Posto sulle pendici del monte Soviore a circa metà strada tra Monterosso e Levanto. Le origini del santuario sono tutt'ora incerte, i primi documenti in cui viene menzionato risalgono al 1244. Secondo le leggenda gli abitanti dell'antico villaggio di Levante per sfuggire alle incursioni dei Longobardi e dei Rotari si rifugiarono nell'entroterra portando con loro l'immagine della Madonna e sotterrandola. Circa 100 anni dopo, gli abitanti del borgo seguendo il volo di una colomba trovarono l'effige della Madonna. Il Santuario subì una profonda trasformazione a partire dal XVI secolo delle tre originarie navate ne rimane solamente una ricoperta da volta a botte, dell'antica struttura sono ancora visibili i capitelli e le colonne.
La facciata si presenta on un portale ogivale all'interno del quale si trova un bassorilievo in marmo.
Raggiungibile da Vernazza in circa 45 minuti a piedi tramite il percorso della Via Crucis che parte dal piazzale della stazione feroviaria. Sul sentiero lastricato, uno dei più suggestivi delle Cinque Terre, si trovano varie cappelle ognuna delle quali rappresenta una stazione della Via Crucis. L'antico centro abitato di Reggio sorse probabilmente intorno al I secolo a.C. Il Santuario si trova ad un'altezza di 310 metri, in mezzo ad un grande piazzale con piante di ulivo e lecci. Si hanno notizie certe della chiesa a partire dal 1248. L'edificio venne costruito in stile romanico su di una preesistente cripta, l'interno con pianta a croce latina ha tre facciate e conserva numerosi ex voto e l'immagine della Madonna Nera con bambino conosciuta come l'Africana.
Noto anche con il nome di Santuario di San Bernardino, in quanto venne inizialmente dedicato al Santo in ricordo del suo passaggio su queste terre avvenuto nel 1485. Posto a 385 metri di altitudine, nella frazione di San Bernardino, il Santuario è raggiungibile tramite una ripida mulattiera che parte da Vernazza. Completamente rifatta agli inizi del '900, la chiesa sorge nel luogo in cui sorgeva una cappella edificata nel tardo medioevo. L'edificio a pianta rettangolare venne edificato in conci di pietra quadrati in stile romaico, l'interno a unica navata conserva il ritratto della Madonna con il Bambino, incoronata nel 1874.
Posto nella piccola frazione di Volastra il piccolo Santuario è databile intorno al XII secolo. Edificato con conci quadrati in stile romanico si presenta con una semplice facciata impreziosita da una bifora gotica. L'interno a unica navata, con volte a botte, conserva l'immagine della venerata Madonna di Volastra.
Posto a 340 metri sul livello del mare il Santuario è raggiungibile tramite una ripida mulattiera oppure una seggiovia a cremagliera. Secondo le fonti più accreditate in questo luogo esisteva un edificio di culto già nell'VIII secolo d.C. probabilmente, il ritratto della Vergine dipinto dall'evangelista San Luca in esso conservato, sfuggì alle persecuzioni di Leone III Isaurico grazie al fatto di essere stato sotterrato. Circa 100 anni più tardi venne ritrovato perfettamente intatto e, nel luogo in cui venne conservto per un così lungo periodo scaturì una fonte di acqua. Il dipinto originale andò nei secoli perduto, quello che si ammira ai giorni nostri è databile intorno al XIII secolo.
In seguito a pesanti opere di rifacimento, avvenute tra la metà del 1700 e il 1840, dell'originaria costruzione non esiste più nulla quella nuova si presenta con una facciata piuttosto semplice mentre l'interno è suddiviso in tre navate, nella principale spicca il dipinto della Vergine opera di Battaglia da Castelnuovo Magra.
Splendido il panorama sul Golfo che si gode dal suo piazzale.
Di fronte alle centinaia di città europee perfette per un vacanza del fine settimana non è certamente facile scegliere la destinazione più adatta alle nostre esigenze, specialmente quando si ha un budget limitato.
Una buona abitudine è senza dubbio quella di informarsi in anticipo sui prezzi di prodotti e servizi nella località che si intende visitare, così da evitare brutte sorprese una volta partiti. Per ispirare i viaggiatori e aiutarli nella scelta, il sito di viaggi GoEuro ha recentemente effettuato uno studio su oltre 2000 mete turistiche in Europa, analizzando cinque principali fattori: attività ludico-culturali (musei, shopping, intrattenimento etc.), alloggi, vita notturna, cibo e bevande e trasporti pubblici.
A ciascuna delle città prese in esame è stato attribuito un punteggio in base all'offerta turistica, il prezzo di servizi e prodotti e la qualità della vita. Per quanto riguarda la categoria “cibo e bevande”, ad esempio, sono stati considerati i prezzi di bevande e pietanze consumate in ristoranti di fascia media ed economica, ma anche il prezzo di una lattina di Coca-Cola secondo i dati offerti da Tripadvisor e Numbeo.
Dal punto di vista della vita notturna, sono invece stati determinanti il numero di bar e locali notturni, gli orari di chiusura e il prezzo medio di una birra da 33cl. La ricerca, realizzata in collaborazione con HomeToGo, ha permesso così di formulare un indice delle migliori destinazioni per il weekend, cioè una vera e propria classifica.
A dominare la top 100 di GoEuro è un grande classico del turismo europeo: Barcellona. Il capoluogo della Catalogna ottiene un punteggio complessivo di 98.1/100, dominando anche nella categoria “cibo e bevande”, nella quale riceve una valutazione di 5 su 5.
Molto bene anche le altre città spagnole: Madrid si piazza al quarto posto con 94.8/100, Siviglia al decimo con 78.4/100 e Valencia al quattordicesimo con 74.9/100. Sul secondo gradino del podio troviamo Praga, che fa registrare un punteggio di 96.1/100, posizionandosi persino sopra a Berlino (95.8/100). La città del Muro primeggia in termini di vita notturna (5/5) ed è accompagnata nella graduatoria dalle “colleghe” tedesche Amburgo (diciottesima con 72.5/100) e Monaco (diciannovesima con 72.4/100). Per trovare la prima delle italiane occorre scendere fino al dodicesimo posto, dove si piazza Roma con 77.1/100. Più in basso troviamo Milano (ventunesima con 71.5/100), Firenze (trentaduesima con 68.4/100) e Napoli (sessantunesima con 60.9/100).
Tra le località francesi soltanto Parigi rientra tra le prime cinquanta, occupando il sesto posto con 83.4/100. Marsiglia ottiene la cinquantaseiesima posizione (62.8/100), Tolosa la cinquantanovesima (61.6/100), mentre Lilla è sessantatreesima (60/100). Il fanalino di coda è Basilea: con un punteggio di 43/100 la città svizzera paga lo scotto dei prezzi molto alti soprattutto in fatto di ristorazione e trasporti pubblici.
La scenografia c’è già ed è la stessa da secoli. I palazzi antichi, il Castello Estense, le grandi piazze e strade di Ferrara catapultano chiunque arrivi in città nel meraviglioso mondo del Rinascimento. Ma c’è un periodo dell’anno in cui il viaggio in questa regale atmosfera si fa più autentico: è il Carnevale Rinascimentale, quando il centro storico Patrimonio dell’Umanità UNESCO torna ai fasti di duchi e duchesse, cavalieri e dame del ‘400 e ‘500. Leggi Tutto
Ivrea, la romana Eporedia, cittadina piemontese localizzata geograficamente all'interno dell'area denominata "Canavese" è un punto di passaggio obbligato per coloro che desiderano raggiungere la Valle d'Aosta dalle principali città del Nord Italia, ma è anche la città dell'Olivetti e del Carnevale con la sua "Battaglia delle arance". Leggi tutto
Lo Storico Carnevale di Ivrea è una manifestazione carnevalesca istituzionalizzata nel 1808 sulla base di antiche feste rionali e che da allora si svolge pressoché ininterrottamente nell'omonima città piemontese. Mescola riferimenti all'esercito napoleonico e alle rivolte popolari, tra le quali il tuchinaggio, che ebbero luogo nel Canavese in epoca medievale.
E' caratterizzato da un complesso cerimoniale folcloristico denso di evocazioni storico-leggendarie, dall'obbligo imposto a tutti i partecipanti di indossare una berretta rossa (cappello frigio), e dalla spettacolare "Battaglia delle arance" che è divenuta l'icona stessa del carnevale.
Personaggio principale del carnevale è Violetta, figlia di un mugliaio, che secondo la tradizione è colei che si è ribellata allo ius primae noctis imposto da Re Arduino, tagliandogli la testa. Violetta veste una tunica bianca impreziosita da un mantello e, durante i tre giorni di celebrazioni si sposta su di un cocchio dorato trainato da cavalli. La Mugnaia viene affiancata dal Generale, il cui compito, assieme allo Stato Maggiore, è quello di garantire il corretto svolgimento della manifestazione. Leggi Tutto
Si tratta di un formaggio semiduro, prodotto con latte vaccino crudo, con una crosta liscia e sottile di color paglierino mentre la pasta interna ha un colore dorato. Dalla sua forma sferica ne deriva il nome, mentre il suo sapore piccante e aromatico deriva dall'estrema varietà dei pascoli di cui si cibano le mucche allevate allo stato semi-brado. Nell'Agosto 2010 tale formaggio è stato riconosciuto dal Ministero dell'Agricoltura come un Prodotto Tradizionale Regionale mentre nel 2012 è diventato un presidio Slow-Food. Il formaggio viene consumato come antipasto, sciolto sulle pietanze per conferire loro maggior sapore oppure come ripieno dei panini assieme alla famosa mortadella. Attualmente sono pochissimi i caseifici che producono il Pallone di Gravina secondo la ricetta tradizionale e solamente tre sono quelli sostenuti dal Presidio Slow_Food e dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia.
Preparazione: per prima cosa viene fatto coagulare il latte con coglio liquido di vitello o capretto, poi si rompe la cagliata in grani della grandezza di una noce e si lasciano depositare. Passata qualche ora si raccoglie la cagliata su di un piano di lavoro detto Topagno, passate circa 12 ore e comunque quando il formaggio ha raggiunto il giusto grado di acidificazione viene tagliato a fettine e scaldatao con acqua bollente per consentirne la filatura. Successivamente viene lavorato per ottenerne la forma sferica e immerso in una salamoia per 24-36 ore (dipende dalla grandezza della forma). Tolta dalla salamoia la forma di formaggio viene asciugata e posta a stagionare in cantine di tufo.
Ufficio del turismo principale: Strings Casa Esplanade Charles De Gaulle - Boulevard del Strings
Attraversata dal fiume Rodano la città ha un glorioso passato, già importante base commerciale greca, in epoca romana costituì una delle città più fiorenti delle Gallie per poi divenire, in epoca medioevale, capitale del regno di Arles. A ricordo della sua storia rimangono numerosi monumenti quali l'Anfiteatro, le Terme di Costantino e la Cattedrale di St Trophime. La sua decadenza cominciò a partire dalle invasioni barbare e visigote. La città ospitò per lungo tempo Van Gogh che proprio qui dipinse alcuni dei suoi più celebri quadri. Da Vedere:
Centro commerciale politico e sociale della città, sia affacciano infatti sulla piazza sia la cattedrale che il palazzo del municipio. Ornata al centro da una fontana eretta intorno al '600 e sormontata da un obelisco di origini egiziane.
Dichiarato patrimonio mondiale dell'Umanità dall'Unesco nel 1981, il sito venne costruito intorno al 46 a.C. Nel V secolo d.C. venne fortificato, come molte altre parti della città, vi furono innalzate quattro torri e vi vennero costruite sia all'interno che all'esterno delle abitazioni. Solamente a partire dal 1822 venne iniziata un'opera di recupero del monumento con la demolizione di tutte le case costruite dentro e intorno all'anfiteatro. Le dimensioni dell'arena sono di 136 metri di lunghezza per 107 di larghezza e, poteva ospitare fino a 21.000 spettatori. E' costituita da due ordini di 60 arcate che anticamente terminavano con un attico.
Eretto nel I secolo a.C., della sua struttura originaria rimangono pochi resti. Anticamente si elevava su tre ordini di arcate con gradinate intorno all'orchestra delimitata da du colonne architravate. In epoca medioevale venne modificata in torre difensiva e oggi è conosciuta con il nome di Tour de Rolande.
L'edificio venne costruito nel IV secolo d.C. quando la città venne nominata sede della corte imperiale di Costantino. Posto sulle rive del fiume, anche questo edificio in epoca medioevale venne utilizzato da costruzione di abitazioni civili, solamente a partire dal XIX secolo venne liberata l'area settentrionale ove avevano sede gli ambienti caldi e vennero iniziati lavori di scavo che portarono alla luce altre parti dell'edificio.
Vero gioiello di arte romanica venne costruito tra l'XI e il XII secolo in pietra bianca. Nell'alto medio evo costituì la chiesa in cui venivano incoronati i re, fu in questa chiesa che venne incoronato re anche Federico Barbarossa. Di particolare bellezza la facciata con un portale finemente decorato con sculture di santi, leoni stilofori ed eleganti colonnine. L'interno è a tre navate con volte ogivali e ospita le tombe di personaggi illustri e quadri di Finsonius. Di particolare bellezza il chiostro, con le sue imponenti gallerie gotiche, al quale si accede dalla piazza.
Sebbene la città non conservi nemmeno uno dei quadri dipinti dal celebre artista quello di cui si può godere sono gli stessi luoghi e le stesse atmosfere immortalate nei 200 quadri dipinti proprio ad Arles. L'Ufficio del Turismo propone un itinerario attraverso i luoghi dipinti dall'artista come La Chambre de Vincent anche se la vera camera del pittore, in Place Lamartin, venne distrutta da un incendio durante la guerra, quella che si vede oggi è la sua fedele ricostruzione.
A pochi chilometri dalla città si trova il borgo di Saint-Gilles con la sua bella chiesa abbaziale la cui faccita rappresenta un dei massimi esempi di scultura romanica della Francia meridionale. Se avete un po di tempo a disposizione vale la pena spingersi fino a Les Baux ove sorge l'abbazia fortificata di Montmajour costruita nel XII secolo su di uno sperone di roccia. L'abbazia rivestì notevole importanza durante tutto il medioevo, decaduta, è oggi di proprietà dello stato. Di particolare suggestione il suo chiostro costruito tra il XII e il XIII secolo.
Ufficio del turismo: 6 rue Auguste
Cittadina posta nella regione dell'Occitania della quale costituisce il centro principale. La città sorge su di un'area già abitata in epoca preromana e divenuta urbe in età romana, periodo in cui divenne una delle principali città delle Gallie. Ai giorni nostri è una vivace cittadina visitata ogni anno da migliaia di turisti che ne apprezzano i suoi monumenti di epoca romana, i suoi musei ma anche le sue belle vie del centro i loro bitrot, i loro negozi e i loro vini.
Costituisce uno degli anfiteatri di epoca romana meglio conservati al mondo. La sua edificazione avvenne nella seconda metà del I secolo d.C. per lo svolgimento di combattimenti tra animali selvatici oppure tra i gladiatori. La sua forma è di perfetta ellissi con una lunghezza di 133 metri e una larghezza di 101 metri. Si sviluppa su due ordini di archi dorici sormontati da un attico per un altezza totale di 21 metri. L'arena poteva ospitare fino a 24 mila spettatori suddivisi sulle 34 scalinate in base al loro rango sociale. Durante il medioevo, per ospitare la popolazione in caso di pericolo, venne trasformato in una fortezza.
Si tratta di un tempio di origine romana, fatto presumibilmente costruire tra il 20 e il 12 a.C. da Agrippa in onore di Giulio Cesare su modello del tempio di Apollo situato a Roma. Il suo perfetto stato di conservazione e le sue forme armoniche ne fanno uno dei più bei monumenti di epoca romana. Di dimensioni piuttosto ridotte, misura infatti 26 metri di lunghezza per 15 di larghezza e 17 di altezza è ornato da 30 colonne corinzie finemente lavorate su cui poggia un architrave con decori floreali. Il suo perfetto stato di conservazione è dovuto anche al suo continuo utilizzo da casa consolare a curia prima della Rivoluzione Francese e poi come sede della prefettura e archivio dipartimentale. Ai giorni nostri ospita un museo ove sono esposti oggetti di età imperiale ritrovati in scavi sul territorio cittadino.
Sistemato nel 1745 da Jacques-Philippe Mareschal, ingegnere militare del re, e dall'architetto P. Dardalhon si vanta di essere uno dei primi giardini pubblici d'Europa. Si sviluppa su più livelli collegati tra loro da scalinate ornate da statue e balaustre, ai piedi delle quali si trovano fontane, vasconi e ruscelli alimentati dalle acque di una sorgente già consacrata dai Romani al Dio Nemausus e utilizzata per gli impianti termali.
Si tratta di una costruzione di epoca Augustea alta 30 metri, probabilmente utilizzata come torre di guardia. Di forma ottagonale la torre si sviluppa su tre piani rientranti l'uno sull'altro. Dalla sua sommità si gode di uno splendido panorama sulla piana circostante.
Si tratta della chiesa più importante della città, quasi completamente rifatta nel 1882 in stile romanico-bizantino. Sul lato sinitro della facciata troviamo il campanile fortificato del del XIV secolo.
Nel museo sono esposti reperti di età preistorica e romana, collezioni di ceramiche, vetreria, monete, mosaici e bronzetti.
Nel museo sono esposte 3600 opere di artisti francesi, spagnoli, olandesi e italiani. Da notare il grande mosaico di epoca romana posto nella parte centrale dell'atrio.
Un vero gioiello di origini medioevali che a differenza dei villaggi provenzali fortificati, posizionati in genere in cima ad un colle, si trova in pianura a breve distanza dal mare. La sua cinta fortificata, completamente intatta, costituisce uno degli esempi più completi dell'architettura militare del XIII secolo.
Durante il basso medioevo tutta la zona apparteneva all'antica abbazia di Psalmoide, nel 1240, Luigi IX Re di Francia, per avere uno sbocco sul Mediterraneo, chiese ed ottenne dall'abbazia il controllo del borgo e delle terre circostanti. Vi fece quindi costruire una strada di accesso tra le paludi ed una torre di vedetta.
Oggi Aigues Mortes è costantemente invaso da turisti che passeggiano tra le sue viuzze lastricate in pietra ammirando le antiche dimore, i deliziosi negozietti di artigianato locale, le botteghe di maestri cioccolatai o che si riposano al tavolo di uno dei tanti bistrot.
La costruzione delle mura iniziò nel 1240 su volere di Luigi IX e venne terminata dal figlio Filippo; per finanziare tale opera venne imposta dal re una tassa sul commercio. Le mura si sviluppano su di una lunghezza di ben 1634 metri formando un quadrilatero quasi perfetto, con un camminamento di ronda ancora percorribile. Le mura sono intervallate da dieci porte, cinque delle quali affiancate da torri cilindriche e da sei torri merlate. Le fondamenta poggiano su piattaforme di legno fissate nel terreno da pali di quercia.
Posta nell'angolo nord-ovest delle mura, alle quali è collegata da un ponte a tre archi, la torre di forma cilindrica si eleva per ben 30 metri con un diametro di 22 metri e mura, circondate da un fossato, spesse 6 metri. In cima alla torre si eleva una torretta alta undici metri. L'interno si sviluppa su due piani con volte ogivali, al primo piano si trova la Sala delle Guardie e la cappella di San Luigi, mentre al piano superiore si trova la Sala dei Cavalieri ove sono esposti documenti relativi alla storia del borgo. Nel 1600 la torre venne utilizzata come prigione ove venivano rinchiusi gli ugonotti.
E' il cure della città ornata al centro dalla statua di San Luigi di Pradier. Sul lato nord della piazza si trova la Chiesa di Notre-Dame-des-Sablons eretta nel XIII secolo in stile gotico, sui resti di una precedente chiesa edificata in legno. L'interno è a tre navate piuttosto severe sormontate da ampie arcate a sesto acuto.