La Repubblica Argentina dista dall’Italia più di 11.000 Km, circa 13 ore di aereo con un volo diretto. Sono parecchie le compagnie aeree che garantiscono il collegamento, a partire dalle compagnie di bandiera, come Aerolineas Argentinas e Alitalia. Abbastanza frequenti sono le offerte di voli a prezzo scontato che è possibile reperire su Internet o presso le agenzie di viaggio, tenendo presente che i prezzi di solito tendono ad aumentare con l’approssimarsi della data del viaggio, soprattutto nel periodo natalizio.
VOLI INTERNAZIONALI
Quasi tutti i voli internazionali che arrivano a Buenos Aires fanno capo all’Aeropuerto Internacional Ministro Pistarini, chiamato più frequentemente aeroporto Ezeiza, la località dove si trova l’aeroporto, a circa 35 Km a sud del centro di Buenos Aires).
Dall’aeroporto Ezeiza il centro è raggiungibile in:
- Autobus di linea 86, che è molto economico ed impiega circa 2 ore per arrivare nei pressi di Plaza de Mayo. La fermata è a circa 200 metri dal terminal delle Aerolineas Argentinas ed è necessario avere contanti per pagare il biglietto.
- Shuttle Bus della compagnia Manuel Tienda León , che impiegano circa 40 minuti e partono ogni 30 minuti.
- TAXI: si trovano uscendo dall’area trasporti nella zona di accoglienza dell’aeroporto (insegna blu). In alcuni casi può essere conveniente prenotare il servizio su Internet, perché alcune società offrono sconti o tariffe ridotte se si prenotano sia il tragitto di andata, sia quello di ritorno. Si tenga presente che le tariffe dei taxi, come al momento tutti i prezzi argentini, sono mediamente più convenienti di quelle a cui siamo abituati.
- Alcuni alberghi hanno navette da mettere a disposizione dei propri ospiti o possono provvedere a prenotare per voi la soluzione più conveniente al momento tra Taxi e Remis. Potete informarvi via email o telefono, prima di organizzare il vostro trasferimento.
VOLI NAZIONALI
Viste la grandi distanze tra le diverse regioni dell’Argentina, l’aereo è uno dei mezzi più utilizzati anche per le destinazioni nazionali. Le principali compagnie aeree che li effettuano sono Aerolineas Argentinas, Lan e Ande. La maggior parte dei voli fa riferimento a Buenos Aires, creando spesso uno scalo nella capitale a chi volesse viaggiare tra il nord e il sud del Paese. Molti dei voli interni dell’Argentina fanno capo all’aeroporto Aeroparque Jorge Newbery, a soli 4 Km dal centro di Buenos Aires, vicino al Rio della Plata. Di qui si parte per i tour dell’Argentina, le cascate di Iguazú, la Patagonia e le altre città argentine. L’Aeroparque è collegato al centro di Buenos Aires con autobus urbani (n.33 e 45), con lo shuttle MTL e con il servizio Taxi.
Una iniziativa interessante per chi volesse organizzare da solo un tour del Paese è Visite Argentina, attuata da Aereolineas Argentinas, che offre la possibilità di acquistare un carnet di voli (con un massimo di 12 tratte) senza costi di emissione. Per accedervi è necessario essere in possesso di un biglietto di volo A/R internazionale e prenotare almeno 21 giorni prima della data del primo volo.
Per tutte le informazioni riguardanti i voli, entrambi gli aeroporti fanno riferimento al sito .
Puerto Iguazú 1h e 45 min
Posadas 1h e 30 min
San Salvador de Jujuy 2 h e 10 min
San Miguel de Tucumán 1h e 50 min
Salta 2 h
Córdoba 1h e 15 min
Mendoza 1h e 50 min
San Carlo de Bariloche 2h e 20 min
Trelew 2 h
Mar della Plata 1h e 10 m
Rio Gallegos 2h e 55 min
Ushuaia 3 h e 20 min
El Calafate 3 h e 15 min
In Argentina i treni sono economici ed efficienti e rappresentano una buona possibilità di conoscere i dintorni di Buenos Aires o i quartieri più lontani dal centro. Vai al Sito
Le principali stazioni sono: Estación de la Constitución, Estación Once, Estación Federico Lacroze ed Estación Retiro. I treni in arrivo sono collegati con la metropolitana.
L’Argentina offre la possibilità di fare almeno tre viaggi turistici in treno che non è esagerato definire imperdibili:
- La Trochita: un viaggio che va da Esquel a el Maitén, attraverso la steppa patagonica
- Lo spettacolare Tren a las Nubes (treno per le nuvole) di Salta, uno dei tre treni più alti al mondo, che parte da 1187m slm per arrivare a 4200 m di altezza.
- Il Tren Patagonico che va da Viedma, sulla costa di Rio Negro, alle vette andine, alla foreste, ai laghi di Bariloche: un tratto di 820 Km che regala splendidi panorami
L’utilizzo dell’auto per trasferimenti importanti non è molto conveniente in Argentina: le distanze sono spesso molto impegnative e le principali autostrade sono a pagamento.
Alcune zone del Paese, come ad esempio la Patagonia, sono però accessibili solo con mezzi privati. Per noleggiare un’auto è necessario avere più di 21 anni, la patente di guida (raramente viene richiesta quella internazionale) e la carta di credito.
L’argentina ha un servizio di pullman di ottimo livello che copre quasi l’intero Paese. Il pullman tradizionale è il Colectivo. Quelli che percorrono grandi distanze sono di solito molto confortevoli, con sedili più o meno reclinabili (coche semi cama e coche cama), bagno e ristorazione.
La maggior parte delle compagnie di pullman, fanno riferimento al Terminal de Ómnibus del Retiro, dove, in alta stagione, partono e arrivano circa 2000 pullman al giorno. Partono dallo stesso Terminal anche i pullman per Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Perù.
Le compagnie più importanti sono: Andesmar, Chevallier, El rapido International
America Meridionale
Bolivia, Paraguay, Brasile, Uruguay e Cile
Repubblica Argentina
Buenos Aires (3.000.000 di abitanti)
Il nome Argentina deriva dal latino argentum. Secondo una leggenda, tra i primi esploratori ci furono anche dei naufraghi, che sarebbero stati accolti dalle popolazioni indigene con doni in argento. Il nome venne utilizzato per la prima volta su una mappa veneziana del 1536.
Repubblica presidenziale federale, suddivisa in 23 province e una città autonoma, Buenos Aires, che è la capitale, sede del governo federale.
42.000.000 circa
Densità 15 abitanti per Km2
2.780.400 Km2: l’Argentina è il più esteso Paese di lingua spagnola del mondo, il secondo Stato più esteso dell’America Latina, l’ottavo al mondo. Il Paese rivendica la sovranità sul territorio d’oltremare britannico delle isole Falkland (o Malvinas), della Georgia del Sud e delle isole Sandwich meridionali, così come rivendica una parte dell’Antartico. Esiste inoltre un’isola nelle acque territoriali dell’Uruguay, l’isola riserva naturale di Martín García, che è di giurisdizione argentina.
L’Argentina è lunga quasi 3.700 Km per un’ampiezza massima di 1400 Km e 4665 Km di linea costiera. Il suo territorio può essere sommariamente diviso in quattro zone:
- Le pianure subtropicali del Gran Chaco a Nord
- La catena della Ande lungo il confine occidentale con il Cile
- le pianure fertili della Pampa al centro del Paese
- il plateau della Patagonia e la Terra del Fuoco nella parte meridionale
Lingua ufficiale è lo Spagnolo, chiamato “castellano” dagli argentini. L’italiano è parlato da circa 1.500.000 persone, seguito dall’arabo e dal tedesco.
Istruzione: l’istruzione è obbligatoria dai 5 ai 18 anni di età. Tutti i livelli di istruzione sono pubblici e privati. La Scuola pubblica è gratuita, ad eccezione dell’Università.
Esiste un Sistema Sanitario Pubblico, affiancato da strutture private e associazioni di volontariato.
L’articolo 14 della Costituzione garantisce la libertà di religione. L’88% della popolazione è cattolico, l’1,5% sono musulmani e l% sono ebrei.
L’economia argentina è caratterizzata da una grande quantità e varietà di risorse naturali, da un alto livello di alfabetizzazione della popolazione e da un sistema agricolo e industriale solidi. Dopo la gravissima crisi del 2001, l’economia ha lentamente recuperato terreno, garantendo ai suoi abitanti un reddito pro-capite e una qualità della vita tra i migliori del Sud America, anche se nel nord del Paese permangono situazioni molto più critiche, di quanto l’informazione ufficiale sia disposta a dichiarare.
In Argentina la presenza di 32 parchi nazionali garantisce la protezione di specie animali e vegetali uniche al mondo. Per quanto riguarda la fauna, si va dal caimano (yacaré), al puma, al guanaco, al nandù, alla lepre della Patagonia, al condor andino. I luoghi e i periodi migliori per avvistare alcuni di loro sono:
- balene: Punta Tombo, da settembre-ottobre fino all’inizio di aprile
- elefanti marini: Caleta Valdés e Punta Delgada, tutto l’anno
- leoni marini: Penisola di Valdés, a Punta Lomo da aprile a novembre e a Punta Pirámides da dicembre a marzo
- pinguini: Punta Tombo, da settembre-ottobre fino ai primi di aprile
Per quanto riguarda la flora si passa dalle boscaglie spinose alle foreste pluviali, alle foreste di Auracaria, alle meravigliose faggete australi. I mesi primaverili sono un tripudio di fiori anche nella Patagonia e nella Terra del Fuoco.
UTC – 3, vale dire tre ore in meno rispetto al fuso orario di Greenwich, - 4 ore rispetto all’Italia (-5 quando in Italia è in vigore l’ora legale)
I primi insediamenti umani in Argentina sono stati rinvenuti in Patagonia e risalgono all’11.000 a.C. Nel I secolo d.C. la regione delle Ande Occidentali fu abitata da diverse civiltà che coltivavano mais. Nel 1480 l’impero Inca conquistò la parte nord-occidentale del Paese, mentre nell’area nord-orientale, i Guaranì svilupparono la coltivazione della yucca e delle patate dolci. Le aree centrali e meridionali dell’Argentina vennero dominate da popolazioni nomadi, unificate nel XVII secolo dai Mapuche. I primi esploratori europei raggiunsero l’Argentina nel 1516.
La Spagna nel 1537 fondò la città di Cordoba e dal 1580 vi fu una sua colonia nella zona dove, più tardi, sarà fondata Buenos Aires, zona caratterizzata dalla pampa, dove vivevano solo tribù nomadi, che si spostavano cacciando, pescando e coltivando il mais. L’Impero Britannico tentò per due volte, nel 1806 e nel 1807, di invadere Buenos Aires, ma fu respinto dalla popolazione.
Nel 1810, dopo la sconfitta inflitta da Napoleone al re Ferdinando VII di Spagna, i cittadini di Buenos Aires diedero vita alla cosiddetta Rivoluzione di maggio e crearono un proprio governo, anche se l’indipendenza vera e propria sarà dichiarata solo nel 1816, quando fu promulgata la Costituzione e stabilita la capitale a Buenos Aires.
Nel 1829 salì al potere il dittatore Juan Manuel de Rosas, che trasformò l’Argentina in un Paese con una economia basata sull’allevamento.
Nel 1859 ci fu una guerra civile, durata tre anni, che portò alla presidenza Bartolomé Mitre.
Nel 1880 ebbe inizio la cosiddetta “Conquista del deserto” che portò allo sterminio di quello che restava delle popolazioni indigene della Pampa, in nome di una Patagonia che si voleva abitata esclusivamente da bianchi, ispanici, cattolici.
La politica estera isolazionista dell’Argentina si aprì, durante la presidenza di Julio Argentino Roca, al confronto e allo scambio con gli altri Paesi, dando la possibilità a milioni di immigrati europei di stabilirsi e lavorare nel Paese. Tra il 1880 e il 1930, grazie ad una sempre maggiore sviluppo e prosperità, la popolazione aumentò di ben sette volte. Nel 1946 divenne presidente il generale Juan Perón, demagogo e dittatore, dotato di grande carisma, potenziato anche dalla collaborazione della sua seconda moglie, Evita, che porterà il peronismo a permeare la cultura e a lasciare una pesante eredità sull’ideologia dei partiti politici argentini. Nel 1955 un colpo di stato della Marina Militare costrinse Perón alla fuga e all’esilio, prima in Paraguay, poi nella Spagna Franchista.
Nel ventennio 1950-1970 l’economia argentina si rafforzò, grazie a politiche sempre più protezioniste. Nel frattempo accrebbero i contrasti politici interni e i militari presero più volte il potere.
Nel 1973 furono ristabilite le libere elezioni e Perón riuscì a tornare al potere. Un anno dopo, alla sua morte, gli successe la sua terza moglie Isabel per due anni caratterizzati da fortissimi conflitti e azioni di guerriglia urbana che giustificherà dapprima l’ingresso dei militari al governo poi, nel 1976, al golpe che destituì Isabel Peròn e portò al potere il generale Jorge. R. Videla. Dal 1978 al 1983 le Forze Armate attuarono il cosiddetto Processo di Riorganizzazione Nazionale. Durissima la repressione dell’opposizione (sia quella di sinistra, sia quella peronista). Si calcola che furono 30.000 le persone fatte scomparire in questo periodo, caratterizzato anche dal coinvolgimento dei servizi segreti sudamericani e statunitensi, preoccupati dalla possibilità di governi filosovietici in America del Sud. I desaparecidos non furono l’unica tragedia: ad essi si affiancarono migliaia di bambini, loro figli, tolti alle famiglie e dati in adozione a simpatizzanti del regime
Molti dei capi militari di quella che fu definita “la guerra sporca” provenivano da centri di addestramento finanziati dagli USA, così come i dittatori argentini Leopoldo Galtieri e Roberto E. Viola.
L’aggravarsi dei problemi economici, le accuse di corruzione, la condanna internazionale della sistemica violazione dei diritti umani uniti alla sconfitta subita nella guerra con il Regno Unito per le isole Falkland portò infine alla caduta del regime militare e alla fine della dittatura nel 1982.
La democrazia venne ripristinata nel Paese a partire dal 1983: il governo di Raoúl Alfonsín processò i capi militari e cercò di dar conto dei desaparecidos, ma la situazione economica rimase preoccupante, e portò l’Argentina ad elezioni anticipate. Nel 1991 fu eletto presidente Carlos Menem, che tentò di risollevare la situazione del Paese ricorrendo a privatizzazioni, ed intervenendo sul cambio della moneta nazionale. Le riforme portarono ad un aumento degli investimenti privati stranieri e ad una grande recessione, che raggiunse il culmine alla fine degli anni novanta, tra disoccupazione, corruzione e debito estero ai massimi livelli. La crisi finanziaria asiatica del 1998 causò la fuoriuscita di capitale che portò alla crisi del 2001 che scatenò pesanti rivolte in tutte il Paese e costrinsero il Presidente de la Rúa alle dimissioni.
Il default, l’elezione di quattro presidenti in due settimane, il deprezzamento a meno di un terzo della moneta e dei redditi e l’inflazione che ne conseguì, sono storia relativamente recente. La crisi provocò per mesi un blocco quasi totale dell’economia, con un’ondata di disoccupazione, microcriminalità e vandalismo che determinarono una forte instabilità sociale.
Dal 2002 la situazione cominciò lentamente a migliorare. Nel 2003 fu eletto presidente Néstor Kirchner che riuscì a ripianare il debito argentino e a nazionalizzare imprese private, anche se continuarono a circolare voci sul pesantissimo e non dichiarato indebitamento del Paese. Nel 2007 e poi nel 2011 la presidente eletta è Cristina, moglie di Kirchner. Nel 2014 fu resa nota l’effettiva inflazione del Paese, che subì un secondo default, dal quale la Nazione si sta ora lentamente e coraggiosamente riprendendo.
Permangono criticità nel nord del Paese sia per le condizioni di povertà di molti abitanti sia per i pochi nativi sopravvissuti, nonostante l’esistenza di leggi nazionali che ne garantiscono i diritti.
In ogni periodo dell’anno l’Argentina riserva ai turisti esperienze indimenticabili.
Le stagioni nell’emisfero australe sono opposte alle nostre, regalandoci così la possibilità di una doppia estate o, per gli amanti degli sport invernali, due stagioni sciistiche nello stesso anno.
Le temperature più calde si hanno tra novembre e marzo, le più fredde tra giugno e settembre. I mesi con temperature intermedie sono aprile, maggio e ottobre. Il clima varia molto tra il nord del Paese (Salta, Jujuy, Tucumán, Iguazú), dove tende ad essere caldo e secco e il sud (Patagonia), dove è più freddo, secco ad ovest e umido ad est per la vicinanza della costa atlantica.
220 v.
La valuta ufficiale è il Peso Argentino (ARS). Spesso il Peso è indicato con il simbolo $, da non confondersi con l’USA $. Dollari USA ed Euro sono accettati quasi ovunque, così come sono accettate tutte le principali carte di credito. Molti ristoranti e negozi offrono sconti se si paga in “effettivo”, cioè contanti, siano essi Pesos, Dollari USA o EURO e, di solito, offrono un buon cambio. Al momento del nostro viaggio erano poco convenienti i prelievi da bancomat, perché tassati, rispetto a disporre di denaro contante, portato dall’Italia.
Anche se ufficialmente è richiesta la patente internazionale, in realtà quasi ovunque è sufficiente la semplice patente. Se decidete di affittare un mezzo di trasporto, accertatevi sui documenti necessari e ricordate che è necessario possedere una carta di credito.
Prima di pianificare il viaggio, consigliamo di consultare il sito Viaggiare Sicuri a cura del Ministero degli Affari Esteri per tutti gli aggiornamenti del caso. È bene anche compilare i dati nella sezione “Dove siamo nel Mondo”
L’Argentina vanta ben ventidue splendidi Parchi Nazionali, istituiti per proteggere il suo enorme e diversificato territorio, ricco di specie animali e vegetali uniche al mondo. È così che si può avere l’emozione di inoltrarsi in rare boscaglie spinose, o in foreste vergini pluviali, in quelle di araucaria o di faggi ed incontrare animali come il caimano, il puma, il guanaco, il nandù, il condor, il fenicottero e decine di altre specie animali, fino ad arrivare alle coste di questo grande Paese, dove sono di casa pinguini, foche e balene.
L’importante è che, come turisti, ci si senta ospiti di tanta bellezza e ci si comporti con il necessario rispetto e senso di responsabilità. Per chi viaggia in tour organizzati o acquista pacchetti di visita ci saranno le guide ad informare i partecipanti sulla norme di sicurezza e sui corretti comportamenti da adottare. Se ci si organizza da soli, raccomandiamo di frequentare i Centri di Informazione, sempre presenti nei Parchi e nelle Riserve, per raccogliere quante più informazioni possibile. È bene evitare di avventurarsi da soli in zone, anche costiere, frequentate da animali, soprattutto se li amate e desiderate rispettarli. I pinguini, ad esempio, si disorientano facilmente e, se gli attraversiamo la strada, rischiano di non ritrovare il nido, spesso posto a qualche chilometro di distanza. Leoni ed elefanti marini si spaventano se vedono avvicinarsi persone (soprattutto se si muovono velocemente, se sono in gruppo o se arrivano dalla parte di spiaggia che li separa dal mare) e possono diventare aggressivi. Un’altra cosa che si deve assolutamente evitare è quella di dare cibo agli animali: non è adatto per loro e può danneggiarli, li disabitua rispetto alla naturale attività di ricerca e, nel tempo, li rende aggressivi nei confronti dell’uomo, dal quale “pretendono” cibo in modo sempre più pressante. Insomma il nostro passaggio negli ambienti naturali deve essere rispettoso, in punta di piedi, soprattutto se ci muoviamo in contesti ancora poco contaminanti dalla presenza umana.
Se il viaggio è invernale, finalizzato allo sci, avrete sicuramente indumenti adatti con voi; se invece state organizzando un viaggio estivo in Patagonia, o se decidete per le stagioni intermedie, scegliete pochi capi comodi e pratici e buone scarpe sportive. Sicuramente da portare almeno un capo pesante e una giacca a vento, guanti, cappello e occhiali da sole sia per il vento, sia per i repentini e frequenti cambi climatici. Come sempre quando si viaggia, è decisamente consigliato vestirsi a strati e portare con sé un repellente per le zanzare e una protezione solare. Un piccolo zaino impermeabile è decisamente preferibile alla borsa.
Da non dimenticare: batterie, memorie aggiuntive e cavetti per tutti i dispositivi elettronici come telefono, macchina fotografica, tablet ecc.
I turisti italiani muniti di passaporto in corso di validità con scadenza non inferiore a 6 mesi dalla data di arrivo in Argentina non hanno bisogno di visto per entrare nel Paese e restarvi per un periodo di tempo inferiore ai 3 mesi. Se si viaggia con minori è bene consultare la pagina dedicata “Prima di partire – documenti per viaggi all’estero dei minori” nel sito del Ministero degli affari Esteri
Per i turisti in difficoltà esiste un numero verde nazionale 0800 999 5000 con operatori plurilingue. Attraverso questo servizio ci si può rivolgere alla Polizia per denunciare rapine, furti o altri reati. A Buenos Aires ci si può rivolgere anche al servizio di Polizia dedicato ai turisti che risponde al n. 4309-9700 ext 6422.
Ambasciata d’Italia a Buenos Aires
Calle Billinghurst 2577
Tel 005411 40112100
Fax 005411 40112159
Fuori dell’orario di ufficio, cellulare 0054 9 11 51134530
Email ambasciata.buenosaires@esteri. It
http://www.ambbuenosaires.esteri.it/Ambasciata_Buenosaires
Al momento non ci sono vaccinazioni obbligatorie per l’Argentina, ma è consigliata la vaccinazione contro la febbre gialla a chi intende visitare la zona della cascate di Iguazú. L’aspetto sanitario del Paese è soddisfacente, ma i costi per una assistenza privata sono decisamente alti. È, quindi, opportuno stipulare un’assicurazione prima di partire.
Le altitudini che si raggiungono nella parte nord del Paese possono essere problematiche per chi soffre di problemi cardiovascolari, tanto che molti hotel turistici in quota dispongono di ossigeno in bombole. Prima di acquistare tour organizzati, è bene, quindi, informarsi sull’altezza massima che si prevede di raggiungere nelle escursioni. Per tutti è, comunque, consigliato affrontare gradualmente le salite, prevedendo soste per consentire all’organismo di abituarsi.
Portate solo il minimo indispensabile. Se decidete di inserire farmaci nel bagaglio a mano, ricordate di portare anche la relativa ricetta medica. Utile un buon repellente per le zanzare e una protezione solare.
In alcune grandi città, esattamente come accade alle nostre latitudini, sono gli stessi alberghi che sconsigliano ai propri clienti di avventurarsi in alcune vie o zone, soprattutto nelle ore serali e notturne. Ad eccezioni di queste limitate eccezioni, tra cui, per esempio, il quartiere La Boca a Buenos Aires, il Paese è, nel momento in cui scriviamo (dicembre 2017), davvero sicuro. In tutti i casi, nel sito Viaggiare sicuri si trovano continui aggiornamenti in merito alla sicurezza nei diversi Paesi stranieri. I consigli e le raccomandazioni di prudenza (come tutte le altre informazioni di questo sito) vanno sempre letti con attenzione e non sottovalutati, anche quando potrebbero sembrare scontati.
In Argentina non sempre la classificazione degli hotel rispecchia quella europea e anche il prezzo non sempre è una garanzia, tanto che, parità di costi, in alberghi diversi potreste trovarvi in situazioni completamente differenti.
Ci sono hotel, inoltre, che hanno alcune stanze che potrebbero rispondere alle vostre aspettative ed altre irrimediabilmente molto lontane da esse.
Ovviamente, più si è disposti a spendere, più è facile garantirsi alloggi di qualità.
Se si decide di restare su fasce intermedie, il consiglio è quello di leggere con molta attenzione su Internet le valutazioni date dai viaggiatori precedenti, soprattutto se ce ne fossero di negative.
Anche in Argentina, come in molti altri Paesi, si assiste, da qualche anno a questa parte, ad un investimento sugli ostelli, che un tempo offrivano solo posti in camerate con bagni in comune e che, sempre più spesso, si vanno trasformando in strutture accoglienti, che dispongono anche di camere doppie o triple con bagno, a prezzi onesti.
L’Argentina può essere considerato un vero paradiso per gli acquisti. I prezzi non sono bassissimi, ma mai esagerati e decisamente più economici di quelli a cui siamo abituati, spesso neppure per le merci di marca importate e ne è un esempio l’abbigliamento sportivo, meno caro rispetto all’Italia. Ad eccezione delle bancarelle, ovunque si può pagare con carta di credito. Il pagamento cash usufruisce spesso di sconti e si può pagare quasi sempre anche in Euro e in dollari USA, con buoni tassi di cambio.
L’artigianato, inoltre, è ancora qualcosa di non omologato. Si possono visitare mercati, negozi, o centri commerciali dove è quasi impossibile trovare oggetti uguali, così come, viaggiando nelle diverse regioni, si trovano sempre cose diverse.
Forse l’unica cosa che unisce l’intero Paese sono i nécessaire per il Mate che si trovano davvero ovunque, anche nei supermercati, pur essendo anch’essi sempre diversi gli uni dagli altri.
In Argentina c’è una vasta produzione, sia industriale, sia artigianale, di oggetti in argento e in cuoio (cinture, borse, portafogli, cappelli). Si lavorano molto le pietre preziose e semipreziose sia per lavori di gioielleria sia per quelli di bigiotteria. Molto diffusa la produzione e la lavorazione della lana Merinos, soffice e di ottima qualità, utilizzata per la produzione di sciarpe, maglie, vestiti, giacche e coperte. A livello artigianale si trovano anche molti oggetti ottenuti lavorando il legno.
È utile tenere presente che ci sono norme restrittive sulle esportazioni. Queste norme riguardano in particolare specie animali e vegetali protette o parti di esse ed è quindi importante informarsi a riguardo, prima di fare acquisti incauti.
Buenos Aires è una città piena di bei negozi, arredati con gusto. Per chi è interessato all’antiquariato o al modernariato, il quartiere di Palermo Vecchio ha davvero molto da offrire, così come il mercato di Piazza Serrano. Per chi invece preferisce gli oggetti ed abiti di design argentino contemporaneo, il bellissimo negozio Autoria (Suipacha 1025, Buenos Aires) è davvero da non perdere.
Un Paese immenso che regala, nei suoi 3000 Km di lunghezza, tutti i paesaggi presenti sulla Terra: dalle foreste tropicali del nord fino agli aridi deserti del sud, passando per le immense pampas dei gauchos, per le altissime cime innevate delle Ande e per la meravigliosa zone dei laghi al confine con il Cile.
Un Paese che regala una scintillante e vivace città come Buenos Aires, una miriade di affascinanti realtà più piccole, come San Carlos de Bariloche, fino alle più remote, come El Calafate o San Pedro de Atacama.
Un Paese da percorrere fino all’estremo sud per arrivare alla fine del mondo, a Ushuaia, nella Terra del Fuoco, ultimo avamposto prima del Polo Sud.
Un Paese accogliente e ospitale, dalla natura selvaggia e primordiale, dove ognuno può trovare il proprio interesse e dove si desidererà avere tantissimo tempo a disposizione per poter vedere tutto.
Un Paese dove, nonostante l’enorme distanza, si finirà probabilmente per tornare perché vedere tutto è, ovviamente, impossibile.
Quello che vi proponiamo è, quindi, al momento, una rapida visione d’insieme e una proposta di viaggio, quella che abbiamo disegnato per questa nostra prima puntata alla scoperta di un Paese meraviglioso e complesso come l’Argentina.
Berlino, una città dal triste passato, che sotto la sua coltre di fredda città industriale racchiude un patrimonio di oltre 30 castelli, molti dei quali dichiarati Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO per l'enorme patrimonio artistico e culturale che conservano. Gli splendidi palazzi, con le loro ricche decorazioni, le loro collezioni, i parchi e i giardini che li circondano non solo riflettono lo sviluppo di diversi stili artistici ed epoche, ma documentano anche la movimentata storia della Prussia e della Germania, cuore dell'Europa. Continua a leggere
Leopoli o Lviv, è una piccola cittadina ucraina considerata la perla sconosciuta d’Europa, nota anche con l’appellativo di piccola Parigi dell’Est per la bellezza e per la maestosità dei suoi monumenti. Fondata nel 1256 è oggi considerata la città meno russa dell’intera Ucraina, oltre ad essere un vero e proprio museo a cielo aperto grazie alla capacità che ha avuto nei secoli di salvaguardare e mantenere intatta la sua architettura e il suo fascino.
Impreziosita da magnifici monumenti architettonici, numerosi templi, antiche piazze e ben sessanta musei, Leopoli è una meta turistica estremamente attraente, qui sono presenti più della metà dei monumenti dell’intero paese, infatti, il suo centro storico è stato nominato patrimonio mondiale dell’Unesco e dal 2009 la città è stata proclamata capitale culturale dell’Ucraina. A Leopoli si vive un’atmosfera rilassata e passeggiare per il suo centro storico vi porterà indietro nel tempo.
La moneta è la grivnia (UAH), che si divide in 100 kopek. Le carte di credito come Visa, MasterCard, American Express sono accettate presso gli hotel di categoria e le banche. L'uso dei bancomat non è ancora molto diffuso.
220 V, 50 Hz. Prese elettriche diverse da quelle italiane.
Passaporto in corso di validità
Per chi arriva dall’Italia il mezzo più veloce è ovviamente l’aereo anche se non esistono voli diretti. L’aeroporto si trova vicino alla città ed è ad essa collegata tramite un filobus e taxi. Sito Web dell’aeroporto, al suo interno si trova anche il centro di informazioni turistiche. Se volete raggiungere Lviv in auto o in camper sappiate che la distanza da Milano è di circa 1600 Km quindi dovere mettere in conto come minimo una settimana, l'ideale è unire la meta alla visita di città come Salisburgo, Vienna e Cracovia.
Aree sosta camper: vicino all'ippodomo esiste un area sosta camper dove è possibile fare rifornimento di acqua
In città il servizio di trasporto pubblico mette a disposizione dei turisti autobus, tram e taxi. Tenete però presente che la città non è molto estesa quindi quasi tutti i punti di interesse turistico sono raggiungibili a piedi. Il tram rappresenta il mezzo più veloce per muoversi i biglietti sono acquistabili direttamente dal conducente oppure nei chioschi "Interpress" e "Vysoky Zamok" o nelle aree vendita "Lviv Electrical Transportation". Esistono anche degli abbonamenti settimanali e mensili.
Leopoli è famosa non solo per le sue bellezze architettoniche ma anche per le sue prelibatezze culinarie, qui infatti si può assaggiare un caffè dal singolare aroma e sapore, le tradizioni del caffè a Leopoli risalgono al XVII e si sono conservate nel tempo. Il caffè è così importante per gli ucraini che ogni anno si celebra proprio a Leopoli il festival del caffè, unico nel suo genere. Passeggiando per le romantiche vie della città è impossibile non notare le numerose pasticcerie, veri artigiani e professionisti del cioccolato deliziano il palato dei più golosi. Grazie ai Masterclass, corsi di cucina della durata di circa due ore, è possibile imparare a fare il cioccolato con le proprie mani. Infine, la birra! Leopoli è stata a lungo considerata la capitale della birra, la Lvivske 1715 è una delle più famose e viene prodotta dal 1715, ancora prima della ben più famosa Guinness. Si racconta che ai tempi del dominio russo intere casse di birra venissero spedite direttamente al Cremlino. Tra le birrerie più famose segnaliamo “Birreria Robert Dom”, Kumpel e Starhorod. Impossibile poi non assaggiare qualche prelibatezza della famosa cucina Galiziana.
Ploshcha Rynok
L’antica piazza del mercato che ancora oggi costituisce il cuore pulsante della città, qui si respira un clima cosmopolita e multietnico. Tutt’intorno alla piazza si trovano palazzi in stile barocco e rinascimentale. In centro alla piazza si trova il municipio costruito nel XIX secolo.
Teatro dell’Opera,
Un vero gioiello architettonico in stile neo-rinascimentale considerato uno dei teatri più belli d'Europa. Inaugurato nel 1901, offre ancora oggi spettacoli di altissimo livello.
L’Alto Castello
Il punto più alto della città è l'Alto Castello (Vysokyi Zamok) da dove è possibile godere una straordinaria e pittoresca vista del centro storico.
Lvivarnya
Il primo Museo della Birra dell’Ucraina, dove sono conservate le antiche ricette risalenti al XV secolo che evidenziano la leggendaria tradizione birraia di Leopoli, iniziata per merito dei monaci gesuiti più di sei secoli fa. Il museo ospita numerose iniziative culturali tra cui esposizioni di arte contemporanea.
La Cattedrale Cattolica
La sua edificazione risale al XIV secolo. Al suo interno si trova la cappella Boyim con bellissime incisioni su pietra
Da vedere sono anche: la Cattedrale Armena, la chiesa dei Bernardini, la chiesa dei Gesuiti, il cimitero monumentale e i numerosi musei presenti in città
Un’area di incomparabile bellezza, unica nel suo genere. La valle occupa un immenso territorio, ben duecentosettanta ettari, ed è la più grande riserva naturale in Europa, il luogo in cui ogni anno rivive per un mese intero il mito di Narciso, tanto caro alla mitologia greca. Continua a leggere
Leopoli, o Lviv, è una piccola cittadina ucraina considerata la perla sconosciuta d’Europa, nota anche con l’appellativo di piccola Parigi dell’Est per la bellezza e per la maestosità dei suoi monumenti. Fondata nel 1256, oggi è considerata la città meno russa dell’intera Ucraina oltre ad essere un vero e proprio museo a cielo aperto grazie alla capacità che ha avuto nei secoli di salvaguardare e mantenere intatta la sua architettura e il suo antico fascino Leggi tutto
Posta tra le Valli del Po ed il Mar Adriatico, Ferrara è una piccola città di provincia dal grande passato, nella quale la vita, oggi come un tempo, continua a scorrere tranquilla e lontana dalla frenesia dei nostri giorni. Conosciuta anche con l'appellativo di "città delle biciclette" per la grande quantità di bici che ogni giorno scorrono lungo i dritti viali, le vie del centro e le possenti mura medioevali, continua a leggere
Commissionato dalla moglie di Federico III di Brandeburgo Sophie Charlotte, il castello venne progettato in stile barocco dall'architetto Arnold Nering. Il castello doveva rappresentare la residenza estiva della coppia reale, dopo la morte della sua consorte Federico III chiamò il castello e l'area circostante CHARLOTTENBURG in onore della defunta moglie. Negli anni successivi il palazzo venne ingrandito ed abbellito con l'aggiunta delle torrette e dell'orangerie. le sale, sontuosamente decorate, si sussegguono l'una all'altra fino alla splendida Sala delle Porcellane, una delle più antiche di Germania con pareti rivestite di porcellane cinesi di ogni forma. Di particolare bellezza la Galleria Dorata, lunga ben 42 metri e destinata ai balli ed ai ricevimenti. Sotto Federico II di Prussia il castello venne nuovamente ingrandito con la costruzione dell'Ala Nuova, mentre si deve a Federico Guglielmo II la costruzione della Nuova Ala Occidentale e della Piccola Orangerie. Il giardino, in stile francese, venne progettato da Simeon Godeau anche se nel corso degli anni è stato trasformato in giardino all'inglese. Attualmente al suo interno è ospitata la più grande collezione di pittura francese al di fuori della Francia. Il palazzo è visitabile tutti i girorni dal martedì alla domenica.
Posto all'estremità occidentale della Hauptallee nel parco di Sanssouci il Neues Palais è riconoscibile da lontano per la sua alta cupola a tamburo, creando un forte contrasto con il ben più modesto Palazzo di Sanssouci. Il Palazzo venne concepito come luogo di rappresentanza in cui tenere le cerimonie e i banchetti ufficiali per questo è dotato di grandi sale da pranzo e sontuose gallerie. Voluto da Federico il Grande per dimostrare la grandezza e la potenza della Prussia, la sua costruzione venne iniziata nel 1763 e terminata nel 1769, per splendore e grandezza si rifà alla Reggia di Versailles. Ben 200 erano le camere a disposizione degli ospiti del Re, 4 le sale per le feste tutte sontuosamente decorate, quella dei Mitili venne decorata con conchiglie, vetri, minerali e pietre semi preziose provenienti da tutto il mondo, inoltre venne costruito un teatro in stile rococò. Di particolare bellezza la Galleria dei Marmi e la sala principale delle feste che occupa due sale sovrapposte. Il castello venne saltuariamente abitato e solamente per alcuni brevi periodi, nel 1843 proprio in questo palazzo ebbe luogo la prima del "Sogno di mezza estate" alla presenza dell'imperatore Federico Guglielmo IV di Prussia. Dopo la Rivoluzione di Novembre, avvenuta nel 1918, e la successiva abdicazione di Guglielmo II il Palazzo divenne un museo, pressochè immutato fino allo scoppio della II Guerra Mondiale quando fu oggetto di razzie e saccheggi da parte dell'esercito sovietico.
Palazzo Babelsberg fu costruito nel 1833 come residenza estiva per il principe ereditario William, divenuto successivamente Imperatore William I, e sua moglie Augusta. Karl Friedrich Schinkel elaborò i piani per un palazzo in stile neogotico ispirandosi all'architettura inglese Tudor e ai voleri della Principessa, con la quale ebbe parecchi disaccordi. Cinte murarie merlate, torrette di appoggio, finestre a ogiva, terrazze con mosaici, sculture, aiuole create con arte e una fontana gotica fanno della residenza un luogo senza tempo, lontano dalla città. L'originale arredamento interno è stato parzialmente conservato e presenta anch'esso uno stile prevalentemente neogotico. Un bellissimo giardino in stile inglese progettato da Peter Joseph Lenné e dal principe Hermann von Pückler-Muskau circonda il castello. Dal 1970 il castello ospita il Museo della Preistoria.
Al ritorno a Berlino dal suo primo viaggio in Italia nel 1823, il ventunenne Principe Carlo di Prussia decise di realizzare il suo sogno di creare una villa italiana in un paesaggio di ispirazione mediterranea nel mezzo del "Brandeburgo".
Fu così che diede all'architetto Karl Friedrich Schinkel l'incarico di trasformare l'antica residenza Glienicke nella residenza dei suoi desideri. Il castello e il suo parco vennero trasformati tra il 1825 e il 1827 ed oggi costituiscono uno dei più importanti esempi del neoclassicismo berlinese. La residenza si compone di una serie di edifici minori ma di notevole bellezza tra di essi distinguiamo un'antica casa da tè, il padiglione chiamato "Piccola Curiosità", il Belvedere posto in prossimità dell'imboccatura del ponte di Glienicke, il Casino ed una enorme fontana circondata da due leoni dorati.
Nessun altro palazzo è così strettamente legato alla personalità di Federico il Grande come Sanssouci. Il nome Sanssouci (senza pensieri) dovrebbe essere inteso come il principale desiderio e leitmotiv del re, perché questo era il luogo in cui preferiva maggiormente ritirarsi in compagnia dei suoi cani. La residenza estiva del re era, in definitiva, il suo posto preferito e il suo santuario in tempi difficili. Il castello venne costruito tra il 1745 e il 1747 sulle famose terrazze di Weinberg, seguendo gli schizzi disegnati dallo stesso Re, dall'architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff. Il castello si presenta in stile rococò, con l'aggiunta, al progetto originale di due ali volute da Federico Guglielmo IV. Considerato la Versailles Prussiana l'architettura del castello rappresenta la sintesi delle tendenze artistiche del XVIII secolo nelle varie corti europee. Il castello venne realizzato per soddisfare le esigenze del Re e dei pochi ospiti da lui selezionati, di fatto, sua moglie non risiedette mai in questo luogo di svago. Alla morte di Federico II il castello passò di proprietà di Federico III e successivamente di Federico Guglielmo IV che alla sua morte destinò il castello ed il suo mobilio a museo. Durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale molte opere d'arte presenti nel castello vennero trasferite in luoghi più sicuri mentre, altri furono trafugati dai soldati russi; con la fine della guerra molte opere vennero riportate nell'antica dimora.