Antica borgata, la cui storia è stata scritta nei secoli dai Romani, per i quali rappresentò una linea di confine, dai Longobardi che qui si scontrarono contro i Franchi, dai Milanesi che la assoggettarono alle famiglie Visconti e Sforza e dagli Svizzeri che la annoverarono nei loro domini a partire dal 1500. Conosciuta come porta delle Alpi oppure d’Italia a seconda da dove si provenisse, la città, pur rappresentando la capitale del Canton Ticino, ha conservato fino ai giorni nostri il suo carattere di borgata medioevale con caratteristiche viuzze, piazze, cortili e vecchie case. Protetta da tre castelli e da un’imponente cinta muraria regala al visitatore uno dei meglio conservati esempi di architettura militare del medioevo di tutto l’arco alpino, al punto da essere stata annoverata nel 2000 tra il Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Queste impressionanti strutture difensive si devono ai Duchi di Milano che intendevano in questo modo arrestare l’avanzata degli Svizzeri nel Canton Ticino. La città è famosa anche per il suo carnevale chiamato Rabadan, festeggiato da almeno di 150 anni.
Arroccato su di un promontorio roccioso l’imponente castello con le sue mura di fortificazione è sicuramente il più antico dei tre castelli cittadini. Una prima fortificazione dell’area avvenne in epoca Augustea, abbandonata a partire dal I secolo d.C., nel IV secolo viene edificata, sempre dai romani, una cinta muraria. Con la caduta dell’Impero Romano l’area subì la dominazione dei Longobardi ma, fu sotto i Franchi che vennero apportate le modifiche più significative alla struttura. All’interno delle mura vennero infatti edificati oratori, case, torri e depositi. Nel XIII secolo con l’apertura del passo di San Gottardo venne eretta la Torre Bianca, alta 27 metri, mentre nel XIV secolo venne eretta, sul lato orientale, la Torre Nera, alta 28 metri, collegata con quella bianca. Sempre nel XIV secolo il castello viene chiamato per la prima volta “Castel Grande” anche se sotto la dominazione svizzera verrà chiamato prima Castel d’Uri e successivamente Castello di San Michele. L’imponente cinta merlata si divide in tre settori, da uno di questi si stacca la muratura che una volta arrivava fino al Ticino ma, ora solamente fino alla città. Dal castello si gode di una splendida vista sulla città. Nel castello sono visitabili: Il museo, la corte interna e la cinta muraria. Il Castello è raggiungibile: - da piazza Collegiata seguendo le indicazioni su ripidi viottoli
- da piazza Nosetto sempre su ripidi viottoli
- da Via Orico per una comoda strada e per una comoda strada partendo da via Orico.
- dalla piazzetta Della Valle per un comodo ascensore. Parcheggio autosilo Piazza del Sole.
Il castello venne nel corso dei secoli chiamato: Castel Piccolo, Castel Nuovo e Castello di Mezzo, Castello di Svitto e infine castello di San Martino. Situato ad una novantina di metri sopra la città di Bellinzona, sul colle di Montebello, venne edificato su volere della famiglia Rusca, fuggita da Milano, intorno al XIII secolo. All’origine il castello era costituito da un mastio di forma trapezoidale, due corti interne ed alcune abitazioni. Fu verso la fine del 1400 che ad esso vennero aggiunte nuove mura con torri, un’apertura verso l’interno, il rivellino, un secondo fossato ed il camminamento di ronda. Il castello rimase di proprietà della famiglia Rusca fino al XVIII secolo quando venne acquistato dalla famiglia Ghiringhelli. Nel 1903, in occasione del centenario dell'indipendenza ticinese, il castello venne acquistato dal Cantone. E' raggiungibile a piedi da Piazza Collegiata o da Viale Stazione.
Il castello rappresenta l’ultima delle fortificazioni costruite a Bellinzona. Sorge sul luogo in cui in origine esisteva un’antica torre. Edificato su volere di Ludovico il Moro, dopo la battaglia di Giornico, per aumentare le difese sulla valle del Ticino, venne costruito tra il 1478 e il 1482 su progetto dell’architetto Daniele Ferrini. La fortezza, che sorge a 230 metri di altitudine, dispone di una cinta muraria dallo spessore di 4,70 metri, di un mastio e di una torre di vedetta. A partire dal 1798 il castello venne abbandonato. Solamente nel 1870 per evitare ulteriori degradi della struttura il Cantone lo cedette prima ad una società che voleva trasformarlo in albergo, e successivamente a tre famiglie private che lo trasformarono in residenza estiva. Nel 1919 il castello tornò di proprietà del Cantone che vi fece ricostruire il rivellino, i portali di accesso, la cappella ed il pozzo.
Si tratta di un edificio in stile rinascimentale con parecchi inserti in stile barocco. Al suo interno sono custodite opere d’arte risalenti ad epoche comprese fra il XV e il XIX secolo, tra queste un acquasantiera chiamata Fontana Trivulzio e un organo del 1588.
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