Oria ha origini diverse rispetto agli altri centri della zona. Secondo Erodoto di Alicarnasso e Strabone, infatti, sarebbe stata fondata nel 1200 a.C., con il nome di Hyria, da un gruppo di naufraghi cretesi di Minos, che scelsero, a scopo difensivo, il colle più alto della zona. Dall’VIII secolo a.C. Oria diventò il centro di riferimento politico dei Messapi, con intensi scambi con l’intera Messapia e le città della magna-grecia. Ebbe alterne vicende con la città di Taranto, con la quale si arrivò anche a combattere, e finì per essere sottomessa ai Romani che, nell’88 a.C. ne fecero un municipio. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Oria fu soggetta a Greci, Longobardi e Bizantini. Per tutto il IX e X secolo subì le violente incursioni saracene e, nonostante l’intervento in sua difesa dell’imperatore Ludovico II dell’867, fu distrutta ancora una volta nel 924. L’XI secolo è caratterizzato dalla conquista della città da parte dei Normanni, che precedette quella degli Svevi. Tra il 1225 e il 1233 l’imperatore Federico II di Svevia dichiarò Oria città demaniale e vi fece edificare il castello che ancora domina l’intera zona. Nel 1433, durante il periodo angioino, la città fu assediata e saccheggiata, per diventare poi feudo degli Orsini del Balzo. Resistette strenuamente all’assedio degli spagnoli, ma, dal secolo XVI in poi iniziò un periodo di grande declino, e Oria passa come feudo da una casata all’altra. Nel 1572 divenne di proprietà di San Carlo Borromeo. Solo nel corso del ‘700 si cercò di porre rimedio allo stato di abbandono in cui versava la città, con interventi di recupero e restauro dei monumenti principali. Durante il Risorgimento molti dei cittadini aderirono al progetto dell’Unità d’Italia. Nel 1951, in ragione della sua storia millenaria, con Decreto della Presidenza del Consiglio, ad Oria è stato conferito il titolo di città. Il suo centro storico è diviso in quattro rioni: Rione Castello, Rione Judea, Rione Lama e Rione San Basilio. Un buon momento per visitare Oria è in occasione del Corteo Storico di Federico II e del torneo dei rioni, che si svolge il secondo fine settimana di agosto.
Frutto delle grandi opere di modifica, ampliamento e ricostruzione, oggi il castello ha forma triangolare, scandita dalla presenza di tre torri fortificate. Molto probabilmente già nell’alto medioevo esisteva una fortificazione, ma fu l’imperatore Federico II ha edificare un vero castello, tanto da giustificare il nome di Castello Svevo. Due delle sue torri risalgono quasi sicuramente al periodo angioino, mentre l’originale mastio normanno-svevo fu più volte riadattato nel corso del tempo alle mutate condizioni belliche, come l’adozione delle armi da fuoco. Nel corso della sua storia fu assediato e assalito in molte occasioni, ma non sempre i nemici riuscirono ad espugnarlo, come nel caso di Pietro de Paz che nel 1504 non riuscì a conquistare la rocca. Sottoposto a integrazioni, restauri e ricostruzioni nel corso dell’800 e del ‘900, fu devastato nel 1897 da un ciclone che investì la città di Oria. Nel 1933 il Comune di Oria cedette il Castello alla famiglia Martini Carissini e ne ottenne in cambio Palazzo Martini, sede del Municipio. I nuovi proprietari restaurano il castello e, per questo impegno civico, furono insigniti dal re Vittorio Emanuele III del titolo di Conti di Castel d’Oria.
Il Castello, dichiarato Monumento Nazionale, è dal 2007 proprietà della società Borgo Ducale srl. e utilizzato come centro congressi.
Fu costruita nel 1750 in stile barocco, a seguito della demolizione della chiesa medioevale preesistente, edificata nella prima metà del XIII secolo e due delle sue colonne furono acquistate dal re di Napoli e utilizzate per la Cappella della Reggia di Caserta. Il suo interno è ricco di stucchi e marmi policromi. Durante i lavori di restauro sono venute recentemente alla luce la cripta dei Vescovi posta sotto il Presbiterio. Dal 1992 la Cattedrale di Oria è anche Basilica.
È una torre cilindrica posta alle spalle della cattedrale di grande importanza storica perché, con tutta probabilità, faceva parte dell’antichissima fortificazione messapica. Viene chiamata anche “carnara” perché al suo interno è stato rinvenuto un ossario del XVIII secolo.
È una delle tre porte della città, per l’esattezza quella posta sulla via per Taranto e conduceva alla giudecca di Oria: un quartiere medioevale fatto di stradine tortuose, piccole case e botteghe. Qui fiorì la comunità ebraica di Oria, conosciuta ed apprezzata in tutto il Mediterraneo, che conobbe il suo periodo d’oro nel IX secolo.
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