Posta a pochi chilometri dalla città di Veroli, sulla sponda sinistra dell'Amaseno, l'abbazia è ai giorni nostri considerata uno dei più rappresentativi monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Venne costruita nel 1035 dai monaci benedettini sui resti dell'antico municipio romano di Cereatae, in quanto dedicato alla dea Cerere. Il suo nome deriva però dal latino "casa di Mario" in quanto si presume fosse il luogo di nascita di Caio Mario, celebre condottiero romano nominato per ben sette volte console. Già nel 1005 ad opera di alcuni monaci sorse sul luogo una chiesa dedicata a San Giovanni e San Paolo. Nel 1152, in seguito ad una vita indisciplinata e disonesta alla quale si erano votati i monaci del monastero Eugenio III, rientrato dalle guerre d'Oltralpe, decise di affidare la gestione dell'abbazia ai monaci Cistercensi donando ad essi parte dei suoi beni per il risanamento della stessa. Nel giro di breve tempo il monastero divenne uno dei più fiorenti dell'Italia centrale e, seppur con alterne vicende i monaci Cistercensi hanno condotto l'abbazia fino ai giorni nostri, superando gravi momenti di crisi. Fu il depredamento dei suoi beni ad opera dei soldati di Napoleone avvenuto nel 1799 a dare il colpo di grazia ad un lungo periodo di decadimento dell'abbazia.
La bellezza austera del complesso si rivela al visitatore appena giunti di fronte alla porta a doppio arco che immette nei diversi edifici che si articolano intorno al chiostro. Appena superato l'arco di accesso troviamo la Casa Abbaziale, la Liquoreria e la Farmacia. La prima farmacia venne fondata nel 1760, mentre quella in funzione ai giorni nostri venne inaugurata nel 1948 e si compone di un locale di vendita al pubblico e di un laboratorio ben attrezzato. Molto apprezzati sono il Rosolio , la Tintura Imperiale, la Sambuca e la Ferrochina oltre a birre e cosmetici prodotti dai monaci. In cima ad una comoda scalinata in pietra sorge la chiesa, preceduta da un portico a tre arcate. La facciata è caratterizzata da un ampio rosone affiancato da due monofore mentre il maestoso e al contempo semplice interno è suddiviso in tre navate da possenti colonne. Da notare le ampie finestre con lastre di alabastro al posto dei vetri che fanno filtrare all'interno una delicata luce. Molto suggestivi sono i riti liturgici celebrati dai monaci con canti gregoriani. Di notevole bellezza è il chiostro al quale si accede dalla destra della chiesa. Di forma quadrata è circondato da un portico a bifore con colonnine binate e capitelli lavorati, ai lati si trovano la Sala Capitolare ed il Dispensarium.
All'interno del complesso si trovano anche la biblioteca con oltre 80.000 volumi tra i quali incunaboli ed antichi manoscritti, come "La regola di San Benedetto" del XII secolo e il Museo Archeologico. Il museo, con il suo nuovo allestimento, raccoglie reperti archeologici di epoca romana, oltre a reperti paleontologici, manufatti di epoca preistorica e preromana. E' inoltre presente una sezione con oggetti provenienti da località della media valle del Liri e dalla necropoli pugliese di Oria.
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