Sicuramente la fontana più famosa di roma e certamente la più conosciuta al Mondo grazie anche al film di Federico Fellini "La dolce Vita" con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg che si tuffa nella vasca. La storia della fontana è strettamente collegata a quella dell'acquedotto dell'acqua Vergine utilizzato durante tutto il medioevo. Vai ai dettagli
Posta all'interno della Città del Vaticano sia la piazza che la basilica vengono visitate ogni anno da milioni di turisti oltre che da fedeli. Si accede alla Piazza tramite Via della Conciliazione. Di forma circolare è ornata al centro dall'Obelisco Vaticano mentre tutt'intorno un imponente colonnato sormontato da 140 statue.
Vai ai dettagli di Piazza San Pietro
Vai ai dettagli della Basilica
Sicuramente il monumento più celebre di Roma, il più grande anfiteatro del modo costruito in soli otto anni a partire dal 72 d.C. e inaugurato nell'80 d.C. dall'imperatore Tito. Nel 1980 è stato inserito dall'UNESCO tra i siti Patrimonio Mondiale dell'Umanità, mentre nel 2007 è stato inserito tra le 7 Nuove Meraviglie del Mondo. Utilizzato in passato per spettacoli di gladiatori, battaglie navali e altre manifestazioni pubbliche, ai gioni nostri, oltre ad essere visitato da oltre 6 milioni di visitatori ogni anno, è utilizzato come location di molti film, uno dei più celebri è sicuramente Il Gladiatore con Russell Crowe. Vai ai dettagli
Scegliere le 10 cose più importanti da vedere o da fare in una città come Roma è un operazione veramente ardua. Sarà per la quantità delle cose, per la bellezza dei suoi monumenti, per l'importanza dei suoi musei, per la sua lunga storia ma, per noi di Girolando la scelta di cosa inserire nell'elenco e di cosa tralasciare non è stata assolutamente facile. Sicuramente molto dipende dagli interessi, dai gusti, dal fatto se si viaggia con i bambini o meno e dallo stato d'animo del momento in cui si visita un determinato luogo ma, ad alcuni monumenti o musei che abbiamo tralasciato dal nostro elenco, andrebbe sicuramente dedicato un po di tempo del vostro viaggio. Tra questi citiamo Piazza Campo dei Fiori, i Musei Capitolini, Piazza del Popolo, Villa Borghese e Trastevere.
Per accontentare anche i più piccoli abbiamo creato una sezione apposta dedicata a tutti coloro che viaggiano in famiglia.
Dal 12 settembre 2015 è possibile visitare una delle proprietà più esclusive al mondo: la residenza estiva dei papi a Castel Gandolfo, che non era mai stata aperta al pubblico prima d’ora. La formula proposta, un treno che parte dall’antica Stazione Vaticana e raggiunge Castel Gandolfo regalando la vista della campagna romana e dei suoi acquedotti romani, rende il viaggio una vera avventura!
Nel Palazzo Apostolico, un gioiello di rara bellezza, è stata anche allestita una nuova galleria dedicata ai pontefici che si sono avvicendati dal 1500 ai nostri giorni, con i loro ritratti e la loro storia. In mostra anche una splendida collezione dei loro abiti cerimoniali e delle divise del personale. All’esterno del Palazzo Apostolico, è poi possibile visitare il Giardino Barberini, aperto al pubblico già a partire dal marzo del 2014: un parco che insiste su un’area archeologica di particolare importanza, quella della grandiosa residenza di campagna dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.), di cui resta traccia del Criptoportico. La Villa di Domiziano, a sua volta, poggiava secondo la tradizione, sui resti, ancora più antichi, dell’acropoli dell’antica Alba Longa. Dei 55 ettari totali della proprietà, 30 sono attualmente dedicati al giardino, vero e proprio tesoro botanico, e 25 ad attività agricola per la produzione di miele, latte, vino, formaggi e olio, commercializzati con il marchio “Fattoria Ville Pontificie”.
Fu Papa Urbano VIII Barberini, nel 1623, a commissionare i lavori per la costruzione di un palazzo pontificio a Castel Gandolfo, su un’area che apparteneva al papato già dal 1596. Il progetto fu affidato a Carlo Maderno, architetto svizzero-italiano, autore anche della facciata e della navata longitudinale della Basilica di San Pietro a Roma. Il primo pontefice a villeggiarvi fu papa Alessandro VII, che fece completare l’edificio con la facciata principale e la costruzione dell’ala occidentale, lavori ai quali partecipò anche Gian lorenzo Bernini. Dopo un abbandono durato circa un secolo, nel settecento la Villa tornò ad essere frequentata da papa Benedetto XIV e da Clemente XIV. Entrambi i pontefici apportarono modifiche, ampliamenti dei giardini e nuove decorazioni. Pio VII e Pio VIII ebbero invece il gravoso compito di restaurare la proprietà che era stata gravemente danneggiata dalle truppe napoleoniche. La residenza di Castel Gandolfo continuò ad essere utilizzata fino al 1870, anno della presa di Roma e della fine dello Stato Pontificio.
Nel 1929, con i Patti Lateranensi e la nascita dello Stato della Città del Vaticano, l’intera proprietà divenne dominio extraterritoriale pontificio ed i papi, a partire da Pio XI, tornarono ad utilizzarla e a realizzarvi opere importanti, come la costruzione dell’osservatorio astronomico (1934), noto anche come Specola Vaticana e i collegamenti fra le diverse proprietà. L’acquisto di nuovi terreni per la realizzazione dell’azienda agricola ha reso la proprietà di Castel Gandolfo più estesa della stessa Città del Vaticano.
Per quanto riguarda il Palazzo, la sua facciata mostra 3 epigrafi celebrative delle opere dei papi Paolo V, Urbano VIII ed Alessandro VII. Attraverso un magnifico portone si entra nel Cortile delle Udienze e lo Scalone d’onore permette l’accesso al piano nobile, dove le sale sono disposte secondo l’ordine gerarchico del cerimoniale vaticano. Meravigliosi sono gli arredi, così come le tappezzerie e i pavimenti originali in marmi policromi. Innumerevoli gli affreschi, le statue, i dipinti, gli altorilievi e i bronzi, opera di artisti quali: Domenico Corvi, Guido Reni, Bartolomé Esteban Murillo, Pier Leone Ghezzi, i fratelli Zuccari, Carlo Dolci, Paolo Veronese, Salvator Rosa.... e non mancano splendidi arazzi, alcuni dei quali della celeberrima manifattura Gobelin di Bruxelles.
Il Treno delle Ville Pontificie sarà attivo ogni sabato fino alla fine di dicembre 2015. L’appuntamento è alle 10.45 alla Stazione FS di Roma San Pietro, con partenza alle ore 11.00. La distanza da Roma è di circa 20 Km e il tragitto dura 45 minuti.
Questo il programma della visita:
ore 11.45 arrivo alla stazione FS di Castel Gandolfo
ore 12.00 inizio visita con audioguida con partenza da Piazza della Libertà, piazza principale di Castel Gandolfo, che i viaggiatori raggiungeranno autonomamente
ore 13.30 termine della visita ed uscita dal Palazzo Apostolico
ore 13.30-17.00 tempo libero
ore 17,10 appuntamento alla stazione FS di Castel Gandolfo
ore 17.24 partenza del treno, con destinazione Stazione FS di Roma San Pietro
I posti disponibili sono 300, tanti ma non abbastanza, visto il grande successo dell’iniziativa che ha registrato rapidamente il tutto esaurito, tanto che si sta pensando di prolungare o ripetere l’iniziativa. Si pensa anche di programmare, due o tre volte l’anno, corse speciali con un treno storico a vapore, lo stesso che portò Papa Giovanni XXIII a Loreto, nel 1962.
Tariffe: biglietto intero €16,00, ridotto €10,00 (per ragazzi di età compresa tra i 6 e i 18 anni e studenti fino a 25 anni di età con Carta dello Studente o Libretto Universitario), gratuito per i bambini da 0 a 5 anni. Tariffe agevolate per famiglie. Le informazioni e le prenotazioni si possono effettuare sul sito dei musei vaticani.
Purtroppo al momento la visita non è accessibile a persone con ridotta capacità motoria.
E' possibile visitare le Ville di Castel Gandolfo anche senza utilizzare il trenino, recandosi direttamente in loco. La visita dura circa 1 ora e trenta minuti ed è necessaria la prenotazione. Per maggiori dettagli cliccare qui
Roma è la città con il maggior numero di obelischi al mondo. Conta infatti ben 13 obelischi antichi, di cui otto egizi ( trasportati a Roma dopo la battaglia di Azio del 31 a.C.) e 5 realizzati in epoca romana. Oltre agli obelischi antichi, Roma conta anche 6 obelischi moderni. Dal 1937 la città ha anche ospitato un obelisco proveniente da Axum, città santa dell’antico Impero d’Etiopia. La stele, in pietra basaltica, alta 23,40 metri, è stata restituita all’Etiopia nel 2005. Si deve a papa Sisto V l’idea di utilizzare gli antichi obelischi, rinvenuti dopo secoli di oblio, come segnale di potenza della chiesa e del papato. Il suo architetto, Domenico Fontana, ebbe il compito di posizionarli nell’arredo urbano come punto di arrivo e convergenza visiva. Elementi architettonici di grande impatto, sono una delle caratteristiche più straordinarie della città.
La città dispone di una serie innumerevoli di locali dove poter consumare un veloce spuntino a base di pizza, supplì, insalata o pasta non mancano ovviamente le grandi catene di fast-food come Spizzico o Mc Donald anche se consigliamo di orientarvi su di un pezzo di pizza al taglio in qualche bottega (a Roma non si può sbagliare!). Negli ultimi anni sono sorti diversi locali dove è possibile consumare panini al kebab o prodotti di rosticceria. Se siete nei pressi del Pantheon non mancate di gustare il miglior caffè di Roma a Sant'Eustacchio in alternativa una gustosa granita al caffè. Diverse sono le gelaterie che offrono gelati di produzione artigianale noi abbiamo provato Benfatto. Se poi volete gustare una romantica cena vi consigliamo di recarvi a Trastevere dove potrete trovare numerosi locali anche a prezzi contenuti che preparano specialità romane. Tra i piatti tipici della cucina che potrete assaporare, oltre alla squisita pizza, vi sono un insieme di piatti piuttosto semplici ma gustosi serviti in genere in porzioni piuttosto abbondanti. Ttra questi segnaliamo gli spaghetti cacio e pepe, le fettuccine alla ciociara, pasta e fagioli oppure pasta e ceci, i pomodori al riso, la pajata a base di intestino di vitello o agnello con carote, sedano, cipolle e vino bianco, la coratella con carciofi, a base di frattaglie di agnello cotte con i carciofi, i fagioli con le cotiche e le verdure passate nella pastella e fritte tra queste i fiori di zucca ripieni di mozzarella. Spesso i locali offrono come aperitivo la bruschetta alla romana, a base di pane casereccio abbrustolito e condito con aglio sale e olio.
A Roma i posti dove mangiare bene sono tanti, tantissimi, e ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche. Sia che si voglia gustare piatti tipici della cucina romana, sia che si preferisca la cucina internazionale, le possibilità di scelta sono infinite. Da evitare, se possibile, tutti i locali decisamente troppo turistici, a cominciare da quelli con camerieri in strada che cercano di attirare clienti, e scegliere piuttosto quelli con una clientela romana o, almeno, mista.
Un aggiornamento sui ristoranti più apprezzati si trova facilmente su siti come tripadvisor, Marcopolo, Informa giovani, Puntarella Rossa ecc., le cui valutazione sono da prendere solo come orientamento di massima. Quelli che seguono sono invece locali che abbiamo provato e che ci sentiamo di raccomandare. Non sono per lo più locali turistici e non tutti sono in centro, ma, se avrete la pazienza di cercarli, siamo sicuri che non vi deluderanno.
Eataly non ha certo bisogno di presentazioni. Quello che possiamo dire è che è sempre una sorta di festa visitare questa bella sede romana, che ha anche il pregio di aver valorizzato un’area abbandonata e dato lavoro a centinaia di persone. All’interno troverete tutto il meglio dei prodotti italiani, oltre a ristoranti, bar, una fabbrica di mozzarella, una di birra, la possibilità di frequentare corsi e tanto altro ancora. L’eccezionale qualità dei suoi prodotti e il suo lungo orario rendono Eataly uno dei luoghi più amati e frequentati della capitale, da non perdere anche per acquistare souvenir gastronomici d’eccezione.
Eataly si trova in Piazzale XIII Ottobre (alle spalle della stazione Ostiense); è aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 24.00.
Meglio conosciuto come “Quelli di Via Gabi”, la loro sede storica, questo è un locale nato nel 1952 dove mangiare il meglio della cucina italiana e romana, a cominciare da cacio e pepe, gricia, amatriciana, ma anche baccalà, trippa, timballo di alici e carciofi.....
La pasta e i dolci fatti in casa, gli ingredienti di altissima qualità, l’abilità e la lunga tradizione in cucina dei proprietari, l’atmosfera amichevole e l’arredamento retrò, con mobili e foto anni ’50 e ‘60, ne fanno un ristorante assolutamente da non perdere. Se poi volete volete concedervi un’esperienza d’eccezione o festeggiare un anniversario con un gruppo di amici., sappiate che il locale offre anche la possibilità di prenotare una saletta privata.
I prezzi non sono economici, ma vi assicuriamo che il rapporto qualità/prezzo è ottimo. È consigliabile la prenotazione.
Da Roberto e Loretta si trova in Via Saturnia 18, tel. 06 77201037
Renato e Luisa, quelli della Taverna
Renato (chef e sommelier) e Luisa (eccezionale padrona di casa) gestiscono questo piccolo ristorante, aperto solo di sera, che si trova proprio dietro Largo di Torre Argentina. È il posto ideale per gustare ottime rielaborazioni della cucina romana, ricette vegetariane e dolci fatti in casa. I piatti sono tutti cucinati con olio extravergine e accompagnati da pane e grissini fatti in casa. Il sito offre una bella presentazione del locale e dei menù disponibili, nel rispetto delle stagioni. È necessaria la prenotazione
Renato e Luisa, quelli della Taverna si trova in Via dei Barbieri 25, tel. 06 6869660
La Luna d’oro
Questo piacevole Wine Bar centralissimo (si trova in una traversa di via del Corso, proprio di fronte al Conservatorio di Musica Santa Cecilia), offre la possibilità di una sosta per un buon caffè, gustare panini ben imbottiti e piatti gustosi, diversi ogni giorno. Non mancano le specialità vegetariane e partenopee. Dalle 16,00 alle 21,30 il locale diventa sala da te e wine bar con degustazione di aperitivi a buffet. Ottimo il rapporto qualità/prezzo.
La luna d’oro è in via dei Greci 25, tel. 06 36001735
Questa antica birreria, aperta nel lontano 1906, si trova a due passi da Piazza Venezia e da Via del Corso, in uno dei luoghi più centrali e pieni di storia della capitale. È uno dei locali più noti e frequentati di Roma, famoso per la sua ottima birra e per i suoi piatti di antica tradizione, a base di carne rigorosamente italiana e wurstel tedeschi, accompagnati da crauti, patate o fagioli in umido. Il locale è aperto dal lunedì al sabato dalle 12.00 alle 24.00; non è prenotabile.
L’antica Birreria Peroni si trova in Via di San Marcello 19, tel. 06 6795310.
Caffè Novecento
Se amate le atmosfere raffinate e un po’ retrò, questo locale è quanto di meglio possiate trovare. Del resto basta dare un’occhiata da fuori per sentirsi irresistibilmente spinti ad entrare: la spettacolare mostra di torte e pasticcini di loro produzione, l’elegante arredo con sedie e tavoli Thonet e lampade liberty, la musica soffusa, i giornali a disposizione: insomma gli ingredienti per una sosta rilassante ci sono davvero tutti. Ottima la scelta dei thè e la caffetteria in genere, professionale e curato il servizio. Anche se meno appariscenti dall’ingresso, ci sono anche ottime torte salate e piatti cucinati, per lo più a base di verdure che fanno di questo locale un ottimo punto di riferimento anche per brunch o pranzi veloci, ma di qualità. I prezzi ai tavoli non sono bassi, ma una sosta di autentico relax in questo locale è assolutamente da consigliare.
Via del governo Vecchio 12
Autobus 40 fermata Chiesa Nuova; 62, 64 e 571 fermata C.so Emanuele /Tassoni
È il caffè letterario per eccellenza. Aperto fin dal 1760, deve il suo nome al paese d’origine del suo fondatore Nicola della Maddalena. È, dopo il caffè Florian di Venezia, il più antico d’Italia, un’Italia che allora non esisteva ancora! Da allora, ha visto passare nelle sue bellissime sale un impressionante numero di scrittori, artisti, intellettuali, ma anche celebrità e regnanti, da Gabriele d’Annunzio a Massimo d’Azeglio, da Vitaliano Brancati, da Giacomo Leopardi a Franz Liszt, da Ennio Flaiano a Mariano Fortuny, da Felix Mendelssohn a Nikolai V. Gogol, da Carlo Levi a Renato Guttuso, che nel 1976 lo ha dipinto in uno dei suoi quadri più famosi. E si potrebbe continuare: la lista è lunghissima! Ci si può ancora sedere sul divano dove soleva prendere posto Andersen e prendere idealmente un caffè con Sthendhal, Mark twain, Wagner, Bizet….. Il caffè Greco, arredato in stile ottocentesco e servito da camerieri rigorosamente in frac, è famoso anche per le opere d’arte e i cimeli storici (più di 300) che ospita nelle sue sale.
Il Ministero della Pubblica Istruzione lo ha dichiarato, fin dal 1953, locale di interesse particolarmente importante. Ogni primo mercoledì del mese vi si riunisce il Gruppo dei Romanisti, accademici e studiosi che, dal 1940, pubblicano ogni anno nella Strenna dei Romanisti i loro studi sulla Capitale.
I prezzi del Caffè Greco sono, ovviamente, decisamente cari. Se si riflette però sull’idea che visitare il caffè Greco di Roma, così come il Caffè Florian di Venezia è, a tutti gli effetti, come visitare un museo o addirittura qualcosa di più, visto che la storia e i personaggi di tre secoli hanno attraversato proprio queste sale, si può, almeno una volta, sedersi ad uno dei suoi tavoli per un caffè, un tè, un brunch indimenticabili. E, in tutti i casi, concedetevi almeno un caffè al banco (è ottimo!) e la possibilità di fare un giro nelle sue sale. Anche le sue toilette meritano di essere viste.
Via dei Condotti 86
Metro A fermata Spagna - Autobus 62, 80, 80 bis fermata S. Claudio; 117 e 119 fermata L.go Goldoni; 280 fermata
Dopo l’attento restauro che ha riportato (e sta riportando) in vita tutte le strutture esistenti all’interno di Villa Torlonia, dopo un abbandono durato decenni, la Limonaia, bella struttura immersa nel verde, è diventata una caffetteria, pizzeria. Sarà bello iniziare la giornata con una bella colazione servita ad una dei suoi tavoli, così come sarà comodo un brunch o una pizza serale durante o dopo la visita alle tante proposte che la Villa offre ai visitatori. Ci sono infatti i Musei, la splendida Casina delle Civette, il Teatro e Technotown, ludoteca dedicata alle nuove tecnologie per i ragazzi tra gli 8 e i 17 anni, che si trova nel Villino Medioevale, proprio a fianco della Limonaia. Anche se alcuni clienti sostengono che il rapporto qualità/prezzo potrebbe essere migliorato, il luogo è davvero particolarmente piacevole, soprattutto quando, nella bella stagione, si può approfittare dei tavoli all’aperto.
Villa Torlonia, ingresso Via L. Spallanzani 1
Aperto tutti i giorni: Bar/caffetteria ore 10.00-24.00
Cucina ore 12.30-15.30 e 19.30-24.00
Lunedì e martedì chiusura ore 18.00
Autobus 60, 62, 90 fermata Nomentana/Trieste - Tram 3 e 19 fermata Pza Galeno - Metro B fermata Policlinico
Cinecaffè Casina delle Rose a Villa Borghese
A due passi da Via Veneto e poco più da Piazza di Spagna (grazie ai tapis roulant della Metro A), nel verde di Villa Borghese, questa splendida caffetteria vi incanterà sia per la location, sia per l’ottima qualità dei suoi prodotti e per la professionalità del suo servizio. È un punto di ritrovo così noto e piacevole che non sarà sempre facile trovare posto, soprattutto al frequentatissimo brunch del sabato e della domenica, o, nelle belle giornate romane quando i suoi tavoli si protendono all’esterno, ma tentare vale davvero la pena. Ottimo anche il ristorante. Si trova nella Casina delle Rose, a ridosso della Casa del Cinema, inaugurata nel 2004 e dedicata a Marcello Mastroianni.
Largo Marcello Mastroianni 1
Aperto tutto i giorni
Caffetteria 9.00-19.00
Autobus 490, 491, 495, 116; domeniche e giorni festivi 120, fermata San Paolo del Brasile - Metropolitana Linea A, fermata Spagna
Terrazza Caffarelli ai Musei Capitolini
É sicuramente uno degli spazi più suggestivi di Roma per lo splendido panorama della città che offre dalla sua terrazza. Anche se una struttura (neppure troppo bella) ne ha occupato uno spazio importante, resta pur sempre uno dei posti dove prendere un caffè a Roma è assolutamente un must. La caffetteria, dove è possibile anche pranzare con insalate, panini o piatti pronti, è aperta dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.30. È consigliabile informarsi sui prezzi al tavolo o limitarsi a consumazioni al banco, per evitare sorprese.
Se volete gustare i piatti più tradizionale della cucina giudaico-romana, vi consigliamo questa piccola trattoria, dove è di fatto indispensabile la prenotazione. Si trova al Portico d’Ottavia, uno dei posti più suggestivi di Roma, e offre carciofi alla giudia assolutamente da non perdere, oltre ad un ricco menù di primi, secondi e dolci fatti in casa. Buono il rapporto qualità-prezzo.
Nonna Betta si trova in Via del Portico d’Ottavia 16
La città di Roma offre una quantità innumerevole di sistemazioni sia al centro che verso la periferia o addirittura sul mare di Ostia raggiungibile con un comodo treno. Se avete pochi giorni a disposizione vi consigliamo di rimanere in città dove potrete trovare dalle semplici pensioni agli hotel di lusso, B&B, affitta-camere o case in affitto anche solo per 2-3 giorni. Molte sono le strutture alberghiere appartenenti ad enti religiosi, tra questi vi segnaliamo l'Hotel Casa Valdese nel quartiere Prati Vai al Sito. Noi abbiamo provato l'Hotel Nova Domus, vicino alla città del Vaticano, recentemente ristrutturato, dispone di camere molto spaziose e offre un abbondante colazione a buffet, spesso pratica offerte molto vantaggiose. Vai al sito. Probabilmente non avreste mai pensato che a Roma si potesse dormire in uno Scout Center, questo centro di ospitalità e accoglienza è un buon ostello, confortevole e con un buon rapporto qualità/prezzo. Si trova a due passi dalla stazione Tiburtina, in una zona tranquilla, nei pressi della splendida Villa Torlonia. La struttura ospita anche un risto-pub, La Cambusa, che ha adottato una cucina a Km 0 utilizzando prodotti della campagna romana e laziale. Vai al Sito. Di seguito alcuni link
è la card che consente:
di viaggiare per 3 giorni su tutti i mezzi pubblici della città (con esclusione dei trasporti da e per gli aeroporti)
di avere accesso gratuito o ridotto ai Musei
di avere una app per scaricare informazioni
La card è in vendita al prezzo di € 34.00 on line, telefonando al call center turistico 060608 e presso musei e P.I.T.
è il call center (efficace, efficiente e gentile!!!!) del Comune di Roma, utile per avere informazioni sulla città: orari, viabilità.....; è attivo tutti i giorni, 24h su 24. Il costo è quello di una telefonata urbana.
è il call center turistico-culturale. È attivo tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00. anche in questo caso, il costo è quello di una telefonata urbana. Fornisce informazioni su musei, mostre, eventi. Effettua prenotazioni e consiglia percorsi. P.I.T. Punti di Informazione turismo: informano su mostre, eventi, trasporti, ristoranti, hotel e forniscono mappe del centro storico. Un elenco dei P.I.T. è disponibile al sito
Villa Sciarra, una delle più gradevoli ville di Roma, si estende su una superficie di 7.500 m2 alle pendici del Gianicolo, nel quartiere Trastevere, su un’area occupata nei tempi antichi da orti e giardini.
Fu acquistata nel 1575 dal Monsignor Innocenzo Malvasia, che vi fece costruire il Casino Malvasia, che ora fa parte della proprietà dell’Accademia Americana.
Trasformata in villa urbana grazie alla costruzione delle Mura Gianicolensi, volute da papa Urbano VIII, ed edificate tra il 1642 e il 1644, fu donata al cardinale Antonio Barberini, proprietario del casino Malvasia, per poi passare al Cardinale Pietro Ottoboni nel 1710. Questi iniziò un’opera di valorizzazione, creando tre nuovi giardini, introducendo piante rare ed esotiche e annettendo terreni limitrofi che coltivò, realizzando una vera e propria azienda agricola, fino al 1740, anno della sua morte.
I proprietari successivi, gli Sciarra, continuarono l’opera di valorizzazione della Villa, con l’acquisto del vicino Orto Crescenzi e la realizzazione di costruzioni di servizio.
Nel 1849, all’epoca della Repubblica Romana, il Casino Barberini e il Casino Malvasia furono gravemente danneggiati durante gli scontri tra i soldati dell’esercito francese e le truppe italiane, guidate da Giuseppe Garibaldi. I Barberini restaurarono il Casino, ma l’intera proprietà fu persa da Maffeo II Sciarra a seguito di speculazioni sbagliate. Il terreno fu così lottizzato e venduto come area edificabile.
La villa e il poco verde che le restava intorno furono, dopo varie vicende, acquistati nel 1902 dall’americano Giorgio Wurts e da sua moglie Henrietta Tower, ricca ereditiera di Filadelfia. Per loro iniziativa la proprietà acquisì un’impronta decisamente barocca e nel giardino furono sistemate una serie di statue in arenaria provenienti dal Castello Visconti di Brignano d’Adda, in Lombardia. Nel 1906 i coniugi Wurts iniziarono il progetto per la costruzione del Castelletto in stile neogotico, realizzato tra il 1908 e il 1910. Contemporaneamente iniziarono anche i lavori per la costruzione dell’ingresso di Via Calandrelli e di un belvedere a loggiato scoperto, oggi conservato solo in parte.
Nel 1930, alla morte del marito, la signora Wurts donò la villa alla città perchè fosse destinata a parco pubblico.
Oggi Villa Sciarra vanta un bel patrimonio di piante tipiche della flora italiana e mediterranea, 122 specie arboree rare provenienti da Asia e Africa e almeno dieci diversi tipi di palme.
La Villa ospita ancora la ricca collezione delle statue lombarde e una serie di fontane e manufatti originali.
Tra il 2004 e il 2005 sono stati compiute importanti opere di restauro dei giardini, le cui siepi vengono potate secondo l’arte topiaria, cioè in forme di oggetti e animali.
Interessanti, da vedere: la grande Uccelliera in ferro, la Fontana dei Satiri, ornata dal biscione (stemma araldico della famiglia Visconti), la Fontana Belvedere, il Casino Barberini, che ospita l’Istituto Italiano di studi Germanici, l’Esedra Arborea nella quale sono collocate le statue dei dodici mesi dell’anno, le Fontane della Tartaruga, della Lumaca e delle Sfingi, che raffigura i quattro vizi capitali e la Fontana dei Putti. Per finire c’è anche la Montagnola e un tempietto in ferro battuto e stucco. Suggestiva l’area del laghetto con le ninfee.
Villa Glori è un parco di circa 25 ettari, che si trova tra i due quartieri Flaminio e Parioli. Si estende su una rupe che sovrasta l’ansa del fiume Tevere, il Villaggio Olimpico costruito nel 1960 ed il Parco della Musica, opera dell’architetto Renzo Piano, inaugurato nel 2002. A differenza delle ville storiche di Roma, Villa Glori non nasce come fastosa villa di campagna di nobili famiglie, ma come terreno destinato a vigneto e riserva di caccia. Al suo interno l’edificio più antico è un casale fortificato, come se ne trovano tanti nella campagna romana.
Nel 1867, durante le battaglie per la liberazione di Roma, questa zona fu teatro di violenti scontri tra gli insorti e le truppe pontificie, scontri nei quali perse la vita anche Enrico Cairoli.
La Villa, che nel tempo è passata più volte di proprietà, arrivo' alla famiglia Boncompagni e infine all’ingegnere Vincenzo Glori, a cui il papa Pio IX aveva affidato il progetto e la costruzione del Ponte Mammolo.
Nel 1883, quando Roma era già capitale d’Italia, furono iniziati gli espropri per destinare la proprietà Glori, area molto significativa per la realizzazione dell’Unità del Paese, a verde pubblico. Il Parco fu acquisito definitivamente nel 1923 e si decise di dedicarlo al ricordo dei caduti della Prima Guerra Mondiale, col nome di Parco della Rimembranza. Il progetto di sitemazione dell’area fu affidato all’architetto Raffaele De Vico, lo stesso che si occupò anche del restauro di Villa Paganini. De Vico disegnò il tracciato della nuova Villa e vi fece piantare 6.000 nuove piante, fra cui pini, lecci, querce, aceri, cedri, lauri e ippocastani.
La Villa fu aperta al pubblico nel 1924.
Nel 1929 sulla sommità della collina, famosa per la sua salubrità, furono costruiti tre padiglioni in legno intitolati ad Ettore Marchiafava, insigne medico-ricercatore e senatore, destinati ad ospitare colonie estive e dispensari per i bambini a rischio di tubercolosi. Sempre con intenti assistenziali, vi fu poi costruita anche una scuola, proprio a fianco del vecchio casale. Dal 1988 tutte queste strutture, in continuità con i loro scopi, sono state affidate alla Caritas che vi ha realizzato una casa famiglia per persone affette da AIDS.
All’interno del parco, una serie di viali, intitolati ai protagonisti degli scontri del 1867, conducono al Piazzale del Mandorlo, dove si trova il monumento ai fratelli Cairoli, nel quale è inserito un ramo del mandorlo sotto al quale morì Enrico Cairoli. Un cippo e una lapide ricordano rispettivamente i soldati italiani caduti in tempo di pace e i carabinieri morti a Nassiryia nel 2003.
Dal 1997 Villa Glori ospita un interessante percorso di scultura contemporanea ideato dalla critica d’arte Daniela Fonti, intitolato “Varcare la soglia”. Il tema centrale di questo museo all’aperto è l’integrazione tra natura e scultura, tra luogo di sofferenza e luogo di ricreazione e riposo, con opere di Paolo Canevari (L’Uomo-erba), Nino Caruso (Portale Mediterraneo), Pino Castagna (Monadi), Maria Dompè (Meditazione), Jannis Kounellis (Installazione), Eliseo Mattiacci (Ordine), Maurizio Mochetti (Arco-laser), Nunzio (doppia anta di bronzo), Franco Purini, Mauro Staccioli (Installazione), Giuseppe Uncini (Porta del Sole).
Orari: è aperta dalle 7.00 al tramonto
Come accedere: Piazzale del Parco della Rimembranza - Via del Maresciallo Pilsudski
Come arrivare: autobus n. 233, 910, 926 e il tram n. 2
Per saperne di più
É il più grande parco di Roma, con un estensione di circa 184 ettari, divisi in due parti dalla via Olimpica, che oggi è parte integrante della Tangenziale Est. Come altre ville della capitale, era in origine la tenuta di campagna di una facoltosa famiglia romana e ha il pregio di aver mantenuto la sua bella struttura seicentesca, con la ripartizione in “pars urbana”, di cui fanno parte il Palazzo e i giardini intorno ad esso; la “pars fructuaria”, corrispondente al pineto e la “pars rustica”, che, intorno al 1840 era una tenuta agricola all’avanguardia, ampliata appositamente dal principe Filippo Andrea V Doria Pamphilj con l’acquisto di Villa Corsini e di una serie di vigne della Via Aurelia Antica.
All’interno della Villa c’è anche un corso d’acqua che alimenta un lago con isoletta centrale ed un tratto dell’Acquedotto Paolo. Questo fu realizzato durante il pontificato di Paolo V, all’inizio del 1600, per portare l’acqua a Roma, ripristinando una parte dell’antico acquedotto di Traiano del 109 d.C..
L’edificio più antico è la Villa Vecchia, oggi sede museale, che esisteva già nel 1630, quando l’area fu acquistata da Panfilo Pamphilj, mentre la Villa Nuova, opera dello scultore Alessandro Algardi e dell’architetto e pittore Giovanni Francesco Grimaldi, fu edificata tra il 1644 e il 1652, durante il Pontificato di Innocenzo X Pamphilj. La nuova costruzione era destinata ad ospitare le collezioni d’arte della famiglia, compresi i reperti romani rinvenuti all’interno della proprietà. La sua pianta è di ispirazione palladiana e le sue facciate sono decorate con marmi antichi. Sempre di Alessandro Algardi sono le fontane della Lumaca e del Giglio.
Nel 1760 il principe Giovanni Andrea IV Doria fu autorizzato da papa Clemente XIII ad assumere anche il cognome dei Pamphilj, rimasti senza discendenti maschi. Da allora il doppio cognome ha identificato sia la famiglia sia la loro villa.
Nel 1849 alcune delle più dure battaglie per la difesa della Repubblica Romana si svolsero proprio a Villa Pamphilj, che fu occupata dall’esercito francese. Nel tentativo di riconquistarla ci furono molte vittime tra le truppe garibaldine, tra cui anche Goffredo Mameli.
Il Comune di Roma ha in parte acquistato ed in parte requisito la villa con un iter che, iniziato nel lontano 1939, si è concluso solo nel 1971. Dal 1972 Villa Doria Pamphilj è aperta al pubblico, ad eccezione della Cappella che, costruita negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, è rimasta di proprietà della famiglia Doria Pamphilj.
Nel 2000, in occasione dell’Anno Santo, è stato costruito un ponte pedonale per riunire le due parti della villa separate dalla via Olimpica nel 1960.
La villa comprende bellissimi giardini (il cui tracciato ripercorre quello realizzato nel XVIII secolo) e punti panoramici particolarmente suggestivi; è uno dei luoghi più indicati per dedicarsi al bird-watching e per far jogging in città. Interessante l’offerta di concerti e di spettacoli della Casa dei Teatri, situata nel Villino Corsini.
La Villa Nuova, nota con il nome di Casino del Bel Respiro o Casino dell’Algardi, è oggi elegante sede di rappresentanza del governo italiano.
Villa Celimontana, una bella oasi verde di 110.000 m2 posta tra il Colosseo e le terme di Caracalla, sulla sommità del colle Celio, appartenne ai Mattei (antica e blasonata famiglia che vanta ben otto cardinali, oltre al papa Innocenzo II) dalla metà del XVI secolo fino al 1802, quando, per mancanza di eredi maschi, la proprietà fu ceduta. È interessante notare che i diversi passaggi che si susseguirono interessarono casate d’Austria, di Spagna, d’Olanda e di Prussia e furono ogni volta accompagnati da importanti interventi paesaggistici, che ridisegnarono la Villa e il suo giardino, fino a quello, neogotico, del 1870, voluto dall’ultimo proprietario Richard von Hoffmann, barone di Baviera, al quale Villa Celimontana fu requisita al termine della I guerra mondiale dallo Stato Italiano, che la cedette poi al Comune di Roma, nel 1926.
In quell'occasione la palazzina Mattei fu separata dal giardino e divenne la sede della Regia Società Geografica Italiana. L’area circostante fu invece destinata a parco ed aperta al pubblico nel 1928.
Dal punto di vista archeologico, Villa Celimontana si trova su un sito di età Flavia e Traianea (I e II secolo d.C.) di cui sono parzialmente visibili, sul lato sud, i resti dell’antica cinta muraria.
Molti i reperti che ornavano la villa, alcuni dei quali furono venduti ai Musei Vaticani, altri sono conservati nel Museo delle Terme. La Villa ospita tutt'ora uno dei tredici obelischi egizi di Roma: si tratta di un obelisco di Ramsete II (1290-1233 a.C.), proveniente dal Tempio del Sole di Eliopoli. È composto di due parti, di cui quella più antica è quella superiore, che poggia su una sezione più recente, priva di iscrizioni. Secondo un’antica leggenda, la sua sfera apicale conterrebbe le ceneri dell’imperatore Augusto.
Sono invece purtroppo andate distrutte le fontane realizzate su disegno di Gian Lorenzo Bernini e molte delle statue che Ciriaco Mattei aveva fatto realizzare dai più importanti artisti dell’epoca, quando decise di trasformare l’intera proprietà da vigneto a sontuoso giardino. Sopravvive la fontana del Fiume, in peperino, probabile opera di Pompeo Ferrucci, realizzata all’inizio del 1600.
Si tenga presente che in origine l’ingresso principale era quello posto in piazza San Giovanni e Paolo, dal quale un viale conduce alla Palazzina Mattei, realizzata su disegno di Jacopo Del Duca, architetto e scultore vissuto tra il 1520 e il 1604, allievo di Michelangelo. La famiglia Mattei era solita aprire la villa al popolo romano una volta l’anno, in occasione del pellegrinaggio alle Sette Chiese, istituito da San Filippo Neri. Villa Celimontana ne costituiva la tappa intermedia, dove ai pellegrini (fino a 3530 persone, secondo le cronache dell’epoca, rigidamente divisi per rango) veniva concessa una sosta con colazione.
Oggi, oltre alla intensa attività culturale svolta della Società Geografica Italiana e al suo ricco calendario di eventi, Villa Celimontana è anche un punto di riferimento per le numerose rassegne di musica Jazz che vi si tengono durante la stagione estiva.
Dal 2012, inoltre, vi si svolge il Festival Musicale “I Classici in Villa”.