Il nome del sestiere deriva da un'antica fortificazione posta sull'isolotto dell'Olivolo, oggi denominata isola di San Pietro di Castello. Sestiere Castello è il più esteso dei quartieri di Venezia e si sviluppa alle spalle del sestiere San Marco al quale è collegato tramite il ponte della Paglia. Lo sviluppo del sestiere fu in gran parte condizionato, fin dal XII secolo, dall'insediamento dell'Arsenale intorno al quale vennero costruite abitazioni per le maestranze, edifici di servizio come forni, granai e molte altre attività collaterali.
La chiesa che sorge sui resti di un precedete edificio venne costruita nella prima metà del 1500 in forme rinascimentali su progetto dello Scarpagnino. L'interno che ospita le spoglie del Veronese è ornato da affreschi del Veronese e di Tiziano. Curioso è l'organo dipinto dal Veronese in alcuni sportelli e nel parapetto con episodi della vita di Gesù.
Direttamente affacciato sul Canal Grande, si tratta di un palazzo in stile Gotico Veneziano oggi sede dell'Università Ca' Foscari Venezia. Il Palazzo era anticamente conosciuto con il nome di "Casa delle due Torri", nel 1429 venne acquistato dalla Repubblica della Serenissima per farne dono a Gianfrancesco Gongaza, utilizzato in seguito per ospitare personaggi illustri e diplomatici nel 1452 fu messo all'asta ed acquistato da Francesco Foscari. Il nuovo proprietario fece demolire la vecchia casa per costruirvi un palazzo più grande ed imponente affidandone il progetto a Bartolomeo Bono. Il palazzo venne in seguito utilizzato per ospitare personaggi illustri e feste. Vista la sua strategica posizione strategica con vista sul canal Grande e sul Ponte di rialto venne utilizzato da diversi pittori come postazione per dipingere vedute sulla città.
Al pari della chiesa del Redentore anche questa chiesa pare sia stata edificata come ringraziamento alla Vergine per aver salvato la città dall'epidemia di peste del 1630. L'incarico del progetto venne affidato a Baldassarre Longhena, che creò un vero capolavoro di architettura barocca. Per edificare la basilica venne abbattuto un antico complesso religioso e, vennero conficcati nel terreno ben 1.156.000 pali. La chiesa di forma ottagonale è circondata da sei cappelle minori, una grande cupola poggia sul corpo centrale. L'imponente facciata, che risalta in tutta la sua bellezza da Piazza San Marco e dal Canal Grande, è impreziosita da una serie di statue opera di Tommaso Rues raffiguranti i 4 evangelisti mentre la statua della Vergine svetta dalla grande cupola. L'interno, molto ben illuminato è piuttosto spazioso, ed ospita sull'altare maggiore un gruppo scultoreo raffigurante la Madonna con bambino i braccio che difende Venezia dalla peste. Nelle cappelle laterali si trovano un dipinto di Tiziano raffigurante la discesa dello Spirito Santo e una pala nell'altare dell'Assunta opera Luca Giordano. Di particolare nota è l'Organo Dacci custodito all'interno della chiesa risalente al 1782 con 51 canne suddivise in tre campate, due tastiere quella inferiore con 30 tasti e quella superiore con 59 tasti, una pedaliera a leggio di 20 tasti.Tutti gli anni a partire dal 1681 il 21 novembre da piazza San Marco parte una processione che passando su di un ponte di zattere attraversa il Canal Grande e raggiunge la Chiesa.
La storia delle Galleria comincia nel 1750 quando il pittore Gian Battista Piazzetta fonda una sua scuola d'arte che sarebbe in seguito divenuta un'accademia di gusto veneziano. Attualmente le gallerie occupano gli spazi della chiesa di Santa Maria della Carità, del convento dei Canonici Lateranensi e della Scuola grande di Santa Maria della Carità. Fina dalla sua fondazione la galleria aveva come scopo quello di acquisire opere d'arte a fini didattici e di restauro, durante il periodo napoleonico con la soppressione di chiese, conventi e parrocchie la galleria acquisì molte delle opere che non presero la via della Francia. Le Gallerie vennero trasferite in questa sede nel 1807 da Napoleone e aperte al pubblico 10 anni dopo. Nel 1878 le gallerie e la scuola d'arte vennero separate, le Gallerie entrarono così sotto la tutela dell'amministrazione statale, e da allora hanno continuato ad ampliarsi con sempre nuove acquisizioni. Al giorno d'oggi le gallerie ospitano la più importante raccolta di opere d'arte veneziane e venete dal XIV secolo al XVIII secolo. Tra le opere principali troviamo Madonna in Trono con Bambino e Santi di Giacomo Bellini, La Pietà, La Vecchia e La Tempestadi Giorgione, Ritratto di Gentiluomo di Lorenzo Lotto, Il Convito di Casa Levi del Veronese, Il Miracolo di San Marco di Tintoretto, La Presentazione della Vergine al Tempio di Tiziano, La Processione in Piazza San Marco di Bellini, Prospettiva con Portico di Canaletto, Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci,
La facciata, di sobria eleganza, fa angolo retto con l'adiacente chiesa di San Giovanni e Paolo. Il progetto dell'edificio si deve a Pietro Lombardo, anche se venne portato a termine da Mauro Condussi. Considerato un prezioso gioiello rinascimentale, l'edificio si erge su due piani con una splendida facciata ornata da leoni, finte prospettive nei 4 pannelli ai lati delle porte ed un portale riccamente decorato, opera di Bartolomeo Bon. Oggi l'intero edificio è di proprietà dell'ASL 12 Veneziana, l'ingresso al pian terreno funge anche da ingresso per l'Ospedale Civile. All'interno della scuola si trovano il Museo della Storia della Medicina e la Biblioteca medico-storica.
La chiesa venne completamente ricostruita nel 1492 da Mauro Condussi nel luogo in cui esisteva già un precedente edificio di culto costruito probabilmente nel VII secolo. Secondo la leggenda il luogo scelto per l'edificazione fu quello in cui apparve la Vergine, in tutta la sua bellezza di donna, a San Magno di Oderzo. La chiesa dispone di ben due facciate: la primo, in stile classico si apre sul rio, la seconda, in stile barocco, si apre sul campo, ad essa si affianca il campanile costruito nel 1688. Caratteristica è la testa grottesca sulla porta del campanile, messa per tenere lontano il diavolo tentato dal suono delle campane. L'interno a tre navate con grandi cappelle laterali conserva alcune importanti opere tra le quali: il Trittico della Misericordia di Bartolomeo Vivarini, i dipinti di Santa Barbara e 4 Santi opera di Palma il Vecchio, Madonna in Pietà e San Francesco opera di Palma il Giovane, Madonna con Bambino e San Domenico del Tiepolo, un indumento copto dell'VIII secolo proveniente dall'Egitto che alcuni identificano come il velo di Santa Marina.
Intitolato al santo protettore degli appestati, l'edificio venne iniziato nel 1516 ma, terminato solamente nel 1560. Il progetto iniziale fu di Bartolomeo Bon ma vi lavorarono anche Sante Lombardo e Antonio Scarpagnino. La struttura venne edificata per ospitare la Confraternita di San Rocco formata da cittadini benestanti dediti ad opere benefiche, che dal 1490 data della sua fondazione annoverò sempre più seguaci. Ai giorni nostri la struttura comprende: la Chiesa, la Scoleta e la Scuola Grande.
La Chiesa: la prima pietra della chiesa venne posta il 16 luglio del 1478 mentre nel 1494 venne inaugurata. Nel 1726 venne completamente restaurata da Antonio Scalfarotto che dell'antica struttura conservò solamente le absidi e la cupola. Tra il 1765 e il 1771 venne completamente rifatta la facciata per uniformarla all'adiacente Scuola Grande.
Scuola Grande: come tutte le scuole veneziane anche questa venne progettata con due grandi saloni, uno al piano terra ed uno al piano superiore, entrambi collegati da uno scalone. La sala al piano terreno, con ingresso diretto dal campo è divisa in tre navate da essa si raggiunge, tramite lo scalone, il piano superiore diviso in due sale la prima sede delle riunioni della confraterita e meta delle processioni la seconda "sala dell'Albergo" sede delle riunioni della Banca e della Zonta. Proprio il secondo piano conserva nelle sue sale l'intero ciclo di teleri dipinto dal Tintoretto tra il 1564 e il 1578. Fu infatti Tintoretto che con i suoi allievi dipinse quasi tutti i locali della scuola, tra i dipinti presenti citiamo anche l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi, Fuga in Egitto, Strage degli innocenti, Santa Maria Maddalena, Santa Maria egiziaca, Circoncisione e Assunzione.
Scoletta: Si tratta della prima sede della confraternita che divenuta troppo piccola per ospitare il crescente numero di confratelli venne considerata inadeguata e adibita d'apprima come abitazione del Cappelano, poi come ospedale per i bisognosi, successivamente come magazzino per i mobili della scuola, abitazione del capitanio, sede della cancelleria ed infine archivio della Scuola. Dopo radicali restauri la Scoletta è ora utilizzata per mostre temporanee ed eventi culturali.
Il museo si sviluppa negli spazi di un antico granaio, della ex chiesa di San Biagio e del Padiglione delle Navi situato nell'antica officina dei remi dell'Arsenale. La visita al museo è un modo per ripercorrere la storia navale italiana ed europea grazie ad antiche mappe, documenti navali, dipinti, oggetti, modelli di antiche imbarcazioni veneziane, tra le quali il Bucintoro, triremi, navi da guerra, transatlantici e armi, soprattutto cannoni.
La grandiosa struttura, sorta nel 1104, occupa circa 46 ettari di terreno e all'apice della sua attività ospitava 16.000 operai, 300 società di navigazione ed un'intera flotta navale di riserva. Delimitato da alte mura merlate, in quanto l'attività che vi si svolgeva all'interno era segretissima, l'antico arsenale è un susseguirsi di cantieri, officine e depositi dai quali per secoli uscirono le imbarcazioni della gloriosa flotta della Serenissima. Fu all'interno dell'arsenale che gli "arsenaloti", al pari degli attuali operai specializzati, sperimentarono, ancora prima dell'avvento dell'era industriale, le prime vere e proprie catene di montaggio. Qui l'attività si svolgeva ad un ritmo frenetico senza pari in tutta Europa ed ogni arsenaloto aveva il suo particolare incarico. La struttura si sviluppò man mano intorno al vecchio arsenale dove veniva custodito il "Bucintoro" cioè la galea da cerimonia del Doge. L'ingresso pedonale avviene tramite il monumentale portale sormontato dal Leone di San Marco, edificato nel 1460, in epoche successive il piccolo ponticello di accesso venne sostituito da una terrazza con cancellata decorata da statue allegoriche. Due leoni marmorei, preda di guerra di Francesco Morosini dal porto del Piero, sono state collocate ai lati dell'ingresso. L'ingresso via mare è invece segnalato da due alte torri. Con la decadenza della Repubblica Marinara l'Arsenale venne via via abbandonato volgendo in stato di degrado. Attualmente parte della struttura è di proprietà della Marina Militare, mentre altre parti vengono utilizzate dalla Biennale. E' in corso un vasto progetto di recupero dell'intera area volto a creare moderne aree di manutenzione navale, ristoranti, negozi e spazi espositivi.
Situata nei pressi dell'arsenale la chiesa venne edificata intorno al VII secolo e dedicata ai santi bizantini Sergio e Bacco. In origine la chiesa fu sede vescovile e tra il 1451 e il 1807 rivestì il ruolo di cattedrale di Venezia. Nel 1120 la chiesa venne quasi completamente distrutta da un incendio, la basilica venne ricostruita con forme più maestose e con un attiguo battistero. Nel corso dei secoli subì numerosi rifacimenti e restauri i più significativi avvennero intorno al 1560 quando vi lavorò per due anni anche il Palladio, dopo la sua morte il lavoro venne portato a termine da altri architetti, tra i quali Francesco Smeraldi a cui si deve il rifacimento della facciata. L'interno della basilica, in stile barocco, è opera del Longhena, esso è ripartito in tre navate divise da arcate, nell'altare maggiore sono custodite le spoglie di San Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Venezia. Di fianco alla chiesa svetta il campanile costruito in pietra d'istria bianca nel 1482 dopo che il precedente venne danneggiato da un fulmine.
Inaugurato nel 2008 il ponte, disegnato da Santiago Calatrava, collega le due sponde del Canal Grande con una campata di 90 metri. Si tratta di una struttura molto moderna che contrasta piacevolmente con gli antichi edifici che lo circondano, anche se in origine venne ampiamente criticato oltre che per l'estetica anche per l'enorme peso che scarica sulle fondamenta. Il ponte ha una struttura in acciaio con scalini in vetro antiscivolo, corrimano in bronzo e alzate in pietra d'Istria.
250 gr di burro oppure strutto
200 di zucchero
1 uovo + un tuorlo d'uovo
500 grammi di farina
1 bustina di vanillina
buccia grattugiata di un limone
3-4 cucchiai di cacao amaro
1 pizzico di sale
volendo aggiungere 1-2 cucchiaini di grappa
Impastare bene lo zucchero con le uova e un pizzico di sale poi aggiungere la farina, il burro ammorbidito e la scorza grattugiata di 1 limone. Una volta ottenuto un'impasto abbastanza consistente lasciare riposare per circa 1 ora.
Successivamente dividere l’impasto in tante palline grandi come una noce. Mettere una pallina per volta nell'apposito ferro (o macchina elettrica per cialde) e poi mettere sulla fiamma prima da una parte e poi dall’altra. Dopo circa 3-4 minuti aprire il ferro, staccare la cialda e mettere un’altra pallina. Volendo è possibile preparare metà impasto al cacao e metà senza.
Lasciate raffreddare le cialde prima di servirle, magari accompagnate da un bicchiere di Passito o con il caffè.
Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 30 minuti (+ 1 ora di riposo)
Tempo di cottura: 3-4 minuti a cialda
Il grandioso palazzo venne costruito per la nobile e potente famiglia Bon da Baldassarre Longhena, al tempo massimo architetto del barocco veneziano. La morte del committente e lo stato di difficoltà economica in cui versava la famiglia obbligarono la sospensione dei lavori, che ripresero solamente nel 1751 quando il palazzo venne acquistato da Giambattista Rezzonico che affidò i lavori a Giorgio Massari. Direttamente affacciato sul canal Grande, il palazzo passò nel corso degli anni di proprietà di varie famiglie subendo espoliazioni e suddivisioni fino a quando ne divenne proprietario il figlio del poeta Robert Browning. Solo nel 1935 dopo lunghe trattative il palazzo divenne di proprietà del Comune di Venezia che vi istituì il Museo del 700 Veneziano, facendo tornare il palazzo agli antichi fasti di una dimora nobiliare dell'epoca. Di particolare pregio e bellezza sono gli arredi ed i dipinti conservati nelle sue sale e nelle sue stanze tra queste spiccano: lo scalone del Massari, il salone da ballo, la sala del trono ornata da un affresco del Tiepolo. Spiccano opere di Tintoretto, Pietro Longhi, Francesco Guardi, Canaletto preziosi suppelletili e il mobilio di una farmacia situata in un campo nei pressi dell'abitazione.