La bellissima città affacciata sul mar ligure, con la sua storia e le sue tradizioni legati fin dall’antichità alla grande marineria e al commercio, fu per otto secoli la capitale di una grande, ricca ed orgogliosa Repubblica Marinara, ruolo che le valse gli appellativi di “La Superba”, “La Dominante dei mari” e la “Repubblica dei Magnifici”. Vai ai dettagli
Come quasi tutte le città sorte in epoca passata, anche Valencia sorse ai margini di un fiume : il Turia. Questo permetteva alla popolazione di procurarsi acqua, cibo, i irrigare i campi e di trasportare agevolmente i propri manufatti. Sfortunatamente le violente piene del fiume procurarono negli anni morte e distruzione, fino all'ultima, avvenuta il 14 ottobre del 1957, che causò la morte di un centinaio di persone. L'anno successivo il governo stabilì di deviarne il corso del fiume al di fuori del cento cittadino. Un primo progetto prevedeva di riutilizzare lo spazio facendovi passare un'autostrada a tre corsie per senso di marcia che avrebbe tagliato in due la città e contaminato il territorio. Dopo anni di proteste da parte dell'intera popolazione, venne deciso di trasformare il letto del fiume in un enorme parco.
Inaugurato del 1986, il parco occupa una superficie di 110 ettari, per una lunghezza di circa 9 chilometri. L'intera superficie venne ridisegnata e progettata da diversi paesaggisti ed urbanisti, creando romantiche passeggiate, piste ciclabili, giardini, roseti, fontane, laghi artificiali, strutture sportive e Gulliver, una statua lunga 70 metri, dove i più piccini possono divertirsi tra gli scivoli e i giochi che costituiscono il personaggio, uscito dalla fantasia di Jonathan Swif. Il parco viene utilizzato dai residenti per lo jogging, per passeggiare, per gite in bicicletta oppure per noleggiare canoe o piccole barchette. Il giardino è visitabile anche a bordo di un trenino che effettua varie soste durante il percorso.
Bella ed emozionante è la passeggiata che vi suggeriamo di fare a piedi o in bicicletta, per raggiungere la Città delle Arti e della Scienza dal centro di Valencia: avrete modo di ammirarne anche i ponti (antichi e moderni) di questo splendido parco cittadino.
E' la parte più moderna e sfavillante della città, quella che la proietta verso il futuro. Costruita nella parte meridionale di Valencia a partire dalla fine degli anni '90, è ora il simbolo della rinascita di una città per anni non considerata dal turismo di massa e dai grandi avvenimenti pubblici. L'intera area, denominata Città delle Arti e delle Scienze, si sviluppa su di un'area di circa 350.000 metri quadrati ed è suddivisa in tre aree tematiche: arte, scienza e natura. Tutte e sette le avveniristiche strutture della Città delle Arti sono state disegnate dagli architetti Santiago Calatrava e Felix Candela con tecniche costruttive d'avanguardia, che fondono con maestria la tradizione mediterranea e la modernità, tra speciali effetti di luci e colori. Nell'area trovano sede negozi di abbigliamento, librerie, bar, ristoranti, sale convegni e cinema. Un piccolo trenino consente di girare comodamente tra i diversi edifici.
L'edificio, che nelle sue forme vuol rappresentare un occhio umano con la palpebra che si apre e si chiude, si estende su di una superficie di 13.000 metri quadrati. Ospita un planetario dotato di mezzi audiovisivi d'avanguardia. Su di uno schermo concavo, dalle dimensioni di circa 900 metri quadrati, possono essere proiettati contemporaneamente anche tre spettacoli audiovisivi. La speciale conformazione della struttura lo rende molto adatto ad eventi di ogni genere, come rappresentazioni teatrali, musicali e conferenze. L'Hemisferic è circondato da un lago artificiale, nel quale si specchiano le sue luminose forme.
L'avveniristica struttura costruita nel 2001 svolge contemporaneamente tre funzioni: parcheggio coperto per auto e pullman, galleria d'arte all'aperto con giardino, punto panoramico con vista sull'intero complesso. La struttura, con la sua superficie di 17.550 metri quadrati, si sviluppa su tre livelli. I primi due livelli sono occupati dal parcheggio, che può ospitare fino a 900 auto e 20 autobus; il piano superiore è occupato dalla galleria d'arte con giardino botanico. La loro volta è sormontata da 109 archi alti 18 metri.
Questo gioiello architettonico è stato inaugurato il 13 novembre del 2000, e, al pari di tutte le costruzioni presenti nella Città delle Arti, conquista immediatamente il visitatore con la sua incredibile forma, che ricorda vagamente lo scheletro di un dinosauro. Si tratta di un museo interattivo, ove non ci si limita ad esporre reperti o preziosi oggetti, ma si cerca piuttosto di stimolare la curiosità e la capacità di problem-solving, attraverso proposte ed esperimenti, adatti a visitatori di ogni età.
Il palazzo, inaugurato l'8 ottobre del 2005 dalla regina Sofia, si estende su di una superficie di 40.000 metri quadrati, per un altezza di 85 metri. Al suo interno si trovano quattro sale per spettacoli di opera, musica, teatro e ballo, oltre ad un bar e ad un ristorante. Terrazze e corridoi all'aperto permettono singolari passeggiate tra la vegetazione, mentre ascensori panoramici fanno da collegamentro tra un piano e l'altro.
Aperto nel 2009 in occasione degli "Open 500 di tennis di Valencia", l'enorme struttura svolge la funzione di una grande piazza coperta, utilizzata per eventi di differente natura. L'edificio, che nell'idea del suo progettista vuole rappresentare due mani che si incrociano, ha un'altezza di circa 85 metri, una lunghezza di 100 e una larghezza di 60, per una superficie totale di circa 5000 metri quadrati.
La moderna struttura ospita lo zoo marino più grande di tutta Europa, punto di riferimento mondiale in campo oceanografico. Grazie ad enormi investimenti finanziari, la struttura, che si sviluppa su 110.000 metri quadrati, dispone di vasche per un totale di 42 milioni di litri d'acqua, nelle quali vivono circa 45.000 esemplari marini, provenienti da tutto il pianeta. Caratteristica fondamentale dell'acquario è l'assenza quasi totale di barriere visive, la presenza di tunnel e volte trasparenti.
Anch'esso disegnato dall'architetto Calatrava, è stato aperto al pubblico con una cerimonia di inaugurazione nel Dicembre del 2008. La monumentale struttura che attraversa i Giardini del Turia è, per dimensioni, il secondo ponte di Spagna. L'albero principale del ponte, costituito da un pilone di 125 metri di altezza, registra al culmine il punto più alto della città. Dal pilone partono 33 cavi in acciaio che servono a sorreggere il peso dell'intera struttura quantificato in circa 5.500 tonnellate. Il ponte possiede tre carregiate per senso di marcia e al centro una passerella pedonale.
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Vista la sua privilegiata posizione, proprio sulle rive del Mar Mediterraneo, Valencia offre ai turisti splendide spiagge di sabbia fine e dorata, molte delle quali sono state ripetutamente insignite del riconoscimento di Bandiera Blu per le loro acque cristalline.
Le spiagge più vicino al centro cittadino, raggiungibili in metropolitana, autobus o a piedi, sono generalmente molto frequentate dai locali durante quasi tutti i periodi l'anno. In estate sono attrezzate con servizi di ogni tipo, dagli ombrelloni, ai lettini, alle sedie sdraio, dai bar ai ristoranti. Sul lungomare è possibile correre, pattinare o effettuare lunghe escursioni in bicicletta. Le spiagge urbane più conosciute sono:
Spiaggia di En Cabaynal (Las Arenas): si tratta probabilmente della spiaggia cittadina più frequentata, posizionata tra la Calle Acequia de la Cadena e la Darsena del Porto. E' lunga 1.200 metri e larga circa 130 metri, con la sua sabbia fine e dorata degrada dolcemente in mare e, per questo motivo, è molto adatta alle famiglie con i bambini. E' attrezzata con ogni genere di confort, giochi per i bambini e numerosissimi ristoranti. Il suo nome deriva dall'antico edificio Balneario de las Arenas, oggi trasformato in uno splendido hotel a 5 stelle. La spiaggia è raggiungibile con gli autobus delle linee 20, 22, 23, 32, 2 e 19, oppure in metro, tramite le linee 4 e 6, fermata Les Arenas. La spiaggia è facilmente raggiungibile anche in bicicletta.
Spiaggia de la Malvarrosa: situata tra il centro di Alboraya e calle Acequia de la Cadena, in continuazione della spiaggia Las Arenas, si estende per circa 1.000 metri per una larghezza media di 135 metri. Anch'essa dotata di dorata sabbia fine, è caratterizzata dalla presenza di numerose reti da Beach Volley, di numerose strutture balneari e ristorantini. Il suo nome deriva dalla Malva che si coltiva in quest'area, tanto che, a breve distanza dalla spiaggia, nel 1848, venne costruita una fabbrica per la produzione di essenze e profumi. La spiaggia è raggiungibile con gli autobus delle linee 2, 19, 31, 32, oppure comodamente in metro con la Linea 4, fermata Eugenia Vines. Per i più sportivi la spiaggia è anche facilmente raggiungibile in bici.
Spiaggia La Patacona: è quella più defilata dal centro, subito a nord della Malvarrosa. Meno frequentata delle due spiagge precedenti, è adatta a tutti coloro che desiderano trascorrere momenti all'insegna del relax e della tranquillità. La spiaggia è raggiungibile con le linee degli autobus 2, 19, 31, 32.
Sono le spiagge più distanti dal centro urbano, posizionate nel raggio di 10 chilometri da esso. Sono caratterizzate dalla presenza di dune sabbiose e ammassi di vegetazione e sono decisamente meno frequentate dai turisti e più selvagge di quelle urbane. Molte di esse sono tuttora incontaminate e preservate allo stato naturale. Offrono una splendida sabbia fine e limpide acque dall'inteso colore blu. Ovviamente i servizi offerti sono ridotti al minimo e, in certi casi, sono inesistenti.
Spiaggia di Pineto Pueblo: situata nello Parco dell'Albufera, la spiaggia è posta nel comune di Pineto a Sud del Club Nautico di Valencia. Vista la sua vicinanza al paese è dotata di numerosi servizi, ristoranti e chiringuitos. Con la sua splendida sabbia dorata, si estende per circa 1.500 metri ma, rispetto alle spiagge precedenti, la sua larghezza è piuttosto ridotta, arrivando a toccare una punta massima di 32 metri. La spiaggia dispone di un'area di spiaggia libera, attrezzata per i nudisti.
Spiaggia di l'Arbre del Gros: posta in prossimità del Parco Naturale dellAlbufera, la spiaggia è stata completamente risistemata nel 2007, con la creazione di numerosi servizi, di un lungomare, di una pista ciclabile e con il rinnovamento del cordone dunare. La spiaggia si estende per circa 2.600 metri.
Spiaggia di El Saler: caratterizzata da una sabbia bianchissima che contrasta con il blu del mare, la spiaggia è posta all'interno del Parco dell'Albufera. Più volte premiata con la Bandiera Blu d'Europa, è circondata da una folta vegetazione spontanea ed è raggiungibile in circa 30 minuti con l'autobus per El Saler. Negli ultimi anni la spiaggia ha visto il diffondersi di un turismo di nudisti e gay. Per arrivarci bisogna prendere l'autobus giallo numero 191 che parte dalla Gran Vía de Germaníes oppure uno degli autobus della tratta Valencia-Pinedo-Saler
Spiaggia di La Garoffera: situata all'interno del Parco dell'Albufera, tra la spiaggia di Saler e quella della Deversa, dispone di numerosi servizi e si estende per circa 1.500 metri.
Spiaggia di La Deversa: si tratta della prosecuzione della spiaggia di El Saler, ed è anche conosciuta con il nome di Playa de la Malladeta. Per raggiungerla valgono le stesse indicazioni di El Saler
Spiaggia di El Perellonet: situata al confine meridionale del comune di Valencia, con alle spalle un'area residenziale piuttosto recente dalla quale prende il nome, la spiaggia è lunga circa 3 chilometri per una larghezza di circa 60 metri. Si tratta di una spiaggia poco frequentata nella quale viene spesso praticato il Kite Surfing.
L’Albufera è una delle zone umide più importanti di Spagna, di grandissimo interesse ecologico, perché ospita, durante l’inverno, intere colonie di uccelli acquatici migratori.
Si trova a soli 15 Km a sud di Valencia e, se si arriva in aereo dall’Italia durante il giorno, non la si può non notare, subito prima dell’atterraggio.
È una vasta laguna di acqua dolce, separata dal mare da una sottile striscia di dune di sabbia e pinete. In questa zona i tramonti sono spesso spettacolari, specialmente se visti durante le gite sulle caratteristiche imbarcazioni a fondo piatto dei pescatori. È qui che viene coltivato il riso che ritroviamo nella inimitabile paella alla valenciana.
Come raggiungerla
Si può raggiungere l’Albufera con la linea urbana25, che parte dal centro di Valencia e impiega meno di un’ora.
In alternativa, l’Albufera Bus Turistic consente di esplorare il parco e l’ecosistema rappresentato dalle sue risaie e comprende anche una gita in barca.
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A soli 70 km a nord di Valencia, in Castellón de la Plana, il punto esatto in cui il meridiano 0 di Greenwich incontra il 40° parallelo di latitudine nord è segnalato da un monolite. Tutto intorno si sviluppa un bellissimo parco di 10.780 metri quadrati, di grande valore ecologico per la sua flora e la sua fauna.
Passeggiare per le strette vie del centro storico è il modo migliore per rendersi condo della millenaria storia di questa città, che ha, comunque, sempre saputo stare al passo con i tempi, trasformandosi ed adeguandosi al mutare delle esigenze dei suoi abitanti. Da sempre crocevia di culture diverse, fu, infatti, dominata dai romani, dai visigoti, dagli arabi....: il risultato è un centro storico affascinante per le diverse architetture dei suoi palazzi, delle sue Chiese, dei suoi monumenti, che la rendono unica ed inconfondibile. Che cosa vedere:
Una visita del centro non può che cominciare da questa piazza, vero e proprio cuore pulsante della città, dedicata alla Vergine degli Abbandonati, protettrice della città. La piazza sorge su quello che anticamente era il Foro della romana Valentia. Completamente pavimentata in marmo rosa, è ornata al centro da un'enorme fontana dedicata al fiume Turia, impersonato da una statua in bronzo del Dio Nettuno, circondato da figure femminili che simboleggiano i canali di irrigazione cittadini, i quali portano la vita tutt'intorno. Sulla piazza si affacciano: la Basilica della Vergine degli Abbandonati, la Cattedrale sede dell'arcivescovado, la Torre del Miguelete, il Palazzo de la Generalitad (uno dei più belli di Valencia, che risale al XV secolo) e il Tribunal de las Aguas. A pochi passi dalla piazza si trovano le antiche Torri del Serrano, che facevano parte delle poderose mura di cinta della città.
Posta in una delle piazze più importanti della città, la basilica fu edificata tra il 1652 e il 1667 dall’architetto Diego Martínez Ponce de Urrana perchè gli abitanti avessero un luogo di culto dedicato alla Vergine protettrice della città, soprattutto dopo la grande epidemia di peste che causò la morte di ben 18.000 persone. La basilica, in stile barocco, ha una forma trapezoidale e dispone di ben 5 porte di accesso delle quali tre si aprono sulla piazza. Caratteristica è la sua cupola di forma ellittica con una larghezza di 19 metri. L'interno della basilica è ornato da dipinti con false prospettive ed elementi figurativi, opera di Antonio Palomino Cordoba; sopra l'altare maggiore è custodita una statua della Vergine, chiamata affettuosamente dai valenciani Gobbetta (Geperudeta) per via della lieve incurvatura delle sue spalle. Secondo la tradizione popolare la statua della Vergine venne costruita da alcuni angeli, che ne fecero dono all'Ospedale di Santa Maria degli Abbandonati.
Costruita sui resti di un'antica moschea, a sua volta collocata su un preesistente tempio romano, la cattedrale venne consacrata nel 1238 dal vescovo di Valencia. Su volere di Giacomo I venne dedicata a allAssunzione di Maria e nel 1886 venne dichiarata Basilica Minore. La cattedrale conta di ben tre porte di accesso. La porta che si apre sulla piazza del la Virgen è conosciuta con il nome di Porta de los Ferrios, con un portale in stile barocco finemente lavorato. Il portale è altro 36 metri e, grazie alla sua forma concava, da la sensazione di uno spazio molto più ampio. E' sormontato da un rosone con vetri policromi. La seconda porta, che si apre sul Tribunale de Las Aguas, è quella conosciuta come Porta de los Apostole, in stile gotico, così chiamato per le sculture dei 12 apostoli. La terza porta è la Porta del Palau, in stile romanico, che si apre sul Palazzo dell'Arcivescovado. Si tratta della porta più antica della cattedrale, dove venne posta la sua prima pietra. La porta è ornata dalla scultura di 14 volti in omaggio alle sette coppie di sposi che si unirono qui in matrimonio per ripopolare la città dopo la Riconquista. L'interno della chiesa è a tre navate, secondo la tradizione cristiana, e conserva nella Cappella del Santo Graal il calice originale utilizzato da Gesù durante la sua ultima cena. La coppa, databile al I secolo c.D. è in agata corallina con un basamento, di epoca successiva, ricoperto da oro e pietre preziose. Al centro della cappella è posto un altare in alabastro decorato con le figure dei 12 apostoli e della vergine Maria che sale al cielo. Dalla chiesa si accede al Museo della Cattedrale, che ospita anche preziosi dipinti di Francisco Goya, e alla visita del campanile.
Le visite alla cattedrale sono a pagamento con un orario di apertura e chiusura stagionale. Per maggiori dettagli consultare il sito
Con i suoi 51 metri di altezza, la torre campanaria si innalza sul luogo ove anticamente sorgeva il vecchio campanile della Basilica. Oggi è uno dei simboli della città. La sua costruzione iniziò nel 1381, ma venne portata a termine solamente nel 1429, grazie all'intervento di diverse maestranze. Il progetto originario è opera dell'architetto Andrès Julià, che però abbandonò il progetto nel 1396, progetto la cui conclusione venne affidata all'architetto Martin Llobet. Il campanile, in stile gotico, ha forma ottagonale ed ospita al suo interno 11 campane. La più grande è dedicata a San Miguel, che aveva il compito di proteggere la città dal male e dalle tormente, da qui il nome "Miguelete". La campana venne funsa nel 1532 e pesa ben 10 tonnellate. Una splendida scala a chiocciola di 207 gradini conduce alla sommità della torre, dopo aver attraversato tre stanze: la prima al piano terra serviva anticamente come rifugio ai richiedenti asilo nella chiesa; la seconda era adibita a carcere della cattedrale, mentre la terza veniva utilizzata come abitazione per i sagrestani e i campanari. Per un lungo periodo la torre venne anche utilizzata come faro. La terrazza offre una splendida vista a 360° della città.
La costruzione del palazzo iniziò nel 1412, ma i lavori per la sua edificazione si protrassero fino al 1520, passando sotto la direzione di vari architetti. Tre sono gli stili che si possono riconoscere nel palazzo: il gotico, l'herreriano ed il rinascimentale. Fin dalla sua edificazione il palazzo svolse funzioni istituzionali e ora è sede del governo regionale. Nel 1931 il palazzo è stato dichiarato Monumento Storico Artistico Nazionale.
Considerate il più bell'esempio di architettura militare del XIV secolo, tanto da essere state dichiarate nel 1931 monumento storico artistico nazionale, le torri facevano parte di altre 11 porte che si aprivano sulle mura di fortificazione cittadine. Oggi di queste porte, a seguito della distruzione della cinta muraria avvenuta nel 1865, rimangono solamente le Torri del Serrano la Torre del Quart. Il loro nome deriva dal fatto che, aprendosi nella parte nord-ovest del centro cittadino, permettevano l'accesso ai territori della Serrania. Inizialmente venivano utilizzate, oltre che a scopo difensivo, anche per cerimonie ufficiali quali il ricevimento di ambasciatori o re. Tra il 1586 ed il 1887 le torri vennero utilizzate come prigioni per nobili e cavalieri. Oggi le torri sono visitabili e, dalla loro cima, si gode di uno splendido panorama della città.
Come Arrivare: Autobus: Linea 5;27;80 - Metro: Linea 4 fermata "Pont de Fusta"
Posta nella parte retrostante la Basilica, questa piazza, fondata nel 138 a.C., costituiva il centro cittadino dell'antica Valentia romana. Il nome Almoina deriva dal castigliano "limosna" il cui significato è elemosina, istituzione medioevale attraverso la quale venivano distribuiti pasti alle persone indigenti. Grazie a degli scavi compiuti tra il 1985 e il 2007 vennero riportati alla luce parecchi reperti e resti dell'antica città romana, ora facenti parte del Museo Archeologico. Grazie ad una spessa lastra di vetro posta nella piazza è possibile affacciarsi sui resti romani sottostanti.
E' la piazza che immette al centro storico cittadino, posta sulla confluenza delle vie Micalet, Santa Catalina e Avellanes del Mar. La piazza venne dedicata, alla fine del 1800, alla sposa di Alfonso XII, la regina Mara de las Mercedes de Orleans. La piazza, come la vediamo ora, è frutto di un importante rifacimento avvenuto nel 1912, approvato all'interno di un più ampio Piano di Riforma, opera dell'architetto comunale Federico Aymamí. La piazza fa da chilometro Zero per la numerazione delle vie radiali cittadine.
Il palazzo, un tempo proprietà della famiglia Rabassa de Perellos, titolare del marchesato di Dos Aguas, fu quasi interamente ridisegnato nel 1740 in stile rococò. Dispone di una facciata ornata da uno splendido bassorilievo in alabastro raffigurante l'immagine della Vergine dalla quale scendono due corsi d'acqua. L'edificio, di forma quadrangolare, ruota intorno ad un giardino interno ove anticamente erano sistemati fiori e piante ornamentali e si sviluppa su tre piani: al pian terreno sono visibili le carrozze appartenute ai marchesi, al primo piano si possono visitare gli sfarzosi appartamenti della nobile famiglia con arredi originali, mentre il secondo e il terzo piano ospitano il Museo della Ceramica.
Chiamata così per via del mercato cittadino che si teneva e si tiene tuttora nell'area adiacente. Nei suoi pressi si trovano anche uno degli edifici più rappresentativi della città, "La Lonja de la Seda", e la chiesa de los Santos Juanes.
Considerata una delle principali attrazioni turistiche della città, per la sua rilevante importanza storica ed artistica è stata annoverata nel 1966 tra i Beni Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, mentre nel 1931 venne dichiarata monumento Storico Artistico Nazionale. La costruzione di questo splendido edificio iniziò nel 1469 su volere del Consiglio Generale della città a rappresentanza del potere e del prestigio commerciale assunto in quegli anni da Valencia. Per decenni nelle sue sale si svolse un'intensa attività commerciale al punto da trasformare il palazzo nel cuore economico della città e da ospitare al suo interno anche una banca. Il nome Lonja, in italiano loggia, deriva dal fatto che sotto i portici di edifici pubblici e chiese avvenivano generalmente numerosi scambi commerciali. Il palazzo, considerato uno dei più begli esempi di architettura gotica, si sviluppa su di una superficie di circa 2.000 metri quadrati. Le sue fattezze, le sue merlature ed i suoi medaglioni la fanno assomigliare ad un castello medioevale. Sulla facciata principale è chiaramente distinguibile lo Scudo della Città sostenuto dagli angeli, mentre sopra la porta si trova lo scudo del Regno di Valencia. Molte altre decorazioni in pietra adornano la struttura tra queste l'uomo desnudo, un drago, una coppia abbracciata e molte altre. La struttura si suddivide in 4 parti:
- la torre ove venivano incarcerati i ladri di seta o i commercianti disonesti
- la Sala del Consolato del Mare ove aveva sede un'istituzione simile ad un tribunale mercantile, e dove è ancora visibile lo splendido soffitto a cassettoni
- il “PATIO de los NARANJOS” o giardino interno
- il Salone delle Colonne, dove venivano stipulati i contratti commerciali
L'ingresso è a pagamento e ad orari prestabiliti,: Vi consigliamo di consultare il sito prima di pianificare la vostra visita
La costruzione di questo appariscente palazzo cominciò nel 1900, per essere inaugurato nel 1928. La sua struttura modernista in ferro, vetro colorato e piastrelle smaltate ne fanno uno degli edifici più caratteristici e rappresentativi della città. La struttura, a forma di poligono irregolare, dispone di ben 14 lati per una superficie complessiva di 8.100 metri quadrati. La copertura della struttura avviene tramite due cupole in vetro colorato che ne fanno filtrare una luce di particolare bellezza. Al suo interno si svolge quotidianamente, ma solo al mattino fino alle 14,30, il mercato della frutta, della verdura, del pesce, della carne e dei dolci. Nonostante la struttura sia relativamente recente la tradizione del mercato a Valencia è molto antica, pare risalire addirittura all'epoca araba. Per certo sappiamo che nel 1839 venne inaugurata una struttura atta ad ospitare il mercato quotidiano, denominata "Mercato dei Portici", che a causa della mancanza di una copertura e delle sue dimensioni piuttosto ridotte ebbe vita breve. Il Mercato Centrale è sicuramente una delle mete d'obbligo durante un soggiorno a Valencia, dove è possibile acquistare anche bicchieri di macedonia, frullati di frutta fresca, cibo già cucinato e dolci.
La prima costruzione della chiesa risale al 1240, quando Ferrer de Pallarés donò l'antica moschea al fine cdi costruirvi sopra una chiesa cristiana dedicata al santo. Inizialmente la chiesa si trovava al di fuori delle mura cittadine, in un'area denominata Boatella. Fu solo nel XIV secolo, grazie alla costruzione di una seconda cinta muraria, che la chiesa entrò a far parte del nucleo cittadino. Il primo edificio, in stile gotico con una sola navata, venne gravemente danneggiato da due incendi, l'ultimo dei quali, nel 1592, comportò il rifacimento dell'intera struttura. Il nuovo edificio venne costruito seguendo le esigenze del nuovo assetto urbano dell'area e la sua facciata assunse un aspetto barocco, grazie ad un complesso scultoreo raffigurante la Vergine del Rosario, opera dello scultore Jacopo Bertesi. Sopra al gruppo scultoreo è collocato una specie di grande occhio, nel quale originariamente doveva aprirsi un rosone. Sulla destra della facciata si apre la torre campanaria con il famoso “pardal de Sant Joan”, una banderuola dedicata ai bambini abbandonati. Secondo la tradizione, anticamente i padri di famiglia che non avevano più i mezzi necessari per sostentare la loro prole, portavano i figli più piccoli sotto alla bandeuola raffigurante un'aquila con un piccolo calamaio nel becco. Quando i figli alzavano lo sguardo per ammirarla, i padri si dileguavano. L'interno ad unica navata è ornato da statue del Bertesi rappresentanti le dodici tribù di Israele. La cupola è invece decorata con dipinti dedicati alla Santissima Trinità, il Libro dei Sette Sigilli, l’Immacolata e la Vergine dei Patriarchi, opera del pittore Palomino, nominato artista di corte da re Carlo II. Nel 1942 la chiesa è stata riconosciuta monumento storico artistico nazionale.
Dalla Piazza del mercato si raggiungono le Torri di Quart e Plaza Ayuntamiento
Le torri del Quart costituivano anticamente una delle quattro porte maggiori di accesso alla città che si aprivano nella possente cinta muraria. Le torri erano orientate verso Ovest, in direzione della città di Castiglia. Il loro nome deriva dal vicino borgo Quart de Poblet, dove Quart indicava la distanza dal Borgo a Valencia. La costruzione delle torri iniziò nel 1441 per terminare nel 1460, ad opera degli architetti Pere Compte e Francesc Baldomar. Lo stile che le caratterizza è quello tardo gotico con parecchie somiglianze a Castel Nuovo di Napoli. Nel corso dei secoli vennero utilizzate come magazzino, carcere femminile e carcere militare. Nel 1931 sono state dichiarate monumento storico nazionale
Di origini piuttosto recenti, la piazza venne aperta alla fine del XIX secolo con l'abbattimento del Convento di San Francisco, del quale sono stati però preservati i giardini e l'orto. Oggi rappresenta il cuore del potere politico ed amministrativo cittadino. Tra il 1931 e il 1935 subì parecchi interventi ad opera dell'architetto Javier Goerlich, che gli conferirono le attuali fattezze. Il nome della piazza deriva da ayuntamiento che in spagnolo significa municipio, edificio cittadino che si affaccia sulla piazza. Il palazzo comunale è un imponente edificio in stile barocco al cui interno è ospitato il Museo Storico della Città. Caratteristici sono i giardini con le loro belle aiuole fiorite e la fontana che ornano la piazza.
Letteralmente "Piazza dei Tori" venne costruita nel 1850 dall'architetto Sebastián Monleón per ospitare le celebri corride, sfide tra l'uomo e il toro. Con la sua capienza di 16.850 spettatori fu per un lungo periodo la più grande arena di tutta la Spagna. L'edificio ha un aspetto neoclassico, che ricorda il Colosseo di Roma e a l'anfiteatro di Limes. Dispone di quattro ordini di arcate e di una pianta circolare con un diametro di 52 metri. Al suo interno è visitabile il museo taurino. Se passate vicino all'arena e non vedete alcuna bandiera sventolare dall'alto della sua ultima arcata vuol dire che quel giorno non si svolgeranno corride, se al contrario tutte le bandiere sventolano vuol dire che si svolgerà una corrida di tori, se invece le bandiere sventoleranno a piloni alterni vuol dire che si svolgerà una corrida de novillor (tori sotto ai tre anni di età).
Ospitato in un bel palazzo costruito tra il XVII e il XVIII secolo lungo il Giardin del Turia, è considerato uno dei più interessanti Musei di Spagna. La sua pinacoteca vanta opere di El Greco, Goya, Velasquez, Murillo e l’unico dipinto del Pinturicchio presente in Spagna. Una bella sezione è dedicata al pittore valenciano Joaquín Sorolla y Bastida.
L’ingresso è gratuito.
Come arrivare
Il museo si trova in C/ San Pio V n°9
Bus n. 1, 6, 11, 16, 26, 28, 29, 79 e 95
Metro fermate Alameda e Pont de Fusta
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Il Museo è dedicato allo scultore Julio Gonzales, nato a Barcellona nel 1876 e morto a Parigi nel 1942), di cui ospita la più ricca collezione di opere esistente.
Ospita una interessante sezione dedicata alle opere d’arte spagnola del XX secolo e mostre temporanee, sempre di ottimo livello.
La domenica l’ingresso è gratuito.
Come arrivare
Il Museo si trova in Calle Guillem de Castro, 118
Bus n. 5, 8, 28, 29, 79, 80, 81, 95
Metro linea A, fermata Turia
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Nato come mercato agricolo, fu progettato e realizzato da Francisco Mora Berenguer tra il 1914 e il 1916, con linee eleganti e soluzioni moderniste molto raffinate, che ricordano a tratti l’opera di Antoni Gaudì. Restaurata nel 2003, questa bellissima struttura ospita oggi boutique e caffetterie.
Il suo lunghissimo orario d’apertura ne fa uno dei luoghi di ritrovo più frequentati della città.
Come arrivare
Carrer de Jorge Juan, 19
Bus 1, 3, 5, 8, 10, 13, 18, 22, 30, 32, 40, 79, N1
Metro 3,5 fermata Colón
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Se intendete fermarvi solo qualche giorno in città la via più comoda per raggiungere Valencia è l'aereo, se invece la visita alla città è inserita in un più ampio itinerario alla scoperta della Spagna i mezzi migliori sono la macchina o il camper.
Aereo: la città è dotata di un aeroporto internazionale nel quale atterrano aerei delle maggiori compagnie aeree mondiali, nel 2014 vi sono transitati 4.592.512 di passeggeri, numero comunque destinato a salire. Il Valencia Airport è situato a soli otto chilometri ad est della città ed è collegato ad essa da Autobus di linea e dalle Linee 3 e 5 della metropolitana. Da Roma Ciampino e da Milano Orio al Serio partono quasi quotidianamente voli diretti Ryanair. Sempre diretti sono i voli della Vueling, in partenza da Roma Fiumicino. Da aeroporti come Torino, Napoli o Milano Malpensa non ci sono voli diretti, ma solamente voli con scali in altre città, effettuati da compagnie come Iberia, Alitalia o Lufthansa. Come abbiamo già anticipato, la città è facilmente raggiungibile dall'aeroporto tramite la Linea 3 e la Linea 5 della metropolitana che parte dal piano terra del terminal dei voli nazionali. Il tragitto dura circa 25 minuti. Clicca qui per consultare gli orari dall'aeroporto al centro cittadino (fermata Xativa). Esiste anche un servizio di autobus Linea 150 che parte dall'aeroporto ed in circa 45 minuti raggiunge il centro cittadino facendo fermate nelle città di Mislata, Quart de Poblet e Manises. Il servizio Aero-bus invece non effettua fermate durante il tragitto e ferma di fronte alle partenze con arrivo a: Avenida del Cid - Calle Bailen - Calle Angel Guimera (vicino a Calle Juan Llorens). Fuori dagli arrivi potrete inoltre trovare TAXI per il centro cittadino, ovviamente i prezzi non sono paragonabili a quelli della metro o dell'autobus, ma sono comunque molto contenuti e potrebbero essere convenienti per gruppi di 3-4 persone.
Auto/Camper: la rete stradale spagnola, sopratutto quella verso la costa mediterranea, è agevole, grazie anche alle grandi opere effettuate prima della crisi economica. Per arrivare a Valencia in auto o in camper si deve mettere in programma un viaggio molto bello, ma piuttosto lungo. Per darvi un'idea, da Ventimiglia a Valencia vi sono circa 1050 chilometri da percorrere su rete autostradale. Tenete presente che le strade a doppia carreggiata in Spagna si dividono in Autopistas (autostrade) e Autovias
Autopistas: le autopista o autostrade sono generalmente a pedaggio, sono di proprietà dello stato che le dà in concessione a società private. Sono indicate con un AP-seguito da un numero. Il transito è limitato a determinati tipi di automezzi.
Autovias: si tratta generalmente di superstrade gestite direttamente dallo stato la cui percorrenza è gratuita. Vengono identificate da una A-seguita da un numero. Le superstrade da A1 a A6 partono da Puerta del SOL di Madrid e si irradiano per tutta la Spagna mentre le superstrade A7 e A8 sono costiere: A7 Algerias-Barcellona A8 Bilbao-Begonte.
Valencia non è molto estesa quindi, se avete un po' di tempo a disposizione, il modo migliore per godersi la città è camminare o, meglio ancora, noleggiare una bicicletta. In alternativa potrete sfruttare la metropolitana, gli autobus o l'autobus turistico.
Metropolitana: Inaugurata nel 1988, la metropolitana di Valencia si estende per un totale di 183 chilometri dei quali 23 sotterranei. Comunemente chiamata Metrovalencia è gestita dalla Ferrocarils de la Generalitad Valenciana (FGV) e dispone di 6 linee e di 169 stazioni, ogni linea è contraddistinta da un numero e da un colore:
Linea 1: Gialla
Linea 2: Rosa
Linea 3: Rossa
Linea 4: Blu
Linea 5: Verde
Linea 6: Viola
Autobus Turistico: come molte altre città europee anche Valencia è visitabile tramite i classici autobus rossi a due piani dotati di audioguide multilingue e servizio hop-on hop-off. Gli autobus turistici effettuano due percorsi entrambi della durata di circa 90 minuti:
Itinerario A Valencia Storica con fermate a:
- Plaza de la Reina
- IVAM, Calle Guillem de Castro 118
- Museo de Bellas Artes, San Pio V. Calle San Pio V nº 9
- Nuevo Centro, Avenida de Menendez Pidal. Estación de Autobus
- Palacio de Congresos, Calle Camp de Turia
- Nou Mestalla, Calle La Safor
- Bioparc, Av. Pio Baroja
- Museo de Historia de Valencia, Paseo de la Petxina 77
Itinerario B Valencia Maritima con fermate a:
- Plaza de la Reina
- Museo Fallero, Plaza Monteolivete
- Ciudad de las Artes y las Ciencias, Autopista de El Saler nº 6
- Oceanografico, Camino de las Moreras
- Centro Comercial Aqua, Calle Menorca
- Playa de Las Arenas, Calle Eugenia Viñes 22
- El Puerto, Av. Manuel Soto
- Hotel Rey Don Jaime, Av. Baleares
- Museo de Bellas Artes, San Pio V. Calle San Pio V nº 9
I biglietti, della validità di 24 o 48 ore a partire dal primo utilizzo, sono acquistabili presso gli uffici del turismo, direttamente sull'autobus oppure on line sul sito
Grazie al clima mite, agli 80 chilometri di piste ciclabili ed all'immensa area verde che l'attraversa, Valencia è considerata una vera e propria città "amica della bicicletta". Per questo motivo vi consigliamo di noleggiare almeno per un pomeriggio una bicicletta, con o senza guida, e percorrere uno dei numerosi itinerari proposti. Di seguito un link ad uno dei tanti operatori che effettuano il noleggio di bici.
La Valencia Tourist Card è una speciale tessera della durata di 24 - 48 oppure 72 ore dal primo utilizzo che permette l'utilizzo gratuito ed illimitato dei mezzi pubblici urbani (compresa la linea da/per l'aeroporto), l'ingresso gratuito in musei e monumenti municipali e sconti fino al 50% negli esercizi aderenti. La Tourist Card è ricaricabile alla sua scadenza presso gli uffici del turismo. Per maggiori dettagli clicca qui
La città, posta in riva al mare, nella parte meridionale della Spagna, dispone di un clima molto mite che la rende visitabile in ogni periodo dell'anno. In estate si può godere della bellezza del suo mare e delle sue spiagge, mentre in inverno, quando le temperature si abbassano, si possono fare lunghe passeggiate e godere della bellezza del suo centro storico ma, sopratutto della sua parte moderna.
Per farsi una adeguata idea della città bastano tre giorni ma, se volete visitarla in maniera più approfondita, spingendovi anche nelle zone limitrofe, considerate una permanenza di almeno 5 giorni
Valencia è una città molto turistica ed accogliente con una notevole capacità ricettiva dovuta in gran parte agli adeguamenti fatti in occasione della Coppa America del 2007, che ha catapultato la città tra le mete turistiche più ambite della Spagna. In città potrete trovare un gran numero di hotel, da quelli a prezzi molto contenuti a quelli superlusso, le cui tariffe possono superare i 1000€ a notte. Notevole è anche la presenza di appartamenti in affitto, B&B e campeggi, soprattutto nella zona costiera limitrofa alla città, si tratta in genere di strutture moderne e di buona qualità, alcune delle quali sono aperte tutto l'anno. In estate, durante i ponti pasquali ed a capodanno, visto il notevole flusso turistico, è consigliabile prenotare con un po' di anticipo. Noi abbiamo provato una casa in affitto di Flat for You, proprio nel centro storico di Valencia: un'ottima soluzione per la sua posizione strategica, per il personale molto gentile e per le dotazioni di cui era fornita.
Anche per quanto riguarda il cibo a Valencia non c'è che l'imbarazzo della scelta: dai bugigattoli che vendono per lo più street-food, ai ristoranti di lusso; dai mercati alle tipiche taberne, ai ristoranti etnici. Moltissimi sono anche i ristoranti italiani anche se la maggior parte di essi sono piuttosto deludenti. Sicuramente non vi deluderanno La Pappardella oppure Le due Sicilie, locale molto gradevole, gestito da un ragazzo siciliano che ha rubato i segreti della cucina della nonna. Come in quasi i tutti i paesi del Sud, anche a Valencia gli orari dei pasti sono piuttosto ritardati e il pranzo viene di solito consumato dopo le 13, mentre la cena viene servita dopo le 21. Caratteristica tutta Valenciana è l'almuerzo, una specie di merenda consumata a metà mattinata a base di spuntini salati, accompagnati da un bicchiere di vino oppure di birra. Se vi trovate al mercato centrale intorno all'ora di pranzo vi consigliamo di acquistare il pesce che preferite e recarvi in uno dei tanti locali che sorgono intorno ad esso che danno la possibilità di cuocere il pesce e consumarlo nei tavolini messi a disposizione degli ospiti. Quasi tutti i ristoranti preparano quotidianamente la famosa Paella Valenciana (cucinata con pollo e coniglio.con pesce oppure con sole verdure) oppure le tapas. Tra questi vi segnaliamo "la Pepica", dove ogni giorno vengono preparati circa 40 kg di paella. Deliziose sono invece le tapas preparate al Canalla Bistò dallo chef stellato Ricard Camarena. Altra specialità che vi consigliamo di provare è la Orxata de chufa ricavata dalle radici della chufa. I locali amano inzuppare nella Orxata le fartones, specie di pan brioches ricoperti di zucchero a velo. Per colazione o uno spuntino pomeridiano vi consigliamo Granier bar/pasticcerie in franchising molto diffuse in città che propongono una notevole quantità di dolci, torte salate e panini. Assolutamente da non perdere un aperitivo a base di Sangrìa preparata con vino, succo d’arancia, limone e frutta a pezzi, oppure l'Agua de Valencia il cui nome trae in inganno: è infatti una bevanda alcolica, preparata con succo d'arancia, cava (specie di spumante) e vodka.
Il centro storico della città è molto ricco di deliziosi negozietti che vendono oggetti di artigianato locale, bigiotteria, abbigliamento, prodotti alimentari tipici della zona e artigianato etnico. Tra i prodotti di artigianato locale segnaliamo i ventagli, le tipiche ceramiche dai colori sgargianti e i manufatti in pelle. Numerosi sono i negozi che vendono costumi tipici locali sia maschili che femminili, la maggior parte di essi sono correlati di gioielli in filigrana, spilloni per capelli e pettinini. Assolutamente da provare il torrone morbido preparato in varie versioni e il famoso prosciutto crudo. Non mancano poi i negozi che vendono le tipiche padelle per la cottura della Paella dalla forma tonda e dai bordi bassi con due manici. Se siete alla ricerca di una T-Shirt originale recatevi da Pampling in Plaza Lope de Vega.
Terza città della Spagna per numero di abitanti, Valencia è divenuta negli ultimi anni una delle mete turistiche più frequentate della penisola, questo grazie ai grandi investimenti effettuati ed alla lungimiranza dei suoi amministratori. Dagli inizi del 2000 la città ha ospitato eventi sportivi e mondani di grandissima rilevanza internazionale, come la Coppa America, il GP di Formula 1 e gli Open Internazionali di Tennis. Grazie al suo clima mite, alla sua accoglienza, all'ospitalità dei suoi abitanti ed alle strutture d'avanguardia che mette a disposizione dei suoi ospiti, Valencia è divenuta una delle mete più sfruttate dagli operatori turistici, molto apprezzata soprattutto dal turismo giovane ed informale. Le sue avveniristiche strutture, progettate dall'architetto Santiago Calatrava, si fondono in maniera eccezionale con le testimonianze della sua storia millenaria, rendendola unica nel panorama europeo. Valencia è una città molto facile da visitare, sicura, economica, che in qualsiasi momento dell'anno offre spunti, eventi, mostre sempre di altissimo livello.
Immersa nel verde di uno splendido bosco di querce, l'abbazia rappresenta un incontaminato luogo di preghiera e meditazione posta a 825 metri di altitudine, lontano dal trambusto e dai rumori cittadini. Gli unici rumori che si odono sono il cinguettio degli uccelli che popolano i boschi circostanti e il dolce fruscio dell'acqua che zampilla dalle numerose fontane.
L'abbazia venne edificata nel 1204 per volontà di Innocenzo III sui resti di una più antica monastero benedettino dedicato a San Bartolomeo e data in gestione ai monaci Certosini, da qui l'origine del nome Certosa, solamente nel 1947 l'abbazia venne affidata ai monaci Cistercensi della vicina abbazia di Casamari. L'accesso alla certosa avviene tramite un grande portale opera dell'allievo di Michelangelo Jacopo Lo Duca. Dopo aver passato la piccola bottega gestita dai monaci, troviamo una cordonata affiancata sul lato destro da un orto coltivato dai monaci per i loro fabbisogni quotidiani ed un'ampia vasca con fontana centrale ove vengono allevati pesci. Sul lato sinistro si trova invece un curato giardino con aiuole fiorite e bosso sapientemente potato con forme di animali e oggetti. Una scalinata conduce alla deliziosa spezieria o farmacia costruita nel 1763. In cima alla scalinata si trova un dipinto della Madonna della Consolazione di Filippo Balbi. Un corridoio con pareti dipinte da caricature opera di Filippo Balbi conduce alla sala d'attesa, anch'essa dipinta dal Balbi e la spezieria splendidamente dipinta in stile pompeiano con scaffali, vasetti ed ampolline originali, nei quali sono conservate erbe medicamentose, unguenti e, anticamente, veleni estratti dai serpenti. Continuando sulla cordonata si giunge alla piazza ornata al centro ed ai lati da fontane e fiancheggiata dal palazzo di Innocenzo III e dalla chiesa di San Bartolomeo. Il palazzo, ingentilito da un portico e da una terrazza, ospita al suo interno una biblioteca con oltre 25.000 volumi. Nella chiesa, dedicata alla Vergine Assunta, a San Bruno e San Bartolomeo, l'originario stile gotico è stato sovrapposto dallo stile barocco, in seguito ad un rifacimento avvenuto appunto in epoca barocca. Anche la chiesa conserva numerose opere di Filippo Balbi tra le quali un dipinto raffigurante "La Strage degli Innocenti".
Dal piazzale antistante l'Abbazia una breve passeggiata tra piante secolari conduce fino al Santuario della Madonna delle Cese, costituito da un piccolo eremo posto all'interno di una grotta.
Se vi trovate nella Certosa intorno all'ora di pranzo vi consigliamo una sosta all'adiacente piccolo ristorante che propone gustosi piatti della cucina ciociara a prezzi piuttosto contenuti.
Camper: per tutti coloro che si recano alla Certosa in camper consigliamo di arrivarci tramite la Strada Provinciale SP160 che parte da Veroli evitando la strada che passa attraverso il borgo di Collepardo non adatta ad essere percorsa da mezzi di grandi dimensioni.
Posta a pochi chilometri dalla città di Veroli, sulla sponda sinistra dell'Amaseno, l'abbazia è ai giorni nostri considerata uno dei più rappresentativi monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Venne costruita nel 1035 dai monaci benedettini sui resti dell'antico municipio romano di Cereatae, in quanto dedicato alla dea Cerere. Il suo nome deriva però dal latino "casa di Mario" in quanto si presume fosse il luogo di nascita di Caio Mario, celebre condottiero romano nominato per ben sette volte console. Già nel 1005 ad opera di alcuni monaci sorse sul luogo una chiesa dedicata a San Giovanni e San Paolo. Nel 1152, in seguito ad una vita indisciplinata e disonesta alla quale si erano votati i monaci del monastero Eugenio III, rientrato dalle guerre d'Oltralpe, decise di affidare la gestione dell'abbazia ai monaci Cistercensi donando ad essi parte dei suoi beni per il risanamento della stessa. Nel giro di breve tempo il monastero divenne uno dei più fiorenti dell'Italia centrale e, seppur con alterne vicende i monaci Cistercensi hanno condotto l'abbazia fino ai giorni nostri, superando gravi momenti di crisi. Fu il depredamento dei suoi beni ad opera dei soldati di Napoleone avvenuto nel 1799 a dare il colpo di grazia ad un lungo periodo di decadimento dell'abbazia.
La bellezza austera del complesso si rivela al visitatore appena giunti di fronte alla porta a doppio arco che immette nei diversi edifici che si articolano intorno al chiostro. Appena superato l'arco di accesso troviamo la Casa Abbaziale, la Liquoreria e la Farmacia. La prima farmacia venne fondata nel 1760, mentre quella in funzione ai giorni nostri venne inaugurata nel 1948 e si compone di un locale di vendita al pubblico e di un laboratorio ben attrezzato. Molto apprezzati sono il Rosolio , la Tintura Imperiale, la Sambuca e la Ferrochina oltre a birre e cosmetici prodotti dai monaci. In cima ad una comoda scalinata in pietra sorge la chiesa, preceduta da un portico a tre arcate. La facciata è caratterizzata da un ampio rosone affiancato da due monofore mentre il maestoso e al contempo semplice interno è suddiviso in tre navate da possenti colonne. Da notare le ampie finestre con lastre di alabastro al posto dei vetri che fanno filtrare all'interno una delicata luce. Molto suggestivi sono i riti liturgici celebrati dai monaci con canti gregoriani. Di notevole bellezza è il chiostro al quale si accede dalla destra della chiesa. Di forma quadrata è circondato da un portico a bifore con colonnine binate e capitelli lavorati, ai lati si trovano la Sala Capitolare ed il Dispensarium.
All'interno del complesso si trovano anche la biblioteca con oltre 80.000 volumi tra i quali incunaboli ed antichi manoscritti, come "La regola di San Benedetto" del XII secolo e il Museo Archeologico. Il museo, con il suo nuovo allestimento, raccoglie reperti archeologici di epoca romana, oltre a reperti paleontologici, manufatti di epoca preistorica e preromana. E' inoltre presente una sezione con oggetti provenienti da località della media valle del Liri e dalla necropoli pugliese di Oria.
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Ricetta di facile preparazione e di sicuro successo, i saltimbocca alla romana assieme agli spaghetti alla carbonara sono uno dei piatti più noti della cucina laziale, anche se secondo alcuni studiosi la paternità di questa ricetta si deve ai bresciani. Di certo si sa che già verso la fine dell'800 alcune trattorie romane proponevano questa gustosa pietanza ai loro clienti.
4 fettine di vitello
4 fette di prosciutto crudo (circa 12 gr ognuna)
8 foglie di salvia
1/2 bicchiere di vino bianco
50 gr di burro
sale e pepe
Disporre su di un piatto le fettine di vitello disporre su ognuna il prosciutto crudo e due foglie di salvia, fermate il prosciutto e la salvia con degli stuzzicadenti. Fate sciogliere il burro in una pentola antiaderente e disponetevi la carne, fate rosolare per qualche minuto poi aggiungete il fino, il sale ed il pepe. Fate quaoce per qualche minuto e poi servite la carne con un po del fondo di cottura. Secondo alcune versioni, piuttosto moderne, i saltimpobba vengono passati nella farina bianca prima di essere messi in padella.
Si tratta di una ricetta molto semplice e sfiziosa di origini piuttosto recenti. Il nome straccetti deriva appunto dalla forma delle sottilissime fette di carne che devono appunto essere ridotte in straccetti o tocchetti con le mani.
500 gr di straccetti di vitello 300 gr di pomodori ciliegino
3 mazzetti di rucola 1 spicchio di aglio
sale
peperoncino
1/2 bicchiere di aceto balsamico
In una padella antiaderente fate imbiondire l'aglio con un po' di peperoncino, togliete l'aglio e fate rololare gli straccetti per qualche minuto poi aggiungetevi l'aceto balsamico e fatelo sfumare. A questo punto aggiungete i pomodorini tagliati a metà, fateli cuocere per qualche minuto poi aggiungete la rucola. Mescolate bene il tutto e continuate la cottura fino a che la rucola non sarà leggermente appassità.
Ricetta molto antica della cucina popolare tradizionale che alcuni fanno risalire alla cucina ebraico-romanesca, tant'è che ancora oggi i pomodori al riso compaiono sulle tavole nel periodo della Pasqua Ebraica. E' sicuramente una ricetta poco costosa, molto facile da preparare e di sicuro successo, per la quale bastano pomodori belli grossi e sodi che alcuni verdurieri della capitale chiamano appunto "pomodori da riso", riso e patate da cuocere rigorosamente nella stessa teglia. Il piatto, molto estivo, nasce per essere consumato freddo oppure tiepido.
4 pomodori grossi e sodi
120 gr di riso Arborio
1 ciuffo di prezzemolo
4-5 foglioline di basilico
3 patate
3 cucchiai di olio
sale
pepe
Lavare bene i pomodori, tagliare la calotta e conservarla. Svuotare i pomodori dalla polpa, salarli e capovolgeteli in modo che perdano l'acqua in eccesso. Passate la polpa di pomodoro in un passaverdura modo da togliere i semi e mettetela in una ciotola con l'olio, il riso, prezzemolo tritato e basilico, mescolate bene il tutto in modo che si crei un composto n po' liquido poi riempite i pomodori fino ad un centimetro dal bordo, copriteli con la loro calotta. Oleate una teglia da forno e disponetevi i pomodori poi pelate le patate, tagliatele a fette e mettetele nella teglia assieme ai pomodori, aggiungete un filo di olio, sale e mescolatele bene. Mettere la teglia in forno a 250° per circa 1 ora controllate di tanto in tanto che i pomodori non secchino nel caso abbassate la temperatura del forno.
Difficoltà: facile
Tempo di cottura: 1 ora circa