Se volete vivere l’atmosfera coloniale del Brasile tappa obbligata è Paraty, cittadina storica coloniale della Costa Verde, nel sud dello stato di Rio de Janeiro a metà strada tra Rio e São Paulo (330 km).
Paraty è una delle cittadine meglio preservate ed interessanti dal punto di vista architettonico di tutto il Brasile.
Fondata nel 1667 dai portoghesi ben presto Paraty divenne uno snodo fondamentale della Rotta dell’Oro, il percorso attraverso il quale il metallo e le pietre preziose estratti dalle miniere venivano portati verso il Portogallo.
Oggi Paraty è tra le più ambite mete turistiche del Brasile e dà il meglio di questa terra: colori, spiagge, musica e cultura, strade piene di ristoranti e locali, negozi alla moda e numerosi eventi e manifestazioni culturali durante tutto l’anno.
Il nome dei Guggenheim si lega indissolubilmente all’arte moderna quando Salomon R., facoltoso industriale americano, ritiratosi dal mondo degli affari a 66 anni, alla fine degli anni ’30, comincia ad acquistare e collezionare opere di grandi di artisti contemporanei come Kandinsky, Chagall, Klee, guidato dall’eccezionale gusto ed intuito dell’artista tedesca Hilla Rebay. Nel giro di pochi anni la collezione assume dimensioni importanti. Si organizzano mostre anche itineranti e si pensa ad una Fondazione il cui scopo è: “promuovere, incoraggiare, educare all’arte e illuminare il pubblico”, Fondazione che nasce nel 1937 e che oggi comprende, oltre al Museo di Ney York, anche quelli di Venezia e Bilbao. Mentre il nome dei Guggenheim si diffonde in Europa e nel mondo anche grazie all’impegno di Peggy (Marguerite), nipote di Salomon, nel 1943 si pensa di costruire a New York una struttura permanente per ospitare le opere di famiglia. Incaricato del progetto è Frank Lloyd Wright, che impiegherà i successivi 15 anni e una enorme raccolta di schizzi per mettere a punto la sua opera. La costruzione sarà avviata a partire dal 1956, quando Peggy ha da poco inaugurato la sua Fondazione personale nello splendido Palazzo Venier dei Leoni a Venezia. Il lavoro di Wright, considerato una delle massime espressioni del XX secolo, rivoluzionò completamente l’idea stessa dell’organizzazione architettonica degli spazi museali, sostituendo tutto ciò che precedentemente era ordine e linearità con un disegno continuo, curvilineo, sinuoso dove perdersi nell’ammirazione delle opere che vi sono incastonate come gemme: un vero e proprio tempio dell’arte. Il Museo ospita, oltre alla sua importante collezione permanente anche la collezione di opere di impressionisti e post impressionisti di Justin Thannhauser, raccolte fotografiche ed interessanti mostre temporanee.
Central Park è uno dei Parchi più famosi al mondo. Fu progettato, con la sua caratteristica forma rettangolare, nel 1857 dall’architetto inglese Calvert Vaux e dal paesaggista Frederick Law Olmsted (gli stessi che progettarono anche il Prospect Park di Brooklyn) con l’obiettivo di regalare un’oasi verde alla città che aveva visto quadruplicare la sua popolazione nei trent’anni precedenti. Si estende per 340 ettari al centro di Manhattan, tra la 59a e la 110 a strada, zona un tempo occupata da paludi, tanto che fu necessario trasportare un enorme quantitativo di terra fertile, adatta alla messa a dimora delle piante, dal New Jersey. Il contesto sembra del tutto naturale: un susseguirsi di prati, aiuole fiorite, boschetti ombrosi, meravigliosi alberi secolari, corsi d’acqua e laghetti, dove, soprattutto nei fine settimana, migliaia di newyorkesi passeggiano, corrono, pattinano, nuotano, si allenano, vanno in bicicletta, si arrampicano o, semplicemente, leggono il giornale o ascoltano musica. Ci sono delle aree, come Conservatory Garden, Sheep Meadow, Shakespeare Garden, riservate alla tranquillità: le cosiddette Quiet Zone. C’è la possibilità di fare un giro sulla giostra, affittare biciclette e barche, giocare a golf e visitare lo Zoo. In estate vi si tengono anche concerti e rappresentazioni teatrali. Molte le strutture attrezzate per la ristorazione e molte le zone che si prestano a splendidi picnic. C’è anche la bellissima eventualità di perdersi nel parco e vi consigliamo quindi di portare una mappa con voi. Alcune attrazioni sono particolarmente famose: da Strawberry Fields, emozionante giardino a forma di lacrima dedicato a John Lennon, alla statua di Alice nel Paese delle Meraviglie, alla Bethesda Terrace con la sua bella fontana. Central Park è un luogo di studio per gli appassionati di flora e fauna e meta dei birdwatcher in occasione del passaggio degli uccelli migratori. È inoltre famosissimo per essere ogni anno il punto di arrivo della Maratona di New York.
È uno dei più grandi musei d’arte al mondo, si trova in una magnifica posizione, affacciato sul lato destro di Central Park. Fu inaugurato nel 1872 e, attualmente, sono più di 5 milioni all’anno i suoi visitatori. Le opere che ospita spaziano dalle arti decorative americane all’arte antica egizia, greca, romana e orientale, dall’arte medievale (che troverete nella sede The Cloisters) all’arte moderna, dalla fotografia agli strumenti musicali e all’istituto del costume. Interessanti: la collezione di figurine di giocatori di baseball, la collezione Rockefeller e la bellissima sezione dedicata alla pittura europea. Oltre alla eccezionale mostra permanente, il MET ospita, importanti mostre temporanee durante tutto l’arco dell’anno. Ha un bel Roof garden con straordinaria vista a 360 gradi, che vi permetterà di abbracciare in un unico sguardo Central Park e buona parte dell’intera isola di Manhattan.
È uno dei Centri commerciali più noti (e più presenti nei film) di New York. Si ispira all’Arte Decò, ma, in realtà, si traduce in un complesso di stili molto variegato. Si articola sia in spazi aperti (con fontane, statue e punti ristoro), sia al chiuso. È il punto di partenza per l’imperdibile ascesa al Top of the Rock, da cui ammirare, dal 70° piano, la città a 360 gradi. Molto bella la vista del Central Park e dell’Empire State Building. Un souvenir divertente? Vi proporranno con tutta probabilità di fare una foto, seduti, prima di salire sulla terrazza panoramica. Scendendo vi troverete immortalati sulla trave della famosissima foto scattata nel 1932, proprio nel cantiere del Rockefeller Centre in costruzione! Siete ovviamente liberi di acquistare o meno la foto. Non perdetevi il bellissimo negozio della Lego, che affascinerà grandi e piccoli, con il suo enorme drago che serpeggia appena al di sopra teste dei visitatori ed il plastico del Rockefeller Center, ricostruito fin nei minimi dettagli, con un numero impressionante di mattoncini. Pensate che oltre ad acquistare tutte le possibili confezi oni di Lego, c’è la possibilità di comprare a peso i singoli pezzi e personaggi, scegliendoli da un grande contenitore a colonna che va dal pavimento al soffitto! Il rischio è che si è davvero tentati di esagerare, tanto più che lo store ha anche il servizio di recapito a domicilio della merce acquistata.
Times Square, punto di intersezione tra Broadway e la 7a Avenue, con le sue gigantesche pubblicità animate (alte fino a 7 piani!) è una delle più conosciute icone della città. Pensate che il primo cartellone elettrificato, risale al 1904, a tre settimane esatte dall’apertura della fermata della metro della piazza.
Times Square prende il nome dal Times Building, sede storica del New York Times, che vi rimase fino agli inizi del 1900. Il grattacielo, noto ora come One Times Square, è famoso per la grande sfera di cristallo illuminata che viene fatta cadere dal suo tetto ogni anno, alla mezzanotte del 31 dicembre, durante i festeggiamenti per l’anno nuovo. Gli amanti del cinema ricorderanno sicuramente “Capodanno a New York” di Garry Marshall del 2011, film non eccezionale, ma con cast eccellente, in cui questo rito del capodanno newyorkese è protagonista, più che cornice, dell’intera vicenda. Times Square compare anche in innumerevoli altri film: da King Kong (2005) a Spider Man (2002), da Pelham 123 (2009) a Angel Heart – Ascensore per l’inferno (1987), tanto per citarne alcuni.
La piazza fu addirittura spenta per tre ore per le esigenze del set di Vanilla Sky (2001). Questa zona, famosa per i suoi numerosi teatri, i suoi locali e i suoi ristoranti è davvero interessante da vedere, se il tempo ve lo consente, sia con la luce del giorno, sia di notte, perché sono due spettacoli diversi l’uno dall’altro ed entrambi assolutamente imperdibili, come imperdibile è salire sulla grande scala rossa posta in centro alla piazza e ammirare i cartelloni pubblicitari o la folla di gente che si muove.
Fondato nel 1869, ospita oltre 30 milioni di reperti, con tre grandi sale dedicate ai dinosauri, sezioni dedicate ai minerali e straordinarie mostre interattive. E’ ospitato in una sede magnifica, con accesso da Central Park West in stile tardo neo classico. L’accoglienza ai visitatori è spettacolare: l’enorme scheletro di una femmina di Barosaurus che difende il suo piccolo da un Allosauro. Interessante il Rose Center for Earth & Space per il planetario e la proiezione di documentari.
Quando nel 1980 la linea ferroviaria sopraelevata che trasportava merci tra Gansevoort Street e la 34a strada nel West Village fin dal 1934 andò in pensione, la sua fine sembrava una inevitabile demolizione. È stato il comitato dei cittadino costituitosi nell’associazione Friends of High Line a proporre una soluzione davvero eccezionale: trasformarla in un parco urbano. Nel 2009 è stato aperto al pubblico il primo tratto, un secondo nel 2011, mentre nel 2014 è stato completato l’ultima parte del percorso, quello compreso tra la 30a e la 34a strada. La realizzazione è spettacolare: un team di architetti e di architetti paesaggisti ha saputo creare una delle più belle passeggiate che si possa immaginare tra alberi, piante, fiori. Non mancano panchine e arredi in legno dal bellissimo design, servizi, ascensori e punti di ristoro.
Little Italy, abitata prevalentemente da immigrati italiani fino a metà del 1900, ha visto gradualmente cambiare l’etnia dei suoi residenti dopo che i suoi abitanti hanno preferito trasferirsi in zone più tranquille, come, ad esempio, Brooklyn. Anche se ogni anno a settembre vi si svolge il San Gennaro Festival, grande richiamo per chiunque abbia origini italiane, Little Italy si riduce oggi, di fatto, a Mulberry Street, dove soste considerate obbligate sono quelle al Ferrara Cafè and Bakery, famoso per i suoi dolci italiani, e al Mulberry Street Bar, storico ritrovo del quartiere. Pensate che il Ravenite Social Club, oggi luogo di shopping, era uno dei ritrovi della criminalità organizzata, frequentato anche da Lucky Luciano.
Un angolo d’oriente vi si aprirà a Canal Street, con i suoi mercati all’aperto, i suoi negozi, i suoi marciapiedi affollati ed il suo traffico caotico: siete arrivati sul set di Gangs a New York di Martin Scorsese. I profumi agro-dolci della cucina vi accompagneranno, mentre cercherete di districarvi tra i venditori di griffe rigorosamente contraffatte, nella babele di lingue che caratterizza la comunità cinese più numerosa al di fuori dell’Asia. Se avete tempo, non mancate di fare un salto al Columbus Park, dove ogni giorno molte persone praticano judo e tai-chi, mentre altri giocano interminabili partite a mahjong e domino.
L’Official NYC Information Kiosk di Chinatown, nel triangolo dove si incrociano Canal Street, Walker Street e Baxter Street è in grado di fornire informazioni su manifestazioni, ristoranti, locali;
È sicuramente uno dei simboli della città, immortalato in tantissimi film, ed è emozionante attraversarlo. Attraversa l’East River, collegando Manhattan e Brooklin. Fu progettato da John Roebling e costruito dal figlio Washington. Detiene il primato di essere stato il primo ponte sospeso del mondo in acciaio. Fu inaugurato nel 1883 dopo 14 anni di lavoro segnati da molte difficoltà tecniche, in cui persero la vita 20 operai e lo stesso John Roebling. Il risultato finale era ed è tutt’ora spettacolare: la sua campata centrale, lunga ben 479 m, rappresentava una sfida dell’ingegneria tanto che l’opinione pubblica avanzò dubbi sulla sua capacità di resistenza. Si ricorse allora ad un artista circense che lo attraversò accompagnato da 21 elefanti. Negli anni ’80 un’attenta opera di restauro ha contribuito a festeggiare nel migliore dei modi il suo primo secolo di esistenza. Il passaggio pedonale ad est della City Hall offre splendidi panorami di Lower Manhattan. Lo si attraversa in circa 20’. Per una splendida vista sul ponte e sullo sky line di New York vi consigliamo di prendere la metro fino a Fulton Ferry/Old Fulton St e poi scendere a piedi sino alle rive del fiume e sulla bella passeggiata.
Molto è stato fatto in questo enorme cratere, simbolo dell’odio terrorista dall’11 settembre del 2001 ad oggi, a cominciare dalla Freedom Tower, che svetta altissima ed è ormai stata ultimata. Ma l’impressione è che ancora molto ci sia da fare e che forse sia proprio questo l’emblema della tragedia: una ferita che stenta a rimarginare.
Volendo si può partecipare a Tour guidati (solo in lingua inglese), visitare il Memoriale ed il Museo (per informazioni si veda il sito)
Per chi non se la sente o non ha abbastanza tempo, sarà sufficiente uno sguardo ai cantieri, ai grandi bassorilievi posti a ricordo del sacrificio dei pompieri newyorkesi, e alle due grandi vasche con cascate d'acqua che occupano il vuoto in cui una volta si ergevano le torri.
Quest’isola ed il suo edificio, ora Immigration Museum, costituirono il primo approdo nel Nuovo Mondo per i 12.000 immigrati che arrivarono ogni giorno a New York tra il 1892 e il 1954, provenienti da Irlanda, Inghilterra, Germania, Austria e Italia. Qui venivano incolonnati in file interminabili, controllati, visitati. I passeggeri di prima e seconda classe riuscivano di solito a sbrigare tutte le formalità di ingresso in pochissimo tempo. Per quelli di terza classe i controlli erano particolarmente lunghi e severi. Ad alcuni veniva cambiato il nome, se troppo difficile da scrivere o pronunciare, altri venivano fermati in una sorta di detenzione se sospettati di costituire una minaccia, altri ancora venivano respinti, anche a costo di separare i nuclei familiari. Di questi ultimi se ne può facilmente immaginare la disperazione, dopo un viaggio lungo e difficile, spesso pagato con i risparmi di una vita. Arrivare a vedere, quasi a toccare la Statua della Libertà e la riva di Manhattan e dover tornare nel luogo dal quale si è cercato di fuggire! Oggi, questo bellissimo edificio ci restituisce la loro storia grazie a gallerie interattive, mostre, filmati e registrazioni di testimonianze di persone effettivamente passate per le procedure di Ellis Island, in un contesto suggestivo ed emozionante. Il Genealogia Learning Center consente di effettuare ricerche su tutti gli immigrati transitati su Ellis Island, a partire dai loro nomi o dalla loro data di nascita. Il servizio è disponibile anche a distanza, collegandosi al sito. I traghetti che arrivano ad Ellis Island sono gli stessi che passano anche per Liberty Island e sono sempre molto affollati. Sarà bene prenotare o arrivare all’imbarco con largo anticipo. Tenendo presente che gran parte della fila si snoda all’aperto, sarà opportuno attrezzarsi per ripararsi dalla pioggia o dal sole e portarsi dell’acqua da bere. Ad Ellis Island c’è un bar caffetteria con panini e piatti pronti, da consumare anche all’aperto godendo di una bella vista dell’approdo, della Statua della Libertà e di Manhattan.
La Statua della Libertà sorge a Liberty Island, proprio all’imbocco del porto sul fiume Hudson, sulle rovine di una fortezza ottocentesca e dal 1886 ha accolto milioni di immigrati, arrivati nel Nuovo Mondo con tutte le loro speranze. Simboleggia la dea della libertà che calpesta le catene della schiavitù. La sua corona ha sette punte che si irradiano verso i sette mari. Tiene alta con la mano destra una fiaccola a rappresentare il fuoco eterno della libertà, mentre nella sinistra stringe la Dichiarazione d’Indipendenza con incisa la sua data: 4 luglio 1776. Il simbolo della città di NewYork nasce da un progetto comune di Stati Uniti e Francia in occasione del centenario della dichiarazione di Indipendenza Americana ed è considerato una delle massime espressioni di incontro tra Arte e Ingegneria. L’enorme statua (è alta, compreso il basamento, 93 metri ed è visibile a 40 Km di distanza) fu realizzata in Francia dallo scultore Frédéric-Auguste Bartholdi. Fin dall’inizio il suo progetto incontrò enormi difficoltà economiche e tecniche. Le prime furono superate grazie a raccolte di fondi promosse dall’editore Joseph Pulitzer e dalla poetessa Emma Lazarus che nel 1883 pubblicò un sonetto considerato un inno di accoglienza agli immigrati, che fu poi inciso sulla base della Statua. Lo stesso basamento che la sorregge è frutto di un’ulteriore raccolta di fondi pubblica, promossa dal NewYork Time. Per quanto riguarda le difficoltà tecniche, furono risolte grazie all’eccezionale collaborazione di Gustave Eiffel, che realizzò una struttura interna in acciaio, sufficientemente solida per sostenere l’enorme peso della statua (225 tonnellate) ed al tempo stesso abbastanza elastica per resistere all’azione del vento e alle escursioni termiche. Su questa avveniristica struttura furono poi disposte 300 lastre di rame martellato. La statua fu poi smontata ed inviata a NewYork in 1883 casse su una piccola barca, che dovette fare più viaggi per trasportarle tutte. Nell’interno del piedistallo si trova la Statue Story Room, raccolta museale di documenti della storia del monumento. 335 gradini o alcuni ascensori portano ai piedi della statua. Una scala a chiocciola di 168 gradini porta alla testa, dove le finestre che si aprono nella corona offrono uno splendido panorama sul New Jersey, su Manhattan e su Brooklyn. Sospeso dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, l’ingresso del pubblico alla corona è stato riaperto nel 2009 ad un numero limitato di persone al giorno, con prenotazione obbligatoria, da effettuare con larghissimo anticipo sul sito. La visita è sconsigliata a tutti coloro che soffrono di claustrofobia, inoltre durante la stagione estiva all'interno della Statua ci può essere una temperatura di oltre 20° superiore a quella esterna. Siccome state entrando nel cuore del simbolo degli Stati Uniti preparatevi ad attenti controlli che danno origine a lunghe code, per questo motivo vi suggeriamo di arrivare al mattino presto. Sull'isola esistono due Gift Shop piuttosto forniti con prezzi abbastanza contenuti, una tavola calda e dei punti di ristoro.