Chiamato affettuosamente dai veneziani "El paròn de casa" il campanile dall'alto dei suoi 98,6 metri domina su Piazza San Marco e sulla città. Assieme all'omonima piazza ed alla basilica è sicuramente il monumento più noto e visitato della città. L'edificazione del campanile iniziò nel 888, esso doveva svolgere le funzioni di torre di avvistamento e faro. Pesantemente danneggiato da un fulmine nel 1489 e dal terremoto del 1511, furono necessari pesanti opere di consolidamento, il 14 Luglio del 1902 il campanile crollò improvvisamente, dal crollo si salvò miracolosamente la campana. Il consiglio comunale dell'epoca decise di ricostruire il campanile dove era e come era. L'opera di ricostruzione durò 10 anni. La struttura di 12 metri di lato si erge per 50 metri sopra i quali sorgono gli archi della cella campanaria, a sua volta sormontata da un piedistallo per la cuspide piramidale sulle cui facce sono raffigurati alternativamente due leoni e la giustizia. In cima alla cuspide è posta la statua dorata dell'arcangelo Gabriele. L'ingresso al campanile avviene tramite la Loggetta del Sansovino, la salita al campanile avviene in ascensore.
Conosciuto con il nome di "Stranociada", il carnevale di Locarno è un'antica festa che si svolge di notte, una notte dove non si chiude occhio ma si balla, si sfila, si scherza e si mangia. La Stranociada mantiene viva una tradizione del 1800 quando erano i proprietari dei negozi del centro storico a nominare il sovrano della festa "Re Capilier", dal nome della bevanda digestiva che usavano per riscaldarsi, poi in corteo attraversavano le vie della città fino al comune da dove il Re si affacciava dal balcone del palazzo. Durante la notte della Stranociada regnava, e regna, la "libera repubblica di Sant'Antonio" in un tripudio di balli in maschera, musiche delle famose guggen, canti e colori. E' compito di RE Pardo I sovrintendere e controllare le danze, le maschere, ma sopratutto le libagioni. Con l'apertura delle tendine inizia la festa che si protrae fino alla mattina, il sabato tutti in Piazza Sant'Antonio per la distribuzione, a mezzogiorno in punto, del risotto con le luganeghe e, a seguire, la sfilata dei bambini ai quali verrà dato uno speciale premio. Come ogni anno nella notte tra venerdì e sabato verrà premiata la maschera più bella e le guggen migliori.
Attenzione: Per lo speciale evento è possibile entrare in città solo con il biglietto le casse saranno ubicate: in Piazza Ospedale, in Via San Francesco e in Via Borghese.
tra il 21 e il 22 Febbraio 2020
Vecchio di oltre 150 anni il carnevale di Bellinzona è conosciuto con il termine "Rabadan" che nel dialetto milanese significa confusione, baccano, frastuono. Secondo alcuni il termine deriverebbe addirittura dei tempi delle crociate richiamando la festa islamica del Ramadan, che prevedeva digiuno e preghiera di giorno e dopo il calare del sole cibo, feste e canti. Il carnevale di Bellinzona, organizzato dalla Società del Rabadan, si apre ogni anno il giovedì grasso per terminare il martedì grasso. I personaggi chiave dei festeggiamenti sono il Re Ramadan e la Regina Ramadan accompagnati dalla corte. Durante i giorni del carnevale sono previsti una serie di eventi come: la sfilata dei bambini delle scuole cittadine il venerdì pomeriggio, la sfilata delle guggen (gruppi di suonatori) il sabato pomeriggio e la grande sfilata dei carri allegorici e dei gruppi in costume della domenica pomeriggio. L'immancabile tiro alla fune del lunedì pomeriggio e la distribuzione gratuita di risotto e luganighe, mentre al martedì distribuzione del Brodino del Re. Durante tutto il periodo della manifestazione è in funzione "La città del carnevale" cioè tutta la città si trasforma in un enorme contenitore di eventi, manifestazioni e punti di ristoro, è però necessario un biglietto di ingresso da acquistare nei punti autorizzati (controlla l'elenco sul sito)
ATTENZIONE: La Società Rabadan RACCOMANDA a tutti coloro che intendono raggiungere Bellinzona per i festeggiamenti del carnevale di acquistare le tessere d'entrata unicamente nei punti vendita autorizzati.
dal 20 al 25 Febbraio 2020
In occasione del Natale 2019, la città di Rovereto organizza eventi originali, spettacoli e iniziative di qualità con talenti locali e ospiti di fama nazionale e internazionale. ilo conduttore sarà la LUCE per questo motivo verranno illuminate in maniera molto scenografica le vie e le facciate dei palazzi
Farà da scenografia agli eventi l'innovativo mercatino natalizio con eleganti casette bianche e il Grande Albero Natalizio un abete di oltre 18 metri donato dalla Magnifica Comunità di Folgaria, che si slancia verso il cielo a simboleggiare un ponte tra la città e la montagna, un rapporto nuovo tra l’uomo e l’ambiente, e l’unione fra i popoli per la Pace. Molto coinvolgente sarà la cerimonia della sua accensione in cui verrà proiettato un videomapping della campana della Pace e si udranno alcuni suoi rintocchi. Suonerà l’orchestra diretta dal maestro Simone Zuccatti, accompagnata da una suggestiva coreografia. Le pareti dei palazzi della piazza si illumineranno e scenderà la neve.
Camper: Area Camper Quercia - via Palestrina, sosta massima 48 ore, servizi e area attrezzata con cassa automatica.
Antica borgata, la cui storia è stata scritta nei secoli dai Romani, per i quali rappresentò una linea di confine, dai Longobardi che qui si scontrarono contro i Franchi, dai Milanesi che la assoggettarono alle famiglie Visconti e Sforza e dagli Svizzeri che la annoverarono nei loro domini a partire dal 1500. Conosciuta come porta delle Alpi oppure d’Italia a seconda da dove si provenisse, la città, pur rappresentando la capitale del Canton Ticino, ha conservato fino ai giorni nostri il suo carattere di borgata medioevale con caratteristiche viuzze, piazze, cortili e vecchie case. Protetta da tre castelli e da un’imponente cinta muraria regala al visitatore uno dei meglio conservati esempi di architettura militare del medioevo di tutto l’arco alpino, al punto da essere stata annoverata nel 2000 tra il Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Queste impressionanti strutture difensive si devono ai Duchi di Milano che intendevano in questo modo arrestare l’avanzata degli Svizzeri nel Canton Ticino. La città è famosa anche per il suo carnevale chiamato Rabadan, festeggiato da almeno di 150 anni.
Arroccato su di un promontorio roccioso l’imponente castello con le sue mura di fortificazione è sicuramente il più antico dei tre castelli cittadini. Una prima fortificazione dell’area avvenne in epoca Augustea, abbandonata a partire dal I secolo d.C., nel IV secolo viene edificata, sempre dai romani, una cinta muraria. Con la caduta dell’Impero Romano l’area subì la dominazione dei Longobardi ma, fu sotto i Franchi che vennero apportate le modifiche più significative alla struttura. All’interno delle mura vennero infatti edificati oratori, case, torri e depositi. Nel XIII secolo con l’apertura del passo di San Gottardo venne eretta la Torre Bianca, alta 27 metri, mentre nel XIV secolo venne eretta, sul lato orientale, la Torre Nera, alta 28 metri, collegata con quella bianca. Sempre nel XIV secolo il castello viene chiamato per la prima volta “Castel Grande” anche se sotto la dominazione svizzera verrà chiamato prima Castel d’Uri e successivamente Castello di San Michele. L’imponente cinta merlata si divide in tre settori, da uno di questi si stacca la muratura che una volta arrivava fino al Ticino ma, ora solamente fino alla città. Dal castello si gode di una splendida vista sulla città. Nel castello sono visitabili: Il museo, la corte interna e la cinta muraria. Il Castello è raggiungibile: - da piazza Collegiata seguendo le indicazioni su ripidi viottoli
- da piazza Nosetto sempre su ripidi viottoli
- da Via Orico per una comoda strada e per una comoda strada partendo da via Orico.
- dalla piazzetta Della Valle per un comodo ascensore. Parcheggio autosilo Piazza del Sole.
Il castello venne nel corso dei secoli chiamato: Castel Piccolo, Castel Nuovo e Castello di Mezzo, Castello di Svitto e infine castello di San Martino. Situato ad una novantina di metri sopra la città di Bellinzona, sul colle di Montebello, venne edificato su volere della famiglia Rusca, fuggita da Milano, intorno al XIII secolo. All’origine il castello era costituito da un mastio di forma trapezoidale, due corti interne ed alcune abitazioni. Fu verso la fine del 1400 che ad esso vennero aggiunte nuove mura con torri, un’apertura verso l’interno, il rivellino, un secondo fossato ed il camminamento di ronda. Il castello rimase di proprietà della famiglia Rusca fino al XVIII secolo quando venne acquistato dalla famiglia Ghiringhelli. Nel 1903, in occasione del centenario dell'indipendenza ticinese, il castello venne acquistato dal Cantone. E' raggiungibile a piedi da Piazza Collegiata o da Viale Stazione.
Il castello rappresenta l’ultima delle fortificazioni costruite a Bellinzona. Sorge sul luogo in cui in origine esisteva un’antica torre. Edificato su volere di Ludovico il Moro, dopo la battaglia di Giornico, per aumentare le difese sulla valle del Ticino, venne costruito tra il 1478 e il 1482 su progetto dell’architetto Daniele Ferrini. La fortezza, che sorge a 230 metri di altitudine, dispone di una cinta muraria dallo spessore di 4,70 metri, di un mastio e di una torre di vedetta. A partire dal 1798 il castello venne abbandonato. Solamente nel 1870 per evitare ulteriori degradi della struttura il Cantone lo cedette prima ad una società che voleva trasformarlo in albergo, e successivamente a tre famiglie private che lo trasformarono in residenza estiva. Nel 1919 il castello tornò di proprietà del Cantone che vi fece ricostruire il rivellino, i portali di accesso, la cappella ed il pozzo.
Si tratta di un edificio in stile rinascimentale con parecchi inserti in stile barocco. Al suo interno sono custodite opere d’arte risalenti ad epoche comprese fra il XV e il XIX secolo, tra queste un acquasantiera chiamata Fontana Trivulzio e un organo del 1588.
Graziosa cittadina turistica del Canton Ticino posta sulle rive settentrionali del Lago Maggiore. Grazie al particolare microclima, determinato dalla presenza del lago e dalla sua posizione in una conca protetta dalle Alpi, sul territorio crescono rigogliose parecchie piante tipiche dell’area mediterranea e subtropicale. L’area fu abitata sin dall’età del bronzo, come dimostrano alcun ritrovamenti effettuati in località vicine, mentre già nel II secolo a.C. per i romani rappresentava un apprezzato luogo di villeggiatura. Attorno all’anno 1000 si formarono le grandi famiglie nobiliari locarnesi tra queste: i Duni, i Magoria, i Muralto e gli Orelli. Queste famiglie unendosi in corporazione godettero di molta autonomia e autorità al punto da poter pretendere dazi e pedaggi. Tale corporazione ottenne la protezione di Federico Barbarossa che gli concesse l’esercizio di un mercato mensile, l’esenzione militare e dal pagamento delle imposte. Sul finire dell’XI secolo Locarno era la città più importante del Lago Maggiore. Successivamente una serie di sciagure tra le quali il crollo della torretta di Bellinzona, dalla quale transitavano le genti per i loro commerci, la diffusione di una nuova dottrina protestante, che obbligherà le famiglie della classe dirigente ad abbandonare la città, una epidemia di peste, svuotarono la città. In eppoca moderna Locarno ebbe una grande spinta turistica anche grazie all’incontro tra diversi capi di stato che qui firmarono “il patto di Locarno”, che avrebbe dovuto garantire sicurezza all’Europa occidentale.
La piazza in stile rinascimentale costituisce centro della vita sociale e culturale della città. Su di essa si affacciano: la Torre civica, il Palazzo della Società Elettrica Sopracenerina, l’ex Palazzo Governativo e il settecentesco Palazzo del Municipio. Sulla piazza si svolgono i tradizionali mercati, il Festival del Cinema e Locarno on ICE. Il Festival del cinema di Locarno è sicuramente il festival cinematografico più importante della svizzera ed uno dei 5 più importanti d’Europa, al vincitore viene consegnato il Pardo d’oro, per l’occasione nella piazza vengono collocati uno schermo tra i più grossi d’Europa e circa 8.000 posti a sedere. Durante il periodo Natalizio in occasione di Locarno on ICE viene invece montata una spettacolare pista di ghiaccio, una terrazza parzialmente coperta e riscaldata, un palco per i concerti dal vivo, quattro grandi igloo bar trasparenti e una piccoli chalets dove è possibile gustare diverse specialità gastronomiche. Vai all'evento
La chiesa venne edificata sui terreni ricevuti in donazione da Antonio da Padova intorno al 1200, secondo alcuni documenti venne però consacrata dal vescovo di Como solamente nel 1316. Dopo la visione mariana di fra Bartolomeo d’Ivrea i conventuali locarnesi eressero due piccoli oratori, in seguito l’oratorio dell’Annunziata ed infine riedificarono la chiesa di San Francesco. L’edificio venne costruito utilizzando materiali di recupero provenienti dal castello e dal cantiere di San Vittore di Muralto. L’interno della chiesa, a tre navate separate da due ordini di 5 colonne, conserva stucchi e affreschi di particolare pregio risalenti al XVII e XVIII secolo. Durante la dominazione svizzera venne utilizzata per importanti cerimonie ma, con la soppressione dei conventi, avvenuta nel 1848, anche la chiesa venne chiusa per essere utilizzata come magazzino. Solamente nel 1924 venne riaperta al culto. Nell’ex convento è possibile ammirare la sala dell’antico refettorio, interamente affrescata da Antonio Baldassarre Orelli e i due chiostri.
Si tratta di un imponente palazzo signorile costruito nel XVI secolo per la famiglia Lussy, successivamente venne acquistata dalla Famiglia Orelli che dopo alcune opere di ampliamento la vendette alla famiglia Rusca che la cedette a sua volta al comune. La casa è finemente decorata e ornata sia nelle sue parti interne che esterne, di particolare pregio sono il salone d’onore, i portali di accesso al palazzo e la loggia che si affaccia sul cortiletto.
Posto all’estremità meridionale della città il castello, di origini medioevali, dal 1513 al 1798 fu sede dei Landfogti, mentre ora ospita il museo archeologico. Il museo espone un’importante collezione di vetri di epoca romana e altri oggetti provenienti dall’area del verbanese, oltre a documenti relativi al Patto di Locarno, costumi del XVIII secolo e porcellane di Nymphenburg.
Secondo la tradizione fu Fra Bartolomeo d’Ivrea a far costruire un edificio di culto proprio sul sasso in cui la notte fra il 14 e il 15 Agosto 1480 apparve la Madonna. Oggi sul luogo sorgono la Chiesa dell’Annunciazione, la Via Crucis e il Santuario della Madonna del Sasso. Il santuario, inserito tra il patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, come tutti i monti sacri, è oggi uno dei luoghi storici e religiosi più importanti del Canton Ticino. L’aspetto attuale del Santuario si deve ad un’importante opera di rifacimento avvenuta tra il 1587 e il 1620 e ad aggiunte avvenute tra il 1625 e il 1677. L’interno della chiesa, riccamente decorato, conserva alcune opere di particolare pregio come una madonna lignea dei maestri di Viggiù, un dipinto su tavola lignea del Bramantino ed un quadro di Antonio Ciseri raffigurante il trasporto di Cristo al sepolcro. Costruito su di uno sperone di roccia a picco sulla città, il piazzale del Santuario offre un’incantevole veduta sul lago, sulla valle e sulle montagne circostanti. Il santuario è raggiungibile tramite la caratteristica funicolare che dal centro cittadino porta fino al Sacro Monte.
E’ la cima che sovrasta la città di Locarno dalla cui sommità nelle belle giornate è possibile vedere l’estremità del Lago Maggiore e Punta Dufour nel Massiccio Monte Rosa. Cimetta è raggiungibile partendo la Locarno con la funicolare fino ad Orselina, per poi proseguire con la moderna funivia fino a Cardada (1340 m) e con la seggiovia fino a Cimetta (1670 m).
La modernissime terme, sorgono sulle rive del Lago Maggiore e grazie alla splendida terrazza panoramica offrono uno spettacolare panorama. L'architettura interna riprende le caratteristiche delle Valli ticinesi regalando, in forma moderna, nicchie, grotte e cascate. Le terme sono il luogo ideale per tutti coloro che vogliono prendersi una giornata di relax dedicandosi alla cura del corpo e dello spirito in un luogo ricco di quiete. Lo stabilimento si divide in varie zone: una zona bagno, una zona sauna, una zona SPA, e una zona ristorazione. Tutti i bagni sono esclusivamente di acqua salina. Il bistrò offre squisite specialità culinarie da gustare sulla splendida terrazza.
Antico borgo della Val Vigezzo della quale rappresenta il centro politico e religioso. I primi insediamenti del l’area risalgono al I secolo d.C. come dimostrano alcuni ritrovamenti avvenuti in loco. La zona venne però abbandonata per un lungo periodo di tempo, rimanendo praticamente disabitata, probabilmente a causa delle frequenti esondazioni del fiume Melezzo. Considerata un’area strategica da parte del clero locale, in quanto equidistante da parecchi borghi delle vicinanze, vi venne edificata intorno al IV - V secolo la chiesa di Santa Maria Maggiore. Solo a partire dal XIII secolo si può però parlare di un vero e proprio insediamento intorno alla chiesa. Oggi la città è famosa principalmente per alcuni eventi che la caratterizzano come il raduno internazionale degli spazzacamini che avviene ogni anno la prima domenica di settembre, i mercatini di Natale e la rassegna dei fiori di zucca.
Secondo la leggenda la chiesa venne edificata da San Giulio d’Orta e da suo fratello nel IV secolo in una zona disabitata a causa delle frequenti esondazioni del fiume. Alla fine del XI secolo venne ingrandita, mentre tra il 1733 e il 1742 venne abbattuta e completamente rifatta. Dalla distruzione si salvò solamente il campanile finanziato dal ricco Giovanni Paolo Feminis, inventore dell’acqua di colonia. L’interno ad unica navata è decorato da affreschi di Lorenzo Peretti e Giuseppe Mattia Borgnis, considerati tra i padri dell’affresco vigezzino. L’altare laterale, dedicato a Carlo Borromeo, ospita le reliquie del Santo.
Si tratta di due chiese tra di loro intersecate poste appena fuori dall’abitato. La chiesa dedicata a Giovanni Evangelista venne edificata nel 1483 ma quasi completamente rifatta nel 1744, mentre l’oratorio di San Rocco, decisamente più piccolo, venne edificato con le offerte della popolazione di Crana come ringraziamento allo scampato pericolo ad una epidemia di peste del 1529.
Attualmente sede del comune, la casa venne edificata nel XVIII secolo dalla famiglia Rossetti che si ispirò alle abitazioni transalpine dai caratteristici tetti spioventi e dai tasselli sottogronda decorati. Il nome della casa deriva però dalla moglie dei secondi proprietari Antonia Ponti. Essendo i primi proprietari dei pittori arricchirono la casa di affreschi e ornamenti, di particolare pregio sono i vetri piombati realizzati a Zurigo nel 1780.
Unico in Italia nel suo genere il museo dello spazzacamino, posto all’interno di Villa Antonia, si sviluppa su due livelli: al primo piano un’esposizione di attrezzi, abiti, opere pittoriche che ricostruiscono la storia e il significato del mestiere, al primo piano un percorso multisensoriale da effettuare con cuffie. Il visitatore entra in una canna fumaria orizzontale, ascolta il rumore del riccio e della raspa, rivive la miseria dei piccoli spazzacamini, infila la testa all’interno di un camino ed infine viene coinvolto nell’epopea delle grandi famiglie vigezzine che grazie a questo mestiere hanno conquistato la ricchezza.
Orari: dal 20 giugno al 10 settembre tutti i giorni 10-12 e 15-18, chiuso il lunedì; dall11 settembre al 19 giugno solo sabato e domenica 10-12 e 15-17, chiuso da Novembre a Febbraio
Il museo nasce nel 1878 come atto di fondazione del pittore vigezzino Giovanni Maria Rossetti Valentini che in Francia aveva conquistato fama e ricchezza. Tornato in Italia decise di aprire una scuola gratuita di disegno e ornamento per i ragazzi della valle che desideravano avvicinarsi alla pittura. Nel giro di poco tempo la scuola divenne un vivace centro di incontro di artisti ed intellettuali. Ora la pinacoteca espone ritratti e paesaggi di grandi maestri vigezzini dall’800 ad oggi oltre ad opere di intaglio nel legno a soggetto religioso.
Situata nella centralissima Piazza del Risorgimento la casa era l’antica sede del pretore della Val Vigezzo, luogo da dove esercitava il suo potere giuristizionale o mandamento sulla valle. In seguito è divenuto sede del Municipio Comunale, oggi invece è sede di esposizioni temporanee, eventi e manifestazioni culturali. L’edificio è decorato con motivi geometrici a colori caldi, è formato da tre di corpi di epoche differenti: la torretta delle prigioni è la parte più antica, la piccola stanza con gli archi a tutto sesto è settecentesca mentre la parte rivolta a sud è dell’Ottocento.
L'itinerario si sviluppa tra l'Italia del Nord, e precisamente il Piemonte, e il Canton Ticino, toccando le sponde Nord del Lago Maggiore, noi di Girolando lo abbiamo percorso in un week-end ma, si tratta di luoghi talmente belli, ricchi di storia e di tradizioni che vale la pena fermasi qualche giorno in più. I luoghi offrono attrattive turistiche in qualsiasi momento dell'anno: in inverno i mercatini di natale, le belle piste da sci, Locarno on Ice, a febbraio molto noto il carnevale, mentre in estate numerose sono le escursioni offerte dalle montagne circostanti. Le sponde del lago offrono poi la possibilità di rilassarsi e rinfrescarsi nelle belle spiagge da Maggio a Settembre. Non dimentichiamoci che sia Locarno che Bellinzona dispongono di siti inseriti tra il patrimonio dell'umanità dall'Unesco.
Con la fine dell'estate e l'arrivo dell'inverno giunge il momento della raccolta delle mele, delizioso frutto del peccato, con il quale si preparano gustose ricette. Secondo gli studiosi l'origine della mela che si presenta nelle varianti gialla o rossa deriverebbe dal Neolitico. Attualmente viene utilizzata sia in cucina che per la produzione di maschere di bellezza in quanto aiuta a rinnovare, addolcire ed esfoliare la pelle. L'alto contenuto di vitamine (B1, B2, B6, E, C) niacina, acido folico, flavonoidi e carotenoidi gli conferiscono un alto valore antiossidante, aiuta inoltre l'organismo ad eliminare le sostanze tossiche. Si può tranquillamente affermare che la mela abbia accompagnato l'umo nella sua storia:
- fu una mela il frutto del peccato originale
- fu una mela d'oro che Paride diede in premio ad Afrodite in quanto Dea più bella dell'Olimpo
- fu una mela quella posta sul capo di Guglielmo Tell
- fu la caduta di una mela in testa ad Isac Newton a fargli intuire la forza di gravità
La mela può inoltre essere somministrata ai bambini a partire dal quarto mese di vita, può essere mangiata cruda, cotta oppure preparata in una miriade di ricette come lo Strudel di Mele.
Lo strudel è il Dolce tipico del Trentino ma, le sue origini pare derivino dalla Turchia diffondendosi poi in Ungheria e Austria. La ricetta originale prevede l'Uso delle mele renette anche se, soprattutto in Trentino vengono utilizzate le mele Golden; altra particolarità è l'uso della pasta, spesso per comodità viene utilizzata la pasta sfoglia ma, la ricetta originale prevede l'utilizzo di un particolare impasto.
- 1 pizzico di sale
- 23-30 ml di acqua tiepida
- 1 uovo medio-grande
- 1 cucchiaio di olio di oliva
- 150 gr di farina "00"
- 750 gr di mele
- 25 gr di pinoli
- scorza grattugiata di un limone (possibilmente non trattato)
- 60 gr di zucchero
- 50 gr di uvetta
- 100 gr di burro
- 1 cucchiaino di cannella
- 2 cucchiai di Rum
- 75 gr di pangrattato tostato
Impasto: in una ciotola versare la farina setacciata, il sale, l'uovo, l'acqua e l'olio, mescolare il tutto energeticamente fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo, poi formare una palla, ungetela e mettetela a riposare per circa 30 minuti in un luogo fresco (copritela con della pellicola trasparente oppure con un panno pulito). Passata la 1/2 ora stendete la pasta, preferibilmente su di un canovaccio, fino ad ottenere un rettangolo (dimensioni circa 35x45), spennellatevi (tranne che sui bordi) 50 gr di burro precedentemente fuso in un pentolino e cospargetevi il pangrattato (precedentemente tostato in 50 gr di burro). Ora l'impasto è pronto per stendervi il ripieno. Dopo averlo arrotolato controllate che i bordi siano ben sigillati per evitare che il contenuto esca durante la cottura.
Ripieno: ammollare in una ciotola l'uvetta mettendola a bagno nel rum, sbucciate e tagliate le mele a pezzetti sottili, poi versatele in una ciotola assieme allo zucchero, ai pinoli, alla cannella, alla scorza di limone grattugiata e all'uvetta ben strizzata. Mescolate tutti gli ingredienti e disponeteli sull'impasto in maniera uniforme. Dopo aver arrotolato l'impasto dalla parte lunga spennellatelo con il burro fuso e ponetelo in una telia da forno, infornatelo in forno già preriscaldato. A fine cottura, se lo gradite, potete cospargere lo strudel di zucchero, servitelo preferibilmente tiepido magari accompagnato da un buon bicchiere di Vin Santo oppure Passito di Pantelleria.
Temperatura: 200° in forno statico
Tempo di cottura: 40 minuti
Difficoltà: bassa
Tempo di preparazione: circa 30 minuti, esclusi i tempi di cottura
Dal 1970 la Piazza deve il nome al famoso generale e presidente della repubblica francese Charles de Gaulle, in precedenza la piazza era conosciuta con il nome: Place de l’Etoile. Etoile o stella in italiano, in quanto dal centro della piazza partono 6 viali che a loro volta danno origine a 12 strade che si irradiano fino alla periferia cittadina. La piazza, sempre molto trafficata, ha al suo centro l’Arco di Trionfo.
La piazza venne fatta costruire da Napoleone nel XIV per ospitarvi la Biblioteca Reale, le Accademie e una statua equestre. La progettazione venne affidata all’architetto Jules Hardouin Mansart che la edificò in uno stile sobrio ed elegante in contrasto con gli eccessi dell’epoca. Gli edifici che vi si affacciano sono caratterizzati da arcate piene al pian terreno e nei due ordini superiori da finestre alternate a lesene. La statua equestre di Luigi XIV venne distrutta durante la Rivoluzione Francese e sostituita nel 1810 da una colonna alta 44 metri, per la sua costruzione venne utilizzato il bronzo fuso di 1200 cannoni delle armate russe e austriache. Oggi la piazza può essere considerata uno dei centri mondiali del lusso, in questa piazza vi è infatti la più alta concentrazione mondiale di gioiellerie. Su di essa si affacciano anche il Ministero della Giustizia e l’Hotel Ritz dove nel corso degli anni hanno soggiornato importanti personalità come Proust, Chanel, che prese ispirazione proprio dalla piazza per il tappo ottagonale delle bottigliette di Chanel n^ 5, e la principessa Diana.
Si tratta del secondo sito più visitato di Parigi dopo il museo del l’Houvre. Le lussuose gallerie si sviluppano su di un’area di circa 70.000 metri quadrati all’interno dei quali trovano spazio prodotti di abbigliamento, accessori, prodotti di bellezza e di gastronomia di oltre 300 marchi internazionali. Lo splendido edifico art decò con la sua enorme cupola di vetro, ben riflette lo spirito dei magazzini in un misto di tradizione, modernità ed eleganza. Oggi le gallerie sono suddivise in tre edifici distinti che si affacciano su Boulevard Haussmann:
Galeries Lafayette Haussmann(edificio storico principali)
Galeries Lafayette Homme e Gourmet (tematiche uomo e gastronomia) Galeries Lafayette Maison (tematica casa).
Non mancate una visita alla terrazza panoramica dalla quale si gode di una bella vista su Parigi e sull’Operà
Per l'ultima giornata di permanenza a Parigi abbiamo previsto shopping nei Magazzini Lafayette e una visita a Place Vendom.
Moderno parco posto alla periferia di Parigi nel 19° arrondissement, costruito nel 1983 dall’architetto svizzero Bernard Tschumi. Su di un'area di 55 ettari di terreno si susseguono strutture ipertecnologiche, strane architetture, giardini a tema e distese verdi. Attualmente il parco viene visitato ogni giorno da circa 30.000 persone, ma all’inizio fu molto odiato dai parigini a causa dei parecchi scandali legati alla sua edificazione ed ai lunghi tempi di costruzione.
Sito del Parco del la Vilette
Città della scienza e della tecnica
Inaugurata nel 1986 da François Mitterrand, la città della scienza ha come scopo primario la diffusione della scienza e della tecnica al grande pubblico, tutti gli argomenti trattati vengono quindi esposti in maniera chiara e fruibile da grandi e piccini. Il cuore della città è Explora che affronta svariati temi dalle esplorazioni spaziali alla tecnologia automobilistica per arrivare alla biologia ed al suono
Si tratta enorme spazio espositivo interamente dedicato ai bambini diviso in due grandi aree la prima dedicata ai bambini da 3 a 5 anni di età e l’altra a bambini dai 6 ai 12 anni. In entrambe le aree vengono spiegati con esempi e linguaggi adeguati alcuni dei principali fenomeni fisici come il comportamento dell’acqua o come si costruiscono le case.
Posto all’interno della città della scienza il planetario proietta filmati sullo spazio 6 volte al giorno ad orari prestabiliti. Sullo schermo, di oltre 1000 mq, vengono proiettati filmati che vi permetteranno di scoprire i misteri dello spazio, la storia della terra a partire dal big bang o come si sono formate le costellazioni.
Si tratta di una avveniristica costruzione a forma di sfera con 36 metri di diametro, composta da 6433 triangoli in acciaio inossidabile che nelle giornate di sole ne riflettono la luce. La struttura è considerata uno dei massimi esempi di architettura contemporanea di Parigi. Al suo interno si trova una moderna sala cinema con uno scherno a 180° e particolari effetti speciali che danno l’impressione allo spettatore di essere parte dell’azione. I film proiettati durano in genere 45 minuti. Vedi sito per la programmazione e gli orari.
Si tratta di un sottomarino costruito nel 1957 e tirato in secca nel 1989. Il sottomarino durante la sua lunga attività ha percorso 10 volte il giro della terra e passato ben 32.000 ore sott’acqua. La visita, vietata ai bambini sotto i tre anni, permette di scoprirne i segreti tecnologici e capire come avveniva la vita all’interno di uno spazio così ridotto.