Passeggiare per le strette vie del centro storico è il modo migliore per rendersi condo della millenaria storia di questa città, che ha, comunque, sempre saputo stare al passo con i tempi, trasformandosi ed adeguandosi al mutare delle esigenze dei suoi abitanti. Da sempre crocevia di culture diverse, fu, infatti, dominata dai romani, dai visigoti, dagli arabi....: il risultato è un centro storico affascinante per le diverse architetture dei suoi palazzi, delle sue Chiese, dei suoi monumenti, che la rendono unica ed inconfondibile. Che cosa vedere:
Una visita del centro non può che cominciare da questa piazza, vero e proprio cuore pulsante della città, dedicata alla Vergine degli Abbandonati, protettrice della città. La piazza sorge su quello che anticamente era il Foro della romana Valentia. Completamente pavimentata in marmo rosa, è ornata al centro da un'enorme fontana dedicata al fiume Turia, impersonato da una statua in bronzo del Dio Nettuno, circondato da figure femminili che simboleggiano i canali di irrigazione cittadini, i quali portano la vita tutt'intorno. Sulla piazza si affacciano: la Basilica della Vergine degli Abbandonati, la Cattedrale sede dell'arcivescovado, la Torre del Miguelete, il Palazzo de la Generalitad (uno dei più belli di Valencia, che risale al XV secolo) e il Tribunal de las Aguas. A pochi passi dalla piazza si trovano le antiche Torri del Serrano, che facevano parte delle poderose mura di cinta della città.
Posta in una delle piazze più importanti della città, la basilica fu edificata tra il 1652 e il 1667 dall’architetto Diego Martínez Ponce de Urrana perchè gli abitanti avessero un luogo di culto dedicato alla Vergine protettrice della città, soprattutto dopo la grande epidemia di peste che causò la morte di ben 18.000 persone. La basilica, in stile barocco, ha una forma trapezoidale e dispone di ben 5 porte di accesso delle quali tre si aprono sulla piazza. Caratteristica è la sua cupola di forma ellittica con una larghezza di 19 metri. L'interno della basilica è ornato da dipinti con false prospettive ed elementi figurativi, opera di Antonio Palomino Cordoba; sopra l'altare maggiore è custodita una statua della Vergine, chiamata affettuosamente dai valenciani Gobbetta (Geperudeta) per via della lieve incurvatura delle sue spalle. Secondo la tradizione popolare la statua della Vergine venne costruita da alcuni angeli, che ne fecero dono all'Ospedale di Santa Maria degli Abbandonati.
Costruita sui resti di un'antica moschea, a sua volta collocata su un preesistente tempio romano, la cattedrale venne consacrata nel 1238 dal vescovo di Valencia. Su volere di Giacomo I venne dedicata a allAssunzione di Maria e nel 1886 venne dichiarata Basilica Minore. La cattedrale conta di ben tre porte di accesso. La porta che si apre sulla piazza del la Virgen è conosciuta con il nome di Porta de los Ferrios, con un portale in stile barocco finemente lavorato. Il portale è altro 36 metri e, grazie alla sua forma concava, da la sensazione di uno spazio molto più ampio. E' sormontato da un rosone con vetri policromi. La seconda porta, che si apre sul Tribunale de Las Aguas, è quella conosciuta come Porta de los Apostole, in stile gotico, così chiamato per le sculture dei 12 apostoli. La terza porta è la Porta del Palau, in stile romanico, che si apre sul Palazzo dell'Arcivescovado. Si tratta della porta più antica della cattedrale, dove venne posta la sua prima pietra. La porta è ornata dalla scultura di 14 volti in omaggio alle sette coppie di sposi che si unirono qui in matrimonio per ripopolare la città dopo la Riconquista. L'interno della chiesa è a tre navate, secondo la tradizione cristiana, e conserva nella Cappella del Santo Graal il calice originale utilizzato da Gesù durante la sua ultima cena. La coppa, databile al I secolo c.D. è in agata corallina con un basamento, di epoca successiva, ricoperto da oro e pietre preziose. Al centro della cappella è posto un altare in alabastro decorato con le figure dei 12 apostoli e della vergine Maria che sale al cielo. Dalla chiesa si accede al Museo della Cattedrale, che ospita anche preziosi dipinti di Francisco Goya, e alla visita del campanile.
Le visite alla cattedrale sono a pagamento con un orario di apertura e chiusura stagionale. Per maggiori dettagli consultare il sito
Con i suoi 51 metri di altezza, la torre campanaria si innalza sul luogo ove anticamente sorgeva il vecchio campanile della Basilica. Oggi è uno dei simboli della città. La sua costruzione iniziò nel 1381, ma venne portata a termine solamente nel 1429, grazie all'intervento di diverse maestranze. Il progetto originario è opera dell'architetto Andrès Julià, che però abbandonò il progetto nel 1396, progetto la cui conclusione venne affidata all'architetto Martin Llobet. Il campanile, in stile gotico, ha forma ottagonale ed ospita al suo interno 11 campane. La più grande è dedicata a San Miguel, che aveva il compito di proteggere la città dal male e dalle tormente, da qui il nome "Miguelete". La campana venne funsa nel 1532 e pesa ben 10 tonnellate. Una splendida scala a chiocciola di 207 gradini conduce alla sommità della torre, dopo aver attraversato tre stanze: la prima al piano terra serviva anticamente come rifugio ai richiedenti asilo nella chiesa; la seconda era adibita a carcere della cattedrale, mentre la terza veniva utilizzata come abitazione per i sagrestani e i campanari. Per un lungo periodo la torre venne anche utilizzata come faro. La terrazza offre una splendida vista a 360° della città.
La costruzione del palazzo iniziò nel 1412, ma i lavori per la sua edificazione si protrassero fino al 1520, passando sotto la direzione di vari architetti. Tre sono gli stili che si possono riconoscere nel palazzo: il gotico, l'herreriano ed il rinascimentale. Fin dalla sua edificazione il palazzo svolse funzioni istituzionali e ora è sede del governo regionale. Nel 1931 il palazzo è stato dichiarato Monumento Storico Artistico Nazionale.
Considerate il più bell'esempio di architettura militare del XIV secolo, tanto da essere state dichiarate nel 1931 monumento storico artistico nazionale, le torri facevano parte di altre 11 porte che si aprivano sulle mura di fortificazione cittadine. Oggi di queste porte, a seguito della distruzione della cinta muraria avvenuta nel 1865, rimangono solamente le Torri del Serrano la Torre del Quart. Il loro nome deriva dal fatto che, aprendosi nella parte nord-ovest del centro cittadino, permettevano l'accesso ai territori della Serrania. Inizialmente venivano utilizzate, oltre che a scopo difensivo, anche per cerimonie ufficiali quali il ricevimento di ambasciatori o re. Tra il 1586 ed il 1887 le torri vennero utilizzate come prigioni per nobili e cavalieri. Oggi le torri sono visitabili e, dalla loro cima, si gode di uno splendido panorama della città.
Come Arrivare: Autobus: Linea 5;27;80 - Metro: Linea 4 fermata "Pont de Fusta"
Posta nella parte retrostante la Basilica, questa piazza, fondata nel 138 a.C., costituiva il centro cittadino dell'antica Valentia romana. Il nome Almoina deriva dal castigliano "limosna" il cui significato è elemosina, istituzione medioevale attraverso la quale venivano distribuiti pasti alle persone indigenti. Grazie a degli scavi compiuti tra il 1985 e il 2007 vennero riportati alla luce parecchi reperti e resti dell'antica città romana, ora facenti parte del Museo Archeologico. Grazie ad una spessa lastra di vetro posta nella piazza è possibile affacciarsi sui resti romani sottostanti.
E' la piazza che immette al centro storico cittadino, posta sulla confluenza delle vie Micalet, Santa Catalina e Avellanes del Mar. La piazza venne dedicata, alla fine del 1800, alla sposa di Alfonso XII, la regina Mara de las Mercedes de Orleans. La piazza, come la vediamo ora, è frutto di un importante rifacimento avvenuto nel 1912, approvato all'interno di un più ampio Piano di Riforma, opera dell'architetto comunale Federico Aymamí. La piazza fa da chilometro Zero per la numerazione delle vie radiali cittadine.
Il palazzo, un tempo proprietà della famiglia Rabassa de Perellos, titolare del marchesato di Dos Aguas, fu quasi interamente ridisegnato nel 1740 in stile rococò. Dispone di una facciata ornata da uno splendido bassorilievo in alabastro raffigurante l'immagine della Vergine dalla quale scendono due corsi d'acqua. L'edificio, di forma quadrangolare, ruota intorno ad un giardino interno ove anticamente erano sistemati fiori e piante ornamentali e si sviluppa su tre piani: al pian terreno sono visibili le carrozze appartenute ai marchesi, al primo piano si possono visitare gli sfarzosi appartamenti della nobile famiglia con arredi originali, mentre il secondo e il terzo piano ospitano il Museo della Ceramica.
Chiamata così per via del mercato cittadino che si teneva e si tiene tuttora nell'area adiacente. Nei suoi pressi si trovano anche uno degli edifici più rappresentativi della città, "La Lonja de la Seda", e la chiesa de los Santos Juanes.
Considerata una delle principali attrazioni turistiche della città, per la sua rilevante importanza storica ed artistica è stata annoverata nel 1966 tra i Beni Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, mentre nel 1931 venne dichiarata monumento Storico Artistico Nazionale. La costruzione di questo splendido edificio iniziò nel 1469 su volere del Consiglio Generale della città a rappresentanza del potere e del prestigio commerciale assunto in quegli anni da Valencia. Per decenni nelle sue sale si svolse un'intensa attività commerciale al punto da trasformare il palazzo nel cuore economico della città e da ospitare al suo interno anche una banca. Il nome Lonja, in italiano loggia, deriva dal fatto che sotto i portici di edifici pubblici e chiese avvenivano generalmente numerosi scambi commerciali. Il palazzo, considerato uno dei più begli esempi di architettura gotica, si sviluppa su di una superficie di circa 2.000 metri quadrati. Le sue fattezze, le sue merlature ed i suoi medaglioni la fanno assomigliare ad un castello medioevale. Sulla facciata principale è chiaramente distinguibile lo Scudo della Città sostenuto dagli angeli, mentre sopra la porta si trova lo scudo del Regno di Valencia. Molte altre decorazioni in pietra adornano la struttura tra queste l'uomo desnudo, un drago, una coppia abbracciata e molte altre. La struttura si suddivide in 4 parti:
- la torre ove venivano incarcerati i ladri di seta o i commercianti disonesti
- la Sala del Consolato del Mare ove aveva sede un'istituzione simile ad un tribunale mercantile, e dove è ancora visibile lo splendido soffitto a cassettoni
- il “PATIO de los NARANJOS” o giardino interno
- il Salone delle Colonne, dove venivano stipulati i contratti commerciali
L'ingresso è a pagamento e ad orari prestabiliti,: Vi consigliamo di consultare il sito prima di pianificare la vostra visita
La costruzione di questo appariscente palazzo cominciò nel 1900, per essere inaugurato nel 1928. La sua struttura modernista in ferro, vetro colorato e piastrelle smaltate ne fanno uno degli edifici più caratteristici e rappresentativi della città. La struttura, a forma di poligono irregolare, dispone di ben 14 lati per una superficie complessiva di 8.100 metri quadrati. La copertura della struttura avviene tramite due cupole in vetro colorato che ne fanno filtrare una luce di particolare bellezza. Al suo interno si svolge quotidianamente, ma solo al mattino fino alle 14,30, il mercato della frutta, della verdura, del pesce, della carne e dei dolci. Nonostante la struttura sia relativamente recente la tradizione del mercato a Valencia è molto antica, pare risalire addirittura all'epoca araba. Per certo sappiamo che nel 1839 venne inaugurata una struttura atta ad ospitare il mercato quotidiano, denominata "Mercato dei Portici", che a causa della mancanza di una copertura e delle sue dimensioni piuttosto ridotte ebbe vita breve. Il Mercato Centrale è sicuramente una delle mete d'obbligo durante un soggiorno a Valencia, dove è possibile acquistare anche bicchieri di macedonia, frullati di frutta fresca, cibo già cucinato e dolci.
La prima costruzione della chiesa risale al 1240, quando Ferrer de Pallarés donò l'antica moschea al fine cdi costruirvi sopra una chiesa cristiana dedicata al santo. Inizialmente la chiesa si trovava al di fuori delle mura cittadine, in un'area denominata Boatella. Fu solo nel XIV secolo, grazie alla costruzione di una seconda cinta muraria, che la chiesa entrò a far parte del nucleo cittadino. Il primo edificio, in stile gotico con una sola navata, venne gravemente danneggiato da due incendi, l'ultimo dei quali, nel 1592, comportò il rifacimento dell'intera struttura. Il nuovo edificio venne costruito seguendo le esigenze del nuovo assetto urbano dell'area e la sua facciata assunse un aspetto barocco, grazie ad un complesso scultoreo raffigurante la Vergine del Rosario, opera dello scultore Jacopo Bertesi. Sopra al gruppo scultoreo è collocato una specie di grande occhio, nel quale originariamente doveva aprirsi un rosone. Sulla destra della facciata si apre la torre campanaria con il famoso “pardal de Sant Joan”, una banderuola dedicata ai bambini abbandonati. Secondo la tradizione, anticamente i padri di famiglia che non avevano più i mezzi necessari per sostentare la loro prole, portavano i figli più piccoli sotto alla bandeuola raffigurante un'aquila con un piccolo calamaio nel becco. Quando i figli alzavano lo sguardo per ammirarla, i padri si dileguavano. L'interno ad unica navata è ornato da statue del Bertesi rappresentanti le dodici tribù di Israele. La cupola è invece decorata con dipinti dedicati alla Santissima Trinità, il Libro dei Sette Sigilli, l’Immacolata e la Vergine dei Patriarchi, opera del pittore Palomino, nominato artista di corte da re Carlo II. Nel 1942 la chiesa è stata riconosciuta monumento storico artistico nazionale.
Dalla Piazza del mercato si raggiungono le Torri di Quart e Plaza Ayuntamiento
Le torri del Quart costituivano anticamente una delle quattro porte maggiori di accesso alla città che si aprivano nella possente cinta muraria. Le torri erano orientate verso Ovest, in direzione della città di Castiglia. Il loro nome deriva dal vicino borgo Quart de Poblet, dove Quart indicava la distanza dal Borgo a Valencia. La costruzione delle torri iniziò nel 1441 per terminare nel 1460, ad opera degli architetti Pere Compte e Francesc Baldomar. Lo stile che le caratterizza è quello tardo gotico con parecchie somiglianze a Castel Nuovo di Napoli. Nel corso dei secoli vennero utilizzate come magazzino, carcere femminile e carcere militare. Nel 1931 sono state dichiarate monumento storico nazionale
Di origini piuttosto recenti, la piazza venne aperta alla fine del XIX secolo con l'abbattimento del Convento di San Francisco, del quale sono stati però preservati i giardini e l'orto. Oggi rappresenta il cuore del potere politico ed amministrativo cittadino. Tra il 1931 e il 1935 subì parecchi interventi ad opera dell'architetto Javier Goerlich, che gli conferirono le attuali fattezze. Il nome della piazza deriva da ayuntamiento che in spagnolo significa municipio, edificio cittadino che si affaccia sulla piazza. Il palazzo comunale è un imponente edificio in stile barocco al cui interno è ospitato il Museo Storico della Città. Caratteristici sono i giardini con le loro belle aiuole fiorite e la fontana che ornano la piazza.
Letteralmente "Piazza dei Tori" venne costruita nel 1850 dall'architetto Sebastián Monleón per ospitare le celebri corride, sfide tra l'uomo e il toro. Con la sua capienza di 16.850 spettatori fu per un lungo periodo la più grande arena di tutta la Spagna. L'edificio ha un aspetto neoclassico, che ricorda il Colosseo di Roma e a l'anfiteatro di Limes. Dispone di quattro ordini di arcate e di una pianta circolare con un diametro di 52 metri. Al suo interno è visitabile il museo taurino. Se passate vicino all'arena e non vedete alcuna bandiera sventolare dall'alto della sua ultima arcata vuol dire che quel giorno non si svolgeranno corride, se al contrario tutte le bandiere sventolano vuol dire che si svolgerà una corrida di tori, se invece le bandiere sventoleranno a piloni alterni vuol dire che si svolgerà una corrida de novillor (tori sotto ai tre anni di età).
Ospitato in un bel palazzo costruito tra il XVII e il XVIII secolo lungo il Giardin del Turia, è considerato uno dei più interessanti Musei di Spagna. La sua pinacoteca vanta opere di El Greco, Goya, Velasquez, Murillo e l’unico dipinto del Pinturicchio presente in Spagna. Una bella sezione è dedicata al pittore valenciano Joaquín Sorolla y Bastida.
L’ingresso è gratuito.
Come arrivare
Il museo si trova in C/ San Pio V n°9
Bus n. 1, 6, 11, 16, 26, 28, 29, 79 e 95
Metro fermate Alameda e Pont de Fusta
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Il Museo è dedicato allo scultore Julio Gonzales, nato a Barcellona nel 1876 e morto a Parigi nel 1942), di cui ospita la più ricca collezione di opere esistente.
Ospita una interessante sezione dedicata alle opere d’arte spagnola del XX secolo e mostre temporanee, sempre di ottimo livello.
La domenica l’ingresso è gratuito.
Come arrivare
Il Museo si trova in Calle Guillem de Castro, 118
Bus n. 5, 8, 28, 29, 79, 80, 81, 95
Metro linea A, fermata Turia
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Nato come mercato agricolo, fu progettato e realizzato da Francisco Mora Berenguer tra il 1914 e il 1916, con linee eleganti e soluzioni moderniste molto raffinate, che ricordano a tratti l’opera di Antoni Gaudì. Restaurata nel 2003, questa bellissima struttura ospita oggi boutique e caffetterie.
Il suo lunghissimo orario d’apertura ne fa uno dei luoghi di ritrovo più frequentati della città.
Come arrivare
Carrer de Jorge Juan, 19
Bus 1, 3, 5, 8, 10, 13, 18, 22, 30, 32, 40, 79, N1
Metro 3,5 fermata Colón
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