Broadway è la grande e lunghissima strada che attraversa diagonalmente Manhattan per proseguire nel Bronx fino ad arrivare Albany, capitale dello Stato di New York.
Restando nel suo percorso più noto, quello newyorkese, è su questa strada che troviamo due tra le mete imperdibili della città: il Flatiron Building, il famosissimo grattacielo dalla caratteristica forma triangolare (a ferro da stiro) e la fantasmagorica Times Square. Ma troviamo su questa via anche Union Square, importante crocevia e luogo di appuntamenti, che vi sarà probabilmente impossibile evitare o Columbus Circle, con i suoi stupendi negozi. Il suo tratto più famoso, la Great White Way è dalle parti di Times Square: è la notissima zona dei teatri (decine di teatri, molti dei quali aperti fin dall’inizio del 1900), con una incredibile offerta di spettacoli e soprattutto musical, alcuni dei quali sono diventati veri e propri miti, sempre in cartellone come: Mamma mia! (Metro: Linee N, R, Q fermata 49 a St; linea 1 fermata 50 a St), Hair, Billy Elliot e Lion King (Metro: Linee N, Q, R, S, 1, 2, 3, 7 fermata 42a St-Times Sq); West Side Story (Metro: linea 1 fermata 50 a St). Se siete interessati agli spettacoli di Broadway e siete inorriditi guardando i prezzi dei biglietti su Internet, prima di abbandonare l’idea, sappiate che esiste una possibilità last minute: il chiosco TKTS di Times Square vende a prezzo ridotto eventuali biglietti rimasti invenduti per il giorno stesso (lun-sab ore 15.00-20.00; per gli spettacoli diurni mer-sab ore 10.00-14.00 e dom 11.00-15.00). Un’altra possibilità è data dai cosiddetti spettacoli off-Broadway: allestimenti sperimentali, in piccoli teatri, a costi più contenuti. Potete informarvi (alcuni sono eccezionali!) ed acquistare i biglietti consultando il sito
È il quartiere che fa subito venire in mente le sue spiagge, dominate dalla grande ruota panoramica e dall’ottovolante Cyclone, del suo Luna Park. Questo fu inaugurato nel lontano 1903 con il nome (Luna Park, appunto) che è diventato sinonimo di questo tipo di divertimenti. Un gigantesco incendio lo distrusse quasi per intero nel 1946, lasciando indenni solo la ruota panoramica che è del 1920 e l’ottovolante che risale al 1927, che non erano neppure le sue attrazioni più spettacolari. Ha vissuto alterne vicende, ma i periodi di crisi e recessione che si sono susseguiti nel tempo non hanno contribuito a restituire al Luna Park il fascino e lo splendore iniziali. Un recente progetto di costruzione di un Parco Disneyano ha incontrato difficoltà economiche e proteste dei cittadini che temono una cementificazione del lungomare. Adesso si pensa ad una soluzione meno dispendiosa ed invadente, che però garantisca l’apertura lungo tutto l’arco dell’anno. Attualmente, infatti, il Luna Park è aperto solo nel fine settimana, da aprile al primo lunedì di settembre, giorno della Festa del Lavoro.
È attualmente il più trendy e creativo dei quartieri di Brooklyn: C’è chi sostiene che a Williamsburg tutto viene ricreato e reinventato ed è davvero quello che si respira camminando tra le sue case basse, coperte di murales, i negozietti vintage, le gallerie d’arte, i mercatini biologici, i ristoranti economici e le boutique interessanti. L’arte del riutilizzo sembra il filo rosso che collega le diverse proposte e, del resto, il quartiere stesso nasce su un’area di magazzini in disuso, recuperati in modo originale per farne laboratori, atelier, punti vendita. Se cercate vinili, stilisti promettenti, prodotti Made in USA, attuali e d’altri tempi, è qui che potete trovarli.
Se ritenete troppo lontano o troppo impegnativa la visita al bellissimo New York Botanical Garden del Bronx, il Brooklyn Botanic Garden può essere un’alternativa valida e, per molti aspetti, sorprendente. Ospita, infatti, più di 10.000 specie di piante su circa 20 ettari di terreno. Offre un susseguirsi di varie tipologie di giardini. Particolarmente bello è quello Giapponese, con il suo tempio shintoista ed il laghetto con le tartarughe, che regala una splendida fioritura degli alberi di ciliegio nel mese di maggio. Per l’occasione viene organizzato il Cherry Blossom Festival, con spettacoli di musica ed eventi legati alla cultura giapponese, che richiama un grande numero di visitatori. Molto interessante e molto ben organizzato è il Fragrance Garden, il giardino dei profumi, dedicato alle persone non vedenti. Fu creato nel 1955 da Alice Recknagel Ireys ed è un luogo dove si è invitati a toccare ed annusare le piante. Queste, identificate anche con etichette in braille, sono disposte in modo da essere pienamente accessibili anche a visitatori in sedia a rotelle. Il giardino è organizzato per tema: il profumo, il tatto, i sapori ecc. Per questa meta è particolarmente adatto un clima mite e soleggiato. Vestitevi in modo sportivo e indossate scarpe comode. Cappello, crema solare, occhiali da sole e acqua da bere possono essere utili nella stagione calda.
È il secondo museo degli Stati Uniti dopo il MET ed ospita una raccolta impressionante di reperti ed opere dall’antichità ai nostri giorni. Ha sede in un imponente edificio realizzato in stile Beaux Arts, neoclassico di scuola francese, nel 1897 dagli architetti McKim, Mead e White, tra i più noti nella storia dell’architettura statunitense. Il progetto originario prevedeva una costruzione cinque volte più grande dell’attuale: sarebbe dovuto essere il più grande museo del mondo. Anche nelle sue reali dimensioni, il Museo, con i suoi 5 piani, è interessantissimo, sia per la sua collezione permanente, sia per le sue mostre temporanee. La sezione dedicata all’antico Egitto, la più grande sul continente americano, è preziosa e suggestiva, grazie all’eccellente allestimento delle sale dedicate. Davvero spettacolari sono anche le sezioni dedicate all’Arte Africana, all’Arte dei Nativi Americani, alla storia dell’arredamento (con interni di case statunitensi ricostruite fin nei minimi dettagli e arredate con mobili originali). Il Museo ospita anche una bella collezione di statue di Rodin, una toccante rassegna di documenti, foto e testimonianze del lungo cammino per la conquista dei diritti civili da parte delle minoranze e una coinvolgente sezione dedicate all’Arte Femminista, che culmina con la famosa e discussa (per l’esplicito richiamo iconico al sesso femminile) opera Dinner Party del 1979 dell’artista americana Judy Chicago e del lavoro di 400 donne durato ben 5 anni: una grande tavola triangolare apparecchiata con 39 posti, dedicato ad altrettante donne famose di tutti i tempi (scrittrici, musiciste, artiste, intellettuali, scienziate, figure mitologiche …) e ad altre 999 donne distintesi per aver contribuito positivamente allo sviluppo della società e al cammino per l’uguaglianza e per i diritti delle donne. Belli i giochi d’acqua sul piazzale antistante il Museo. I servizi che il Museo offre sono particolarmente curati: fra questi c’è anche un ottimo ristorante.
Questa costruzione, spettacolare esempio di Art Decò, costruita nel 1941, con la sua particolare forma, vuol suggerire l’idea un libro aperto, adagiato sulla Grand Army Plaza. Se riuscirete a dedicargli un po’ del vostro tempo, vi piacerà anche il suo interno sia dal punto di vista architettonico, sia perché si tratta di una biblioteca molto ben organizzata, molto frequentata, che organizza spesso interessanti mostre temporanee. Il piccolo caffè del terzo piano offre, inoltre, una bella vista della piazza sottostante.
Prima della seconda guerra mondiale questo quartiere era abitato prevalentemente da immigrati irlandesi, italiani ed ebrei. Successivamente vi si stabilirono nuclei di persone afroamericane e caraibiche. È un quartiere di grandi progetti non realizzati (erano per esempio, previsti grandi viali che, partendo da Prospect Park, dovevano attraversare sia Brooklyn sia il Queens), da sempre meta, soprattutto in tempi recenti, di persone in fuga dalla vita costosa e caotica di Manhattan. Nonostante il suo nome, questa è una zona pianeggiante di Brooklyn. La Grand Army Plaza, con il Monumento ai Soldati e ai Marinai e la bella biblioteca meritano sicuramente attenzione, così come il modernissimo condominio in vetro opera dell’architetto statunitense Richard Meier che le sta di fronte, sul lato opposto della piazza. È a Prospect Heights che, il primo lunedì di settembre, nel giorno della Festa del Lavoro, si svolge il famoso West Indian American Day Carnival Parade che, con le sue fantastiche sfilate in costume, le sue ottime proposte di cibo caraibico e la sua musica travolgente, attira ogni anno un gran numero di partecipanti.
“Prospect Park è un mondo a sè: un’oasi di 585 acri (circa 236 ettari) di sconcertante bellezza naturale, edifici storici e molto altro.” Questo è quello che promette il sito e chi l’ha visitato di persona si dichiara assolutamente d’accordo. Fu progettato dagli stessi architetti, Calvert Vaux e Frederick Law Olmsted, che avevano realizzato Central Park, e, per loro stessa ammissione, ne costituirebbe addirittura un superamento. Facili da notare sono le analogie tra i due parchi (come l’immenso prato dove migliaia di persone si riuniscono a piccoli gruppi nei giorni di festa per rilassarsi, prendere il sole e fare picnic; le aree dedicate ai diversi e innumerevoli sport e quelle attrezzate per i barbecue). Anche questo parco è attraversato da un torrente, il Lullwater Creek, che contribuisce a creare suggestivi scorci, con corsi d’acqua, ponticelli e laghetti dove andare in barca. Ha una parte collinosa, una parte coperta da un vero bosco, fitto e selvaggio e una parte riservata a Giardino Botanico. Molti gli edifici storici, tra cui una bella rimessa per le barche e la Leffert Historic House, costruzione del diciottesimo secolo che ospita una bella collezione di giocattoli d’epoca. Per i bambini, nel Children Corner, c’è una bella giostra con i cavalli, che proviene da Coney Island, una pista di pattinaggio e un piccolo Zoo che ospita circa 400 animali, tra cui otarie e wallaby. Nel parco si svolgono, soprattutto nella bella stagione, eventi e manifestazioni e vi si tengono concerti gratuiti nel Prospect Park Bandshell. I Centri Turistici di Informazione e gli alberghi forniscono mappe davvero necessarie viste le dimensioni del parco e utili per tracciare un itinerario per vedere i punti di maggior interesse.
Il parco ha molti ingressi: non trascurate quello di Grand Army Plaza, caratterizzato dal grande arco, che vi consentirà di dare uno sguardo a questa ampia piazza e al monumento dedicato ai Soldati e ai Marinai, che risale al 1892.
Per questa meta è particolarmente adatto un clima mite e soleggiato. Vestitevi in modo sportivo e indossate scarpe comode. Cappello, crema solare, occhiali da sole e acqua da bere possono essere utili nella stagione calda.
Non a caso è stato il set del film Il calamaro e la balena di Noah Baumbach del 2005: le sue belle ed eleganti strade alberate, le sue caratteristiche case a schiera in brownstone della fine del ‘1800 fanno di questo quartiere uno dei luoghi più piacevoli di Brooklyn. Sorge su una zona agricola (Prospect Hill) che venne letteralmente trasformata dalla costruzione del Parco che ne prese il nome: fu allora che divenne un ambito luogo residenziale per le classi altolocate della città e i suoi edifici risalgono tutti, infatti, al periodo a cavallo tra il 1800 e il 1900. Tutt’ora è una delle zone più richieste a livello immobiliare: servita da ben 10 linee della Metropolitana, è un quartiere che offre spazi verdi, culturali e storici (Brooklyn Conservatory of Music, Brooklyn Arts Exchange, Puppetworks, Old Stone House) d’eccezione, eleganti locali e bei negozi, molti dei quali dedicati al vintage.
Negli ultimi anni tutta l’area circostante il punto di innesto del ponte di Brooklyn, lungo l’East River, tra i quartieri di Dumbo (quartiere famoso per gli atelier dei tanti artisti in fuga dai costi proibitivi di Manhattan) e Cobble Hill (quartiere poco noto, ma piacevole, con i suoi bar, le sue case letteralmente ricoperte da scale antiincendio e piccoli negozi) è stata teatro di grandi lavori (che sono ormai in fase ultimazione o quasi) per la realizzazione del Brooklyn Bridge Park, progetto di recupero paesaggistico di ampio respiro. Riguarda, infatti, la trasformazione di una zona di circa 24 ettari, i moli dell’antico porto di New York, in un’area verde, attrezzata dove godere della magnifica vista di Manhattan che si offre da questo punto della riva. I tratti già realizzati sono piacevolissimi con aree di gioco per i bambini, piste ciclabili, campi sportivi, una piscina, aree da picnic e barbecue, aree riservate ai cani e zone ristoro. Il progetto che è realizzato dalla Michael Valkenburgh Associates, oltre a recuperare così brillantemente un’area per decenni degradata e irraggiungibile, ha anche un risvolto forse non ancora del tutto evidente ai turisti che vi transitano, ma molto contestato dai cittadini che vorrebbero salvaguardare dalla speculazione edilizia un luogo unico: prevede, infatti, anche la costruzione di un albergo e di un numero rilevante di appartamenti di lusso il cui ricavato andrebbe a coprire parte delle spese di impianto e gestione del Parco stesso.
Sperando che le parti in causa trovino la miglior soluzione possibile, godetevi intanto questa splendida passeggiata insieme ai tanti newyorkesi che vi si recano per rilassarsi, correre, allenarsi, nuotare e dove, a qualsiasi ora del giorno e della notte, potrete scattare foto eccezionali. Tantissimi anche gli eventi, i concerti e gli spettacoli gratuiti che vi si svolgono.
Spingetevi fino ad arrivare al Jane’s Carousel, la bella giostra con i cavalli del 1922, proveniente dall’Ohio, impreziosita dalla sua teca di vetro (per saperne di più sulla sua affascinante storia, gli orari di apertura e i prezzi, potete consultare il sito e ancora più avanti, sotto il Ponte di Brooklyn, fino al piccolo mulino e al famosissimo River Cafè, suggestivo con le sue lucine, ma carissimo e quasi sempre riservato.
Vista la sua conformazione e la recente messa a dimora delle piante, la zona è molto aperta al vento ed esposta ai raggi del sole e potrebbero, quindi, esservi utili sciarpa, giacca a vento, cappello, crema solare, occhiali da sole e acqua da bere, a seconda delle stagioni.
È un Museo particolare, tutto da esplorare, che piacerà molto sia ai bambini sia agli adulti. Si trova in Brooklyn Heights, all’interno di una stazione della Metropolitana che, costruita nel 1936, fu utilizzata solo per 10 anni. È il più grande Museo degli Stati Uniti in tema di trasporto pubblico e intende diffonderne la storia, la cultura e la tecnologia attraverso mostre, laboratori ed attività educative. All’interno è documentata la storia ormai centenaria dei trasporti di New York con una collezione di vetture d’epoca su cui è possibile salire. Al piano superiore ci si muove tra esperimenti di ogni genere, interessanti e coinvolgenti (come funziona la dinamo, cosa sono e come si comportano i materiali conduttori …. e così via fino a “guidare” pullman). Il negozio del New York Transit Museum vende tantissimi souvenir (magliette, ombrelli, cappelli….) con la stampa della caratteristica rete della metro Newyorkese. Se andando in metro sarete colpiti dai divertenti manifesti rettangolari, ispirati al tema della metropolitana, sappiate che fanno parte di una vera e propria collezione (si chiama Arts for Transit) e che si possono acquistare in questo Museo o anche on line.
É forse, tra tutti i quartieri di Brooklyn, quello che ha maggiormente conservato il suo antico aspetto, fatto di case in brownstone (i caratteristici mattoncini in arenaria rossa) o in stile federale, con torrette, decorazioni in terracotta e grandi vetrate; di ampi viali alberati, vecchie chiese ed edifici storici. L’atmosfera è tranquilla, quasi d’altri tempi, totalmente in contrasto con i ritmi di Manhattan e le vie hanno nomi di frutta e non quelli altisonanti di famosi personaggi. Non ci si sorprenderà, quindi, se è proprio questo il quartiere dove molti autori hanno scritto i loro libri più noti, come Truman Capote che scrisse il suo Colazione da Tiffany al n.70 di Willow Street. E qui una delle cose più belle da fare è passeggiare lungo la Brooklyn Heights Promenade, affacciata sul Brooklyn Bridge Park, in modo tale da consentire una vista eccezionale su Lower Manhattan e il New York Harbor che, tra fiumi, estuari e baie spinge la nostra vista fino ad abbracciare in lontananza la Statua della Libertà. La sua via principale è Montague Street (che ricorderete nella canzone Tangled Up in Blue di Bob Dylan) caratterizzata da eleganti edifici e un buon numero di ristoranti.
Guardiamoci Brooklyn perché ne vale davvero la pena! Ha una sua storia, una sua cultura e una sua fisionomia. Fino al 1898, anno in cui entrò a far parte dei 5 borough di New York, era una città indipendente e c’è chi ancora pensa con fierezza che quella decisione sia stata un errore per Brooklyn. Chi riuscirà a fuggire anche solo per qualche ora dalla splendida Manhattan non resterà deluso dai suoi edifici, dal suo grande parco, dal suo importante Museo, dal suo Giardino Botanico, dai suoi quartieri “recuperati”, vivaci pieni di negozi inusuali e trendy e dall’atmosfera più autentica e meno turistica che vi si respira. Se avete scelto una sistemazione a Manhattan, oltre alle tante linee di metro che avrete a disposizione, potrebbe anche essere l’occasione per percorrere a piedi l’intero Ponte di Brooklyn: sono solo una ventina di minuti, impagabili anche solo per vedere la splendida vista che regala l’altra sponda dell’East River.
Fu inaugurato nel lontano 1899 con l’obiettivo di “studiare la zoologia, proteggere gli animali ed educare il pubblico al rispetto della natura”. È il più antico degli Stati Uniti ed il primo a porsi il problema di ricreare quanto più possibile i contesti originari delle diverse specie ospitate e la conseguente necessità di progettare spazi ampi e aperti. È suddiviso in zone tematiche: giungla, mondo degli uccelli, mondo dei rettili, mondo dell’oscurità ecc. L’area dedicata ai gorilla del Congo è la più grande foresta artificiale del mondo e parte del ricavato dei biglietti di ingresso è utilizzato per finanziare progetti per la salvaguardia di questa specie, in via di estinzione. Per chi ama i giardini zoologici, questo del Bronx, il più grande dei quattro Zoo di New York, è sicuramente da non perdere. In una recente classifica si pone al primo posto tra i dieci più interessanti al mondo. Anche chi non ama questo tipo di attrazione dovrà riconoscere che molti degli spazi che gli animali hanno a disposizione, anche se non tutti, sono davvero ampi. Perciò portatevi teleobiettivo e binocolo perchè in molte occasioni sarà come partecipare ad un safari fotografico: dovrete avere buona vista ed un pizzico di fortuna per avvistare gli animali. Ovviamente non mancano anche situazioni in cui, al contrario, si cerca di favorire al massimo i visitatori, con passaggi, passerelle, trenini-navetta, funivia o altre soluzioni che li avvicinino il più possibile agli ospiti dello zoo. Viste le sue dimensioni (lo Zoo ha un’estensione di 107 ettari!) e l’impossibilità di vederlo tutto, sarà bene informarsi sugli orari dei pasti dei diversi animali e sugli eventi del giorno e costruirsi un percorso utilizzando le mappe, disponibili in varie lingue, in distribuzione all’ingresso. Moltissimi i punti ristoro e molti anche gli shop dove acquistare magliette, cappellini e peluche con il simpatico logo del Bronx Zoo.