Dal 1998 il centro storico della città è annoverato tra il patrimonio dell’UNESCO. La città è indissolubilmente legata a Federico III da Montefeltro il cui ducato è durato dal 1442 al 1482, in questo lasso di tempo Federico, considerato un perfetto esempio di principe rinascimentale e amico di Lorenzo de Medici creò una città talmente ricca d’arte da poter competere con Roma o Firenze. Il figlio Giudobaldo proseguì nella sua opera fino alla morte avvenuta nel 1500. Durante questo periodo vennero costruiti il Palazzo Ducale e la cinta muraria. Per abbellire la città vennero richiamati artisti da tutt’Italia, fu in questo periodo che Urbino diede i natali a due grandi artisti italiani come Raffaello e Bramante. Alla morte di Giudobaldo il ducato passò al nipote Francesco appartenente alla famiglia Della Rovere, la corte venne trasferita a Pesaro e da questo momento comincerà il declino della città che durerà fino all’elezione a papa di Clemente XI. Il nuovo papa appartenente alla famiglia Albani diede nuovo impulso alla città grazie ad una spinta all’edilizia sia civile che religiosa. La visita del centro storico della città non può che cominciare da una delle 4 porte di accesso: Porta S. Lucia, Porta San Bartolo, Porta Valbona e Porta Lavagine.
La cinta venne fatta erigere da Giugiobaldo, ha una caratteristica forma a fuso e utilizza le più moderne tecniche di costruzione dei tempi come i baluardi difensivi a pianta cuneiforme
Anticamente veniva usata come piazza del mercato ora invece è adibita a parcheggio da questa piazza può cominciare la visita della città attraverso la porta Valbona.
Le impressionanti dimensioni della reggia che può ospitare migliaia di persone hanno permesso che vi trovassero sede la sovrintendenza ai beni artistici e storici delle Marche, La Galleria Nazionale delle Marche, il museo archeologico di Urbino, i sotterranei e il museo della ceramica. Il palazzo venne costruito nel XV secolo su volere di Federico da Montefeltro, tre sono gli architetti a cui si deve la mirabile riuscita dell’opera: Maso di Bartolomeo, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini. Il primo nucleo del palazzo denominato “Palazzetto della Jole” fu edificato su volere del padre di Federico e da questo nucleo partì Maso di Bartolomeo per la progettazione dei primi lavori. All'architetto Luciano Laurana vanno attribuiti la costruzione della facciata dei torricini, lo scalone d’onore, la biblioteca, il salone del trono, la sala degli angeli, la sala delle udienze e il famoso studio del Duca Federico. L’architetto Francesco di Martini si occupò invece della progettazione dell’impianto idrico del palazzo e della facciata ad ali. Di particolare bellezza è il cortile d’onore simbolo dell’arte del 400 italiano, il quale permetteva l’accesso alle sale destinate all'attività pubblica, ai sotterranei oltre che allo scalone d’onore che conduce alle sopra-logge. Da non perdere la Galleria Nazionale delle Marche dove troviamo: l’alcova del duca Federico con mobili del xv sec., l’appartamento del Duca Federico che custodisce alcuni dipinti di Piero della Francesca tra i quali La Flagellazione e la Madonna di Senigallia; l’appartamento della Duchessa dove nel salotto troviamo la Muta di Raffaello e Santa Caterina d’Alessandria mentre nella camera da letto troviamo l’Ultima Cena e la Risurrezione di Tiziano, 7 arazzi degli atti degli apostoli tessuti su cartoni di Raffaello ornano invece la sala del trono usata dal Duca come salone delle feste.
Caratteristica via con case in cotto che parte dal portico di San Francesco e sale al cuore della città, nella via troviamo la casa natale di Raffaello acquistata dal padre Giovanni Santi nel 1460 ora sede dell’Accademia di Raffaello. All’interno della casa sono visibili alcune opere dell’autore e del padre tra le quali l’affresco della Madonna con Bambino dipinto in giovinezza.
Il duomo in stile neoclassico è stato quasi completamente ricostruito dopo il terremoto del 1781 che danneggiò seriamente la cupola e ne provocò il successivo crollo. Nella facciata opera di Morigia trovano dimora 7 statue tra le quali quella di San Crescentino protettore della città. L’interno è a tre navate, nella navata centrale ha sede l’altare dove si può ammirare il dipinto di Untemberger della “Madonna Assunta” alla quale è dedicata la chiesa, la grande cupola è decorata con le immagini dei quattro evangelisti
La chiesa che risale alla fine del 1300 racchiude al suo interno dei magnifici affreschi in stile gotico dipinti dai fratelli Jacopo e Lorenzo Salimbeni oltre che un bel soffitto ligneo carenato
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