Portogallo

Villa Paganini è situata su Via Nomentana, proprio di fronte a Villa Torlonia.

Sorge su un terreno coltivato un tempo a vigneto, acquistato nel 1585 dal cardinale Mariano Pierbenedetti da Camerino per farne la sua fastosa residenza. Unica traccia di questo periodo è la fontana che si trova all’angolo tra Via Nomentana e Vicolo della Fontana.
Nel 1722 la proprietà venne acquistata dal Cardinale Giulio Alberoni che vi introdusse importanti opere di trasformazione, sia degli edifici sia del giardino. Dopo di lui, la Villa passò nelle mani di diversi altri proprietari che la modificarono secondo le mode dell’epoca: furono tracciati vialetti, costruite fontane, un laghetto artificiale con isola centrale e una grotta-Ninfeo.

Quando nel 1890 la Villa fu acquistata dal senatore Roberto Paganini, la sua superficie risultava notevolmente ridotta: gran parte del terreno, infatti, era stato ceduto e l’intera zona circostante era stata lottizzata ed edificata. Nel 1934 il Comune di Roma acquistò il complesso ancora esistente e lo destinò a verde pubblico. Il casino nobile divenne sede scolastica e il giardino, dopo un intervento affidato all’architetto Raffaele De Vico (lo stesso che si occupò della sistemazione di Villa Glori), fu aperto al pubblico nell’aprile dello stesso anno. Risale invece al 1938 la collocazione del Monumento ai Caduti della I Guerra Mondiale del Quartiere Nomentano, opera di Arnaldo Zocchi, sul lato di Via Nomentana.

Attualmente Villa Paganini ha una superficie di 25.400 m2. È stata riaperta al pubblico nel 2004 dopo un attento lavoro di restauro che l’ha riportata al suo piacevole assetto romantico di fine ottocento.

Orari: La Villa è aperta dalle 7.00 al tramonto
Accessi: Via Nomentana (all’altezza del n. 70), -  da Vicolo della Fontana -  da Largo di Villa Paganini.
Come Arrivare: autobus n. 60, 62, 90, 84, 36 e 140  con fermata su via Nomentana.
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Villa Ada, con i suoi 180 ettari di estensione è il secondo parco di Roma, dopo Villa Doria Pamphilj. Si trova tra i quartieri Trieste e Parioli, nella parte settentrionale della città, non troppo lontano dalle mure Aureliane.
Sorge in una zona in cui sono numerosi i resti di un antico insediamento urbano, Antemnae, che risale all’VIII secolo a.C. Il suo nome starebbe ad indicare il luogo in cui il fiume Aniene confluisce nel Tevere. La sua vicinanza alla Via Salaria, la più antica delle vie consolari romane, inoltre, rende l’intero territorio molto prossimo agli intensi commerci di sale che vi si svolgevano e alla zona delle necropoli che circondavano la città, tanto che il tracciato sotterraneo delle bellissime catacombe di Priscilla si dipana quasi interamente nel territorio sottostante Villa Ada.
In epoche storiche più recenti sappiamo che, nel XVII secolo, tutta la zona era una tenuta agricola, annessa al Collegio Irlandese. Divenne quello che si definiva “giardino di paesaggio” solo nel XVIII secolo, quando entrò a far parte delle proprietà dei principi Pallavicino.

Nel 1872 la proprietà fu acquistata dai Savoia e Vittorio Emanuele II la ingrandì fino alle dimensioni attuali, con l’acquisto di terreni circostanti. È questo il periodo in cui furono costruite anche le scuderie. Umberto I, suo figlio e successore, preferì, invece, vendere la villa al suo amministratore, conte Telfener, che le diede il nome della propria moglie, Ada.
Nel 1904 i Savoia, con Vittorio Emanuele III, riacquistarono Villa Ada per farne la residenza reale, con il nome di Villa Savoia.
Tra il 1941 e il 1942, durante la II guerra mondiale, la casa reale fu dotata di un bunker antibombardamento per i proprietari, il cui ingresso principale si trova nei pressi della prima scuderia. Dopo anni di abbandono, la struttura sarà presto restaurata e aperta al pubblico.

Dopo la caduta della monarchia e dopo un lungo contenzioso, Villa Ada fu acquisita nel 1957 dal demanio. La residenza reale, che era il fulcro dell’intera proprietà, fu invece donata da Umberto II all’Egitto per l’accoglienza avuta durante il suo esilio e attualmente ospita l’Ambasciata ed il Consolato della Repubblica Araba d’Egitto.

La villa dal punto di vista faunistico è la più ricca della capitale ed è facile incontrarvi scoiattoli, talpe, ricci e conigli selvatici. Molte anche le specie di uccelli, tra cui una popolazione di pappagalli.
Per quanto riguarda la flora, vi si trovano molti pini domestici, lecci, allori, aceri, pioppi, olmi e ulivi insieme a gigantesche querce e specie d’importazione, come le palme. L’albero più raro è una metasequoia, conifera acquatica, importata dal Tibet nel 1940.

Molte le attività che vi si possono svolgere. Villa Ada ospita, infatti, un’area giochi, una pista di pattinaggio e un percorso articolato per la corsa.
Dal 1994, nella stagione estiva, ospita anche spettacoli e concerti. Si tratta della manifestazione “Roma incontro il mondo”, all’insegna della pace e dell’integrazione multiculturale.

Le associazioni ambientaliste contestano questo utilizzo della villa, così come contestano il progetto di aprire il “Museo del Giocattolo” nelle ex Scuderie Reali, che comporterebbe l’abbattimento di numerosi alberi.

Orari: È aperta dalle 7.00 al tramonto
Come accedere:  da: via Panama, via Salaria 267, 273 e 275; via di Ponte Salario e via di Monte Antenne
Come Arrivare: autobus n. 86, 92 e 310
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Un viaggio in questo magnifico territorio non può dirsi veramente concluso se non si visita almeno una delle numerose cantine di produzione del Chianti. Noi ve ne elenchiamo alcune ma, i vari uffici del turismo posti in loco sapranno sicuramente suggerirvene di più.

Cantine Castello di Broglio - Broglio - il nostro elenco non può che cominciare dalle cantine dove secondo la tradizione è "ufficialmente" nato il Chianti da una ricetta fissata dal Barone Bettino Ricasoli. La formula, leggermente rivista, è ancora alla base di produzione del Chianti Classico.

Cantina Antinori - San Casciano in Val Pesa - posta nel cuore del Chianti Classico stupisce ed incanta i visitatori per le sue armoniose linee ideate dall'archtetto Marco Casamonti. La nuova cantina inaugurata il 12 Maggio del 2012 rappresenta un unicum in Italia nel suo genere, ad essa sono annessi un ristorante ed un museo. E' possibile visitare la cantina tutti i giorni da Marzo a Novembre, per maggiori dettagli visita il sito.

Azienda Agricola Montefioralle - Montefioralle - posta nell'antico borgo medioevale, l'azienda agricola produce vino e olio, organizza visite al vigneto e degustazioni su prenotazione.

Tenuta San Piero d'Uzzano - Greve in Chianti - una tenuta che si estende per oltre 30 ettari intorno al borgo. L'azienda si dedica alla produzione di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, olio ed all'allevamento di suini.

Fattoria Castello di Volpaia - Radda in Chianti - tutto un borgo dedito alla coltivazione della vite e dell'ulivo permettono la produzione di uno dei Chianti più apprezzati del territorio. E' possibile visitare le cantine con un tour guidato e una degustazione di 3-4 vini. Vai ai dettagli

Badia a Coltibuono - Gaiole in Chianti - Fondata dai monaci vallombrosani più di 1000 anni fa come luogo di preghiera e meditazione, i territori intorno alla Badia furono sin da subito utilizzati per la coltivazione della vite e dell'ulivo. Nel 1810 con l'arrivo delle truppe napoleoniche i monaci furono costretti a lasciare la Badia che venne acquistata nel 1846 dal banchiere fiorentino Michele Giuntini, antenato degli attuali proprietari. Ora l'antica fattoria si è trasformata in una solida azienda che produce olio e vino, alcuni dei numerosi locali della struttura sono stati inoltre trasformati in B&B. Gli attuali proprietari organizzano visite guidate con degustazioni alle cantine, al chiostro, agli ambienti affrescati e al monumentale giardino all'italiana.

Fattoria Vignale - Radda in Chianti - Posta all'interno di un signorile casale perfettamente ristrutturato ed utilizzato a Relais, l'Enoteca Vignale è punto vendita diretto dei prodotti della Castello di San Donato in Perano. L'enoteca offre degustazioni gratuite di vini che vanno dal Chianti Classico DOCG, al Chianti Classico Riserva DOCG, risultato di attento affinamento in legno, e del MONTECASI vino Chianti Classico DOCG frutto di una attenta selezione nella omonima vigna.

Cantina Fattoria Tregole - Castellina in Chianti - Posta all'interno di una romantica residenza, l'azienda vinicola produce un Chianti Classico frutto di una attenta selezione delle uve. Da Marzo a Novembre tutti i giorni degustazioni alle ore 11 oppure alle ore 16. Per maggiori dettagli consultare il sito

Tenuta Canale - Castellina in Chianti - Posta tra Castellina in Chianti e Castellina Scalo l'azienda agricola produce vino, vinsanto, olio e grappe. E' possibile effettuare visite con degustazioni, per maggiori informazioni visitate il sito

La Castellina - Castellina in Chianti - antica fattoria posta nel cuore del Chianti Classico dedita alla produzione di vini rossi, bianchi, rosati, vinsanto, olio e grappe. La vendita al pubblico dei prodotti avviene a Castellina all'interno del Palazzo Squarcialupi. 

San Donatino - Castellina in Chianti - posta in un antico podere, a circa 420 metri di altitudine, in una delle zone più evocate del Chianti Classico, l'azienda agricola produce vini rossi, bianchi, olio di oliva e grappe. In qualsiasi momento dell'anno è possibile effetuare degustazioni gratuite senza bisogno di prenotazione.

Fattoria Viticcio - Greve in Chianti - Posta in una delle zone più rinomate per la produzione di Chianti Classico la fattoria offre la possibilità di soggiornare presso il suo agriturismo e di effettuare visite alle cantine con degustazione e assaggi, solo su prenotazione. Le degustazioni dei vini avvengono invece i vini tutti i giorni, senza prenotazione, dalle 10 alle 16.

La Casa del Chianti Classico - Convento di Radda in Chianti - Posta all'interno del settecentesco convento di Santa Maria al Prato, la casa offre una serie di proposte legate al vino ed al territorio. Nella sua enoteca si svolgono corsi di approfondimento legati al vino, l'esposizione della più grande collezione al mondo di etichette di Chianti, degustazioni e light lunch. Durante la bella stagione vengono organizzati anche picnic tra i filari.

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Si tratta di una rivisitazione in versione Halloween del molto più classico cheesecake, tipico dolce Newyorkese. La torta si adatta ad essere decorata nella maniera più horror e paurosa che desiderate.

Ingredienti:Cheesecache alla zucca

200 gr di zucchero di canna
1/2 bicchierino di Marsala o altro liquore
3 uova intere
1 cucchiaino di cannella in polvere
250 gr di polpa di zucca 
500 gr di formaggio fresco spalmabile possibilmente Philadelphia
1 pizzico di sale

Ingredienti per la Base

250 gr di biscotti digestive
30 gr di acqua
200 gr di burro

Preparazione

Base: ridurre in polvere i biscotti con un mixer oppure con un mortaio, in un pentolino sciogliere il burro e poi incorporarlo alla polvere di biscotti. Versare il composto in uno stampo e pressare bene in modo che si formi una base omogenea e compatta. Per appiattire i biscotti aiutatevi con i 30 gr di acqua, dove immergerete il cucchiaio.

Crema: lavare e privare la zucca della crosta poi metterla in una casseruola con l'acqua e farla bollire per almeno 20 minuti. Quando sarà cotta sgocciolarla e lasciarla raffreddare. Mettere nel mixer la zucca, le uova, lo zucche, il formaggio e la panna. Azionate il mixer fino ad aver ottenuto un composto cremoso, incorporatevi il limone e la cannella poi versate la crema sulla base di biscotti. Invornate a forno già preriscaldato a 190° per circa 50 minuti. Consiglio: per evitare che il dolce si sgonfi fatelo raffreddare in forno. Decorate la tora a piacimento.

Difficoltà: Facile

Impruneta è una cittadina posta a Sud di Firenze nella quale sin dal medioevo si diffuse l'arte della terracotta. Nel corso dei secoli quest'arte assunse un tale valore artistico al da divenire un elemento di identità culturale e da poter parlare di "civiltà del cotto".

Secondo alcuni documenti già intorno all'anno 1000 esistevano sul territorio numerosi produttori di tegole. Intorno al 1300 la produzione di terracotta era talmente diffusa che gli artigiani avvertirono la necessità di formare una corporazione locale al fine di proteggere e regolamentare la produzione. Il grande sviluppo artistico di Firenze favorì in seguito lo sviluppo della produzione artigiana delle terrecotte che raggiunse un altissimo livello artistico anche nella produzione di manufatti di uso domestico, ornamento e decoro. Questa tipologia di terracotta venne ben presto utilizzata anche dagli scultori in quanto considerata impiegabile al pari del marmo, del brornzo e del legno. 

La terracotta di Impruneta venne utilizzata durante il rinascimento per la produzione di materiali edilizi per chiese, monumenti e palazzi signorili, tanto che Filippo Brunelleschi, apprezzandone la solidità unita alla leggerezza, utilizzò le tegole di Impruneta per la copertura della cupola del Duomo di Firenze, la volta della cupola non ha infatti alcuna armatura di sostegno.

Si formarono nel tempo grandi dinastie di mattonai tra queste citiamo i Vantini, i Soderi e i Vanni, i Ricceri e gli Agresti.

Ai giorni nostri la produzione di terracotta si è notevolmente differenziata e specializzata dalle famiglie di mattonai si è passati a vere e proprie industrie, senza però perdere nulla nella qualità e raffinatezza dei prodotti.

La caratteristica principale della terracotta di Impruneta è la sua ricchezza di galestro, un tipo particolare di argilla che la rende resistente al colore, e soprattutto inalterabile al freddo e al gelo, per questo viene anche definita "terracotta antigelo". Il galestro viene estratto da cave a cielo aperto in una zona molto limitata che si trova nelle valli dei fiumi Ema e Greve. L'argilla estratta viene esposta per un certo periodo al sole poi viene selezionata e separata dai materiali di scarto, la selezione è ancora oggi un'operazione manuale. Dopo la selezionatura si passa alla macinatura effettuata con pesanti macchinari  frantumatori, grazie alla quale si ottiene una polvere più o meno granulosa. Dopo la macinatura si passa alla miscelazione, che avviene in maniera meccanica grazie a speciali macchine, in questa fase è però molto importante l'esperienza e l'abilità dell'artigiano, è infatti la giusta proporzione di acqua a dare un buon risultato plastico. 

Antico e grazioso borgo che si sviluppa in maniera concentrica intorno alla bella piazza Buondelmonti ove sorge la Basilica Santuario di Santa Maria dell'Impruneta, la cui immagine divenne molto famosa nei secoli passati in quanto ritenuta miracolosa. 

La città, di probabili origini etrusche, ebbe un notevole sviluppo in epoca romana grazie alla sua vicinanza a Firenze ed al suo fertile suolo. Ora è un centro molto conosciuto per la produzione di vino, olio ma soprattutto per i suoi oggetti in terracotta. La produzione della terracotta si sviluppò in città già a partire dalla fine del 1300, raggiunse un tale livello di qualità da essere ben presto apprezzata in tutto il territorio circostante. Definito "Cotto di Impruneta" questa speciale terracotta riveste tutta la cupola del Duomo di Firenze.

Basilica Santuario di Santa Maria

La prima basilica venne edificata nell'XI secolo sui resti di un antico tempio etrusco dedicato ad una divinità salutare. Già nel '300 venne ampliata e rimaneggiata a causa del numeroso afflusso di pellegrini che, giungevano per venerare la sacra immagine della Madonna ritenuta miracolosa. L'ampliamento della basilica e il sempre maggior afflusso di fedeli fece sorgere nelle vicinanze un mercatale (Loggiati del Pellegrino posti di fianco alla basilica) e favorì lo sviluppo dell'intera città. La facciata è preceduta da un portico opera di Gherardo Silvani (1634) edificato dai fiorentini come ringraziamento alla Madonna per aver liberato la città dalla peste. Ai due lati sorgono la torretta dell'orologio del XVIII secolo e la torre campanaria del XIII secolo. Gli interni della basilica furono gravemente danneggiati durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, i successivi restauri portarono la chiesa al suo originale carattere rinascimentale ma, purtroppo molte preziose decorazioni, soprattutto al soffitto andarono perse. L'interno ad unica navata conserva opere di grande valore artistico come una Natività del Passignano, due edicole del Michelozzo decorate da Luca della Robbia, e la Venerata immagine della Madonna attribuita a San Luca Evangelista ma, praticamente ridipinta nel 1758 da Ignazio Hugford. Secondo la leggenda l'immagine della Madonna venne ritrovata in un campo sul Monte delle Sante Marie. Inizialmente si pensò di costruire in tale luogo la basilica ma, ogni tentativo fu vanificato da crolli improvvisi.

Posto in posizione strategica tra i territori del Chianti, il Valdarno e lungo il torrente Massellone, si sviluppò a partire dall'XI secolo come mercatale dei castelli del territorio. Fu uno dei primi comuni ad aderire alla Lega del Chianti. Il comune appartenne alla provincia di Firenze fino agli inizi del XIX secolo quando venne inserito all'interno della provincia di Siena, ove risiede tuttt'ora. La vera attrattiva del borgo sono comunque le sue aziende vinicole e i castelli dei dintroni. Tra questi citiamo:

Il Castello di Broglio

Con una deviazione di circa 11 chilometri tra i suggestivi colli senesi si giunge al Castello di Broglio le cui origini risalgono all'alto medioevo. Già nel 1141 il castello divenne di proprietà della famiglia Ricasoli, tutt'ora proprietaria della tenuta. Nei secoli, vista la sua posizione strategica, il castello subì numerosi attacchi, distruzioni e ricostruzioni. Oggi il castello è sede di un'affermata azienda volta alla produzione di vino, olio e grappe. Da Marzo a Novembre vengono organizzate speciali visite al castello, che comprendono oltre al castello stesso, i giardini e le cantine, accompagnate da degustazioni di vino. Per maggiori dettagli vai al sito

Castello di Meleto

Le prime testimonianze del castello risalgono all'XI secolo quando era ancora di proprietà dei monaci Benedettini. Passato di proprietà ad una nobile famiglia del territorio, venne confiscato da Federico Barbarossa che lo donò alla famiglia Ricasoli-Firidolfi. Vista la sua posizione strategica fu teatro di numerosi scontri prima tra Guelfi e Ghibellini, in seguito tra Aragonesi e Fiorentini ed infine tra Senesi e Fiorentini. Nel XVIII venne trasformato in villa signorile. Ora è sede di un'azienda specializzata nella produzione di Chianti Classico, olio di oliva e nell'allevamento della Cinta Senese, particolare razza suina italiana. I torrioni circolari, i saloni affrescati, le logge ed i cortili del castello sono visitabili con visite guidate, è gradita la prenotazione. Per maggiori dettagli  Vai al Sito 

Borgo Medoevale di Vertine

Piccola frazione del comune di Gaiole, lo splendido borgo si sviluppa all'interno delle sue possenti mura difensive intervallate da torri. Gli unici accessi al borgo sono costituiti dalla Porta Meridionale e dalla Porta Settentrionale. La visita al Borgo Murato, è un viaggio nel medioevo tra viuzze acciottolate, case perfettamente conservate. Una piccola deviazione ne vale sicuramente la pena!

Posto in cima ad un colle tra boschi e vigneti, il borgo sorge sulla confluenza di due vallate quella della Pesa e quella dell'Arbia. Durante il medioevo rivestì lo strategico ruolo di Capo della Lega del Chianti e per circa 400 anni fu sede del Podestà.  Nominato Bandiera arancione del Touring l'antico borgo è racchiuso entro un imponente cinta muraria, della quale oggi sono visibili solo alcuni tratti. L'abitato si sviluppa intorno alla piazza principale da cui partono un dedalo di strette viuzze sulle quali si affacciano belle case perfettamente conservate e restaurate.

Sulla caratteristica piazza si trova il medioevale Palazzo del Podestà ornato, sulla facciata principale, da 51 stemmi appartenenti alle famiglie dei podestà che si sono avvicendati. Sotto al porticato è posto lo stemma di Francesco Ferrucci podestà nel 1527. Sempre sulla piazza si affaccia la chiesa romanica di San Nicolò che conserva al suo interno un crocifisso ligneo del XV secolo. La caratteristica facciata della chiesa venne ricostruita tra il 1926 e il 1930 dall'architetto Carlo Coppedè. 

Poco distante dalla piazza si trova la Ghiacciaia Granducale costruita verso al fine del 1800 per la conservazione e la trasformazione della neve in ghiaccio.

Da vedere anche il Museo di Arte Sacra del Chianti posto all'interno del convento di Santa Maria in Prato ove sono esposti reperti e opere provenienti dalle vicine pievi.

Poco distante dal borgo si trova il castello-fattoria di Volpaia molto apprezzato per la sua produzione di Chianti Classico.

Di probabili origini etrusche, come testimonia il tumulo sepolcrale vicino a Montecalvario, il borgo assunse notevole importanza durante il medioevo vista la sua posizione proprio al confine tra i territori senesi e quelli fiorentini. Dopo che fu interamente saccheggiata e data alle fiamme dal duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, fu Lorenzo de' Medici, agli inizi del '400, a voler fortificare la città con una cinta muraria. I lavori andarono un po' a rilento tanto che nel 1430 vennero inviati gli operai dell'Opera del Duomo, responsabile degli interventi necessari e della stima dei costi fu Filippo Brunelleschi. Nel 1478 tornò ad occuparsi della cinta muraria Giuliano da Sangallo. Ad oggi della cinta muraria ne rimangono alcuni tratti assieme alla Rocca.

Da Vedere:

Il Museo Archeologico del Chianti Senese: il museo, posto all'interno della trecentesca Rocca, annovera reperti archeologici delle zone circostanti alla città, e grazie a innovativi strumenti multimediali presenta la storia di borghi come Castellina, Radda, Gaiole e Castelnuovo Berardenga. Il percorso espositivo si articola in 4 sale, parte da reperti di circa 3000 anni fa, appartenuti a pastori transumanti del Bronzo Finale, per arrivare a reperti del periodo etrusco-ellenistico. Molto bello il panorama che si gode dalla terrazza della Rocca.

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Chiesa di San Salvatore: la chiesa, di origini medioevali, conserva al suo interno un prezioso affresco raffigurante una Madonna con Bambino di Lorenzo di Bicci.

Via delle Volte: Splendido camminamento coperto che segue il perimetro delle antiche mura. Sul camminamento si affacciano botteghe e ristoranti, molto bello il panorama che si intravede dalle feritoie.

Centro storico: attraversato da Via Ferrucci, il centro storico è caratterizzato dalla presenza di botteghe arigiane, ristorantini e da due antichi palazzi Palazzo Banciardi e Palazzo Squarcialupi, all'interno dell'ultimo ha attualmente sede l'Enoteca Antiquaria che raccoglie vini del territorio da oltre 100 anni.

Delizioso borgo posto nella zona del Chianti Classico le cui origini risalgono intorno all'anno 1000. Già nel 1218 il borgo entra a fr parte della Repubblica di Firenze, assumendo una notevole importanza strategica, vista anche la sua posizione posta sulla Strada Regia Romana, che collega Roma con Siena e Firenze. Nel 1176 e nel 1275 vi vennero firmati due trattati di pace tra Firenze e Siena, a testimonianza dell'importanza strategica assunta in quel periodo dal Borgo. Molto ben conservato e restaurato custodisce ancora intatte parecchie testimonianze del suo passato prime tra tutte la cinta muraria costruita nel XII secolo sul cui fianco occidentale spicca "Il Torrino", utilizzato in passato come torre di avvistamento. Sulla cinta muraria si aprono la Porta Fiorentina chiamata così perchè guarda verso Firenze e la Porta Senese che a sua volta guarda verso Siena. Il centro storico del Borgo si articola intorno a Piazza Malaspina che deve il suo nome all'antico Palazzo Malaspina  (oggi trasformato in B&B), accanto al palazzo sorge la chiesa gotica di Santa Maria della Neve. Al centro della piazza si trova un antico pozzo di forma ottagonale che durante il medioevo costituiva l'unica fonte di approvvigionamento d'acqua posta all'interno delle mura. Via del Giglio, che attraversa il borgo da una parte all'altra, costituisce la via principale dell'abitato sulla quale si aprono piccole botteghe artigiane. Appena passata Porta Senese si incontra la Pieve romanica di San Donato che conserva al suo interno un prezioso fonte battesimale in terracotta e ceramica invetriata opera di Giovanni della Robbia.

 

Volendo deviazione alla Pieve di Sant'Appiano

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