Si tratta di un piccolo comune posto agli inizi del versante piemontese del Parco Nazionale. Le origini del borgo sono molto antiche, le prime notizie risalgono ai tempi delle crociate, quando Noasca venne offerta dal conte del Canadevese Guido alla chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nei secoli successivi divenne feudo prima dei conti di San Martino e successivamente della potente famiglia dei Valperga. Purtroppo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 le risorse del territorio non furono più sufficienti per sostenere la popolazione, così molti abitanti si trasferirono verso altri centri in grado di offrire condizioni di vita migliori. Attualmente il piccolo borgo si anima di villeggianti e turisti durante i periodi di vacanza.
Dal borgo tramite il "sentiero del re" è possibile raggiungere il Gran Piano di Noasca, dove sorge una delle Case Reali di Caccia, mentre prendendo la valle della Noaschetta si raggiunge l'omonima suggestiva cascata con un dislivello di 32 metri.
Il paese è anche sede di uno dei Centri Didattici del Parco: "Le forme del paesaggio", che ospita un'esposizione permanente sulla geomorfologia del parco, gli agenti modificatori dell'ambiente, la composizione delle rocce e la loro degradazione. Il percorso di visita si sviluppa su pannelli illustrati con vari gradi di approfondimento. Per i più piccoli è stata pensata un apposita illustrazione a fumetti, dove a fare da cicerone è Stamby, uno stambecco molto simpatico.
ll Nivolet, posto a 2.500 metri di altitudine, è uno splendido pianoro di torbiere e ambienti umidi . Grazie alla sua posizione, alla sua vegetazione ed ai due laghetti costituisce l’habitat di stambecchi, camosci, marmotte, ermellini, volpi, uccelli, e di rare specie di fiori. Durante la stagione estiva non è raro poter osservare le marmotte che entrano ed escono dalle loro tane oppure che stanno sdraiate a godersi il sole. Molto facile è anche vedere camosci o stambecchi che brucano l'erba, saltellano da una roccia all'altra oppure stanno placidamente sdraiati al sole. La piana del colle è raggiungibile sia in macchina, in navetta o bicicletta da Ceresole Reale, oppure a piedi dalla Val Savarenche. Il percorso a piedi dalla Val Savarenche non è adatto ad essere percorso da bambini piccoli oppure da persone non abituate a camminare. Dalla piana del colle del Nivolet partono una serie di sentieri, alcuni molto facili, altri più impegnativi, che in breve tempo portano alle cime più belle e ai panorami più spettacolari del parco.
Per evitare, il trasformarsi del pianoro in un enorme parcheggio, negli ultimi anni è stato avviato un progetto che oltre a limitarne il traffico, prevede il rilancio dell'intera area attraverso proposte turistiche e culturali di qualità. Consultare il sito del parco per il dettaglio degli eventi.
Per raggiungere la parte Piemontese, e precisamente Canavesana, del Parco Nazionale del Gran Paradiso se si arriva da Sud (Genova) è necessario percorrere la A26 (E25) fino a Ivrea, se invece si arriva da Milano è necessario percorrere la A4 (E64) direzione Torino fino allo svincolo per Ivrea/Aosta A5 (E25) e poi uscire ad Ivrea. Da Ivrea è necessario percorrere la strada statale SS565 direzione Cuorgnè/Pont Canavese e poi la strada provinciale SP460 direzione Ceresole Reale, da Ceresole Reale si può raggiungere il Colle del Nivolet tramite la strada provinciale SP50. Se si arriva da Torino la via più breve è percorrere tutta la strada provinciale SP460. Gli ultimi tratti di strada sono piuttosto ripidi con molte curve e tornanti, adatti ad essere percorsi con le moto, un po' meno con mezzi di grosse dimensioni. Notevoli sono i panorami che si aprono sui vari laghi e sulle montagne, soprattutto negli ultimi tratti di strada. Le valli piemontesi del Parco sono servite dalle linee di autobus della GTT con partenza da Torino e arrivo a Soana oppure a Noasca
Durante il periodo invernale, la strada provinciale SP50 che da Cerelole Reale porta al colle del Nivolet, a causa della neve, rimane chiusa al traffico, per maggiori dettagli consultare il sito della Provincia di Torino. Durante la stagione estiva, grazie al progetto "A piedi tra le nuvole", volto alla salvaguardia del territorio ed alla riduzione di emissione di CO2 nel'ambiente, tutte le domeniche daLuglio al 31 Agosto e Ferragosto dalle ore 9 alle ore 18, gli ultimi 6 chilometri della SP50 (dal parcheggio del Lago del Serrù) sono chiusi al traffico. In sostituzione l'Ente Parco ha messo a disposizione dei turisti delle navette che effettuano varie fermate lungo il tragitto, dando la possibilità ai visitatori di percorrere dei tratti a piedi. Il Colle è raggiungibile, per i più sportivi, anche con biciclette e mountain bike. Per maggiori dettagli sulla regolamentazione della viabilità vai al sito
Per apprezzare a pieno la natura incontaminata e la quiete del parco consigliamo a tutti di soggiornare almeno una notte all'interno del parco, che offre una notevole gamma di strutture ricettive. Si va dagli hotel a tre stelle, ai più rustici rifugi o bivacchi i quali offrono sicuramente meno confort ma permetto agli ospiti di godere appieno della bellezza della natura. Il versante piemontese del Parco fu, in epoca sabauda, riserva di caccia preferita di alcuni monarchi tra i quali Vittorio Emanuele II che amava recarsi per le sue battute di caccia agli stambecchi. Fu proprio Vittorio Emanuele a far edificare all'interno del parco delle "Case Reali di Caccia" destinate ad ospitare il re e la corte. Si tratta di veri e propri gioielli architettonici costruiti in pietra, ad un solo piano, posti all'interno di vasti pianori oltre i 2000 metri di altitudine. Molti rifugi sono stati recentemente restaurati e vengono utilizzati per l'accoglienza turistica.
Tra i rifugi più suggestivi vi segnaliamo:
Rifugio Guido Muzio tel 0124/953141
Rifugio Le Fonti tel 0124/953117
Rifugio Massimo Mila tel 0124/953130
Rifugio Jervis tel 0124/953140
Rifugio Pian Ballotta tel 0124/953132
Rifugio Savoia
Rifugio Città di Chivasso
Gli hotel:
Hotel Blanchetti tel 0124/953174
Albergo Meublè Sport tel 0124/953187
Chalet del Lago tel 0124/953128
Il Grand Hotel tel 0124/953279
Gli scoiattoli tel 0124/953007
Quasi tutti i rifugi, i bivacchi e gli hotel della zona offrono menù turistici a prezzi abbastanza contenuti. In genere si tratta di menù a base di polenta semplice o concia accompagnata da salsiccia, spezzatino di manzo oppure di selvaggina, patate bollite, cotechino, affettati, formaggi o primi piatti a base di ravioli, gnocchi o pasta. Se siete muniti di pranzo al sacco ricordatevi di non abbandonare i vostri rifiuti e di sostare nelle aree segnalate. Se dovete accendere dei fuochi per cuocere la carne fatelo solo nelle aree in cui è consentito.
Prima di intraprendere un'escursione in alta quota ricordatevi di controllare le previsioni meteo e il meteo in vetta, se intendete intraprendere un percorso di sci alpinismo è bene controllare anche il bollettino neve e valanghe, messi a disposizione dall'ente parco per la sicurezza e l'incolumità dei suoi ospiti.
Trascorrere due intere giornate nel Parco Nazionale del Gran Paradiso è il modo allontanarsi dai rumori e dallo smog della città, per immergersi in una natura incontaminata, tra cime rocciose che si stagliano nel blu del cielo, laghi e verdi vallate, nelle quali vivono indisturbati camosci, stambecchi, cervi e deliziose marmotte. Se volete godere a pieno della bellezza della fioritura del parco ed effettuare delle escursioni in quota, il periodo migliore è la fine della primavera e l'estate, mentre in autunno le faggete, presenti solo nel versante Piemontese, gli aceri e i tigli si colorano di 1000 tonalità, regalando meravigliosi paesaggi. L'autunno rappresenta anche il periodo degli amori dei camosci, che vi coinvolgeranno in intensi inseguimenti e lotte con le appuntite corna per stabilire la supremazia di un maschio sull'altro. L'inverno è il momento in cui effettuare lunghe camminate con le racchette, sci di fondo oppure sci alpinismo, magari accompagnati dalle esperte guide messe a disposizione dall'Ente Parco. Le guide rappresentano infatti il modo più tranquillo e sicuro per avventurarsi alla scoperta delle bellezze e dei segreti del parco. Noi abbiamo previsto un soggiorno di due giorni ma, viste le numerose attività offerte è possibile estenderlo anche ad una settimana o più.
ATTENZIONE: Al fine di preservare intatto l'enorme patrimonio dell'area protetta, tutti i visitatori devono attenersi scrupolosamente ad alcune regole del parco. In taluni casi la mancata osservanza di tali regole ha come conseguenza multe o denunce penali:
- nel parco è vietato effettuare rumori molesti, che possono spaventare gli animali
- è vietato raccogliere fiori e piante di specie protette
- è vietato asportare minerali
- è vietato accendere fuochi o piantare tende al di fuori degli spazi stabiliti
- è vietato introdurre cani, anche al guinzaglio
- meglio non allontanarsi da sentieri e mulattiere
Ci siamo conosciuti in occasione dell'Iniziativa "TRE TERRITORI: Canavese (TO), Follonica (GR), Lanciano (CH)" e con le Terre dei Trabocchi è stato colpo di fulmine!
Abbiamo così deciso di condividere questa nostra passione proponendovi la trascrizione integrale di un itinerario
proposto dal social media team delle Terre dei Trabocchi, progetto per la promozione e valorizzazione turistica del
territorio.
48 ore nelle Terre dei Trabocchi: Lanciano, Rocca San Giovanni e San Vito è un primo assaggio: sul sito
www.visitterredeitrabocchi.it altri itinerari e puntuali informazioni per conoscere questa terra che, come
noi, non vedrete l'ora di incontrare.
La città frentana, tradizionalmente legata al commercio e alle fiere, è conosciuta in tutto il mondo per il Miracolo eucaristico.
In ogni angolo si respirano arte, storia, cultura, ma anche mistero, un incanto, che solo lo sguardo più attento e curioso riesce a leggere e decifrare.
Passeggiate tra le vie della città toccando i punti di maggiore interesse storico – paesaggistico: Piazza Plebiscito e il maestoso Duomo della città, il Parco Diocleziano, spazio verde nel cuore diLanciano; i resti della cinta muraria della città medievale, le “Torri Montanare”, che guardano la valle che si apre verso la Majella. La Cattedrale di Santa Maria Maggiore, uno dei monumenti più importanti d’Abruzzo, con la magnificenza del portale trecentesco che si staglia sulla sommità di un’ampia gradinata. Impossibile poi non lasciarsi trasportare dalla magia del Miracolo Eucaristico, il più antico di cui si abbia notizia (avvenuto intorno all’VIII secolo d.C.): la Basilica di San Francesco ospita le preziose reliquie, all’interno di una struttura dalle linee gotiche e barocche, protetta dalle cinta murarie dell’antico borgo.
Concedetevi un aperitivo, un calice di Montepulciano d’Abruzzo o una cena per degustare la cucina del territorio. Il ventaglio d’offerta è ampio, vi segnaliamo Il corvo torvo (Corso Roma, 92) e Millenovecentoundici (via Bastioni 99), perfetti anche per il dopocena.
Se siete amanti del teatro, non mancate una capatina al Teatro Fenaroli, mentre nella vicina Caffetteria Fenaroli (Via Valsecchi, 1 ) troverete tutto l’anno mostre fotografiche e musica dal vivo.
Cominciate la giornata con il bocconotto di Castel Frentano, dolce tipico della zona, ghiotta specialità di pasta frolla farcita da un morbido e intenso ripieno a base di cioccolato, mandorle tostate e cannella. L’indirizzo da non perdere è quello della Bocconotteria (Via E. Tinari).
Tappa culturale al Polo Museale, tra gli edifici più antichi della città, la sua fondazione risale al 1293. Originariamente era un monastero, dopo anni di restauro è stato possibile recuperare la struttura, che oggi ospita il Museo Archeologico, due sale espositive, un’aula didattica e una sala convegni. Il Museo archeologico rappresenta un lungo cammino nella storia plurimillenaria di Lanciano: partendo dal V millennio a.C. fino ad arrivare al municipio di età romana, con le successive fasi di epoca bizantina e altomedievale. Il viaggio si conclude con l’esposizione dei raffinati vasi in maiolica arcaica realizzati dai vasai lancianesi in epoca medievale. Per info. 0872/700578 – 338/6915652.
A pranzo, uscite pure dalla città e godetevi l’eccellenza enogastronomica del territorio in uno dei tanti agriturismi della zona. Vi segnaliamo l’agriturismo Caniloro in Contrada S. Onofrio.
Fate un giro a Rocca San Giovanni, uno dei borghi più belli d’Italia e alla vicina Cantina Frentana (Via Perazza, 32), qui su prenotazione potrete fare una visita e degustare Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano e Cerasuolo.
Scendete verso la costa e raggiungete la maestosa e suggestiva Abbazia di S. Giovanni in Venere che erta su un colle, domina la frastagliata costa adriatica. Il primo nucleo fu realizzato dai monaci benedettini tra il VI e VII secolo sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere. La costruzione attuale si deve all’abate Oderisio II (1155-1204), sepolto nel sarcofago murato sulla facciata principale.
Godetevi il tramonto e cenate su uno dei tanti trabocchi presenti in zona: Pesce Palombo, Punta Rocciosa, Punta Cavalluccio, Sasso della Cajana, Punta Isolata, Punta Tufano, Valle Grotte. Qui trovate tutti i dettagli.
Domenica
Visitate i luoghi che ispirarono Gabriele D’Annunzio, come il Promontorio Dannunziano: un angolo di paradiso, un belvedere dal panorama esclusivo, una spiaggia di ciottoli e acqua cristallina. Alle spalle l’Eremo Dannunziano, la dimora nella quale D’Annunzio trascorse un periodo della sua vita insieme a Barbara Leoni. E poi il Trabocco del Turchino (attualmente inagibile), che il Vate descrive in una delle sue opere più note, “Il Trionfo della morte”: “Dall’estrema punta del promontorio destro, sopra un gruppo di scogli, si protendeva un trabocco, una strana macchina da pesca, tutta composta di tavole e di travi, simile a un ragno colossale”.
Pranzate in un ristorante che ha fatto storia da queste parti: L’Angolino da Filippo (Via Nazionale Adriatica, 31), dal 1891 delizia palati sopraffini con specialità di pesce. Poco distante, anche il ristorante De Sanctis all’interno dell’Hotel Garden (Contrada Portelle, 77).
L'itinerario proposto può costituire una buona tappa per tutti coloro che si recano in Puglia partendo dal Nord.
In questo breve articolo vi proponiamo un percorso di trekking sul Monte di Portofino, che ci ha suggerito la nostra amica Angelica. Lei lo ha provato assieme ai suoi compagni di classe durante una gita scolastica in Liguria. Il percorso non è molto impegnativo, può essere effettuato anche da bambini dai 6 anni in su, l'importante è dotarsi di scarpe comode, una borraccia d'acqua e qualche cosa da mangiare durante una sosta. Il trekking si svolge all'interno del Parco Naturale Regionale di Portofino, che comprende i comuni di: Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure, quest'ultima sede della Riserva Marina di Portofino. L'intera area ha un alto valore naturalistico, grazie alla folta vegetazione mediterranea, composta da castagno, nocciolo, caprino nero, pino, leccio, corbezzolo, ulivi e alle diverse specie di animali presenti. Tra i mammiferi che vi trovano dimora segnaliamo: cinghiali, volpi, tassi, ricci, faine, mentre tra i volatili: il pettirosso, la capinera, il fringuello, la cinciallegra, il falco pellegrino, il gabbiano reale. La passeggiata è resa molto suggestiva dai bellissimi scorci panoramici che si aprono tra gli alberi. Di notevole effetto il contrasto tra il blu delle acque cristalline del mare e il verde della folta vegetazione che vi si getta a picco.
La passeggiata inizia da Via del Boschetto dove, nel piccolo parcheggio sterrato, potrete lasciare il vostro mezzo. Il primo tratto del percorso costeggia il Torrente Gentile poi si sale, attraverso una mulattiera costituita in prevalenza da scalini, fino alla chiesetta di San Rocco (altre due o tre chiesette si incontreranno lungo il percorso). Da questo punto si gode di uno splendido panorama. Qui il sentiero si dirama verso varie destinazioni: Portofino Vetta, San Fruttuoso, Punta Chiappa.
Noi decidiamo di proseguire per Punta Chiappa. Il sentiero per un breve tratto costeggia il mare, poi, dopo una svolta a destra si trasforma in una in discesa.
Anche questo tratto di percorso si snoda in mezzo ad una bellissima natura offrendo bellissimi scorci, dai quali si possono ammirare gli splendidi colori del mare. Giunti al fondo della collinetta il percorso offre due possibilità:
1 - raggiungere il mare tramite una scalinata e proseguire attraversando il borgo di Porto Pidocchio
2 - percorrere la stradina di fianco alla chiesetta
Noi abbiamo scelto la scalinata. Proseguendo verso Punta Chiappa si costeggia per un tratto il mare, camminando tra le caratteristiche reti dei pescatori distese sulla riva. Arrivati a Punta Chiappa è possibile imbarcarsi sul traghetto e raggiungere un'insenatura che racchiude la spiaggia di San Fruttuoso, oppure per i più allenati, ritornare attraverso una scalinata di circa 1000 gradini verso San Rocco. La scalinata in località San Nicolò si congiunge con il sentiero percorso all'andata.
Altra possibilità è quella di arrivare a piedi fino a Camogli,
oppure prendere un comodo traghetto che in circa 20 minuti arriva al suo porto. Per tutti coloro che decidono di imbarcarsi verso San Fruttuoso, arrivati a destinazione, è possibile immergersi per un bagno rinfrescante nelle sue acque cristalline e visitare l'abbazia in cui è custodita una copia del Cristo degli Abissi. Riprendendo il traghetto si arriva fino a Camogli, antico borgo di pescatori dove è d'obbligo degustare la tipica focaccia.
Se volete godere di viste spettacolari, tra le più selvagge del Galles, è a St Govan’s Head che dovete dirigervi. Le sue alte scogliere coperte di erica, spazzate dal vento, alla cui base si frangono onde spumeggianti sono davvero da non perdere. Purtroppo questa è una zona a cui non sempre si può accedere per la presenza di un poligono di tiro militare. Cartelli ed avvisi presso l’Olde Worlde Cafè di Bosherton informano i visitatori su eventuali limitazioni. Dal parcheggio che chiude la strada per St Govan’s Head, una serie di gradini nella roccia porta alla piccolissima e suggestiva cappella di St Govan, letteralmente incuneate nella scogliera. La leggenda vuole che tra il V e VI secolo la roccia si sia aperta per dare rifugio a questo santo irlandese, inseguito da malfattori e che, per gratitudine, egli vi abbia eretto lì un luogo di preghiera. Dal parcheggio di Stack Rocks si accede, invece, ad un punto particolarmente spettacolare della scogliera, con il Green Bridge, il più grande arco naturale del Galles.
Il castello, alto e maestoso, domina la case vittoriane e georgiane della piccola cittadina di Pembroke, circondato e difeso su tre lati dal fiume Cleddau. Di probabile origine romana, ebbe la prima fortificazione nel 1093, per volere di Arnolfo di Montgomery. La parte più antica dell’attuale costruzione è il mastio, costruito nel 1200. Il castello ebbe un ruolo importante nella storia della Gran Bretagna ed è famoso anche perché è proprio tra le sue mura che nacque Enrico Tudor, futuro Enrico VII, re d’Inghilterra, nel 1457. Offre ai visitatori la possibilità di esplorarne antiche stanze, corridoi e torri; percorrerne i camminamenti lungo le alte mura; salire sul mastio, visitare la prigione e di scendere nella Wogan Cavern, grotta naturale già nota ai normanni. Offre, inoltre, una ricca documentazione sulla propria storia. Nel suo vasto cortile erboso è possibile assistere ad eventi, manifestazioni e dimostrazioni di addestramento dei falchi ospitati nel castello.
È la cittadina più grande del Pembrokeshire Coast National Park. Ha origini normanne e si trova nella parte meridionale della contea. A differenza delle altre realtà gallesi circostanti, sviluppò nel XV secolo un fiorente commercio tessile. Nel XVIII secolo, mentre l’intero Galles si votava all’estrazione di ferro e carbone, divenne un luogo termale di villeggiatura, che accolse personaggi famosi come Horatio Nelson, Jane Austen, George Eliot, Beatrix Potter ecc.. Oggi è uno dei luoghi protetti dal Parco Nazionale, luogo tranquillo, che si è tenuto lontano da sale gioco e da grandi catene di negozi e supermercati. È un luogo animato soprattutto in estate e nei fine settimana, punto importante di informazione per chi voglia visitare il Parco Nazionale. Se il tempo vi consente una visita, tenete presente che ha un interessante centro storico, caratteristiche case georgiane color pastello e un bel porto.
la Tudor Merchant’s House, la casa di un mercante del XV secolo con affreschi medievali, dove i bambini potranno vestirsi come i bambini dell’epoca;
la St Mary’s Church del XV secolo;
il Tenby Museum & Art Gallery, il più antico museo indipendente del Galles, dove è raccolta la documentazione sulla storia e l’evoluzione di Tenby, una rilevante collezione di vasi romani, una bella pinacoteca, oltre a manufatti e testimonianze locali.
Nel mese di settembre vi si svolge il Tenby Arts Festival, una settimana di spettacoli, concerti, giocolieri, gare e balli popolari.
Isola di Santa Caterina una delle caratteristiche di Tenby è la piccola isola, a brevissima distanza dalla costa. Con la bassa marea il tratto diventa sabbioso ed è percorribile a piedi. L’isola, che ospita una fortezza vittoriana in via di restauro, è visitabile durante i fine settimana. Il sito e gli uffici turistici forniscono le tabelle orarie della marea, di cui è necessario tener conto se si vuole fare questa escursione.
Le coste e le isole di questa contea, insieme alle brughiere del Mynyd Preseli, poste nel nord della contea, dal 1952 costituiscono il Pembrokeshire Coast National Park, una regione di eccezionale bellezza naturalistica, abitata da una fauna selvatica particolarmente ricca e variegata.
Sono tre i Centri di informazione turistica (oltre a numerosi uffici turistici più piccoli):
a Tenby
a St David’s
e a Newport
nei loro siti sono disponibili, oltre agli indirizzi e agli orari di apertura al pubblico, anche informazioni sulle infinite le attività praticabili all’interno del Parco, libri, filmati e documentazione sulle caratteristiche storiche, geologiche, faunistiche della zona. Troverete anche informazioni su trasporti, strutture recettive, punti ristoro, facilitazioni e servizi. Il parco offre mappe e informazioni su più di 200 itinerari, che vanno da semplici passeggiate, ad escursioni progressivamente più impegnative fino a 15 Km. I guardiaparco organizzano escursioni guidate di varia durata e difficoltà. Per i percorsi che implicano pernottamenti (il percorso completo dura 14 giorni) si può organizzare il trasporto dei bagagli per camminare più agevolmente. Il parco offre la possibilità di praticare tantissimi sport (ne troverete l’elenco completo nei siti), per molti dei quali si organizzano corsi anche per principianti. Nel sito del Parco è scaricabile, anche come App Apple e Android, la rivista Coast to Coast (distribuita in versione cartacea nei Centri di informazione), piena di informazioni utili.
Il giardino botanico nazionale del Galles si trova prossimità di Llanarthne, nella Tywi Valley. È stato inaugurato nel 2000. Si estende su una superficie di 230 ettari, quasi il doppio dei Kew Gardens di Londra. Al suo interno si alternano aree ornamentali ad habitat quali foreste, laghi, brughiere. C’è un bellissimo giardino giapponese, una vasta sezione dedicate alle piante officinali, aree dedicate all’agricoltura biologica e una serra per le piante tropicali. Nella Great Glasshouse, imponente serra ad alta tecnologia, vengono coltivate specie vegetali ad alto rischio di estinzione. Molte le manifestazioni e gli eventi in calendario, per i quali è opportuno consultare il sito, nel quale troverete anche la mappa e informazioni sui servizi e i punti ristoro che offre il giardino.
È il capoluogo del Carmarthenshire: una tranquilla e piacevole cittadina in una contea che spesso è solo di passaggio per il più turistico Pembrokshire. In realtà con i suoi castelli, le sue foreste e le belle vallate che arrivano alla costa sabbiosa, meriterebbe ben più attenzione. Nota come Moridunum, Carmanthen fu centro di rilievo durante la dominazione romana, come testimoniano i resti del suo anfiteatro. I normanni vi costruirono un grande castello, che fu distrutto, ricostruito e distrutto di nuovo tra il 1215 e il 1405, nel corso delle guerre tra sovrani inglesi e principi gallesi. È a Carmarthen che, secondo la leggenda, sarebbe nato Merlino, il mago che molto avrebbe contribuito al successo ed alla fama di re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. Questa antica tradizione si rinviene anche nei nomi delle località, come ad esempio Bryn Myrddin, che si traduce dal gallese come Collina di Merlino. Anche in questa contea, dalla seconda metà del XVIII secolo in poi, la rivoluzione industriale trasformò completamente la fisionomia del territorio, che passò dall’agricoltura e dalla pastorizia ad una economia basata sull’estrazione del ferro e del carbone. Il suo grande municipio, County Hall, progettato nel XVIII secolo da John Nash, l’architetto di Buckingham Palace, sorge nel luogo occupato un tempo dal castello normanno, del quale restano solo pochi ruderi.
L’Oriel Myrddin (Merlin Gallery) e King Street Gallery allestiscono belle mostre di arte e artigianato di artisti gallesi
Il Museo della Contea è ospitato nell’antica Curia Vescovile, dove, nel 1567, fu per la prima volta tradotto il Nuovo Testamento in gallese, a 3 Km circa da Carmarthen, sulla A40. Vi si trova un’eterogenea collezione di reperti, opere d’arte e manufatti, che vanno dalle ossa di mammuth ai mobili tipici della campagna gallese: un percorso di 50.000 anni di storia. Proprio per questo, il museo si vanta di poter offrire ad ogni visitatore qualcosa di emozionante. Annesso al museo c’è anche il parco, affacciato sulla valle del fiume Tywi con una bella vista della collina di Merlino. Vi troverete anche aree attrezzate per il picnic. Il Museo ha anche una caffetteria e un negozio di souvenir.
Imperdibile è la spiaggia di Rossili, considerata tra le 25 spiagge più belle al mondo, paradiso per surf, parapendio e deltaplano, che è lunga ben 5 Km e offre un
panorama spettacolare del litorale. Gli uffici turistici e i siti di Swansea e Mumbles forniscono tutte le informazioni utili per esplorare Gower e sulle attività che vi si possono svolgere. Forniscono anche informazioni sull’accessibilità dei singoli luoghi e sui servizi per le persone disabili, sugli alloggi e sugli orari dei mezzi di trasporto. Forniscono, infine, tabelle orarie delle maree (che trovate anche on line al sito). È infatti necessario tener conto che in queste zone l’alta marea sale rapidamente di molti metri e può rendere impraticabili in poco tempo sentieri e passaggi costieri, mettendo in serissima difficoltà gli escursionisti.