Il borgo, con circa 1000 anni di storia, è conosciuto soprattutto grazie al castello che domina dall'alto di una collinetta, tutto il paese ha una struttura a chiocciola che ruota attorno al maniero.
Costruito tra il 1340 e il 1357 su volere della nobile famiglia Falletti si distingue per le sue belle forme gotiche protese verso l’alto. Il maniero oltre a rappresentare la ricchezza e il prestigio dei suoi proprietari svolse per anni una funzione di controllo sulle attività produttive della zona. Nonostante durante la sua esistenza non abbia subito danni o rimaneggiamenti, nel 1950 è stato oggetto di interventi conservativi voluti dall'ex presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Nella sala centrale denominata “il salone dei Valvassori” si possono ammirare gli splendidi soffitti a cassettoni e i resti di alcuni affreschi. Considerato uno degli esempi meglio conservati di castello nobiliarre del trecento piemontese, rappresenta un unicum in Italia. Dal 1949 il castello è di proprietà dello Stato Italiano ed è tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte.
A pochi chilometri dal borgo si incontrano i Tenimenti di Fontana Fredda con il casino di caccia della Bela Rusin, i locali ospitano il Ristorante da Guido, un raffinato hotel e la bottega del vino. Vai al Sito
Situato in posizione panoramica, è considerato un grazioso centro di villeggiatura grazie alle sue caratteristiche case dai muri in pietra e ai negozi con insegne interamente dipinte a mano. Bella la passeggiata del parco delle rose rare e antiche che si sviluppa su viale della Rimembranza. Tutte le vie del borgo sonoornate da rose al punto da essere definita "la Portofino delle Langhe". In estate le vie di Bassolasco vengono adornate da una notevole varietà di fiori che gli permettono di partecipare al concorso "Comune Fiorito". Da vedere la chiesa patronale San Giovanni Battista e il castello dei Balestrino dei marchesi del Carretto.
Situato in posizione panoramica, il borgo è un gradevole luogo di villeggiatura famoso soprattutto per il suo formaggio Toma di Murazzano. Da vedere:
Dedicato alla madonna di Hale, venne costruito intorno al 1600. Al suo interno custodisce la venerata immagine di una madonna con bambino dipinta su ardesia.
Alta 33 metri costituisce da sempre il simbolo della città, anticamente era collegata al castello grazie ad una passerella posta a 7 metri dalla base. Visitabile tutti i giorni da giugno a settembre 10-12 e 15-18. Dalla sommità della torre si gode di una splendodido panorama.
Se viaggiate con i bambini potete fare visita al Parcosafari delle Langhe.
La città di origine medioevale si compone di un a parte bassa e moderna e i una parte alta ed antica dove ha sede il castello. La località è nota per la produzione del vino Dolcetto, al quale viene dedicata una sagra la seconda e la terza settimana di settembre. Il comune ha organizzato 7 percorsi naturalistici ad anello che si possono effettuare a piedi in bicicletta oppure a cavallo, l’ufficio del turismo fornisce le guide con i percorsi ed i tempi di percorrenza dei vari sentieri. Da vedere:
Costruita tra il 1860 e 70 conserva degli affreschi cinquecenteschi, un crocifisso del 700 e una via crucis di Gaetano Previati.
Il paese, ha dato il nome al celebre vino prodotto dai vitigni di nebbiolo che vengono coltivati solamente in 11 comuni di questo suggestivo territorio.
Si ritiene che la prima edificazione del castello di Barono avvenne nel X secolo quando Berengario I acconsentì che il feudatario del luogo costruisse una struttura difensiva contro le invasioni degli Ungari e dei Saraceni. Di quella prima struttura rimane oggi solamente il mastio. Da alcuni documenti del 200 si ha testimonianza della cessione del castello da parte dei signori di Mercenasco al comune di Alba il quale lo cedette successivamente ai conti Faletti. Furono i faletti a farne una dimora permanente, dopo lunghi ed impegnativi restauri. Nel 1524 il castello venne parzialmente distrutto e saccheggiato dal governatore di Cherasco, furono giacomo e Manfredi a porre rimedio ai danni e ad apportare nuove migliorie. Il castello rimase praticamente immutato fino al 1864 quando morì la Marchesa Juliette Colbert, ultimma erede dei Faletti. Il castello passò all'Opera Pia Barolo che dopo pesanti modifiche ne fece un collegio. Nel 1970, grazie ad una pubblica sottoscrizione, il castello venne acquistato dal comune di Barolo. Dopo attenti restauri ora il castello ospita l'enoteca regionale del Barolo e il museo del vino. La visita al museo del vino è anche l’occasione per ammirare le bellissime sale del castello tra le quali “Il salone delle 4 Stagioni” la “Sala degli stemmi” e “La stanza della Marchesa”.
Il Wine Museum è considerato il più innovativo museo italiano del vino, grazie anche all'idea del suo creatore e curatore François Confino che ha immaginato un percorso che intreccia una dimensione scientifica ad una poetica con caratteristiche lontane dalla classica configurazione di un museo. Il WiMu permette al visitatore di ripercorrere la storia di questo antico nettare, le sue qualità e i suoi utilizzi attraverso un suggestivo percorso, che con l'ausilio di strumenti multimediali, video e scenografiche ambientazioni non manca di stupire i visitatori. Grazie alle splendide ambientazioni ed al modo in cui vengono trattati gli argomenti la visita al museo è molto adatta anche ai bambini.
Questo particolare museo, che si trova di fronte al castello, espone oltre 500 esemplari di cavatappi provenienti da varie nazioni ed appartenenti a varie epoche.
Grazioso villaggio medioevale situato in posizione panoramica. Da vedere la chiesa di San Martino e la torre Municipale del 1710, dalla cui sommità si gode di uno splendido panorama sulle colline delle Langhe.
Molto bella anche la vista che si gode dalla terrazza panoramica della piazza.
Dall’ufficio del turismo partono 7 sentieri attraverso boschi e vigneti da praticare a piedi o in bicicletta. I percorsi che in autunno si riempiono di mille caldi colori, misurano dagli 11 km (il più lungo) ai 3 km (il più corto) il percorso della Fontanazza porta alla singolare cappella della Madonna delle Grazie o del Barolo dipinta da Sol Lewitt e David Tremlett. Ad Annunziata frazione di La Morra potrete fare visita al museo “Ratti dei Vini d’Alba” situato tra le antiche mura dell’abbazia dell’Annunziata. (visite su prenotazione, Vai al Sito)
La città sorse nel 1243 su volere del comune di Alba e dei centri limitrofi allo scopo di contrastare l’influenza economica e politica del comune di Asti, nel 1387 costituì la dote di matrimonio di Valentina figlia di Galeazzo, sposa di Luigi d’Orleans. Nel 1559 passò di proprietà dei Savoia grazie al trattato di Chateau-Cambreis, mentre nel 1796 venne firmata nel palazzo Salmatoris la resa delle truppe Sabaude a Napoleone. La città, adagiata su di un ampio sperone di roccia, ha una pianta a scacchiera attraversata da ampie e belle vie sulle quali si affacciano edifici che vanno dal medioevo all’epoca barocca. La città è molto viva e ricca di eventi tra i quali I Grandi Mercati dell'Antiquariato e le Fiere della Lumaca, tanto da essersi meritata l'appellativo di capitale della lumaca, grazie anche ai numerosi allevamenti ed alla presenza dell'Istituto Internazionale di Elicicoltura. Dal 2014 a Cherasco, grazie ad un accordo con il comune di Monaco di Baviera, si tiene l'Octoberfest delle Langhe, unica festa ella birra ufficialmente riconosciuta dalle autorità bavaresi.
E' il più importante museo italiano dedicato alla magia e all'illusionismo. Il museo nasce da un'idea di Don Silvio Mantelli, conosciuto anche come Mago Sales, che nel corso dei suoi viaggi in giro per il mondo ha collezionato oggetti appartenuti ai più grandi maghi della storia. Il museo è ospitato nelle 4 sale del vecchio asilo comunale, che adeguatamente ristrutturate, permettono a grandi e piccini di intraprendere un viaggio nel mondo dell'immaginario e della magia. I visitatori vengono coinvolti in esperimenti e prove pratiche grazie anche all'ausilio di supporti multimediali, che permetteranno loro di scoprire le origini della magia e i principali strumenti dei maghi. Durante le varie tappe del museo entrerete in contatto con la bocca della Verità, la Testa Parlante, la Foresta Incantata, i grandi maghi e potrete addirittura partecipare ad una seduta spiritica, per capire i trucchi dei medium. Potrete inoltre visitare il Giardino delle Fate e lo Scrigno Magico.
Costruita tra il XIII e il XIV secolo ha forme romaniche con interno a tre navate.
Costruita tra il XII e il XIII secolo in stile romanico è la chiesa più importante della città. Di pregio è la facciata ornata da loggette, l’interno a tre navate è riccamente ornato da affreschi, statue e sculture. Il campanile anch’esso in stile romanico dispone di aperture a monofore bifore e trifore
E' la via principale della città affiancata da caratteristici porticati ad arco, vi si affacciano belle case medioevali, vinerie, botteghe artigiane, negozi, trattorie e la chiesa di Sant’Agostino, l’Arco del Belvedere segna la fine della via.
Il castello, di proprietà privata, è attualmente in restauro. In estate vengono organizzati eventi nel parco. Vai la sito
Il museo è situato all'interno del settecentesco Palazzo Gotti di Salerano. Molto bella è la Sala della Sapienza con affreschi risalenti al 1672-1681, opera del pittore Sebastiano Taricco. Il museo dispone di una collezione di documenti di storia piemontese, oggetti antichi come anfore, statuette e urne cinerarie ed un interessante raccolta di monte.
Ormai interamente ricoperti da detriti i bastioni, per i quali la città era famosa, offrono l'occasione per una gradevole e panoramica passeggiata.
Fondato dai romani nel II sec a.C. con il nome di Pollentia fu un florido centro fino alle invasioni barbariche che ne provocarono una progressiva decadenza. Durante il medioevo divenne un importante centro benedettino, dopo aspre contese avvenute tra il XII e XIII secolo, che portarono alla distruzione di diversi edifici storici, nel XIV secolo divenne sede di contea del patrizio Antonio Porro. Nella seconda metà del '500 furono i marchesi di Rovagnano ad apportare sostanziali modifiche al castello e al borgo, ma è a Carlo Alberto di Savoia che si deve la radicale trasformazione sia del borgo che del castello. Da vedere:
La struttura è attualmente considerata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Di origine trecentesca il castello è stato quasi completamente rifatto nell’ottocento su volere di Carlo Alberto. Il re in occasione del matrimonio del figlio trasformò il cortile in un salone delle feste facendolo coprire da una struttura con lucernaio. Il torrione conserva i suoi elementi medioevali. Attualmente il castello non è visitabile in quanto di proprietà privata.
In passato era il centro direttivo delle tenute agricole dei Savoia, l'intero complesso come "Residenza Sabauda" è iscritto tra i beni Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Dopo i restauri avvenuti su iniziativa di Slow Food nel 2004 è divenuta la sede:
Università di Scienze Gastronomiche: è la prima l'università al mondo di Scienze Gastronomiche, nata e promossa dall'associazione internazionale Slow Food. Dalla facoltà, non statale ma legalmente riconosciuta, dopo un corso di tre anni, escono i "gastronomi" nuove figure professionali che possiedono conoscenze e competenze in ambito agroalimentare e possono operare sia in campo economico che nella comunicazione, indirizzando la produzione ed il consumo di cibo verso scelte corrette e utili, contribuendo a creare un futuro sostenibile per il pianeta.
Banca del Vino: la Banca del Vino situata all'interno di suggestive cantine ottocentesche occupa una superficie di circa 2.500 mq. All'interno di questo grande museo è possibile ripercorrere idealmente tutta l'Italia dei grandi vini fermandosi ad assaggiare e degustare. Il museo dell'Agenzia dispone di oltre 100 mila bottiglie appartenenti a 300 delle migliori aziende vinicole italiane. Scopo della Banca è quello di creare una memoria storica del vino italiano selezionando, stoccando e conservando i migliori vini prodotti nella penisola italiana. La Banca del Vino organizza periodicamente laboratori e corsi di degustazione alla presenza di autorevoli esperti di vino, oltre a tour giornalieri alla scoperta delle cantine delle Langhe.
Dedicata a San Vittore venne progettata da Ernesto Melano, lo stesso architetto che nel 1824 progettò il restauro dell'abbazia di Hautecombe in Savoia. L'esterno contraddistinto da grandi contrafforti ornati da statue è perfettamente integrato nella bella piazza neogotica. L'interno a tre navate è un tripudio di decori tra i quali un affresco raffigurante La Madonna con Bambino in Gloria di Carlo Bellosio, da notare i banchie i confessionali opera del Moncalvo, grande ebanista dell'epoca.
Intitolata a Carlo Alberto ha forma quadrata ornata ai lati da porticati con archi e una bella fontana in centro. Sul lato di ingresso perfettamente integrata la chiesa di San Vittore mentre di fronte la bella facciata dell'Agenzia. La piazza è dominata dall'imponente torre quadrata di origini medioevali.
Visitabile in alcune sue parti è il più grande resto di epoca romana della zona, poteva ospitare fino a 10.000 spettatori. Su parte dell'antico edificio sorgono ora le case del borgo, allineate in un perfetto semicerchio.
La città di origini romane fu denominata “Alba Pompeia”, si compone di un centro storico e di una parte più moderna con ampi viali alberati. Il centro storico è caratterizzato dalla presenza di numerose torri e case-forti. Dopo essere passata sotto vari domini da quello dei Carolingi fino a quello dei Gonzaga nel 1631 il trattato di Cherasco la pose definitivamente sotto il dominio dei Savoia. Durante la II Guerra Mondiale fu un attivo centro antifascista e sede della Libera Repubblica di Alba. Il centro della città è costituito da Piazza del Risorgimento, da vedere:
Di forme gotiche è dedicato a San Lorenzo l’interno a tre navate custodisce nell’abside i 35 scanni del coro
Venne costruita tra il XIII e il XIV secolo dall’ordine dei Domenicani, successivamente subì parecchi rimaneggiamenti fino alle forme attuali. La facciata è ornata da un bel rosone centrale mentre l’interno è a tre navate.
Il centro storico è ricco di torri che ricordano la sua storia millenaria tra queste la Torre Astesiana, la Torre Mozza e di case di notevole pregio artistico tra le quali Casa Diretti, Casa Fontana, Palazzo Belli e Palazzo Serralunga.
Il museo che conserva reperti archeologici di origine romana dispone anche di una sezione antropologica e di una di scienze naturali.
L’itinerario suggerito è un anello che parte da Alba e finisce ad Alba toccando Pollenzo, Barolo, Cherasco, Murazzano e altri piccoli borghi, ricchi di storia, arte e natura. Proprio per la particolarità del territorio, la ricchezza di castelli e borghi medioevali conservati praticamente intatti, nel 2014 l'UNESCO ha annoverato i territori che andremo a visitare, conosciuti come Langhe-Roero, tra il Patrimonio Mondiale dell'Umanità.
E’ un viaggio da intraprendere possibilmente in autunno, in inverno o agli inizi della primavera quando le dolci colline si riempiono dei colori e degli odori delle viti, dell'uva e degli alberi da frutto. E’ indicato agli amanti della buona tavola e del vino, che potranno visitare antiche cantine, degustare ottimi vini come il Barolo, il Barbera e il Nebbiolo oppure sedersi in uno dei numerosi ristoranti e gustare i tartufi raccolti dai trifulau, le tome, i brasati o i ravioli. L'itinerario si adatta bene agli sportivi che potranno fare passeggiate o cicloturismo in un saliscendi d'emozioni tra le morbide colline oppure praticare canottaggio lungo il Tanaro. Le Langhe con i suoi castelli, i suoi vigneti, i suoi paesaggi carichi di colori e di suggestioni della nebbia sicuramente non deluderanno gli amanti della fotografia. Il percorso suggerito può essere unito all'itinerario "Tra Langhe e Monferrato".
Nota città balneare posta nel cuore del parco regionale del Conero, dal 2000 in poi ha sempre conquistato la bandiera blu d’Europa grazie alle sue acque cristalline, alle spiagge di ghiaia fine e all’attenzione che le varie amministrazioni comunali hanno sempre posto verso l’ambiente. Le origini della città risalgono all’VIII secolo A.C., fu dapprima un importante porto piceno e successivamente colonia romana. Dal 1292 a causa di un terremoto e di ripetuti saccheggi da parte dei saraceni cadde in un lungo periodo di declino, nel 1404 passò sotto il dominio di Ancona.
Dal 1974 l’amministrazione comunale ha aperto al pubblico l’Antiquarium Statale dove sono esposti importanti reperti piceni ritrovati durante gli scavi effettuati negli anni 60 nelle necropoli dell’area di Quagliotti-Davanzali. Da vedere il Santuario del crocifisso dove è custodito un crocifisso ligneo e la Piazza con la Torre del Pincio. Da non perdere le splendide spiagge de Marcelli di Numana, un tratto di costa con spiagge di ciottoli bianchissimi che contrastano con il blu intenso del mare. Se soggiornate a Numana vi consigliamo un’escursione al'antico borgo di Sirolo magari per un aperitivo serale o una cena.
Il borgo arroccato sul colle Sentino sorge intorno alla Rocca costruita tra il 1454 e il 1456 a difesa dei territori anconetani. La Rocca dispone di una forma quadrangolare ed è posta su di una rupe in tufo che ne aumenta la sua capacità difensiva. Nonostante la sua architettura in stile medioevale, dispone di strutture difensive all’avanguardia (rapportate all'epoca) infatti è in grado di resistere al lancio di macigni e alle nuove armi da fuoco (le bombarde). All’interno della Rocca è attualmente ospitata una mostra di armi antiche. Da vedere anche il museo di Scienze Naturali che ospita esemplari di flora e fauna della zona del Conero. Molto belle le feste medioevali che si svolgono in genere nel mese di Luglio annoverando sbandieratori, gruppi di tamburi, acrobati, giullari, mangiafuoco, giocolieri e personaggi in abiti d'epoca che sfilano per le vie del borgo. Nell'occasione vengono organizzati giochi ai quali può partecipare tutta la popolazione, spettacoli equestri e per i più piccini spettacoli di burattini.
Loreto, considerata una Città Santuario, è la seconda in Europa dopo Lourdes per numero di fedeli che ogni anno la raggiungono in pellegrinaggio per venerare la Madonna Nera. Le origini del Santuario risalgono al 1294 periodo in cui secondo la tradizione arrivò dalla Palestina, trasportata dagli angeli, la Santa Casa di Maria di Nazareth, dove la stessa ricevette l’Annunciazione. In realtà da studi effettuati si pensa che le pietre vennero trasportate via mare da un’esponente della famiglia Angeli. Inizialmente inttorno alla casa si sviluppò un borgo, ma nel 1469 su volere del vescovo di Recanati Nicolò delle Aste si iniziò la costruzione di una basilica-fortezza con lo scopo di proteggere la casa. Alla costruzione della basilica presero parte personaggi come il Bramante, Baggio Pontelli, Sansovino e Giuliano da Sangallo.
Al centro della piazza è posta la fontana della Madonna ornata da putti, aquile, draghi e tritoni. Tutt'intorno alla piazza sono disposti edifici del santuario
L’esterno del santuario, in pietra bianca d’Istria, è in stile rinascimentale, l’interno a croce latina a tre navate ospita la Santa Casa, custodita da un rivestimento in marmo disegnato dal Bramante dove vengono celebrate le glorie della Madonna. All’interno della casa è custodita una statua della madonna in legno di cedro del libano opera di Leopoldo Celani.
Il palazzo, rimasto incompiuto, si estende lungo tutta la piazza della Madonna con un susseguirsi di archi. Il palazzo venne iniziato dal Bramante, ma ne proseguirono l’opera Antonio da Sangallo il giovane, Giovanni Boccalini e Luigi Vanvitelli. Al suo interno vi trovano dimora l’archivio storico della Santa Casa, il Museo-Pinacoteca che conserva una collezione di Ceramiche da Farmacia e capolavori di Lorenzo Lotto e Pomarancio
A 12 chilometri da Macerata sorge l’abbazia che prende il nome dal vicino torrente, immersa in un’ampia riserva naturale, dalla quale, attraverso comodi sentieri si accede ad una foresta millenaria di più 100 ettari. L’abbazia venne fondata da un gruppo di monaci cistercensi provenienti da Chiaravalle, su di un terreno donato dal Duca di Spoleto Guarniero II. Ai monaci Cistercensi si deve la bonifica delle paludi circostanti e la costruzione di ben sei aziende agricole che favorirono lo sviluppo di tutta la regione. Il complesso si presenta come un’opera imponente e severa che contrasta con l’ospitalità e l’accoglienza che regnano al suo interno. Fanno parte del complesso la chiesa di Santa Maria Annunziata, un bellissimo chiostro quadrato, il refettorio dei conversi, la sala del capitolo, le cantine, il cellarium e la sala delle tenute; all’esterno si trova invece un’albergo sorto nella vecchia foresteria. Attiguo all’abbazia sorge l’aristocratico palazzo appartenuto ai principi Bandini. Il palazzo è ricco di sale arredate e dipinti in trompe-l’oeil, bello il giardino con alberi rari.