La città, dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO il 25 giugno del 2011, ha origini molto antiche, i primi insediamenti risalgono infatti all’ età del bronzo. Florido comune in epoca romana, come testimoniano l’Arco Druso, il Teatro e la casa Romana pervenuti fino a noi, con la caduta dell’impero subì le dominazioni barbariche fino a divenire Ducato durante il periodo Longobardo. Devastata da Federico Barbarossa nella metà del 1100 entrò a far parte dei domini della chiesa.
La piazza sorge su di un terrazzamento artificiale di epoca romana. Su di essa si affacciano: Casa Fabricolosi, il sarcofago ornato da scene di caccia trasformato in fontana, la casa dell’opera del Duomo, il teatro Caio Melisso e la chiesa di Santa Maria della Manna d’oro oltre che il sontuoso Duomo. Il Duomo sorge su una preesistente chiesa intitolata a Santa Maria in Vescovado costruita tra VIII e il IX secolo. L’attuale edificio venne edificato a partire dal 1155 in seguito alle devastazioni operate da Federico Barbarossa. Nel corso dei secoli la chiesa subì numerosi rimaneggiamenti e abbellimenti sia all’interno che all’ esterno. Il Duomo è fiancheggiato da un campanile in stile romanico come la facciata, ornata da un bel portico in stile rinascimentale. Cinque rosoni di diverse dimensioni sormontano il portico e racchiudono un mosaico del 1207 in stile bizantineggiante. Attraverso un magnifico portale si accede all’ interno della chiesa a tre navate. Da notare il pavimento della navata centrale in stile cosmatesco, nelle navate laterali affreschi di Pinturicchio e Giovanni da Spoleto mentre il presbiterio è ornato da affreschi di Filippo Lippi. Nella canonica ha sede l’archivio Capitolare che custodisce pergamene e codici di notevole valore.
Il palazzo che sorge nell’omonima piazza venne edificato nel 1737 su progetto di Sebastiano Cipriani. All’interno ospita il Museo Carandente con dipinti e sculture di artisti contemporanei. Al piano nobile si possono ammirare affreschi e arredi del 700 oltre che dipinti del ‘700 e dell’800.
Sorto nel 300 come monastero benedettino domina sull’ adiacente teatro di origini romane. Adibito a carcere tra la fine dell’1800 e la metà del ‘900 attualmente ospita il Museo Archeologico Nazionale con reperti risalenti all’ età del bronzo e al periodo romano.
La casa, appartenuta molto probabilmente a Flavia Vespasia Polla madre di Vespasiano, venne scoperta nel 1885 da Giuseppe Sordini. Nella casa, che riflette lo stile architettonico delle case patrizie dell’epoca, sono ancora visibili mosaici e tracce di affreschi.
Il palazzo venne edificato intorno alla metà del 1600 su volere della nobile famiglia Mauri, di paricolare pregio sono gli affreschi che ornano le sale di rappresentanza attribuiti ad Alessandro Bottoni, Giuseppe Valeriani e Domenico Sergardi. Dopo lunghi lavori di recupero ora il palazzo ospita la biblioteca civica con un Fondo Antico, una Ludoteca e una sezione Multimediale oltre ad un caffè letterario ricavato dalla copertura del cortile interno. Attorno al Palazzo corre si snoda via Fiordespina Lauri, che attraverso vicolo delle Cantoncelle e viale Matteotti consente di ammirare alcuni degli scorci più suggestivi della città
Costruito nel I secolo D.C. in onore di Druso Minore e Germanico, l’arco immetteva direttamente nel Foro. Durante il periodo medioevale venne inglobato nelle abitazioni vicine.
La chiesa di Sant’Ansano è stata interamente ricostruita alla fine del ‘700 dall’architetto milanese Antonio Dotti. L’interno è a navata unica e conserva interessanti opere d’arte, tra le quali, un affresco di Giovanni di Pietro detto “Lo Spagna” rappresentante la Madonna col Bambino. Dalla chiesa si accede alla sottostante Cripta dedicata a Sant’Isacco, monaco siriano giunto a Spoleto nella prima metà del VI secolo e primo rappresentante del fenomeno eremitico sul Monteluco.
Posta al di fuori delle mura cittadine la chiesa venne consacrata nel 1234 da Gregorio IX. Nella chiesa pare avvenne un miracolo raccontato già da Gregorio Magno nel VI secolo. L’interno a tre navate conserva frammenti di affreschi del XIII secolo.
Edificata sul punto più alto della città nel 1359 su volere del cardinale Albornoz, che ne affidò i lavori a Matteo di Giovannello da Gubbio. La Rocca abbellita da fregi e affreschi ospitò parecchi personaggi illustri tra i quali Lucrezia Borgia. Trasformata in carcere mantenne quel ruolo fino al 1982 quando venne restaurata e trasformata in museo.
L’edificio, annoverato nel 2011 tra il Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, è sorto tra il VII e VIII secolo. La facciata presenta tre portali finemente decorati da motivi floreali e sovrastati da ampie finestre. L’interno è a tre navate divise da colonne e conserva affreschi del XIII secolo. Inizialmente al luogo vennero attribuiti parecchi miracoli, solo in seguito si sono attribuiti alle caratteristiche dell’acqua che sgorga sul colle.
Posta fuori dal centro cittadino la chiesa dispone di una facciata considerata un capolavoro della scultura romanica umbra dove vengono rappresentate scene religiose e favole allegoriche riviste in chiave cristiana.
Il Ponte delle Torri, simbolo distintivo di Spoleto, è lungo 240 metri ed alto circa 90.
Non è certa la sua origine. secondo lo storico spoletino Carlo Bandini fu costruito, nella sua forma attuale, insieme alla Rocca, da Matteo di Giovannello detto “Il Gattapone”, partendo dai resti di un antico ponte, molto più piccolo, di origine romana.
Il suo nome deriva dalla presenza di due torri di avvistamento agli estremi.
Vi si giunge attraverso una lunga passeggiata panoramica intorno alla Rocca. Il ponte è interamente percorribile a piedi, collega il colle Sant’Elia, ove si trovano la Rocca e la città, e il Monteluco, ove giace il fortilizio dei Mulini e la Basilica di San Pietro.
Offre una veduta panoramica molto apprezzata, che impressionò sicuramente anche Wolfgang Goethe, scrittore e drammaturgo tedesco del Settecento, che dedicò una pagina del suo "Viaggio in Italia". La sua passeggiata per la città è commemorata da una targa posta proprio in prossimità del ponte.
Il santuario posto ad un’altezza di 773 metri è meta di pellegrini e turisti in quanto costituisce uno dei primi insediamenti francescani. Nel pozzo del convento si dice che il Santo fece sgorgare le prime acque. Nel convento è conservata la cappella dove San Francesco pregava, oltre che armadi e suppellettili del ‘700. Tutto intorno boschi di lecci, grotte e torrenti ne fanno un luogo di grande bellezza e spiritualità.