Portogallo
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VentoteneAssieme alla vicina isola di Santo Stefano, Ventotene,  si trova a circa 22 miglia marine dal gruppo occidentale delle Isole Ponziane. L’isola è la seconda per estensione dell’arcipelago, con una forma lunga e stretta che raggiunge la lunghezza massima di 2900 metri e una larghezza massima di 900 metri. L’isola è piuttosto battuta dai venti, dai quali ne deriva il nome, anche per questo dispone di pochissima vegetazione ad alto fusto, in compenso è molto ricca di vegetazione a basso fusto. Grazie all’abbondanza di fichi d’india, bouganville, agavi, oleandri, lantana che sbucano tra le rocce o si arrampicano sui muri, l'isola offre ai turisti deliziose immagini. Sicuramente meno mondana della vicina Ponza, meta del turismo d’assalto, Ventotene ha saputo mantenere intatto il suo fascino selvaggio offrendo ai suoi ospiti la possibilità di godersi una vacanza a ritmo lento, in stretto contatto con il mare cristallino. Grazie ai profumi della sua macchia mediterranea ed agli intensi colori della sua terra vulcanica Ventotene è in grado di regalare a chiunque forti emozioni. L’isola, già menzionata nell’Odissea, come Isola delle Sirene, è molto apprezzata anche fuori stagione, grazie al suo clima mite ed alla possibilità di effettuare trekking e birdwatching. Ventotene rappresenta infatti una tappa fondamentale per gli uccelli migratori che volano verso le coste Africane. Da diversi anni il mare intorno all'isola, grazie all'enorme varietà di pesci e piante acquatiche, è considerato un vero paradiso dai Sub.

OtziSe siete in viaggio con i ragazzi non potete assolutamente perdere una visita al museo dove è custodita la famosa mummia di “Otzi”. La mummia venne scoperta nel 1991 da una coppia di turisti durante una escursione sulle montagne Alpi Venoste. Inizialmente si pensò a qualche persona scomparsa negli ultimi anni ma, dopo un'attenta analisi gli studiosi iniziarono ad avere qualche dubbio attribuendo alla mummia dai 100 ai 200 anni, solamente grazie alla datazione al carbonio si è potuto stabilire che Otzi visse circa 5.300 anni fa. Da questo momento la mummia diventa una vera e propria star! Dagli studi effettuati sul reperto, si pensa si tratti di un cacciatore vissuto nella valle tra il 3300 a.C. e il 3500 a.C. Attualmente la mummia è custodita in uno speciale frigorifero ad una temperatura costante di -6° e cosparsa di acqua sterilizzata a intervalli di tempo regolari, per evitarne la disidratazione. Il congelamento nel ghiaccio e lo spesso strato di neve ha permesso la conservazione degli indumenti a dell suo equipaggiamento di Otzi, visibili nel percorso museale. Il museo è dotato di speciali aree per bambini dove alle informazioni potranno aggiungere  l’esperienza sensoriale e l’approccio pratico e diretto ai materiali. Il museo offre particolari programmi di visita a scuole elementari, medie e superiori. Per i gruppi scuola è necessaria la prenotazione.

Orari: Martedì/Domenica 10-18, Luglio, Agosto e Dicembre il museo è aperto anche il lunedì
Prezzi: Intero 9€, Ridotto 7€, bambini fino a 6 anni gratis - Gratis con la Bolzano Card
Ubicazione: Via Museo, 43 - Bolzano
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Situata su un poggio che domina una splendida baia blu profondo, Porto-Vecchio, 25 km a nord di Bonifacio, è stata fondata nel 1539 come seconda roccaforte genovese sulla costa orientale.

Nel centro della città non c'è molto da vedere, a parte la fortezza ben conservata e il piccolo reticolo di antiche vie che ruotano attorno alla piazza principale de la République. Ad  est della piazza non si può perdere la Porte Génoise, che incornicia una splendida distesa al mare:  il percorso più rapido verso il moderno porto turistico, che è circondato da caffetterie e ristoranti.

Porto vecchio è una buona base per esplorare Bonifacio e la foresta spettacolare che circonda uno dei viaggi su strada più impressionante della Corsica, il percorso de Bavella.

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Su le dentate scintillanti vette
salta il camoscio, tuona la valanga
da' ghiacci immani rotolando per le
selve croscianti :
ma da i silenzi de l'effuso azzurro
esce nel sole l'aquila, e distende
in tarde ruote digradanti il nero
volo solenne.

Questi versi della poesia Piemonte vennero scritti da Giosuè Carducci durante uno dei suoi tanti soggiorni nell'Hotel Gran Paradiso a Ceresole Reale. Attualmente l'hotel, dopo essere stato inutilizzato per anni, e dopo i necessari lavori di restauro, che hanno mantenuto la sua classica struttura in pietra e legno, ha ripreso a svolgere la sua antica attività. Oltre al poeta, l'hotel ospitò altri personaggi illustri come la regina Margherita, il Duca degli Abruzzi, re Umberto e il conte di Torino, che come molti altri rappresentanti della nobiltà e della borghesia piemontese amavano trascorrere i loro periodi di vacanza tra le vette del parco. Inizialmente abitato dai Celti, il borgo subì la dominazione romana, come dimostrano alcune iscrizioni in latino nelle miniere di Cuccagna e Bellagarda. Successivamente l'Imperatore Ottone III donò il borgo al Vescovo di Vercelli, successivamente divenne feudo dei Valperga. I laghi artificiali della valle di Ceresole, riforniscono di energia elettrica quasi tutto il territorio di Torino. Le opere per lo sfruttamento delle acque iniziarono nei primi anni del '900 con la costruzione della diga di Ceresole. Per creare l'enorme bacino artificiale vennero cancellate decine di case delle varie borgate che occupavano la "conca" di Ceresole, costringendo la popolazione a stabilirsi sui pendii della valle. Dopo la costruzione del primo invaso, inaugurato nel 1931 alla presenza di Umberto di Savoia, e l'entrata in funzione della centrale elettrica del Rosone si proseguì con la costruzione di altri invasi come quelli di Agnel, di Serrù della centrale di Villa, delle dighe di Teleccio, Eugio e Palsoera poste nel vallone di Piantonetto. Ceresole, che dal 1862 è stata insignita da re Vittorio Emanuele del titolo Reale, è un'ottima base di partenza per escursioni verso il rifugio Jervis a 2250 metri di altitudine e il rifugio Leonesi a quota 2909 metri. Se siete in viaggio con i bambini o non amate effettuare escursioni sulle vette, molto gradevole può essere una passeggiata a piedi o in bicicletta intorno al lungo lago di Ceresole, in estate il lago è meta di appassionati di windsurf. A Ceresole, presso il Grand Hotel, ha sede uno dei centri visitatori del Gran Paradiso: "Homo et Ibex" il cui tema è il rapporto tra l'uomo e lo stambecco nella storia e nell'arte. L'esposizioe è organizzata con dispositivi multimediali e pannelli che ricreano una grotta con graffiti rappresentanti scene di caccia. Sono inoltre esposti numerosi oggetti di vita quotidiana, dipinti e fotografie.

Orari: Luglio e Agosto aperto tutti i giorni 9,30-12,30 e 15-18,30
Ingresso: Adulti 2,50€; Ridotto 2€; fino a 6 anni gratis
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Istituito il 3 Dicembre 1922,  con un decreto legge a firma di Vittorio Emanuele III, il Parco Nazionale del Gran Paradiso rappresenta il più antico parco d'Italia, seguito da quello dell'Abruzzo istituito qualche mese più tardi. Il Parco, che si estende su di una superficie di circa 71.000 ettari tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, ha come fine quello di "conservare la fauna e la flora e di preservare le speciali formazioni geologiche, nonché la bellezza del paesaggio". Inizialmente la gestione del Parco venne affidata alla Commissione Reale del Parco Nazionale del Gran Paradiso, sostituita dopo la seconda guerra mondiale dall'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, con un consiglio di amministrazione composto da 13 elementi e un corpo di guardie giurate alle dipendenze. Dal 2000 il Parco è stato dichiarato un Sito di Interesse Comunitario, nel 2006 è stato insignito del Diploma Europeo delle aree protette, confermato nel 2012.

Possiamo tranquillamente affermare che la storia del parco è strettamente legata alla storia della conservazione dello stambecco, infatti già nel lontano 1821 il re di Sardegna Carlo Felice, ordinò il divieto di caccia dell'animale su tutti i territori del regno, mentre nel 1850 il re Vittorio Emanuele II, colpito dall'abbondanza della fauna nelle valli, nominò l'area Riserva Reale di caccia. Ci vollero però alcuni anni prima che i valligiani e i comuni cedessero al re l'utilizzo esclusivo dei diritti venatori. Nel 1856 nacque ufficialmente la Riserva Reale di Caccia del Gran Paradiso, con un corpo di vigilanza composto da circa 50 addetti, per i quali vennero costruite piccole case all'interno del parco. Nello stesso periodo vennero restaurate le chiese, le case comunali, costruiti rifugi di caccia per il re, mulattiere e sentieri di collegamento dai borghi ai vari rifugi di caccia, tutti percorribili a cavallo, e ancora oggi in uso. Nel 1919 re Vittorio Emanuele III si dichiarò disposto a donare la Riserva Reale di Caccia allo Stato italiano purchè venisse creato un Parco Nazionale.

Oggi vi addentrerete nel cuore dell'isola e percorrerete i magnifici paesini in pietra dell'Alta Rocca (con possibile piccola escursione a piedi). Il pezzo forte della giornata è rappresentato dalle famose Aiguilles de Bavella, le sette cime frastagliate che al tramonto si tingono di colori brillanti. Da qualunque punto si osservino, offrono uno spettacolo magnifico, che non ci si stanca mai di ammirare.

Sulla via del ritorno non perdete l'occasione di immergervi per un bagno rinfrescante nelle piscine naturali del fiume Solenzara.

Bonifacio, estrema cittadina a sud della Corsica, è un luogo veramente difficile da dimenticare, con le sue bianche falesie, i suoi ristorantini costruiti a strapiombo sul mare, che sembrano essere un tutt'uno con la scogliera, e le sue stradine strette dall'aria medievale che si inerpicano fino alla sommità della scogliera, è un posto davvero magico! Scendete i trecento gradini della Escalier du Roi d'Aragon, che vi condurrà fino alla base delle falesie attraverso una scalinata davvero vertiginosa, potrete godere di uno splendido panorama sulle Bocche di Bonifacio e ammirare, da lontano, la costa Sarda. Nel suo animato porto, estremamente protetto dalle mareggiate invernali e sovrastato dalle imponenti mura cittadine, troverete ancorati grandi yacht e eleganti barche a vela. La città, come molte della Corsica, si divide in una città bassa che si protende lungo il litorale e una città alta, arroccata sulla falesia e raggiungibile tramite la scalinata del Rastello. Tramite la porte de Genes, con tanto di ponte levatoio, si entra nella città vecchia con il suo poderoso Bastion de l'Etendard costruito intorno al '500 (visita a pagamento) e la chiesa di Sainte Marie Majeure, in stile romanico, con una bella facciata preceduta da un porticato. Dalla città vecchia si raggiunge la Cittadella, costruita dai genovesi nel XIII secolo e ora sede della guarnigione della Legione Straniera (per le visite rivolgersi all'ufficio del Turismo). Da non perdere il camminamento di ronda che si snoda sulle antiche mura di fortificazione dal quale su gode di uno stupendo panorama ed una passeggiata nell'antica Montée Sant-Roch

Ufficio del Turismo: 2, Rue Fred Scamaroni BP 78

Dal porto di Bonifacio con una delle tante escursioni organizzate recatevi alle spettacolari e disabitate Isole Lavezzi: la natura incontaminata domina su tutto il resto; ricordatevi di portare con voi il pranzo, l'isola non è dotata di alcuna struttura. Sarà una giornata da dedicare completamente al mare, inoltre, il viaggio in barca vi permetterà di ammirare le bianche falesie dal mare.

Le Bocche di Bonifacio sono in realtà uno stretto braccio di mare che separa la Corsica dalla Sardegna. Nel punto più breve la distanza che separa le due isole è di 11 chilometri, mentre la profondità massima raggiunta dal mare è di 100 metri. In parecchi punti le rocce sfiorano il pelo dell'acqua, il che unito alle forti correnti, rendono questo tratto di mare veramente pericoloso, al punto da essere stato vietato nel 1993, dopo l'ennesimo naufragio, al transito di mercantili che trasportano materiale inquinante. La città e le bocche prendono il nome da Bonifacio II di Toscana, prefetto di Corsica vissuto nel VII secolo. Verso la costa sarda delle Bocche si trovano le isole della Maddalena, mentre verso la parte corsa si trovano le isole di Lavezzi e di Cavallo. Molto suggestivo è un giro in barca tra le numerose grotte e spiagge dell'area. Potete effettuare il tour delle grotte e delle isole noleggiando un'imbarcazione oppure aggregandovi a unodei numerosi tour organizzati. Il giro classico in genere comprende una sosta alla grotta dello Sdragonotto, la grotta di Sant'Antonio, conosciuta anche con il nome di Grotta di Napoleone per via della sua forma rassomigliante al cappello dell'imperatore, giro intorno al promontorio chiamato "Timone della Coreica" costeggiando scogliere calcaree alte fino a 90 metri, fino a scorgere la scala del re d'Aragona con i suoi 187 gradini ancora praticabili, e prendere la via del ritorno verso il "Granello di Sabbia" grande blocco calcareo che fuoriesce dall'acqua. Altrimenti potete optare (recandovi al porto) per una mini-crociera nel  Parco Marino Internazionale della durata di circa 50 minuti, durante la stagione estiva c'è una partenza ogni 20 minuti. Altra possibilità è una crociera attraverso le isole di Lavezzi, dove è possibile una sosta con bagno, per poi proseguire alla scoperta delle isole Cavallo, Ratino, Piana. Di seguito alcuni link che potranno esservi d'aiuto nel caso in cui decidiate per un'escursione particolare nelle Bocche di Bonifacio:

Noleggio barche con o senza licenza, jet-ski e kayak di mare: Pouss'Vague
Tour organizzati: L'Autre Croisiére
Visite guidate in Kayak: Bonif' Kayak
Noleggio o visite guidate in catamarano o barca a vela:Club de Voile du Bonifacio

Cittadina universitaria situata nel cuore dell'isola, è il simbolo dell'indipendenza corsa. La città si divide in una parte alta ed in una parte bassa. Fanno parte della città bassa le costruzioni più moderne allineate lungo Cours Paoli che termina a nord in piazza Duc de Padoue ornata al centro dalla statua del generale Arrighi di Casanova e a Sud nell'omonima piazza con al centro un monumento al generale Paoli. Attraverso le caratteristiche rampe di rue Scoliscia si sale alla città alta, giungendo a piazza Gaffori. Grande fascino hanno le sue mura e il castello che rappresenta il punto più alto dell'abitato; perdetevi tra le sue strette stradine che, tra negozi e caffè, si arrampicano fino allo Chateau e al belvedere che si trova proprio sotto i bastioni. E' anche sede del “Museu di a Corsica”, formidabile riassunto della tradizione, della storia e della cultura di quest’isola. 

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