Portogallo

Si tratta del più grande centro turistico della Camargue, e anche del più conosciuto grazie soprattutto alle feste gitane che vi si tengono a Maggio in onore di Sara la Nera. Un borgo vivace e piacevole ricco di ristoranti, bar e deliziosi negozietti, l'ideale per qualche giorno di vacanza o come punto di appoggio per una visita alla regione. Da non perdere un'escursione nelle zone paludose del delta del Rodano e a cavallo.

Tutto il borgo ruota intorno alla chiesa fortificata in cui sono custodite le reliquie di Sara la Nera. Protetta da spesse mura ornate da merlature, per difendersi dagli assalti dagli invasori e dei pirati saraceni, la chiesa venne edificata tra il IX e il XII secolo, con un camminamento di ronda sui tetti, feritoie e piombatoi. Il coro e l'abside della chiesa sono sormontati da un mastio che racchiude la Sala delle Guardie anche conosciuta come Cappella Alta. Anticamente la chiesa rivestiva anche la funzione di torre di avvistamento e di luogo di rifugio per la popolazione, al suo interno si trova anche un pozzo di acqua dolce. L'interno ad unica navata è piuttosto semplice ma colpisce per la sua altezza che raggiunge i 15 metri.

Intorno alla città si trovano bellissime spiagge di finissima sabbia bianca molte delle quali attrezzate per i turisti.

Il nostro itinerario tocca alcuni dei centri più rappresentativi della Camargue, una terra per alcuni versi ancora selvaggia ed incontaminata ma dove il turismo occupa un ruolo di rilievo nell'economia locale. Una terra ancora molto legata alle tradizioni che non gli impedisce però un'apertura sul mondo.

Noi abbiamo scelto come base Saint Marie de la Mer e da lì abbiamo visitato tutti i posti citati nell'itinerario, nulla vieta però di optare per un viaggio itinerante e quindi scegliere di volta in volta il posto in cui trascorrere la notte.

Saint Marie de la Mer / Aigues Mortes - Distanza circa 30 chilometri

Aigues Mortes / Nimes - Distanza 41 chilometri

Nime - Arles / Distanza 44 chilometri

Arles - Les Baux / Distanza 19 chilometri

Ufficio del Turismo

Saint Marie de la Mer: 5 av. Van Gogh
Aigues-Mortes:  Place Saint-Louis
Arles:  Boulevard des Lices

Quando Andare

La sua posizione a sud e la conformazione del suo territorio ne rende gli estati caldi e afosi con la presenza di numerosissime zanzare, mentre gli inverni sono piuttosto freddi e condizionati dal Mistral un vento che soffia da nord-ovest e può raggiungere i 100 km all'ora. In estate la temperatura supera quasi costantemente i 30° con un tasso di umidità che raggiunge il 100%, mentre in inverno le temperature si abbassano di parecchio. I mesi che vanno da fine Marzo a fine Giugno, Settembre e Ottobre sono i più consigliati per visitare la zona.

Come Arrivare

Se decidete di recarvi in Camargue in aereo sappiate che l'aereoporto più vicino è quello di Marsiglia nel quale atterrano parecchie linee low cost ma anche molte compagnie aeree di bandiera. Se invece vi muovete in macchina o in camper la via più rapida partendo dall'Italia è prendere l'autostrada Genova Ventimiglia fino al confine di Stato e poi proseguire sulla A8 e A7 fino ad Arles. Per tutti coloro che provengono da Torino la via più corta è attraversare il confine dal Monginevro e poi proseguire con la N94, N95 e A51 fino ad Aix en Provence per poi prendere la A7.

Come Muoversi

Il modo migliore per muoversi in Camargue è con un mezzo proprio sia esso una autovettura, un camper oppure una moto. Molte persone decidono di visitare la Camargue in bicicletta, cosa fattibile vista anche la conformazione del territorio quasi del tutto pianeggiante. Se viaggiate in auto oppure in camper fate molta attenzione a dove parcheggiate il vostro mezzo evitate i divieti di sosta e pagate regolarmente il biglietto in quelli a pagamento, la vigilanza è sempre molto attiva e le multe molto salate soprattutto nei periodi di maggior flusso turistico.

Dove alloggiare

Numerosissime sono le sistemazioni a disposizione dei turisti dai campeggi ai B&B agli hotel alle case in affitto, praticamente assente è invece la presenza di villaggi turistici. Una buona scelta è quella delle Chambres d'Hotes camere con bagno e spesso prima colazione inclusa in ville d'epoca o casali di campagna, l'ideale per trascorrere una vacanza all'insegna della semplicità e della tranquillità coccolati dai proprietari delle abitazioni.

Aree Sosta Camper
Campeggi e Agriturismi

Feste Gitane

E' a Saint Marie de la Mer che vengono conservate l'immagine e le reliquie di Santa Sara la Nera patrona dei gitani, ed è proprio in questa cittadina a Sud della Provenza che ogni anno il 24 e il 25 maggio avviene il Pellegrinaggio dei Gitani. Una festa variopinta che coinvolge per giorni tutta la città. Le strade di Saint Marie si riempiono per l'occasione di gitani con i coloro coloratissimi abiti tra musiche, canti, balli tradizionali, prove equestri e corride non violente in un mescolarsi di tradizioni gitane ma anche spagnole e provenzali. Una festa religiosa ma, anche un'occasione per stare insieme in allegria e battezzare i propri figli nella chiesa in cui sono conservate le reliquie della Santa. La festa, che dura diversi giorni, chiama a raccolta nomadi da tutt'Europa ma anche semplici turisti vogliosi di essere parte di una festa unica e affascinante dal classico sapore gitano. Per saperne di più.

Lingue di sabbia bianca che si insinuano tra stagni salmastri popolati da aironi rosa, cavalli bianchi che corrono liberi e tori selvaggi che lottano per il dominio del territorio. Una natura selvaggia e incontaminata nella quale l'uomo non può che fare da spettatore e inchinarsi difronte a tanta bellezza. Una terra di mezzo tra il mediterraneo e i due bracci della foce del Rodano composta da un deserto di sabbia al centro del quale si trova lo stagno di Vaccarès, circondato da una bassa vegetazione e da una laguna ricoperta di canneti e popolata da una coloratissima fauna. Famosissime le sue saline dalle quali si estrae il rinomato "Sale della Camarque". Le mille sfumature di luci della sera, i colori della lavanda di mare, dei tamerici, uniti al canto degli uccelli che la popolano rendono l'atmosfera di questo luogo veramente unica, un'atmosfera dalla quale hanno tratto ispirazione negli anni artisti di vario genere. Una terra tutta da scoprire, che saprà offrirvi sensazioni uniche, preparatevi però a vivere in stretto contatto con la natura lontano da feste mondane e locali alla moda.

                                  

Antico borgo di origine romana i cui nome deriva dalla Alpi Cozie in quanto il paese era attraversato dalla strada che conduceva alle Alpi. Importante stazione di posta ai tempi dei romani divenne nel X secolo di proprietà dei conti di Lomello per poi essere infeudata da Ajmone di Vercelli. Nel 1465 il Castello ed il borbo vengono acquistati da Pietro Gallarati al quale succederà la vedova Bianca Visconti che intraprenderà pesanti lvori di fortificazione del borgo e del castello. Successivamente il castello divenne proprietà degli Sforza, poi dei francesi ed infine degli spagnoli.

Castello

Circondato da un fossato e da possenti mura di recinzione con torrione d'ingresso e ponte levatoio è oggi sede di una comunità di recupero. L'edificazione del castello è databile intorno al 1300, al suo interno, superato il primo ponte levatoio si apre l'antico ricetto, passato un secondo ponte in pietra si giunge al maschio. Anticipato da un cortile quadrato con archi acuti l'antica residenza conserva sale riccamente arredate con parquet e soffitti a cassettoni.

Chiesa Parrocchiale

Edificata intorno alla metà del 1800 è dedicata a San Vittorio.

Celpenchio

Piccolo e grazioso borgo frazione di Cozzo. Al centro dell'abitato l'antico castello costituito da tre corpi di fabbrica disposti a U. Il borgo è al centro della "Garzaia" in ambiente naturale ad elevato pregio naturalistico. 

 

Posta tra l'Agnone e il Sesia venne per secoli considerata una terra di mezzo come conferma anche il nome. In epoca romana il borgo assunse grande importanza grazie al fatto di essere attraversata dalla strada che da Pavia portava a Torino e poi alle terre Gallie. Nel 1157 il borgo venne conquistato da Federico Barbarossa che ne fece un feudo in mano ai conti Palatini di Lomello. Oggi la città è molto conosciuta per via dei numerosi laboratori orafi che vi sorgono rendendola uno dei punti di riferimento nazionale per la lavorazione dell'oro.

Il Castello

Posto a ridosso della chiesa, nel centro della città, è uno dei tre castelli di cui si parla nelle antiche cronache, l'unico però ad essere sopravvissuto fino a noi. Le fattezze del castello, a pianta quadrata sembrano appartenere più ad un maschio centrale di un corpo fortificato ben più ampio che ad un'unica costruzione. Tesi avvalorata dalle numerose case nobiliari presenti in città e dai resti di antiche mura di fortificazione.

Chiesa Parrocchiale

Dedicata ai Santi Marziano e Martino, si pensa che la sua edificazione avvenne prima dell'anno 1000, di certo nel 1300 aveva già le attuali fattezze. Si presenta con una facciata in stile gotico-lombardo, l'interno a tre navate conserva affreschi di Fernando Bialetti. L'attiguo campanile edificato tra il 1902 e il 1904 è opera di Crescentino Caselli.

Tutta la zona intorno al comune di Gambolò era già abitata durante l'epoca del bronzo, fu però in epoca celtica ma, soprattutto romana, che ebbe il maggior impulso demografico, grazie all'arrivo di commercianti, artigiani e coloni. Il comune riporta ancora i tipici tratti di un castrum romano con una piazza principale sulla quale si intersecano le due vie principali, mura fortificate e quattro porte di accesso alla città.

Castello

Edificato probabilmente nel XI secolo assunse però le attuali fattezze nel 1400. Inizialmente infeudato alla famiglia Beccaria per opera di Filippo Maria Visconti passò, all'estinzione della famiglia Beccaria, sotto il controllo di Ludovico il Moro che vi soggiornò con regolarità.Si presenta come una struttura a pianta trapezoidale in cui sono ancora visibili sei delle otto torri e parte delle mura fortificate ornate da merlature ghibelline. Nel 1573 la proprietà del castello venne acquistata dal Marchese Litta Agostino che decise di trasformarlo in una villa di campagna. Oggi ospita alcuni uffici comunali e il Museo Archeologico della Lomellina.

Chiesa Parrocchiale di Sant'Eusebio e San Gaudenzio

Edificata agli inizi del XII secolo venne completamente rifatta nel 1899, non venne toccato dal rifacimento solamente il campanile romanico. Tra il 2011 e il 2015 fu sottoposta ad un completo restauro. Al suo interno sono conservati alcuni dipinti del XV secolo.

Il nome del borgo viene citato per la prima volta in documenti ufficiali nel 982, dai quali si deduce che esisteva già un castello. Sicuramente ricostruito tra il XII e XIII secolo il castello con le terre circostanti  appartenne inizialmente alla famiglia Campeggi prima feudataria del territorio, per poi passare in mano alla famiglia Folperti che ottennero dai Visconti l'autorizzazione ad ampliare il castello e a costruire il ricetto fortificato. Fu proprio il ricetto a costituire, per un lungo periodo, una sorta di rifugio sia per le popolazioni che per i soldati. Successivamente il borgo passò sotto il dominio dei Malaspina in quanto portato in dote da Teddea figlia del conte Francesco Pico della Mirandola. Fu proprio durante il periodo di appartenenza ai Malaspina che il castello ed il borgo godettero del loro periodo di massimo splendore. Il castello venne abbellito da un loggiato in stile bramantesco, vennero aperte finestre e abbellite le sale interne per ospitare personaggi come Isabella d'Aragona, l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo e nel 1533 Carlo V. Ai giorni nostri il castello conserva le mura fortificate, il fossato che lo circonda, il ponte levatoio che annette al cortile delle armi ed un secondo onte levatoio che porta al cortile interno ove e consente l'accesso alla dimora del Signore. Qui si trovano le cucine, la Camera Longa ove consumavano i loro pasti gli ospiti del castello, la raffinata Sala da Pranzo , la Sala da Ballo e le stanze dei signori.

Oggi il castello appartiene alla famiglia Strada che lo apre per visite guidate a scolaresche, gruppi di minimo venti persone oppure per eventi.

Vai al Sito

La zona in cui sorge l'antico borgo venne abitata sin dall'età del bronzo. Fu però in epoca romana che iniziò a formarsi un primo insediamento in quanto zona di passaggio della Regia Strada Romana, come confermano le 207 tombe romane che si trovano nella Necropoli di Valeggio.

L'antico borgo è dominato dalle sette torri del castello le cui origini sono piuttosto oscure. Le torri dell castello, disposte in maniera irregolare sul perimetro delle mura difensive conferiscono al castello un aspetto arcigno e compatto. Sul Portone di ingresso principale troviamo uno stemma nobiliare su marmo bianco nel quale si legge chiaramente l'incisione di una data, 1354 da attribuire probabilmente all'edificazione del castello o ad un suo rimaneggiamento. Di forma trapezoidale ospitò nei secoli truppe armate, imperatori ma anche letterati di fama come Pico della Mirandola, considerato uno dei padri del rinascimento italiano.

Tutt'intorno si allineano cascine con linee architettoniche riconducibili ai disegni della "Cascina Perfetta" di Leonardo da Vinci, che alcuni studiosi non escludono fosse stato presente durante la loro edificazione.

Il castello è visitabile su prenotazione o in occasione di determinati avvenimenti. Vai al Sito

Di origini romane, si ricorda il suo nome in seguito alla sanguinosa battaglia combattuta tra le truppe di Carlo Magno e quelle del re longobardo Desiderio avvenuta il 12 Ottobre 773. Mortara fu per secoli un luogo di transito dei numerosi pellegrini che percorrevano la Via Francigena. Oggi importante centro agricolo e commerciale si presenta come una delle zone di maggior produzione risicola a livello nazionale. Altra grande fonte di reddito del territorio è la lavorazione della carne d'oca dalla quale si ricava il famoso Salame d'Oca al quale ogni anno a fine settembre viene dedicata una sagra.

Basilica di San Lorenzo

Costruita tra il 1375 e il 1380 è una grandiosa costruzione in stile gotico. La facciata a capanna è tripartita da sottili pinnacoli. L'interno conserva opere d'arti di grande valore storico-artistico come una Crocifissione del Cerano, le tavole di Bernardino Lanino, 5 tele di Giulio Cesare Procaccini ed un presepe ligneo con ben 80 personaggi in bassorilievo.

Da vedere sono anche: la Chiesa di Santa Croce, la chiesa di San Carlo e Santa Veneranda, il Palazzo del Comune, il Teatro e la Borsa Contrattazione merci.

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