In passato Ivrea ha spesso giocato un ruolo strategico in quanto ultimo avamposto ai piedi delle Alpi, affondando le sue origini fino al periodo delle colonizzazioni Romane.
Ivrea fu fondata dai romani con il nome di Eporedia, per mantenere il controllo dei valichi alpini dalle incursioni dei Salassi, popoli di origine gallica, indipendenti e fortemente radicati sul territorio circostante: il Canavese.
La maggioranza degli storici concordano che il nome Eporedia derivi da epo (cavallo) e reda (carro), poiché i suoi abitanti erano abili domatori di cavalli. Le successive alterazioni del nome hanno portato all'attuale nome di Ivrea.
Il nucleo antico della città sorse sulle pendici di un colle dominante la Dora Baltea e fu un importante centro di scambi sin dall'epoca romana, della quale si conservano importanti resti archeologici come l’anfiteatro.
Durante l'Impero, Ivrea condivise la sorte delle altre colonie romane, nonostante le persecuzioni contro i cristiani, prosperò e incrementò i traffici commerciali.
In epoca medievale Ivrea fu sede di un ducato longobardo e poi un comitato franco. Fin dal IV secolo è sede episcopale: il periodo del vescovo Warmondo degli Arborio è anche l’epoca in cui regna Arduino ed Ivrea è capitale del Regno d’Italia (1002). L’anno 1356 segna la definitiva sottomissione al potere dei Savoia.
Nel Medioevo la città era cinta da mura ed era divisa in tre zone che si chiamavano terzieri.
Tra il sedicesimo e il diciottesimo secolo la città segue le sorti dell’Italia settentrionale, con la dominazione spagnola e francese: le guerre ridanno importanza al ruolo strategico della città. Nell'ottocento, con l’occupazione francese, vengono abbattute le fortificazioni e definite le zone urbane: il centro religioso, il centro civico, i luoghi delle attività artigianali e commerciali e le aree residenziali.
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