Posto ai piedi dell’abbazia, a completarne lo splendido scenario, il castello venne edificato su volere del vescovo di Coira tra il 1272 e il 1282. Il castello venne utilizzato sia come sede amministrativa del Capitano e del Giudice sia come rifugio dai vescovi, per ripararsi dalle incursioni dei Tirolesi, fino a quando furono costretti a riconoscere la comproprietà ai Principi del Tirolo. Nonostante tra il 1500 e il 1700 subì notevoli lavori di risistemazione il castello ha mantenuto pressochè intatta la sua struttura originale. Attualmente conserva un’esposizione di opere d’arte che vanno dal romano all’arte contemporanea oltre ad una scuola agricola.
L’abbazia sorge sul luogo in cui nella metà del XII secolo i monaci Benedettini fondarono una cappella dedicata alla Vergine Maria, si deve ai conti Tarasp l’edificazione di un vero e proprio convento, dove da più di 900 anni i monaci conducono la loro vita seguendo la regola di San Benedetto. Per secoli il convento è stato il centrospirituale e culturale di tutta l’alta Val Venosta, qui, nel medioevo, venne rivoluzionata tutta l’agricoltura e, sempre qui, venne sfornato il primo Vinscher Paarlbrot, tipico pane che tutt’ oggi caratterizza l’intera valle. Di particolare interesse sono il museo e la cripta con i suoi preziosi affreschi, una delle maggiori testimonianze di arte romanica in tutto l’arco alpino.
Si tratta di un tipico paesino venostano, con scalinate e strette viuzze sulle quali si affacciano case ornate da bovindi, affreschi e portoni ad arco. Sicuramente merita una visita la chiesetta si San Nicolò fondata nel XII secolo. A dominare sul villaggio è l’imponente Abbazia di Monte Maria posta a 1333 metri di altitudine e raggiungibile dal paese sia a piedi che in automobile.
Lasciata la splendida cittadina di Glorenza, alla quale vi consigliamo di dedicare almeno un paio d’ore, l’itinerario si sviluppa sulla strada statale che porta al Passo di Resia, a quota 1504 metri, dove, nell'infinito susseguirsi di tornanti appaiono incantevoli frazioni, laghi, castelli e vedute mozzafiato sull'intera valle. L’itinerario può essere unito ad un altro percorso sempre in Trentino in particolare "Da Glorenza a Chiusa tra città e castelli"
Il terreno venostano composto da sabbia fine e molto humus è particolarmente adatto alla coltivazione dell'asparago bianco, che è possibile trovare sulle tavole dei ristoranti o presso i mercati locali da maggio a giugno. La coltivazione dell'asparago in Val venosta si è diffusa a partire dal 1988 quando Huberto Pohl di Castelbello iniziò la coltivzione di tale specialità.
Per comodità facciamo partire il nostro itinerario da Glorenza
Glorenza - Burgusio / Distanza 6 chilometri / Tempo di percorrenza stimato 10 minuti
Burgusio - Lago di San Valentino / Distanza 8 chilometri / Tempo di percorrenza stimato 12 minuti
San Valentino - Lago di Resia / Distanza 6 chilometri / Tempo di percorrenza stimato
L’isola ha un perimetro di circa 5 chilometri, ed è l’unica di tutto l’arcipelago a non essere formata in prevalenza da roccia lavica, dispone di coste molto frastagliate che ne rendono difficoltoso l’approdo. In passato abitata da monaci benedettini e cistercensi, venne abbandonata per la mancanza di acqua dolce e per le continue incursioni perpetrate dai pirati. Ora, durante la stagione estiva, è abitata solamente da due guardiani del faro. Dal 1979 l’isola è entrata a far parte del Parco Nazionale del Circeo, grazie all’esclusività di alcune specie animali e vegetali. L’annessione al parco ha permesso il ripopolamento di alcune specie e l’infoltimento della vegetazione già presente sull’isola, composta da: corbezzolo, lecci, olivastri. L’isola è priva di serpenti, in quanto, secondo la tradizione, lasciarono l’isola assieme ai monaci per trasferirsi a Gaeta, è però presente una specie di grosse lucertole dal colore scuro. Nel dopo guerra, vi è stato reintrodotto il muflone, ora specie protetta. L’isola è oggetto di transito di parecchie specie di volatili, mentre vi dimorano stabilmente il falco pellegrino, il falco di palude e il gabbiano reale.
Zannone è raggiungibile tramite escursioni organizzate da San Felice Circeo e da Ponza, il mare deve però essere particolarmente calmo, altrimenti le imbarcazioni non riescono ad attraccare all’unico punto di approdo, costituito dal Varo vicino alla Peschiera. Generalmente le escursioni prevedono la salita fino al belvedere, ai resti dell’antico monastero e poi una discesa fino al faro. Se si vogliono ammirare i mufloni è necessario procedere in silenzio.
E’ sicuramente la spiaggia più nota e più fotografata dell’isola, sovrastata da un’alta falesia a forma di mezza luna. Raggiungibile via mare oppure attraverso un tunnel scavato in epoca romana della lunghezza di circa 170 metri. Negli ultimi anni la spiaggia è stata parzialmete chiusa ai turisti in quanto a rischio frane. Nell’antichità era ubicato un porto greco, ancora oggi nei suoi fondali è possibile rinvenire resti di antiche costruzioni o frammenti di anfore.
La spiaggia è raggiungibile dal porto tramite un collegamento garantito da noleggiatori (presso Banchina Nuova), sopra la spiaggia si trova la mole di un antico forte.
Anche questa spiaggia è raggiungibile tramite un servizio taxi che parte da Cala Feola. Qui l’acqua è di un limpidissimo color celeste.
La splendida cala è raggiungibile dal porto con una camminata di circa 20 minuti. Dalla spiaggia è ben visibile il cunicolo dell’acquedotto che da Cala dell'acqua arrivavava fino al centro abitato di Ponza
La spiaggia è raggiungibile dal porto con una camminata di circa 40 minuti, attraverso una strada carrabile a gradoni. Il suo porticciolo è utilizzato dai pescatori del posto. Lo scoglio di Cala Fonte, ottimo per prendere il sole, non è raggiungibile a piedi, esiste però un servizio di traghettamento. Dalla cala si scorge il promontorio del Circeo.
Il modo migliore per vivere lo splendido mare di Ponza è quello di partecipare a qualche tour dell’isola in barca, oppure noleggiare una piccola imbarcazione. Esiste anche un servizio taxi da e per le calette più note dell’isola, basta recarsi a Ponza Porto. In genere i tour dell’isola offrono la possibilità di arrivare a:
Chiamate così in quanto in determinate condizioni di luci i corpi in esse immersi assumono il colore azzurro. In fondo alle grotte vi sono delle piccole spiaggette.
deve il nome alla sua particolare forma
E' possibile entrare nella grotta solamente con piccole imbarcazioni ed a motore spento. Spostando la vostra attenzione verso l'alto noterete un foro dell'antico dell'acquedotto greco-romano
Attraversabile a nuoto o in canoa
Attraversabile da piccole imbarcazioni
splendida spiaggetta naturale, tra le più rinomate dell’isola. Qui l’acqua ha un colore particolarmente limpido, è molto protetta dai venti, i suoi fondali sono ricchissimi di pesci.
dalla particolare forma di Elle dispone di due entrate. Al centro della grotta emergono dei grossi massi sui quali è possibile scendere.
Percorribile con piccole barche a remi. Particolare il colore che l’acqua assume in questa grotta. In alcuni momenti è possibile veder volteggiare il falco pellegrino che vi nidifica.
Roccia tufacea ricca di grotte e insenature, la bellezza di questa roccia ispirò il regista Federico Fellini a girarvi alcune scene del film Satyricon
Posta tra Chiaia di Luna e Capo Bianco, detta anche Grotta del Segreto o della goccia di sangue. E' lunga 50 metri circa, alle estremità vi sono 2 spiaggette.
Costruito già in epoca romana, il porto venne completamente risistemato nel ‘700 ad opera dell’ingegnere del genio civile Antonio Winspeare, su volere dei sovrani di Napoli. La sua caratteristica forma e il suo colore rossiccio colpiscono l’occhio del turista già da parecchia distanza. In estate il porto è letteralmente invaso da imbarcazioni di turisti, mentre alla sera assieme alla piazzetta diventa luogo di passeggio dei villeggianti. Alle sue spalle scalinate conducono a case, negozi e locali turistici.
Posta alle spalle del porto è il luogo di ritrovo per eccellenza dei villeggianti e degli isolani, che vi si recano per un momento di ristoro dopo lunghe giornate di pesca o di lavoro nei piccoli fazzoletti di terra. Piuttosto elegante, su di essa si affacciano bar, ristoranti e negozi.
Edificato, nel 1750, nel cuore dell’antica cittadina, dalla prima famiglia di coloni insediatasi sull’isola.Nei sotterranei conserva un mitreo di epoca romana. Anticamente fu sede del Comune di Ponza.
Si tratta di una delle frazioni di Ponza, raggiungibile attraverso il tunnel di Santa Maria. Nella frazione ha sede il convento di Santa Maria dove secondo la tradizione visse San Silverio patrono dell’isola. Nel 1937 in questa frazione trascorse un periodo di confino benito Mussolini.
Si tratta di una piccola frazione raggiungibile da una breve galleria scavata in epoca romana. La frazione con le sue case si affaccia su di una deliziosa baia.
Sulle Isole Pontine, vista la scarsità di acqua dolce, il problema dell'approvvigionamento d'acqua era molto sentito. In genere tutte le città e abitazioni, da quelle più modeste alle ville signorili, venivano edificate con un perfetto sistema di raccolta e convogliamento nelle cisterne sottostanti. La cisterna della Dragonara rappresenta un esempio molto ben conservato di un tipico impianto di raccolta acqua. Interamente scavate, con metodo a scacchiera, nella roccia di tufo, presentano più corridoi voltati paralleli, che si incrociano con navate perpendicolari. I pavimenti e le pareti, fino alle volte, sono ricoperte da uno spesso strato di intonaco idraulico, che ne garantiva l'impermeabilità. Poco più in alto dei pavimenti, per impedire la fuoriuscita di grosse impurità, erano poste le condutture di uscita. Pozzi aperti sulle volte permettevano la presa diretta dell'acqua e l'aerazione dei locali. Le cisterne sono state di recente aperte al pubblico per informazioni sulle visite rivolgersi all'ufficio del turismo.
Se amate la tranquillità, i profumi del mare, i colori delle splendide fioriture, che solo quest’isola riesce a donare, i mesi migliori sono Maggio, Giugno, Luglio e Settembre. Se invece amate la vita mondana e il Vip Watching il mese migliore è sicuramente Agosto.
L’isola è raggiungibile con aliscafi da varie città della costa laziale e campana, ricerca linee. E’ molto oneroso portare con se l’auto propria, inoltre in estate, sull'unica strada asfaltata, è vietato il transito alle automobili private. I periodi di divieto variano di anno in anno, nel caso in cui decidiate comunque di portare con voi l’auto vi consigliamo di consultare il sito del comune. Sull’isola esiste un ottimo servizio di autobus navetta che partono da Ponza Porto e raggiungono Santa Maria, Contrada Conti, Forna Chiesa, Cala Feola, La Piana, Cala Fonte e Punta Incenso. Molte spiagge e calette sono collegate da un efficiente servizio taxi-boat.
Se intendete raggiungere l'isola con una imbarcazione privata vi suggeriamo di leggere i consigli di BolinaBlu: Ponza Est e Ponza Ovest
A Ponza non esistono campeggi ed è vietato il campeggio libero, esistono però numerosi hotel, pensioni, B&B e affitta case. Siccome le strutture ricettive sono piuttosto limitate rispetto all’enorme numero di turisti che vi sbarcano nei mesi estivi, vi consigliamo di prenotare con largo anticipo. Se la struttura che avete scelto non si trova vicino a Ponza Porto assicuratevi che fornisca un servizio navetta. I prezzi degli hotel sono in genere piuttosto elevati, se disponete di un budget ridotto vi consigliamo di cercare una delle tante case messe in affitto dagli isolani.
Se soggiornate anche solo per un breve periodo sull’isola dovete assolutamente assaggiare le brioche o le sfogliatine di “Gildo” su via Pisacane, gustare un caffè magari al “Maga Circe” sempre su via Pisacane e mangiare le tipiche zuppe di legumi, preparate con fave, lenticchie o cicerchie, aglio, pomodoro e patate. Questi tre legumi sono tutt’oggi coltivati sulle isole dell’arcipelago. Molto buoni sono in genere tutti i piatti di pesce, portato fresco ogni giorno dai pescatori. L’isola dispone di diversi ristoranti quasi tutti a gestione famigliare, in estate però, visto il numeroso afflusso di turisti, è molto difficile trovare posto, soprattutto se non si prenota con largo anticipo. Se volete gustare un pesce ottimamente cucinato in un locale a gestione famigliare vi consigliamo “Casa Assunta” o “La Marina”, se invece siete alla ricerca di un locale più raffinato potete recarvi da “Acqua Pazza” i costi però salgono decisamente si va dai 60-70€ a testa.
Si tratta della più estesa delle isole Pontine, ma anche di quella più popolata e più conosciuta dal turismo mondano. La sua formazione vulcanica e la sua costa frastagliata fanno sì che l’isola disponga di poche spiagge, la maggior parte raggiungibili solo via mare. Sebbene fosse abitata sin dall’epoca preromana, modeste sono le testimonianze di insediamenti, a causa della pietra friabile dell’isola, dei forti venti che la battono, e del mare che ne erode le coste. Ponza è un’isola che saprà conquistarvi per la varietà delle tinte pastello delle sue case, per la bellezza delle sue alte falesie dai colori che variano dal bianco latte al grigio, e per la cordialità della sua gente. Le magiche luci dell’isola e il suo mare, dalla incredibile cromaticità, renderanno indimenticabile la vostra vacanza.
Si tratta dell’isola più piccola di tutto l’arcipelago, con un perimetro che non raggiunge i 2 chilometri, di forma tondeggiante, è quasi priva di vegetazione. L’isola deve la sua fama al carcere che vi fece edificare Ferdinando IV di Borbone alla fine del ‘700. Il carcere venne utilizzato fino al 1965, quando venne definitivamente chiuso e lasciato in stato di abbandono. L’innovativa forma a ferro di cavallo, con cui venne progettato, rispondeva essenzialmente a due principi fondamentali: il primo era psicologico, le celle si aprivano solamente verso l’interno, dando l’impressione ai detenuti di trovarsi in un arroccamento completo, il secondo era di ordine pratico, consentiva di controllare tutte le celle utilizzando pochissimi sorveglianti. La particolare forma del carcere e la sua imponenza, suscitano un’impressione molto forte a tutti coloro che vi entrano, attraversando l'unico portone, sul quale è posta una lapide a ricordo della detenzione di Sandro Pertini. Al centro del carcere è posta una struttura, dove il cappellano celebrava la messa e dove venivano inflitte le punizioni corporali ai detenuti. Le 99 celle avevano mediamente una grandezza di 19 metri quadrati ed arrivarono ad ospitare fino a 9-10 uomini ciascuna. Le condizioni in cui venivano tenuti i prigionieri erano molto precarie, al punto che verso la metà del 1800, nel giro di 9 anni vi morirono ben 1250 detenuti, dei quali solo 200 per cause naturali. Nel 1892 le celle vennero divise a metà, venne aggiunto un anello esterno con altre 75 celle, e il cortile venne diviso in spicchi, per evitare il contatto tra detenuti politici e comuni. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, fino alla sua chiusura, il carcere venne utilizzato per la detenzione dei condannati all’ergastolo. Santo Stefano è raggiungibile tramite escursioni organizzate che partono dall’isola di Ventotene, mentre il carcere è raggiungibile solamente a piedi partendo dal punto di attracco delle imbarcazioni. Il sentiero che porta al carcere è piuttosto scosceso, vi sconsigliamo quindi di avventurarvi con ciabattine da spiaggia.
L’arcipelago delle Isole Ponziane o Pontine comprende le isole poste nel Mar Tirreno a poche decine di chilometri dalla costa laziale, amministrativamente parte della provincia di Latina. L’arcipelago è composto da due gruppi di isole:
- Ponza, Zannone, Palmarola e Gavi
- Ventotene e Santo Stefano
Sole le isole di Ponza e Ventotene sono abitate stabilmente, Palmarola dispone di alcuni punti di ristoro, mentre Zannone è completamente disabitata. Le isole, di origine vulcanica, furono abitate sin dal neolitico, grazie allo sfruttamento di ossidiana presente soprattutto sull’isola di Palmarola. In epoca romana le isole vennero utilizzate in prevalenza come luogo di soggiorno e di esilio per ex imperatori o membri della sua famiglia. Successivamente subirono la dominazione bizantina e saracena, mentre nel X secolo vennero cedute dai signori di Gaeta ai benedettini, affinchè vi costruissero dei monasteri. Agli inizi del 1500 le isole vennero devastate dal famoso pirata Barbarossa, così la popolazione e i monaci, stanchi delle continue razzie, abbandonarono l'isola. Solamente intorno al 1700 l'arcipelago tornò ad essere abitato da famiglie di contadini e pescatori. Fu Ferdinando IV ad istituire sull’isola di Santo Stefano il famoso carcere utilizzato per la detenzione di detenuti comuni, mentre durante il periodo fascista, il Carcere e l’isola di Ventotene vennero utilizzati come luogo di detenzione e confino per numerosi antifascisti tra di essi Sandro Pertini, Luigi Longo, Giorgio Amendola, Giuseppe di Vittorio e Altiero Spinelli.
Le isole, grazie ai buoni collegamenti, alle loro acque limpidissime ed alle ottime strutture ricettive, in estate sono meta ambita del turismo nazionale ed internazionale.
Molto buoni sono i collegamenti per le isole, soprattutto in estate. Esse sono raggiungibili da diversi porti della costa laziale e campana, ovviamente tutte le linee raggiungono solamente le isole di Ponza e Ventotene, se si desidera visitare anche le altre è necessario prenotare una delle tante escursioni giornaliere che partono dai porti di Ponza, Ventotene o da San Felice.
Ventotene
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Santo Stefano |
Ponza |
Zannone |
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Passeggiare per le viuzze della città è sicuramente molto gradevole, soprattutto la sera, quando scende il sole, il cielo si infuoca dei colori del tramonto e si alza una piacevole brezza. Sulle strette vie, in un continuo sali scendi, si affacciano numerosi negozi di abbigliamento, di souvenirs, bar, ove consumare stuzzicanti aperitivi, e ristoranti. Il cuore della città è costituito da:
ove sorge il forte o castello, ora utilizzato in parte come sede del comune ed in parte come sede del museo archeologico. Gli ultimi due piani dell’edificio vennero aggiunti agli inizi del ‘900 per ospitare i confinati. Fu proprio in questo castello, come ricorda una lapide apposta sulla facciata, che nel 1914 venne firmato il famoso “Manifesto di Ventotene” nel quale si chiedeva l’unione dei paesi europei.
Conosciuta semplicemente come Villa Giulia, in onore della prima nobildonna romana che vi venne esiliata, la struttura occupa l’intero promontorio di punta Eolo. Per la visita alle rovine è necessario richiedere l’autorizzazione al museo archeologico.
Posta ai piedi del Faro, la peschiera rappresenta un vero e proprio allevamento ittico, costruito intorno al I secolo a.C. dai romani, per soddisfare il crescente consumo di pesce d’acqua salata da parte delle classi più agiate. L’impianto, viste le dimensioni, era in grado di fornire pesce ad un numero non molto elevato di persone, probabilmente solo agli abitanti delle ville dell’isola. L’impianto venne costruito seguendo le indicazioni dei più noti naturalisti dell’epoca, anche se i criteri di base derivano dalle tecniche utilizzate in oriente. Gli impianti dovevano essere prima di tutto facilmente accessibili, avere zone assolate e zone d’ombra, inoltre dovevano disporre di un collegamento diretto con il mare.
E’ sicuramente la prima cosa dell’isola che colpisce l’attenzione arrivando dal mare. Il bacino del porto venne completamente scavato nella roccia in epoca romana, per fare ciò vennero asportati circa 60.000 metri quadrati di roccia tufacea. I fondali arrivarono in questo modo a raggiungere una profondità di circa 3,5 metri. Sulla banchina venne scavato un portico, del quale rimangono ancora oggi alcuni archi, occupati da negozi. Nel 1770 l’intera struttura portuale venne rifatta su progetto del maggiore Winspeare, utilizzando come manodopera i carcerati presenti sull’isola.
Partendo da piazza Castello, si prosegue in discesa verso la piccola chiesa, di lì, proseguendo verso via Granili, si raggiunge il Belvedere dal quale si gode di una spettacolare vista su Cala Rossano e sul mare.
Posto sul promontorio e raggiungibile seguendo Via degli Ulivi, in direzione opposta all’abitato, il semaforo è una postazione antiaerea costruita durante la Seconda Guerra Mondiale. Attualmente, oltre a costituire un ottimo punto panoramico, ospita il “Museo della Migrazione”, primo Museo e Osservatorio Ornitologico in Italia e uno dei pochissimi esistenti a livello europeo. Il museo e l’osservatorio sono il risultato del lavoro svolto in oltre 20 anni da ricercatori e inanellatori volontari. Il percorso museale aiuta a comprendere i misteri della migrazione, permettendo di scoprire, ad esempio come fanno a raggiungere Ventotene dal Nordafrica uccelli del peso di pochi grammi, come fa una Sterna artica a migrare, nel corso della sua vita, per una distanza pari a due volte quella che separa la Terra dalla Luna, come fanno a orientarsi nella notte uccelli che vivono una vita diurna. Grazie a modelli a grandezza naturale, video e pannelli interattivi, vengono poi spiegate al pubblico le antiche tecniche di cattura degli uccelli. Il Semaforo viene anche utilizzato per osservare il volo di molti uccelli in quanto, Ventotene assieme a Santo Stefano, costituisce un punto di sosta per oltre 194 specie di uccelli migratori che si spostano dall’Europa all’Asia e viceversa.
Si tratta di enormi serbatoi, costruiti in epoca romana, che dovevano garantire il rifornimento idrico agli abitanti dell’isola. Poste a pochi minuti a piedi da piazza castello, le due cisterne “Villa Stefania” e “Dei Detenuti” sono visitabili tramite apposite visite organizzate dalle guide dell’isola. Le visite più suggestive sono quelle effettuate in notturna. Le due cisterne si estendono su una superficie rispettivamente di 700 metri quadrati e 1200 metri quadrati.
Trattandosi di un’sola di origine vulcanica, prevalentemente rocciosa, Ventotene dispone di poche spiagge, alcune delle quali raggiungibili solamente dal mare. Caratteristica di quasi tutte le spiagge è il colore scuro della soffice sabbia. Tra le spiagge principali:
Cala Nave: raggiungibile a piedi dal paese, in genere è la spiaggia più affollata dell’isola. Dalla spiaggia è possibile raggiungere la zona posta al di sotto del faro con scogli piatti piuttosto comodi
Cala Rossano: si tratta di una piccola cala che si affaccia direttamente sul porto. Qui hanno sede le due scuole di vela dell’isola
Parata Grande: La spiaggi è posta ad di fuori del centro abitato ed è raggiungibile tramite una scalinata con un centinaio di gradini
Parata della Postina: posta in direzione di capo dell’arco, la spiaggia, di sabbia mista a ciottoli, è protetta da un lungo scoglio piatto.
Cala Battaglia: raggiungibile tramite un sentiero piuttosto impervio
Se volete godervi appieno lo splendido mare dell'isola, il modo migliore è sicuramente quello di recarsi al porto ed effettuare una delle tante escursioni proposte. Generalmente le escursioni comprendono un giro dell’isola con varie soste bagno nei punti più belli, oppure una sosta all’isola di Santo Stefano con visita al carcere e bagno. Accordandosi con i barcaioli è possibile farsi accompagnare ad una caletta e farsi venire a prendere ad un’ora prestabilita. Non dimenticate di portare con voi maschera, boccaglio, acqua e crema solare.
Il 12 dicembre del 1997, il Ministero dell'Ambiente, ha istituito l’Area Naturale Marina Protetta "Isole di Ventotene e Santo Stefano". Come tutte le aree marine protette, anche quella di Ventotene e Santo Stefano, impone ai suoi ospiti regole di comportamento, limitazioni d’uso e di accesso. L’intera area è suddivisa in tre zone distinte, con diverse modalità di accesso e tutela ambientale:
- Riserva Integrale: si tratta di quella più interna, biologicamente intatta, che richiede maggiore protezione e difesa. L’accesso è consentito in maniera molto limitata e solamente a scopi scientifici. I visitatori sono accompagnati da personale specializzato, dopo aver ottenuto apposito permesso.
- Riserva generale: l’accesso ai visitatori è consentito in punti fissi ed in percorsi prestabiliti, previo rilascio di permessi da parte dell’Ente gestore del parco. E’ consentito l’accesso ai subacquei solo se accompagnati da apposite guide autorizzate.
- Riserva parziale: in quest’area è ammessa la presenza dell’uomo senza preventiva autorizzazione, sono permesse tutte le attività compatibili con la preservazione dell’ambiente.
L’area marina protetta ha come scopo quello di perseguire, tutelare e valorizzare le risorse biologiche e geomorfologiche della zona, diffondere e divulgare la conoscenza dell’ecologia e della biologia degli ambienti marini e costieri, realizzare programmi di studio e ricerca scientifica nei settori dell’ecologia, dalla biologia marina e della tutela dell’ambiente, sviluppare programmi di carattere educativo per migliorare la cultura dell’ecologia e della biologia marina.
I mesi migliori per visitare l’isola sono maggio, giugno luglio e settembre. Ad agosto il caldo e l’eccessivo affollamento possono rendere il soggiorno meno gradevole
Come tutte le isole pontine Ventotene è ben collegata da compagnie di navigazione ai porti di Napoli, Terracina, San Felice Circeo, Anzio e Formia da aliscafi o traghetti (cerca traghetto). Se si raggiunge l’isola con imbarcazioni private, viste le ridotte dimensioni del porto, è necessario informarsi con anticipo sulla disponibilità di posti. Vi sconsigliamo caldamente di raggiungere Ventotene con mezzi al seguito, a meno che non si tratti di schooter o ciclomotori, in quanto sull’isola ci sono pochissime strade e tutte molto molto strette. Solo l’uscita dal porto con una normale automobile è un’impresa ardua, che per i non esperti può terminare con il rifacimento di una fiancata. Molte strutture alberghiere dispongono però di un servizio navetta da/per il porto o per le varie spiagge, in genere basta accordarsi al mattino sugli orari.
Se intendete raggiungere l'isola con una imbarcazione privata vi consigliamo di leggere i consigli di BolinaBlu
Sull’isola non esistono campeggi ed è vietato il campeggio libero, esistono però diversi alberghi, affittacamere e B&B. Al momento della prenotazione vi consigliamo di verificare che la struttura scelta abbia l’aria condizionata e, se non si trova in paese, che offra un servizio navetta. Molte strutture sono piuttosto vecchie ed avrebbero bisogno di una bella sistemata, vi consigliamo quindi di verificare che abbia un sito internet con delle fotografie, e qualche recensione. Noi abbiamo provato l’Hotel Belvedere, con una splendida terrazza panoramica, camere completamente ristrutturate con frigobar, aria condizionata e servizio navetta. Altre buone strutture, anche se con prezzi più elevati, sono l’Hotel Villa Lulia oppure l’Hotel Mezzatorre.
Se soggiornate anche solo per un breve periodo sull’isola di Ventotene dovete assolutamente assaggiare le tipiche zuppe di legumi, preparate con fave, lenticchie o cicerchie, aglio, pomodoro e patate. Questi tre legumi sono tutt’oggi coltivati sull’isola e vengono generalmente cucinati in umido dopo essere stati tenuti a bagno in acqua e sale. Molto buoni sono in genere tutti i piatti di pesce, portato fresco ogni giorno dai pescatori. L’isola dispone di diversi ristoranti, quasi tutti a gestione famigliare, in estate però, visto il numeroso afflusso di turisti, è molto difficile trovare posto, soprattutto se non si prenota con largo anticipo. Molte strutture turistiche offrono gratuitamente il servizio prenotazione ristorante, vi consigliamo comunque di prenotare già al mattino. I ristoranti lungo il porto offrono ottimi pasti a prezzi abbordabili. Il Panificio Aiello, in Via degli Olivi, 35 - oltre a pane, pizze e focacce prepara arancini, supplì, crocchette, torte salate e squisiti dolci napoletani, può costituire ottima scelta per un pasto veloce o come pranzo al sacco da portare in spiaggia oppure in barca.