La casa, dopo lunghi lavori di restauro, è stata aperta al pubblico nel 2009 e attualmente è parte di una delle sedi espositive del MART. All’interno è possibile ammirare dipinti, mosaici, arazzi del pittore, che rendono bene l’idea della sua genialità e del suo estro ponendolo come un pioniere del futurismo. La casa d’arte, che si trova nella parte medioevale della città, venne fondata nel 1957 da Depero che ne curò personalmente i vari dettagli. In occasione del centenario dalla Grande Guerra la Casa organizza la mostra “Calpestare la Guerra” con un’esposizione di 50 tappeti di guerra provenienti dall’Afganistan. Vai ai dettagli
Sorto nel 2002, su progetto dell’architetto Mario Botta, il museo occupa una superficie di circa 6.000 metri quadrati con circa 12.000 opere esposte. Nell’avveniristica struttura, disposta intorno ad una piazza circolare con un diametro di 40 metri, sovrastata da una cupola in vetro e acciaio alta 25 metri, è stata organizzata a ricordo della Grande Guerra la mostra “La guerra che verrà non è la prima” con un’esposizione di tele appartenenti alla collezione del MART e di tele provenienti da prestiti di musei e gallerie nazionali e straniere. L’evento è stato curato da
Cristiana Collu, a cura di Nicoletta Boschiero, Saretto Cincinelli, Gustavo Corni, Gabi Scardi, Camillo Zadra, in collaborazione con esperti di storia e arte contemporanea. Vai ai dettagli
Nel centenario della Grande Guerra Rovereto organizza una serie di mostre ed eventi a ricordo delle migliaia di vittime, ma che allo stesso tempo vogliono essere uno spunto di riflessione sulle guerre, sulle loro atrocità e sul futuro dell’uomo. Questa iniziativa parte dal territorio forse più segnato dalle atrocità della I Guerra Mondiale, testimone di sanguinose battaglie e incessanti bombardamenti. Fu questo il territorio che maggiormente sacrificò la vita di soldati e civili. Come sempre accade nei momenti peggiori fu anche il luogo in cui gli uomini maggiormente si distinsero per coraggio, resistenza e amore verso la patria.
Molto più sobria ed elegante della vicina Capri, Anacapri è caratterizzata dalle case bianche che si stagliano su di un mare color turchese
Costruita nel 1719 su disegno di Domenico Antonio Vaccaro, conserva al suo interno un bel pavimento maiolicato e ai lati e nell’abside tele di Paolo de Matteis e Giacomo del Po e Nicola Malinconico
Costruita sui resti di una dimora romana e di un’antica cappella dedicata a San Michele, la villa venne edificata su volere del medico svedese Alex Munthe che qui scrisse anche il libro “La Storia di San Michele” per anni uno dei libri più letti dopo la Bibbia e il Corano. La villa articolata su più livelli dispone di uno spettacolare belvedere circolare che si affaccia sul Golfo di Napoli. In questa abitazione soggiornò per diversi periodi la regina Vittoria di Svezia. Alla morte del proprietario, amante di arte e della natura, la proprietà della villa passò allo Stato svedese che ne fece un museo dove è possibile ammirare busti, sarcofagi, pavimenti romani, marmi e colonne, nel giardino si trovano una sfinge in granito e una tomba greca.
Si tratta dei ruderi romani di una delle 12 ville appartenute all’imperatore Tiberio. Di essa rimangono però solo alcuni ruderi, a causa di gravi danneggiamenti avvenuti con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., dai saccheggi operati dai pirati e da successive fortificazioni militari. Poche sono le tracce che permettono di risalire alla struttura originale, tra di esse la loggia porticata lunga 80 metri con belvedere semicircolare ed un’alcova con terrazzino. In epoca medioevale sui resti della villa venne edificata una torre di vedetta. Proseguendo da villa Damecuta si arriva a Grotta Azzurra.
Raggiungibile tramite il sentiero della Migliera, il belvedere offre uno dei panorami più suggestivi dell’isola con affaccio sulla costa meridionale dell’isola stessa e sui Faraglioni. Nello Splendido Belvedere del Tuono sono presenti resti di epoca romana, in passato il dirupo era divenuto tristemente famoso per essere luogo di suicidi, tanto che ne parlò anche Moravia nel libro "1934" ambientato a Capri.
Si tratta di tre celebri picchi di roccia che si innalzano a pochi metri dalla costa, divenuti negli anni uno dei simboli dell’isola. Sicuramente tra le mete più footografate dell'isola, ogni faraglione ha un nome: il primo unito alla terra si chiama Stella ed è alto 109 metri, il secondo, alto 81 metri, viene chiamato Faraglione di Mezzo, mentre il terzo viene chiamato Scopolo o Faraglione di Fuori ed è alto 104 metri. Sul terzo faraglione vive una rara specie di lucertola azzurra comunemente chiamata Lucertola Azzurra dei Faraglioni. Ogni anno migliaia di turisti sono alla ricerca dei punti migliori per una foto-ricordo dei Faraglioni noi vi consigliamo:
- Belvedere di Tragara
- Giardini di Augusto
- Belvedere dei filosofi
Vicino ai faraglioni vi sono due stabilimenti balneari raggiungibili dal sentiero che parte dal Belvedere di Tragara oppure in barca, accordandosi con qualche barcaiolo.
Simbolo incontrastato dell’isola è la piazzetta, santuario della mondanità, ormai totalmente invasa da boutique di lusso, bar e ristoranti. Splendido, soprattutto all’imbrunire, il panorama che si gode dalla meravigliosa terrazza. A dilatare lo spazio della piazza è la scalinata che porta alla chiesa barocca chiesa di Santo Stefano.
Costruita nel I secolo d.C. dall’imperatore Tiberio, che qui amava trascorrere giornate nell’ozio e nella contemplazione, la villa si estende su di un’area di circa 7.000 metri quadrati occupando quasi per intero la sommità del Monte Tiberio. La vista che si gode dalla villa è assolutamente fantastica, nelle giornate limpide spazia dal Golfo di Napoli, a Ischia fino al Golfo di Salerno. La villa è stata costruita su vari terrazzamenti tra di loro raccordati da scalinate. A destra, subito dopo la biglietteria è ancora visibile il basamento del faro, mentre più avanti si trova il famoso Salto di Tiberio ove si racconta l’imperatore gettasse le persone a lui sgradite. La villa è organizzata in vari quartieri che ruotano attorno ad un corpo centrale ove si trovano le cisterne per la raccolta delle acque, fondamentale su di un’isola praticamente priva di acqua dolce. All’ingresso si trovavano gli ambienti dedicati alle terme: apodyterium, frigidarium, tiepidarium e calidarium, a ovest si trovavano gli alloggi del personale di servizio e per gli ospiti mentre a nord gli alloggi dell’imperatore e dei suoi collaboratori più fidati, nel versante est aveva sede la sala del trono. La parte più grandiosa della villa era sicuramente la Loggia imperiale con una lunghezza di 92 metri ed un panorama veramente spettacolare. Molti dei reperti ritrovati nella villa sono ora conservati al Museo Archeologico di Napoli ed alcuni all’interno della chiesa di Santo Stefano a Capri.
Se vi fermate anche solo un giorno a Capri vi sarà impossibile non recarvi alla celeberrima Grotta Azzurra, il cui nome deriva dall’azzurro intenso delle sue acque, creato dall’ingresso dei raggi solari da una finestra sottomarina e filtrati dall’acqua la quale trattiene il rosso e lascia passare l’azzurro. La grotta venne utilizzata, come ninfeo marino, già in epoca romana da Tiberio che la ornò di statue. Oggi le statue in essa ritrovate sono custodite nella Casa Rossa di Anacapri. La grotta è lunga circa 60 metri e larga 25 metri, vi si accede tramite una apertura sul mare larga 4 metri e alta 1 metro, per questo l’accesso è consentito solamente a piccole barche a remi. In estate o nei periodi di maggiore affluenza si possono generare lunghe code per l’ingresso alla grotta, vi consigliamo quindi di munirvi di acqua, di un cappello da sole, e di creme protettive, vi sconsigliamo invece di portare bambini troppo piccoli.
Proseguendo fino alla fine di Via Camerelle, con la sua sfilata di boutique d’alta moda, si arriva fino a via Tragara e alla sua terrazza con belvedere aperto sui Faraglioni. Proseguendo si arriva al piccolo porto di Tragara, con i ruderi di un antico approdo romano.
Con i suoi 589 metri di altezza sul livello del mare è il punto più alto dell’isola ma, anche il punto dal quale il vostro sguardo può spaziare sul Golfo di Napoli, sulla Penisola Sorrentina, sulla Costiera Amalfitana fino ad arrivare alle montagne della Calabria. E’ anche un ottimo punto per osservare l’sola di Capri dall’alto e carpirne segreti e bellezze. Il monte è anche conosciuto con l’appellativo “Acchiappa nuvole” in quanto soprattutto al mattino presto o alla sera, quando si verifica il maggior momento di sbalzo termico tra roccia e mare, si crea una caratteristica corona di nubi. Se scendete a piedi dal monte Solaro vi consigliamo di prendere il sentiero che porta al piccolo eremo di Santa Maria a Cetrella costruito a picco sul mare, se siete fortunati e lo trovate aperto entrate per una visita ed affacciatevi dallo splendido terrazzo.
Nata come piccolo raggruppamento di case intorno a quello che fu un antico approdo romano, oggi è uno dei luoghi balneari più amati dai capresi, che qui usano fare il bagno tutto l’anno. Infatti la sua posizione protetta dai venti, la sua esposizione a Sud e all’alta falesia alle sue spalle la rendono particolarmente calda in ogni periodo l’anno. A Marina Piccola si trovano due spiagge libere ed alcuni stabilimenti privati. Si giunge al mare tramite una scalinata posta in prossimità della chiesetta di Sant’Andrea sulla piazza di Piazza Marina Piccola. E’ proprio a Marina Piccola che si trova il famoso “Scoglio delle Sirene” dove secondo la leggenda Ulisse venne incantato dalle magiche creature. Marina Piccola è un ottimo punto di partenza per escursioni verso i Faraglioni e la Grotta Verde
Si tratta di una serie di terrazze, dove rimarrete colpiti da un esplosione di fiori e colori che si affacciano a strapiombo sul mare e sui faraglioni. I giardini costituiscono una delle principali attrazioni dell’isola, vi consigliamo però di visitarli al mattino presto o verso sera quando le luci e i colori sono migliori e i giardini sono meno affollati. Da notare il monumento a Lenin, che ricorda il periodo in cui l’isola fu luogo di esilio di parecchi intellettuali e rivoluzionari russi. Via Krupp prende il nome dal facoltoso industriale tedesco dell’acciaio che amava trascorrere le sue vacanze sull’isola di Capri ma, trovando scomodo raggiungere il Quisisana da Marina Piccola (dove ormeggiava la sua imbarcazione), commissionò una strada che inerpicandosi da Marina Piccola lo aiutasse a raggiungere più comodamente la sua meta. L’ingegnere Mayer scavò così nella roccia una serie di tornanti che assecondando il costone della roccia, raggiungono un dislivello di circa 100 metri in un susseguirsi di tornanti a gomito, talmente stretti da sembrare quasi sovrapposti.
L’arco naturale è ciò che rimane di una profonda cavità di probabili origini paleolitiche, ooriginariamente si trattava di una cavità sotterranea ma, dopo una frana divenne scoperta. Il suo continuo sgretolamento la porta ad essere oggi un arco naturale dell’ampiezza di 12 metri che poggia a, 18 metri di altezza su due pilastri di roccia.
Conosciuta anche con il nome di grotta del matrimonio, si pensa che nell’antichità fosse dedicata al culto di Cibele mentre in epoca romana venne decorata con mosaici e stucchi. La cavità è lunga 30 metri e larga 20 metri con un’altezza che raggiunge i 10 metri.
Costruita nel 1371 su volere del conte Arcucci, si tratta molto probabilmente, dell’edificio più antico di tutta l’isola. Sicuramente tra le più importanti architetture dell’isola, con le caratteristiche volte estradossate nella copertura, vi si accede tramite in viale che conduce al portico della chiesa. Tutto il complesso si sviluppa attorno a due chiostri il Chiostro Grande e il Chiostro Piccolo, del trecento, più un terzo elemento separato che comprende una farmacia, la chiesa delle donne, appartamenti degli ospiti con annessi granai e scuderie. Attorno ai due chiostri vi erano le celle per la vita di clausura. Attualmente nella sala del refettorio si trova il museo dedicato al pittore Diefenbach, mentre nell’ex Canonica si trova una raccolta di cimeli e ricordi dell’isola.
Anche se l'isola è molto piccola, e si può vedere anche in un solo giorno, di seguito un elenco dei luoghi turisticamente più interessanti nei comuni di Capri ed Anacapri.
Ufficio Informazioni Turistiche: Capri – Piazza Umberto I, Marina Grande – Banchina del Porto; Anacapri – Via G. Orlandi, 59
Grazie alla mitezza del suo clima e alla rigogliosità della sua flora l’isola è un paradiso in qualsiasi momento dell’anno, tenete però presente che nei classici ponti primaverili e durante il mese d’agosto è letteralmente invasa da turisti mordi e fuggi.
A Capri è possibile arrivare solamente via mare, ma è comunque piuttosto facile. Durante tutto l’anno ci sono traghetti, navi veloci e aliscafi di linea da Napoli e Sorrento (Marina Piccola), mentre in estate ci sono partenze anche da Positano, Amalfi, Ischia, Salerno e Castellamare. Se arrivate all’aeroporto di Napoli potete prendere un taxi oppure un autobus di linea di fronte all’ingresso dell’aeroporto e scendere in prossimità di Molo Beverello se scegliete l’aliscafo, oppure Calata di Massa per traghetti o navi veloci. Di recente è attivo anche un servizio di transfer dall'aeroporto a Molo Beverello effettuato dalla società Alibus, il servizio è attivo tutti i giorni dalle 6 alle 23 con corse ogni 20 minuti. Se arrivate in aereo a Roma e volete recarvi a Napoli Beverello potete prenotare un servizio transfer tramite la società Airportransfer Service oppure arrivare alla stazione di Roma Termini e prendere il Leonardo Express (calcolate almeno tre ore di viaggio). Se non volete badare a spese esiste poi un servizio di transfer dagli aeroporti di Napoli e Roma che vi accompagnerà direttamente sull’isola per maggiori informazioni Vai al Sito, altrimenti scegli la barca e l’orario più adatto a te su traghetti on line.
Se volete arrivare sull’isola in maniera molto scenografica potete noleggiare un servizio elicottero che in circa 20 minuti vi porterà da Napoli ad Anacapri. Di seguito un link da dove è possibile prenotare il servizio, l’alternativa è rivolgervi all’hotel scelto.
Se arrivate a Napoli o a Sorrento in automobile di seguito alcuni parcheggi a pagamento dove potrete lasciare il mostro mezzo:
Da Napoli: Parcheggio Buono, al Molo Beverello +39 335 499658 - Parcheggio Brin a Via Marina (e poi autobus o taxi fino al porto) +39 081 7632855
Da Sorrento: Garage Marina Piccola +081 8781306 - Parcheggio Correale (e poi autobus o taxi fino al porto) Tel. 081 8773022
Sull’isola non è possibile portare macchine o moto ai non residenti tranne nei periodi che vanno da Novembre a Pasqua. Sull’isola è comunque possibile: muoversi con gli autobus di linea, con la funicolare, con l taxi oppure noleggiando uno scooter. La maggior parte degli Hotel effettua un servizio transfer dal Porto di Marina Grande all’Hotel stesso, quelli più organizzati offrono anche, su richiesta, un servizio taxi per i vari punti di interesse turistico.
Autobus: Sono piuttosto piccoli, al massimo 10 posti a sedere, e passano in genere ogni 15-20 minuti.
Tempi di percorrenza:
Capri-Anacapri - 15 minuti
Capri-Marina Piccola - 10 minuti
Capri-Marina Grande - 10 minuti
Marina Grande-Anacapri 25 minuti
Marina Piccola-Anacapri - 25 minuti
Marina Grande-Anacapri - 25 minuti
Anacapri - Grotta Azzurra- 20 minuti
Anacapri - Grotta Azzurra - 20 minuti
Anacapri - Faro di Punta Carena - 20 minuti
I capolinea sono: Capri – Piazza Martiri d’Ungheria
Anacapri – Piazza della Pace
Funicolare: sbarcati a Marina Grande la funicolare è sicuramente il mezzo più veloce per arrivare direttamente in Piazzetta, è possibile caricare animali di piccola taglia e bagagli di piccole dimensioni, mentre per i bagagli di grosse dimensioni è necessario fare un biglietto supplementare, chiedete comunque alla biglietteria che si trova vicino alle biglietteria degli aliscafi.
Taxi: in genere la maggior parte dei taxi sosta a Marina Grande oppure nei luoghi di maggior afflusso turistico, è comunque possibile chiamare un taxi dall’hotel o da qualsiasi altro posto dell’isola componendo i seguenti numeri: Anacapri, Piazza Vittoria - Tel. +39 081 8371175; Capri, Piazza Martiri D'Ungheria - Tel. +39 081 8376657. Molti taxisti sono in genere disponibili a farvi fare il tour panoramico dell’isola, vi consigliamo però di contrattare prima il prezzo.
Essendo l’isola frequentata da personaggi facoltosi, vi è una notevole quantità di hotel di lusso come il Grand Hotel Quisisana, il Punta Tragara, il Caesar Augustus, la Scalinatella oppure il J.K.Place Capri, però se si prenota con un po’ di anticipo è possibile trovare anche soluzioni più economiche ma del tutto decorose come Da Giorgio, Stella Maris, La Tosca. Per trovare l'hotel adatto a te vai al seguente Link. Se non amate gli alberghi è possibile trovare abitazioni in affitto, alcune hanno prezzi inavvicinabili ma anche in questo caso è possibile trovare ottime soluzioni a prezzi contenuti. Nel caso potete consultare siti come:
Homelidays
Idealista
Perla del Mediterraneo, isola dei Vip, isola blu, isola dell’amore, bella dormiente questi sono solo alcuni dei mille modi in cui è stata definita l’isola, che con il suo fascino riesce a conquistare anche il viaggiatore più disincantato. L’azzurro del suo mare, la bellezza dei suoi colori, la luminosità dei suoi paesaggi l’hanno resa negli anni una delle mete più ambite del turismo d’élite, le cui dimore, dai tipici colonnati fioriti, hanno contribuito al mito. Già negli anni cinquanta la presenza di vip sull’isola era talmente diffusa da dare il nome ad un’intera linea di pantaloni, tutt’ora in uso. Capri dista solamente 35 chilometri da Napoli, ha una dimensione di circa 10 chilometri quadrati nei quali vi è un’altissima concentrazione di ville, hotel di lusso, ristoranti e negozi delle firme più prestigiose. Amministrativamente è divisa in due comuni: Capri e Anacapri.
Il primo edificio che incontriamo ed unico accesso alla cittadina, è la Rocca Scaligera, fatta costruire da Mastino I della Scala nel 1277, probabilmente sui resti di una fortificazione di origine romana. Il castello rappresenta tutt'oggi uno fra i più completi e meglio conservati castelli d'Italia, la sua posizione lo rende anche uno dei pochi esempi di castelli lacustri della penisola. L'unico accesso al castello, e quindi al borgo, è costituito dal ponte levatoio, in quanto il castello su tre lati è bagnato dal lago, l'altra parte è circondata da un fossato. Di particolare interesse è la darsena, costruita durante la dominazione veneziana, che fungeva da rifugio per la flotta scaligera.
La rocca fu usata per fini militari e controllo portuale dalla sua edificazione fino all'epoca di Napoleone. Pregevole macchina da difesa dispone di due ponti levatoi, merlature ghibelline e torri di avvistamento, la sua struttura è simile ad altre fortificazioni di epoca scaligera del territorio veronese. L'ingresso avviene attraverso un corridoio coperto, che immette al mastio.
Come tutti i castelli anche quello di Sirmione ha la sua leggenda, si narra infatti che molti secoli fa nel castello vivessero due giovani innamorati Ebengarbo ed Arice. Durante una notte tempestosa giunse al castello un cavaliere di nome Elalberto. Elalberto, colpito dalla bellezza di Arice, durante la notte si recò nella sua camera, ma la fanciulla iniziò a urlare con quanto fiato aveva in corpo. Il cavaliere così la pugnalò. Ebengardo, spaventato dalle grida, raggiunse la camera della sua amata e, vedendola senza vita, pugnalò a sua volta il cavaliere. Secondo la leggenda nelle notte tempestose e ancora possibile udire le urla dei giovani innamorati.
All'interno del castello è stato allestito un museo lapidario di epoca romana e medioevale, mentre pannelli illustrativi con la pianta del maniero guidano il visitatore lungo le mura ed il mastio dando informazioni sulla sua struttura e sulle sue funzioni.
In auto: Sirmione è raggiungibile tramite l'Autostrada A4 Torino/Venezia con uscita al casello di Sirmione poi seguire le indicazioni per il centro oppure per chi arriva da Sud tramite la A1 con innesto sulla A22 del Brennero.
In treno: Sirmione dispone di una piccola stazione ferroviaria, raggiunta però solamente da treni locali, i nodi ferroviari più vicini sono Milano e Verona.
In aereo: nel giro di 30 Km ci sono gli aeroporti di Verona, Bergamo e Brescia raggiungibili da strade a scorrimento veloce.
L'argomento parcheggi è forse l'unica nota dolente cittadina. Il centro storico di Sirmione è sulla parte peninsulare della città protetto dalle mura, l'ingresso all'interno delle mura è possibile solo ai pedoni. E' conveniente parcheggiare all'inizio del paese, avvicinandosi al centro i parcheggi diventano tutti a pagamento e più si trovano in prossimità delle mura più costano. Altro buon punto in cui parcheggiare è Porto Galeazzi di fronte ad un campo sportivo, poi prendere una navetta (barca) che porta direttamente in centro al costo di pochi euro.
Camper: In città i camperisti possono trovare diverse soluzioni. La prima si presenta appena giunti in paese, prima del castello c'è un area comunale a pagamento dotata di luce e pozzetto di scarico. In posizione invidiabile, proprio di fronte al lago, in Via XXV Aprile presso il parcheggio comunale c'è un area attrezzata per il carico e lo scarico delle acque. Per altre aree sosta in zona cliccare qui, mentre se siete alla ricerca di un campeggio cliccate qui
L'area posta all'interno delle mura, essendo molto turistica, è ricca di gelaterie, paninoteche, pizzerie e ristoranti dove potrete consumare un rapido pasto oppure fermarvi più a lungo e gustare qualcuna delle specialità locali. Vista la posizione prezzi non sono in genere molto bassi, se volete qualche cosa di più economico dovrete allontanarvi dal centro ma, anche in questo caso non avrete molte difficoltà.
Tutta la zona del lago, di conseguenza anche Sirmione, è molto frequentata dai turisti soprattutto stranieri, trovare una sistemazione per la notte non vi sarà assolutamente difficile. Appena prima delle mura esistono buoni alberghi che praticano anche cure termali, alcuni dotati di piscina, esistono poi numerosi B&B o case in affitto. Lungo il lago sono presenti numerosi campeggi che affittano anche bongalow.
A circa 60 chilometri da Montalcino sorge il complesso monumentale dell'abbazia di San Galgano, anticamente importante punto di riferimento per viandanti, pellegrini e persone di ogni genere. In passato l'abbazia fu uno dei più bei edifici gotici della regione. Oggi, nonostante l'assenza della copertura, continua a conservare il suo fascino e la sua bellezza. L'insediamento religioso dell'area iniziò con la conversione di Galgano Guidotti, giovane cavaliere del luogo, che resosi conto dell'inutilità del suo vivere, si recò sulla collina di Montesiepi per intraprendere una vita di preghiera e penitenza. A dimostrazione del suo nuovo stato, prese la sua spada e la conficcò in una roccia, con l'idea di usarla come crocifisso davanti al quale inginocchiarsi per recitare le sue preghiere. Nel 1185, quattro anni dopo la sua morte, papa Lucio III dichiarò Galgano Santo. Fu il vescovo di Volterra che in seguito alla canonizzazione di Galgano fece costruire sul luogo una piccola chiesa nota come Rotonda di Montesiepi, nella quale si stabilì una piccola comunità cistercense. Negli anni la comunità crebbe sempre più di numero assumendo una notevole importanza sociale ed economica, tanto che nel 1218 vennero iniziati i lavori per la costruzione di una imponente chiesa. Il nuovo edificio aveva un impianto a croce latina con una lunghezza di 69 metri e una larghezza di 29 metri, l'interno a tre navate era diviso da ben 16 pilastri. Nel 1288 l'abbazia venne consacrata ma, già nel 1348, a causa della peste, per l'abbazia iniziò un lungo periodo di declino, che culminò nel 1474 con il trasferimento a Siena dei monaci. Saccheggiata più volte dal mercenario inglese Giovanni Acuto, nel 1786 crollarono le parti della copertura, non asportate in precedenza, mentre nel 1786 un fulmine colpì il campanile abbattendolo. Nel 1789 la chiesa venne sconsacrata. Solo nel 1926 venne riscoperta e si dieda avvio ad un vero e proprio intervento di restauro, volto a salvaguardare e consolidare quanto ancora rimaneva della originale ed imponente struttura. In quel che resta del monastero è però ancora possibile riconoscere la Sala Capitolare e parte del chiostro. Sorte diversa toccò invece alla piccola chiesetta di Montesiepi, di forma circolare con campanile a vela, che, superati indenne i diversi periodi storici, conserva nel suo suggestivo interno la famosa "Spada nella Roccia", appartenuta a Galgano. Nella piccola cappella rettangolare, aggiunta alla rotonda, sono visibili un bel ciclo di affreschi sulla vita di San Galgano di Ambrogio Lorenzetti, che pare abbia trascorso qui i suoi ultimi anni di vita.
La Loggia dei Cavalieri, situata all'incrocio tra quelli che gli antichi decumano e cardo maximi, è un edificio tra i più rappresentativi del centro storico di Treviso e simbolo del potere politico assunto dai nobili nel periodo del Libero Comune.
La Loggia è un esempio di romanico trevigiano con influenze bizantine.
Isola al centro del Cagnan Grande, fu creata all'epoca del governo austriaco, nel 1856, su alcuni isolotti naturali. Obiettivo era dare nuova sede al quotidiano mercato del pesce, prima situato nelle vicinanze della Piazza dei Signori.
La Pescheria di Treviso è uno dei luoghi più caratteristici del centro storico, circondata da edifici quali Ca’ dei Carraresi e Ca’ Brittoni da un lato e dall’altro edifici che un tempo facevano parte del Convento delle Monache Camaldolesi.
E' un'esempio di architettura urbana di eccezionale qualità ambientale.
La Casa sorge nel centro storico di Treviso, in area pedonale, tra via Palestro e il fiume Cagnan, con una facciata porticata in classico stile medioevale trevigiano che si affaccia sulla strada e l'altra direttamente sul fiume, la Casa dei Carraresi ospita al suo interno esposizioni d’arte di notevole pregio e notorietà a livello nazionale e internazionale.
Si raggiunge comodamente a piedi dai parcheggi situati appena fuori le mura o dalle stazioni dei treni e degli autobus.
Vero gioiello di architettura medievale, sorge a soli 9 Km da Montalcino, città alla quale è storicamente legata, in prossimità di Castelnuovo dell’Abate. Considerata uno dei monumenti più rappresentativi di arte romanica, con richiami ai modelli francesi e lombardi, secondo una antica leggenda fu fondata da Carlo Magno per la grazia di essere stati liberati da una terribile epidemia di peste. Il nucleo primitivo, fu edificato in prossimità di una villa romana, sul luogo del martirio di Sant’Antimo di Arezzo, morto nel 352, e dedicato al culto delle sue reliquie. Nel 770 i longobardi incaricarono i monaci benedettini di costruire un monastero per l’assistenza di pellegrini, messi e mercanti diretti a Roma. Nell’814 un documento di Ludovico il Pio arricchisce di doni e privilegi l’abbazia, considerata Abbazia Imperiale e proprietaria del castello di Montalcino, residenza del priore. La struttura di epoca carolingia di questo periodo è visibile nella zona dell’abside. La chiesa attuale, secondo un’iscrizione incisa sull’altare maggiore, risale agli inizi del XII secolo. L’opera di grandioso ampliamento, sul modello dell’abbazia benedettina di Cluny, fu però superiore alle forze dei monaci benedettini e rimase incompiuta per gli stessi motivi economici che ne decretarono il successivo declino, tanto che nel 1462 papa Pio II decretò l’annessione dell’abbazia alla Diocesi di Montalcino.
Fino al 1870, anno in cui l’abbazia passò sotto la giurisdizione delle Belle Arti, fu abitata da contadini, che utilizzavano la cripta carolingia come cantina, la chiesa come rimessa e il chiostro come riparo per gli animali e furono necessarie ben sette campagne di restauro per riportare la costruzione all’aspetto attuale. Dalla fine degli anni 70 è stata ricostituita una comunità monastica che risiede stabilmente in Sant’Antimo. Interessante sapere che alcune delle liturgie che si svolgono nell’abbazia sono accompagnate dai loro canti gregoriani. Una particolare nota meritano i materiali utilizzati per la costruzione di Sant’Antimo: si tratta di una roccia di travertino con striature di alabastro che le conferisce una spettacolare lucentezza, variabile in base al colore del cielo e dei campi circostanti. I cinefili, infine, non avranno difficoltà a riconoscere proprio in questa splendida abbazia i luoghi dove furono girate alcune scene del film Fratello sole, sorella luna di Franco Zeffirelli, dedicato alla vita di San Francesco d’Assisi.