Sono molte leggende sulle origini di Bologna: si parla dell’umbro Ocno, dell’etrusco Felsino, del re Fero, anch’egli etrusco, proveniente da Ravenna e stabilitosi nella fertile pianura, tra i torrenti Ravone e Aposa (che ancora scorre nei sotterranei della città). Quello che sembra accertato è che i primi insediamenti della zona risalgono all’età del Ferro e che la zona era abitata a partire dal IX secolo a.C. (fase villanoviana dalla vicina frazione di Villanova). È a partire dal VI secolo a.C che Bologna viene considerata una delle più importanti città etrusche, con il nome di Velzna o Felsina. Nel V e IV secolo a.C. tutta la zona fu occupata dai Galli Boi, alleati di Annibale durante le guerre puniche. A partire dal II secolo a.C. fu conquistata dai Romani, che ne fecero una loro colonia e che cambiarono il suo nome in Bonomia. Questo nome potrebbe derivare dalla parola celta bona (città o luogo fortificato). Sotto il dominio di Roma, con la costruzione della via Emilia (187 a.C.) e il suo collegamento ad Arezzo ed Aquileia con la via Flaminia minor, Bologna crebbe e prosperò fino ad avere 20.000 abitanti, edifici pubblici imponenti, terme, un grande teatro e le prime fabbriche di tessuti. L’opera più eclatante, insieme alle fognature e alla pavimentazione stradale, fu la costruzione dell’acquedotto. Nell’88 a.C. Bologna passò da colonia a municipio e i suoi cittadini acquisirono la cittadinanza romana. Un incendio del 53 d.C. causò gravissimi danni, ma l’imperatore Nerone promosse la sua riedificazione e, con l’occasione, la città vide anche ampliare il suo teatro. Alla fine del III secolo le continue invasioni dei barbari determinarono la necessità di costruire una cinta muraria in selenite, a protezione della popolazione, che vi si rinchiudeva in caso di attacco. Nel 430 il papa Celestino I nominò Petronio vescovo della città, che ottenne un ampliamento del territorio cittadino, il privilegio dello studio del diritto romano e che iniziò la costruzione del complesso di Santo Stefano. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Bologna subì le violenze di Odoacre e degli Ostrogoti di Teodorico, che condannarono la città al declino e all’abbandono di gran parte delle aree urbane poste al di fuori delle mura. Nel 727 Bologna fu conquistata dai Longobardi, che la governarono per circa un cinquantennio, fino al 774, quando Carlo Magno la restituì al Papato. A partire dal IX secolo d.C., iniziò un periodo di graduale ripresa, anche grazie al monachesimo, che portò a secoli di prosperità (XI e XII) e addirittura di splendore (XIII). Si sommarono, infatti, eventi molto diversi tra loro, ma determinanti per la città, che era tanto sotto il dominio imperiale (i conti), quanto papale(per i diritti che risalivano a Carlo Magno). Questa particolare (e confusa) situazione politica portò all’approfondimento dello studio del diritto e alla nascita e all’affermarsi della sua importante Università (la prima del mondo occidentale), alla quale accorsero studenti italiani e stranieri, molti dei quali tedeschi. Altri eventi importanti furono: il privilegio di poter coniare moneta, lo sviluppo dell’industria tessile (le sete bolognesi, prodotte con l’aiuto di appositi mulini, furono le più apprezzate d’Europa fino al XVIII secolo), la messa a punto di un avanzato sistema di approvvigionamento idrico, la vittoria del 1249 contro l’esercito imperiale e la cattura del figlio del re Federico II di Svevia e riforme sociali all’avanguardia per l’epoca (Bologna fu la prima città europea ad abolire la servitù della gleba) che portarono all’affermarsi di nuovi ceti della popolazione e ad un processo di democratizzazione. Bologna diventò un centro popoloso ed animato, paragonabile per estensione a Parigi. Alla fine del XIII secolo contava 60.000 abitanti: era diventata la quinta città europea per popolazione, tanto che fu necessario ampliare la sua cinta muraria. Nel 1401 si afferma la famiglia Bentivoglio che, con Giovanni II Bentivoglio, riuscì a costruire una signoria semi-indipendente dal Papato. I suoi 46 anni di governo garantirono equilibrio con gli altri stati italiani, mentre a Bologna fioriva il Rinascimento nell’arte e nella cultura. Con l’allontanamento e l’esilio di Giovanni II Bentivoglio voluto da Papa Giulio II all’inizio del XVI secolo, iniziò a Bologna un periodo di stasi e di governo sempre più incontrastato del Papato. Bologna passò sotto il dominio dei Visconti, signori di Milano ed ebbe governi di famiglie cittadine, in lotta tra di loro per la conquista del potere che, a di il vero, non portarono solo a lutti e distruzioni, ma anche all’affermarsi della culinaria e dell’industria alimentare e allo sviluppo urbanistico e culturale, tanto che tra il XVI e il XVIII secolo ospitò eventi importanti come l’incoronazione di Carlo V nella Basilica di San Petronio (1530), l’incontro tra il papa Leone X e re Francesco I di Francia e alcune sessioni del Concilio di Trento (1547). Con Napoleone, nel 1796, Bologna diventa prima capitale della Repubblica Cispadana e poi secondo centro, dopo Milano, della repubblica Cisalpina. La politica napoleoniche fece crescere le aspettative di riforme e trasformazioni della società, tanto che , alla fine del 1796, fu approvata la prima costituzione democratica di quella che sarà l’Italia. Negli anni successivi furono confiscati i settanta conventi presenti sul territorio e trasformati in uffici, scuole, caserme o abitazioni private. Prese attivamente parte alle lotte del Risorgimento e nel 1859 fu annessa al Regno del Piemonte. Nel 1881 fu approvato un piano di ampliamento della città che prevedeva l’abbattimento della cinta muraria che fu poi, invece, risparmiata quando però erano state già demolite la Porta Sant’Isaia e Porta San Mamolo. Fu messa a dura prova dai bombardamenti della II guerra mondiale, tesi a colpire il suo importante snodo ferroviario, che provocarono migliaia di vittime e danni enormi ad abitazioni ed industrie. Dopo i grandi lavori di ripresa del dopoguerra, iniziò per Bologna un periodo di boom economico, con la realizzazione di grandi progetti, come la costruzione della prima tangenziale d’Italia e del quartiere fieristico, accompagnati da piani regolatori attenti all’edilizia popolare. È in questo periodo che l’appellativo di Bologna La Rossa (tradizionalmente legato al colore dei mattoni del suo centro storico) andò progressivamente acquisendo un nuovo significato politico. Gli anni settanta, segnati come nel resto del Paese, da grandi tensioni, alta inflazione, violenza ed atti terroristici culminarono il 2 agosto 1980 con una bomba che provocò 85 morti e 200 feriti alla Stazione di Bologna, pagina buia della nostra storia. Nel 2000 è stata Capitale Europea della Cultura e dal 2006 è Città della Musica UNESCO