La città venne fondata intorno al 550 da profughi della città Helvia Ricina, nel 1138 si ha la fondazione del primo comune sorto dall’unione di Macerata con Poggio San Giuliano, mentre nel 1320 venne riconosciuta come sede vescovile da Giovanni XXII, nei periodi successivi subì vari domini fino ad essere annessa nel 1445 allo stato Pontificio. Alla fine del 1700 venne occupata dai Francesi e successivamente passò sotto il dominio Austriaco per poi entrare a far parte del Regno d’Italia.
La piazza rappresenta il cuore della città su di essa si affacciano: il palazzo del Comune costruito in cotto nel XVII secolo nel cortile interno racchiude una raccolta di reperti provenienti dall’antica Helvia Recina nella parte alta dispone di una lunga balconata mentre nella parte bassa è percorso da un porticato, Il Palazzo della Prefettura, la Torre civica alta 64 metri e dalla cui terrazza si può godere di uno stupendo panorama che va dai monti Sibillini al mare, il teatro Lauro Rossi vero gioiello del 700 ornato di stucchi e finti marmi è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19, la chiesa di San Paolo, la Loggia dei Mercanti.
Dopo le notevoli opere di restauro terminate nel 2009 il palazzo è divenuto sede del Museo della Carrozza e dei Musei Civici. Il palazzo fu edificato su volere di Simone Buonaccorsi che ne affidò la progettazione a Giovanni Battista Contini.
Edificata una priva volta intorno alla metà del 1400 venne riedificata nel 1700 su disegno dell’architetto Cosimo Morelli. La facciata esterna non è terminata mentre l’interno opera di Luigi Vanvitelli è a tre navate e ornato di stucchi, marmi e lavorazioni in ferro battuto. Di particolare pregio due tele conservate nel presbiterio “l’Immacolata” e la “Natività di Maria” entrambe di Sebastiano Conca, mentre è attribuita a G. Spagna la “Madonna della Misericordia”
Sicuramente si tratta del monumento più noto ed originale della città, venne edificato intorno al 1820 per ospitare le partite di palla al bracciale sport molto in voga in quell’epoca in tutta l’Italia centrale. La costruzione venne finanziata da un gruppo di facoltosi Maceratesi che bandirono un concorso per il progetto, vinto da Salvatore Innocenzi al quale però subentrò Ireneo Aleandri. La costruzione doveva ovviamente rispettare le esigenze di gioco, quindi dispone di un grande muro che serviva come batti-palla alto 18 metri e lungo 90 metri e tutt’intorno un’arena semicircolare con palchi coperti sorretti da colonne e un’elegante balconata. La struttura poteva ospitare fino a 7000 persone. Fu nel 1921 che al conte Pieralberto Conti per far conoscere al pubblico la cantante Francisca Solare venne l’idea di utilizzare lo Sferisterio per la rappresentazione di un’opera come l’Aida. Vista l’acustica perfetta ed il successo ottenuto da allora la struttura viene utilizzata per manifestazioni Canore e Concerti.
Sebbene non sia noto l’architetto che ideò il palazzo si sa per certo che venne acquistato nel 1608 da Gegoria Petrocchini da Montelparo per farne dono alla nipote in occasione del suo matrimonio con Antonio III Ricci. Nel 1976 il palazzo è stato oggetto di notevoli restauri che lo hanno riportato agli antichi splendori, oggi i suoi interni ospitano la Galleria di Arte Contemporanea con opere di artisti del 900 italiano.
La biblioteca che conserva al suo interno più di 350.000 volumi è stata fondata nel 1773 ed è attualmente una delle più importanti delle Marche. Al suo interno custodisce circa 10.000 manoscritti oltre che incunaboli ed edizioni del XVI secolo.
Il territorio su cui sorge la città fu popolato fin dalla preistoria ma, si pensa che il primo nucleo venne edificato solamente intorno al 400 d.C. da popolazioni che si insediarono in questa zona per sfuggire alle invasioni barbariche. Sin dalle origini la città fu l'epicentro dello sviluppo di diverse attività produttive, inizialmente la più nota fu quella dei fabbri tanto che è un fabbro il simbolo della città. Alla lavorazione del ferrò si unì la lavorazione della lana e delle pelli fino ad arrivare alla fabbricazione della carta. L’attività manifatturiera favorì lo sviluppo di un ricco ceto di mercanti che fece prosperare la città e favorì lo sviluppo delle arti. La città fu dapprima signoria sotto i Chiavelli, poi venne dominata da Francesco Sforza ed infine annessa allo Stato Pontificio.
La piazza, ornata da una fontana del 1285 detta dello Sturinalto, è il centro della vita politica e sociale della città. Si affacciano sulla piazza: il palazzo del Podestà considerato uno dei migliori esempi di architettura gotica delle Marche con una particolare struttura a “ponte” in ricordo del fiume che scorreva sotto di esso; il palazzo comunale che risale al XIV secolo, attraverso un cortile interno del palazzo si accede al teatro Gentile che conserva un sipario dipinto dal Serra, il palazzo vescovile costruito nel 1545 e la torre dell’orologio.
Sulla piazza, adiacente a quella del Comune, si affacciano il Duomo e l’Ospedale di Santa Maria del Buon Gesù. Il Duomo dedicato a San Venanzio è la chiesa più importante della città , le sue origini vengono fatte risalire al 1300 ma di quell’epoca rimane solo l’abside, il chiostro e la cappella di san Lorenzo il resto della struttura è stato ricostruito nel 1600 ad opera dell’architetto Muzio Oddi. All’interno del Duomo da notare gli stucchi e i fregi dorati. L’Ex Ospedale di Santa Maria del Buon Gesù venne fondato nel 1456 da San Giacomo della Marca con lo scopo di riunire i tre ospedali della città. La struttura in stile tardogotico è costituita da una facciata con portico con volta a crociera, e da cinque arcate di varie ampiezze che poggiano su pilastri a forma di croce, sopra ogni arcata si aprono bifore con archi a sesto acuto. All’interno è ospitata la pinacoteca civica “Bruno Malajoli”
Si tratta di una ex chiesa di origini trecentesche all’interno della quale è ospitato il “Museo della carta e della filigrana” dove vengono illustrati i processi di lavorazione della carta e le tecniche per la realizzazione della filigrana presenti a Fabriano già nel 1200.
Si tratta in realtà della parte più alta e antica della città costituita dalla chiesa di San Francesco, in stile gotico-romanico, dal palazzo Montanari, in origine convento e ora sede del Museo delle arti e delle tradizioni popolari oltre che della Galleria di Arte Moderna, da Palazzo Oliva sede della Biblioteca Civica che dispone di oltre 10.000 volumi, e dal Palazzo dei Priori sede del museo archeologico Sentinate
Vicino agli impianti sportivi è stata recentemente creata un’area Camper con servizi specifici.
Il borgo che si erge su di una collina di circa 300 mt è racchiuso da una bella una cinta muraria al suo interno uno splendido centro storico con viuzze, piazzette, due palazzi Gentilizi e la famosa Rocca.
Considerata uno dei capolavori di architettura militare è stata costruita nel 1482 per volere di Giovanni Della Rovere su progetto dell’architetto Francesco di Giorgio Martini. Dal 1966 al suo interno è ospitato il Museo di Rievocazione Storica e Armeria con manichini in costume che rievocano scene di vita nella rocca.
l’edificio costruito nel XIV secolo è stato ristrutturato dal Genca nel 1563. Nel 1741 viene elevata a collegiata vista l’importanza assunta nella zona, al suo interno è conservato l’Angelo Custode del Bottani e altre opere. Uscendo dalla chiesa a destra si entra nel Chiostro dei Cappuccini dove è allestito il museo civico.
Il paese posto in cima ad un colle a circa 400 mt di altezza e contornato da boschi è noto oltre che per il suo castello per aver dato i natali a papa Leone XII. Da Vedere:
La leggenda vuole che il nome del castello derivi da un triste evento verificatosi al suo interno. Si narra infatti che il Conte di Ravellone innamoratosi di una giovane fanciulla abitante nel feudo, ma promessa sposa al giovane Pietro, si introdusse nella notte per rapirla. Gli abitanti del luogo accortisi del fatto chiusero le porte del castello ed iniziarono una violenta battaglia contro il conte ed i suoi seguaci. Durante la battaglia il conte costretto ad arrendersi uccise la bella Sara, il suo promesso sposo Piero presente alla scena si avventò sul conte ma ferito mortalmente morì tra le braccia della sua amata da allora il castello si chiama Pierosara. Attualmente rimane la cinta muraria con le porte e la torre di difesa.
Anticamente utilizzato come convento delle monache di clausura ora è parte dell’accesso alle grotte
Posta vicino al complesso termale di San Vittore delle Chiuse (Vai al sito delle terme) rappresenta uno dei meglio conservati monumenti romanici della zona. La chiesa che risale all’XI secolo è costruita in blocchi di travertino e altri materiali. L’interno con pianta a croce greca è a tre navate divise da pilastri cilindrici.
La scoperta delle grotte risale al 28 giugno del 1948 quando un gruppo di speleologi anconetani scoprì l’ingresso della Grotta del Fiume, negli anni furono scoperte altre grotte, cunicoli, sale e androni, le ustime scoperte risalgono al 2001 quando due speleologi scoprirono la Grotta chiamata New Mexico. Le grotte di Frasassi sono considerate uno dei complessi carsici più interessanti d’Italia e dal 1974 sono aperte al pubblico. Le grotte si visitano attraverso un percorso di circa 1,5 km comodamente percorribile su dei camminamenti, l’accesso è consentito anche ai disabili fino alla seconda sala; all’interno delle grotte vi è una temperatura di 14 gradi quindi è consigliato un abbigliamento adeguato. La visita comincia dall’Abisso Ancona per proseguire alla sala dei Duecento, delle Candeline, dell’Orsa e alla sala Dell’infinito ammirando il Laghetto cristallizzato, la Castata del Niagara, il castello delle Fatine ecc. Per le persone un pò più esperte è possibile percorrere due percorsi avventura quello Azzurro che dura un pò più di due ore e quello Rosso della durata di circa quattro ore ovviamente dopo essere stati affidti a piccoli gruppi ad una guida e adeguatamente equipaggiati.
All’esterno delle Grotte si può usufruire di un’ampia area di sosta per i Camper.
Il borgo, immerso nelle colline marchigiane, conserva intatti i suoi caratteri originali tanto che nel 2007 è stato annoverato tra “I borghi più belli d’Italia”. Spettacolare la sua cinta muraria, tra le meglio conservate delle Marche, che si estende per circa 1 km ed è intervallata da torri di guardia, torrioni circolari ed accessi. Il modo migliore per vedere le mura è percorrerle seguendo l’antico cammino di ronda. Si accede al Borgo attraverso la Porta di Sotto o la Porta Nuova, attraversando le cento scale o Piaggia, per raggiungre la piazza principale chiamata Il Terreno, si incontra il famoso pozzo della polenta. Corinaldo nel 1890 diede i natali a Santa Maria Goretti, attualmente sono visitabili sia la casa che il santuario a lei dedicato. All’interno del santuario in un’urna d’argento è conservato un’osso del braccio della santa con il quale tentò di difendersi dal suo aggressore e dalle 14 pugnalate mortali.
Grazie ai suoi 13 km di spiagge di sabbia fine e alla qualità dell’ambiente la città è da sempre un noto centro balneare ed è stata più volte insignita della “Bandiera Blu d’Europa”. Fondata intorno al IV secolo A.C. fiorì in epoca romana e divenne una delle cinque città della Pentapoli Marittima. Durante il dominio dei Malatesta e dei Della Rovere il porto di Senigallia assunse importanza strategica, che manterrà nel corso degli anni.
La rocca venne costruita nel 1480 su volere di Giovanni della Rovere che ne affidò la progettazione a Baccio Pontelli. La struttura si presenta a pianta quadrata con quattro torrioni cilindrici, in passato rappresentava il fulcro delle difese marine mentre attualmente ospita una mostra sui Della Rovere.
Il palazzo è preceduto dalla fontana delle anatre risalente al 1596 che venne costruita a ricordo del prosciugamento delle paludi circostanti; costruito su volere di Guidubaldo II e progettato da Girolamo e Bartolomeo Genga, al suo interno è visibile un magnifico soffitto a cassettoni dipinto da Taddeo Zuccari.
Fu costruito parallelamente alla Rocca su volere di Giovanni Baviera, al piano nobile si possono ammirare splendidi stucchi rappresentanti scene bibliche e mitologiche di Federico Brandani.
L’edificio è stato eretto nel 1830 dall’architetto Pietro Ghinelli in stile neoclassico a pianta circolare poggia su 30 colonne doriche. Il foro è da sempre la sede del mercato cittadino ma in estate ospita anche spettacoli e concerti
I portici vennero costruiti per ospitare i mercanti che raggiungevano Senigallia in occasione della festa della Maddalena. Sono posti sulla riva destra del Misa, costruiti in pietra bianca d’Istria e caratterizzati da una successione di 126 arcate
E' il centro della vita cittadina, arricchita dalla fontana di nettuno, su di essa si affaccia il Palazzo del Governo ora sede del municipio. Il palazzo venne costruito su volere della famiglia Della Rovere su progetto di Oddi.
Aperta nel 1933 rappresenta da quella data il simbolo turistico della città, a forma di conchiglia è stata completamente restaurata nel 2006 ora rappresenta un luogo di incontro.
Costruito da una congregazione di Gesuiti intorno al 1700, custodisce nella cappella del battistero la vasca dove venne battezzato papa Pio IX.
Un itinerario che parte da Senigallia per terminare a Numana toccando i bellissimi borghi medioevali dell’entroterra e città dai tratti signorili come Macerata e Fabriano. Si tratta di un viaggio che si può fare in qualsiasi periodo dell’anno in estate può essere abbinato a qualche giornata di relax in località di mare come Numana, con le sue meravigliose spiagge di fine ghiaia bianca e il mare dai colori che passano dal verde al blu intenso, oppure a Senigallia con le sue spiagge di sabbia talmente fine da assomigliare al velluto. In autunno e primavera si può godere dei magnifici paesaggi collinari ricchi di vitigni, fare gite in bicicletta oppure passeggiate sulle spiagge. Molto caratteristiche sono le feste medioevali che si svolgono nei vari borghi all'inizio dell'estate. L'itinerario, che può essere una buona soluzione per un ponte di primavera, si adatta molto bene ad essere percorso in moto. Per questo viaggio noi abbiamo previsto una durata che va dai 5 ai 7 giorni ma se decidete di trascorrere qualche giorno al mare ovviamente il periodo può essere molto più lungo. Se viaggiate con i bambini vi suggeriamo di scegliere come località marina Senigallia per via delle sue spiagge di sabbia fine che degradano dolcemente, mentre le spiagge di Numana sono di ghiaia bianca ma il mare diventa subito profondo, facendo la gioia di chi ama fare snorkelling, dei sub e dei nuotatori esperti.
Il borgo e la fortezza sorgono su di uno sperone di roccia calcarea ad un’altezza 589 metri. Le origini della fortezza risalgono al III secolo quando i romani costruirono sul monte una fortificazione priva di mura di protezione, essendo il luogo praticamente inaccessibile. Il nome San Leo è da attribuirsi a Leone, primo vescovo del Montefeltro, giunto in questi luoghi dalla Dalmazia e al quale si deve la diffusione del cristianesimo nelle terre circostanti. I luoghi furono terreno di numerose guerre dapprima fra i Bizantini e i Longobardi, successivamente tra i Guelfi e i Ghibellini. Il borgo e la fortezza furono inizialmente feudo della famiglia Carpegna, successivamente dei Montefeltro, poi della famiglia Della Rovere, infine, intorno alla metà del 1600, diventarono di proprietà dello Stato Pontificio.
Visibile da tutta la valle grazie alla sua posizione, deve la sua forma attuale a Francesco Martini al quale venne affidato, intorno alla metà del 1400, l’incarico di adeguare la struttura della fortezza alle nuove tecniche di guerra da Federico da Montefeltro. La fortezza originariamente a pianta quadrata ha assunto l’attuale forma triangolare a causa di frane che si sono verificate nel corso dei secoli. Dal 1631 grazie alla sua fama di inespugnabilità la fortezza venne trasformata in prigione. Tra i prigionieri più illustri ricordiamo Felice Orsini e il Cagliostro. All’interno della fortezza sono ospitati una galleria d’arte contemporanea, una pinacoteca e un museo.
E’ il centro della città alla quale si accede attraverso la porta sud. Sulla piazza si affacciano: il Palazzo del Municipio, il palazzo Nardini, che conserva al suo interno la stanza dove dormì San Francesco, e il palazzo Mediceo sede del museo di arte sacra.
Alcuni fanno risalire la costruzione del primo nucleo della chiesa al VIII secolo. Durante il periodo medioevale l’edificio venne utilizzato oltre che per la celebrazione di messe e riti sacri anche per le riunioni dei capi famiglia, ove venivano discussi i problemi della comunità. Per la sua costruzione sono stati utilizzati blocchi di pietra in arenaria e pietre di altra natura. L’interno, al quale si accede da una porta laterale, è a tre navate divise da colonne e pilastri in alternanza di due, di notevole pregio il ciborio. Attraverso una scaletta posta nella navata destra si accede al Sacello di San Leo dove è conservato il fronte di un sarcofago nel quale sono rappresentati due pavoni che si abbeverano ad un cantaro
Sorge sui resti di un antico edificio religioso e rappresenta uno splendido esempio di architettura medioevale. La sua costruzione fu iniziata nel 1173 e terminò nel 1200 per edificarlo vennero utilizzate pietre in arenaria. L’interno piuttosto austero è a tre navate divise da pilastri a fascio e si sviluppa su di una pianta a croce latina, una scalinata presumibilmente del 500 porta al presbiterio. Due scalette portano alla cripta anch’essa a tre navate dove era collocato il sarcofago che custodiva le spoglie di San Leo ancora visibile il coperchio.
A pianta quadrangolare venne edificata sui resti di un’antica torre a forma circolare. La torre è stata edificata intorno al 1173 presumibilmente assieme alla vicina cattedrale. Non è visitabile tranne in occasione di alcuni eventi.
Oggi sede del municipio è stato edificato su volere di Francesco della Rovere. Si tratta di un edificio del tardo 500 posto appena dopo la porta di ingresso alla città. Il palazzo è visitabile durante gli orari di apertura degli uffici.
La Serenissima Repubblica di San Marino è situata ai confini tra le Marche e l’Emilia-Romagna su di un territorio di 61 kmq. A partire dal 2008 il centro storico e il monte Titano su cui sorge la Rocca sono stati riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità. La Repubblica è suddivisa i 9 amministrazioni locali chiamate Castelli, la capitale è la Città di San Marino. San Marino venne riconosciuta come repubblica dallo stato Pontificio nel 1291, il centro storico della capitale (che è vietato alle auto) si trova a 750 mt di altezza all’interno delle mura medioevali, belle le sue case in pietra e le sue vie.
cuore della città su cui si affaccia il palazzo pubblico costruito nel 1894 e restaurato nel 1994 dall’architetto Gae Aulenti. Il palazzo è attualmente sede del parlamento, all’esterno del Palazzo presta servizio la Guardia della Rocca che effettua un suggestivo “cambio della guardia” solo nei mesi estivi
costruita nel XIX secolo sulle preesistenti fondamenta di una basilica romanica è ricca di statue e quadri tra le quali spicca la statua di San Marino opera di Tadolini allievo del Canova.
Sono sicuramente i più noti monumenti di San Marino si parte dalla prima Torre detta Guaita per arrivare alla Seconda detta Cesta e alla Terza denominata Montale. La Prima Torre è parte del primo fortilizio sammarinese la sua costruzione è databile intorno all’XI secolo anche se rimaneggiata in epoche successive. Vede la sua massima importanza intorno al XV secolo durante la guerra contro i Malatesta di Rimini. La seconda Torre è situata sulla sommità più alta del Monte Titano, da qui si gode di una vista spettacolare sulla valle, costruita intorno al XIII secolo sopra le vestigia di un fortilizio romano ha un mastio centrale a forma pentagonale. Attualmente è sede del Museo delle Armi Antiche. La Terza torre era utilizzata come torre di avvistamento
Situato all’interno di Palazzo Pergami ospita reperti archeologici e testimonianze artistiche della storia di San Marino
Situato all’interno dell’omonima chiesa ospita affreschi e quadri che vanno dal XV al XVIII secolo oltre che oggetti di arte sacra.
Notissima località balneare della riviera Romagnola nota per i suoi locali notturni e le sue spiagge di sabbia fine. In estate viene presa d’assalto da turisti Italiani, Russi e Tedeschi grazie anche alla varietà di proposte che è in grado di offrire. Da non perdere una passeggiata in Viale Ceccarini, salotto della moda, dove hanno sede i negozi delle marche più esclusive, bella la pista ciclabile sul lungomare. Questo tratto di costa ha la più alta concentrazione di alberghi, residence e campeggi che possono soddisfare le aspettative anche dei clienti più esigenti.
uno dei più famosi parchi acquatici d’Europa che si estende su di una superficie di 90.000 mq con 3km di scivoli
un omaggio al mare adriatico e al pianeta terra su una superficie di 110.000 mq si possono vedere delfini, cavallucci marini australiani, tartarughe, è presente inoltre un settore dedicato all’habitat naturale del delta del Po e un percorso didattico dedicato all’evoluzione dei dinosauri.
Un campo da Golf avventura con 18 buche ubicate tra cascate, rocce e laghetti disposto su di una superficie di 7.000 mq.
Il borgo è famoso oltre che per la sua cinta muraria e per la sua rocca anche per essere il luogo dove avvenne l’omicidio di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta ad opera di Giovanni Malatesta detto lo “sciancato”, l’episodio viene raccontato anche da Dante Alighieri nella divina commedia. Salendo dalla costa godiamo di una bellissima vista sulla la cinta muraria, di origini medioevali è ornata da merli e intervallata da torrioni e torrioncini di forma quadrata. Si entra nel Borgo attraverso la porta dell’orologio e dopo una breve salita si incontra una seconda cinta muraria anch’essa dotata di porte d’accesso la quale separa il Borgo dalla Rocca. La Rocca venne costruita su volere della famiglia Griffo ma subì dei rimaneggiamenti da parte delle famiglie Malatesta e Sforza. All’interno della Rocca da vedere il cortile con portico e loggia e le sale arredate con mobili del 400-500 e ornate da affreschi. Di particolare pregio la cappella, la sala della passione, il camerino di Lucrezia Borgia, la sala dei Putti e quella del Consiglio. Nella camera di Francesca da notare la botola attraverso la quale secondo la leggenda i due amanti tentarono inutilmente di fuggire.
La città venne fondata dai romani con il nome di “Pisaurum”. All’origine tutta la piana era paludosa e insalubre anche a causa dell’argilla abbondante in questa zona che negli anni successivi venne utilizzata per la produzione delle maioliche. La città fu contesa e dominata da varie famiglie tra esse spiccano i Malatesta, gli Sforza e i Della Rovere. Attualmente è nota anche come località balneare.
è il cuore della città e della sua vita politica e sociale. Al centro della piazza troviamo una bella fontana di Lorenzo Ottoni con tritoni e cavalli marini, ai lati invece troviamo: Palazzo Ducale fatto costruire nel XV secolo da Alessandro Sforza e oggi sede della prefettura (le sale adibite a mostre sono visitabili in alcuni periodi dell’anno), La Chiesa di Sant’Ubaldo, il Palazzo della Paggeria rimasto incompleto e l’attuale sede delle Poste.
Il conservatorio è stato creato grazie ad un lascito del musicista e dal 1892 ha sede a Palazzo Olivieri
La pinacoteca comunale ospita opere di Vitale da Bologna, Marco Zoppo, Guido Reni e altri pittori Veneziani, Toscani e Bolognesi tra essi spicca l’opera di Giovanni Bellini “L’Incoronazione della Vergine”. Il museo della ceramica raccoglie invece opere provenienti dai comuni della zona come Urbino, Faenza e Gubbio; tra le opere esposte possiamo ammirare un bassorilievo di Francesco Laurana e un tondo in terracotta di Andrea della Robbia.
Tipica costruzione di architettura militare del 400 a forma quadrangolare dispone di un fossato difensivo, quattro torrioni cilindrici, ferritoie e bocche da cannone. Deve il nome a Costanzo Sforza che la fece erigere tra il 1474 e il 1483. Il progetto iniziale è da attribuire a Giorgio Marchesi al quale successe Luciano Laurana. La costruzione del fossato difensivo fu voluta da Cesare Sforza che vi convogliò l’acqua del mare. Dal 1864 al 1989 la Rocca venne adibita a carcere. Oggi è sede di eventi culturali tra i quali il ROF
La villa in stile rinascimentale è ubicata alcuni chilometri fuori dalla città immersa nel parco del Colle San Bartolo. Deve il suo nome al fatto che fu l’imperatore Federico III d’Asburgo a porre la prima pietra durante una tappa del suo viaggio verso Roma. La villa si compone di due corpi uno eretto nel 400 ad opera della famiglia Sforza e l’altro nel 500 dala famiglia della Rovere, i due corpi sono tra loro collegati da un corridoio pensile. Le visite alla villa sono possibili solo da Giugno a Settembre su prenotazione Vai al Sito
La casa è stata dichiarata monumento nazionale nel 1904, qui vide la luce Gioacchino Rossini nel 1792. Nella casa possiamo trovare molti cimeli Rossiniani oltre che mobili d’epoca e il pianoforte su cui si esercitava da piccolo il musicista
Terza città delle marche per numero di abitanti, deve la fama oltre alla sua storia anche al suo carnevale. Di origini picene la città acquisì notevole importanza fin dell’epoca romana dove era conosciuta con il nome di Fanum Fortunae dal Tempio della Fortuna attorno al quale si sviluppò. Il tempio venne eretto intorno all’anno 207 a testimonianza della battaglia del Metauro dove le legioni romane sbaragliarono l’esercito di Asdrubale. Fu Cesare Ottaviano Augusto che elevò la città a colonia oltre che dotarla di mura di cinta, tutt’oggi parzialmente visibili. Vista la sua importanza strategia la città fu terreno di numerose battaglie tra queste ricordiamo la Battaglia di Fano combattuta tra gli alemanni e le truppe dell’imperatore Aureliano e la Guerra Gotica durante la quale vennero distrutti parecchi edifici dell’epoca Romana. Successivamente assieme a Pesaro, Rimini, Senigallia e Ancona entrò a far parte della pentapoli marittima. Nel XII secolo la città fu dominata dalla famiglia Malatesta ma nel 1463 dopo un lungo assedio la città passò sotto il dominio di Federico da Montefeltro, successivamente entrò a far parte dello Stato Pontificio.
Da sempre simbolo della città venne costruito in pietra arenaria e rivestito in travertino. In epoca romana costituiva la porta d’accesso alla città, la parte superiore dell’arco venne abbattuata nel 1463 da Federico da Montefeltro.
La cinta tutt’oggi visibile venne costruita in epoca romana e ampliata durante il dominio della famiglia Malatesta.
La cattedrale venne costruita nell’XII secolo su di una chiesa preesistente ma andata distrutta durante un’incendio nel 1124. La cattedrale dedicata a Santa Maria è in stile romanico, l’interno è a tre navate che terminano con tre absidi. Nel corso del tempo le absidi laterali sono state trasformate in cappelle. Da notare gli altorilievi a gli affreschi delle pareti e della volta da attribuire a Domenichino.
La corte è uno spazio aperto attualmente utilizzato per eventi e manifestazioni, soprattutto spettacoli lirici, di prosa e balletti su di esso si affacciano i due corpi del palazzo Malatestiano. I corpi sono stati edificati in epoche differenti il primo nel 1400 e lo si riconosce dal portico, dalle bifore gotiche e dai sovrastanti merli, mentre il secondo venne costruito intorno al 1500 con una caratteristica loggia su colonne. Attualmente il palazzo è sede del Comune e del Museo Civico.
E' il cuore della città sin dal medioevo, nella piazza troviamo la “Fontana della Fortuna” che risale al 1500 sui lati si affacciano il Palazzo della Regione, il Teatro della Fortuna e la torre civica
Il museo e la pinacoteca hanno sede all’interno del Palazzo Malatesta e conservano reperti che vanno dall’età preistorica fino ad oggi. Di notevole pregio la sezione numismatica con medaglie dell’epoca malatestiana. Tra i dipinti di notevole pregio “L’Angelo Custode” di Guercino, “L’Annunciazione” di Guido Reni e “La Madonna in trono con bambino” di Giovanni Santi, rimarchevole anche la collezione di ceramiche.
chiesa di origini seicentesche con all’interno stucchi e affreschi
Si tratta di due sepolture del XVII secolo appartenenti a Pandolfo III e alla sua prima moglie
Costruita su volere di Sigismondo intorno al 1400 si presenta a forma di rettangolo con robusti torrioni e un mastio. Attualmente vi trovano sede i giardini pubblici
Il paese le cui origini risalgono al X sec. è posto su di uno sperone di roccia che domina la valle del fiume Foglia oggi chiuso nel bacino artificiale del lago del Mercatale. Vista la sua importanza strategica la città fu per molto tempo contesa dalle famiglie dei Montefeltro e dei Malatesta che la governarono a fasi alterne. Dopo la vittoria finale ad opera di Federico da Montefeltro, Sassocorvaro venne data in affidamento ad Ottaviano degli Ubaldini che su volere di Federico iniziò la costruzione della famosa Rocca la cui progettazione venne affidata a Giorgio Martini. Con la morte di Ubaldini i Montefeltro affidarono il paese alla famiglia Doria che la resse fino al 1626 data dell’estinzione della famiglia. Di notevole pregio la Rocca Ubaldinesca costruita con lo scopo di rendere più sicuri i confini del ducato, si presenta con una pianta a forma di vascello e possenti torrioni cilindrici. L’interno perfettamente conservato si snoda intorno al cortile d’onore, oggi al primo piano troviamo la pinacoteca comunale mentre al piano superiore troviamo un teatrino del 700 ricavato da un salone del forte e il Museo della Rocca. All’interno della rocca durante la seconda guerra mondiale vennero nascosti dall’allora sovrintendente di Urbino Pasquale Rotondi più di 10.000 capolavori per proteggerli da eventuali danni o furti, le loro riproduzioni sono attualmente esposte nell’Arca dell’Arte. Dalla balconata in cima al paese si gode di un magnifico panorama sul lago artificiale e sulle colline circostanti da vedere anche il Palazzo Battelli e la collegiata di San Giovanni Battista.
Dal 1998 il centro storico della città è annoverato tra il patrimonio dell’UNESCO. La città è indissolubilmente legata a Federico III da Montefeltro il cui ducato è durato dal 1442 al 1482, in questo lasso di tempo Federico, considerato un perfetto esempio di principe rinascimentale e amico di Lorenzo de Medici creò una città talmente ricca d’arte da poter competere con Roma o Firenze. Il figlio Giudobaldo proseguì nella sua opera fino alla morte avvenuta nel 1500. Durante questo periodo vennero costruiti il Palazzo Ducale e la cinta muraria. Per abbellire la città vennero richiamati artisti da tutt’Italia, fu in questo periodo che Urbino diede i natali a due grandi artisti italiani come Raffaello e Bramante. Alla morte di Giudobaldo il ducato passò al nipote Francesco appartenente alla famiglia Della Rovere, la corte venne trasferita a Pesaro e da questo momento comincerà il declino della città che durerà fino all’elezione a papa di Clemente XI. Il nuovo papa appartenente alla famiglia Albani diede nuovo impulso alla città grazie ad una spinta all’edilizia sia civile che religiosa. La visita del centro storico della città non può che cominciare da una delle 4 porte di accesso: Porta S. Lucia, Porta San Bartolo, Porta Valbona e Porta Lavagine.
La cinta venne fatta erigere da Giugiobaldo, ha una caratteristica forma a fuso e utilizza le più moderne tecniche di costruzione dei tempi come i baluardi difensivi a pianta cuneiforme
Anticamente veniva usata come piazza del mercato ora invece è adibita a parcheggio da questa piazza può cominciare la visita della città attraverso la porta Valbona.
Le impressionanti dimensioni della reggia che può ospitare migliaia di persone hanno permesso che vi trovassero sede la sovrintendenza ai beni artistici e storici delle Marche, La Galleria Nazionale delle Marche, il museo archeologico di Urbino, i sotterranei e il museo della ceramica. Il palazzo venne costruito nel XV secolo su volere di Federico da Montefeltro, tre sono gli architetti a cui si deve la mirabile riuscita dell’opera: Maso di Bartolomeo, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini. Il primo nucleo del palazzo denominato “Palazzetto della Jole” fu edificato su volere del padre di Federico e da questo nucleo partì Maso di Bartolomeo per la progettazione dei primi lavori. All'architetto Luciano Laurana vanno attribuiti la costruzione della facciata dei torricini, lo scalone d’onore, la biblioteca, il salone del trono, la sala degli angeli, la sala delle udienze e il famoso studio del Duca Federico. L’architetto Francesco di Martini si occupò invece della progettazione dell’impianto idrico del palazzo e della facciata ad ali. Di particolare bellezza è il cortile d’onore simbolo dell’arte del 400 italiano, il quale permetteva l’accesso alle sale destinate all'attività pubblica, ai sotterranei oltre che allo scalone d’onore che conduce alle sopra-logge. Da non perdere la Galleria Nazionale delle Marche dove troviamo: l’alcova del duca Federico con mobili del xv sec., l’appartamento del Duca Federico che custodisce alcuni dipinti di Piero della Francesca tra i quali La Flagellazione e la Madonna di Senigallia; l’appartamento della Duchessa dove nel salotto troviamo la Muta di Raffaello e Santa Caterina d’Alessandria mentre nella camera da letto troviamo l’Ultima Cena e la Risurrezione di Tiziano, 7 arazzi degli atti degli apostoli tessuti su cartoni di Raffaello ornano invece la sala del trono usata dal Duca come salone delle feste.
Caratteristica via con case in cotto che parte dal portico di San Francesco e sale al cuore della città, nella via troviamo la casa natale di Raffaello acquistata dal padre Giovanni Santi nel 1460 ora sede dell’Accademia di Raffaello. All’interno della casa sono visibili alcune opere dell’autore e del padre tra le quali l’affresco della Madonna con Bambino dipinto in giovinezza.
Il duomo in stile neoclassico è stato quasi completamente ricostruito dopo il terremoto del 1781 che danneggiò seriamente la cupola e ne provocò il successivo crollo. Nella facciata opera di Morigia trovano dimora 7 statue tra le quali quella di San Crescentino protettore della città. L’interno è a tre navate, nella navata centrale ha sede l’altare dove si può ammirare il dipinto di Untemberger della “Madonna Assunta” alla quale è dedicata la chiesa, la grande cupola è decorata con le immagini dei quattro evangelisti
La chiesa che risale alla fine del 1300 racchiude al suo interno dei magnifici affreschi in stile gotico dipinti dai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni oltre che un bel soffitto ligneo carenato