la chiesa di San Sebastiano e il Palazzo Comunale. Al di fuori del centro abitato da vedere l’Abbazia di San Fidenzio e Terenzio: costruita nell’XI secolo deve il suo nome al fatto che vi furono sepolti al tempo di Diocleziano i due martiri Fedenzio e Terenzio catturati ed uccisi in questo territorio mentre si recavano a diffondere la religione cristiana.
La città, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO il 25 giugno del 2011, ha origini molto antiche, i primi insediamenti risalgono infatti all’ età del bronzo. Florido comune in epoca romana, come testimoniano l’Arco Druso, il Teatro e la casa Romana pervenuti fino a noi, con la caduta dell’impero subì le dominazioni barbariche fino a divenire Ducato durante il periodo Longobardo. Devastata da Federico Barbarossa nella metà del 1100 entrò a far parte dei domini della chiesa.
La piazza sorge su di un terrazzamento artificiale di epoca romana. Su di essa si affacciano: Casa Fabricolosi, il sarcofago ornato da scene di caccia trasformato in fontana, la casa dell’opera del Duomo, il teatro Caio Melisso e la chiesa di Santa Maria della Manna d’oro oltre che il sontuoso Duomo. Il Duomo sorge su una preesistente chiesa intitolata a Santa Maria in Vescovado costruita tra VIII e il IX secolo. L’attuale edificio venne edificato a partire dal 1155 in seguito alle devastazioni operate da Federico Barbarossa. Nel corso dei secoli la chiesa subì numerosi rimaneggiamenti e abbellimenti sia all’interno che all’ esterno. Il Duomo è fiancheggiato da un campanile in stile romanico come la facciata, ornata da un bel portico in stile rinascimentale. Cinque rosoni di diverse dimensioni sormontano il portico e racchiudono un mosaico del 1207 in stile bizantineggiante. Attraverso un magnifico portale si accede all’ interno della chiesa a tre navate. Da notare il pavimento della navata centrale in stile cosmatesco, nelle navate laterali affreschi di Pinturicchio e Giovanni da Spoleto mentre il presbiterio è ornato da affreschi di Filippo Lippi. Nella canonica ha sede l’archivio Capitolare che custodisce pergamene e codici di notevole valore.
Il palazzo che sorge nell’omonima piazza venne edificato nel 1737 su progetto di Sebastiano Cipriani. All’interno ospita il Museo Carandente con dipinti e sculture di artisti contemporanei. Al piano nobile si possono ammirare affreschi e arredi del 700 oltre che dipinti del ‘700 e dell’800.
Sorto nel 300 come monastero benedettino domina sull’ adiacente teatro di origini romane. Adibito a carcere tra la fine dell’1800 e la metà del ‘900 attualmente ospita il Museo Archeologico Nazionale con reperti risalenti all’ età del bronzo e al periodo romano.
La casa, appartenuta molto probabilmente a Flavia Vespasia Polla madre di Vespasiano, venne scoperta nel 1885 da Giuseppe Sordini. Nella casa, che riflette lo stile architettonico delle case patrizie dell’epoca, sono ancora visibili mosaici e tracce di affreschi.
Il palazzo venne edificato intorno alla metà del 1600 su volere della nobile famiglia Mauri, di paricolare pregio sono gli affreschi che ornano le sale di rappresentanza attribuiti ad Alessandro Bottoni, Giuseppe Valeriani e Domenico Sergardi. Dopo lunghi lavori di recupero ora il palazzo ospita la biblioteca civica con un Fondo Antico, una Ludoteca e una sezione Multimediale oltre ad un caffè letterario ricavato dalla copertura del cortile interno. Attorno al Palazzo corre si snoda via Fiordespina Lauri, che attraverso vicolo delle Cantoncelle e viale Matteotti consente di ammirare alcuni degli scorci più suggestivi della città
Costruito nel I secolo D.C. in onore di Druso Minore e Germanico, l’arco immetteva direttamente nel Foro. Durante il periodo medioevale venne inglobato nelle abitazioni vicine.
La chiesa di Sant’Ansano è stata interamente ricostruita alla fine del ‘700 dall’architetto milanese Antonio Dotti. L’interno è a navata unica e conserva interessanti opere d’arte, tra le quali, un affresco di Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna” rappresentante la Madonna col Bambino. Dalla chiesa si accede alla sottostante Cripta dedicata a Sant’Isacco, monaco siriano giunto a Spoleto nella prima metà del VI secolo e primo rappresentante del fenomeno eremitico sul Monteluco.
Posta al di fuori delle mura cittadine la chiesa venne consacrata nel 1234 da Gregorio IX. Nella chiesa pare avvenne un miracolo raccontato già da Gregorio Magno nel VI secolo. L’interno a tre navate conserva frammenti di affreschi del XIII secolo.
Edificata sul punto più alto della città nel 1359 su volere del cardinale Albornoz, che ne affidò i lavori a Matteo di Giovannello da Gubbio. La Rocca abbellita da fregi e affreschi ospitò parecchi personaggi illustri tra i quali Lucrezia Borgia. Trasformata in carcere mantenne quel ruolo fino al 1982 quando venne restaurata e trasformata in museo.
L’edificio, annoverato nel 2011 tra il Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, è sorto tra il VII e VIII secolo. La facciata presenta tre portali finemente decorati da motivi floreali e sovrastati da ampie finestre. L’interno è a tre navate divise da colonne e conserva affreschi del XIII secolo. Inizialmente al luogo vennero attribuiti parecchi miracoli, solo in seguito si sono attribuiti alle caratteristiche dell’acqua che sgorga sul colle.
Posta fuori dal centro cittadino la chiesa dispone di una facciata considerata un capolavoro della scultura romanica umbra dove vengono rappresentate scene religiose e favole allegoriche riviste in chiave cristiana.
Il Ponte delle Torri, simbolo distintivo di Spoleto, è lungo 240 metri ed alto circa 90.
Non è certa la sua origine. secondo lo storico spoletino Carlo Bandini fu costruito, nella sua forma attuale, insieme alla Rocca, da Matteo di Giovannello detto “Il Gattapone”, partendo dai resti di un antico ponte, molto più piccolo, di origine romana.
Il suo nome deriva dalla presenza di due torri di avvistamento agli estremi.
Vi si giunge attraverso una lunga passeggiata panoramica intorno alla Rocca. Il ponte è interamente percorribile a piedi, collega il colle Sant’Elia, ove si trovano la Rocca e la città, e il Monteluco, ove giace il fortilizio dei Mulini e la Basilica di San Pietro.
Offre una veduta panoramica molto apprezzata, che impressionò sicuramente anche Wolfgang Goethe, scrittore e drammaturgo tedesco del Settecento, che dedicò una pagina del suo "Viaggio in Italia". La sua passeggiata per la città è commemorata da una targa posta proprio in prossimità del ponte.
Il santuario posto ad un’altezza di 773 metri è meta di pellegrini e turisti in quanto costituisce uno dei primi insediamenti francescani. Nel pozzo del convento si dice che il Santo fece sgorgare le prime acque. Nel convento è conservata la cappella dove San Francesco pregava, oltre che armadi e suppellettili del ‘700. Tutto intorno boschi di lecci, grotte e torrenti ne fanno un luogo di grande bellezza e spiritualità.
Annoverato tra i borghi più belli d’Italia, la città stupisce i viaggiatori (tra i quali il Leopardi) per la forma concentrica delle sue vie tanto da aggiudicarsi l’appellativo di “Città chiocciola”. Di origini romane, entrò a far parte del ducato di Spoleto, per entrare nel XVI secolo a far parte dello stato pontifico. Arroccata in cima ad un colle conserva intatto il suo fascino antico fatto di strade di ciottoli, case in pietra, e bei panorami sulla pianura sottostante coltivata a ulivi e vigneti. La città è famosa anche per la coltivazione del sedano nero con il quale si preparano ottimi piatti.
La chiesa eretta tra il XII e il XIII secolo venne riedificata nel 1865. Si tratta sicuramente di uno degli edifici più antichi della città, la facciata in stile romanico racchiude un interno a tre navate che terminano in altrettante absidi. La navata centrale ospita l’altare del Sacramento decorato da Rocco di Tommaso.
Il complesso si compone della chiesa di San Francesco che venne edificata nel 1288 ma rielaborata nella metà del 1300 e del convento dei Frati Minori. La chiesa, che ha un interno a navata unica con volte a crociera venne abbandonata e trasformata in granaio per un lungo periodo, restaurata, è entrata a far parte del complesso museale. Conserva al suo interno un organo a muro del 1500 tra i più antichi al mondo oltre che affreschi che vanno dal XIV al XVI secolo. Il convento costruito nel XIII secolo è stato quasi completamente ricostruito nel 1600 dopo una serie di restauri dal 1996 è parte del complesso museale ed ospita la raccolta d’Arte di San Francesco e il museo della Civiltà dell’Ulivo. La raccolta d’Arte di San Francesco è divisa in due sezioni: una detta “Antiquarium” con reperti di varie epoche e una pinacoteca divisa in tre sale con opere di artisti come il Corraduccio, il Pinturicchio, l’Alunno. Il Museo dell’ulivo è stato il primo nel suo genere sia in Italia che in Europa
E' il cuore pulsante della città sulla quale si affaccia il palazzo del Comune, attraverso un sottopassaggio si raggiunge la torre del Comune costruita nel XIII secolo.
Si tratta di un’elegante abitazione costruita nel 1500 e conosciuta anche con il nome di villa dei Boemi, attualmente utilizzata per eventi e manifestazioni, dispone di un magnifico giardino disposto su tre livelli.
Edificata intorno alla fine 1400 custodisce all’interno affreschi di pregio.
La città inclusa tra i borghi più belli d’Italia si è anche conquistata l’appellativo di “Terrazza d’Umbria “ grazie alla sua posizione arroccata in cima al monte dal quale domina le sottostanti pianure del Topino e del Clitunno. La sua posizione lontana dalla via Flaminia gli ha sempre impedito di ricoprire un ruolo strategico nel territorio. Nel XIV secolo fu per un lungo tempo la sede preferita dei rettori di Orvieto i quali fecero costruire due poderose rocche papali che andarono quasi subito distrutte. Successivamente la città venne dominata dalla famiglia Trinci di Foligno e da Nicolò Maurizi da Tolentino, in questo periodo ebbe un notevole sviluppo economico e artistico che terminò con le invasioni delle Bande Nere e con le pestilenze.
Il complesso è composto dalla ex chiesa di San Francesco dove sono ancora ben visibili gli affreschi di Benozzo Gozzoli rappresentanti la vita di San Francesco, nell’abside centrale le Storie di San Francesco. Il complesso annovera anche la Pinacoteca, il Museo Lapidario e le ex cantine dei frati. Nella Pinacoteca sono visibili opere di artisti dal XIII al XVII secolo mentre nelle cantine sono esposti reperti legati alla lavorazione delle uve e alla produzione del vino.
Al di fuori del centro abitato, circondata dal bosco ove sono le Grotte di San Fortunato, la chiesa edificata intorno al XIII secolo è preceduta da un cortile a portico e conserva all’interno affreschi di Benozzo Gozzoli. Borgo del Castellare: tramite porta san Agostino si accede al borgo medioevale dove spiccano la casa degli Angeli, la chiesa di sant’Agostino, il palazzo Tempestivi e il palazzo Langeli dove abitò il Vignola.
A forma circolare è il punto di convergenza delle 5 principali vie della città. Si affacciano sulla piazza il Palazzo del Comune oggi sede della biblioteca Civica e dell’Archivio Storico Comunale, la chiesa di San Filippo Neri oggi teatro e l’Oratorio di Santa Maria di Piazza.
Considerata tra i borghi più belli d’Italia, soprattutto grazie alla sua piazza, la città sorge su di una piccola altura lungo la via Flaminia. Di origini molto antiche, fu molto apprezzata in epoca romana tanto che molti personaggi illustri vi fecero costruire le proprie ville. Nella città fin dall’epoca romana è molto fiorente la coltura della canapa usata per la fabbricazione delle tele “tele di Bavagna” e di cesti.
Considerata una delle piazze più belle d’Italia nonostante la sua irregolarità e le differenze di stilistiche che la compongono. Sulla piazza si affacciano Palazzo Dei Consoli ornato da un loggiato con volte a crociera e al piano superiore una serie di bifore gotiche, ospita al suo interno il Teatro Francesco Torti; la Basilica di San Silvestro costruita su progetto del maestro Binello con una facciata incompiuta in stile romanico abbellita da una trifora in marmo e da un bel portale ornato da fregi; la Collegiata di San Michele Arcangelo costruita tra il XII e il XIII secolo dispone di un magnifico portale ornato da capitelli e fregi; al centro della piazza sorge la fontana in stile medioevale.
Di origini romane la cinta è ricca di torri e bastioni, le porte, tra queste porta Foligno, permettono l’accesso al cuore della città con le sue viuzze e le sue tipiche botteghe.
Chiesa della Consolazione: costruita agli inizi del 1700 custodisce al suo interno la statua lignea di Cristo Risorto che viene portata in processione ogni anno in occasione della Pasqua.
Chiesa di San Francesco: costruita alla fine del 1200 conserva al suo interno la pietra sulla quale la leggenda vuole che il Santo abbia posato i piedi quando predicò agli uccelli a Pian d’Arca
Ora sede del comune, è stato ricostruito nell’800 su progetto di Andrea Vinci, al suo interno è ospitato il Museo Civico con dipinti cartografie e documenti che illustrano la storia della città.
Appena fuori Bevagna nella tenuta Castelbuono è stata costruita, unica nel suo genere, da Arnaldo Pomodoro una cantina-scultura all’ interno della quale si lavora e si creano grandi vini come il Sagrantino. La scultura in rame, si ispira alle forme di una tartaruga e si inserisce egregiamente all’ interno del paesaggio viticolo dell’area. All’interno della struttura è possibile degustare e acquistare vini. Vai al Sito
Il territorio circostante la città venne abitato dal popolo Umbro fino all’arrivo dei romani i quali fecero di Fulginia una colonia. Con la caduta dell’impero la città subì le invasioni barbariche, intorno al 1300 fu dominio della famiglia Tranci. In questo periodo la città godette di un notevole sviluppo economico e urbano, ma nel 1439 venne invasa dall’esercito pontificio e annessa allo stato della Chiesa. Iniziò quindi per la città un lungo periodo di decadimento.
Si tratta sicuramente dell’edificio religioso più importante della città, dedicato al martire cittadino Feliciano. Costruito intorno al XII secolo, è stato oggetto di numerosi rimaneggiamenti che ne hanno alterato l’aspetto originale. Un restauro degli inizi del 900 ha cercato di ridare alla facciata dell’edificio il suo aspetto originale. Di notevole pregio la facciata laterale, che conserva le sue linee originali, con un portale dei maestri Binello e Rodolfo e uno rosone decorato da motivi geometrici. L’interno del duomo custodisce quattro altari e un ciborio in legno dorato, copia in scala di quello custodito a SanPietro.
Costruito nel 1407, il palazzo sorge in piazza della Repubblica ed è il simbolo del potere che acquisì la nobile famiglia durante il periodo di dominazione. Di notevole pregio sono gli affreschi tardo-gotici che ornano le sale interne, tra questi ricordiamo nella Loggia le storie di Romolo e Remo, nel corridoio il ciclo dell’età dell’uomo, la Sala delle Arti Liberali e dei Pianeti, la sala degli Imperatori e dei Giganti. All’interno del palazzo trovano sede il Museo Archeologico, il museo multimediale dei Tornei, dei Giochi e delle Giostre, il museo dell’Istituzione Comunale e la Pinacoteca
L’edificio costruito in un decennio a partire dal 1497 è stato edificato su volere del comune in seguito ad un evento miracoloso. L’interno a pianta rettangolare in stile rinascimentale conserva due affreschi del Perugino “Battesimo di Gesù” e “Padre Eterno” oltre che un’immagine della Vergine Annunziata di Lattanzio di Niccolò
La chiesa venne edificata intorno all’anno mille al di fuori delle mura della città, con l’edificazione di una nuova cinta muraria avvenuta intorno al milleduecento la chiesa venne a trovarsi tra le due mura a questo si deve il nome. La facciata in pietra bianca e rosa è preceduta da un portico sovrastato da una bifora trilobata. L’interno a tre navate custodisce numerosi affreschi votivi di notevole pregio, la Cappella dell’Assunta è ornata di affreschi del XII secolo.
Il museo inaugurato nel 2012 ospita numerose stampe di eccezionale valore che testimoniano il livello tecnico e artistico raggiunto dagli stampatori della città. Da non dimenticare che la prima copia della Divina Commedia venne stampata a Foligno nel 1472 nella stamperia della famiglia Orfini.
Costruito intorno alla fine del XIII secolo è stato notevolmente danneggiato durante il terremoto del 1832, imponenti sono stati i lavori di restauro necessari, unica superstite fu la torre medioevale danneggiata però dal terremoto del 1997. All’interno di notevole interesse è la sala consiliare affrescata con decorazioni che richiamano le virtù necessarie per un buon governo
E' il centro della vita sociale e culturale della città. Su di essa si affacciano il Palazzo dei Priori, del Podestà e del Capitano oltre che la facciata laterale del Duomo e Palazzo Trinci
Circa 5 km fuori dalla città sorge l’abbazia di Sassovivo visitabile su prenotazione con visita guidata. L’abbazia immersa tra boschi e uliveti secolari è stata edificata nell' XI secolo sui resti di una residenza-fortezza dei Monaldi. All’interno un bellissimo chiostro del 1200 costruito da Pietro de Maria, La Loggia del Paradiso e la cripta dell’XI secolo.
Annoverata tra i borghi più belli d’Italia, la città è posta ai piedi del monte Subasio. Grazie alla sua posizione e al terreno molto fertile svariati sono i prodotti dell’agricoltura primo fra tutti l’Olio, noto in tutta Italia per le sue proprietà, viene chiamato anche “Oro di Spello”. Periodicamente vengono organizzati mercati e fiere in onore di tale olio e dei suoi derivati, come ad esempio le creme di bellezza e i saponi. Diversi sono i frantoi dove è possibile acquistare il famoso Olio. La città fondata dagli umbri venne conquistata dai romani, divenendo una fiorente colonia grazie anche alla sua posizione sulla via Flaminia. A testimonianza della sua ricchezza in epoca romana sono le possenti mura, le porte augustee, l’anfiteatro e le terme. Con la caduta dell’impero Spello venne invasa e saccheggiata dai barbari che la ridussero ad una borgata, successivamente entrò a far parte del ducato di Spoleto, per essere dominata nel XIV secolo dai Baglioni di Perugia, nel 1538 venne annessa allo stato della Chiesa per entrare nel 1860 a far parte del Regno d’Italia.
Camper: il comune dispone di un'area di sosta camper presso il parcheggio degli impianti sportivi, in Via Centrale Umbra in località Osteriaccia. L'area dispone di 70 posti e dista all'incirca 700 metri dal centro cittadino.
Fondata tra l’XI e il XII secolo sui resti di un tempio pagano dedicato a Giunone dispone di una facciata romanica con annesso campanile. Di notevole pregio la Cappella Baglioni custodita all’interno della chiesa con un ciclo di affreschi attribuiti a Pinturicchio e pavimenti in maioliche di Deruta
Vero e proprio gioiello dell’Umbria vi si accede tramite la Porta Consolare affiancata da una Torre Medioevale sovrastata da una pianta d’Ulivo simbolo della città e di pace; da qui un susseguirsi di case in pietra rosa e bianca, balconi fioriti, scalette, loggiati e gli archi che rendono il borgo unico e indimenticabile. Da notare la Cappella Tega con affreschi dell’Alunno.
Pinacoteca civica: la pinacoteca trova sede nel palazzo dei Canonici che si affaccia su piazza Matteotti. Nelle sale medioevali è presente una selezione di opere provenienti dal Museo Civico chiuso per lavori in seguito al sisma del 1997. All’interno della pinacoteca sono esposte opere di oreficeria gotica e barocca, sculture lignee di epoca medioevale e dipinti tra i quali spicca la Madonna con Bambino di Pinturicchio
A forma quadrata la piazza è ornata da alberi e da una fontana riportante lo stemma di papa Giulio III. Sulla piazza si affaccia il Palazzo Comunale Vecchio che ospita al pian terreno una mostra di reperti romani, mentre al piano superiore una mostra con opere di Emilio Greco. Di notevole pregio i mobili della biblioteca ospitata dal palazzo.
La villa conosciuta anche con il nome di Villa Fidelia sorge sullo spazio precedentemente occupato dal tempio dedicato a Venere e dalle Terme. Costruita intorno al 500 dalla famiglia Urbani attualmente ospita la collezione Straka Coppa con opere di arte moderna e classica tra le quali Guttuso, Ligabue, Tiziano. Di notevole interesse la sistemazione dei giardini esterni che comprendono un giardino vesuviano, un giardino all’italiana, un galoppatoio, una limonaria e un boschetto di cipressi.
Di origine augustee la porta è affiancata da due torri romaniche conosciute con il nome di torri di Propezio. La porta deve il suo nome ad un vicino tempio romano dedicato alla dea.
Di origini cinquecentesche conserva al suo interno dipinti di notevole pregio
La città, che dal 2000 è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, è di origini molto antiche, i primi insediamenti risalgono al'’età del bronzo. In epoca romana fu un fiorente municipio, ne sono testimonianza il tempio dedicato a Minerva, il teatro, le cisterne e alcune Domus. Con la caduta dell’impero Romano la città venne prima dominata dai Goti, poi dai Longobardi. Nel medioevo divenne comune indipendente per poi entrare a far parte dello stato della chiesa. Nel 1182 nacque nella città San Francesco facendola divenire uno dei punti di riferimento della cristianità. Nel 1997 venne colpita da un violento terremoto che danneggiò parecchi edifici.
La città è unica, ricca di un fascino particolare, dato non soltanto dai monumenti peraltro imperdibili, ma anche dall’atmosfera che la storia e la fede per San Francesco hanno contribuito a rendere speciale.
Posta su di un terrazzamento, la piazza è da sempre il centro della vita cittadina, di forme rettangolari, è ornata da una bella fontana con tre leoni del 1500. Sulla piazza si affacciano: il palazzo delle poste, il palazzo del Capitano del Popolo, la torre del Popolo, il Palazzo dei Priori.
Il palazzo che accorpa in sé tre precedenti strutture venne edificato intorno al 1275. Nel 1442 venne quasi completamente distrutto e, dopo parecchi anni riedificato su volere di Sisto IV per adibirlo a residenza del Governatore Apostolico. Dopo imponenti restauri avvenuti agli inizi del ‘900 ora ospita gli uffici del comune e di accoglienza turistica. Da notare le statue in bronzo tra le più antiche esistenti e il passaggio con volta a botte chiamato “la Pinta”.
Il tempio di origini romane venne edificato intorno al I secolo A.C., originali e in ottimo stato di conservazione sono le sei colonne della facciata, i capitelli corinzi e i plinti collocati sulla scala. Nel periodo medioevale venne utilizzata come abitazione dei monaci benedettini, successivamente come tribunale e carcere: ne è testimonianza un dipinto di Giotto nella basilica di San Francesco. Nel 1539 venne trasformata nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva.
Il Duomo, dedicato al patrono San Rufino, fu edificato probabilmente nell’VIII secolo. Riedificato una prima volta nel 1036 e una seconda volta nel 1140 su progetto di Giovanni Gubbio, nel 1253 venne consacrato da Innocenzo IV. La facciata si presenta austera, splendido esempio del romanico umbro, nella quale si aprono tre rosoni e tre portali; la parte superiore, a forma di triangolo, presenta un arco a sesto acuto, postumo, che doveva servire a supporto di un fregio che non venne mai messo in opera. Maestoso è il campanile che affianca la cattedrale anch’esso in stile romanico. L’interno della basilica a tre navate subì in epoca rinascimentale parecchi rifacimenti ad opera di Galeazzo Alessi, originale è il fonte battesimale posto nella navata destra ove la tradizione vuole siano stati battezzati San Francesco, Santa Chiara e Federico II di Svevia. Dalla Sacrestia si accede all’oratorio di San Francesco, luogo sotterraneo dove si pensa che il Santo pregasse prima di parlare al popolo. Nel vicino palazzo ha sede il museo Diocesano con importanti opere.
Posta in cima al colle dal quale si gode di un magnifico panorama sulla città e sulla valle, venne probabilmente edificata una prima volta in epoca Longobarda. Riedificata nel 1174, ospitò Federico Barbarossa e Federico II di Svevia in giovane età; distrutta in seguito ad una sollevazione popolare venne riedificata nel 1356 dal cardinale Albornoz rispettando il progetto originario. Successivamente il Torrione venne unito alla rocca tramite un camminamento il torrione.
Costruita in pietra calcarea rosa e bianca, tra il 1257 e il 1265 nell'area ove sorgeva la Chiesa di San Giorgio, con annessi un ospedale ed una scuola di proprietà del capitolo della Cattedrale di San Rufino, frequentata anche da san Francesco quando era bambino. I resti delle strutture preesistenti sono visibili nella cripta della basilica.
La chiesa in stile gotico dispone di una facciata a capanna con un portale sormontato da uno splendido rosone, ai lati tre archi rampanti di sostegno, dei quali quelli posti sul lato destro sono inglobati nel monastero mentre quelli del lato sinistro si ergono sulla piazza. L’interno a singola navata, è ornato da affreschi del ’200 e del ‘300.
In una cappella laterale è visibile il Crocifisso originale che secondo la tradizione parlò a San Francesco e una teca trasparente dove è custodito l’intatto corpo della Santa.
La piazza del Vescovado è sita appena fuori la prima cinta muraria.
La piazza, su cui si affaccia la Chiesa Di Santa Maria Maggiore e molti altri edifici in stile rinascimentale prende il nome dal fatto che fin dal 963 (e forse anche prima) c'è la sede della curia Vescovile.
In questa piazza San Francesco rinunciò pubblicamente davanti al Vescovo Guido ai beni paterni e qui si fece riportare poco prima della morte avvenuta poi presso la Porziuncola (oggi contenuta nella basilica di Santa Maria degli Angeli).
La costruzione della basilica iniziò due anni dopo la morte di San Francesco, avvenuta il 3 Ottobre del 1226, nel luogo in cui egli stesso chiese di essere sepolto. I lavori di costruzione avvennero sotto la sovrintendenza di Frate Elia, successore di Francesco. La basilica di San Francesco è in realtà strutturata in due basiliche sovrapposte quella Inferiore e quella Superiore. La basilica inferiore doveva assolvere un ruolo commemorativo e ospitare le spoglie del Santo mentre la basilica Superiore doveva assolvere il ruolo di luogo di preghiera. Alle decorazioni interne di entrambe le chiese si sono dedicati i migliori artisti del tempo: Giotto, Cimabue, Lorenzetti, Jacopo Torriti, entrando non si può che rimanere estasiati dalla bellezza e dalla ricchezza degli affreschi che ricoprono le mura e i soffitti. La basilica superiore dispone di una facciata gotica a capanna con un portale sormontato da un magnifico rosone, da notare il campanile laterale in forma quadrangolare ornato da trifore e bifore. La basilica inferiore, che si affaccia su di una piazza ornata da un loggiato , è preceduta da un piccolo atrio rinascimentale e vi si accede tramite uno splendido portale. L’interno a unica navata suddivisa in cinque campate conserva magnifici affreschi sulla vita di Cristo e sulle storie del Santo. Nella cripta venne scoperto il corpo del San Francesco protetto da tre lastre di Travertino. Attualmente le spoglie del Santo sono custodite sull’altare assieme ai suoi più fidati collaboratori (Leone, Masseo, Rufino e Angelo).
Fondata dalla comunità benedettina intorno al 1200 venne consacrata nel 1253 da Innocenzo IV. La basilica dispone di una facciata in pietra rosa del Subasio ornata da tre portali sovrastati da altrettanti rosoni. L’interno a tre navate divise da pilastri conserva affreschi del ‘200 e monumenti funebri del XIV secolo. Da notare la cupola formata da 31 scalini concentrici, nell’altare maggiore sono conservate le spoglie del primo vescovo di Assisi.
Si tratta della via medioevale che collega piazza del Comune con la basilica di San Francesco, su di essa si affacciano abitazioni in stile gotico, palazzi nobiliari, case in pietra e negozi di souvenir. Da notare: la loggia dei Maestri, Palazzo Giacobetti, l’oratorio dei Pellegrini, il portico del Palazzo Frumentario.
Il Santuario nasce sul luogo in cui si trovava la casa paterna di san Francesco. I religiosi vi iniziarono la vita comune e l’ufficiatura della chiesa nel 1621. La chiesa è dedicata alla conversione del Poverello di Assisi (S. Franciscus conversus): infatti in essa si trova il sottoscala nel quale Pietro di Bernardone avrebbe rinchiuso il figlio dopo la fuga a Foligno per vendere stoffe e riparare con il ricavato la chiesa di san Damiano. È possibile visitare anche il fondaco dove il giovane Francesco si impegnava con il padre nell’esercizio della mercanzia. Le finestre sono impreziosite con vetri istoriati realizzati dal frate minore p. Alberto Farina (1975).
Sulla piazzetta antistante la Chiesa, sono state collocate due statue dello scultore Joppolo che raffigurano i genitori di san Francesco, il cui ricordo viene celebrato la seconda domenica di settembre di ogni anno, con la "Festa della famiglia di Francesco".
Nel convento di Chiesa Nuova è stata collocata una importante Biblioteca Storico-Francescana che raccoglie numerosi manoscritti (codici miniati, bolle papali, cronache), incunaboli e cinquecentine. Ospita pure un piccolo Museo di oggetti francescani sitemato in quella che fu l'abitazione del pittore assisano Tiberio Diotallevi (1470-1524).
La Fraternità che vi abita affianca al servizio pastorale e culturale e di accoglienza in Santuario, il servizio di cappellania per le sorelle Clarisse del Monastero di S. Quirico.
La basilica posta 4 km fuori le mura di Assisi venne costruita verso la fine del 1500 dispone di una slanciata cupola alta 79 metri sulla quale è posata una statua della Madonna. Si tratta di uno dei luoghi più suggestivi della zona, dove secondo la tradizione, nell’attuale roseto, al tempo pieno di rovi, vi si rotolò nudo San Francesco colto da rimorsi e dubbi, al contatto con il Santo però i rovi si trasformarono in rose senza spine dando origine alla “Rosa Canina Assisiensis” che ancora oggi cresce e fiorisce nel giardino. L’interno della chiesa a tre navate conserva numerosi tesori tra i quali la Cappella della Porziuncola dove dimorò intorno al 1200 San Francesco, la Cappella del Transito dove il Santo morì e la Cappella del Roseto. All’interno della basilica è allestito il Museo della Porziuncola che conserva oggetti di arte sacra.
La chiesa quasi insignificante dal punto di vista architettonico riveste un ruolo chiave dal punto di vista storico-religioso. La storia vuole infatti che in questa chiesa San Francesco ebbe la conferma della sua vocazione grazie al Crocifisso che gli rivolse la celebre frase “Vai e ripara la mia chiesa che sta crollando” e, sempre in questo luogo Francesco scrisse il Cantico delle Creature. Nella chiesa visse per un lungo periodo Santa Chiara fondando l’ordine delle Clarisse, qui compì alcuni dei suoi miracoli. All’interno della chiesa sono tuttora visibili affreschi trecenteschi e una copia del famoso crocifisso mentre nel santuario è visibile il chiostro, il refettorio e il giardino dove la santa coltivava i suoi fiori.
La visita all’eremo è resa molto suggestiva dalla quiete e dallo splendido panorama sulla valle. In questo luogo San Francesco e i suoi discepoli si “carceravano” per pregare in assoluta solitudine e silenzio rotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal fruscio delle foglie mosse dal vento. Nel XV secolo Bernardino da Siena vi costruì il convento dal quale attraverso una scalinata si accede alla Grotta di San Francesco dove il Santo si ritirava per riposare e meditare.
La città che dà il nome ai famosi “Baci” ha sicuramente origini Umbre ma, è durante il periodo Etrusco che acquisisce notevole sviluppo divenendo una delle 12 città della confederazione. Testimonianza dell’importanza acquisita in epoca Etrusca sono le mura di cinta tuttora visibili e alcune delle 7 porte. Durante il periodo romano venne assoggettata a Roma, fino alla caduta dell’impero quando subirà le dominazioni dei Bizantini, dei Goti e dei Longobardi. Tra XI e il XII secolo la città divenne un Libero comune godendo di un periodo di grande floridezza. Durante il 1400 venne dominata dalla famiglia Baglioni, per essere successivamente annessa allo stato pontificio. Per visitare il centro storico della città si consiglia di lasciare i mezzi nei parcheggi periferici (Piena di Massiano e Fontivegge) e utilizzare il minimetro (Vai al Sito), le scale mobili e gli ascensori. Da non perdere una passeggiata in corso Vannucci considerata la via dello struscio. La Card Perugia Città Museo dà la possibilità di entrare a prezzi ridotti in vari musei.
La piazza che sorge ove una volta era il Foro Romano è da sempre il centro della vita culturale e religiosa della città, su di essa si affacciano il Palazzo dei Priori e la Cattedrale mentre al centro è ornata dalla magnifica Fontana Maggiore opera di Nicola e Giovanni Pisano. La fontana venne realizzata con lo scopo di rifornire la città dell’acqua proveniente dal monte Pisano; si compone di due vasche poligonali sovrapposte a loro volta sormontate da una coppa bronzea. La vasca inferiore è ornata da formelle rappresentanti i segni dello zodiaco, mentre quella superiore è ornata da 24 statuette rappresentanti santi, figure mitologiche e allegoriche.
La cattedrale edificata a più riprese e mai ultimata venne cominciata intorno alla fine del 900 e consacrata solamente nel 1569. Sul fianco sinistro, parzialmente rivestito da marmo bianco e rosa, troviamo il pulpito dal quale predicò Bernardino da Siena. La facciata è ornata da un bel portale opera di Pietro Carattoli, mentre l’interno a tre navate divise da colonne ottagonali è rivestito di stucchi del ’700. Dalla sagrestia si accede ai chiostri della canonica dove si tennero alcuni conclavi.
Allestito all'interno della canonica ospita dipinti di notevole pregio, paramenti sacri, oreficerie e sculture. Dal museo con una visita guidata si può accedere all’ area archeologia sotterranea su di un percorso che si snoda per circa 1 km.
Il Palazzo che si affaccia su Piazza IV Novembre e su via Vannucci venne edificato tra la fine del 1200 e il 1443, le varie fasi costruttive sono evidenti nella facciata. Il palazzo è ornato da merli mentre al piano superiore è ingentilito da belle trifore gotiche. Dalla facciata sulla piazza, tramite un portale sormontato da un Grifo e da un Leone, si accede alla splendida sala dei Notari ornata da affreschi rappresentanti leggende, favole e stemmi con 8 archi che sostengono il soffitto (orari 9-13 e 15-19 con ingresso libero). Il palazzo è sede del Comune e della Galleria Nazionale dell’Umbria. La Galleria che dal 2002 occupa una superficie di circa 4.000 mq ospita dipinti del Perugino, del Pinturicchio, di Duccio di Buoninsegna e del Beato Angelico oltre che una sala dei Tessuti e la sala del Tesoro.
Occupa parte del piano terra del Palazzo dei Priori. Entrando dal portale a sinistra si entra nella sala delle udienze della corporazione rivestita da pannelli di legno intagliati.
Il collegio sito all'interno del Palazzo dei Priori, fu la sede della corporazione dei Cambiavalute. Tramite un portale in legno intarsiato si accede al collegio nel quale è visibile la sala delle Udienze con affreschi del Perugino.
Il museo ha sede nel Complesso Architettonico di San Domenico. Il complesso è stato edificato nel 1233 con la fondazione dell’ordine Domenicano. Il museo si dispone intorno al Chiostro Grande ornato da un doppio loggiato e si compone al primo piano di una sezione etrusco-romana disposta nelle ex celle dei monaci intorno al seicentesco loggiato, di una sezione con reperti preistorici e paleontologici derivanti dalla collezione Bellucci. Al piano superiore troviamo reperti appartenenti all’età del Bronzo e del Ferro. Notevole la collezione di amuleti e strumenti magico-religiosi in parte provenienti dalla collezione Bellucci. In un ambiente sotterraneo troviamo la ricostruzione della tomba di Cai-Cutu.
La piazza si trova alla fine di via dei priori. Su di essa si affacciano la Chiesa di San Francesco al Prato con l’attiguo oratorio di San Bernardino e l’Accademia delle belle Arti. La chiesa che dispone di una bellissima facciata sin dalla sua edificazione ha avuto notevoli problemi di stabilità non risolti dai diversi interventi che si sono succeduti al punto che attualmente non dispone della volta crollata. L’interno a singola navata è accessibile solamente in occasione di manifestazioni. Dalla piazza si accede a caratteristici viottoli.
Eretto intorno alla fine del ‘400 è ornato da un portale con due Grifi Perugini, il primo piano è ornato da bifore, dalla loggia del Palazzo i banditori leggevano gli editti e le ordinanze. Oggi è sede del tribunale.
La chiesa costruita in diverse fasi e mai terminata ospita assieme a vari edifici della Canonica il museo Capitolare. Il museo ospita oreficerie, sculture, paramenti sacri e dipinti di notevole pregio. Dai sotterranei della cattedrale è possibile accedere all’Area Archeologica degli Scavi di San Lorenzo, percorso guidato alla scoperta dei resti della città nelle varie fasi storiche: etrusca, romanica, medioevale. La visita avviene solo su prenotazione e dura circa 45 minuti.
La chiesa, eretta verso la fine dell’anno 1000 sui resti di un preesistente tempio paleocristiano, è inglobata nell'adiacente monastero ora di proprietà della facoltà di Agraria. Si entra alla basilica tramite un ricco portale che si apre all'interno del chiostro. L’interno, a tre navate divise da 18 colonne, custodisce una tale quantità di opere d’arte da essere quasi considerato un museo, da notare le tele con scene di vita di Gesù e del Vecchio e Nuovo Testamento e “La Pietà” del Perugino. All'interno del Monastero troviamo un chiostro maggiore in stile rinascimentale e un chiostro minore o delle Stelle è inoltre presente un orto botanico medioevale e i resti di antiche peschiere.
Strada con eleganti palazzi, edifici religiosi, negozietti, laboratori d’arte dalla quale si diramano caratteristici viottoli medioevali
Numerose sono le porte che si aprono sulle mura di cinta della città Porta Marzia, Arco Etrusco, Porta Sant’Angelo, Porta San Pietro
E’ il primo edificio religioso costruito a Perugia oltre ad essere una delle prime chiese paleocristiane d’Italia.
La chiesa di San Michele Arcangelo sorge all’interno del rione Porta Sant’Angelo nel tratto terminale di corso Garibaldi.
L’aspetto attuale del luogo, inglobato all’interno della cinta muraria, non permette di capire il significato che il tempio rivestì per secoli; collocato in un’altura, fuori città, era l’unico edificio ove poter praticare il culto cristiano in una città ancora dominata da cultura pagana.
Paragonabile alle chiese romane di Santa Costanza e Santo Stefano Rotondo, ha pianta circolare.
Una volta in centro si può raggiungere la chiesa di San Michele Arcangelo percorrendo a piedi il corso Garibaldi o lasciando l’auto in prossimità del cassero che ospita il Museo delle Porte e delle Mura urbiche.
Luogo dedicato ai golosi e agli amanti del cioccolato che in questo luogo, unico al mondo, potranno intraprendere un percorso attraverso immagini, curiosità, confezioni e filmati attraverso un secolo di arte cioccolatiera italiana. Con la visita allo Storico Museo si potranno scoprire le varie tecniche di lavorazione che vanno dalla materia prima, alla lavorazione, fino alla degustazione del prodotto finito. Il percorso prosegue con la visita alla fabbrica e alla scuola del cioccolato dove vi sarà possibile cimentarvi nella creazione di un piccolo capolavoro di bontà. Alla fine del tour è possibile acquestare qualche prelibattezza all'interno del Gift Shop