È considerata il miglior esemplare di Barocco bolognese. È stata riaperta al pubblico, soltanto nel 2010, dopo un lungo ciclo di restauro. La sua grande cupola, alta ben 52 metri, fu disegnata da Antonio Galli Bibiena. Assolutamente da non perdere è il “Compianto sul Cristo morto” di Niccolò dell’Arca, che Gabriele D’Annunzio definì “urlo pietrificato” per la sua intensa e terribile drammaticità. L’opera, composta da sette figure in terracotta a grandezza naturale, in origine policrome, si pensa sia stata realizzata tra il 1463 e il 1490, ma non se ne conosce né il committente né l’esatta disposizione delle statue. Il gruppo è stato per molto tempo ospitato nella Pinacoteca Nazionale di Bologna e solo negli anni ’90 è stato collocato nella prima cappella a destra di Santa Maria della Vita. Nell’oratorio, che fu edificato nel 1600 su una struttura preesistente, si può ammirare il Transito della Vergine di Alfonso Lombardi, splendido gruppo marmoreo del 1522. Interessante anche la visita al Museo della Sanità, situato nell’antico Ospedale di Santa Maria della Vita, attivo fin dal XIII secolo
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