Frizzante, colorata, moderna ma pur sempre legata alle tradizioni ed al suo ricco passato, come nel migliore costume britannico. Dublino nonostante le sue dimensioni piuttosto ridotte, rispetto alle altre capitali europee, offre una svariata quantità di cose da fare e da vedere. Divisa in due dallo scorrere del fiume Liffey, la città venne fondata in epoca vichinga anche se nella zona esistevano già insediamenti di popolazioni gaeliche. Negli ultimi anni la città ha vissuto una profonda trasformazione passando dall'essere una triste e grigia città industriale ad una città mondana e ricca di attrattive, molti fatiscenti quartieri si sono trasformati in luoghi alla moda ove si possono trascorrere piacevoli serate tra boccali di birra e musica tradizionale, è il caso del quartiere Temple Bar, per arrivare ai moderni quartieri finanziari e commerciali come quello dei Dockland.
Allegra città molto frequentata dai turisti in quanto punto di partenza per scenografiche escursioni nel vicino Parco Nazionale con i suoi splendidi boschi e i suoi pittoreschi laghi e la famosa cascata di Torc. Lanciata come località turistica da Thomas Browne iniziò la sua continua ascesa dalla visita della Regina Vottoria avvenuta nel 1895. Le casette colorate, gli allegri pub, le antiche insegne dei negozietti delle vie del centro fanno di Killarney una delle città più amate e visitate dai turisti. Il modo migliore per vederla è attraverso una passeggiata su uno dei caratteristici calessi trainati da cavalli, mentre la stagione migliore è la tarda primavera o l'autunno quando la rigogliosa natura dà il meglio di sè. Degna di nota è la chiesa di ST. Mary consacrata nel 1855.
Killarney è anche il punto di partenza del "Ring of Kerry" un percorso ad anello della lunghezza di 179 chilometri che attraversa paesaggi molto pittoreschi e suggestivi; per i più sportivi rappresenta invece il punto di partenza della Kerry Way un percorso da effettuare a piedi della lunghezza di circa 200 chilometri.
Si tratta di un percorso ad anello, molto ben segnalato, della lunghezza di circa 45 chilometri sulla R559 che partendo da Dingle costeggia la magnifica costa posta a sud della città fino a Slea Head per poi dirigersi verso l’entroterra ed arrivare dalla parte opposta della penisola e ritornare a Dingle; un percorso che in una manciata di chilometri racchiude in sé l’essenza dell’isola, quella che siamo abituati a vedere nelle cartoline e che continua a farci sognare. La strada costeggia, affascinanti scogliere e bellissime spiagge ove i più temerari potranno fare un bagno nelle acque dell’oceano, attenzione però qui il tempo muta con una rapidità incredibile da un momento all’altro ci si può trovare avvolti in una fitta nebbia oppure nel cuore di un violento temporale ma subito dopo le nuvole, che qui corrono velocissime, lasceranno il posto al sole. Passata la baia di Ventry con la sua spiaggia lunga 5 chilometri si giunge a Fahan ove è d’obbligo una visita alle rovine di Dunbeg Fort (visita a pagamento) con le sue mura sesse fino a 6 metri poste al limitare della scogliera. Lasciato alle spalle Dunbeg Fort da notare, verso l’interno, edifici circolari in pietra costruiti nel XII secolo, conosciuti con il nome di beehive huts. Raggiunta la parte più meridionale della penisola la strada volge verso l’interno per arrivare dalla parte opposta della penisola ove si gode di magnifici panorami sulle Blasket Island, che spuntano dal mare come aguzze fauci. Il percorso è facilmente percorribile in macchina anche se in alcuni punti la strada si fa abbastanza stretta, tortuosa e con un fondo piuttosto accidentato più faticoso con mezzi di dimensioni più grosse.
Piccola cittadina posta sul lato sud-est della penisola, caratteristiche le sue casette colorate, i suoi pub ove si respira l’Irlanda più autentica e i suoi deliziosi negozietti di manufatti artigianali, tra i migliori ove comperare gioielli gaelici o capi in lana lavorati a mano. Dingle dà il meglio di sé nel tardo pomeriggio quando i pub si riempiono di clienti e le strade di artisti che suonano musiche tradizionali. La città, di origini medioevali, fu fin dall’antichità il più importante porto commerciale della contea grazie anche alla sua posizione piuttosto riparata dai venti. Da vedere l’acquario posto sul lungomare ove sono ospitate circa 1000 specie marine e l’ex convento che ora ospita l’istituto di diffusione di arte celtica, nell’adiacente cappella da notare le vetrate artistiche opera di Harry Clarke. Dal porto partono quotidianamente escursioni in barca per ammirare delfini e se si ha un po’ di fortuna balenottere e foche.
Capoluogo della contea di Kerry, la città di origini medioevali sorge sulla foce del fiume Lee. Anticamente era costituita da una manciata di case che poi si trasormò in un villaggio fortificato intorno a Desmond Castle. Distrutto ad opera delle truppe del generale Cromwell venne interamente ricostruito assumendo nel tempo grande importanza politica e commerciale. Spicca nel paesaggio cittadino il Blannerville Windmill, antico mulino a vento ancora funzionante. Dalla sua sommità si gode di un bel paesagio sulla baia e sull'estuario del fiume. In Denny Street si trova il Kerry Country Museum ove viene narrata attraverso scenografiche ricostruzioni la storia della città e del territorio circostante. Molto pittoresco il centro storico cittadino con la sua grande piazza i suoi negozi e i suoi pub.
Uno dei luoghi ove la natura, più di ogni altro posto d’Irlanda, fa sfoggio di sè offrendo paesaggi mozzafiato ed emozioni forti come solo una terra selvaggia incessantemente modellata dall’acqua e dal vento può regalare. Scogliere a picco sul mare che si trasformano d’incanto in lunghe lingue di sabbia incorniciate da ciuffi di erica dal viola intenso e fiori dal giallo sgargiante. Alla più meridionale ed autentica delle tre penisole della contea di Kerry, con il suo continuo mutare di paesaggi, vanno dedicati almeno due-tre giorni. L’itinerario può cominciare da Tralee e terminare a Killarney punto di partenza del famoso Ring of Kerry.
Gli amanti dello shopping troveranno diversi spunti per effettuare i loro acquisti a partire dai classici maglioni in lana e dai gioielli celtici per arrivare ai famosi wisky come il Tullamore oppure il Jameson. Moltissimi sono poi i negozi che vendono souvenirs o gadget tipici irlandesi mentre, nelle principali città si trovano numerosissimi centri commerciali con negozi delle marche più note a livello internazionale a prezzi molto concorrenziali rispetto all'Italia. Se viaggiate con un volo low-cost il problema sarà far stare tutto in valigia.
Ma partiamo da uno dei prodotti tipici più noti a livello internazionale al quale pochi turisti riescono a resistere alla tentazione di acquistarne almeno uno: i maglioni delle Isole Aran. Questi maglioni anticamente venivano indossati dai pescatori delle isole Aran e lavorati a mano dalle donne utilizzando lana grezza e non lavata in modo che non perdesse la sua impermeabilità. Ogni famiglia aveva la sua particolare lavorazione che la contraddistingueva dalle altre, ogni maglia poteva avere fino a 100.000 punti. Oggi, i maglioni delle isole Aran sono diventati un capo di gran moda in tutto il mondo grazie anche a personaggi famosi come Bill Clinton a Taylor Swift e Sarah Jessica Parker che li hanno indossati in pubbliche apparizioni. Le lavorazioni si sono però piuttosto standardizzate, le lane vengono accuratamente lavate e gran parte di loro vengono fatti a macchina utilizzando in aggiunta filati come il Chachemir, il lino e la baby Alpaca, nonostante tutto non hanno perso il loro antico fascino e il loro calore. Oggi i maglioni delle Isole Aran vengono venduti in tutta Irlanda anche se ovviamente il posto migliore ove comperarli è proprio nelle isole o nei piccoli centri turistici, nelle grandi città si rischia di pagare di più un prodotto di qualità inferiore. Diffusa in tutta Irlanda, con vendita anche on-line è la catena Aran, a Dublino proprio di fronte all'ingresso del Trinity College se ne trova uno. A Cork, molto vicino a Blarney Castle si trova invece il più grande outlet al mondo di prodotti tipici Irlandesi anche qui si può trovare una vasta scelta di maglioni, mantelle, sciarpe, cappelli e pancotti in lana lavorata.
Una tradizione che deriva dalle antiche popolazioni celtiche più precisamente dai druidi abili lavoratori di metalli e al contempo molto spirituale, la cui spiritualità era contraddistinta dal forte legame con la natura, dal rispetto del tempo e dal suo ciclico scorrere. La loro tradizioni e la loro cultura la ritroviamo ancora oggi nelle musiche nei gioielli e nei monili. Abilissimi nella lavorazione dei metalli e delle pietre l'arte degli artigiani celti si concentrò su di un repertorio fatto di nodi dai più semplici ai più elaborati il cui scopo è allontanare gli spiriti maligni da chi li indossa o portare all'eternità, croci, intrecci e spirali, simbolo dell'eternità, tutti comunque come rappresentazione dell'equilibrio dell'universo e dei misteri del cosmo. I celti avevano uno spiccato senso del colore che riversarono ovviamente anche nella produzione dei gioielli che smaltavano con colori brillanti. Ancora oggi molti gioielli sono smaltati di verde, blu oppure rosso. In quasi tutti i luoghi turistici si trovano gioielli della tradizione celtica dai bracciali alle collane agli anelli, fate però molta attenzione in quanto solo alcuni sono in argento. A Dingle si trovano molti negozietti che vendono gioielli celtici in argento a prezzi molto concorrenziali, a Kinsale potrete recarvi nella bottega di Dominic Dolan, la cui famiglia produce gioielli celtici dal 1647 e dove potrete ammirare il tavolo da lavoro sul quale vengono prodotti alcuni dei gioielli in vendita.
In Irlanda vengono prodotti alcuni dei whisky più famosi al mondo tra questi il Tullamore, il Jameson, il Connemara, il Bushmills. Di alcune di queste distillerie è possibile visitare gli antichi stabilimenti ove vengono illustrate le varie fasi di produzione ed in genere al termine della visita viene offerta una degustazione. Quasi tutte le visite terminano nello store aziendale dove è possibile acquistare bottiglie di whisky, crema di whisky, caramelle al mou con whisky, cioccolatini al liquore, magliette, felpe e altri gadget. Molto bella la Jameson experience che si può fare sia a Dublino che a Middletown ove John Jameson nel 1780 iniziò a produrre il whisky a tripla fermentazione che in breve tempo divenne uno dei più consumati al mondo. Stessa cosa si può fare nella città di Tullamore ove viene prodotto l'omonimo whisky, a fianco del suo store c'è anche un pub ove è possibile consumare pasti.
Tra le 10 cose da fare a Dublino sicuramente una delle prime è visitare il Guinnes Storehouse sito negli antichi stabilimenti di produzione. La visita, molto suggestiva, termina anche in questo caso nello store aziendale dove sono in vendita boccali di birra, cioccolatini e squisite caramelle al mou prodotte con la birra, t-shirt, felpe, portachiavi, addobbi per l'albero di natale e altri gadget tutti rigorosamente marchiati Guinness. Anche in questo caso è impossibile uscire a mani vuote, molto carine sono le magliette riportanti le vecchie pubblicità, i poster e i grembiuli da cucina.
L'Irlanda non è molto vasta ma, le sue strade sono molto piccole e tortuose quindi, anche per piccole distanze ci si può impiegare molto tempo. I mezzi di trasporto pubblico, seppur efficienti, non raggiungono tutte le località di interesse turistico alcune compagnie di autobus privati organizzano gite giornaliere per i siti più noti. Il modo migliore per muoversi in Irlanda è sicuramente l'automobile, se non vi spaventa la pioggia anche la moto può essere un buon mezzo.
L'Irlanda ha un clima mai troppo freddo e mai troppo caldo, è però spesso battuta da forti venti e il tempo cambia di ora in ora. Durante il periodo estivo si va da un minimo di 15 gradi ad una temperatura massima di 22 gradi, con parecchie differenze tra l'Irlanda del SUD, dove si può arrivare anche a 30 gradi, e quella del Nord. In inverno la temperatura raramente scende sotto lo zero, ma si attesta tra i 4 gradi e i 10. A causa dei forti fenti che spesso accompagnano la pioggia è sconsigliabile munirsi di ombrellini ma è preferibile avere giacche o meglio ancora mantelle anti pioggia e anti vento. La stagione migliore per andarvi è sicuramente la tarda primavera e l'inizio dell'estate quando le giornate sono molto lunghe (il sole tramonta intorno alle 22) e i momenti di pioggia sono più ridotti.
L'isola verde è una terra costantemente battuta dai venti causa i quali sono la causa principale dei rapitissimi cambiamenti delle condizioni meteo che avvengono in una giornata. Durante un soggiorno in Irlanda vi capiterà sicuramente di alzarvi con una splendida giornata di sole senza una nuvola all'orizzonte e due ore dopo trovarvi sotto un violento acquazzone per poi riveder splendere il sole. In una vacanza in Irlanda dovrete qindi prevedere di mettere in valigia
- una giacca anti vento e anti pioggia, meglio ancora una mantella sotto la quale potrete riparare la vostra borsa o il vostro zaino, evitate gli ombrelli in quanto con il vento rischiate di romperli e di non proteggervi dalla poggia
- scarpe comode e possibilmente chiuse
- una felpa
- un pile leggero
- pantaloni lunghi con la cerniera che all'occorrenza diventino corti, si saranno utilissimi soprattutto al sud ove il tempo campia rapidissimamente
- una sciarpa oppure un foulard per proteggere il collo dall'incessante vento
- se avete in previsione di andare nella costa del sud un aciugamano di microfibra e ciabattine infradito per rilassarvi sulle bellissime spiagge, se ve la sentite anche un costume da bagno ma tenete presente che l'acqua è piuttosto fredda anche in agosto
In Irlanda del Nord e del Sud l’energia elettrica viene erogata secondo differenti voltaggi: 220V in Irlanda del Sud e 240 in quella del Nord. Se vi recate quindi in Irlanda del Nord sappiate che le prese di corrente non sono compatibili con nostre in quanto hanno tre buchi rettangolari. E’ bene quindi munirsi di un adattatore che potrete trovare direttamente in loco in genere anche negli aeroporti.
La festa di San Patrizio, o meglio Saint Patrick’s, protettore d’Irlanda si tiene ogni anno il 17 di marzo ed è molto sentita su tutta l’isola. Tutte le attività commerciali e industriali si fermano per permettere agli abitanti di festeggiare il loro protettore attraverso la preparazione di piatti tipici, musiche, spettacoli teatrali, grandi parate e fuochi d’artificio. Molto speciale è la parata di San Patrizio che si tiene a Dublino e coinvolge circa 500.000 persone che si riversano in costume per le vie del centro in una specie di grande parata carnevalesca con carri allegorici musiche danze travestimenti e spettacoli di ogni genere. A San Patrizio la tradizione vuole che si indossi qualche cosa di verde, colore simbolo d’Irlanda, così l’isola già di per sé verde diviene verdissima.
Secondo la leggenda San Patrizio nacque in Scozia ma, rapito, venne venduto come schiavo in Irlanda ove si ambientò molto bene imparando la lingua e divenendo dapprima diacono, poi prete ed infine arcivescovo. E proprio a San Patrizio si attribuisce il fatto di aver combattuto con i serpenti e di averli scacciati dall’Irlanda per questo motivo ora sull’isola non vi sono rettili
Città di origini medioevali posta sulla foce del fiume Blackwater, che, in passato, gli conferì grande importanza strategica e militare. Anticamente protetta da una possente cinta muraria lega la sua storia a quella di Walter Raleigh che nel 1588 la ricevette in dono dalla regina Elisabetta I. Fu proprio in questa città che il regista John Huston girò gran parte delle scene del film Moby Dick. Secondo la leggenda, fu proprio in questa città che per la prima volta in Irlanda venne piantata la patata, che strasformò radicalmente la tradizione culinaria dell'isola.
St Mary's: la chiesa venne costruita intorno al XV secolo ma, rimase per lunghi anni in stato di abbandono. Nel 1848 iniziarono lavori di restauro che permisero il riutilizzo dell'edificio. Al suo interno è ospitato il monumento sepolcrale di Sir Richard Boyle, conte di Cork.
Mura medioevali: poste dietro all'antica chiesa, è ciò che rimane dell'antica cinta muraria che proteggeva la città dagli attacchi esterni. Un tratto di esse è ancora accessibile e offre un bel panorama sulla città e sulla baia.
Clock Gate Tower: anticamente collegata alla cinta muraria e utilizzata come prigione ospita ora una mostra sulla storia e la vita della città.
Sono piastrelle di ceramica di solito quadrate, con lati di 12 cm., decorate e smaltate, molto presenti nelle architetture spagnole e portoghesi, dove formano motivi geometrici sulle facciate delle case o narrano storie, sacre e profane, come, ad esempio, quelli che potete ammirare nelle chiese e nei monasteri.
Gli azulejos traggono origine dagli antichi alicatados, introdotti nella Penisola Iberica dagli Arabi tra il XIII e il XV secolo. Si trattava di lastre di argilla smaltate e colorate che venivano ritagliate con pinze (alicates) e assemblate insieme per formare colorate decorazioni per pavimenti e pareti.
Nella Cappella del Palazzo reale di Sintra si può ammirare il più antico esempio di alicatados portoghesi nel pavimento del XV secolo.
Fu proprio a partire dal XV secolo che, per semplificare la difficile opera di ritaglio degli alicatados, ci si orientò per ritagliate l’argilla ancora fresca con stampi di metallo di forma regolare, che presto, per ulteriore semplificazione, divennero quadrati.
Semplificata la forma (con soli quattro quadrati era possibile replicare all’infinito qualsiasi disegno), occorreva semplificare anche le tecniche di colorazione che, in cottura, tendevano a mescolarsi, finché, nel XVI secolo fu adottata la tecnica della maiolica, conosciuta come “pittura italiana”, introdotta a Siviglia dall’italiano Francesco Nicoloso, detto il Pisanello. Gli azulejos del ‘700, sulla scia delle porcellane cinesi che erano di gran moda in quel periodo, sono quasi esclusivamente mattonelle azzurre e bianche, secondo uno stile di grande armonia che ha reso celebre quest’arte nel mondo.
Splendidi esempi se ne trovano nella Chiesa di Săo Vicente de Fora, che domina la collina dell’Alfama. La Chiesa, chiamata così perché al tempo della sua costruzione (1582-1627) si trovava al di fuori della cinta muraria della città di Lisbona, oltre ad essere preziosa per le sue linee essenziali, ha il chiostro interamente decorato di azulejos del XVIII secoli, ispirati alle fiabe di La Fontaine.
Nella portineria del suo convento, inoltre, un pannello di azulejos raffigura la presa di Lisbona e la sconfitta dei Mori.
Il Tago, fiume molto celebrato da pittori e poeti, soprannominato “mare di paglia” per i suoi riflessi d’oro, nasce in Spagna e sfocia nell’Oceano atlantico, dopo un viaggio di 800 km.È sul Tago che si affaccia il porto di Lisbona.
Nel XVI secolo è qui che la città vide affluire l’oro e l’avorio dall’Africa, il pepe e la cannella dall’India, la seta dalla Cina e il tabacco dall’America.
Tutt’oggi il porto di Lisbona rappresenta uno dei principali scali marittimi d’Europa e i suoi docks, le sue banchine, i suoi depositi si susseguono per ben 20 Km. di lunghezza.
Ogni giorno salpano anche navi-traghetto (cacilheiros) turistici che propongono crociere di 2 ore verso i principali luoghi di interesse e dal mare la vista della Praça do Comércio è veramente indimenticabile. Bei tramonti si possono fotografare dal ponte sospeso 25 de Abril.
Non si può immaginare Lisbona senza il suo pittoresco tram n. 28 che dal 1901 si arrampica ogni giorno sulla collina fino al castello di São Jorge lungo un percorso lunghissimo, che va da Graça ad est fino a Campo Ourique e alla Basilica di Estrela ad ovest.
I tram originali, piccoli, di colore giallo e bianco, risalgono al 1930, ma anche quelli più recenti mantengono inalterate nel tempo le loro caratteristiche originali, come le finiture cromate e i pannelli di legno lucide, ma anche le scomode panche di legno.
Per i turisti la parte migliore del viaggio è quella orientale, quando il tram 28 attraversa l’Alfama, il quartiere più antico della città, e si ferma, anche se in modo irregolare, vicino a molte delle principali attrazioni di Lisbona, regalando scorci mozzafiato del Tago e dell’Alfama coloratissime opere di Street Art.
Un altro aspetto affascinante del percorso è la ripidità della salita da una parte e la strettezza di alcune strade dall’altra che fanno sì che il tram arrivi quasi a sfiorare in più occasioni i muri delle case.
Il tram 28 può essere un buon motivo per acquistare la Lisboa Card o la tessera Siete Colinas: si potrà scendere e salire a piacimento per visitare le attrazioni che si trovano lungo il suo percorso. Si potrà anche pensare di fare più volte il viaggio, sedendosi sia a destra sia a sinistra, per godere di tutti i possibili scorci della città.
Essendo un autobus molto amato dai turisti, ma utilizzato anche dai lisbonesi, è di solito molto affollato. È consigliabile evitare di prenderlo nelle ore di punta e salire ai capolinea per garantirsi un buon posto a sedere, tenendo presente che nei giorni feriali il tram passa ogni 10 minuti circa e che il viaggio da un punto all’altro della città dura circa 40 minuti.
Anche la linea 12 compie più o meno lo stesso percorso del 28. Decisamente meno emozionante, ma utile ed efficiente è anche il tram 15 che vi permetterà di raggiungere comodamente Belém.
Sono i punti panoramici di Lisbona, dai quali godere di splendide viste della città.
Miradouro de Santa Luzia
È un bel terrazzo con aiole e muretti decorati con azulejos, che si affaccia sull’Alfama. Non dimenticate di osservare gli azulejos bianchi e blu che ritraggono scene dell’assedio di Lisbona del 1147, nella parte posteriore del miradouro.
Miradouro da Graça: è una piazza circondata dai pini, dalla quale si ammirano splendidi tramonti e il centro della città.
Miradouro de Santa Catarina. È considerata la zona più bohémienne di Lisbona e offre un panorama che va dal fiume, al Cristo Rei e al Ponte 25 de Abril. Ci si può arrivare con l’Elevador da Bica (funicolare del XIX secolo che parte da Rua da Bica de Duarte Belo).
Miradouro de São Pedro de Alcântara. Ci si arriva con l’Elevador da Glória, da Praça dos Restauradores o salendo lungo la ripida Calçada da Glória. Offre una bella vista del Castello
Miradouro da Senhora do Monte. Si può raggiungere a piedi dalla fermata Rua da Graça del tram 28, camminando lungo Rua da Senhora do Monte, in direzione ovest. Si arriva alla parte più alta di Graça, da dove la vista arriva ad abbracciare anche il castello.
- I Miradouros, da cui godere di splendidi panorami della città
- Tutti i Musei di Lisbona prevedono giornate od orari ad ingresso libero. Consultate i siti per informazioni aggiornate.
- Concerti di musica classica nel Parco del Museo Kalouste Gulbenkian, la domenica a mezzogiorno.
- Concerti di musica jazz presso il Centro Culturale di Belem, in estate, di giovedì presso la Cafetaria Quadrante
Discoteca Amália, Rua de Áurea 272: ispirato alla fadista Amalia Rodrigues, offre un eccellente assortimento di CD di fado e musica classica.
Louie Louie, Rua Nova da Trinidade 8: un buon riferimento se cercate vinili, anche di seconda mano. È un negozio specializzato in musica house, dance ed elettronica.
Trem Azul, Rua do Alecrim 21A: ottima offerta di musica jazz e world. Spesso il palcoscenico sul retro ospita concerti dal vivo ed eventi per il lancio dei nuovi dischi.
Amatudo, Rua da Madalena 76:dove cercare souve nir della città di buon livello
Arte da Terra, Rua Augusto Rosa 40: si trova nelle stalle di un antico palazzo vescovile e offre oggetti di artigianato portoghese, che vanno dai ricami, agli azulejos dipinti a mano, a oggetti realizzati in sughero, a statuette del presepio ….
Fábrica de Sant’Ana, Baixa, Rua do Alecrim 95). È una fabbrica di azulejos, attiva fin dal 1741, dove è possibile farsi realizzare mattonelle o dove acquistare quelle in mostra nella sala espositiva.
Casa Pereira, Rua Garrett 38, Baixa: drogheria tipica, dove cercare qualità di caffè introvabili altrove e acquistare vini e liquori.
Conserveira de Lisboa, Rua dos Bacalhoeiros 34, dove acquistare la migliore produzione in scatola dei prodotti portoghesi, dalle sardine, ai polipi, ai calamari, al ricco assortimento di patè.
Antiga Confeitaria de Belém, Rua Belèm 84-92: assolutamente da non perdere i famosi Pastéis de Nata, piccoli dolci di pasta sfoglia, crema e cannella di questa storica e famosissima pasticceria, decorata di azulejos, dove anche le scuole portano i bambini in gita scolastica.
Confeitaria Nacional, Praca da Figueira 18B: elegante e decisamente meno affollata della precedente, vi affascinerà con i suoi arredi d’epoca e vi conquisterà con le sue specialità dolci e salate (compresi i Pastéis de Nata) ed il suo buon caffè.
Feira da Ladra, Campo de Santa Clara, Alfama, martedì e sabato: assolutamente da non perdere questo mercato delle pulci, dove curiosare tra cose d’altri tempi e dove contrattare è un’arte tutt’ora praticata. Ha una storia che risale al 1272, ma attenzione: non è un caso se si chiama “Mercato dei ladri”.
Mercado da Ribeira, Av 24 de Julho: è il più importante mercato alimentare di Lisbona, con frutta, verdure, formaggi, carne, pane fresco e pesci dell’Atlantico appena pescati.
Armazéns do Chiado, Rua do Carmo 2: dove trovare abbigliamento, musica, cosmetici, libri. Al piano superiore c’è un’area di ristorazione economica che offre una bella vista sulla città.
Amoreiras Shopping Center, Av Eng. Duarte Pa checo 1070: centinaia di negozi, decine di punti ristoro, sale cinematografiche, un supermercato, ma anche una chiesa cattolica, un ufficio postale, una piscina e campi da tennis, il tutto in pieno centro città.
El Corte Inglés, Av. António Augusto de Aguiar 31: a Lisbona è presente anche una filiale della più grande e famosa catena di grandi magazzini di Spagna. Completo di tutti i reparti, compreso un grande supermercato, ha anche una confortevole caffetteria-ristorante-terrazza al 7° piano e stazione metro al suo interno.
Come lo sferragliare del tram 28, o il sapore dei Pasteis de Belém o il colore tra l’azzurro ed il violetto dei fiori di Jacaranda, il Fado è una delle essenze di Lisbona e, certamente, non la più immediata da cogliere per noi turisti. Il Fado ha le sue radici proprio a Lisbona. Nasce infatti in Alfama, il quartiere più antico, vera qasba ai tempi della dominazione araba e per molto tempo anche il più povero della città, che si andava estendendo verso ovest.
Il Fado nasce quindi in quella ragnatela di casette basse, che delimitano stradine strette che si intrecciano e si arrampicano dal Tago su su, fino al Castello di São Jorge e nasce come espressione musicale della saudade, sentimento che esprime con intensità, dolore e sofferenza i temi della lontananza, della separazione, degli amori impossibili. Temi che dovevano toccare corde particolarmente sensibili in un popolo costretto dalla povertà a frequenti emigrazioni o ad imbarchi particolarmente lunghi e, talvolta, senza ritorno.
Il nome, che deriva dal latino fatum (destino) non fa che accentuare questo senso di nostalgia ed inevitabilità che si ritrova poi nei testi delle canzoni, veri e propri racconti, narrati su una musica suonata su tempi pari dalla guitarra portuguesa, accompagnata dalla viola do fado e dal cavaquinho.
a tradizione vuole che questo canto accompagni (o meglio segua) i pasti e che i commensali si uniscano sommessamente ai ritornelli dei cantanti che si susseguono e cantano due o tre pezzi di seguito, per poi lasciare il posto ad altri.
È alla grande cantante portoghese Amalia Rodriguez che dobbiamo la notorietà del fado al di fuori dei confini di Lisbona e del Portogallo. A lei è dedicato il Museo del Fado dove si possono trovare informazioni, cimeli e approfondimenti oltre ad un interessante centro di documentazione. Per un’anteprima, prima di partire:
Uma casa portuguesa
Casa da Mariquinhas
Fado Lisbona
Ovviamente tutta la città pullula di luoghi dove ascoltare il fado, molti dei quali sono trappole per turisti, dove si rischia di pagare a caro prezzo cibo non eccezionale e fado scadente. Il consiglio è di informarsi bene (in rete e sul posto) per poter fare la scelta migliore
Anche se scoprirete, presto e con piacere, che le cose da fare a Lisbona sono in realtà molto più delle dieci che vi segnaliamo, fate di tutto per non perdervi, nell’ordine che preferite:
Un vero pezzo di antiquariato su rotaia,come primo visione d’insieme della città, con una sosta per ammirare il panorama della città dal millenario Castello fortificato di São Jorge.
il secondo più grande acquario in Europa e sentire il mare sdraiandosi sulle panchine poste accanto alle fontane nei suoi pressi e chiudendo gli occhi.
Lasciarsi conquistare dalle sue cincaglierie
Perdersi nelle sale e nei giardini della Fondazione Calouste Gulbenkian, sorprendente e visionario museo in un’oasi di pace
Prendere la metropolitana per vedere le opere d’arte delle diverse stazioni
Prendersi un aperitivo al Chiado, il quartiere preferito da Ferdinando Pessoa, alla Brasileira, accanto alla sua statua
Visitare la Casa Museu Amalia Rodrigues, la grande diva del fado
Arrampicarsi lungo le stradine ripide e misteriose dell’Alfama, tra torri di pietra, piccoli bar e giardini nascosti
Addentrarsi nella Baixa per ammirarne la splendida piazza e prendere l’elevador de Santa Justa, vera opera d’arte un tempo a vapore, ora elettrica, inaugurata nel 1902
Immergersi nell’epoca delle grandi conquiste visitando il quartiere di Belém, con la sua Torre Patrimonio dell’Umanità, il Monastero dos Jeronimos con la sua elaborata architettura, lo splendido Museo Navale…. senza dimenticare di assaggiare il pastel di Belém nella Fabrica dos Pastéis de Belém
Lisbona: quartieri e itinerari:
Situata sulla sponda settentrionale del fiume Tago, estesa su sette colline orientate verso il porto, Lisbona è suddivisa in quattro aree amministrative, o Bairros, a cui fanno capo i 53 quartieri cittadini o Freguesias.
In cima a ciascuna delle sue colline si trova un belvedere o, come nel caso di São Jorge, un castello e tutti offrono magnifiche viste panoramiche sulle zone circostanti.
I tre quartieri simbolo dal punto di vista culturale e turistico, che in realtà non si sovrappongono a quelli amministrativi, sono:
Alfama, la zona più antica della città
la città bassa (Cidade Baixa), è chiamata anche Baixa Pombalina, per il singolare ed elegante stile architettonico scelto dal marchese di Pombal per la ricostruzione di Lisbona, dopo il terremoto del 1755, concentrato, soprattutto nella Praça do Comércio (tra Cais do Sodré e Alfama), le piazze di Rossio e Figueira e il largo boulevard Avenida da Libertade. La città bassa è stata nominata, ma non ancora dichiarata, tra i siti dell’UNESCO.
la città alta (Bairro Alto), molto frequentato di giorno per i suoi negozi di artigianato e prodotti tipici e di sera per la vita notturna, le numerose “tascas”, osterie a conduzione familiare.
A questi tre quartieri simbolo si aggiungono poi:
- la zona monumentaledi Belém nella parte occidentale della città, con la sua famosa Torre, il Monastero dos Jeronimos e il Pedrão dos Descobrimentos (il Monumento alle Scoperte)
- il Parque das Nações (Parco delle Nazioni), lo splendido e moderno quartiere realizzato ex novo (insieme al Ponte Vasco de Gama) in occasione dell’Expo del 1998, che ospita opere di grandissimi artisti e architetti famosi, come la Gare do Oriente, progettata dall’architetto valenciano Santiago Calatrava, oltre all’Oceanario.
Alfama è il più antico quartiere di Lisbona e oggi si presenta come un intreccio di piccole stradine e vicoli medioevali, che si alternano a belle vedute di tre dei sette colli della città, tra antiche botteghe, case ricoperte di azulejos, macchine parcheggiate con estrema perizia e panni stesi ad asciugare.
Un tempo Alfama era un elegante quartiere residenziale, ma, dopo una serie di terremoti, i suoi bei palazzi furono via via sostituiti da case popolari, abitate per lo più da pescatori e operai.
È un quartiere da visitare piacevolmente a piedi o prendendo il tram n.28 che lo attraversa completamente, passando spesso proprio a filo dei muri delle case.
Il suo punto panoramico è il Miradouro de S. Luzia, che offre una delle più belle viste sui tetti della città e sul Tago.
È in questo quartiere che troviamo:
La cattedrale romanica Santa Maria Maior de Lisboa, più nota come Sé de Lisboa (abbreviazione di Sedes Episcopalis, vale a dire sede vescovile) è considerato il monumento religioso più importante della città. La Chiesa risale al 1150 e fu volut a da Alfonso Henriques, primo re portoghese, dopo la riconquista cristiana della città. Fu edificata sul terreno dove sorgeva una vecchia moschea. Le sue prime forme erano fortificate, come le chiese romaniche francesi, sostituite poi dallo stile gotico. La sua facciata è un mirabile esempio di architettura romanica ed è affiancata da due torri campanarie gemelle, con coronamento merlato. L’interno della cattedrale è a croce latina, con tre navate. Le numerose ristrutturazioni della cattedrale hanno fatto sì che attualmente al suo interno vi siano arcate romaniche, un coro barocco e cappelle gotiche. La cappella dei santi Cosma e Damiano ospita sarcofagi del XV secolo. Importanti i suoi due organi a canne, e, in particolare, quello barocco realizzato nel XVIII secolo da Joachin Machado de Castro.
Nella Fonte Battesimale romanica fu battezzato Sant’Antonio.
Il deambulatorio, visitabile a pagamento insieme al chiostro, presente nove cappelle gotiche.
Largo da Sé.
È una delle chiese più frequentate di Lisbona, meta di pellegrinaggio, perché è stata costruita dove sorgeva la casa natale del Patrono di Lisbona: Sant’Antonio da Padova, vissuto tra il 1195 e il 1231.
Attraversata la sacrestia decorata con azulejos, si può scendere nella cripta dove un piccolo altare ricorda che il luogo dove nacque il Santo. Questa è l’unica parte della chiesa che non sia stata distrutta dal terremoto del 1755 insieme alla statua del Santo che si trova nel coro
La chiesa attuale fu edificata su progetto dell’architetto Mateus Vicente a partire dal 1757, con la facciata in stile barocco.
Alla chiesa è annesso un piccolo museo che ospita una raccolta di raffigurazioni di Sant’Antonio.
Largo de Santo António da Sé (lungo il percorso del tram 28).
Eretto dai visigoti nel V secolo e poi fortificato dai Mori nel corso del IX secolo con una cinta muraria lunga 2 Km. Dopo la riconquista di Lisbona nel 1147 fu trasformato in residenza reale da re Alfonso Henriques. Dal XVI secolo il castello ebbe una destinazione militare.
Oltre al mastio, il castello possiede altre 10 torri, tra cui la Torre di Ulisse che conserva l’archivio reale. Sulla sua cima è stato collocato un periscopio con due obiettivi e uno specchio che riflettono la città di Lisbona a 360 gradi.
All’interno delle sue mura, oggi si snodano bei giardini con aiuole fiorite, statue e reperti archeologici. L’affaccio sulla Baixa e sul Tago è particolarmente suggestivo.
I dintorni del castello costituiscono il nucleo più antico di Lisbona, ed è proprio qui che i Fenici e i Romani posero le prime pietre.
Ospita il Panteão Nacional, dove sono sepolti i presidenti portoghesi e dove si trova il cenotafio di marmi dedicato a Vasco de Gama. La Chiesa, chiamata così perché al tempo della sua costruzione (1582-1627) si trovava al di fuori della cinta muraria della città di Lisbona, oltre ad essere preziosa per le sue linee essenziali, ha il chiostro interamente decorato di azulejos del XVIII secoli, ispirati alle fiabe di La Fontaine.
Nella portineria del suo convento, inoltre, un pannello di azulejos raffigura la presa di Lisbona e la sconfitta dei Mori. Vi consigliamo di prenotare le visite guidate del convento: per un solo euro in più a persona sul prezzo del biglietto si ha la possibilità di approfondire la storia di questo incredibile edificio e dei suoi splendidi manufatti. Le visite guidate sono previste anche in Italiano.h2>La Basilica da Estrela
Fu costruita alla fine del 1700 per volere della regina Maria, come ringraziamento per la nascita di un erede al trono e donata alle Suore Carmelitane. È una elegante costruzione bianca, caratterizzata da due campanili gemelli e una grande cupola, coronata da una lanterna. Negli interni dominano i colori rosa, giallo e grigio-azzurro dei marmi sfarzosi. La Basilica, che si erge su una delle colline nella parte occidentale della vecchia città ed è considerata uno dei migliori esempi di arte barocca di Lisbona, ospita molte preziose opere artistiche, tra cui il presepe in terracotta (con 500 personaggi a grandezza naturale) di Machado de Castro (XVIII secolo) e l’elaborato sepolcro della Regina Maria I. salendo sulla terrazza panoramica si gode di una bellissima vista della città.
Sulla stessa piazza della Basilica si affaccia anche il bel parco Guerra Junquerio, meglio conosciuto come Parco di Estrela, un bellissimo giardino di quasi 6 ettari, con lago e giochi d’acqua, statue, aree gioco dedicate ai bambini e caffetterie. Nella bella stagione ospita concerti ed eventi, tra cui il Jazz Festival.
Praça Estrela (lungo il percorso del tram 28).
E' allestito nell’antico Convento das Bernardas, fondato nel 1653 e quasi interamente ricostruito dopo il terremoto del 1755. Ospita una rara collezione di antiche marionette tradizionali portoghesi, oltre a pupazzi e fantocci di ogni genere, fra cui maschere africane e del sud est asiatico. Rua da Esperança 146
Dal 1755 è il quartiere chic e artistico di Lisbona, l’equivalente di Montemartre a Parigi e di West Hampstead a Londra. La città alta fu seriamente danneggiata nel 1988 da un incendio e l’intera zona fu restaurata dal noto architetto portoghese Alvaro Siza, che ha inserito piacevoli patio tra gli edifici, che ospitano sale da tè, librerie, e studi di grandi stilisti.
Per visitare il Chiado, si può prendere la rua do Carmo che parte dal Rossio e prendere una delle curiosità di lisbona: l’elevador de Santa Justa. L’ascensore fu costruito nel lontano 1902 da Raoul Mesnier de Ponsard, ingegnere di origine francese, seguace di Gustave Eiffel ed era attivato da una macchina a vapore che gli permetteva di salire i 45 metri che separano la città bassa dalla città alta. Vera meraviglia architettonica, con cabine di legno e ottone in stile gotico, consente tuttora di accedere ad una piattaforma che offre una vista eccezionale a 360 gradi di Lisbona.
L’ascensore arriva nei pressi delle rovine del Convento do Carmo, monastero fondato nel 1389 e distrutto dal terremoto del 1755. Passando per il Largo do Camo, che fu uno dei teatri della Rivoluzione del 1974, e ci si dirige verso destra, su via Calcada do Sacramento e poi a sinistra verso Rua Garrett, dove c’è il caffè A Brasileira (Rua Garrett 120), luogo amato dal grande poeta e scrittore Fernando Pessoa, che si fermava spesso qui a scrivere e dove una statua lo ricorda.
Un altro luogo piacevole per una sosta, alla stessa distanza dall’elevador de Santa Justa, ma nella direzione opposta, è la Confeitaria Nacional (Praca da Figueira 18B) http://www.confeitarianacional.com/, fondata nel 1829: Situato nelle antiche scuderie dell’immenso palazzo dei conti di Valadares, questo luminoso bar-ristorante propone anche un eccezionale assortimento di dolci tradizionali portoghesi, tra cui i pasteis de nata, deliziosi dolcetti di crema e pasta sfoglia, da gustare con un caffè molto ristretto (bica, in portoghese).
Con un autobus o con un taxi si può raggiungere Parque Eduardo VII, un grande parco alla francese che incornicia l’Avenida da Libertade, la grande arteria da cui si apre una magnifica prospettiva sulla città bassa e sul Tago, tra i colli del Castello de Sao Jorge e del Barrio Alto.
Il Parco ospita l’Estufa Fria e l’Estufa Quente, (501 Parque Eduardo VII), serre con straordinari insiemi di piante tropicali e subtropicali
Assolutamente da non perdere quello che è considerato da molti il più bel museo del Portogallo e che ospita la ricca collezione di selezionati capolavori di arte occidentale ed orientale raccolti da Calouste Gulbenkian, imprenditore del petrolio e filantropo armeno, nella sua avventurosa vita trascorsa tra la Turchia, dove era nato nel 1869, Londra, dove era diventato cittadino britannico dal 1902, Parigi, dove aveva raccolto la sua collezione e Lisbona dove passò l’ultimo periodo della sua vita e dove morì nel 1955. Ed è a Lisbona che ora si trovano sia la sua collezione sia la fondazione a lui intitolata. Nel Museo i reperti e le opere sono esposti cronologicamente in uno spazio espositivo perfetto e funzionale, volto ad esaltare i particolari dei singoli pezzi, che vanno dalle maschere d’oro delle mummie egizie alla splendida collezione di gioielli di Lalique. Difficile dire cosa non perdere, trattandosi di pezzi rari e preziosi come le urne della Mesopotamia, piuttosto che di porcellane cinesi, quadri di Rembrandt, statue di Rodin o antichi e preziosi azulejos, solo per citarne alcuni. Nota interessante: tutti gli orologi esposti sono funzionanti: il loro ticchettio e il suono dei loro preziosi carillon scandiranno il tempo della vostra visita.
Il Museo è circondato da un bellissimo parco con corsi d’acque dove nuotano pesci e anatre di varie specie e dove la domenica a mezzogiorno si tengono concerti di musica classica. Proprio al centro del parco sorge il Museo de Arte Moderna, con una ricca collezione di opere portoghesi e internazionali del XX secolo e una fornita libreria. L’accesso al parco e ai concerti è gratuito. Due caffetterie contribuiscono a rendere questo posto un luogo ideale anche dal punto di vista del relax.
Nel sito sono disponibili orari aggiornati, prezzi dei biglietti. Consultate anche l’elenco delle agevolazioni e le giornate ad ingresso gratuito.
https://gulbenkian.pt/museu/en
Attraversato dall’aria sferzante dell’Atlantico e accarezzato dalle onde del Tago, il quartiere basso della città fu totalmente ricostruito dopo il terribile sisma del 1755. Va esplorato a piedi, partendo dalla centralissima Praça Dom Pedro IV, primo imperatore del Brasile, detta Praça do Rossio. In questa grande piazza acciottolata, circondata da splendidi palazzi del XVIII secolo con i loro preziosi cortili interni, si nascondono storie e tesori da scoprire, come i due enormi camini del 1509 del palazzo dei Conti di Almada, che è uno dei monumenti nazionali.
Il Teatro neoclassico Dona Maria nasconde uno dei luoghi più tragici di Lisbona. Fu infatti edificato nel 1842 sull’antico palazzo dell’Inquisizione di fronte al quale dal 1531 al 1777 si svolsero le pubbliche esecuzioni. A sinistra del teatro c’è il Grande Hotel Avenida Palace, costruito nel 1887, che ospita un grande salone rococò, illuminato da una magnifica vetrata: un luogo ideale per sorseggiare un vecchio porto.
Il Cafè Nicola è uno degli antichi locali, frequentato un tempo dai letterati della città.
Da notare anche la bellissima porta in stile manuelino, a forma di ferro di cavallo, della Stazione del Rossio, da dove partono i treni per Sintra.
Il Rossio è anche una zona piena di negozi insoliti, come quello che sta al numero 73: l’ultima bottega di cappellaio di tutto il Portogallo. Nelle vicinanze di Plaza del Rossio c’è Avenida da Libertade, considerata la Champs-Elysées di Libona, con lo splendido Teatro Tivoli in stile Neoclassico (al n. 182-188), l’imponente monumento agli eroi della I guerra mondiale, la sede del Diário de Noticias, uno dei più antichi giornali cittadini (al n. 266) e le sue numerose boutique. E si può salire fino al monumento al Marchese di Pombal e ancora più su, fino al Miradouro del Parque Eduardo VII per godere di viste spettacolari della città.
Voluta per celebrare la potenza e la ricchezza del Portogallo, è una sorta di magnifico anfiteatro sul Tago. Ha grandiose arcate del XVIII secolo, una bella pavimentazione a mosaico con al centro la statua equestre di re José I di Braganza e vi si affacciano importanti palazzi, sontuosamente colorati di giallo limone. Praça do Comércio era la prima immagine di Lisbona che appariva alla vista dei viaggiatori che sbarcavano proprio in questo punto della città e un tempo ospitava anche il Palazzo Reale, distrutto dal terremoto del 1755 e ricostruito a Belém. Nel 1908 la piazza fu testimone dell’assassinio da parte degli anarchici del re Carlos I e di suo figlio, evento che mise fine alla monarchia. Molto importante (e particolarmente suggestivo al tramonto) l’Arco da Victória, opera di Verissimo da Costa, con le statue di portoghesi illustri, come Vasco da Gama.
Superata la statua del re Josè I, ci si può dirigere verso il fiume Tago e raggiungere la stazione di imbarco di Estação do Sul e Sueste dove partono le barche che navigano lungo il fiume, così come dalla stazione di Cais do Sodré si può raggiungere in barca Cacilhas, zona vivace e frequentata, piena di bar, caffetterie e locali. È un’ottima possibilità per godere di una vista decisamente insolita della città e del celebre ponte 25 de Abril, che unisce Lisbona a Almada.
La stazione Cais do Sodré è un crocevia importante per tutti i trasporti urbani: treno, metro, bus, tram e traghetto. È il punto di partenza per raggiungere Belém o per fare escursioni nei dintorni di Lisbona, come, ad esempio, a Estoril o Cascais.
È una delle zone più turistiche della città. Dista circa 6 Km da Praça do Comércio, ed è facilmente raggiungibile con il tram n. 15.
Belém, che in portoghese significa Betlemme) è famosa per l’architettura dei suoi monumenti e delle sue Chiese, edificati in uno stile sontuoso, influenzato (e finanziato) dai successi ottenuti dalla flotta portoghese nell’era delle grandi scoperte, con il raggiungimento delle coste dell’Africa, del Brasile e delle rotte oceaniche verso l’Asia. Definito tardo gotico portoghese, o manuelino, questo stile fu così chiamato in onore di Manuel I del Portogallo che regnò dal 1495 al 1521.
La torre fortificata che si trova a Belém, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1983, è insieme il simbolo e la memoria dell’importante ruolo giocato dal Portogallo nell’era delle grandi esplorazioni. Era stata commissionata dal re Giovanni II a difesa della foce del Tago, ma anche come porta cerimoniale della città di Lisbona. La sua costruzione (un bastione alto 30 metri con quattro torri) risale all’inizio del XVI secolo ed è uno dei migliori esempi di stile manuelino. La torre, dedicata a San Vincenzo, patrono di Lisbona, fu realizzata dall’architetto militare Francesco de Arruda e da Diogo de Boitaca che era anche il primo architetto del vicino monastero dei Jerónimos. Inizialmente la torre sorgeva su una piccola isola rocciosa vicina al Tago, di fronte alla spiaggia di Restelo. Col progressivo spostamento del litorale verso sud, la torre si trova ormai quasi sulla stessa riva del fiume.
Sembra, invece, meno credibile l’ipotesi che la torre sia stata costruita nel mezzo del fiume Tago, deviato a seguito del terremoto del 1755.
Il Monumento delle Scoperte fu eretto fu eretto (in gran fretta e con materiali rivelatisi poi scadenti), ma in tempo utile per l’expo del 1940 per celebrare le grandi scoperte portoghesi del XV e XVI secolo. Nel 1960, in occasione del cinquecentesimo anniversario della morte dell’infante Henrique il Navigatore, si decise di rifarlo interamente in pietra calcarea bianca, così come lo possiamo oggi ammirare a a Belém, sulla riva del fiume Tago.
Il monumento, proteso verso le acque, rappresenta una caravella inclinata ad affrontare un’alta onda. Sulla prua spicca la figura di Enrico il Navigatore (che ha una caravella in mano), seguito da due file discendenti di eroi portoghesi che parteciparono alle scoperte, tra cui Vasco de Gama e Magellano. A nord del Pedrao una grande rosa dei venti reca al centro le rotte percorse tra il XV e il XVI secolo. All’interno del monumento vi è una piccola sala congressi. Un ascensore (o 267 gradini) e una successiva scala conducono alla sommità del Pedrao, 52 metri, dal quale si gode di una bella vista a 360 gradi del Tago e di Belém.
Il Monastero dei Geronimiti fu realizzato per ordine del re Manuele I per celebrare il ritorno di Vasco de Gama dal suo viaggio di esplorazione della rotta per la lontana India. Secondo una leggenda, fu edificato nel luogo dove sorgeva la piccola chiesa Ermida do Restelo, nella il navigatore portoghese avrebbe trascorso in preghiera con il suo equipaggio la notte precedente la partenza.
La sua costruzione, progettata dall’architetto Diogo de Boitaca, iniziò nel 1502 e fu completata circa 100 anni dopo, grazie all’intervento di altri architetti, quali Juan de Castillo e Diego de Torralva. È considerato uno dei più significativi esempi di architettura manuelina, stile che unisce elementi decorativi del tardo gotico ai motivi tipici del rinascimento. Fanno eccezione il portone principale, l’interno della Chiesa, le cui cappelle furono restaurate in stile rinascimentale nel XVI secolo ed il chiostro.
All’interno vi sono le sepolture di vari re del Portogallo, tra i quali anche lo stesso Manuel I, da cui lo stile manuelino prende il nome. Emozionanti sono le tombe, in stile neo-manuelino, del Navigatore Vasco de Gama e del poeta e navigatore Luis de Camões (1524,1580), considerato il più grande poeta portoghese. Dal 1985, nella cappella del chiostro, riposano qui anche le spoglie del poeta e scrittore Ferdinando Pessoa. È uno dei luoghi più visitati di Lisbona e spesso si formano code importanti davanti al suo ingresso. Se volete evitarle, vi consigliamo di arrivare puntuali all’orario di apertura.
Visitate il sito per gli orari stagionali aggiornati, i giorni di chiusura, i prezzi dei biglietti e le facilitazioni previste.
L’interno della chiesa è ampio e presenta tre navate in stile gotico. Particolarmente audace è la copertura del transetto, progettata da Juan de Castillo nel 1527, che copre un rettangolo di 29 metri per 19 senza alcun appoggio centrale, sorretta solo da una complessa rete di nervature.Nella Cappella Maggiore non dimenticate di osservare il tabernacolo, capolavoro di oreficeria del XVIII secolo e le tavole dipinte con episodi della vita di Gesù: è qui che riposano le spoglie dei re Manuele I e Giovanni III e delle loro spose.
La Sacrestia, in stile manuelino, opera anch’essa di Juan de Castillo presenta una volta che poggia su una colonna ritorta e ospita dipinti di artisti manieristi portoghesi.
Il chiostro è connesso alla navata nord della chiesa. Anche se furono tre gli architetti che lavorarono per la sua realizzazione, ognuno con un suo stile personale, diverso dagli altri, è sorprendente per la sua bellezza ed armonia. A boitac si deve il piano inferiore in stile manuelino, poi fu Castillo che completò le volte e costruì le due ali del piano superiore in stile plateresco (uno stile particolarmente fiorito, fatto ad imitazione dei lavori di argenteria, in spagnolo plata, dal quale prende il nome), ed infine l’architetto Torralva completò le altre due ali in stile rinascimentale.
Il Refettorio è ampio e decorato con una cornice a rilievo costituito da una fune marinara e da piastrelle di azulejos del XVIII secolo, con una suggestiva volta a nervature.
È uno dei musei più originali e interessanti di Lisbona, capace di affascinare adulti e bambini. Si trova a Belèm, dove occupa un’ala del bellissimo Monastero dei Geronimi, e ospita una collezione di oltre 17.000 pezzi tra cui splendide imbarcazioni perfettamente conservate, arredi, tesori recuperati, strumenti originali per la navigazione e l’orientamento, attrezzi, documenti, modelli di navi, tra cui quelli delle tre caravelle di Cristoforo Colombo, che consentono al visitatore di ripercorrere le grandi avventure dei secoli d’oro delle esplorazioni. Praça do Império 1400.
Il Maat – Museo di Arte, Architettura e Tecnologia è la più recente realizzazione di cui si è dotata la città di Lisbona. Disegnato dall’architetta britannica Amanda Levete, che più giusto sarebbe definire archistar, vincitrice del premio Stirling, assegnato in Gran Bretagna “all’architetto dell’edificio che ha dato il più grande contributo all’architettura britannica nell’ultimo anno”, è stato realizzato sulla riva del Tago, inventando un nuovo spazio a fianco della Central Tejo, la bella struttura in mattoni che ha ospitato dal 1909 al 1972 la Centrale Elettrica della città e che ora amplia armonicamente lo spazio espositivo del nuovo Museo.
La nuova struttura, che è al tempo stesso innovativa, sinuosa, leggera e avvolgente, vuole essere un omaggio alla luce chiara di Lisbona e agli innumerevoli azulejos che la riflettono all’infinito ed è così rivestita da quasi 15.000 piastrelle tridimensionali smaltate, a sottolineare la tesi che “senza azulejos non è Portogallo”.
Il Museo ospita opere di arte contemporanea portoghese e mostre di architettura, fotografia, cinema, musica e tecnologia e l’intero complesso è così particolare e si trova in un contesto così bello, da meritare di essere visitato o, almeno, di essere visto da vicino.
È il quartiere di Lisbona costruito su un ex spazio industriale, insieme al Ponte Vasco de Gama, in occasione dell’Expo del 1998.
I nuovi edifici, progettati da grandi architetti, tra i quali anche Nick Jacobs e Santiago Calatrava creano un paesaggio suggestivo e tutt’ora avveniristico, con installazioni artistiche, giardini, caffè e attrazioni particolarmente interessanti, come l’Oceanario, che la rendono una meta perfetta per turismo e relax.
Molte le opere di arte pubblica presenti in questo quartiere, come ad es.:
Homem – Sol di Jorge Vi eira: il gigantesco Uomo-Sole alto 20 metri, una scultura in acciaio che domina Alameda dos Oceanos.
Rhizome di Antony Gormley, in Rossio dos Olivais: una scultura astratta in ferro, nella quale si fondono nove figure umane.
Mar Largo di Fernando Conduto, in Rossio dos Olivais: un percorso a mosaico ispirato all’Oceano.
Lago das Tágides di João Cutleiro: sculture di marmo di nudi femminili, ispirati alle ninfe del fiume Tago.
A Parque das Naçõessi possono noleggiare biciclette e salire sul Teleférico che sorvola il fiume. Se si vogliono visitare più attrazioni, si possono acquistare biglietti cumulativi scontati.
Da non perdere:
la Gare do Oriente, progettata dall’architetto valenciano Santiago Calatrava, fa pensare alla fantascienza, per il suo disegno particolarmente innovativo, modulare, leggero e intricato che suggerisce l’idea di una grande fisarmonica bianca. L’interno è decorato con bei murales di artisti internazionali.
l’Oceanario: Vi farà pensare ad una vera immersione entrare in questo acquario, che è attualmente il secondo in Europa e ospita 8000 diverse specie, tra cui animali molto rari. Vi sono ospitate belle ricostruzioni di ambienti come la foresta pluviale o la barriera corallina; si organizzano attività per le famiglie e si può addirittura dormire con gli squali e accarezzare le razze.
Pavilhão do Conhecimiento: È un museo della scienza interattiva che piacerà molto ai bambini che scopriranno come passeggiare sulla luna, camminare sui chiodi, fare enormi bolle di sapone. Una parte è addirittura vietata agli adulti!