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BolognaLa Torre degli Asinelli (la più alta) e la Torre Garisenda, veri simboli della città, svettano all’incrocio tra le vie che portavano alle cinque porte dell’antica cerchia di mura. Entrambe i nomi derivano probabilmente dalle famiglie a cui si attribuisce la loro costruzione, che risale all’inizio del XII secolo. Originariamente erano circondate da costruzioni lignee e ponti aerei che li collegavano ad un sistema di un centinaio di torri, di cui soltanto una ventina sono quelle sopravvissute.

La Torre degli Asinelli fu eretta all’ingresso della città, dalla parte della via Emilia, a scopo di avvistamento e difesa di Bologna. La loggia che circonda il basamento quadrato, detta “rocchetta” fu aggiunta nel 1488 per ospitare i soldati di guardia. E’ alta 97,2 metri, con uno strapiombo di 2,23 metri, ma la sua struttura farebbe pensare alla possibilità che in origine fosse ben più alta. Il Comune ne divenne proprietario nel XIV secolo, quando la adibì a prigione. In quel periodo una passerella aerea in legno, posta a 30 metri da terra, la collegava alla Torre Garisenda.Bologna - le due torri Subì spesso danni e incendi causati da fulmini fino al 1824, quando fu dotata di un parafulmine. Nel XVII e nel XVIII secolo fu utilizzata rispettivamente dagli scienziati Giovanni Battista Riccioli e Giovanni Battista Guglielmini per esperimenti sulla caduta dei pesi e la rotazione della terra. Durante la II guerra mondiale fu utilizzata come torre di avvistamento. Salendo i 498 gradini delle sue antichissime e irregolari scale, tra botole e scalette di legno, si gode di una spettacolare vista di Bologna e della zona collinare circostante.

Ubicazione: Piazza di Porta Ravegnana
Come arrivare: Autobus: 11, 13, 14, 19, 20, 25, 27, 29, 30, A, B
Orari: estivo dalle 9.00 alle 18.00 (ultima salita 17.40):; invernale: dalle 9.00 alle 17.00 (ultima salita 16.40) - La visita dura circa 1 ora e 30 minuti.
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La Torre Garisenda, contemporanea a quella degli Asinelli, è alta 48 metri con uno strapiombo di 3,22 metri che la rende la torre più pendente d’Italia. In origine la sua altezza era di circa 60 metri, ma nel 1351 perse la sua sommità a causa di un terremoto. Dante la vide integra e ce ne parla nei versi 136-141 del XXXI canto dell’Inferno, dove la vista di Anteo, il gigante figlio di Nettuno e della Terra, chinato verso di lui gli rammenta proprio l’imponenza della torre che sembra inchinarsi al visitatore. A partire dal XV secolo, la Garisenda appartenne alla corporazione dei Drappieri, fino al 1800, quando anch’essa diventò di proprietà comunale. Il rivestimento in bugne di selenite alla sua base risale alla fine del XIX secolo.

La Torre Garisenda non è visitabile.

Recentemente proprio davanti alle due Torri è stata ricollocata la statua di San Petronio, opera di Gabriele Brunelli del 1670, che era stata rimossa nel 1871 per motivi legati al traffico.

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