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BolognaSe davvero volete vedere una Bologna insolita, non perdetevi la finestrella di Via Piella, a due passi da Via Indipendenza. L’affaccio, del tutto inaspettato, sull’antico canale delle Moline, vi farà pensare a Venezia e ai suoi canali! Scampato alle coperture di queste vie d’acqua attuate tra il 1930 e il 1950, questo tratto nell’XI secolo fungeva da fossato difensivo della seconda cerchia muraria della città. Fu a lungo dotato di pedane mobili sospese sull’acqua utilizzate come lavatoi e di botti che consentivano alle lavandaie di raggiungere l’acqua senza bagnarsi.

Se volete saperne di più su Bologna città d’acqua…….

È davvero difficile pensare a Bologna come ad una città d’acqua, mentre camminiamo sotto i suoi portici, o visitiamo i suoi bei palazzi. Ed è altrettanto difficile pensare anche che gli anelli in ferro murati su Palazzo Pepoli servivano per ormeggiare barche e chiatte. Eppure Bologna per secoli ebbe un porto funzionale e dispose di una flotta capace di sconfiggere la stessa Venezia, nella battaglia navale alle foci del Po di Primaro, nel1270. La città poggia, infatti, su una fitta rete di canali artificiali, formati, attraverso un sistema di chiuse, dai fiumi Reno e Savena. Queste antiche e sofisticate opere idrauliche garantivano l’acqua per uso domestico, alimentavano i fossati difensivi della città, fornivano energia ai mulini e venivano utilizzati dalle botteghe artigiane dei conciatori e dei fabbricanti di tessuti. Il dislivello che Bologna presenta da Sud a Nord (76 m slm a Porta Azeglio e 37m slm al porto Fluviale) è l’ideale per il rapido deflusso delle acque e per la conseguente produzione di energia cinetica, tanto che a Bologna, già nel 1300, si contavano 37 mulini, che arrivarono ai 500 del 1700.

Il torrente Aposa è l’unico corso naturale che attraversa la città. Il suo percorso è stato coperto a partire dal tardo Medioevo, ed ora scorre in una galleria lunga 7 km. Questa galleria, alta tra i 3 e i 4 metri, è parzialmente visitabile. È visibile l’arco del ponte romano sulla via Emilia, sotto l’attuale Via Rizzoli.

L’attuale Via Castiglione era l’alveo del canale Savena, che fu realizzato dal comune a partire dal XII secolo. La chiusa che lo forma è visibile passando sul ponte del Savena a San Rufillo.

Il canale Reno si forma dalla chiusa sul fiume Reno a Casalecchio. Non è nota la data della sua costruzione, ma fu ad opera di privati cittadini. Nel 1567 la chiusa fu ricostruita per volere di papa Pio V e realizzata da Jacopo Barozzi, detto il Vignola. L’opera è considerata uno dei maggiori lavori di idraulica del tempo. Uno dei due rami in cui il canale si divide forma il Canale covaticcio che, grazie ad un salto di 14 metri, alimenta una centrale idroelettrica sotterranea che produce 8.200.000 KWh l’anno. Il canale Reno fu coperto negli anni ’50. Tutte le acque di questi canali confluiscono alla Bova (in via Bovi Campeggi), dove il Canale Navile consentiva di raggiungere in nave il Po a Ferrara e poi il mare.

BolognaIl Canale delle Moline si forma dalle acque del Canale Reno, si unisce alle acque dell’Aposa e del Savena e confluisce anch’esso alla Chiusa della Bova. È quasi interamente coperto, ma se ne può scorgere un tratto da un giardino pensile in Via Capo di Lucca e da una finestrella in Via Piella.

Il Canale Navile risale al 1208 e rappresentavano la via preferenziale per trasporto di derrate e merci tra Bologna, Ferrara e Venezia. Una delle chiuse del Canale Navile, la chiusa di Battiferro, è attribuita a Leonardo da Vinci.

Lo stesso acquedotto romano, realizzato nel 30 a.C., è un’importante opera idraulica che, a differenza degli altri acquedotti romani, è costituito da un cunicolo di 18 km. scavato in parte nella roccia e in parte nel terreno. Il cunicolo è rinforzato con un sistema di mura intonacate che ne garantiscono l’impermeabilità. Utilizzato fino all’Alto Medioevo, fu poi dimenticato per un migliaio di anni. Dal 1881, grazie all’opera dell’ing. Antonio Zannoni, contribuisce di nuovo al fabbisogno idrico di Bologna.

Lo splendido Santuario di San Luca si trova sul Colle della Guardia, a sud ovest di Bologna, ad una altezza di circa 300 metri. È considerato una dei simboli di Bologna, meta di pellegrinaggio per la venerazione dell’icona della Vergine col Bambino, che la tradizione attribuisce a Luca Evangelista e che sarebbe giunta dalla basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, grazie ad un pellegrino eremita greco. Fu edificato da Carlo Francesco Dotti tra il 1723 e il 1757, su una chiesa preesistente, del 1400. Le tribune esterne sono opera del figlio, Giovanni Giacomo, che le realizzò nel 1774. Sobria nell’aspetto esterno, ha interni a croce greca che ospitano splendide opere di Guido Reni, Donato Creti, Giuseppe Mazza e, nella Sacrestia maggiore, Guercino. Il suo splendido e lunghissimo portico (3796 metri) conta 666 arcate e 12 cappelle. Una tradizione che risale al 1433 è la processione che ogni anno per l’Ascensione porta la Madonna bizantina col Bambino fino alla Cattedrale di San Pietro, dove resta esposte per una settimana, per poi essere di nuovo accompagnata in processione fino al santuario di San Luca.


Ubicazione: Via di San Luca 36
Come arrivare: Autobus 20, 58 fino a Villa Spada e si prosegue con la navetta.
Molto suggestivo il percorso a piedi da Porta Saragozza, attraverso il monumentale Arco del Meloncello (1732), lungo lo splendido porticato.
Nella bella stagione, dal giovedì alla domenica, un altro modo per arrivare al Santuario è il San Luca Express, il trenino turistico con audio guida in 7 lingue, che parte da Piazza Malpighi. Prevista anche l’audio guida per i bambini.
Orario: da nov. a feb. giorni feriali dalle 6.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00 - giorni festivi dalle 7.00 alle 17.00 - da mar. ad ott. giorni feriali dalle 6.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.00 - giorni festivi dalle 7.00 alle 19.00
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Bologna - Santo StefanoÈ conosciuto come le Sette Chiese di Bologna, per l’alto numero di edifici (chiese, cappelle, cortili, chiostri…), costruiti in stili diversi, che lo compongono. Anche se in realtà non si raggiunge il numero di sette (scelto probabilmente per il suo alto valore simbolico), Santo Stefano è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi di Bologna. Sorge all’interno della più esterna cerchia di mura medioevali ed è uno dei monumenti più antichi di Bologna, citato con il nome di Sancta Hierusalem in atti notarili antecedenti all’anno 1000. Bologna - Santo StefanoCon tutta probabilità risale agli inizi dell’era cristiana, anche se la tradizione ne attribuisce la fondazione a San Petronio, vescovo di Bologna tra il 431 e il 450, che vi fu sepolto. Nel loro insieme formano una ricostruzione simbolica dei luoghi della Passione di Cristo, compresa una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel 727 si instaurò nella zona un presidio longobardo: traccia del loro passaggio è in una iscrizione posta sul Catino di Pilato, grande vaso di pietra al centro del cortile interno, dono dei re Liutprando e Ilprando. Più volte la chiesa fu spogliata di arredi e reliquie per evitare saccheggi. Alcune sacre reliquie furono ritrovate dopo che del loro nascondiglio si era persa memoria, come accadde all’abate Martino nel 1019 o più tardi, nel XII secolo. Nel corso dei secoli il complesso di Santo Stefano è stato più volte modificato, ampliato e ricostruito. Nel 1920 ebbe inizio una campagna di scavi archeologici, finalizzata a conoscere e datare gli aspetti più antichi del complesso. Altri scavi furono promossi nel 1984 nella piazza antistante la Chiesa.

Ubicazione: Via Santo Stefano 24
Orari: tutti i giorni dalle 8.00 alle 19.00
Ingresso: a offerta libera
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È considerata il miglior esemplare di Barocco bolognese. È stata riaperta al pubblico, soltanto nel 2010, dopo un lungo ciclo di restauro. La sua grande cupola, alta ben 52 metri, fu disegnata da Antonio Galli Bibiena. Assolutamente da non perdere è il “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca, che Gabriele D’Annunzio definì “urlo pietrificato” per la sua intensa e terribile drammaticità. L’opera, composta da sette figure in terracotta a grandezza naturale, in origine policrome, si pensa sia stata realizzata tra il 1463 e il 1490, ma non se ne conosce né il committente né l’esatta disposizione delle statue. Il gruppo è stato per molto tempo ospitato nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e solo negli anni ’90 è stato collocato nella prima cappella a destra di Santa Maria della Vita. Nell’oratorio, che fu edificato nel 1600 su una struttura preesistente, si può ammirare il Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, splendido gruppo marmoreo del 1522. Interessante anche la visita al Museo della Sanità, situato nell’antico Ospedale di Santa Maria della Vita, attivo fin dal XIII secolo

Ubicazione: Via Clavature 8-10
Orario: da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso: gratuito
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Bologna - Piazza della MercanziaSi apre accanto alle due Torri e prende il nome dal bellissimo palazzo caratterizzato dall’alto portico con archi ogivali, sovrastato da un baldacchino cuspidale. Il palazzo fu costruito sulla preesistente vecchia Dogana, detta Gabella. Ospitava la sede della corporazione dei cambiatori, il foro dei mercanti ed il tribunale preposto a ricomporre le controversie dei mercanti stessi. La loggia, detta del Carrobbio o dei Mercanti, è attribuita ad Antonio di Vincenzo (l’architetto della Basilica di San Petronio) e a Lorenzo da Bagnomarino. Il balconcino di marmo, che risale al 1384, veniva utilizzato per leggere pubblicamente le decisioni del tribunale. Durante la II guerra mondiale, una bomba cadde senza esplodere ai piedi del palazzo. Fu l’intervento di genieri tedeschi a farla esplodere, provocando il crollo dell’arcata sinistra del palazzo, che fu ricostruita successivamente. Dal 1797 è sede della Camera di Commercio.

BolognaLa Torre degli Asinelli (la più alta) e la Torre Garisenda, veri simboli della città, svettano all’incrocio tra le vie che portavano alle cinque porte dell’antica cerchia di mura. Entrambe i nomi derivano probabilmente dalle famiglie a cui si attribuisce la loro costruzione, che risale all’inizio del XII secolo. Originariamente erano circondate da costruzioni lignee e ponti aerei che li collegavano ad un sistema di un centinaio di torri, di cui soltanto una ventina sono quelle sopravvissute.

La Torre degli Asinelli fu eretta all’ingresso della città, dalla parte della via Emilia, a scopo di avvistamento e difesa di Bologna. La loggia che circonda il basamento quadrato, detta “rocchetta” fu aggiunta nel 1488 per ospitare i soldati di guardia. E’ alta 97,2 metri, con uno strapiombo di 2,23 metri, ma la sua struttura farebbe pensare alla possibilità che in origine fosse ben più alta. Il Comune ne divenne proprietario nel XIV secolo, quando la adibì a prigione. In quel periodo una passerella aerea in legno, posta a 30 metri da terra, la collegava alla Torre Garisenda.Bologna - le due torri Subì spesso danni e incendi causati da fulmini fino al 1824, quando fu dotata di un parafulmine. Nel XVII e nel XVIII secolo fu utilizzata rispettivamente dagli scienziati Giovanni Battista Riccioli e Giovanni Battista Guglielmini per esperimenti sulla caduta dei pesi e la rotazione della terra. Durante la II guerra mondiale fu utilizzata come torre di avvistamento. Salendo i 498 gradini delle sue antichissime e irregolari scale, tra botole e scalette di legno, si gode di una spettacolare vista di Bologna e della zona collinare circostante.

Ubicazione: Piazza di Porta Ravegnana
Come arrivare: Autobus: 11, 13, 14, 19, 20, 25, 27, 29, 30, A, B
Orari: estivo dalle 9.00 alle 18.00 (ultima salita 17.40):; invernale: dalle 9.00 alle 17.00 (ultima salita 16.40) - La visita dura circa 1 ora e 30 minuti.
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La Torre Garisenda, contemporanea a quella degli Asinelli, è alta 48 metri con uno strapiombo di 3,22 metri che la rende la torre più pendente d’Italia. In origine la sua altezza era di circa 60 metri, ma nel 1351 perse la sua sommità a causa di un terremoto. Dante la vide integra e ce ne parla nei versi 136-141 del XXXI canto dell’Inferno, dove la vista di Anteo, il gigante figlio di Nettuno e della Terra, chinato verso di lui gli rammenta proprio l’imponenza della torre che sembra inchinarsi al visitatore. A partire dal XV secolo, la Garisenda appartenne alla corporazione dei Drappieri, fino al 1800, quando anch’essa diventò di proprietà comunale. Il rivestimento in bugne di selenite alla sua base risale alla fine del XIX secolo.

La Torre Garisenda non è visitabile.

Recentemente proprio davanti alle due Torri è stata ricollocata la statua di San Petronio, opera di Gabriele Brunelli del 1670, che era stata rimossa nel 1871 per motivi legati al traffico.

Bologna - Palazzo re enzoFu eretto nel 1244 per ampliare gli edifici comunali e, per distinguerlo dal Palazzo del Podestà, venne indicato come “palazzo nuovo”. Il suo nome è legato alla figura del Re svevo Enzo di Sardegna, figlio di Federico II, che vi fu rinchiuso per 23 anni, dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Fossalta del 1249. Nel 1905 un ciclo di restauri su progetto di Alfonso Rubbiani ha ripristinato l’aspetto gotico dell’edificio, con la ricostruzione delle merlature, delle arcate del pianterreno e della scala che risale al XV secolo.

Il Palazzo di Re Enzo è visitabile solo in occasione di mostre ed eventi.

La piazza prende nome dalla splendida fontana del Nettuno, chiamata “il gigante” dai bolognesi, che ne occupa il centro. La fontana risale al 1564: voluta dal Cardinale di Bologna Carlo Borromeo, fu progettata dall’architetto e pittore napoletano Tommaso Laureti. L’imponente bronzo del dio Nettuno è opera di Jean de Boulogne di Douay nelle Fiandre, detto il Giambalogna. Per fare spazio alla fontana fu abbattuto un intero isolato e la statua fu posta esattamente all’incrocio tra il cardo e il decumano dell’antica viabilità romana. Sono ben 90 i zampilli dei giochi d’acqua della fontana.

BolognaLa Chiesa venne edificata nel 910 e ricostruita nel 1131, dopo essere stata distrutta da un incendio. In quell’occasione fu aggiunto il campanile. Fu seriamente danneggiata anche da un terremoto nel 1222. La struttura attuale risale al 1605 e fu progettata dall’architetto milanese Giovanni Ambrogio Magenta, che rinunciò in quell’occasione all’impianto romano-gotico originario. La facciata, disegnata dall’architetto Alfonso Torreggiani, risale al 1743 e fu ancora modificata nel 1776. Nel 1582 papa Gregorio XIII le conferì il titolo di cattedrale metropolitana. L’interno custodisce dipinti di Prospero Fontana e Ludovico Carracci. Splendido anche il Compianto sul Cristo morto, opera in terracotta di Alfonso Lombardi, realizzata tra il 1522 e il 1526. Il gruppo è costituito di figure a grandezza naturale, in origine policrome, e rappresenta il momento intermedio tra la Deposizione e la Sepoltura del Cristo morto, come viene descritto nei Vangeli Apocrifi.

Ubicazione: Via Indipendenza 7

BolognaÈ un insieme di edifici che si sono raccolti intorno al nucleo più antico, acquisito dal Comune già nel 1200, nel quale si trovava l’abitazione di Accursio, giurista e maestro di diritto. Nella prima metà del 1400 fu ampliato e rinnovato dall’architetto Fioravante Fioravanti, e arricchito da un orologio nella torre, con carosello di automi di legno, raffigurante la Madonna con il Bambino ed il Corteo dei Magi, che furono rimossi alla fine del 1700 (ne restano alcuni al secondo piano, nella Collezione Comunale d’Arte). Sul portale di ingresso si erige la statua in bronzo di Papa Gregorio XIII, bolognese e riformatore del calendario. Sulla facciata si nota la splendida Madonna col Bambino di Nicolò dell’Arca. Dal cortile al suo interno, salendo lungo la scala attribuita al Bramante, si arriva al piano nobile e alle sale visitabili. In corrispondenza di Piazza Nettuno vi è l’accesso alla Sala Borsa, che sorge nell’area occupata dall’orto botanico creato nel 1568 da Ulisse Aldrovandi. Dal 2001 ospita la Civica Biblioteca Multimediale, spazio culturale particolarmente ricco e stimolante al suo interno, nella Piazza coperta, parti del pavimento in cristallo consentono di ammirare gli antichi scavi sottostanti, mentre un percorso sotterraneo consente di raggiungere la Bononia romana, le fondazioni, il basolato augusteo e i resti delle costruzioni medioevali. L’ultimo piano ospita le Collezioni d’Arte Comunali.

Orari: sul sito è possibile consultare l’elenco completo degli orari di visita delle diverse sale aperte al pubblico.
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