La storia della collezione è ovviamente indissolubilmente legata alla vita ed ai gusti della sua fondatrice, la miliardaria americana Peggy Guggenheim. Entrata in possesso della sua enorme fortuna nel 1921, Peggy intraprese un viaggio in Europa, innamoratasi di Venezia si stabilì a Palazzo Vernier dei Leoni (il nome deriva dall'abitudine della famiglia di allevare leoni) continuando qui la sua collezione di opere d'arte già cominciata a Londra con la fondazione della galleria Guggenheim Jeune. Tornata in America nel 1942 fonda a New York la galleria Art of this Century. Tornata a Venezia decide, nel 1949, di aprire al pubblico almeno una volta alla settimana la sua casa, e così sarà fino alla sua morte avvenuta nel 1979. Con la morte della proprietaria la casa e la collezione di Venezia entrano a far parte della Solomon R. Guggenheim Foundation per volere della stessa. Ai giorni nostri la collezione raccoglie alcune delle più importanti opere di modernismo statunitense e futurismo italiano. Nelle varie sale e nel giardino (dove in un urna sono sollocate le ceneri della fondatrice) sono esposte opere cubiste, surrealiste e di espressionismo astratto appartenenti ad artisti come: Picasso, Dalì, Magritte, Mondrian, Klee, Mirò, De Chirico, Chagal e dal 1997 vi sono esposte, a titolo di deposito, 27 opere appartenenti alla collezione di pittura italiana del XX secolo di Gianni Mattioli.
Posto nella parte meridionale della città il quartiere conserva alcuni dei punti di interesse turistico più importanti della città. Si tratta di un sestiere residenziale piuttosto tranquillo, molto soleggiato il cui nome pare provenga dalla conformazione del terreno più duro e meno paludoso rispetto al resto della città. Fu una delle prime zone della città ad essere colonizzata ora ospita il quartiere universitario, l'ex officina del Gas, l'ex cotonificio veneziano ed i magazzini generali. Il sestiere comprende anche l'isola della Giudecca.
Posta al di fuori del cuore cittadino e collegata al resto della città solamente da vaporetti, l'isola veniva chiamata "Spinalonga" per la sua forma allungata a forma di spina di pesce. Secondo alcune teorie l'attuale nome deriverebbe dagli insediamenti di ebrei (giudei) secondo altri dal termine dialettale zudegà (giudicati) in quanto qui venivano esiliate le nobili famiglie ribelli. Intorno al IX secolo la Repubblica assegnò alle famiglie qui esiliate, a titolo di risarcimento, alcuni appezzamenti di terreno. I nobili e i mercanti vi insediarono quindi i loro depositi di merci e le loro fiorenti attività commerciali ed le loro abitazioni. Con la caduta della Repubblica le attività commerciali e le residenze nobiliari lasciarono spazio a prigioni, caserme, fabbriche e case popolari. Oggi l'isola è ricca di contrasti a fianco a rinomati hotel a 5 stelle, come il Cipriani, sorgono pensioni a gestione famigliare e accanto residenze di personaggi famosi come Elton John sorgono abitazioni popolari e anche un carcere femminile. Gli edifici più noti dell'isola sono:
L'edificio venne costruito nel 1576 su volere del Senato per chiedere l'intercessione divina per debellare la terribile epidemia di peste che in soli due anni portò via circa un terzo della popolazione cittadina. Il progetto iniziale venne affidato al Palladio ma venne portato a termine da Antonio Da Ponte nel 1592. Fin dall'anno successivo la chiesa rappresentò tappa finale della processione di ringraziamento al Redentore per l fine della pestilenza, tale processione si tiene ancora oggi ogni anno la terza domenica di luglio. La chiesa, raggiungibile tramite un'ampia scalinata, dispone di un'imponente facciata in marmo bianco in stile classico ornata da quattro timpani triangolari, l'ultimo sovrastato dalle statue di due angeli e la Fede, lesene e lunette con le statue di San Marco e San Francesco. L'interno della basilica è a unica navata, studiata appunto per accogliere la processione di fedeli alla presenza del Doge e delle altre autorità cittadine. Ai lati si aprono tre cappelle per parte. L'interno della basilica custodisce opere del Tintoretto (l'Assunzione) di Alvise Vavarini, del Veronese e di Palma il Giovane
Si tratta di un'imponete costruzione in stile neogotico, interamente costruita in cotto nel 1895, su volere di Giovanni Stucky, imprenditore e finanziere di origini svizzera. Nel suo momento di massima attività arrivò ad impiegare 1500 operai, che lavorando su tre turni riuscivano a macinare 2.500 quintali di farina al giorno. L'idea venne al finanziere dopo aver visitato i vari mulini dell'Europa del Nord che decise così di sfruttare il canale della giudecca per un veloce trasporto del grano. Ben presto l'edificio divenne uno dei simboli dell'architettura industriale italiana, dopo un lungo periodo di crisi nel 1955 il mulino venne definitivamente chiuso. L'intero edificio passò successivamente di proprietà della società Acqua Marcia che nel 2000 stipulò un contratto con la catena Hilton per la riqualifica dello stabile e la costruzione di un grande hotel di lusso, residence, negozi, centri congressi e piscina. Durante i lavori di riqualifica nell'edificio si sviluppò un tremendo incendio che danneggiò irreversibilmente alcune sue parti. Ai nostri giorni proprio il canale antistante il mulino è oggetto di continui passaggi da parte di navi delle compagnie di crociera creando non poche polemiche tra la comunità e gli ambientalisti.
Costruito nel 1225 da Giacomo Palmieri, capostipite della dinastia Pesaro, nel 1381 passò di proprietà della Serenissima Repubblica di Venezia che ne fece dono a Nicolò V D'Este per il suo appoggio durante la Guerra contro la città di Chioggia. Nel 1509 il Palazzo venne sequestrato dalla Repubblica di Venezia alla famiglia d'Este per farne dono a Papa Giulio II. Dopo vari passaggi di proprietà nel 1621 l'edificio venne convertito in sede dei mercanti turchi con magazzini, lavatoi, stanze e servizi. Con il diradarsi dei commerci con l'oriente l'edificio venne lentamente abbandonato fino a quando nel 1732 si verificò un crollo interno. Nel 1860 venne acquistato dal comune di Venezia che dopo lunghi, impegnativi e per alcuni versi disastrosi restauri lo destinò a sede museale. Attualmente il palazzo ospita il Museo di Storia Naturale.
Il grandioso palazzo, che si affaccia direttamente sul Canal Grande, venne progettato nel seicento dall'architetto Baldassarre Longhena su commissione della famiglia Pesaro, cui deve il nome. Dopo vari passaggi di proprietà il palazzo entrò a far parte dei possedimenti della contessa Felicita Bevilacqua che lo destinò a Galleria d'Arte. Da notare la splendida facciata ornata da archi a tutto sesto divise da colonne con bassorilievi e,il candore della pietra d'Istria con il quale è stato costruito. Di particolare importanza la Galleria Internazionale di Arte Moderna, prima ad essere aperta in Italia nel 1897, che ospita al suo interno opere di pittura, scultura e grafica italiane e straniere. Le opere vanno dalla fine dell'800 fino ai giorni nostri ed appartengono ad artisti come: Morando, Boccioni, Savinio, De Chirico, Sironi, Mirò, Chagall, Kandinskj, Paul Klee, Cascella, Pomodoro e Calder.
All'interno del palazzo è ospitato anche il Museo di Arte Orientale con una delle più importanti raccolte di opere giapponesi che vanno dagli inizi del 1600 a metà del 1800, ad esse si affiancano oggetti provenienti dalla Cina in particolare vasi di porcellana e giade. Provengono invece dall'Indonesia la collezione di armi, di stoffe e figure del teatro delle ombre.
Il sestiere deve il suo nome all'antica chiesa di Santa Croce demolita durante il periodo Napoleonico. E' il quartiere che più degli altri durante il XX secolo ha subito le maggiori trasformazioni con la costruzione del ponte della Libertà, che dal 1933 collega Venezia alla terraferma, della Stazione Marittima, di Piazzale Roma e del mega parcheggio multipiano.
Il primo edificio venne costruito nel 967 in legno e paglia, solamente dopo un disastroso incendio avvenuto nel 1150 l'edificio venne riedificato in pietra. In passato davanti alla facciata sorgeva un cimitero. L'attuale facciata è opera di un rifacimento avvenuto nel 1861, mentre l'interno è a tre navate divise da antiche colonne con capitelli bizantini. Di particolare pregio sono l'Ultima cena opera di Jacopo Tintoretto posta nell'altare della navata sinistra e nella navata destra la Presentazione al tempio e committenti di Palma il Giovane.
Posta sul finire del Canal Grande la chiesa venne edificata intorno al IX secolo ma ricostruita tra il 1718 e il 1738 su progetto di Antonio Scalfarotto. Benchè si chiami San Simeone Piccolo è di dimensioni più grandi rispetto alla vicina San Simeone Grande, in quanto gli aggettivi si riferiscono alle dimensioni degli edifici prima dei rifacimenti del '700. L'edifico in stile neoclassico dispone di un pronao poggiato su di un basamento a gradini e sormontato da un timpano triangolare ornato da un bassorilievo marmoreo. Spicca la grande cuopola circolare rivestita in rame. L'interno a pianta circolare dispone di alte colonne corinzie a sostegno della cupola e 4 altari simmetrici.
In questo palazzo gotico, risalente al XV secolo, nacque nel 1707 Carlo Goldoni, considerato il più grande commediografo Veneziano. Di notevole bellezza sono il cortile interno del palazzo con il suo pozzo e lo scalone in pietra d'istria. Oggi il palazzo è sede del Museo Goldoniano, nel quale sono custoditi oggetti appartenuti al commediografo, costumi e scene teatrali, un piccolo teatrino con marionette del settecento.
Costruita sui resti di un precedente edificio francescano, a basilica venne iniziata nel 1330 e terminata solamente nel 1396. Nel 1926 ricevette da papa Pio XI il titolo di Basilica Minore. La chiesa, lunga 102 metri e alta 28, è considerata uno dei migliori esempi di stile gotico veneziano. Completamente costruita in mattoni rossi e pietra d'Istria, dispone di una facciata piuttosto sobria ornata da un bel rosone centrale, accompagnato da due laterali e un portale fiorito sormontato da tre statue. Il portale permette l'accesso allinterno della basilica divisa in tre navate da 12 possenti colonne. E' appunto l'interno della basilica ha riservare le sorprese migliori grazie ai suoi 17 altari monumentali ed alle opere in essa conservate tra queste: L'Assunta di Tiziano che troneggia sull'altare maggiore, sempre di Tiziano la Madonna di Ca' Pesaro, una scultura linea di Donatello, il monumento a Antonio Canova opera di un suo allievo e la colossale "macchina macabra" opera di Baldassarre Longhena per il doge Giovanni Pesaro.
La leggenda vuole che la sua edificazione sia avvenuta nel 421 ad opera di un carpentiere come ex-voto al santo, cui è intitolata, per averlo aiutato a domare un grave incendio. Secondo alcuni studi però, la chiesa risalirebbe intorno all'anno 1100. Miracolosamente scampata ad un grave incendio verificatosi nel 1513, fu oggetto di restauri agli inizi del 1600. Sulla facciata esterna spiccano: il campanile a vela, il grande orologio e il porticato gotico.
La zona di Rialto ospita fin dal 1097 il mercato di Venezia. Nel medioevo tale mercato rivestiva un'importanza a livello internazionale, qui avvenivano gli scambi tra i mercanti di Venezia e quelli che provenivano da oltralpe o dal sud Italia. Nei secoli la sua importanza è andata via via ridimensionandosi fino a divenire mercato cittadino del pesce (Campo della Pescaria) e della frutta e verdura (Campo Bella Vienna). Rialto oggi è una zona affollata da turisti, negozi, osterie, botteghe artigiane. La zona è molto suggestiva all'imbrunire quando le vetrine e le bancherelle vengono rischiarate dalle innumerevoli luci che si riflettono sul Canal Grande.
La zona di Rialto, in origine Rivoalto in quanto la più elevata rispetto al gruppo si isolotti su cui sorge la città, fu la prima zona di Venezia ad essere insediata e, fu proprio il Ponte di Rialto il primo ponte ad essere stato costruito in città. Diverse strutture in legno anticiparono l'attuale ponte in marmo opera di Antonio Da Ponte il cui progetto venne preferito a quelli di Palladio e Michelangelo. L'attuale ponte venne commissionato nel 1588 dopo un bando emesso dal comune di Venezia e fu terminato nel 1591. La costruzione di un nuovo ponte si rese necessaria in seguito ai crolli dei precedenti, il primo avvenuto nel 1444 in seguito all'enorme folla radunatasi per il passaggio della sposa del marchese di Ferrara e il secondo nel 1524. Assieme al Ponte dell'Accademia, al Ponte degli Scalzi, al Ponte della Costituzione è uno dei quattro ponti che attraversano il Canal Grande.
Noi li trattiamo separatamente ma, in genere Sestiere San Polo e Sestiere Santa Croce vengono trattati in maniera unitaria in quanto assieme formano un'unica area delimitata dal Ponte di Rialto e da Piazzale Roma (Stazione). Il Sestiere San Polo prende il nome da Campo San Polo, il più ampio di tutta Venezia. Il sestiere, bagnato dal Canal Grande, è dominato da botteghe di artigiani, mercati, negozietti, piccole osterie e dalle tipiche cicheterie. Il cuore pulsante del quartiere si snoda tra le strette viuzze che si aprono intorno al famoso Ponte di Rialto che collega San Polo a San Marco.