Portogallo

Pasqua rappresenta da sempre la fine della brutta stagione con le sue fredde giornate e l'inizio della bella stagione con i suoi ponti primaverili, la voglia di uscire e di stare tra la gente. La festa della Resurrezione di Cristo offre parecchi spunti che possono essere inseriti nei vostri itinerari di viaggio. Abbiamo selezionato per voi lettori una serie di eventi che si svolgono appunto nel ponte pasquale, a farla da padrone sono ovviamente le rievocazioni della Passione di Cristo ma, abbiamo cercato di inserire anche altro.

La Passione di Cristo

Il calvario e la morte in croce di Cristo, dopo atroci sofferenze, hanno costituito sin dal medio evo lo spunto per manifestazioni dapprima solo delle Confraternite e poi anche popolari che si svolgevano attraverso la recitazione di testi evangelici, per una tra le feste religiose più sentite dalla cristianità. Queste manifestazioni, che incoraggiavano la diffusione del messaggio della Redenzione, vedevano coinvolta l'intera comunità religiosa e si svolgevano generalmente all'esterno delle chiese con scenografie piuttosto rudimentali ed effimere, anche se rappresentavano però una vera e propria innovazione rispetto alla liturgia tradizionale, non sempre compresa da un popolo costretto a vivere nell'ignoranza più totale.



Se viaggiate in famiglia e volete fare felici i vostri ragazzi potete pensare a qualche piccola deviazione

Sala Biellese: Rifugio degli asinelli -  è una ONLUS che opera dal 2006 occupandosi del benessere di Asini, Muli e Bardotti leggi tutto

Vaglio Pettinengo: Cascina didattica Cascina Rovet - Annoverata tra le fattorie didattiche della Regione Piemonte, l'Azienda offre ai suoi ospiti diversi percorsi educativi di facile esecuzione leggi tutto

Veglio: Parco Avventura - Splendido parco avventura posto sulle colline biellesi dove è possibile cimentarsi in percorsi sugli alberi leggi tutto

La Riserva Naturale Speciale della Bessa, una delle più grandi miniere d'oro a cielo aperto dell'antichità, si presenta ai visitatori come un paesaggio fuori dal comune, quasi "lunare", risultato di numerose modificazioni del terreno dovute all'antica pratica dell'estrazione dell'oro, ancora oggi mantenuta, a livello "amatoriale", come tradizione locale. Leggi tutto

Sia che decidiate di recarvi al Santuario di Oropa oppure al Parco della Burcina dovete uscire da Biella prendendo la SS14, è una strada in salita e con curve e tornanti ma tranquillamente percorribile anche dai camper. Per recarvi alla Burcina dovete seguire le indicazioni per Pollone. La visita al Parco e al Santuario possono essere fatte nella stessa giornata a meno che giunti al santuario non preferiate prendere la funivia e recarvi fino al laghetto del Mucrone. Vi consigliamo in ogni caso di scegliere una giornata soleggiata vista anche la posizione climatica particolarmente sfavorevole del Santuario Mariano.

Santuario di Oropa

Santuario di OropaSecondo la leggenda il Santuario sorge sui resti di un oratorio edificato da Sant'Eusebio, vescovo di Vercelli, che si rifugiò sul monte nel 350 per sfuggire alle persecuzioni degli Ariani. Leggi tutto

 

 

 

 

 

 

 

Parco La Burcina

Il parco deve la sua nascita all'amore per la natura ed alla profonda conoscenza delle piante, ed all'amore per il giardinaggio del suo fondatore Giovanni Piacenza, industriale biellese titolare del famoso marchio laniero. Leggi tutto

Il parco deve la sua nascita all'amore per la natura ed alla profonda conoscenza delle piante, ed all'amore per il giardinaggio del suo fondatore Giovanni Piacenza, industriale biellese titolare del famoso marchio laniero. Fu verso la metà dell'800 che Piacenza comprò l'intero colle della Burcina per trasformarlo in  in un enorme parco, seguendo le orme dei giardino paesistico nato in Inghilterra un secolo prima. Giovanni mise a dimora le ormai enormi sequoie poste ai piedi del colle proprio davanti al laghetto, ed inizio la costruzione delle prime infrastrutture come strade, sentieri e laghetti. Alla morte del fondatore fu il figlio Felice a proseguire l'opera creando la conca dei rododendri, piantando una numerosissima quantità di piante esotiche ed aumentando il numero di strade e sentieri. Nel 1935 il parco passò di proprietà del Comune di Biella, mentre nel 1959 vennero effettuati importanti ritrovamenti archeologici tra i quali asce, frammenti di anfore e una brocca in bronzo. Sfortunatamente nel 1967 un tremendo tornado sconvolse completamente il parco.

Flora

Nel parco a farla da padroni sono i rododendri nelle loro tonalità che vanno dal bianco al viola intenso, offrendo nel mese di maggio spettacolari fioriture. In primavera i prati del parco si riempiono invece dei fiori di narcisi e crocus mentre in tarda primavera ad offrire lo spettacolo della loro fioritura sono i ciliegi giapponesi con i loro fiori rosa pallido. A luglio il parco si tinge di un blu intenso grazie alla fioritura delle ortensie. Per un maggiore dettaglio sulle fioriture vi consigliamo comunque di consultare il calendario delle fioriture del sito

Il parco organizza visite guidate nel parco per gruppi o singoli e visite a tema per scolaresche e gruppi di ragazzi. Tra le proposte di visita troviamo "scoprire la natura con i sensi", "giochi in natura", "caccia al tesoro", "trovare la strada".

All'interno del parco è a disposizione degli ospiti un bar con servizio trattoria.

Orari e Tariffe 
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Famosa salsa utilizzata per il condimento della pasta, i cui ingredienti non vengono cucinati ma utilizzati a crudo, mantenendo così inalterati aromi e sapori. Una prima versione di questa salsa si diffuse già in epoca romana anche se le origini della ricetta attuale risalgono all'800. Negli ultimi decenni la salsa si è diffusa a livello mondiale con nomi ed ingredienti tra i più disparati per questo motivo è nato da ristoratori, artigiani ed industriali il "Consorzio Pesto alla Genovese" con il preciso scopo di tutelare la ricetta originale ed i suoi ingredienti. Il Pesto alla Genovese è anche inserito tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali Liguri (PAT). La ricetta ufficiale del pesto proposta dal Consorzio è la seguente:

Ingredienti: 

- 50 gr di foglie di Basilico Genovese (DOP) possibilmente piccole. L'ideale sarebbe il basilico coltivato sulle alture di Pra', quartiere di Genova
- 1/2 bicchiere di olio extra-vergine di oliva della liguria, tipicamente più delicato
- 6 cucchiai da cucina di Parmigiano Reggiano DOP
- 2 cucchiai da cucina di Pecorino Fiore Sardo DOP
- 1 cucchiaio da cucina di pinoli mediterranei
- 2 spicchi di aglio possibilmente Vessalico (coltivato nella zona di Imperia) il rapporto è uno spicchio ogni 30 foglie
- Sale marino grosso, qualche grano

Preparazione

Per ottenere il vero pesto è necessario avere un mortaio di marmo ed un pestello di legno, in alternativa si può utilizzare un frullatore che ha però lo svantaggio di surriscaldare la salsa e ossidare le foglie. Pestare l'aglio con le foglie di basilico aggiungene poche per volta assieme a qualche grano di sale grosso con movimenti rotatori verso le pareti del mortaio. Quando il basilico stilla un liquido verde aggiungere i pinoli e successivamente i formaggi precedentemente grattugiati, infine aggiungere l'olio di oliva. L'operazione si deve svolgere nel più breve tempo possibile per evitare l'ossidazione delle foglie.
Per gustare al meglio la salsa vi consigliamo di utilizzarla come condimento alle trofie, tipica pasta corta dalla forma leggermente allungata, che originariamente venivana preparate nella provincia di Genova. Gli ingredienti delle trofie sono: farina bianca, acqua e sale.

La ricetta del formaggio che arricchisce la famosa pasta all'amatriciana si tramanda verbalmente da generazione in generazione, non esiste una vera e propria ricetta, anche se esistono diversi documenti conservati negli archivi cittadini. Secondo molti questo formaggio è riconducibile al Pecorino del Pastore citato nell'Atlante dei Prodotti Tipici dell'Istituto di Sociologia Rurale. Il Pecorino di Amatrice è stato riconosciuto come un prodotto P.A.T. cioè Prodotto Agroalimentare Tradizionale, riconoscimento concesso solo ai prodotti lavorati secondo antiche ricette le cui procedure di lavorazione, conservazione e stagionatura seguono metodologie consolidate nel tempo e sono omogenee per tutto il territorio interessato.
Si tratta di un pecorino a pasta dura, compatta e friabile derivante dall'antica tradizione contadina dal sapore intenso e piuttosto piccantino (il vero pecorino di amatrice non deve mai essere salato). Tradizionalmente il pecorino veniva preparato con latte crudo nei mesi che vanno da aprile a giugno quando gli animali venivano portati nei pascoli montani e lasciato stagionare per 6-12 mesi. Viene prodotto in forme cilindriche con facce piatte. Le forme vengono poi trattate con olio e aceto che gli conferiscono all'esterno un colore giallo intenso o nero mentre all'interno la sua pasta risulta di un color giallo paglierino.

Si tratta di un piatto talmente noto, diffuso e amato che ognuno pensa di averne la ricetta giusta. Le discussione cipolla si, cipolla no o tutto pecorino o anche parmigiano? riempiono periodicamente le cronache. Recentemente qualcuno ha addirittura parlato di aglio, lasciando basiti intere generazioni di chef e buongustai. Nel tempo si è arrivati anche ad addomesticarne il nome ed è facile trovare scritto: pasta alla matriciana, dimenticando che la ricetta proviene da Amatrice, bella località della provincia di Rieti, al confine tra le Regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, dove guanciale e pecorino hanno ancora il sapore di una volta. Sul sito del Comune si legge: “Ricordiamo che gli unici ingredienti che compongono la vera amatriciana sono: guanciale, pecorino, vino bianco, pomodoro San Marzano, pepe e peperoncino”. Quella che segue potrebbe non essere l’originale, ma è una versione che rispetta questa indicazione.

Ingredienti(per 4 persone)

Spaghetti gr 400
Guanciale magro gr 200
Pomodori san Marzano gr 300
Pecorino romano grattugiato gr 100
Vino bianco secco ½ bicchiere
Sale
Pepe e Peperoncino

Preparazione

In un tegame, abbastanza capiente da contenere in seguito anche la pasta, rosolare il guanciale tagliato a dadini, senza altro condimento. Aggiungere un pizzico di peperoncino. Sfumare con il vino. Poi togliere il guanciale dal fuoco e metterlo da parte.Lavare e tagliare i pomodori e farli appassire a fuoco vivace nel tegame (non lavato) usato per il guanciale. Quando i pomodori saranno appassiti, unire il guanciale messo da parte. Mescolare e regolare il sale. Lessare la pasta in acqua salata. Scolarla al dente e trasferirla nel tegame.Unite un po’ del pecorino grattugiato e saltate la pasta, aggiungendo eventualmente un po’ di acqua di cottura. Distribuire la pasta nei piatti e cospargerla con il pecorino rimasto e pepe nero macinato fresco.

Note:

La versione più antica di questa ricetta è la pasta alla Gricia, che non prevede il pomodoro, e che rappresentava il pranzo al sacco dei pastori. Spesso vengono indicati i bucatini come pasta ideale per questa ricetta. Anche per questo dubbio abbiamo fatto riferimento al Comune di Amatrice, dove si parla solo di spaghetti o dove ogni anno, nell’ultimo fine settimana di agosto, si tiene la tradizionale Sagra degli Spaghetti all’Amatriciana. Il guanciale è indispensabile per la buona riuscita della ricetta; è da preferirsi alla pancetta per il suo sapore più delicato e meno salato. Il pecorino di Amatrice è l’ideale per questa ricetta: è un formaggio dal sapore leggermente piccante e delicato. È sicuramente da preferirsi a tutti gli altri tipo di pecorino, compreso quello romano, che risultano di gusto più forte e salato.

 

È l’insalata tipica della primavera, tradizionale non soltanto a Roma, ma in tutto il Lazio e parte della Campania. Le puntarelle sono i germogli della cicoria catalana, che vanno tagliati sottilmente (i gambi vanno prima tagliati a metà, poi in quarti e poi ancora in ottavi) e immersi subito in acqua con ghiaccio e succo di limone per qualche ora: in questo modo perdono il sapore amarognolo, acquistano la tipica forma arricciata e diventano croccanti.

Di solito è possibile acquistare le puntarelle già pulite. Il condimento è facile da preparare.

Ingredienti (per 4 persone):

500 gr di puntarelle già pulite e tagliate
4 filetti di acciughe sott’olio
1 spicchio di aglio
1 cucchiaio di aceto
5 cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale e pepe

Preparazione:

Lavare accuratamente le puntarelle, lasciarle sgocciolare, asciugarle e sistemarle su un piatto da portata. Nel mortaio, pestare a lungo l’aglio pelato con le acciughe. Unire l’olio, l’aceto e una presa di pepe. Se necessario, aggiungere il sale. Battere con la forchetta finché gli ingredienti siano ben amalgamati. Condire le puntarelle con la salsa subito prima di servirle.

Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 10 minuti

È un piatto caratteristico di Roma e del Lazio, ormai esportato in tutto il mondo. Ricetta di cucina popolare, è preparata con pochi ingredienti dal gusto intenso. Secondo la tradizione, sarebbe stato il pasto dei venditori dei carbone, una variante del “cacio e ova”, che si preparava il giorno prima e si portava da casa. Il guanciale e il grasso di maiale in genere era molto utilizzato perché più facilmente reperibile e più a buon mercato dell’olio.  Secondo l’Accademia italiana della cucina, quella della Pasta alla Carbonara è la ricetta italiana più manipolata in assoluto, soprattutto all’estero. Viene proposta in un numero imprecisato di varianti. Le più frequenti sono: con uno spicchio d’aglio schiacciato o con la cipolla, rosolati con il guanciale; con soli tuorli (uno a persona); col parmigiano al posto del pecorino; con parmigiano e pecorino insieme; con l’aggiunta di panna. C’è anche chi aggiunge un cucchiaio di latte alle uova e chi sostituisce l’uovo con la besciamella. Esiste una Carbonara di mare, nella quale il guanciale è sostituito da frutti di mare o pesce, una carbonara vegetariana, in cui sono le zucchine a sostituire il maiale…….

Un consiglio? Provatele tutte perché sono tutte squisite!!!

Ingredienti (per 4 persone): 

spaghetti 400 gr (per chi preferisce la pasta corta si consigliano i fusilli)
guanciale 120 gr
2 uova
Pecorino romano 100 gr
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale e pepe

Preparazione

Sbattere le uova con un pizzico di sale, pepe abbondante e 50 gr di formaggio grattugiato. Rosolare il guanciale tagliato a dadini piccoli in un tegame con olio. Lessare la pasta in acqua salata, scolarla al dente, versarla nel tegame e insaporire con il guanciale. Tenendo il tegame a fuoco bassissimo, versate il composto con le uova sbattute sulla pasta e amalgamate velocemente, lasciando rapprendere le uova. Se necessario aggiungete qualche cucchiaio di acqua di cottura. Distribuite la pasta nei piatti. Cospargete col restante formaggio e servite

Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: tempo per la sbattitura delle uova
Tempo di cottura: dipende dal tipo di pasta moi consigliamo  i vermicelli

Se ad Orvieto (TR), meta turistica d’eccellenza per le sue architetture medioevali, per i suoi tesori d’arte e per l’eccellente produzione enogastronomica che la contraddistingue, si volesse aggiungere un ulteriore motivo di visita, sappiate che gli spaghetti alla carbonara che si possono gustare presso la Mezza Luna, in via Ripa Serancia 3 sono i migliori che abbiamo mai assaggiato, per alcuni i migliori al mondo.

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