Il piccolo borgo valdostano festeggia da oltre 130 anni la festa del Santo Patrono con un grande Falò propiziatorio la sera del 19 Marzo seguito dalla distribuzione alla popolazione di vin-brullè. Il Giorno seguente Santa messa e pranzo tipico a base di polenta e capretto.
La festa può costituire l'occasione per visitare uno dei tanti castelli della Valle d'Aosta primo tra tutti il vicino Forte di Bard. Per maggiori dettagli clicca qui
Una festa tutta paesana quella che si svolge a Tursi la vigilia di San Giuseppe con l'accensione dei fuochi in ogni rione e la preparazione da parte delle donne del luogo di prelibatissime focacce in occasione della concomitante Festa delle focacce quest'anno giunta alla sua XIII edizione.
Purtroppo in seguito all'istallazione della rete di metano negli ultimi anni si è notevolmente ridotto il numero di falò accesi con gli sfalci delle potature degli ulivi accumulati durante la stagione invernale. Dopo l'accensione del falò avviene lo scambio e l'assaggio delle squisite focacce preparate in numerose varianti come quelle al pomodoro, con peperoni e pomodori, con l'origano, con i ciccioli del maiale oppure i calzoni con patate e bietole.
Una tradizione strettamente contadina legata ai cicli dell'agricoltura. La sera di San Giuseppe nelle varie piazze dei quartieri cittadini vengono accesi enormi falò con gli sfalci delle potature degli ulivi, in una specie di gara tra i vari rioni per il falò più grande. I falò vengono considerati dai più un rito propiziatorio per la nuova stagione agricola. Tradizione vuole che se il falò brucia bene e consuma tutta la legna con il quale è stato acceso, i membri di ogni famiglia a fuoco spento portano a casa loro un po di cenere ritenuta benedetta e con la quale avrebbero poi acceso il fuoco dei loro bracieri. ecco l'elenco delle piazze ove verranno accesi i Falò:
Piazza dei Cavalieri - dove l'accensione del falò sarà allietata da musiche e balli in piazza
Piazza Aldo Moro -dove verrà acceso un grande falò a cura della protzione civile e con il patrocinio dell'amministrazione comunale. Allieteranno la serata balli, canti, animazione e degustazione dei Cibi della fratellanza.
Il 25 Marzo in occasione dei festeggiamenti della Santissima Annunziata verrà ripetuto il rito dell'accensione dei falò.
Una delle più belle feste dell'intera Sicilia che attira a se centinaia di visitatori provenienti da ogni parte. Le origini della festa sono molto antiche come pura la sua preparazione che comincia con molte settimane di anticipo.
La festa, di origini medioevali, si è con il tempo trasformata in una festa cristiana dedicata al Santo Patrono della città. Anche in questo caso si tratta di una festa propiziatoria affinchè il Santo interceda per un raccolto buono ed abbondante. Già nelle settimane precedenti, nei dannusi vengono preparate le bardadure dei cavalli. Utilizzando delle orditure di tela di juta (anticamente venivano utilizzate foglie di palma) vengono intessute migliaia di violaciocche fino a formare dei veri e propri quadri rappresentanti la Sacra Famiglia e altri simboli sacri. Il giorno della festa i cavalli così bardati e montati da cavalieri in costume si recano sulla principale piazza cittadina e lì all'urlo di "PATRIA' - PATRIA' -PATRIARCA!" il coloratissimo corteo di cavalli, cavalieri, accompagnatori, con in testa la Sacra Famiglia parte per una processione per le vie della città. Nei vari quartieri vengono intanto accesi i "paggiara" falò attorno ai quali si raccoglie la gente in attesa del passaggio del corteo e sui quali vengono cotte salsicce e altre succulente pietanze per il gran banchetto finale.
Durante la manifestazione si terrà la tradizionale Sagra di San Giuseppe con degustazione di prodotti tipici sciclitani “U CUCCIDDATU E IL FAGIOLO COSARUCIARO", esposizione di dolci tipici di San Giuseppe. MOSTRA FIERA MERCATO DI SAN GIUSEPPE
- Via Zara / Vicino al palazzetto dello Sport
- Viale delle Regioni - presso area mercato ortofrutticolo in contrada Spinello
Antica e prestigiosa fiera che si svolge ogni anno il terzo week end di marzo, quest'anno si presenterà con una formula completamente rinnovata. Oltre 300 bancarelle invaderanno le vie della città esponendo piante, fiori, attrezzi agricoli, abbigliamento, artigianato etnico, artigianato locale e prodotti enogastronomici tipici del territorio.
Durante la fiera verranno allestiti stand gastronomici ove sarà possibile degustare piatti della tradizione locale come la piadina, la porchetta, salumi e formaggi.
Il Sabato mattina nellla Sala Multimediale della Comunità Montana si svolgerà il tradizionale Convegno dell'Agricoltura un appuntamento di primo piano per le politiche agricole delle aree limitrofe.
L’aria è tersa, il sole regala i primi tiepidi raggi e invita a tranquille passeggiate, il cielo è di uno splendido azzurro chiaro e le Alpi che circondano la città sembrano quasi abbracciarla. E’ la primavera della Capitale delle Alpi, una delle stagioni più amate e ricche di tradizioni, dalle manifestazioni legate alla fine dell’inverno alla Pasqua, con il mercatino e l’Osterfestival, programma di musica e arte quest’anno dedicato all’Amore.
Il momento ideale per scoprire questa splendida città, magari con il pacchetto Pasqua a Innsbruck: due notti a partire da 159 euro a persona, Innsbruck Card inclusa.
Uno degli appuntamenti più attesi è il Mercatino di Pasqua di Innsbruck: oltre 30 bancarelle riempiono la piazza del Tettuccio d’oro, proponendo decorazioni particolari, oggetti di artigianato artistico e golose delizie tirolesi. La città è colorata da curiose e sgargianti uova di Pasqua giganti, mentre bande musicali e tradizionali gruppi in costume trasportano gli ospiti del Mercatino in una vivace atmosfera pasquale e li coinvolgono in prima persona nelle suggestive tradizioni locali: il Grasausläuten, festose passeggiate per i prati al suono di campane e campanelle, le avvincenti esibizioni degli schioccatori di frusta dette Aperschnalzen o la consueta attività di intrecciare le palme pasquali. I piccoli ospiti del Mercatino potranno invece dedicarsi alla Caccia ai cestini di uova pasquali, che da sempre coinvolge tutti i bimbi in una ricerca avvincente e scherzosa. Sempre ai bambini è dedicato il laboratorio di bricolage Ernis Bastelecke, dove potranno provare a costruire da soli simpatici personaggi e allegre decorazioni pasquali e primaverili.
La Pasqua in Tirolo è Osterfestival. Un appuntamento di musica e danza, dall’11 al 27 marzo 2016, che quest’anno è dedicato all’amore. Amore in ogni sua forma: quello divino, presentato nelle opere sacre barocche, ma anche quello terreno, che trova espressione nella musica moderna e in danze suggestive. Tre indimenticabili serate presenteranno lo scenario contemporaneo della danza internazionale”. L’amore per la musica sarà al centro di “Quadro di un’epoca … mondi intimi, presentato dalla compagnia Sead’s Bodhi Project con la splendida coreografia di Etienne Guilloteau (13 marzo 2016). “Notte trasfigurata” segue invece la coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker e fa esplicito riferimento all’omonima opera di musica da camera di Arnold Schönberg (19 marzo 2016). Infine, il pezzo di danza “Speak low if you speak love”, studiato dal coreografo Wim Vandekeybus e presentato dalla sua compagnia di ballo Ultima Vez, presenterà al pubblico l’amore come “uno dei nostri stati d’animo interiori più incomprensibili e imprevedibili” (27 marzo 2016).
Con il suo programma di concerti, il Festival di Pasqua del Tirolo esplora le strette relazioni tra la musica antica e quella contemporanea. La Domenica delle Palme e il Venerdì Santo verranno eseguite, nella sala Tirolo del centro congressi Congress Innsbruck, la Passione secondo Giovanni e la Passione secondo Matteo, magistrali opere di Johann Sebastian Bach, mentre il gruppo musicale La Camera delle Lacrime, con i suoi “…dialoghi musicali Karakorum” trasporterà il pubblico nel suggestivo regno mongolo del XIII secolo. L’apertura del Festival, l’11 marzo 2016, e il Giovedì Santo si svolgeranno invece al ritmo della musica del XX e del XXI secolo, interpretata dal coro Company of Music e da uno dei più inconsueti e affascinanti quartetti d’archi del giorno d’oggi, il Quatuor Diotima.
Info:Innsbruck Tourismus, tel. +43 51259850; www.innsbruck.info; office@innsbruck.info.
Ad Aprile, gli agrumi e le limonaie del Lago di Garda protagonisti di una manifestazione e del Weekend tra i Giardini d’Agrumi
dei Lakefront Boutique Hotels, a Gargnano (BS).
Chiudete gli occhi e respirate. Quello che sentite è un inconfondibile profumo di agrumi. Eppure non siete in Sicilia. E questo canto d’acqua che accarezza le orecchie con note lievi non esce dai polmoni del mare ma dal diaframma del lago, che sembra immobile osservatore e testimone di un panorama che usufruisce del suo specchio statico e invece è un instancabile traghettatore di emozioni e di ricordi.
Quella della coltivazione dei limoni sulla riva gardesana è una tradizione che risale al tredicesimo secolo, inaugurata dai frati Francescani, che immaginarono un modo inedito di sfruttare il clima temperato del luogo. Oggi, l’antica pratica non è più così diffusa ma resistono ancora alcuni avamposti che non si arrendono alle leggi della produzione di massa e a tutti i costi, riconvertendo le limonaie in un simbolo segreto di un turismo diverso che assomiglia più all’esperienza di qualcosa di speciale, che non a una semplice gita fuori dalla porta del quotidiano.
A Gargnano (BS), l’Hotel Gardenia al Lago e l’Hotel Du Lac – a 30 km da Desenzano e da Riva del Garda – sono i due cuori pulsanti di Lakefront Boutique Hotels, l’etichetta che la famiglia Arosio – proprietaria di una rara limonaia coperta, con legni originali - ha voluto apporre su una concezione diversa del soggiorno in albergo sul Lago di Garda.
Tra l’1 e il 3 aprile 2016, Weekend tra i Giardini d’Agrumi ne riassume l’essenza. Il pacchetto comprende 2 notti con mezza pensione Gourmet con menu di quattro portate dedicati agli agrumi di Gargnano e un’iniziativa speciale, riservata a chi sa apprezzare il valore della lentezza e mantenere un segreto fatto di storia e di profumi che riguardano da vicino il paesino di Gargnano, le vicende legata alla permanenza di D.H. Lawrence e la tradizione delle limonaie. Dopo l’aperitivo di benvenuto del venerdì nella storica cantina dell'Hotel Gardenia al Lago e la presentazione della manifestazione con approfondimento sulla storia dell'agrumicoltura dell'Alto Garda, le giornate di sabato e domenica sono dedicate alla riscoperta e alla valorizzazione degli agrumi e delle limonaie di Gargnano. Un percorso esclusivo conduce i partecipanti attraverso giardini privati, eccezionalmente visitabili, dove venivano e vengono ancora coltivati gli agrumi. L’evento comprende una mostra, presso il Chiostro di S. Francesco, delle varietà di agrumi coltivati nell’alto Garda e degli attrezzi un tempo utilizzati per l’agrumicoltura.
Per informazioni: Lakefront Boutique Hotels
Indirizzo: Via Colletta 53
Tel 0365 71195 Email info@lakefrontboutiquehotels.it
Sito web: www.lakefrontboutiquehotels.it
Considerata una delle principali attrazioni turistiche della città, per la sua rilevante importanza storica ed artistica è stata annoverata nel 1966 tra i Beni Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, mentre nel 1931 venne dichiarata monumento Storico Artistico Nazionale. La costruzione di questo splendido edificio iniziò nel 1469 su volere del Consiglio Generale della città, a magnificare il potere ed il prestigio commerciale assunto in quegli anni dalla città. Per decenni nelle sue sale si svolse un'intensa attività commerciale al punto da trasformare il palazzo nel cuore economico di Valencia e da ospitare al suo interno anche una banca. Il nome Lonja, in italiano loggia,deriva dal fatto che al di sotto dei portici degli edifici pubblici e delle chiese avvenivano tradizionalmente numerosi scambi commerciali. Il palazzo, considerato uno dei più belli esempi di architettura gotica, si sviluppa su di una superficie di circa 2.000 metri quadrati. Le sue fattezze, le sue merlature ed i suoi medaglioni lo fanno assomigliare ad un castello medioevale. Sulla sua facciata principale è chiaramente distinguibile lo Scudo della Città sostenuto dagli angeli, mentre sopra la porta si trova lo scudo del Regno di Valencia. Molte altre decorazioni in pietra adornano la struttura, tra queste noterete l'uomo desnudo, un drago, una coppia abbracciata e molte altre. La struttura si suddivide in 4 parti:
- la torre ove venivano incarcerati i ladri di seta o i commercianti disonesti
- la Sala del Consolato del Mare ove aveva sede un'istituzione simile ad un tribunale mercantile
- il “PATIO de los NARANJOS” o giardino interno
- il Salone delle Colonne, dove venivano stipulati i contratti commerciali
La moderna struttura ospitata lo zoo marino più grande di tutta Europa, punto di riferimento mondiale in campo oceanografico. Grazie agli enormi investimenti finanziari, la struttura, che si sviluppa su 110.000 metri quadrati, dispone di vasche per un totale di 42 milioni di litri d'acqua nelle quali vivono circa 45.000 esemplari marini, provenienti da tutto il pianeta. Caratteristica fondamentale dell'oceanografo è l'assenza quasi totale di barriere visive, la presenza di tunnel e volte trasparenti.
Costruita sui resti di un'antica moschea dopo la Reconquista, la cattedrale venne consacrata nel 1238 dal vescovo di Valencia. Su volere di Giacomo I venne dedicata a all'Assunzione di Maria e nel 1886 venne dichiarata Basilica Minore. La cattedrale conta di ben tre porte di accesso. La porta che si apre sulla piazza de la Virgen è conosciuta con il nome di Porta de los Ferrios, con un portale in stile barocco finemente lavorato. Il portale è altro 36 metri e, grazie alla sua forma concava, da la sensazione di uno spazio molto più ampio, esso è sormontato da un rosone con vetri policromi. La seconda porta è quella conosciuta come Porta de los Apostole, in stile gotico, così chiamata per le sculture dei 12 apostoli, che si apre sul Tribunal de las Aguas. La terza porta è la Porta del Palau, in stile romanico, che si apre sul Palazzo dell'Arcivescovado. Si tratta della porta più antica della cattedrale, ove venne posta la sua prima pietra. La porta è ornata dalla scultura di 14 volti, in omaggio alle sette coppie di sposi che si unirono in matrimonio per ripopolare la città dopo la Riconquista. L'interno della chiesa ha tre navate, secondo la tradizione cristiana, e conserva nella Cappella del Santo Graal il calice originale utilizzato da Gesù durante la sua ultima cena. La coppa, databile al I secolo c.D. è in agata corallina con un basamento, di epoca successiva, ricoperto da oro e pietre preziose. Al centro della cappella è posto un altare in alabastro decorato con le figure dei 12 apostoli e della vergine Maria che sale al cielo. Dalla chiesa si accede al Museo della Cattedrale, che ospita preziosi oggetti sacri e due preziosi dipinti di Francisco Goya.
E' la parte più moderna e sfavillante della città, quella che la proietta verso il futuro. Costruita nella parte meridionale di Valencia a partire dalla fine degli anni '90 è ora il simbolo della rinascita di una città per anni non considerata dal turismo di massa e dai grandi avvenimenti pubblici. L'intera area, denominata Città delle Arti e delle Scienze, si sviluppa su di un'area di circa 350.000 metri quadrati ed è suddivisa in tre aree tematiche: arte, scienza e natura. Tutte e sette le avveniristiche strutture della Città delle Arti sono state disegnate dagli architetti Santiago Calatrava e Felix Candela con tecniche costruttive d'avanguardia che fondono con maestria la tradizione mediterranea e la modernità, tra speciali effetti di luci e colori. Nell'area trovano sede negozi di abbigliamento, librerie, bar, ristoranti, sale convegni e cinema. per maggiori dettagli clicca qui
Le fattezze dell'edificio come le vediamo oggi sono frutto di un quasi totale rifacimento avvenuto nel 1740, il palazzo fu di proprietà della famiglia Rabassa de Perellós, titolare del marchesato di Dos Aguas. In stile rococò dispone di una facciata ornata da uno splendido bassorilievo in alabastro raffigurante l'immagine della Vergine dalla quale scendono due corsi d'acqua. L'edificio, di forma quadrangolare, ruota intorno ad un giardino interno ove anticamente erano sistemati fiori e piante ornamentali. L'edificio si sviluppa su tre piani: al pian terreno sono visibili le carrozze appartenute ai marchesi, al primo piano si sviluppano gli sfarzosi appartamenti della nobile famiglia con arredi originali mentre al secondo e terzo piano è ospitato il museo della ceramica.
La costruzione di questo appariscente palazzo cominciò nel 1900, per essere inaugurato nel 1928. La sua struttura modernista in verro, vetro colorato e piastrelle smaltate ne fanno uno degli edifici più caratteristici e rappresentativi della città. La struttura, a forma di poligono irregolare, dispone di ben 14 lati per una superficie complessiva di 8.100 metri quadrati. La copertura della struttura avviene tramite due cupole in vetro colorato che ne fanno filtrare una luce di particolare bellezza. Al suo interno si svolge quotidianamente, ma solo al mattino, il mercato della frutta, della verdura, del pesce, della carne e dolci. Nonostante la struttura sia relativamente recente la tradizione del mercato a Valencia è molto antica, pare risalire addirittura all'epoca araba, per certo sappiamo che nel 1839 venne inaugurata una struttura atta ad ospitare il mercato quotidiano denominata "Mercato dei Portici", sfortunatamente a causa della mancanza di una copertura e delle sue dimensioni piuttosto ridotte questa struttura ebbe vita breve.
Con i suoi 51 metri di altezza, la torre campanaria, che sorge sul luogo ove anticamente sorgeva il vecchio campanile della Basilica, è oggi uno dei simboli della città. La sua costruzione iniziò nel 1381 ma, venne portata a termine solamente nel 1429 grazie all'intervento di diverse maestranze. Il progetto originario è opera dell'architetto Andrès Julià ma nel 1396 abbandonò il progetto, la cui conclusione venne affidata ad all'architetto Martin Llobet. Il campanile, in stile gotico ha forma ottagonale ed ospita al suo interno 11 campane, la più grande dedicata a San Miguel, che aveva il compito di proteggere la città dal male e dalle tormente, da qui il nome "Miguelete". La campana venne funsa nel 1532 e besa ben 10 tonnellate. Una scala a chiocciola di 207 gradini conduce alla sua sommità dopo aver attraversato tre stanze: la prima al piano terra che anticamente serviva come rifugio ai richiedenti asilo alla chiesa, la seconda anticamente adibita a carcere della cattedrale e la terza che in passato veniva utilizzata come abitazione dai sagrestani e dai campanari. Per un lungo periodo la torre venne anche utilizzata come faro.
Posto appena fuori dal centro cittadino il bioparco si sviluppa su di una superficie di circa 100.000 mq nei quali vivono in stato di semi-libertà lemuri, elefanti, giraffe, scimmie, zebre, rinoceronti, ippopotami e molti altri animali del continente africano. Considerato uno dei 10 zoo più belli d'Europa si divide i 4 aree principali: la Savana, la Foresta Equatoriale, il Madagascar e le zone umide. I suoi sentieri, privi di barriere architettoniche, sono adatti ad essere visitati con passeggini e sedie a ruote. Il Bioparco di Valencia è un luogo veramente unico dove sono possibili incontri faccia a faccia con i circa 1300 animali ospitati al suo interno. Bellissime, molto curate e di effetto sono le ambientazioni ove le barriere sono quasi invisibili permettendo agli animali di vivere indisturbati e a proprio agio.
Se volete prendervi un momento di relax vi consigliamo di approfittare della splendida terrazza del ristorante-caffetteria dalla quale potrete ammirare la corsa delle giraffe o le gazzelle rilassarsi al sole.
Come quasi tutte le città sorte in epoca passata anche Valencia sorse ai margini di un fiume : il Turia. Questo permetteva alla popolazione di procurarsi acqua, cibo, irrigare i campi e di trasportare agevolmente i propri manufatti. Sfortunatamente le violente piene del fiume procurarono negli anni morte di distruzione fino all'ultima avvenuta il 14 ottobre del 1957 che causò la morte di un centinaio di persone. L'anno successivo il governo stabilì così di deviarne il corso al di fuori del cento cittadino. Un primo progetto prevedeva di riutilizzare lo spazio facendovi passare un'autostrada a tre corsie per senso di marcia che avrebbe tagliato in due la città e contaminato il territorio. Dopo anni di protesta da parte dell'intera popolazione venne deciso di trasformare il letto del fiume in un enorme parco.
Inaugurato del 1986 il parco occupa una superficie di 110 ettari per una lunghezza di circa 9 chilometri. L'intera superficie venne ridisegnata e progettata da diversi paesaggisti ed urbanisti creando romantiche passeggiate, piste ciclabili, giardini, roseti, fontane, laghi artificiali, strutture sportive e Gulliver, una stupenda area dove i più piccini possono divertirsi tra gli scivoli e i giochi della statua, lunga 70 metri, del personaggio uscito dalla fantasia di Jonathan Swif. Il parco viene utilizzato dai residenti per lo jogging, per passeggiare, per gite in bicicletta oppure per noleggiare canoe o piccole barchette.
Perdersi nel dedalo di viuzze del centro storico di Valencia rappresenta il modo migliore per entrare nello spirito della città. Qui si respirano i suoi profumi, si incontra la gente del luogo e si possono ammirare le vetrine degli splendidi negozietti che rendono caratteristica e viva la zona.
Posto appena fuori dal centro cittadino, il Bioparco si sviluppa su di una superficie di circa 100.000 mq, nei quali vivono in stato di semi-libertà lemuri, elefanti, giraffe, scimmie, zebre, rinoceronti, ippopotami e molti altri animali del continente africano. Considerato uno dei 10 zoo più belli d'Europa, si divide in 4 aree principali: la Savana, la Foresta Equatoriale, il Madagascar e le zone umide. I suoi sentieri, privi di barriere architettoniche, sono adatti ad essere visitati con passeggini e sedie a ruote. Il Bioparco di Valencia è un luogo veramente unico, dove sono possibili incontri faccia a faccia con i circa 1300 animali ospitati al suo interno. Bellissime, molto curate e di effetto sono le ambientazioni ove le barriere sono quasi invisibili, permettendo agli animali di vivere indisturbati e a proprio agio.
Se volete prendervi un momento di relax vi consigliamo di approfittare della splendida terrazza del ristorante-caffetteria, dalla quale potrete ammirare la corsa delle giraffe o le gazzelle che si rilassano al sole.
Informatevi su eventuali spettacoli ed eventi: spesso sono organizzati con animali come aquile, avvoltoi, gufi, facoceri ed istrici in libertà e sono di grande impatto emotivo.
Bus: EMT linea 95 e 7
Metro: Linea 3 e 5 (stazione Nou D’Octubre, circa 10 minuti a piedi dal Bioparco)
Taxi: proprio di fronte all'entrata dello zoo
E' lo stadio del Valencia, il principale e più antico dei due club calcistici cittadini. Posto nel centro delle città, il Mestalla fu costruito nel 1923 ed è, quindi, il più antico stadio di Spagna. Ha una capienza di 55.000 persone e deve il suo nome al fiume che scorre sotto la struttura e sotto tutto il quartiere. Nel 1982 il Mestalla ospitò alcuni incontri del Campionato Mondiale di Calcio. Il tour è molto interessante e offre ai visitatori la possibilità di vedere anche alcune zone dello stadio, solitamente riservate agli addetti ai lavori, come la sala delle conferenze stampa, il tunnel di accesso al campo, gli spogliatoi .... fino a sedersi sulla stessa panchina dove siedono i calciatori del Valencia. Il tour comprende anche la visita alla galleria dei trofei e allo store.
La visita avviene ad orari prestabiliti tutti i giorni della settimana, esclusi ovviamente i giorni in cui si tengono le partite di calcio.
Inserito dal Ministero dei Beni Culturali tra i più grandi carnevali storici italiani, il carnevale di Borgosesia viene organizzato, ogni anno, in maniera gratuita da un folto gruppo di volontari. Per un mese intero le vie e le piazze dalla città piemontese vengono invase da cortei mascherati, inondate da allegre musiche e coriandoli. Enormi carri di cartapesta, uno per ogni rione cittadino, carri provenienti dalle città vicine, gruppi in maschera e gruppi folcloristici animeranno le sfilate alle quali si può partecipare in maniera gratuita.
Iniziativa di grande successo sarà, come avvenuto negli ultimi anni, il “Magunella Bierfest”, un week end all’insegna dell’enogastronomia tipicamente bavarese, naturalmente presso il Centro Pro Loco vi sarà anche un susseguirsi di veglioni danzanti, di pranzi e serate enogastronomiche, giornate per la maggior parte ad ingresso gratuito, dedicate ad un pubblico di ogni età ed a favore di tutti coloro che vorranno partecipare al Carnevale da protagonisti e non solo da spettatori.
Vi sarà ancora la “Busecca in Piazza”, durante la quale nella piazza principale di Borgosesia saranno cotte, in oltre 25 pentoloni, circa 6.000 razioni del caratteristico piatto a base di trippa, per poi essere distribuiti gratuitamente alla popolazione.
La fine della manifestazione sarà serata del Mercu Scûrot, l'evento più tradizionale e famoso del Carnevale di Borgosesia, con migliaia di partecipanti tutti rigorosamente in frac e cilindro, a “piangere” la fine del carnevale.
Date
Dal 2 al 26 Febbraio 2020
Posta sulla collina si Torino Superga è uno dei luoghi più visitati e più tristemente noti della città. Fu infatti proprio contro il muraglione posteriore del terrapieno della basilica che il 4 Maggio 1949 l'aereo che trasportava il Grande Torino si schiantò, senza lasciare superstiti. In ricordo di quel tragico avvenimento che lasciò attonita la città e l'intero mondo del calcio nel 2015 la FIFA ha proclamato il 4 Maggio come "giornata mondiale del gioco del calcio".
La Real Basilica che sorge sull'omonimo colle venne edificata nei primi anni del 1700 su volere di Vittorio Amedeo II quale ringraziamento alla Vergine Maria per aver permesso alle sue truppe di sconfiggere l'esercito francese che da tempo assediava la città. I lavori di costruzione della basilica iniziarono il 20 Luglio 1717 su progetto dell'architetto Filippo Juvarra e terminarono nel 1730 con una solenne cerimonia di inaugurazione alla quale partecipò Carlo Emanuele III di Savoia.
Grazie alla sua posizione in cima al colle ed all'altezza della sua cupola che tocca i 75 metri da terra la Basilica è visibile da molto lontano. Oltre all'imponente chiesa a pianta circolare preceduto da un imponente proano a otto colonne corinzie a Superga si trovano anche la Cripta Reale dove per un lungo periodo vennero seppelliti i membri della famiglia Savoia, gli appartamenti reali, la Sala dei papi e il convento. All'interno della chiesa si aprono due cappelle principali e quattro secondarie tra le quali quella del voto con la statua della Madonna davanti alla quale pregò Vittorio Amedeo II.
Posta nei territori del comune di Moie, una cittadina con circa 5.500 abitanti, l'abbazia è situata nella media valle del fiume Esino, al centro di una terra ricca di tradizioni che si coniugano con la passione di una popolazione legata alle sue origini.
Emblema della città di Moie l'abbazia venne probabilmente edificata nell'XI secolo su volere della famiglia Attoni-Alberici Gozoni che la utilizzò come monastero privato, in seguito venne affidata ai monaci Benedettini. Posta sulla riva sinistra del fiume Esin,o ai margini di una zona paludosa detta moja, fu per molti secoli il cuore di una fervida attività sia religiosa che economica, tanto da favorire la rinascita dell'intero territorio. Il periodo di massimo splendore raggiunto dall'abbazia fu intorno al XV secolo quando i suoi domini arrivarono ad estendersi su ben 428 ettari di terreno.
La chiesa abbaziale è composta da pietre squadrate di arenaria giallastra, sulla facciata è posto un atrio a pinta quadrata ingentilito da un porticato sul cui lato sinistro si trova una scala a chiocciola. Il portale è abbellito da colonne gradinate ed è decorato con intrecci di fiori e foglie. L'interno è diviso in tre navate da quattro colonne, tutte e tre le navate terminano con absidi semicircolari decorati con archetti pensili in travertino bianco.
La tradizione che lega Torino alla cioccolata è molto antica pare risalga addirittura al 1560 quando l'allora re del Ducato di Savoia Emanuele Filiberto per festeggiare il trasferimento della capitale del regno da Chambery a Torino offrì alla corte una tazza di cioccolata fumante. Nacque subito l'amore, un amore che non abbandonò più la città anzi, crebbe di anno in anno creando sempre nuovi prodotti come il Gianduiotto, il Bicerin, l'Alpino, la crema spalmabile e nuove tecniche di lavorazione e produzione.
Oggi Torino e il suo distretto industriale producono circa 85.000 tonnellate di cioccolato all'anno posizionandosi al primo posto in Italia e tra i primi a livello Europeo. Accanto a grandi realtà industriali come Ferrero e Caffarel, a Torino si possono trovare aziende artigianali che pur continuando a portare avanti la grande tradizione del cioccolato vi uniscono nuove tecniche produttive e nuovi prodotti, adeguandosi al mutare dei gusti.
Il prodotto più famoso della tradizione cioccolataia torinese è sicuramente il Gianduiotto. Il suo nome è legato alla maschera torinese Gianduia il cui cappello ricorda la forma del cioccolatino. I Gianduiotti vennero inventati nel 1858 da Michele Prochet che riuscì ad ottenere un finissimo impasto fatto di cioccolata, nocciole Tonde Gentili delle Langhe, zucchero e vaniglia. Secondo la tradizione fu a causa del blocco continentale imposto da Napoleone che i cioccolatai torinesi non riuscendo più a procurarsi la materia prima cercarono di sostituire al cioccolato con le nocciole prodotte nelle vicine Langhe. Il Gianduiotto fu il primo cioccolatino ad essere incartato con la tipica carta d'oro simbolo di regalità e prestigio, ancora oggi la pasticceria Stroppiano incarta a mano il famoso cioccolatino.
Cioccolateria artigianale Guido Gobino: considerato in città il Re del cioccolato costituisce una tappa obbligata per tutti coloro che si recano in visita alla città. Giuseppe Gobino ha sostituito il padre Guido alla guida dell'azienda mantenendo comunque l'altissima la qualità del prodotto ed aggiungendo alla produzione dei classici Gianduiotti e crema spalmabile Gianduia anche i Tourinot, le Ganaches, la Cialdine e le Tavolette di cioccolata. Due sono le sedi della Gobino a Torino la sede storica posta in Via Cagliari e la bottega posta in Via La Grange nel cuore della città.
Cioccolateria Peyrano: fondata nel 1915 da Antonio Peyrano la cioccolateria divenne nel giro di pochissimo tempo una delle più famose della città, al punto da divenire fornitore ufficiale della casa Savoia. Oggi con la sua svariata produzione di Gianduiotti, Cremini, lingue di gatto e i famosi Grappini rappresenta uno dei paradisi del cioccolato della città.
Pfatish: fondata nel 1915 dal maestro cioccolataio di origine bavarese Gustavo Pfatisch la cioccolateria ha saputo mantenere nel tempo la sua produzione di altissima qualità aggiungendo via via nuove produzioni. Vale veramente la pena una visita al suo negozio, nominato locale storico d'Italia, con i suoi antichi arredi e i suoi lampadari d'epoca. Secondo molti i pasticcini prodotti in questa pasticceria sono i migliori della città!
Baratti e Milano: uno dei locali storici di Torino, al quale nel 1875 fu concesso da Re Vittorio Emanuele II l'onore di fregiarsi dello stemma reale. L'antica caffetteria venne fondata da Ferdinando Baratti e da Edoardo Milano nel 1858 divenendo nel giro di pochissimo tempo il luogo d'incontro del bel mondo torinese, tra i suoi frequentatori più illustri troviamo Guido Gozzano, Quintino Sella e Pietro Mascagni. Famosissime le caramelle digestive prodotte dall'antica fabbrica, come pure i gianduiotti, i prodotti di pasticceria fresca o secca e il famoso Bicerin a base di caffè, cioccolato e crema di latte, da non confondere con l'omonimo liquore. Vale sicuramente la pena una visita alla bellissima caffetteria con i suoi arredi, i suoi stucchi e i suoi soffitti.
Guido Castagna: Nonostante la sua storia molto recente rispetto alle altre cioccolaterie cittadine, la Guido Castagna è nata solamente nel 2002, nel giro di pochissimo tempo è riuscita ad affermarsi come una delle migliori cioccolaterie della città grazie alla cura, alla passione, alla professionalità e alla varietà di prodotti offerti.
Pasticceria Stratta: Posta in Piazza San Carlo, nel cuore storico cittadino, la pasticceria è aperta dal 1836. Tra i suoi ospiti illustri spiccano la Real Casa e il Conte Camillo Benso di Cavour, al quale sono state dedicate le Gioie di Cavour prelibatezze a base di nocciole e cioccolata. Tra le altre specialità della casa spiccano le Corone Sabaude a base di granella di nocciole e crema gianduia ricoperte da cioccolato fondente o al latte oppure i Turineis preparati con pasta di marroni e cioccolato al rhum racchiusi da due strati di meringa ricoperti da cioccolato fondente. L'antico locale con le sue vetrine in legno pregiato e i suoi cristalli è stato annoverato tra i "Locali storici d'Italia".