Bitonto, conosciuta come “città degli ulivi”, sorge in un’area abitata già a partire dal neolitico, protetta dal vallone a gravina del torrente Lamaja. Il suo nome, di origine prelatina, allude forse alla prosperità delle sue terre (bonum totum). Più probabilmente fa riferimento al re illirico Botone, fondatore della città, secondo un’antica leggenda, e Bytontinon indicherebbe gente di Botone. Città ricca di storia, antico insediamento dei peuceti, divenne un importante municipio in epoca romana , grazie alla sua posizione strategica sulla via Traiana. La sua fama è da sempre legata all’ottima qualità del suo olio e un ramoscello di ulivo compare già sulle monete risalenti al IV- III secolo a.C., coniate a Bitonto e rinvenute nella zona. Uno degli episodi più noti del suo passato risale al 1734, quando Bitonto fu teatro dell’importante battaglia tra l’esercito austriaco e quello borbonico, che assicurò il Regno delle Due Sicilie a Carlo III di Borbone, che, a sua memoria, fece erigere l’obelisco Carolino, che si trova in piazza 26 maggio 1734. Il suo bel centro storico è a tratti delimitato dai resti delle antiche mura normanne. Delle cinque porte originarie di accesso alla città, rimangono oggi solo la porta Baresana e la porta La Maja, mentre sono ancora molte le torri angioine e normanne tuttora esistenti. Le sue strade lastricate seguono un andamento capriccioso, dove è molto piacevole avventurarsi, tra archi e corti fiorite. Dal 2004 è stata insignita del titolo di “città d’arte”. Bitonto è famosa per le celebrazioni dei riti della Settimana Santa, per le sue fiere (di cui parla anche Giovanni Boccaccio nella Novella X del Decamerone), come l’antica fiera di San Leone (6 aprile), e per l’Intorciata, festa dedicata ai due santi medici Cosma e Damiano (terza domenica di ottobre). Se volete acquistare l’olio per cui Bitonto è famosa nel mondo, la cultivar Cima di Bitonto, l’Oleificio “Cima di Bitonto”, Via Modugno sn, associa 500 aziende produttrici della zona.
Tra gli edifici più belli di Bitonto, il palazzo attrae lo sguardo con le sue linee tardo-rinascimentali considerate tra le più rappresentative del Rinascimento pugliese e la sua elegante loggia. Molto particolare anche il suo cortile gotico-catalano a portico. Fu costruito tra il 1229 e il 1583 da Giovanni Alfonso Sylos e dal 2009 ospita la Galleria Nazionale della Puglia: con opere che spaziano dal ‘500 al ‘900 di artisti quali: Tiziano, Vaccaro, Poussin…. fino a De Nittis, Balla, Wood… La Galleria è intitolata a Girolamo e Rosaria Devanna che hanno donato allo Stato questa loro interessante raccolta. L’allestimento è molto curato e gli ambienti sapientemente ristrutturati.
Splendida costruzione in stile romanico-pugliese, eretta al centro della città tra l’XI e il XII secolo, forse incompiuta, come sembrano testimoniare le tracce sui piloni della facciata, rimasta priva di portico. La cinquecentesca Loggia delle Benedizioni, voluta dal vescovo Carafa, singolare come soluzione ad angolo, fa da ponte tra la chiesa e il palazzo De Lerma. Splendidi il portale scolpito e il rosone che ornano la sua facciata, tra un fiorire di foglie di acanto, colonne e animali, tra cui il pellicano che simboleggia la generosità della Chiesa. All’interno, a croce latina, a tre navate con absidi, non perdetevi il bellissimo ambone del Nicolaus del 1229, la vasca battesimale monolitica e il soffitto caratterizzato da capriate lignee policrome. La cripta ha affreschi bizantini e volte a crociera, sostenute da colonne decorate con capitelli zoomorfi e fitomorfi di grande bellezza. Dalla cripta si accede ai resti della preesistente basilica paleocristiana, risalente al V-VI secolo. Scoperta solo recentemente, l’area archeologica si estende in una area piuttosto ampia ed è decorata con interessanti mosaici tra cui uno splendido grifone, visibile anche attraverso l’oblò posto sul pavimento della costruzione attuale. La Guglia dell’Immacolata, obelisco barocco su Piazza Cattedrale, fu realizzato dopo che il terremoto del 1731 risparmiò la città, rafforzando il culto per l’Immacolata.
Raccoglie opere e reperti dal XII al XX secolo del patrimonio artistico delle chiese di Bitonto, con una raccolta di quadri, statue, lapidi, paramenti ed argenti. Interessante anche la parte dedicata alla ricostruzione della storia della Cattedrale.
Per informazioni su orari e sede (il Museo è in via di trasferimento) si può far riferimento al sito
Storica residenza in stile rinascimentale della nobile famiglia Volpano, passata successivamente ai Sylos, risale al XV secolo. Fu costruita su una preesistente torre del XII secolo, e completata nel 1501, secondo l’incisione presente sul suo portale realizzato secondo i dettami del tardo-gotico aragonese. Splendide le decorazioni del cortile che raffigurano il mito di Orfeo e mostri marini, mentre personaggi del casato si affiancano a condottieri ed imperatori romani. Sulle logge che si affacciano sul cortile sono affrescati gli stemmi delle due famiglie.
Fu costruita nel XVI secolo e ricostruita nel secolo successivo. Alla bella facciata rinascimentale si sono aggiunti nel tempo vari altri elementi: un dipinto che rappresenta i santi protettori di Bitonto; lo stemma dei Savoia in alto, che risale al 1551, quando la città si affrancò dal feudalesimo; il vano dell’orologio, che è invece del ‘900.
Risale al XIV secolo e faceva parte di un complesso difensivo e di avvistamento di ben ventotto torri. Realizzata in bugnato, è alta 24 metri, con un diametro di 16 metri. Le sue mura sono spesse quasi 5 metri. Bella la base a stella che si erge dal fossato.
Fresco di restauro, il Torrione Angioino ospita attualmente opere d’arte contemporanea, a partire dalla collezione donata dall’artista Matteo Masiello
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