Portogallo

Ivrea, la romana Eporedia, cittadina piemontese localizzata geograficamente all'interno dell'area denominata "Canavese" è un punto di passaggio obbligato per raggiungere la Valle d'Aosta dalle principali città del Nord Italia.

E' collocata al centro di un'area formatasi dal ritiro del ghiacciaio Balteo: l'Anfiteatro Morenico di Ivrea, fra i più noti d'Europa. Circondano l'area il cordone morenico della Serra d'Ivrea che si estende per 25 km e numerosi bacini idrici: famosi i cinque laghi d'Ivrea e quelli di Candia Canavese e Viverone.
Il centro storico di Ivrea, attraversato dalla Dora Baltea, sale sulla collina che porta al Castello sabaudo ed al Duomo, mentre la parte moderna si estende in piano, occupando entrambe le sponde del fiume ed i territori circostanti.

Famosa nei secoli per il mercato dei cavalli, proprio a loro pare debba il suo nome (Ippo-regia,Eporedia,Ivrea) e per il suo Carnevale, Ivrea è legata  al nome Olivetti, che ha unito le vicende dell’impresa famigliare alla storia di questa terra.

 

Piemonte - Provincia di Torino

Annoverato, assieme agli altri Sacri Monti del Piemonte tra il Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco, il Santuario Sacro Monte di Belmonte è posto nel comune di Valperga in cima ad un piccolo colle a 727 metri di altitudine. La tradizione vuole sia stato fondato nel 1002 da re Arduino di Ivrea in segno di ringraziamento alla Vergine Maria per averlo guarito da una grave infermità. In realtà è certo che il santuario venne fondato molto tempo prima da un gruppo di monache benedettine. Le monache rimasero nel monastero fino al 1601 quando fu loro ordinato di trasferirsi nel vicino borgo di Cuorgnè. Al momento di trasferire la statua avvenne quello che tutti definirono un miracolo: Santuario di Belmonteimprovvisamente nella chiesa calò il buio pesto e il viso della Vergine si fece pallidissimo, i fedeli presenti attribuirono l'accaduto ad una espressa volontà della Madonna di non essere trasferita in altro loco. Alle Monache subentrarono i Frati Minori di San Francesco che iniziarono l'ampliamento del santuario e la costruzione delle cappelle della Via Crucis. Gravemente danneggiata durante le invasioni napoleoniche tra il 1873 e il 1876 venne completamente restaurata ad opera di Reviglio della Venaria. Nel 1888 venne rifatta la facciata ad opera dell'architetto Carlo Ceppi.

Santuario

Il Santuario, dall'alto dello sperone di roccia su cui sorge, domina sull'intero Canavese offrendo nelle giornate limpide uno spettacolare panorama che spazia sulla pianura fino alla Serra Morenica proseguendo alle Alpi Biellesi.Santuario di Belmonte La facciata, in stile romanico-lombardo è ornata da 8 colonne disposte in coppie che sorreggono archi a tutto sesto. In alto spicca l’affresco del pittore Giacomo Grosso che raffigura la Vergine con il re Arduino e San Francesco inginocchiati accanto a Lei e, ai lati di questi Sant’Elena e San Secondo a sinistra, San Benedetto e Santa Cristina a destra. L'interno a tre navate custodisce la statua della Madonna in trono, scolpita assieme alla sedia in un unico blocco ligneo intorno al 1600 da un artista ignoto. La chiesa è preceduta da una splendida terrazza panoramica.

 

Sacro Monte

L'idea di costruire un percorso rappresentante le tappe della Via Crucis venne intorno al 1700 a padre Michelangelo di Montiglio, nominato guardiano del Santuario. Con questa idea il monaco voleva riproporre visualmente alla popolazione i luoghi di Cristo, che sicuramente in quell'epoca non avrebbero mai potuto visitare.Santuario di Belmonte
Il sacro Monte, con le sue 13 cappelle della Via Crucis si sviluppa in un cammino circolare ad anello fino alla sommità del monte. Le cappelle ospitano statue ed affreschi rappresentanti scene della Passione di Cristo. Le statue rappresentanti i personaggi principali sono fatte in terracotta di Castellamonte, che in quel tempo aveva già raggiunto livelli artistici molto elevati. Nel 1960 sulla sommità del monte è stata posta una statua in bronzo di San Francesco alta 4,5 metri.

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Tipico dolce piemontese, di antichissima tradizione, il cui nome in piemontese significa cappello in riferimento alla forma dello stampo in cui anticamente veniva cotto. E' un dolce della migliore tradizione delle langhe che si prepara in qualsiasi stagione dell'anno degno di chiudere anche il pranzo più sontuoso.

Ingredienti:

1 lt di latte
8 uova intere
250 gr di zucchero
80 gr di cacao amaro
250 gr di amaretti
1/2 tazzina di caffè
1/2 bicchiere di liquore all'amaretto

Preparazione:

Rompere le uova in una ciotola abbastanza capiente, unirvi lo zucchero e mescolare fino ad ottenere un composto schiumoso, aggiungere il cacao, gli amaretti precedentemente sminuzzati, il caffè e il liquore. Mettere il latte in un pentolino e portarlo ad ebollizione poi aggiungerlo lentamente al composto continuando a mescolare. Versare il composto in un unico stampo da budino oppure in tanti piccoli stampi e cuocerlo in forno a bagnomaria ad una temperatura di 150°. Servire il dolce accompagnato da uno spumante rosato Alta Langa.

Difficoltà: Facile
Tempo di Preparazione: 10 minuti
Permpo di cottura: 1 ora se in uno stampo unico, 15-20 minuti se in piccoli stampi

Celebrata, imitata, rivisitata la Pizza Margherita rimane uno sei simboli della cucina italiana nel mondo. Candidata ad essere dichiarata Patrimonio Immateriale dell'Umanità, ha già conquistato il riconoscimento di Specialità Tradizionale Garantita dalla Comunità Europea. Anche il cinema ha celebrato la Pizza Margherita con vari film mentre la cultura gli ha dedicato un'intera area all'interno del Museo del Mediterraneo. Secondo la tradizione la ricetta venne ideata dalla pizzeria Brandi in onore della Regina Margherita di Savoia in visita alla città di Napoli. Il piatto voleva essere anche un omaggio all'Italia e ai colori della sua bandiera per questo vennero utilizzati i pomdori, la mozzarella ed il basilico.

Ingredienti (1 pizza) 

250 gr di impasto base per pizza
80 gr di pomodori pelati
80 gr di mozzarella fiordilatte
foglie di basilico
olio extravergine di oliva
sale

Preparazione impasto base:

500 gr di farina 00
1 gr di lievito di birra
15 gr di sale
1 lt di acqua
Versare l'acqua a tempertura ambiente in una ciotola capiente, sciogliervi il sale poi versarvi 1/3 della farina ed impastare fino ad ottenere un impasto cremoso. Sciogliere il lievito precedentemente sminuzzato poi aggiungere un altro terzo di farina e continuare ad impastare ripiegando ogni volta la pasta su se stessa, proseguire fino ad esaurire la farina. Trasferire l'impasto su un piano di lavoro infarinato e continuare ad impastare per una decina di minuti, fare riposare l'impasto, coperto da un panno per circa 5 minuti. Riprendere a impastare per qualche minuto, poi coprire l'impasto con il panno e lasciarla riposare per 1 ora e 30 minuti. A questo punto dividere l'impasto in palline da 250 gr l'una ed impastare per qualche minuto, poi coprire le palline con un canovaccio e lasciare riposare per altre 6 ore. Passato il tempo stendere le palline in un dischetto rotondo lavorandolo sempre con le mani poi guarnire con i pelati, precedentemente sminuzzati con le mani,  la mozzarella tagliata a striscioline, qualche foglia di basilico, un filo di olio ed infornare a 280°C per 4-6 minuti (il forno deve già essere in temperatura). Tirate fuori la pizza dal forno aggiungetevi qualche foglia di basilico, un filo d'olio e servite.

Difficoltà: Facile
Tempo di preparazione: 8 ore (compresa la lievitazione)
Tempo di cottura: 4-6 minuti

Quasi sicuramente il sugo italiano più conosciuto all'estero, dove viene utilizzato per condire gli spaghetti, il ragù tipico della cucina emiliana è il complemento a molti dei piatti più apprezzati della cucina italiana. Ricordiamo che il ragù alla bolognese è uno degli ingredienti principali per la preparazione delle Lasagne al Forno, della Pasta al Forno, al pasticcio di patate, posto su semplici crostini di pane oppure  come condimento alle tagliatelle fatte in casa. La formula ufficiale del ragù è stata depositata all'Accademmia Italiana della Cucina presso la camera di commercio di Bologna. L'accademia stessa  prevede la possibilità di utilizzare tagli di manzo alternativi a quelli previsti dalla ricetta originale (cartella) e l'utilizzo di triplo concentrato di pomodoro o pomodori pelati al posto della salsa di pomodoro.

Ingredienti:

300 gr di polpa di manzo tritata (cartella oppure pancia o fesone di spalla)
150 gr di pancetta
100 gr di passata di pomodoro
50 gr di carota
50 gr di sedano
30 gr di cipolla
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1/2 bicchiere di latte
brodo di carne
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Preparazione:

Tritare il sedano, la carota, la cipolla e la pancetta. Fate sciogliere la pancetta in 3 cucchiai di olio utilizzando possibilmente un tegame in terracotta piuttosto capiente, poi aggiungere il trito di verdure e fate appassire dolcemente. A questo punto aggiungete la carne trita e fate rosolare per circa 5 minuti poi aggiungere il vino bianco e lasciatelo evaporare completamente. Aggiungere il pomodoro e mescolate bene per circa due minuti poi coprire la carne con il brodo e con il latte, coprite con un coperchio e lasciate cuocere per almeno due ore. Di tanto in tanto mescolate e all'occorrenza aggiungete altro brodo, aggiustate con sale e pepe.

Difficoltà: facile
Tempo di preparazione: 15 minuti
Tempo di cottura: 2-3 ore

Descrizione

Grazie alla presenza di rocce molto permeabili, le acque vengono assorbite in profondità per sgorgare in superficie in polle d'acqua.Le stesse acque vengono utilizzate sia nello stabilimento termale che nelle terme libere, dove è possibile fare bagni termali nel fiume caldo in deliziose anse con cascatelle naturali. L'intera area è ricoperta da una lussureggiante vegetazione composta di tamerici e canne palustri. Da vedere nei dintorni il Castello Arabo Normanno di Castellamare, la riserva naturale dello Zingaro e il parco archeologico di Segesta.

Struttura

Lo stabilimento termale è dotato di due piscine di cui una per bambini, di una sauna naturale posta all'interno della Grotta della Regina, e di vasche idromassaggio. A poca distanza dallo stabilimento si trovano le terme libere.

Acque

Le acque termali di Castellammare del Golfo sgorgano ad una temperatura intorno ai 46-47°C, sono classificate salso-sulfuree, radioattive, ipertermali, cloro-solfato-alcalino-terrose. Tre sono le sorgenti da cui sgorga l'acqua: Bagno delle Femmine, Grotta Regina e Nuova Sorgente. Grazie alle loro caratteristiche le acque ed i fanghi vengono utilizzate per bagni termali, fanghi, antroterapia, per la cura di malattie reumatiche, respiratorie e cutanee.

Le terme sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale

Ubicazione: Ponte Bagni - Castellare del Golfo

Descrizione

Le Terme Gorga sorgono nell'entroterra di Calatafimini, sulla sponda orientale del “fiume caldo” chiamato Crimiso, al confine con il territorio di Alcamo. La zona è molto interessante dal punto di vista storico paesaggistico, nei dintorni si trovano: il sito archeologico di Segesta, la riserva naturale dello Zingaro, Scopello e la città di Erice.

Struttura

La struttura termale, ricavata da un antico mulino, dispone di un Hotel, um ristorante dove è possibile gustare piatti della cucina siciliana, una piscina termale esterna con area idromassaggio e cascate cervicali.

Acque

Le acque sgorgano dall'omonima sorgente posta a circa 50 metri sul livello del mare ad una temperatura di 51°C, raccogliendosi in una conca naturale. Le acque delle Terme sono classificate minerali, ipertermali, alcalino-solfuree e vengono utilizzate per fangoterapia, balneoterapia, cure inalatorie, insufflazioni endotimpaniche. Sia le acque che i fanghi vengono utilizzati per la cura di malattie reumatiche croniche, nell'artrosi, negli esiti di traumi, nelle nevriti e nevralgie, in alcune malattie croniche della pelle (eczema, dermatite atopica, psoriasi, acne)

Le terme sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale

Ubicazione: Loc. Segesta - Calatafimini
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Descrizione

Poste nell'incantevole scenario naturale delle Isole Eolie, non si tratta di veri e propri stabilimenti termali ma, di aree termali dove le acque che sgorgano direttamente in mare ad una temperatura che varia tra i 40 e gli 80°C. Mescolandosi al terreno le acque formano dei fanghi naturali che sono un vero e proprio toccasana per la pelle, per alcune malattie ossee e respiratorie.  Ogni anno migliaia di turisti si immergono nelle pozze naturali create dalle acque e dai fanghi. Di recente hanno aperto varie strutture termali dove è possibile curarsi con le acque ed i fanghi sotto l'occhio vigile di personale esperto, tra queste segnaliamo Terme Marotta di Vulcano.

Struttura

Nello stabilimento termale Marotta potrete invece effettuare cure termali o semplicemente concedervi una giornata di completo relax tra piscine termali ognuna con acqua a diversa temperatura, vasche idromassaggio, cascate cervicali, grotte con effervescenze e cromoterapia, percorsi vascolari e getti d'acqua localizzati.

Acque

Le acque che sgorgano in maniera naturale dai fondali marini sono classificate come solfurea - bromo, salso, radioattiva e iodica. Vengono utilizzate per la cura di affezioni articolari, affezioni dermatologiche, affezioni delle vie aeree.

Le terme sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale

Ubicazione: Via Lentilia, 1 Vulcano
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Descrizione

Si tratta di uno dei più importanti centri termali ed alberghieri del Sud-Italia, posto direttamente sulla splendida spiaggia di Vigliatore, in provincia di Messina. Da alcuni ritrovamenti archeologici effettuati in zona si può desumere che già in epoca romana in zona esistevano stabilimenti termali. Nei dintorini si trovano la città di Agrigento con la valle dei templi, Tindari con le sue lingue di sabbia, Siracusa e Messina.

 

Struttura

Il centro termale si estende su di una superficie di 35.000 mq comprendendo un Hotel a 5 stelle ed un Hotel a 3 stelle, una piscina termale all'esterno con zona idromassaggio e cascate cervicali, di una piscina interna anch'essa dotata di idromassaggi e cascatelle, percorsi kneipp, palestra e una splendida spiaggia con vista sulle Eolie dotata di ombrelloni e lettini.

Acque

Le acque dello stabilimento termale sgorgano dalla sorgente “Fonte di Venere” ad una temperatura di 34° e sono classificate come acque termo-minerali-sulfuree-bicarbonato-alcaliniche con presenza di acido carbonico. Grazie alle loro caratteristiche chimiche agiscono da antinfiammatorio e antitossico, attivano la rigenerazione cellulare, stimolano l’intero sistema vascolare e, in base alle differenti temperature di applicazione, producono effetti benefici sull’epidermide. Lo stabilimento dispone di un reparto per fanghi e bagni utile per la prevenzione e la cura di malattie reumatiche, ortopediche, dermatologiche e vascolari, di un reparto per la cura della sordità rinogena e di un reparto per cure inalatorie.

Le terme sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale

Ubicazione: Viale delle Terme, 85 - Terme Vigliatore
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Descrizione

La struttura è posta a 150 metri dal mare, in un litorale di grande bellezza paesaggistica, a metà strada tra le città di Taormina e Messina. Gli effetti benefici delle sue acque erano già conosciuti in epoche antiche tanto che ne parlò anche Cartesio, in "Antidotario Messanesi".

Struttura

La struttura dispone di un Hotel a tre stelle, di un centro termale e di una zona wellness. La piscina termale esterna, immersa nel verde, è dotata di postazioni idromassaggio che possono essere utilizzate sia in piedi che da seduti, cascate cervicali, percorso kneipp.

Acque

Lo stabilimento termale utilizza l’acqua che sgorga dall’Antica Sorgente Termale ad una temperatura di 40-46°C. L’acqua è sulfurea, salso, bromo, iodica, borica, littiosa, alcalina. Grazie all’elevato contenuto di idrogeno solforato queste acque sono indicate nella cura delle affezioni dell’apparato respiratorio, uditivo, osteo-articolare e del sistema nervoso. Le acque vengono utilizzate per trattamenti di fangoterapia – bagnoterapia – cure inalatorie – insufflazioni tubo timpaniche – nebulizzazione.

Le terme sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale

Ubicazione: Via Roma, 25 - Alì Terme
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