Tipica ricetta della tradizione ligure, in particolare genovese che può essere consumata sia calda che fredda. Si tratta di una ricetta molto antica appartenente alla tradizione contadina, molto gradita dalle centiania di marinai che tutti i giorni sbarcavano al porto e consumavano questo piatto nelle Spezzine, una specie di osterie ambulanti. Le verdure possono essere variate utilizzando ogni volta quelle di stagione.
200 gr di fagioli rossi sgranati
100 gr di fagiolini verdi
2 zucchine
2 patate
1 melanzana
15 gr di funghi secchi prima ammollati in acqua fredda e poi tritati
300 gr di pasta corta preferibilmente "bricchetti"
1 tazzina da caffè di pesto
In una pentola far bollire dell'acqua e portarla ad ebollizione, lavare le verdure e tagliarle a dadini, quando l'acqua bolle salarla e versarvi le verdure con 2-3 cucchiai d'olio. Quando la verdura è cotta versarvi la parsta, quando anche la pasta sarà cotta versarvi la tazzina di pesto, spegnere il fuoco e mescolare bene. Servire il minestrone con una bella spolverata di parmigiano e volendo una fetta di pane tostato.
Difficoltà: facile
Si tratta di una salsa molto usata nella Riviera Ligure per accompagnare bolliti e pesci oppure per condire la pasta. Come molte altre salse liguri è molto delicata e facile da preparare.
50 gr di pinoli
50 gr di mollica di pane
1/2 bicchiere di olio ligure
aceto
sale
qualche fogliolina di maggiorana (a piacimento)
Fare ammollare la mollica di pane nell'aceto poi strizzarla e metterla in un mortaio assieme ai pinoli ben puliti. Pestare il pane ed i pinoli fino ad aver amalgamato molto bene gli ingredianti. Lentamente aggiungere l'olio continuando a pestare, all'occorrenza aggiungere 1 cucchiaino di aceto e sale. Se non disponete di un mortaio potete utilizzare un mixer elettrico.
Come è facile intuire si tratta di una ricetta tipica del periodo pasquale, soprattutto del Lunedì dell'Angelo quando viene preparate per essere consumata fredda nelle gite fuori porta. Secondo la tradizione le origini di questa ricetta sono molto antiche, pare risalgano addirittura al 1400 e, già al tempo veniva peparata nel periodo pasquale utilizzando ben 33 dischetti di impasto, uno per ogni anno di vita di Gesù. Ai giorni nostri i dischetti si sono notevolmente ridotti alcuni la preparano con 10, la nostra ne richiede solamente 4.
Per l'impasto
600 gr di farina bianca tipo 00
35 ml di olio
350 ml di acqua
sale q.b.
per il ripieno
1 kg di erbette o spinaci
50 gr di ricotta morbida
1/2 cipolla
3 rametti di maggiorana
11 uova 130 gr di parmigiano reggiano
3 rametti di maggiorana
sale pere e noce moscata
Impasto: mescolare la farina con l'acqua, l'olio e il sale fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, dividerlo in 4 parti due più grandi e due leggermente più piccole e coprirle con un panno umido. Lasciare riposare l'impasto per almeno 1 ora.
Ripieno: lavate accuratamente le erbette, tritate la cipolla e ponente il tutto in una padella dove avrete fatto scaldare l'olio. Fatele cuocere per un po' di minuti fino a quando non saranno completamente appassite e lasciatele raffreddare. Successivamente trasferite la verdura in una ciotola sminuzzatela ed unitevi la maggiorana, 50 gr di parmigiano, 2 uova e mescolate bene. In un'altra ciotola mettete la ricotta alla quale unirete 3 uova, 30 gr di parmigiano e una spolverata di noce moscata, mescolate bene in modo che si formi un composto omogeneo. Stendete i 4 panetti con il mattarello in modo da creare 4 sfoglie, disponete le due più grandi sul fondo della teglia. Mettere il primo disco, pennellarlo d'olio e poggiarvi sopra il secondo disco. Versare sul secondo disco la verdura, cospargere la ricotta e creare 6 fossette dove inserire i 6 tuorli d'uovo. Spolverate con il parmigiano rimasto e ricoprite con i restanti due dischi spennellando entrambi con l'olio. Chiudete bene i bordi della torta formando un cordoncino e trasferite la teglia nel forno precedentemente scaldato. Servite la torta fredda o tiepida.
Difficolta: media
Temperatura forno: 160° in forno ventilato
Tempo di cottura: 35 minuti
Specialità a base di farina di ceci preparata in tutta la Liguria che, secondo alcune testimonianze veniva già preparata ai tempi dei romani. Secondo la leggenda invece il piatto è nato per caso nel 1284 quando Genova sconfisse Pisa nella battaglia di Meloira. Pare che in seguito ad una tempesta alcuni barili di farina e di olio si rovesciarono inzuppandosi di acqua di mare, vista la scarsità di provviste i marinai misero il composto in scodelle che posero al sole ad asciugare. Ne uscì una pietanza talmente buona che tornati in porto la riprodussero ovviamente perfezionandola. La farinata va cotta in un apposito teglia di rame stagnato dai bordi bassi che in dialetto viene chiamato testo, in alternativa si può utilizzare una teglia antiaderente dal bordo di 1-2 cm. La farinata può essere mangiata da sola oppure accompagnata da salumi o da formaggi freschi tipo crescenza.
300 gr di farina di ceci
900 ml di acqua
70 gr di olio + 50 gr
10 gr di sale
Mettete in una ciotola la farina di ceci, con l'acqua, il sale e l'olio, mescolare bene e lasciar riposare per almeno 4 ore, mescolando di tanto in tanto. Trascorso tale periodo vedrete che si sarà formata una specie di schiuma biancastra, toglietela con un cucchiaio e unite il restante olio. Ungete bene il fondo delle tre teglie e distribuite il composto in maniera uniforme. Cuocete in forno caldo fino a quando la farinata non risulta dorata. Vi consigliamo di mettere la teglia i primi 7-8 minuti sul fondo del forno poi spostarla a metà.
Difficoltà: facile
Tempreratura forno: 250-270° C
Tempo di cottura: 20 minuti circa
Considerata una delle bandiere gastronomiche della Liguria, la Focaccia di Recco è una specialità così conosciuta da aver contribuito allo sviluppo turistico della città. La ricetta della Focaccia al formaggio è talmente imitata e diffusa da aver fatto sorgere l'esigenza di un Consorzio per la tutela della sua autenticità, consorzio di cui fanno parte i comuni di Recco, Avegno, Camogli e Sori. Secondo la leggenda la focaccia al formaggio veniva preparata già ai tempi della terza crociata ed era presente sulle tavole di contadini, nobili e monaci. Sempre secondo la tradizione la focaccia veniva offerta ai pellegrini ed ai soldati che facevano tappa all'Abbazia di San Fruttuoso durante il loro viaggio verso la Terra Santa. Si tratta comunque di un prodotto molto sano e semplice per il quale necessitano pochi ingredienti, la cui preparazione però richiede molta maestria. La focaccia è talmente conosciuta e radicata nel territorio da essersi meritata persino una sagra che in genere si svolge tra la fine maggio e i primi di giugno.
500 gr di farina di grano tenero tipo “00” di forza o in alternativa farina tipo “Manitoba”.
0,5 dl di olio extra vergine d’oliva ligure
2,5 dl di acqua naturale
10 gr di sale fino
1 kg di formaggio fresco stracchino o crescenza
In una ciotola piuttosto capiente versate la farina, aggiungetevi l'acqua, l'olio e il sale precedentemente miscelati in una caraffa. Impastate bene fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Lasciate riposare l'impasto, ricoperto da un panno pulito, per almeno due ore. Trascorso il periodo dividete l'impasto in due parti uguali e stendetelo fino ad ottenere una sfoglia dello spessore di 2 mm. Mettete la prima sfoglia in una teglia e distribuitevi sopra mucchietti di formaggio leggermente distanziati tra di loro, ricoprite con la seconda sfoglia facendo attenzione che i bordi siano ben sigillati, pizzicate l'impasto con due dita in modo da creare piccoli fori dai quali potrà uscire l'aria in eccesso, spennellate con olio e infine potete la teglia in forno caldo. Cuocete possibilmente tra i 270 e i 320° per 7-8 minuti, altrimenti a 250° per circa 15 minuti o comunque fino a quando si sarà creata una crosticina dorata e croccante.
"Un delizioso piccolo lago ai piedi del Rosa, un'isola ben situata sull'acque calmissime, civettuola e semplice” questa è la descrizione che ne fa Balzac, anche se altri scrittori come lui, sono, in passato, rimasti colpiti dalla bellezza e dalla tranquillità del lago, descrivendolo nelle loro opere tra questi: Mario Soldati, Piero Chiara, Browing e Nietzsche. Leggi tutto
Il piacere condiviso non si divide, ma si moltiplica e accresce la reciproca intesa all’interno della coppia. E allora via libera a trattamenti per due e coccole wellness per innamorati! Terme Merano, meta del benessere nel cuore della località altoatesina, offre la sua ricetta:relax alla mela e siero di latte, la location esclusiva della Private Spa Suite, una Special Night all’acqua di rose!
Sono entrambi prodotti altoatesini, entrambi rilassanti e idratanti per la pelle, una dall’effetto più tonico e anti-age, l’altro più nutriente. Stiamo parlando della mela altoatesina e del siero di latte, ingredienti naturali protagonisti dei trattamenti di coppia del centro Spa & Vital.
Chi preferisce la fragranza e il profumo della mela può scegliere il pacchetto “Relax per due” comprensivo di: un peeling con schiuma di sapone alla mela per due, bagno con olio aromatico per due, un massaggio alla schiena per due con vari oli aromatici a scelta, un ingresso di due ore alle Terme, al costo di 176 euro.
Per una morbida coccola e una pelle setosa, ideale è il siero di latte e il pacchetto “Momenti da condividere” con: un bagno di Sissi al siero di latte biologico con calice di spumante, un impacco Sissi con crema al siero di latte biologico, un massaggio corpo con vari oli aromatici a scelta per due, un ingresso di due ore alle Terme, al costo di 225 euro.
Un vero e proprio rituale per innamorati in una Spa esclusiva: è il pacchetto “Private Spa Suite - Momenti di coppia”, il top di relax e coccole per due. L’offerta comprende: un bagno romantico per due (20 min) con un calice di spumante e un vassoio di frutta, relax suilettini a infrarossi, unmassaggio corpo (45 min.) e un massaggio viso (20 min.) con olio aromatico a scelta, relax sul letto ad acqua. Il pacchetto termina con altre 2 ore da trascorrere nelle piscine delle Terme, tutto al costo di 295 euro.
La Private Spa Suite rispecchia l’inconfondibile design dalle linee pulite ed essenziali delle Terme Merano, elementi d’arredo ricercati e decorazioni di pregio ne fanno un ambiente estremamente elegante e raffinato. Le grandi vetrate lasciano entrare la luce naturale, per mantenere sempre vivo il contatto con la natura, elemento fondamentale per le Terme Merano.
L’appuntamento delle Pools & Sauna Special Nights è tutto dedicato in febbraio alla festa degli innamorati. Domenica 14 febbraio 2016 le Terme Merano festeggiano infatti San Valentino con piscine e saune aperte fino a mezzanotte!
A partire dalle ore 20 in sala bagnanti e nel reparto saune si vivrà un’atmosfera magica e rilassante con speciali giochi di luce, musica e intrattenimento. Nell’area esterna delle piscine sarà posizionato un maxischermo con proiezioni di concerti e musical, mentre un menu particolare a tema soddisferà il palato di chi vorrà cenare nel Wintergarten vicino alla sala bagnanti.
Nella sauna finlandese esterna sarà possibile assistere a speciali gettate di vapore all’acqua di rose, mentre si potranno effettuare particolari peeling nel bagno di vapore Trauttmansdorff.
L’appuntamento si ripeterà anche venerdì 4 marzo 2016 con speciali gettate di vapore al fieno altoatesino.
Per una vacanza a Merano si possono consultare le proposte delle numerose strutture partner delle Terme. Tra queste, l’Hotel Imperial Art**** propone il pacchetto “Inverno romantico a Merano” valido dal 14 febbraio al 23 marzo 2016. L’offerta comprende: 2 pernottamenti con prima colazione, 2 ingressi piscine e saune alle Terme Merano con pacchetto “Private Spa Suite - Momenti di coppia”, Merano Guest Card con sconti a musei e trasporti e Imperial Premium Card, il tutto a partire da 649 euro per 2 persone.
Viaggiare in crociera è un’esperienza piacevole e semplice da realizzare: dal Mediterraneo ai Caraibi, sono milioni le persone che salpano per una qualche destinazione vicina o lontana, ogni anno. Alcune opzioni, come le crociere in Alaska, sono vere e proprie avventure da non mancare.
Anche se i viaggi all’incontro di esotiche spiagge hanno il loro innegabile fascino, una crociera in Alaska su crociere.net è senz’altro una tra le più belle vacanze che ci si possa regalare. In partenza generalmente da Stati Uniti (molte crociere sono proposte dal Canada), le crociere Alaska regalano al crocierista la possibilità di scoprire una incredibile fauna selvatica, inserita a sua volta in uno spazio infinito dove la natura regna, selvaggia e imponente. I paesaggi si alternano tra montagne e ricche foreste, e gli animali, inseriti nel loro habitat naturale, sono i più incredibili del pianeta: gli orsi Kodiak, che devono il loro nome proprio all’isola di Kodiak, vicino alla costa meridionale dell'Alaska dove essi si trovano in maggior numero; gli orsi bruni; le alci... e non meno di 215 specie di uccelli. E’ nell’arco di una crociera in Alaska che avrete l’occasione di avvistare da vicino delle fantastiche balene megattere, durante la stagione estiva, quando esse vi migrano per il proprio nutrimento. Non dimenticate gli attrezzi per la pesca, poiché vi troverete nel posto migliore al mondo per pescare! Quanto alle foreste, cosa dire delle incontaminate foreste pluviali sull’isola di Wrangell, o della Foresta Nazionale Tongass, la più grande foresta nazionale negli Stati Uniti? Durante la vostra crociera, conoscerete il famoso ghiacciaio Hubbard e l’ancora più famoso “Inside Passage” o Passaggio Interno: qui regnano degli eterni ghiacciai, che le navi da crociera accostano in religioso silenzio.
Preparatevi a essere sorpresi da una destinazione meravigliosa che non si può riassumere, servita da compagnie come Princess Cruises, Royal Caribbean e Norwegian Cruise Line.
Un itinerario tra i borghi fortificati della Ciociaria piccola regione del Lazio ricca di storia, tradizione e cultura. Borghi dal passato millenario posti in cima a colli circondati da uliveti, boschi e vigneti. Passeggiando tra gli stretti vicoli medioevali, dove la vita scorre semplice oggi come ieri, potrete godere di splendidi scorci sulle vallate circostanti, annusare deliziosi profumi in un misto tra erbe aromatiche, fiori e semplici piatti cucinati come una volta. Borghi che hanno in comune una storia millenaria e possenti mura fortificate mediamente ben conservate, abitati da gente semplice e cordiale, spesso disposta ad intavolare quattro chiacchiere con i turisti.
Si tratta di posti non contaminati dal turismo di massa ove è possibile riscoprire il ritmo lento della vita ma, che hanno capito l'importanza di aprirsi al mondo e ci stanno mettendo il massimo impegno, ripulendo le strade, ristrutturando le antiche case in pietra, creando itinerari turistici, alberghi diffusi, B&B, centri di informazione, insomma tutto quanto può facilitare il turista. Peccato però per gli orari troppo ristretti di alcuni palazzi, chiese e musei e per le troppe auto parcheggiate selvaggiamente nei centri storici.
Per effettuare l'itinerario proposto bastano 2-3 giorni, l'itinerario completo prevede una percorrenza di circa 80 chilometri.
I borghi fortificati della Ciociaria possono essere visitati in qualsiasi stagione dell'anno anche se i periodi migliori sono sicuramente la primavera e l'autunno, quando i boschi e gli uliveti che ricoprono i colli assumono migliaia di colori e la luce diviene limpida e calda. In queste stagioni anche la temperatura è più mite, mentre in estate, nonostante la lieve brezza che accompagna quasi tutte le giornate, le temperature possono salire anche di parecchio. Se comunque decidete di recarvi in estate vi consigliamo di unire la visita ad una vacanza sulla splendida costa laziale in luoghi come Terracina, Sperlonga, San Felice Circeo, Sabaudia o Gaeta.
Per un escursione in questi luoghi è necessario muoversi in auto, in camper oppure in moto. Mezzi pubblici come autobus e treni o non esistono oppure sono piuttosto scomodi. Se viaggiate in Camper cercate di lasciare il vostro mezzo al di fuori dei borghi in quanto i centri abitati hanno strade strette e pochissimi parcheggi adatti a mezzi di grandi dimensioni.
Nella zona, ancora poco battuta dal turismo di massa, esistono pochissimi hotel o campeggi, si possono però trovare agriturismi, B&B oppure alberghi diffusi. Non avrete che l'imbarazzo della scelta se invece vi recate a Fiuggi, noto centro termale ricco di strutture ricettive. Calcolate comunque che le distanze sono piuttosto ridotte e le strade poco trafficate quindi potrete scegliere la vostra struttura anche a qualche chilometro dai luoghi che intendete visitare. Esistono pochissime aree di sosta camper, per un maggiore dettaglio sulle aree sosta clicca qui mentre per un dettaglio sui campeggi e agriturismi presenti in zona clicca qui. Se siete alla ricerca di un hotel il sito della ciociaria turismo, gli uffici del turismo di Anagni e Alatri potranno esservi d'aiuto oppure clicca qui
Se vi recate a Veroli non mancate di acquistare la famosa ciambella di Veroli, alla quale è dedicata anche una sagra. La ciambella viene preparata con l'impasto della pizza e semi d'anice. Di notevole qualità sono anche l'olio e il vino che si producono in zona, con caratteristiche uniche, conferitegli dal particolare micro clima e dalla particolarità del territorio. Tra le cantine vi segnaliamo ad Anagni La Cantina di Vicolo Chiuso e La Cantina Stavole. Poco fuori Anagni si trova invece Il Casale della Ioria noto per la sua produzione di olio e vino. A Colle Ticchio molto nota è l'Azienda Agricola Corte dei Papi specializzata nella produzione del Cesanese del Piglio D.O.C.G.
Secondo la leggenda la città di Ferentino venne fondata dal dio Saturno che scacciato dall'Olimpo si insediò su queste terre. Secondo vari studi la città è invece di origini volsca, fu in seguito conquistata dagli érnici a cui si deve la costruzione delle ciclopiche mura. In epoca romana divenne fedele alleata della città tanto da dare i natali ad illustri personaggi dell'antica Roma ed essere un vitale centro di villeggiatura. Sorsero in quell'epoca ville patrizie, le terme, un teatro ed il mercato coperto. Durante il medioevo la città fu un fiorente centro agricolo e amministrativo tanto da essere la capitale politico-amministrativa del Lazio meridionale. La città fu uno dei primi liberi comuni italiani, tanto che il suo statuto risale al XII secolo. Fu in questa città che Federico II di Svevia subì la sua definitiva sconfitta. Da vedere:
Posta sulla cima del colle l'acropoli occupa un'area di 140 metri per 95 metri, delimitata e fortificata da possenti mura che svolgono anche funzioni di contenimento. Proprio nell'acropoli si erge il Duomo, dal quale si gode di una splendida vista.
L'intero complesso murario si snoda su di un percorso di circa 2,4 chilometri, vengono spesso definite con il termine ciclopiche per via degli enormi massi che ne costituiscono il basamento. L'origine delle mura risale al VI secolo a.C. anche se subirono notevoli rinforzi e l'aggiunta di torri nel corso del medioevo. Le mura vennero costruite con una pietra locale, di colore biancasto, nota con il termine di silex ed interrotte dall'apertura di ben 9 porte. Di particolare bellezza è la Porta Sanguinaria nei pressi del teatro romano e la Porta Pentagonale.
Si tratta di uno spazio aperto con volte a botte edificato tra il II e il I secolo a.C.. Le cinque arcate indicano la presenza di altrettante botteghe, mentre l'arcone di ingresso, alto 8 metri, da luce a tutta l'aula lunga ben 24 metri.
Si tratta di una delle prime chieste in stile gotico-cistercense. Iniziata nel 1150 dispone di una facciata con un ampio portale centrale sormontato da un elegante protiro in marmo e sovrastato da un rosone. Ai lati due porte, di dimensioni più ridotte, decorate da due lunette semicircolari. L'interno è suddiviso in tre eleganti navate divise da arcate gotiche poggianti su colonne quadrate.
La cattedrale dedicata ai santi Giovanni e Paolo venne edificata una prima volta agli inizi dell'ottocento caduta in rovina, venne riedificata intorno al 1108 e 1113. La facciata, piuttosto semplice, dispone tre portali, finemente decorati, corrispondenti alle tre navate interne. Lenavate interne sono suddivise da arcate a tutto sesto sorrette da colonne con capitelli corinzi, tutte e tre terminano con delle absidi. Di particolare pregio il pavimento cosmatesco, i 14 medaglioni posti lungo la navata centrale rappresentanti i Santi venerati nei paesi della diocesi e il ciborio.
Secondo alcuni studiosi la città esisteva già nel XII secolo a.C., in epoca romana fu uno dei primi alleati della città, come testimoniano anche i Fasto Verulani. Fu però il medioevo il periodo di massimo sviluppo, quando vennero costruiti diversi edifici di splendida fattura. Parzialmente distrutta dal terremoto del 1350 con una popolazione decimata dalla peste del 1600, la città seppe comunque riprendersi, adeguansosi rapidamentei ai tempi e giungere fino ai nostri giorni con il suo carico di storia e di opere d'arte.
Curiosità: nel Lazio ma, anche oltre i confini regionali è famoso il "Pane di Veroli" pane casareccio di farina di grano tenero di origini molto antiche. Si può presentare con una dalla forma circolare o a filone caratterizzato da una fragrante crosta dorata e da un interno soffice con la caratteristica alveolatura. Il Pane di Veroli è riconosciuto dal marchio IGP. Molto famose sono anche le "Ciambelle all'anice".
Costruita nel XIII secolo come ampliamento di un edificio paleocristiano, venne gravemente danneggiata da un violento terremoto che rese necessario il suo abbattimento e la successiva ricostruzione. Dell'antico edificio rimane il rosone centrale posto ad ornamento della facciata principale, il portico a tre arcate e le absidi. All'interno della cattedrale si trova il Museo del Tesoro con pregevoli opere di oreficeria che vanno dal IX al XIV secolo.
L'edificio, edificato intorno al 1200, sorge in una piccola piazza alle spalle della cattedrale, nel luogo in cui vennero ritrovati i resti della Santa. La chiesa è famosa per la sua Scala Santa voluta dal vescovo Tartagni nel '700. La Scala si compone di 12 scalini e l'undicesimo conserva un frammento della Santa Croce di Gerusalemme. Secondo la tradizione salendo le scale seguendo le istruzioni imposte da papa Benedetto XIV (indicate nella lapide posta alla destra della scala) si ottiene l'indulgenza plenaria. La chiesa conserva importanti dipinti ed affreschi tra i quali: la Madonna del Cavalier d'Arpino, un Cristo attribuito a Francesco Trevisani ed un trittico del '500.
Il centro storico conserva belle case di origine medioevale tra le quali ricordiamo Casa Reali con cortile interno con loggiato nel quale sono murati i Fasti Verulani, Palazzo Quinones, residenza dell'omonimo cardinale, sulla cui facciata spicca una bifora gotica e una croce traforata e palazzo Aliprandi la cui facciata è ornata da un portale rinascimentale.
La fontana con il simbolo Cardinalizio venne regalata nel 1535 dal Cardinale alla popolazione.
Posto su di un'altura sopra l'abitato, dalla parte opposta alla Cattedrale San Leucio, è un piccolo borgo di case in pietra, molto curate e ricche di fiori, le cui vie lastricate in pietra portano alla sommità del colle dove si trova una piccola chiesa dell'XI secolo, i ruderi dell'antico castello e i resti delle antiche mura. Molto bello il panorama che si gode sulla piana sottostante.
Vale la pena una visita al Museo delle Erbe ove sono esposte oltre 900 specie di piante provenienti dalle zone limitrofe con le indicazioni dei medicinali dei loro usi medicinali.
Sempre nel comune di Veroli ma a qualche chilometro dal centro abitato sorge all'Abbazia di Casamari fondata nel 1035 dai Benedettini sul luogo ove sorgeva Cereatae, insediamento romano dedicato alla dea Cerere. Vai ai dettagli
Da Veroli con una breve deviazione potrete recarvi alle grotte di Collepardo e alla Certosa di Trisulti. Vai ai dettagli sulla Certosa
Le origini del borgo sono tutt'ora oscure, secondo alcuni però avrebbe addirittura origini italiche. Si sa per certo che le sue posseti mura risalgono al XIII secolo, mentre dal 1470 entrò a far parte dei possedimenti della famiglia colonna, rimanendo sotto il suo dominio fino al 1816 quando Filippo III vi rinunciò, il borgo entrò quindi a far parte dei territori dello Stato Pontificio. Il 20 Settembre 1974 con decreto del Ministro dell'istruzione l'antico abitato viene riconosciuto di "monumento nazionale e di notevole interesse pubblico". Paragonato all'antica città di Carcassonne per le sue ciclopiche mura difensive e per le sue torri, il borgo dispone di un delizioso centro storico, molto ben conservto. Da vedere:
Le antiche mura difensive circondano la città creando una forma ellittica della lunghezza di 300 metri nell'asse maggiore e circa 250 nell'asse minore. Le mura, costruite in pietra calcarea, sono intervallate da ben 25 torri di forma quadrata con merlatura guelfa. Ben tre sono le porte di accesso alla città, poste secondo l'usanza romana, nei punti cardinali.
Il palazzo venne edificato tra il XIII e il XIV secolo con pietra calcarea locale seguendo la morfologia del terreno. Ai giorni nostri si presenta come un edificio di forma poligonale con bifore e belle aperture sulla facciata. L'edificio, anticamente di proprietà della famiglia Colonna venne destinato dalla stessa a residenza del Governatore. Oggi l'edificio ospita la sala consigliare e il "Museo della Pace" destinato a Galileo Galilei.
Si tratta di un orma di un piccolo dinosauro risalente a circa 200 milioni di anni fa. L'orma è stata per milioni di anni ben protetta dalla fitta vegetazione dei Monti Ernici, ora gli studiosi sono alla ricerca di altre orme di quello che si pensa essere il più antico dinosauro italiano dell'epoca giurassica
La chiesa costruita intorno al 1200 e restaurata nel 1800 dispone di una facciata piuttosto semplice, preceduta da una breve scalinata che conduce al portale di accesso. L'interno a tre navate conserva un prezioso paliotto d'altare bizantino, una croce di legno di ulivo completamente ricoperta di madreperla ed un busto argenteo di San Giorgio, protettore della città.
Rinomata stazione termale e di villeggiatura, famosa per le sue acque oligominerali fredde utilizzate per i loro effetti benefici su diverse patologie come affezioni ai reni, all'apparato urinario e per le loro proprietà disintossicanti. La città è divisa in due parti Fiuggi Città e Fiuggi Fonte.
Fiuggi Città: è la parte più antica della città e si erge su di una collina alle pendici dei monti Ernici. Dispone di un bel centro medioevale dove spiccano il Palazzo del Casinò, in stile Liberty, e Palazzo Falconi.
Fiuggi Fonte: è la parte più moderna della città dove sorgono Fonte Bonifacio VIII e Anticolana dalle quali sgorgano le benefiche acque. Il centro di Fiuggi Fonte è costituito da Piazza Frascara, in quest'area sorgono anche la maggior parte degli alberghi cittadini.
Secondo la leggenda Anagni è una delle cinque città fondate da Saturno, dio del tempo, per questo motivo assieme ad Alatri, Arpino, Atina Ferentino è annoverata tra "le città saturnie". In epoca romana divenne dapprima prefettura e poi municipio. Il borgo divenne famoso nella storia per il leggendario schiaffo ricevuto da Bonifacio VIII ad opera di Guglielmo di Nogaret, emissario del re di Francia Filippo il Bello. Nel XIII secolo divenne parte della signoria dei Caetani, durante questo periodo la città visse il suo periodo di massimo splendore, dando alla chiesa ben 4 papi Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII; per questo motivo, oltre ad essere stata per un lungo periodo sede papale, è conosciuta anche con l'appellativo di "città dei papi". Oggi si presenta come una vivace cittadina, molto curata, nella quale è piacevole passeggiare tra sue viuzze sulle quale si affacciano bei palazzi medioevali.
Eretta tra il 1077 e il 1104 su volere di San Pietro da Salerno, la cattedrale rappresenta uno dei migliori esempi di romanico dell'Italia centrale. Durante i numerosi rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli subì notevoli influssi gotici. Fu in questo luogo che nel 1160 papa Alessandro III pronunciò il discorso di scomunica verso Barbarossa e, sempre in questo luogo venne nominato papa Innocenzo IV. Sulla semplice facciata si aprono tre portali sormontati da altrettante monofore mentre sul fianco sinistro della basilica si apre un loggiato a due arcate sormontato dalla statua di Bonifacio VIII. Molto bella è la parte absidale ingentilita da una loggetta. L'interno a tre navate diviso da pilastri dispone di un pavimento cosmatesco. Di particolare rilevanza sono il candelabro pasquale, la sedia episcopale del 1263 e la cappella Cetani con il sepolcro della famiglia. Di notevole pregio è la Cripta di San Magno a tre navate e tre absidi costruita assieme alla cattedrale. La cripta conserva un magnifico ciclo di affreschi, che copre una superficie di 540 mq, con scene dell'antico e del nuovo testamento. Dalla cripta si accede alla cappella di San Tommaso Beckett. Il museo del Tesoro della Cattedrale custodisce preziosi oggetti in oro e argento, arredi e paramenti liturgici di particolare pregio. L'ingresso alla cattedrale è libero, mentre è a pagamento l'accesso alla cripta, al museo del Tesoro ed alla Cappella del Salvatore. Prima della visita verificate bene gli orari di apertura.
Fu proprio uno degli affrescati saloni di questo palazzo ad essere teatro del famoso "Schiaffo di Anagni", evento che portò dopo pochi giorni alla morte di papa Bonifacio VIII. Il palazzo anticamente residenza papale è ora sede delle suore Cistercensi della Carità che si occupano anche dell'apertura al pubblico del palazzo. Il palazzo costruito da Gregorio IX, sul lato ovest di Piazza Innocenzo III, fu per un lungo periodo di proprietà della famiglia di Ugolino Conti per poi entrare a far parte dei beni della famiglia Caetani nel 1297. La facciata è caratterizzata da un loggiato con due arcate e bifore, mentre una scala a chiocciola conduce al "Museo Storico Bonifaciano" e a due sale chiamate rispettivamente la "Sala delle oche" e la "Sala delle Schacchiere" per gli affreschi alle pareti che richiamano le attività degli antichi proprietari.
Conosciuto anche come Palazzo della Ragione, venne costruito nel 1163 su progetto dell'architetto Jacopo da Iseo. L'imponente edificio ha una facciata ingentilita da una scala, più volte rimaneggiata, e dalla così detta Loggetta del Banditore. Da notare gli stemmi della città e delle famiglie Orsini e Caetani. Molto bello il passaggio voltato che unisce via Maior alla piazza sotto al quale si aprono gli ingressi al palazzo. proprio di fronte al passaggio voltato del palazzo si trova il ristorante Del Gallo ove potrete gustare ottimi piatti della cucina locale accompagnati da una splendida vista sulla valle.
La casa, visitabile solo esternamente, venne edificata tra il 1200 e il 1300, dispone di una scala esterna coperta da un loggiato con archi a tutto sesto. Appartenuta inizialmente alla famiglia Gigli venne successivamente acquistata dal pittore svedese e ufficiale degli ussari Alberto Barkenow, dal quale prende il nome. E' appunto a Barkenow che si devono le pitture sulla facciata. Secondo la tradizione in questa abitazione vi soggiornò per diversi periodi il poeta Dante Alighieri.
La piazza piuttosto moderna è ornata dal monumento ai caduti opera di Arno Volterrani. La piazza che sovrasta i giardini pubblici offre uno spettacolare panorama che spazia da Carpineto a Frosinone, oggi è luogo di incotri, feste e manifestazioni pubbliche.